INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
INTRODUZIONE C’è chi interpreta il gioco d’azzardo come pura evasione, emozione, sensazione. Studiare le probabilità, cercare di irreggimentare il caso, adottare sempre il comportamento più razionale, in qualche modo snatura il loro legittimo piacere. Questo libro non è per loro, leggerlo gli guasterebbe il divertimento. Noi invece crediamo, come ci ha insegnato il grande Pierre Simon de Laplace nel suo impareggiabile Saggio filosofico sulle probabilità che la probabilità sia uno strumento per avvicinarsi alla realtà oggettiva, laddove questa sia troppo complessa per essere ricostruita e prevista razionalmente. Sono passati due secoli dalla prima edizione del Saggio (che è del 1812), ma la potenza del suo pensiero non è ancora patrimonio comune, ancora i giornali pubblicano criminose rubriche che suggeriscono a sprovveduti lettori i numeri del Lotto, ancora c’è chi ritiene che la pallina della Roulette sia dotata di memoria propria. Ammonisce Laplace: «Una regola che si deve sempre seguire nella vita è quella di fare in modo che il prodotto del bene sperato per la sua probabilità sia per lo meno uguale al prodotto simile relativo alla perdita. A tale scopo, però, è necessario saper calcolare esattamente i vantaggi, le perdite e le loro rispettive probabilità. E per far questo occorre essere dotati di equilibrio, di una spiccata sensibilità e di grande esperienza; bisogna sapersi difendere dai pregiudizi, dalle illusioni generate dalla speranza o dal timore, dalle false idee sulla fortuna e la felicità con cui la maggior parte degli uomini culla il suo amor proprio.» Beh, nella vita reale non sempre è possibile avvicinarsi ai suggerimenti di Laplace, è troppo difficile riuscire a prendere sempre le decisioni migliori in assenza di una comprensione generale di ciò che accade, del perché accade e di cosa potrà accadere. Ma nei giochi d’azzardo sì che possiamo farci un’idea del «da dove veniamo», del «cosa facciamo » e anche del «dove potremmo andare», cioè di tutte le situazioni finali in cui potremmo trovarci, ognuna con le sue belle probabilità. Non voglio certo negare il ruolo sempre determinante della Dea Fortuna, ma la consapevolezza dei comportamenti porta a risultati statisticamente migliori, al piacere dell’uso della ragione e per giunta immunizza dalla compulsività. XIII Sul Blackjack C’era una volta un mio amico che giocava a Blackjack. E io lo osservavo. Notai allora come in diverse occasioni egli non seguisse le ben note tabelle che indicano il miglior modo di comportarsi in ogni situazione di gioco e con tatto gliene chiesi ragione. Lui si dimostrò stupito che io credessi in quelle tabelle. Secondo lui le diffondevano solo per condizionare i clienti a giocare in modo conveniente al banco. No, no, meglio affidarsi alle proprie sensazioni! Questo ragionamento è facilmente confutabile, perché non sono certo i casinò ad avere diffuso le tabelle, ma contento lui, contenti tutti. Però, per rispondergli più circostanziatamente, ho cominciato a consultare pubblicazioni sul Blackjack: a decine riportavano le mitiche tabelle, ma nessuna si prendeva la briga di dimostrarle: «Prima o poi – mi dissi – dovrò decidermi a calcolarle io stesso!» E l’occasione buona è arrivata qualche anno più tardi, sotto forma di incontro con Margherita Bonaldi, alle prese con una tesi in matematica su un qualche aspetto dei giochi d’azzardo: «Hai qualcosa da suggerirmi?» «Certo che ce l’ho! Ci sono le tabelle della strategia di base del Blackjack da dimostrare. Si tratta di ricalcolarle spiegando chiaramente le modalità del procedimento.» «OK, mi sembra interessante.» Affare fatto. Il prof accetta, e ne nasce la tesi Modelli probabilistici e strategie di comportamento nel gioco del blackjack. Il linguaggio è da iniziati – come rigorosamente richiesto dal mondo accademico – ma c’è della sostanza. A questo punto mi solletica un’idea: perché non trasformare questi calcoli preliminari in un vero trattatello sul Blackjack? Indubbiamente c’è la possibilità di realizzare un prodotto davvero nuovo, pur in un panorama già molto ricco, soprattutto in lingua inglese. Ed è quello che facciamo. Analizziamo in dettaglio tutte le situazioni di gioco e ricalcoliamo tutte le tabelle, dimostrandole. Tranquilli, erano tutte giuste! Ma per noi anche lo stesso ricalcolo è stato una piccola, appassionante avventura matematica, un piacere dell’intelletto. Di più, abbiamo introdotto il concetto di «speranza matematica» di ogni possibile situazione di gioco; per dirla con Laplace, si tratta del «prodotto della somma sperata per la probabilità di ottenerla». Cioè non solo diciamo cosa fare, ma spieghiamo – per chi fosse interessato a saperlo – perché bisogna farlo, qual è la speranza di vittoria, quanto ci si rimette in media se si prende la decisione sbagliata. Il tutto abbondantemente visualizzato con tabelle e grafici: abbiamo fatto un grandissimo sforzo perché la parte grafica possa essere il più esplicativa possibile. Insomma, consultando, più che leggendo, il capitolo Come giocare e perché, è impossibile sbagliarsi, ogni giocata diventa chiara e precisa, non ci sono se e ma che tengano. XIV Digerita la strategia di base, c’è naturalmente un capitolo dedicato alle strategie avanzate, ai metodi di conteggio delle carte resi celebri da romanzi e film. Ma non mettetevi strane idee, i tempi eroici dei team di contatori che si arricchivano facilmente sono finiti: accontentatevi di applicare al meglio la strategia di base. Sugli altri giochi Ma la pubblicazione che avete tra le mani non si limita alla trattazione del Blackjack, seppur proprio da questo ha preso le mosse. Il discorso è esteso anche agli altri principali giochi da casinò. E mentre Margherita verificava valore per valore le infinite tabelle del Blackjack, io mi dedicavo alle altre più usuali proposte dei casinò: Roulette, Craps, Baccarà, Trente et quarante. Tutti i capitoli sono impostati sugli stessi criteri: completezza delle regole di base, disamina probabilistica del gioco, meticolosa verifica delle varie tabelle e conseguenti suggerimenti di comportamento. Particolarmente istruttivo il caso del Craps, dove la differenza fra giocare cum granu salis oppure a caso si fa macroscopica: si passa da un onestissimo margine inferiore all’1% con le Free odds all’incredibile 16,67% con Any seven. Insomma, la consapevolezza è necessaria per tenersi a galla. I casinò manterranno comunque i loro margini – inutile promettere miracoli – ma i nostri lettori saranno sempre in grado di giocare al meglio, di scegliere le puntate migliori, di trarre il massimo profitto dal loro divertimento. Dario De Toffoli, gennaio 2011 XV