la collezione storica di invertebrati marini del museo di zoologia dell

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la collezione storica di invertebrati marini del museo di zoologia dell
Biol. Mar. Medit. (2006), 13 (1): 1121-1123
C. Betto, P. Nicolosi*, S. Casellato
Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Padova, Via U. Bassi, 58/b - 35131 Padova, Italia.
[email protected]
*Museo Zoologia, Università degli Studi di Padova, Italia.
LA COLLEZIONE STORICA DI INVERTEBRATI MARINI
DEL MUSEO DI ZOOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA
THE HISTORICAL COLLECTION OF MARINE INVERTEBRATES
OF THE ZOOLOGICAL MUSEUM OF PADOVA UNIVERSITY
Abstract
After a long period of negligence and indifference, the historical collection of marine invertebrates of
the Zoological Museum of Padova University has been recovered and studied. Some interesting findings
have been found, and put in relation to specific researches documented in historical catalogues or published
works.
Key-words: museum collections, marine organisms, Adriatic Sea, Tyrrhenian Sea.
Introduzione
La collezione di invertebrati marini del Museo di Zoologia dell’Università
di Padova non ha mai goduto di particolari attenzioni da parte degli studiosi
che si sono succeduti alla direzione del Gabinetto prima e Museo di Zoologia
dopo. Questo disinteresse, sommato alle complicate vicende che hanno coinvolto
il Museo nel corso della sua storia (Casellato, 1991), si è ripercosso sullo stato di
conservazione della collezione e ha comportato danni talvolta irreparabili, nonché
la perdita di informazioni preziose. Il recente lavoro di riordino, restauro e controllo della determinazione tassonomica, che è stato oggetto anche di una tesi di
laurea (Betto, 2004), ha permesso una prima stima della consistenza numerica e
dello stato di conservazione dei preparati.
Materiali e metodi
Lo stato di abbandono nel quale si trovava la collezione ha richiesto una ricognizione iniziale, in seguito alla quale sono stati pianificati i successivi interventi
di restauro: la sostituzione del liquido di conservazione e del contenitore qualora
inadatto. Il lavoro è stato svolto avendo cura di recuperare i cartellini originali
presenti nei vasi. Contemporaneamente, è stata condotta un’approfondita ricerca
bibliografica e archivistica del materiale storico utile a ricostruire le tappe principali che hanno portato alla costituzione dell’attuale collezione. Sono stati inoltre
consultati i cataloghi storici conservati presso il Museo, al fine di individuare i
reperti originali delle varie epoche. Successivamente è stato compiuto il controllo
della determinazione tassonomica dei reperti muniti di cartellino ed avviata la
determinazione degli esemplari privi di cartellino, per la quale si rende comunque
necessario la conferma degli specialisti per i vari gruppi.
C. Betto, P. Nicolosi, S. Casellato
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Risultati e conclusioni
Le prime notizie relative alla storica collezione di invertebrati marini risalgono
al periodo in cui era direttore dell’allora Gabinetto di Storia Naturale il professor
Stefano Andrea Renier (1806-1829) il quale, avendo fama di grande raccoglitore
ed abile sistematico, fu incaricato dalle autorità austriache di realizzare tre collezioni zoologiche marine per le tre ripristinate Università del Regno: Bologna,
Padova e Pavia (Barbagli, 2001). Lo scarso interesse del Renier nel riportare indicazioni riguardo la provenienza del materiale e il mancato ritrovamento di un
catalogo specifico di riferimento hanno reso difficile stabilire quanti siano oggi i
reperti derivanti dall’originaria collezione. Gli unici reperti che crediamo di poter
confermare come appartenenti all’originale collezione Renier sono quelli dei due
tunicati “Policitor Dipartimentato” (=Aplidium conicum) e “Policitor turchino”
(=Polycitor adriaticus) entrambi riportati nel catalogo Nardo-Catullo (1832-33).
L’altro caso in cui abbiamo potuto attribuire con certezza la provenienza del
materiale è quello della raccolta nel mare di Sciacca del 1882 di Giovanni e Riccardo Canestrini (Canestrini, 1882), della quale si trova nota nei Cataloghi del
Museo risalenti a quegli anni (1871-1896) (20 preparati, comprendenti Crostacei,
Poriferi ed Anellidi) e nella relazione pubblicata per il Ministero di Agricoltura,
Industria e Commercio (Canestrini, 1882). Altri reperti (Pontobdella muricata e
Nereis sp.) sono stati sicuramente raccolti dal Canestrini, come risulta dai cataloghi del 1871. Per i periodi successivi, le nuove acquisizioni registrate nei cataloghi si riferiscono a materiale destinato alla didattica per lo più proveniente dalla
Stazione Zoologica di Napoli (Marcuzzi, 1966). L’ultima acquisizione in ordine
di tempo, eseguita dopo la risistemazione logistica di gran parte delle raccolte del
Museo, è quella di un grande esemplare di Geodia cydonium (oggi specie protetta
nel Mediterraneo) proveniente da una raccolta di zoobenthos (campagna 2003) su
alcuni affioramenti rocciosi dell’Alto Adriatico (Casellato et al., 2005).
Tab. 1 - Elenco dei taxa presenti in collezione, suddivisi in: numero di specie (con relativa percentuale), numero di esemplari di cui è noto solo il genere (non det.), numero di esemplari indeterminati (indet.) e numero totale di vasi per ciascun gruppo.
List of taxa in the collection: number of species (with percentage), number of specimens with
known genera (non det.), number of specimens with unknown dentification (indet.) and number
of vases for each taxon.
Gruppo
PORIFERI
CNIDARI
CTENOFORI
PLATELMINTI
MOLLUSCHI
ANELLIDI
CROSTACEI
BRIOZOI
BRACHIOPODI
CHETOGNATI
ECHINODERMI
TUNICATI
Totale
n° specie
9
14
4
4
28
8
51
2
2
1
15
11
149
%
6
9
3
3
19
5
35
1
1
1
10
7
--
non det.
2
9
--10
6
5
1
-1
1
2
37
indet.
9
15
--9
3
35
1
2
-3
7
84
n° vasi
25
46
5
4
57
20
104
4
5
2
25
20
317
n° esemplari
42
327
6
8
347
38
510
4
13
25
87
83
1490
La collezione storica di invertebrati marini del museo di zoologia dell’università di Padova
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In conclusione, la collezione, che nel complesso possiamo considerare modesta, risulta costituita da 1490 esemplari rappresentativi di 12 diversi phyla, che
provengono principalmente dall’Adriatico, dal Mar Tirreno, dallo Stretto di Messina e dal Mare di Sciacca (Tab. 1). Crediamo che il nostro lavoro possa garantire
ai preparati recuperati la possibilità di ulteriori approfonditi studi di specialisti
per il futuro.
Ringraziamenti
Ringraziamo il Prof. Sandro Ruffo per aver messo a nostra disposizione la sua competenza per
i gammaridi e il Dr. Luciano Masiero per l’assistenza tecnica nelle varie fasi operative del lavoro di
restauro della collezione.
Bibliografia
BARBAGLI F. (2001) – La Laguna Veneta e il Museo di Storia naturale di Pavia. Chioggia,
rivista di studi e ricerche, 18: 147-156.
BETTO C. (2004) – La collezione di invertebrati marini del Museo di Zoologia dell’Università
di Padova. Tesi di Laurea in Scienze Naturali. Università di Padova A.A. 2003/04.
CANESTRINI G. (1882) – Relazione del professore Giovanni Canestrini al Ministro di agricoltura, industria e commercio sulle ricerche fatte nel mare di Sciacca intorno ai banchi corallini.
Annali dell’Industria e del Commercio, Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio.
Eredi Botta, Roma.
CASELLATO S. (1991) - Dall’insegnamento della Storia Naturale a Padova al Dipartimento di
Biologia. Ed. Libreria Progetto, Padova: 55 pp.
CASELLATO S., SICHIROLLO E., CRISTOFOLI A, MASIERO L, SORESI S. (2005) – Biodiversità delle “tegnue” di Chioggia, zona di tutela biologica nel Nord Adriatico. Biol. Mar.
Medit., 12 (1): 69-77.
MARCUZZI G. (1966) - Il Museo Zoologico dell’Università di Padova. Università degli Studi,
Padova: 19 pp.