buongiorno cina - Cineforum del Circolo
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BUONGIORNO CINA B uongiorno Cina, dunque. Un saluto di benvenuto alla nostra attenzione. Un incontro con il fenomeno più rilevante del nostro tempo. Una scoperta che per i suoi risvolti economici tutto il mondo si è allarmato. Ma non è solo l'Economia ad essere diventata la stella cometa dell'occidente che guarda alla Cina come l'ineluttabile prossimo centro del globo. Economisti, finanzieri, industriali, tutti si stanno esercitando, magari in ritardo, a comprendere com'è, come sarà il secolo XXI, il secolo della Cina, come il XIX è stato della Gran Bretagna e il XX degli USA. Anche il Cinema cinese nella sua apparente marginalità sta progressivamente sviluppandosi incalzando le cinematografie occidentali. C'è chi afferma che Hollywood non sia già più l'ombelico del mondo. E che è a Pechino che si deve guardare per incontrare l'eccellenza di questa arte industriale. Se guardiamo ai riconoscimenti che il cinema cinese di questi tre ultimi lustri ha riscosso in tutti i festival del mondo, Oscar compresi, non si può che convenirne. Se poi abbiamo ancora qualche dubbio sulla consistenza delle specifiche strutture produttive e sul mercato naturale su cui può contare, basta pensare che nel mondo ci sono due miliardi di persone che parlano cinese. Più quelle che si sono messe a studiarlo. Con il supporto del più vasto mercato immaginabile è ragionevole dubitarne? Sarà forse tempo allora di incominciare a fare un po' di conoscenza con questo Grande Cinema. E scoprire così di quanta storia è intessuto e quanto drammaticamente ha dovuto confrontarsi con tante fasi storiche dolorose e contraddittorie. Dall'invenzione del cinema nessuna nazione cinematografica ha vissuto tanti sconvolgimenti politici come la Cina. Dall'ultimo imperatore del Celeste Impero, passando dall'effimera prima Repubblica ai disordini dei Signori della guerra e al sopravvento del Kuomintang; dall'invasione del Giappone all' impero fantoccio della Manchuria; dalla Lunga Marcia alla guerra rivoluzionaria dell'Esercito Popolare fino alla vittoria finale su Chang kai-schek e alla costituzione nel 1949 della attuale Repubblica Popolare Cinese. Per un ciclo di cinque serate appare evidente non potere rappresentare tanta drammatica varietà. Anche per motivi decisivi. Sono reperibili solo alcuni film dal 1949 in poi. Dal 1987 hanno avuto circolazione regolarmente doppiati alcuni film che i più coraggiosi distributori italiani hanno incominciato ad importarli sull'onda degli inattesi successi ai vari festival. Ecco allora che abbiamo scelto un titolo per ogni fase significativa delle vicende della neo Repubblica in modo da poter riscontrare l'evoluzione storica con quella artistica, e viceversa. 1 IL CINEMA CINESE PRIMA DEL 1949 N el 2005 il Cinema in Cina ha compiuto il suo primo secolo di vita. L'anniversario è stato festeggiato in patria e ricordato in molte sedi occidentali con celebrazioni e rassegne. Una di queste è avvenuta al festival di Venezia 2005 diretto allora come quest'anno da Marco Müller. Egli è uno dei primi e dei non molti studiosi del cinema cinese. Già nel 1982 era riuscito a presentare a Torino una grande rassegna di ben 125 film. Tentiamo ora una sintesi introduttiva al tema del nostro ciclo. Notiamo intanto che l'invenzione dei fratelli Lumière nel 1905 è già attiva in occidente da dieci anni e ha già fatto un bel tratto di strada. La libera concorrenza tra le molte compagnie private dà origine a un buon sviluppo della produzione, ad una grande varietà di generi, al fiorire del divismo, a un'affermazione che al momento non può che apparire come definitiva. Ma l'aggressione del Giappone iniziata nel 1931 nel nord-est segna una svolta drammatica e l'inizio dell'intreccio tra cinema e politica. Se fino a quel momento la produzione cinematografica cinese aveva perseguito liberamente il modello hollywoodiano, vale a dire il trionfo dell'intrattenimento, con la guerra in corso gli artisti sono portati a manifestare la volontà di contribuire con il loro lavoro alla promozione di una coscienza nazionale patriottica. D'altra parte nel corso di quegli anni le idee socialiste e la nascita e il lavoro clandestino del Partito Comunista Cinese, proprio a Shanghai, determinano un ulteriore stretta del rapporto tra cinema e politica. Ma a sua volta tutto ciò fa accentuare l'intervento autoritario della censura del governo reazionario del Kuomintag. Molti cineasti di idee progressiste sono costretti all'inattività o a celarsi dietro pseudonimi per evitare persecuzioni e ritorsioni. Alcuni aderirono segretamente alla neonata Lega degli intellettuali di sinistra, che porrà le basi culturali per tutta la successiva attività cinematografica del Partito Comunista. Verranno così concepiti i primi film progressisti, i primi esempi di rappresentazione del dramma nazionale, l'aggressione straniera e le ingiustizie sociali. Film di cineasti attivi nei decenni successivi che determineranno i tratti stilistici della produzione socialista fino alla Rivoluzione Culturale. Il cinema cinese stenta a nascere e fa fatica a crescere. Durante i primi tempi, anche grazie al fatto di essere oggetto di importazione straniera, è spesso vissuto come strumento di corruzione morale e i suoi addetti, in primis attori e attrici, sono figure di dubbia moralità. Nonostante questa iniziale diffidenza anche in Cina il cinema diventa però uno dei simboli della modernità. Soprattutto nelle aree più predisposte a recepirlo come tale perché già profondamente segnate dalla cultura occidentale per la presenza radicata delle potenze colonialiste. Shanghai diventa dunque il centro propulsivo naturale della nascente industria. Xie Tieli, fra i più importanti registi della cosidetta Terza generazione. Ma l'aggressione del Giappone culmina nel 1937 con il bombardamento di Shanghai e la sua feroce occupazione. Tutta la promettente 2 Una immagine tratta dal film Primavera precoce del secondo mese lunare, del regista Xiei Tieli rivoluzionaria che affluiscono quegli artisti che oltre a combattere con le armi in pugno costituiranno la prima ossatura tecnica artistica dell'organizzazione del nuovo cinema cinese che opererà non appena sarà raggiunta la vittoria finale nel 1949. Ancora vivente, tra le figure accorse a Yenan c'era Xie Tieli, il regista più rappresentativo della cosiddetta Terza Generazione autore de La primavera precoce del secondo mese lunare (1962), uno dei primi e più noti film cinesi presentati in occidente e tanto discusso nel travaglio della successiva Rivoluzione culturale. La sua opera e la sua carriera sono state ufficialmente onorate l'anno scorso in occasione del suo cinquantacinquesimo anno di attività. Nel 1940 era al servizio della Nuova Quarta Armata e si preparava a insegnare l'arte della recitazione nel futuro Istituto del Cinema del dopo guerra. rinascita del cinema cinese perisce sotto le bombe. Vanno persi, tra l'altro, quasi tutti gli archivi dei film fino allora prodotti. Opera solo un cinema di propaganda realizzato per lo più da maestranze e mezzi tecnici giapponesi a favore degli occupanti stessi. I cineasti cinesi progressisti superstiti manifestano la loro resistenza politica con l'unica arma rimasta loro. Con le strutture salvate producono film d'intrattenimento tanto di successo da fare concorrenza a quello ispirato dai giapponesi, sottraendone tutto il pubblico possibile. Oppure abbandonano i territori occupati fuggendo alcuni ad Hong Kong, altri nei territori controllati dall'Esercito di liberazione popolare. E' infatti a Yenan, piccolo villaggio montano della Cina centrale, dove si è installato la direzione del Partito e della guerra 3 IL CINEMA CINESE DAL 1949 A OGGI L a rivoluzione marxista di Mao Tse Tung aveva saputo affermarsi con la lunga lotta armata. Ora doveva operare i grandi cambiamenti per i quali aveva tanto lottato. Doveva occuparsi dell'agricoltura, dell'industria e dello sviluppo delle scienze e delle tecnologie. Aveva soprattutto l'iniziale l'obiettivo di incrementare e rendere equa la produzione di cibo in un paese sterminato periodicamente soggetto a mortifere carestie. Ma oltre all'aspetto materiale della rivoluzione c'era quello della "sovrastruttura". Vale a dire doveva iniziare l'affascinante compito di motivare le masse, analfabeti e intellettuali, a volgere le spalle ai vecchi valori a vantaggio delle sorti della collettività. Occorreva per esempio indurre contadini e operai a infrangere abitudini radicate da generazioni come contrastare chi era loro socialmente superiore (proprietari terrieri, capitalisti, ecc), che ai loro occhi appariva paternalista più che tiranno. Occorreva che le donne imparassero a tener testa agli uomini e a non chinare il capo davanti a loro. Occorreva che i giovani contrastassero il millenario precetto confuciano della pietà filiale, l'idea che la saggezza della vecchiaia non va mai messa in dubbio. Su questo terreno dunque inizia a svilupparsi il confronto tra gli intellettuali del cinema e il controllo centrale. Naturalmente aggiornandosi progressivamente sugli spostamenti politici che andranno a susseguirsi. E' solo verso la fine degli anni Ottanta, quando i successi economici incominceranno ad essere visibili in tutto il mondo, e soprattutto quando tutto il mondo guarderà attento al nuovo cinema cinese, il confronto tra cineasti e censura incomincia se non ad allentarsi almeno a svolgersi con una dialettica più paritaria. Perché nessuno in Cina può negare che i grandi cambiamenti economici e sociali accaduti in così poco tempo non sono stati del tutto assorbiti. Ecco che gli autori ne vogliono parlare, vogliono riflettere sul passato, vogliono interrogarsi sul cambiamento e i suoi riflessi sulla vita di tutti. A poco a poco i temi trattati escono dall'angusto perimetro iniziale del perbenismo sociale, del politicamente corretto, delle parabole educative, del niente intrattenimento, per giungere a superare una alla volta molti vincoli e regole inizialmente imposti. Non senza contrasti, lotte, punizioni, divieti con il sistema censorio. Il passaggio cruciale avviene con l'avvento della Quinta Generazione di registi. Sono Due fra i più importanti registi della Quinta generazione: Chen Kaige (a sinistra) e Zhang Yimou (a destra) 4 Chen Kaige e soprattutto Zhang Yimou a stupire il mondo e a permettere le prime grandi aperture. Furono loro a saper sfruttare per primi a loro vantaggio le conquiste politiche, sociali, economiche e culturali prodotte a partire dalla trasformazione della società voluta da Den Xiaoping. Ma è con la Sesta Generazione che si stanno compiendo i passi più decisi verso una più sofferta rappresentazione della società cinese. Wang Xiaoshuai, Zhang Yuan e Jia Zhang-Ke sono gli alfieri del attuale rinnovamento che certamente influenzerà positivamente i registi della prossima Settima Generazione quando esse salirà al proscenio del cinema cinese. fia più recente, in particolare della Quinta Generazione, è la quasi impossibilità di non ripercorrere la rievocazione della storia degli ultimi decenni. Ciò è ben comprensibile se si pensa che l'attuale generazione ha vissuto di persona tutti i grandi avvenimenti succedutisi. Zhang Yimou, per esempio, pur essendo giovane (1951), ha vissuto sulla sua pelle la rivoluzione culturale e la conseguente rieducazione. E in generale la sterminata popolazione cinese non avuto il tempo d'interiorizzare tutti i sussulti, i contrasti, le guerre, le privazioni, le violenze, le invasioni, le rivoluzioni succedutesi in pochi lustri senza dare respiro. Si può dire che la storia è passata in ogni famiglia e se i nonni sono vivi, ogni famiglia è un libro di storia. Così nel male e nelle sofferenze. Ma lo stesso per i successi e i miglioramenti economici. La popolazione rurale è passata dalla sempre incombente carestia alla sicurezza della disponibilità delle risorse alimentari sufficienti per superare ogni difficoltà. Può mandare i figli a scuola, le donne non sono più vendute come mogli e la parola futuro non fa più paura. Eppure si può comprendere lo sconcerto dei contadini a osservare l'enorme differenza della loro vita rispetto a quella delle grandi metropoli. Ancora una volta i cambiamenti sono così veloci che si fatica a capirli. Il grande cinema tenta di restituire la sintesi dei tempi trascorsi per leggerne il significato positivo senza risparmiare a nessuno i moniti necessari. Ci sono alcuni aspetti del cinema cinese comuni a tutti i periodi dal 1949 ad oggi. Principalmente il modo stesso di fare cinema. Lontano dal modello americano e quasi mai tributario del cinema europeo, esso ha sviluppato con assoluta maestria la capacità del predominio dell'azione sul dialogo. Ciò deriva con ogni probabilità dalla frequentazione e dallo studio del grande cinema muto sovietico degli anni Venti e Trenta che per la naturale alleanza con l'URSS circolava laddove era esteso il controllo del Partito Comunista Cinese. Un secondo carattere peculiare è la trattazione delle vicende narrate con realismo, con tutto il realismo necessario, senza indulgere nel compiacimento della rappresentazione di comodo. Un realismo peraltro diventato indispensabile negli ultimi quindici anni per tentare di rappresentare con verità la Cina contemporanea mentre si evolve in continuazione. Toccherà ai più giovani registi della Sesta Generazione rileggere la storia con distacco personale. E le vicende che rappresenteranno saranno centrate sul più recente passato e sul presente volte a soppesare gli effetti che i recenti avvenimenti dagli anni Ottanta stanno Un altro carattere marcato della cinematogra- causando sulla società attuale. 5 UNA SECONDA CINA: HONG KONG F ino al 1997, l'anno in cui il protettorato inglese è ritornato nella braccia della madre patria, a Hong Kong si è sviluppata un'importante cinematografia cinese. Una cinematografia nata non certo per soddisfare il risibile mercato interno, ma per conquistare i pubblici cinesi ovunque essi fossero nel mondo (ma non in Cina) e se possibile arrivare nelle sale occidentali. Il libero mercato e l'iniziativa privata ebbero mano libera per organizzare una produzione adatta per raggiungere tali scopi. Furono percorsi tutti generi tradizionali a partire dal wuxia, quello delle arti marziali e dei cavalieri delle antiche leggende cinesi. C'era radicata questa tendenza addirittura dal 1928, l'anno in cui uscì L'incendio del monastero del Loto rosso. Il wuxia, vietato in Cina perché sostanzialmente cinema non realista e di vuoto intrattenimento, fu poi il veicolo su cui fare nascere il cinema delle arti marziali moderne come il kung fu e il karate che ebbe negli anni settanta modello e simbolo Bruce Lee, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Una volta che il folgorante successo di Bruce Lee e dei suoi epigoni stava per tramontare, a metà degli anni Ottanta Tsui Hark e John Woo trasformarono i combattimenti a mano nuda in realistiche battaglie con armi da fuoco tra esponenti di bande rivali. Lo studio delle coreografie marziali si adeguò alla nuova tendenza raggiungendo una ricchezza di raffigurazione da far oscurare le capacità di Hollywood. Tanto che John Woo, il maestro del genere, fu strappato ad Hong Kong per mettersi a servizio di John Travolta e Tom Cruise. Rimasto a rappresentare la grande arte del kung fu Jackie Chan (classe 1954), che l' ha sviluppata nella chiave dell'ironia e del divertimento, creando un suo personalissimo sotto-genere. Nell'approssimarsi della data della riunificazione è sorta una nuova tendenza originale. Questa volta incentrata nella realtà del momento. E sulla descrizione che la città di Hong Kong si mette a fare su se stessa. La vorticosa e brulicante esistenza da trascorrere tra lussuosi grattacieli e quartieri di baracche, in un caos di ricchezza e povertà, tra droga e delitti, tra l'indifferenza e l'assurdità di vite impazzite, fa sorgere l'esigenza di osservare le dinamiche dei sentimenti personali. Wong Kar-way è il campione della nuova fase e film dopo film diventerà degno di ricordare Eric Rohmer, tuttavia senza i suoi peraltro deliziosi dialoghi, ma con una affascinante personale maestria cinematografica. Bruce Lee: tra i più famosi interpreti del cinema delle arti marziali, morto in circostanze misteriose all’età di 33 anni. 6 UNA TERZA CINA: TAIWAN N el 1949 non nasce soltanto la Repubblica Popolare Cinese, ma anche Taiwan. Chang Kai-shek, sconfitto dai rivoluzionari ripara nell'isola di Formosa, ribattezzata Taiwan, stato indipendente. In breve con l'appoggio degli americani sarà rappresentata all'ONU mentre la Cina di Mao dovette fare anticamera fino al 1971. Nasce dunque una relativa industria cinematografica. La quale non ha nessun interesse o coinvolgimento alla rievocazione e alla lettura dei fatti storici. Non ha tradizioni filmiche come può aver avuto Hong Kong. Ha tuttavia cavalcato il successo planetario del kung fu con una propria produzione e campioni d'incasso come L'urlo di Chen che terrorizza anche l'occidente (1970). E reinvestito i grandi guadagni assieme ai capitali americani a disposizione con qualche personalità cine- se, nativa negli USA, da sperimentare per una produzione commerciale di livello. Wayne Wang e Ang Lee sono i campioni per questa opportunità. Faranno buoni film di successo e soprattutto faranno carriera a Hollywood. Ang Lee arriverà anche all'Oscar con La tigre e il dragone. Tuttavia a Pechino, ad Hong Kong e a Tapei si avvertono le stesse inquietudini dei tempi. E così anche a Taiwan nasce una tematica riflessiva sulle contraddizioni dell'esistenza e la difficoltà del vivere in una società che sembra aver dato tutto e che forse sta negando l'essenziale a tutti. E' Tsai Ming-liang l'Antonioni asiatico, il campione più rappresentativo di questa tendenza che a va spesso a rappresentare nei festival dell'occidentali. É stato a Venezia anche quest'anno. A sinistra il regista di origine taiwanese Ang Lee alla consegna dell’Oscar vinto con La tigre e il dragone. A destra Tsai Ming Liang, autore, fra l’altro, di Vive l’amour. 7 CINQUE FILM DAL 1949 A OGGI SAN MAO PICCOLO VAGABONDO San Mao liu lang ji (1949) di Zhao Ming e Gong Yan. Con Longji Wang Il momento storico La storia di questo film s'intreccia con gli avvenimenti del momento. 1° ottobre 1949. Nasce la Repubblica Popolare Cinese. La lunga guerra civile iniziata nel 1934 si è conclusa con la sconfitta di Chang Kai-shek, leader del Kuomintang nazionalista e reazionario, rifugiatosi poi nell'isola di Formosa, oggi Taiwan. Nasce anche il nuovo cinema cinese. Naturalmente è decisivo il valore propagandistico del cinematografo, ma si deve subito constatare che in tutta la Cina ci sono solo 650 sale, perlopiù nella grandi città costiere. Centinaia di milioni di cinesi delle aree rurali non avevano ancora mai visto un film. In attesa della ricostruzione generale post-bellica, i neo-dirigenti la macchina del cinema allestiscono fino a 15.000 cinematografi itineranti che raggiungeranno anche i villaggi più sperduti del grande paese. In dieci anni i biglietti venduti passano da 47 milioni a 4 miliardi e mezzo. Fra i primissimi nuovi film della nuova era, il più visto e il più amato fu proprio San Mao piccolo vagabondo. Questo film è uno dei pochissimi di quei tempi che viene presentato nelle rassegne celebrative e nei grandi festival. cioni come lui, ma scopre che i guadagni se li accaparra l'adulto che li sfrutta. Viene accolto in casa da una coppia che lo sfama e lo veste ma solo per usarlo come piccolo ladro. Verrà perfino venduto e capiterà così in una ricchissima casa borghese come figlio adottivo di una grassa cinese occidentalizzata senza prole. Immerso nel lusso, fra gli agi più immaginabili e perfino con il nome cambiato all'inglese, San Mao è istintivamente a disagio e molto triste. Rivisti i suoi antichi compagni di vagabondaggio al cancello della ricca dimora, li fa entrare e li porta nella grande cucina a sfamarsi e a far festa. Scoperti dai padroni sono presi a bastonate e fuggono, e con loro San Mao che rinuncia per solidarietà e fierezza al quel benessere senza dignità. Ma mentre sono in strada di nuovo alla prese con le difficoltà di sempre, ecco avanzare il corteo festante dei rivoluzionari che entrano in città con balli e musica. Il piccolo vagabondo San Mao avverte nel generale entusiasmo che il corteo diffonde irresistibile l'inizio di tempi migliori e fiducioso e contento s'inserisce nel corteo verso un nuovo futuro. Gli artisti I due registi: Zhao Ming e Gong Yan hanno accompagnato la rinascita del nuovo cinema realizzando solidi film espressione del clima di costruzione di una nuova società. In particolare Yan Gong ha diretto nel 1962 Lu huo zheng hong, film sulla produzione dell'acciaio ad Asham durante l'epocale periodo del Balzo in avanti. Il protagonista Wan Lung Chi (San Mao), nato nel 1940, era al suo secondo film e a tredici anni smise di essere utilizzato. Il film Primavera del 1949. Siamo a Shanghai, proprio alla vigilia della liberazione. San Mao è uno degli innumerevoli piccoli straccioni vagabondi che vagano nelle strade alla ricerca di un po' di cibo per la sopravvivenza quotidiana, nella città ricca e opulenta più occidentalizzata dell'intera Cina. San Mao affronta prove difficili e amare delusioni. Assapora il piacere di lavorare con un gruppo di strac9 SORELLE DELLA SCENA Wutai jiemei (1965) di Xie Jin. Con Yindi Cao, Yunzhu Shanggua, Fang Xie Il momento storico Il Partito Comunista, al governo dal 1949, sta per vivere una seconda fase, dopo quella del decennio precedente dei Cento Fiori, di forte, progressivo e inarrestabile controllo ideologico di tutta la nomenclatura al potere e dell'intera società. Mao è l'ispiratore e i quattro che si esposero a guidare la Rivoluzione Culturale divampata a metà degli anni Sessanta furono gli esecutori: Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan, Wang Hongwen e Jiang Qing. Quest'ultima la moglie di Mao. Tutte le attività ne furono investite. Naturalmente anche il cinema si dovette adeguare al soffio di quel vento e lo fece con opere esemplari e rieducative. una giovane venduta come moglie in fuga dal suo destino si rifugia dietro le quinte del teatro e una volta scoperta viene adottata dai teatranti tra cui recita Hongyue la figlia del capo della compagnia. Le due giovani recitano insieme e diventano così come sorelle della scena. Dopo vicissitudini ed esperienze, nel 1941 le due sorelle hanno un grande successo in un teatro di Shanghai, città caduta nel frattempo sotto il dominio giapponese. Mentre Honguye si fa irretire dai frutti materiali del benessere acquisito sullo sfondo di una Shanghai moderna, superficiale e corrotta, grazie all'aiuto di una giovane giornalista militante comunista clandestina Chunhua incomincia il suo percorso di consapevolezza politica e comprende che lo sfruttamento e Il film l'oppressione vissuti nel suo mondo, il teatro, Nel 1935 a Hangzhou (città decantata perfino non sono che la punta dell'iceberg dell'opda Marco Polo) durante una recita di una pic- pressione capitalista e imperialista. Quando cola compagnia itinerante di opera, Chunhua, Chunchua vuole rappresentare un'opera 10 moderna e rivoluzionaria, il governo lo impedisce; e tenta perfino di eliminare Chunchua stessa facendo ricadere la colpa su Hongyue. Al processo Chunchua respinge accomodamenti e denuncia la verità. Si passa al 1950 e alla festa del trionfo maoista. Chunchua torna a Hongzhou, nello stesso teatrino dove era iniziata la sua straordinaria avventura. Recita acclamata dal pubblico l'opera rivoluzionaria che a Shanghai le era stata impedita, ritrova la sorella di scena di un tempo. Honguye ha 11 capito i suoi errori, dopo la sua sincera e ripetuta contrizione, insieme alla sorella della scena si avvia verso le nuove rappresentazioni di opere rivoluzionarie. Gli artisti Xie Jin (classe 1923) è attivo dal 1957 e ha percorso l'intera parabola della Rivoluzione Culturale. Di lui si ricorda il film d'esordio Nu lan wu hao (La giocatrice di basket n. 5) e il recente La guerra dell'Oppio del 1997. TERRA GIALLA Huang tu di (1984) di Chen Kaige. Con Quiang Liu, Xueqi Wang, Bai Xue Il momento storico L'organizzazione del Cinema aveva subito forti contraccolpi dagli eventi legati alla Rivoluzione Culturale. Per un certo periodo praticamente non vennero più prodotti film se non tantissimi documentari attestanti i meriti e i risultati materiali dei successi della politica di Mao, La capacità realizzativa delle maestranze cinematografiche si stava affievolendo. Registi, sceneggiatori, intellettuali d'un tempo erano stati quasi tutti messi da parte, nella migliore delle ipotesi. E comunque erano rappresentativi delle generazioni e di vicende ormai lontane. Gli Studi languivano. Alla morte di Mao (1976) il Cinema si rimette in moto con riforme incisive. Finanziamenti per Studi tecnicamente moderni e i preparativi per una Scuola di Cinema per tutte le specializzazioni tecniche (regia, fotografia, ecc.) con durata quadriennale, accesso ad esami e iscrizioni aperte solo ogni quattro anni. Si comincia nel 1978. Nel 1982 escono i primi laureati. Saranno essi a realizzare i film della nuova era. Saranno chiamati quelli della Quinta Generazione. Chen Kaige e Zhang Zhimou sono tra loro. Cina centrale. Mao Tsetung, Chu En-lai e Den Xiaoping estendono già il loro governo su centinaia di milioni di masse contadine poverissime. La lotta armata è però ancora lunga e intanto l'esercito e il partito si organizzano senza trascurare nessuno strumento per rafforzare la propria efficacia. Vengono perfino inviati soldati attorno a Yenan che con lunghe marce sulle montagne raggiungono i più sperduti e isolati villaggi con i compito di raccogliere i canti popolari locali da riportare poi alle truppe per rafforzare i sentimenti di partecipazione e aggregazione. Un soldato raggiunge un lontano villaggio ldurante un matrimonio, viene ospitato da una famiglia di contadini nelle grotta dove essi vivono assai poveramente. Anche la giovane che lo ospita è destinata a un matrimonio senza amore. Nella frequentazione del soldato con la famiglia si sviluppano delicate dinamiche che porteranno alla reciproca profonda comprensione della durezza della loro vita e la speranza nel cambiamento. Il soldato deve ripartire. La ragazza, che alla fine ha offerto la trascrizione dei suoi canti, lo saluta dicendo che vuole raggiungerlo nell'esercito. Ma quando, lasciata casa sua, con una piccola barca si Il film avventura sul fiume di lei rimane solo il suo Nel 1939 il quartiere generale dell'Esercito fiocco rosso. Popolare Rivoluzionario e il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese sono Altre note da qualche anno insediati a Yanan, un villag- L'influenza di questo film nella storia della gio montuoso della provincia dello Shaanxi, cinematografia cinese è paragonabile a cosa significarono nell'Italia post-fascista e neodemocristiana del dopoguerra film come Roma città aperta o La terra trema o Sciuscià. L'irruzione "scandalosa" della realtà. In Terra gialla i contadini vengono rappresentati radicati nella loro cultura fatta di ritualità secolare e per nulla influenzati dalla "rivoluzione". Questa non è rappresentata da automatici cambiamenti in meglio, 12 non intacca per forza la vita feudale che trova. La dura vita nella campagna è vista fuori da qualsiasi sentimentalismo "positivo" o "progressista" che la vulgata ha prima di allora sempre preteso e ottenuto. E' insomma il rovesciamento delle regole, l'irruzione del realismo, la premessa di aria nuova. Anche Zhang Yimou è al suo esordio ma come direttore della fotografia. L'elaborazione e l'utilizzo del colore indusse Chen Kaige a cambiare il titolo del film in quello attuale. Premi Festival Hawaii: Miglior Film. Gli artisti Festival di Locarno: Premio speciale della Chen Kaige (1952) è al suo primo film. giuria e Pardo d'argento 13 NON UNO DI MENO Yi ge doubu neng ohao (1998) di Zhang Yimou Il momento storico Sono ormai molti anni che l'economia cinese, sapientemente ispirata da Den Xiaoping fin dai tempi della lotta rivoluzionaria, è progredita in maniera stupefacente. L'iniziativa privata è sempre più incoraggiata e sostenuta. Le grandi potenze industriali occidentali collaborano con investimenti sempre più determinanti. E' da qualche tempo che il Governo ha aperto anche il cinema ai capitali stranieri. Aprendosi così alla possibilità di allentare il controllo sulla produzione. Nel 1987 per la prima volta in Occidente un film cinese ottiene un riconoscimento ufficiale . Zhang Yimou vince inaspettatamente l'Orso d'argento al Festival di Berlino con Sorgo rosso e ottiene in patria un successo commerciale senza precedenti. L'Ufficio del Cinema comprende che si è aperta una strada molto promettente, anche se politicamente insidiosa. Da mettere sotto più attenta osservazione. Ma ecco che i grandi talenti della Quinta Generazione, Chen Kaige e Zhang Yimou soprattutto, realizzano film più personali apprezzabili dalle giurie dei grandi Festival . Gli anni 90 diventano così un decennio di conquista della stima e dei pubblici di tutto il mondo. Quanto all'ideologia sta ai registi spingersi sempre più avanti nella direzione della rappresentazione della Cina vista con gli occhi della loro verità. Ma i contrasti con la censura non mancheranno, così come le incomprensioni e l'arretratezza e i divieti dei burocrati . Il film In un lontano villaggio di campagna il livello di vita è molto basso. La sua scuola è ancora più povera, con i banchi rotti, i gessetti insufficienti e gli allievi per necessità più motivati a lavorare in qualche modo che a imparare. Il maestro deve allontanarsi per motivi familiari e viene sostituito per un mese da Wei, una tredicenne naturalmente senza esperienza specifica e molto impacciata. Essa è tuttavia sensibile alla consegna che il maestro le affida: al suo ritorno deve ritrovare ancora tutti i bambini, non uno di meno. Con la promessa di un piccolo compenso di cui ha tanto bisogno, Wei affronta il compito che si rivela difficile perché i bambini sono irrequieti e spesso preoccupati per le difficoltà che vivono in famiglia. Così il piccolo Zhang una mattina lascia la classe e va in città per cercare lavoro in aiuto della mamma malata. Superate mille difficoltà Wei non esita ad andare alla sua ricerca. Nel panorama urbano confuso e disordinato affronta situazioni del tutto sconosciute con caparbietà e decisione senza soldi e senza esperienza. Grazie all'intervento della televisione che viene a conoscenza della sua storia, Zhang viene ritrovato. 14 La troupe raccoglie donazioni e denaro e il ritorno al villaggio è festoso e felice. Per quei bambini forse si sono aperte nuove prospettive. Potranno studiare e scrivere con i gessetti nuovi. Perfino a colori. Abbandonate le ricerche estetiche e formali di molti precedenti film, viene mostrata l'arretratezza sociale, ma anche la solidità del sistema politico-burocratico nazionale. A differenza del precedente La storia di Qiu Jiu (1992) Lo stile è limpido e realistico, sviluppato con un continuo doppio ordine dialettico ben evidente nel rapporto, per esempio, fra villaggio e città. Gli artisti Zhang Yimou alterna opere d'ispirazione al recente passato a storie della contemporaneità. In questo film invece di attori professionisti impiegherà bambini e adulti scelti nella realtà stessa in cui si svolge il film. Non nasconderà di avere come riferimento il nostro grande cinema neorealista. E' anche il primo regista autorizzato a realizzare in Cina film wuxia (La foresta dei pugnali volanti e Hero). E' stato incaricato della regia delle cerimonie d'apertura e chiusura delle prossime Olimpiadi del 2008 a Pechino. 15 LE BICICLETTE DI PECHINO Shigi sui de dan che (2001) di Wang Xiaoshuai. Con Lin Cui, Bin Li, Xu Zhou Il momento storico Mentre Chen Kaige e soprattutto Zhang Yimou percorrevano carriere senza precedenti riscuotendo riconoscimenti internazionali ovunque presentassero le loro opere, un'altra covata di registi era uscita dall'Accademia del Cinema di Pechino. Quelli della Sesta Generazione. Forti dell'esempio degli illustri contemporanei di successo si trovarono a pensare i loro film con una sempre più larga libertà d'azione. Ma anche la Censura faceva buon uso dell'esperienza appena acquisita. Nel 1989 si laurea tra gli altri Wang Xiaoshuai. Ha avuto come compagno di corso Jia Zhang-Ke, recentissimo vincitore del Leone d'oro con Still Life a Venezia 2006 (già autore di Piaceri sconosciuti e Xiao Wu). Altri compagni della Sesta Generazione sono Zhang Yuan (Diciassette anni, Bastardi a Pechino, East Palace West Palace), Zhang Ming, Lou Ye. Un po' tutti devono fare le spese dello stretto controllo censorio. Anche Wang Xiaoshuai deve fare i conti con il sistema. E pur di realizzare Le biciclette di Pechino senza tenere in conto la severità delle regole della cinematografia, ha subito l'umiliazione di non vedere proiettato il suo film in patria dov'è tuttora bandito. Il film Siamo ai nostri giorni. Tanti contadini arrivano dalle campagne alla ricerca di un lavoro col miraggio di approdare a una nuova dignità che l'enorme progresso della metropoli sembra promettere a chiunque.Il gio16 vane Guo trova impiego come fattorino per consegne in bicicletta. Con il suo lavoro riscatterà la bellissima bicicletta che all'inizio gli viene assegnata per svolgere le sue mansioni. Alla vigilia del riscatto gliela rubano e perde il posto. Ma se la ritroverà verrà riassunto, tale è la promessa che strappa al suo direttore. Con caparbietà si mette a cercarla in tutta la città. Intanto Jian, un giovane studente di Pechino è entrato in possesso di quella bicicletta, grazie alla quale si integra meglio con il gruppo dei compagni di scuola e desta l'interesse di una studentessa. Quando Guo denuncerà al padre di Jian che la bicicletta è sua ed riconoscibile per un segno che vi ha fatto, si scopre che Jian non l'ha rubata, l'ha invece comprata al mercatino dell'usato dove il vero ladro l'aveva certamente venduta. L'ha comprata con i soldi, questi sì sottratti in casa. La sua famiglia vive in un modesto hudong come anche Guo, ospite del negozietto di un conoscente anche lui contadino arrivato in città. Per Jian arrivare a possedere la bicicletta, anche rubando, era legittimo perché il padre, di modeste condizioni, gliela aveva promessa invano da troppo tempo. I due giovani, Guo e Jin si sentono entrambi proprietari della bicicletta. Tenteranno un compromesso strappato soprattutto all'irriducibile Guo che ha contro tutti i compagni di Jin: faranno un giorno per uno. Ma la soluzione non soddisfa nessuno. Per Guo quella bicicletta è il simbolo della sua dignità. Per Jian è solo uno strumento per ottenere un'afferma- zione sociale. E quando si accorge che la sua studentessa non prova più interesse per lui e va con un altro studente ancora più bravo con la bicicletta, si vendica colpendo il suo nuovo rivale e cede la bicicletta definitivamente a Guo. Ma Guo e Jian sono braccati nel labirinto dell'hudong dai compagni del ragazzo ferito, raggiunti e picchiati a sangue. Guo, ferito, non sopporta che la sua bicicletta venga selvaggiamente danneggiata; colpisce a sua volta chi fa del male alla sua biciclettàdignità per farlo smettere, e con essa sulle spalle si allontana nel caos della città. Gli artisti Wang Xiaoshuai (1966) incominciò con Giorni d'inverno (Dongchunde rizi, 1993), ma già tre anni dopo per realizzare il film Jidu hanleng (Frozen) lo dovette firmare con un pseudonimo Wu Ming, Senza Nome. Xun Zhou è una star della canzone e una delle più amate attrici allo stesso livello di Gong Li e Zhang Ziyi. La possiamo vedere anche in The Banquet appena presentato a Venezia. Premi Festival di Berlino: Orso d'argento. 17 UNA PICCOLA GUIDA AI FILM CINESI Quella che segue è una piccola rassegna dei film più facilmente reperibili di tutte e tre le Cine. Con, in aggiunta, qualche titolo in edizione originale con sottotitoli italiani da cercare in biblioteca. A ddio, mia concubina (Bawang bieji, Hong Kong, 1993) di Chen Kaige. Con Leslie Cheung, Zhang Fengyi, Gong Li. Un grande affresco che attraversa tutte le fasi storiche vissute da due attori dell'Opera di Pechino acclamati interpreti dell'opera tradizionale del titolo. Angeli perduti (Duolo tianshi, Hong Kong, 1995) di Wong Kar-vai. ConTakeshi Kaneshiro, Charlie Young, Miclelle Reis. Bassifondi di Hong Kong. Due episodi che s'intrecciano: una ragazza che s'innamora del killer di cui organizza le spedizioni, e il ragazzo muto che s'innamora d'una ragazza squinternata. B alzac e la piccola sarta cinese (Xiao cai feng, Cina, 2002) di Sijie Dai. Con Chen Kun, Zhou Xun, Liu Ye. Due giovani studenti vengono spediti in uno sperduto villaggio a rieducarsi secondo i dettami della Rivoluzione Culturale. Colpiti dalla grazia e dolcezza della nipote dello stimato sarto del luogo, decidono di "rieducare" di nascosto a loro volta la giovane piccola sarta. Alla visione della vita materialista propugnata dalle guardie rosse si oppone così l'amore dei due studenti per le cose belle, la musica e la letteratura, considerate allora controrivoluzionarie. L'esito della loro lezione porterà la piccola sarta a lasciare il villaggio prima ancora della liberazione dei due studenti per conoscere per davvero il mondo che le si è dischiuso. Premio della Giuria a Locarno. Premio Jean Vigo. Better Tomorrow, A (Ying hung boon sik, Hong Kong, 1986) di John Woo. Con Chow Yunfat, Leslie Cheung, Ti Lung. Dopo il genere wuxia, Woo sperimenta il noir metropolitano aprendo un nuovo genere di successo. Tre amici prendono le armi contro il boss della nuova malavita e in nome dell'amicizia tentano di recuperare il loro mondo comunque già condannato all'estinzione. Better Tomorrow, A II (Yinxiong bense II, Hong Kong, 1987) di John Woo. Con Chow Yunfat, Leslie Cheung. Seguito ideale del primo film. Il gemello del personaggio di Chow morto nel primo film, per vendicare la morte della figlia del suo amico ingaggia una titanica lotta che sfocia negli ultimi 20 minuti nella più violenta e apocalittica sparatoria mai vista. Omaggio dichiarato a Il mucchio selvaggio di Peckinpah. Farà seguito A Better Tomorrow III per la regia di Tsui Hark. Black Cannon Incident (Hei pao shi jian, Cina, !985) di Huang Janxin. Con Gao Ming, Zifeng Liu, Gerhard Olschewski. La diffidenza e l'ottusità della direzione partitica di una grande azienda fa causare la rottura di un costosissimo impianto appena acquistato dalla Germania. Boxer dalle dita d'acciaio (Girl Fighter, A, Hong Kong, 1980) di Chen Yang Ching. Con Linfeng Shangguan, Peng Tien. Un'esperta di arti marziali deve consegnare un assassino alla giustizia, ma durante il viaggio deve affrontare gli uomini che il padre del reo le scatena addosso. Con l'aiuto di un esperto in karatè che tuttavia soccomberà riesce nell'impresa. 19 Bullet in the Head (Die xue jie tou, Hong Kong, 1990) di John Woo. Con Tony Leung, Yolinda Yam. In fuga da Hong Kong, tre compagni ed amici si trovano immischiati nelle torbide vicende del Vietnam del 1967 fino ad essere catturati dai Vietcong. La loro amicizia è messa a una durissima prova nel tentativo disperato di scappare a quella minaccia. C he ora è laggiù? (Ni nei pien chi tien?, Taiwan, 2001) di Tsai Ming-liang. Con Lee Kang-sheng, Cecilia Yip. A Tapei un venditore di strada di orologi con il doppio fuso orario incontra una ragazza in partenza per Parigi. Le vende quello del padre appena morto. Ossessionato dall'oppressione della madre neo-vedova che non fa che attendere la reincarnazione del marito, si rifugia nel ricordo della giovane, regolando tutti gli orologi sull'ora di Parigi. Viaggio nell'alienazione contemporanea, un film quasi muto con omaggi a Truffaut per l'utilizzo di Jean-Pierre Léaud e le ambientazioni di Parigi, con una inaspettata forte vena umoristica giocata su tutti i significati del tempo. Cina, mio dolore (Niu-Peng, Cina, 1989) di Dai Sijie. Con Guo Liang Li, Tieu Quan Ngieu. Un adolescente è rinchiuso in un campo di rieducazione a seguito della rivoluzione culturale. Le sue sofferenze e umiliazioni vengono lenite dalla solidarietà di un ladro e da un monaco taoista. D alla Cina con furore (Jingwu men, Hong Kong, 1972) Lo Wei. Con Bruce Lee, Nora Miao. Nel primo film di arti marziali giunto in Italia, Lee vendica la morte del suo maestro di kung fu combattendo i giapponesi della scuola rivale. Diciassette anni (Guo nian hui jia, Cina, 1999) di Zhang Yuan. Con Liu Liu, Sun Honglei. Un'adolescente colpisce per rabbia la sorella che le ha fatto un torto, e questa muore. Dopo diciassette anni di galera e di rieducazione, alla vigilia della definitiva scarcerazione riceve un permesso premio per passare le feste in famiglia. Sarà l'ufficiale del carcere, una donna più giovane di lei, anch'essa in viaggio in divisa per le feste, ad aiutarla a ritrovare la casa dei genitori ed assistere al penoso incontro pieno di dolore dei due vecchi che in un fatale istante persero entrambe le figlie. Premio della Giuria a Venezia. Double Vision (Shuang tong, Taiwan, 2002) di Chen Kuo-fu. Con Tony Leung Kai Fai, Rene Liu. David Morse. Un thriller soprannaturale. Un poliziotto di Taipei caduto in disgrazia perché la svelato la corruzione nella polizia e anche per questo allontanato dalla moglie, è alla caccia di un serial killer che immette un fungo allucinogeno nel cervello delle sue vittime. Due visioni della vita in un panorama di ultra modernità si alternano tra il poliziotto locale e l'americano dell'FBI chiamato ad aiutarlo. E uno e due (Yi yi, Taiwan, 2000) di Edward Yang. Con Elaine Jin, Wu Nien-lien, Kelly Lee. Le vicende di più famiglie nella scansione delle problematicità quotidiane. Un grosso affresco della vita borghese "qualunque" per rappresentare i drammatici cambiamenti sociali e l'evoluzione storica di Taiwan. Premio alla regia a Cannes. East Palace West Palace (Dong gong xi gong, Cina, 1996) di Zhang Yuan. Con Si Han, Ju 20 Hu. Un omosessuale provoca per potergli stare vicino un lungo interrogatorio dal poliziotto che lo ha arrestato nel parco luogo di ritrovo dei gay. Il racconto delle sue esperienze, della repressione e del dolore della sua vita porteranno il poliziotto dalla repulsione iniziale a una forma di attrazione cui fa fatica a sottrarsi. La conoscenza della realtà omosessuale sembra portarlo forse ad un livello di comprensione e tolleranza prima assolutamente impensabile. F ino all'ultimo fuoco (Pao da shaung deng, Cina, 1994) di He Peng. Con Jing Ning, Gang Wu. La giovane padrona di una grande fabbrica di fuochi d'artificio è costretta dalle tradizioni a vestire panni maschili, ad avere solo un ruolo formale nell'azienda e soprattutto è condannata a non sposarsi. Per i decori della festa di Primavera è assunto un giovane pittore girovago. I due si trovano a vivere una passione che non riescono a nascondere. Separati e dopo alterne vicende, il pittore ritorna al cospetto dei guardiani delle tradizioni e per sfidarli partecipa ad una gara di destrezza a colpi di pericolosi fuochi esplodenti. Avrà la peggio. Ma un seme è stato gettato. Fiume, Il (He liu, Taiwan, 1997) di Tsai Ming-liang. Con Lee Kang-Sheng, Miao Tien, Lu Hsiao-Ling. Il giovane Xiao-Kang vive con i genitori ormai senza più dialogo a Tapei. Un giorno accetta l'invito d'una amica a fare la porticina in un film di un cadavere galleggiante nel fiume. A seguito dei dolori che gli causa quell'esperienza nessun rimedio medico o para-medico sembra possa aiutarlo. Non rimane l'ospedale in cui attende una visita. Ma padre e figlio, usciti nell'attesa si ritrovano in una buia sauna gay, e quasi consumano l'incesto. Orso d'argento e Premio speciale della giuria a Berlino. Foresta dei pugnali volanti, La (Shi mian fu, Cina, 2004) di Zhang Yimou. Con Kaneshiro Takeshi, Zhang Ziyi. L'eclettico regista approda al genere wuxia un tempo interdetto dalle autorità. Armi, cavalieri e passione in un magica rappresentazione delle leggende millenarie sempre vive e un tempo specialità esclusiva nella cinematografia di Hong Kong. G iorni d'inverno (Dangchun de rizi, Cina, 1993) di Wang Xiaoshuai. Con Liu Kiadong, Yu Hong. Una coppia di pittori vive della propria arte e il loro rapporto si è come svuotato. Quando la donna è incinta, dopo un soggiorno nel paese dov'è nata, deve ammettere che è giunto il momento di agire. Guerra dell'oppio, La (Yapian zhanzheng, Cina, 1997) di Xie Jin. Con Xiangting Ge, Bao Guoan. Nel momento della riunificazione del protettorato di Hong Kong alla Cina, vengono rievocate le vicende che portarono la cessione di quel territorio alla Gran Bretagna. Nel 1939 il governo di Pechino decise di rimettere in vigore una antica legge che proibiva l'importazione dell'oppio. Così venne confiscato e distrutto l' ingente carico con cui i commercianti inglesi volevano ottenere lauti guadagni. Londra rispose con l'invio di una spedizione navale che grazie alla sua superiorità tecnica bombardò facilmente Canton e risalì senza resistenza lo Yangtze fino a Nanchino dove impose dei trattati con condizioni assai favorevoli. Tra queste c'era anche la cessione dell'isola di Hong Kong. 21 Guerrieri del cielo e della terra (Tian di ying xiong, Cina, 2003) di He Ping. Con Wen Jiang, Nakai Kiichi, Zhao Wei. Un messo imperiale insegue un ufficiale ribellatosi a un ordine ingiusto e fuggito ai confini dell'impero. Entrambi però si trovano alleati nel proteggere una reliquia buddista quando nel deserto dei Gobi vengono assaliti dalle esorbitanti forze del signore locale. Rifugiatisi in una cittadella abbandonata si organizzano per sostenere l'assalto finale che sfocia in un'epica battaglia a cui partecipa anche la figlia d'un generale imperiale in viaggio verso la capitale. H appy Together (Cheun gwong tsasit, Hong Kong, 1997) di Wong Kar-way. Con Leslie Cheung, Tony Leung Chiu Wai, Chen Chang. Due giovani innamorati lasciano Hong Kong per andare all'avventura in Argentina. Qualcosa non va per il verso giusto e Ho abbandona il suo amante Lai. Questo si stabilisce a Buenos Aires dove fa il buttafuori in tango bar. Una volta rincontratisi non saranno più in coppia. Entra nella loro vita Chang, un ragazzo di Taipei, che dopo alterchi e litigi rientrerà a casa da solo. Anche Lai, visitate le cascate che aveva progettato di vedere con Lai, tornando verso Hong Kong si ferma a Taipei dove vede i genitori di Chang. La visione della famiglia, del lavoro sembrano poter rappresentare un punto fermo per il suo futuro. Parzialmente a colori e in bianco e nero. Interpreti principali due divi del film d'azione. Premio alla migliore regia a Cannes. Hard Boiled (Laat sau sen taan, 1992, Hong Kong) di John Woo. Con Chow Yun-Fat, Tony Laung, Teresa Mo. Contro I trafficanti d'armi il duro ispettore Chen combatte una lotta senza quartiere e senza regole. L'azione decisiva avviene nei locali di un ospedale dove il personale e i pazienti sono alla mercé dei criminali. Un affascinante raffigurazione della coreografia della violenza si dipana sui temi dell'amicizia, lealtà e tradimento, sacrificio e amicizia virile. Hero (Ying xiong, Cina, 2004) di Zhang Yimou. Con Zhang Ziyi, Jet Li, Meggie Cheung. Nella lontanissima Cina di oltre due millenni or sono, sette regni si contendevano la supremazia su tutto il territorio. Il re di Qin, il più ambizioso di tutti, per sventare attentati a suo danno promette straordinari compensi a che fermerà la mano degli assassini che lo insidieranno. Si fa avanti il guerriero Senza Nome portatore delle armi degli uomini più pericolosi che ha saputo fermare. Hong Kong Express (Chonqin senlin, 1994, Hong Kong) di Wong Kar-way. Con Tony Leung, Faye Wang. Nel cuore tumultuoso di Hong Kong due poliziotti vivono ciascuno il proprio sentimento d'amore nella precarietà e nella malinconia. Il primo s'innamora di una sconosciuta che noi sappiamo essere una narco-trafficante. Il secondo ricorrendo il ricordo di una recente avventura non si accorge che la cameriera del suo solito snack è entrata nel suo appartamento e così nella sua vita. All'appuntamento che conta lei non verrà. I mperatore e l'assassino, L' (Jing Ke ci Qin wang, Cina, 1999) di Chen Kaige. Con Gong Li, Zhang Fengji, Li Xuejian. Il re di Qin è ossessionato nel terzo secolo a.C. di unificare l'intera Cina e diventare il primo imperatore. Lo aiuta nell'impresa l'amante Lady Zhao che fomenta finti complotti per giustificare sanguinarie repressioni. Ma davanti agli eccessi di inaudita ferocia del re, chiama un assassino di professione per fermare l'eccidio. Mentre i cospiranti attendono le circostanze 22 favorevoli s'innamorano. L'imprevisto causa dubbi e titubanze. Al momento il complotto avrà seguito ma fallirà dolorosamente. In the Mood for Love (Fa yeung nin wa, 1995, Hong Kong) di Wong Kar-way. Con Tony Leung, Maggie Cheung. Lei e lui vicini di casa scoprono entrambi di essere traditi dai propri partner ora lontani da casa. Si chiedono tristi come ciò possa essere accaduto. S'incrociano, si parlano, si aiutano, pranzano assieme, si cercano. S'accorgono così che sta capitando loro quello che deve essere successo ai rispettivi consorti. Rinunciano a quanto stava sbocciando e si separano. Tempo dopo lui saprà che lei è tornata col marito e che è anche mamma. Incrocio d'amore (Lansen da me, Taiwan, 2002) di Yee Chi-yen. Con Chen Bo-Lin, Guey lun-Mei. Kerou è una liceale diciassettenne e come le sue compagne è alla ricerca di se stessa. Shishao è un giovane ragazzo seducente adorato dalle ragazze, anche da Yuzhen, la migliore amica di Kerou. Il giovane, pur molto impegnato nel campionato di nuoto della scuola, è fortemente attratto da Kerou. Questa lo raggiunge durante gli allenamenti e svela i suoi sentimenti. I due giovani assaggeranno insieme l'entrata nell'età adulta. J u Dou (Ju Dou, 1990, Cina) di Zhan Yimou. Con Li Wei, Gong Li, Li Baotian, Zhang Yi, Zhen Jian. La bella moglie di un anziano e brutale tintore s'innamora del più giovane nipote di costui. Il figlio che nascerà da questa relazione vendicherà l'onore familiare offeso dai genitori. Dramma dell'impossibilità di vivere i sentimenti in contrasto con le convenzioni sociali e ritratto della condizione di schiavitù femminile. Candidato all'Oscar. K eep Cool (You hua hao shuo, Cina, 1997) di Zhang Yimou. Con Jiang Wen, Li Baolian, Qu Ying. Una ragazza di Pechino è inseguita da un simpatico venditore di libri balbuziente che si è invaghito di lei e che la segue in autobus e in bicicletta. Al rifiuto di lei non demorde, finché non viene pestato dall'amante della ragazza, ricco e potente, dalla lussuosa Mercedes. Nella rissa viene coinvolto un funzionario che ha sventura di vedere usato il suo computer portatile come arma contundente. Nel tentativo di recuperare i soldi del portatile questi tenta di mettere d'accordo i due rivali arrivando a fingersi pazzo e a passare una settimana in carcere. Il film è divertente e sarcastico e fotografa la società in piena trasformazione dove l'affanno e la frenesia del cambiamento si materializzano con i feticci del mondo occidentale, i telefonini e i computer portatili. Killer, The (Dip hyut shueng hung, Hong Kong, 1989) di John Woo. Con Chow Yun-Fat, Danny Lee, Sally Yeh. Un killer alla fine della carriera senza volere ferisce accecandola una cantante che ama. Tradito, fugge alle gang che lo inseguono e cerca di proteggere la sua amata che non sa che è lui il responsabile del suo dramma e quale sia il suo mestiere. Aiutato dal poliziotto che gli dà la caccia, affronta i nemici in un duello impari dove la violenza delle armi si dispiega in un balletto affascinante e pure realisticamente concreto. L anterne rosse (Dahong Denglong gaogao gua, Hong Kong, 1991) di Zhang Yimou. Con Gong Li, Ma Jingwu, He Caifei. 23 Ogni sera il padrone di casa accende la lanterna di una della quattro mogli come segno della sua scelta per la notte. Fuggita dalla povertà, la più giovane e ultima arrivata scopre il peso delle tradizioni e la pesante legge del marito padrone che tutto vincono, la vita stessa. Vietato in Cina. Leone d'argento a Venezia. Locanda della felicità, La (Xingfu shiguang, Cina, 2002) di Zhang Yimou. Con Zhao Benshan, Dong Lihua, Leng Quibin. Pur di accontentare la sua nuova compagna un vedovo cinquantenne allestisce in un capannone un finto salone di bellezza dove fa lavorare la figliastra cieca mandando i suoi amici come clienti che la pagano con banconote false. L'inserimento del dramma nel canovaccio della commedia così che al dolore possa seguire il sorriso. M angiare bere uomo donna (Yunshi Nan Nu, Taiwan, 1994) di Ang Lee. Con Lung Sihung, Yang Kuei-mai, Wang Yu-wen. Le tre figlie di un cuoco d'alta classe si preoccupano di trovare una nuova compagna al padre e questi, con la perdita del palato si angoscia sul futuro delle figlie. I veri drammi non li toccheranno e in primo piano resteranno i piccoli piaceri della vita. Millenium Mambo (Qianxi mambo, Taiwan, 2001) di Hou Hsiao Hsien. Con Shu Qi, Jack Cao, Tuan Chun-hao. La bellaViky e le sue sensazioni alle prese con tre uomini. Il mascalzone Ha-Hao, il gentile Xuan e il paterno Jack. Nel tipico stile rarefatto del regista si sviluppa il disperato bisogno d'amore di una solitudine esistenziale. Un percorso introspettivo nella psicologia dell'individuo e nei rapporti interpersonali. Presentato a Venezia. Missing Gun, The (Xun qiang, Cina, 2002) di Lu Chuan. Con Jiang Wen, Ning Jing, Wu Yujian. Un poliziotto di provincia si ubriaca al matrimonio della cugina e perde la sua pistola d'ordinanza. La mattina dopo, fatta la scoperta, si mette alla disperata ricerca dell'arma finchè anche il suo superiore lo mette alle strette davanti al pericolo che possa succedere qualcosa. E qualcosa succede. Viene trovata morta una ex fiamma del poliziotto uccisa proprio dalla sua pistola. Incriminato rovescia l'accusa e tende una trappola al vero assassino. P iaceri sconosciuti (Ren xiao yao, Cina, 2002) di Jia Zhang-Ke. Con Zhao Wei Wei, Qiong Wu. Due giovani disoccupati senza prospettive di lavoro e senza alcuna motivazione tentano di dare un senso al loro incerto futuro. Ma vivono in un'atmosfera in cui sembra che nulla abbia senso se non il denaro e il continuo sviluppo. Presentato a Cannes. Primavera precoce al secondo mese lunare (Zao chun er yue, Cina, 1963) di Xie Tieli. Con Sun Daolin, Xie Fang, Shanghuang Yunzhu. Xiao, un giovane intellettuale in fuga dalla città, arriva in un delizioso, ordinato e pacifico villaggio di provincia presso un amico che gli permetterà di lavorare tranquillamente come insegnante. Egli rappresenta lo spirito generoso e palpitante, ma anche le indecisioni e i dubbi della gioventù rivoluzionaria degli anni Venti. Nasce un sincero sentimento per Tan la sorella dell'amico, a sua volta desiderosa di conoscenza e di uscire dagli angusti orizzonti della sua tranquilla vita agiata. Ma nasce anche un pietoso attaccamento per l'indigente vedova e per i suoi piccoli figli di un compagno ucciso nei recenti disordini rivoluzionari. Le malelingue del villaggio porteranno al tragico epilogo del suicidio della vedova e alla separazione da 24 Tan. In Xiao si risveglia l'indignazione. L'immagine fiorita di quel pacifico villaggio borghese si spezza. Abbandona con una lettera Tan per "immergersi nel tumulto del tempo", per riprendere presumibilmente la lotta nelle truppe comuniste. E Tan lo insegue per raggiungerlo verso quel destino. Presentato a Cannes nel 1979. R agazza di nome Xiao Xiao, Una (Xiang nu Xiao Xiao, Cina, 1986) di Xie Fei, Wu Lan. Con Na Renhua, Liu King. Xiao Xiao promessa a un bambino di soli due anni, sedotta partorisce un maschio, e solo per questo non viene uccisa come prescrivono le leggi sull'adulterio. Re degli scacchi, Il (Qi wang, Cina, 1988) di Teng Wenji. Con Ben Niu, Xie Yaun, Zhao Liang. Il silenzioso percorso di un campione di scacchi attraverso gli anni turbolenti della rivoluzione culturale. E della rieducazione nella campagne. Presentato a Venezia. S even Swords (Qi lian, Cina, 2005) diTsui Hark. Con Donnie Yen, Sun Honglei, Charlie Yeung. Un vecchio saggio maestro d'armi con quattro suoi discepoli e tre monaci guerrieri mettono le loro spade al servizio della lotta contro gli emissari del principe Dokado che per preservare la sua giovane dinastia ha messo al bando le arti marziali. Iniziano le avventure delle Sette Spade. Presentato a Venezia. Sorgo rosso (Hong Gaoliang, Cina, 1987) di Zhang Yimou. Con Gong Li, Jiang Weng, Teng Rujun. Andata a nozze in cambio di un mulo con un marito padrone anziano e lebbroso, la giovane dopo la sua morte misteriosa sposa un giovane operaio della distilleria di sorgo ormai diventata sua. Passano nove anni: irrompe l'invasione giapponese e l'idillio si spezza. Muore uccisa durante il generoso tentativo di contrastare l'odioso nemico. Prima opera dell'autore. Primo affresco storico, tipologia mai apparsa prima. Prima rappresentazione di una coppia che fa l'amore, per di più non sposata. Orso d'oro a Berlino. Storia di Qiu Ju, La (Qiu Ju da guansi, Cina, 1992) di Zhang Yimou. Con Gong Li, Lei Lao Sheng. Qiu Ju vuole ottenere giustizia per il calcio che il marito ha ricevuto dal capo villaggio nella campagna dove vivono. Dovrà lottare a lungo con i meandri della burocrazia della brulicante capitale per avere soddisfazione, ma quando questa finalmente arriverà non avrà il sapore atteso. Primo film della contemporaneità. Leone d'oro a Venezia. Strada verso casa, La (Wo de fu qin mu qin, Cina, 1999) di Zhang Yimou. Con Sun Honglei, Zhang Zihi. Muore l'anziano maestro del villaggio. Torna a casa il figlio che vive lontano per il funerale che la madre vorrà fare testardemente secondo le antiche tradizioni dei suoi tempi giovanili. E nulla la persuaderà a cambiare idea. Così come tanto tempo prima nulla l'aveva fermata dall'amare il giovane maestro venuto da fuori, con una storia d'amore magica e appassionante. T entazioni della luna, Le (Feng Yue, Hong Kong, 1996) di Chen Kaige. Con Lesile Cheung, Gong Li, Zhou Yemang. Nel passaggio dall'Impero alla Repubblica il più famoso gigolò di Shanghai viene spedito a 25 sedurre la cognata per impossessarsi delle ricchezze di famiglia.. Ma s'innamora di lei e deve perciò fare i conti con il boss che l'aveva pagato. Tigre e il dragone, La (Wo hu cang long, Cina, 2000) di Ang Lee. Con Chow Yung-Fat, Michelle Yeoh, Zhang Zihi. Spettacolare film sull'arte marziale ambientato sotto la dinastia Qing. Il valoroso Li Mu Bai decide di deporre la spada, rendere omaggio alla memoria del suo maestro ucciso da Volpe di Giada e trascorrere la sua maturità con l'amata Yu Shu Lien anch'essa esperta di arti marziali. La spada promessa al governatore è tuttavia rubata da Jen la sua giovane insospettabile figlia che segretamente è stata magnificamente addestrata alle armi proprio da Volpe di Giada. Jen promessa dal padre per un matrimonio che non vuole durante il viaggio verso il suo promesso s'invaghisce di un fiero predone mongolo. Tutti i protagonisti sono poi costretti a grandi duelli fino a quando, morta Volpe di Giada e Li Mu Bai, Jen e il suo fiero amante sono liberi da ogni odioso vincolo. Quattro Oscar. Triade di Shanghai, La (Yao a yao yao dao wai pe qiao, 1995 Cina) di Zhang Yimou. Con Gong Li, Li Bao-Tian, Wang Xiao Xiao. L'apprendistato di un adolescente messo al servizio della bella e cinica cantante amante del boss della triade. Vedrà passare velocemente la fortuna e il potere da una mano all'altra. La solitudine del potere e l'illusorietà della ricchezza. U ltima imperatrice, L' (Moot doi wong han, 1986, Cina) di Chen Jialin. Con Yiwei Fu, Wen Jiang. La storia della caduta del Celeste Impero e l'umiliante esperienza dell' impero fantoccio filogiapponese della Manchuria rivista attraverso le amarissime sorti della moglie di Pu Yi. V ampire effect (Chin gei bin, Hong Kong, 2003) di Dante Lam. Con Charlene Choi, Gillian Chung, Eki Cheng. Commedia, horror e kung fu in una volta sola in una storia d'intrattenimento impreziosita dal solito acrobatico Jackie Chan. Un cacciatore di un vampiro cattivo, due ragazze scatenate e un autista di Hong Kong alle prese con i conte Dakotes. Vita appesa a un filo, La (Bian zhou bian chang, Cina,1991) di Chen Kaige. Con Liu Zhongyuan, Huang Lei, Xu Quing. Sullo sfondo di una Cina senza tempo, un vecchio cantore girovago si aspetta per una antica profezia che alla rottura della millesima corda del suo strumento possa riacquistare la vista come traguardo della conoscenza della vita. Il suo giovane discepolo, anch'esso cieco, invece vive una tenera storia d'amore con una ragazza del villaggio. Morirà la ragazza, morirà il vecchio. Il finale è triste ma non tanto amaro; il giovane verrà definitivamente accettato dalla comunità del villaggio alla ricerca com'è di pace ed equilibrio. Vive l'amour (Aiqing wansui, Taiwan, 1994) di Tsai Ming-liang. Con Chen Chao-jung, Lee Kang-sheng, Yang Kuei Mei. Un appartamento vuoto è il luogo dove un'agente immobiliare incontra un uomo mentre un altro giovane rifugia la sua esistenza. Le tre solitudini tentano di intrecciarsi in legami che tuttavia non possono attecchire nel deserto dell'incomunicabilità che vivono nell'alienazione della grande città. Titolo beffardo. Leone d'oro a Venezia. Vivere! (Huozhe, Cina, 1994) Zhang Yimou. Con You Ge, Gong Li, Ben Niu, Guo Tao, Jiang 26 Wu, Ni Da Hong, Liu Tian Chi. La dolente vita di Xu Fegui e Jiazhen che attraversano tutti gli avvenimenti della recente storia cinese della guerra civile, all'avvento di Mao; dal Balzo in avanti fino alla Rivoluzione Culturale. Prima la rovina economica, poi la perdita di entrambi i figli. La grande storia vista dalla parte della piccola gente animata da buona volontà e spirito d'adattamento. Bandito in Cina. X iao Wu (Xiao Wu, Cina, 1997) di Jia Zhang-Ke. Con Hong Wei Wang, Hao Hongjiang. Xiao Wu è un borsaiolo di provincia che si sente a disagio perchè tutto sta cambiando attorno a lui. É malvisto dalla sua famiglia contadina e dai compagni di ruberie che si sono dati a piccole attività imprenditoriali. Tutti sembrano definitivamente inseriti nello spirito dei nuovi tempi. Anche Mei Mei aspirante attrice, nel frattempo ragazza di compagnia, di cui si è invaghito e che pure lo ha preso in simpatia, lo abbandona rincorrendo la prima quanto vaga promessa di successo e ricchezza. Xiao Wu tornato a rubare viene arrestato.Subisce l'umiliazione di restare amanettato per strada circondato dalla folla a cui non può sottrarsi. Premi a San Francisco, Vancouver, Buenos Aires, Nantes, Pusian. 27 PICCOLA BIBLIOGRAFIA Marco Müller: Dietro la Grande Muraglia. Cinecritica, 1982, 7/9. Marco Giusti: Cina Cina. Filmcritica n° 321. Paul Fonoroff: At The Hong Kong Movies. Film Biweekly Publishing House, 1998. Gilles Martinet: I cinque comunismi. Etas Libri, 1974. Tiziano Terzani: In Asia. Longanesi, 1998. Patrick Sabatier: Le dernier dragon: Deng Xiao Ping. JCLattès, 1995. Nina Betori: Rosso sommerso. Edt, 2005. Federico Rampini: Il secolo cinese. Mondadori, 2005. E. Collotti Pischel (a cura di): Cina oggi. Laterza, 1991. Ernesto Toaldo: Il ritorno di Confucio. Editori Riuniti, 1998. Maurizio Brunori: La Cina. Storia e civiltà del paese di mezzo. Mursia, 1988. Roxane Witke: La compagna Ciang Cing (Jiang Qing). Mondadori, 1977. 28