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20 ottobre 2016 delle ore 10:01
Parigi Art Week/ Approfondimento di FIAC, tra
grandi nomi, tanta folla e l'espansione della fiera
anche oltre le mura del Grand Palais
La 43esima edizione della Fiac apre
ufficialmente la art week parigina sotto la
grande Nef del Grand Palais ma non solo. Infatti
la fiera si allarga fino al vicinissimo Petit Palais,
rendendo la strada che le separa, cioè l'avenue
Winston-Churchill, provvisoriamente zona
pedonale. Si riconferma la direzione di Jennifer
Flay, per questa fiera internazionale d'arte
contemporanea che si apre con 186 gallerie, 43
new entry, 133 straniere rappresentate da 27
Paesi, tra cui l'Italia con ben 14 gallerie, una in
più delle inglesi, contro 34 americane e 26
tedesche. Il Grand Palais accoglie le imperdibili
come Gagosian con le sculture iperrealiste dello
statunitense Duane Hanson, la berlinese
neugerriemschneider con The gaze of Versailles
di Olafur Eliasson, opera presentata alla Reggia
e riprodotta in un'edizione di soli 366 esemplari,
ma anche Marian Goodman con Ettore
Spalletti, Pierre Huyghe e William Kentridge.
La Daniel Templon che festeggia i suoi 50 anni
con opere di Iván Navarro, Lelong con Jannis
Kounellis, o Thaddaeus Ropac con Tony Cragg
e Georg Baselitz. La galleria Perrotin presenta,
fra l'altro, Elmgreen & Dragset, di cui non
possiamo non ricordare il one shot del 24
settembre scorso, in cui il duo scandinavo, per
la durata di un solo pomeriggio, aveva
presentato in anteprima lo stand della galleria
parigina così com'è allestito oggi alla Fiac. Solo
che in quel pomeriggio di settembre il Grand
Palais era completamente vuoto lasciando
presagire quello che sarebbe diventato lo stand
nel caos odierno di una delle più grandi fiere
europee. Bella la presenza italiana con la Zero..
di Milano con opere di Vincenzo Agnetti,
interessante lo stand di Magazzino di Roma
allestito da Vincent Darré, ispirato all'idea delle
rovine, con opere di Mircea Cantor, Alessandro
Piangiamore e Antonio Biasiucci. Ma anche
Alfonso Artiaco, Galleria Continua, Raffaella
Cortese, Massimo De Carlo, kaufmann repetto,
Giò Marconi, Mazzoleni, Francesca Minini,
Massimo Minini, Monitor, Tornabuoni Art. Tra
le proposte niente male quella della Pietro
Sparta presente con Cono (1989) di Mario
Merz, mentre variegata la proposta di Skarstedt
con Cindy Sherman, Richard Prince e Mike
Kelley. Intrigante l'edicola di Francesc Ruiz,
presentato dalla parigina Florence Loew, tutta
riempita di coloratissime riviste che contengono
ognuna le copertine di tutte le altre, tutte uguali
all'interno dunque anche se apparentemente
diverse nell'espositore. Interessante il lavoro
della giovane artista svedese Anna Uddenberg
presentato per la prima volta dall'americana
House of Gaga, con sculture che guardano alla
società consumistica vista attraverso la cultura
del corpo e la spiritualità, qui dei corpi umani
sono completamenti plasmati su rigidi e banali
trolley. Tra i solo show quello di Zoran Music
presso la Applicat-Prazan ma anche quello
dell'artista neo-pop giapponese Yoshitomo
Nara da Blum & Poe. Ma continuiamo il
giro tra i vari settori del piano superiore e qui
troviamo il salone d'onore con la Balice Hertlin
e Francesca Pia. Ma c'è anche il salone Jean
Perrin, una novità della fiera di quest'anno, che
accoglie nove gallerie che ospitano personali di
artisti storici come William S. Burroughs presso
la francese Semiose o la galleria P420 di
Bologna, che approda per la prima volta alla
Fiac, con un bel lavoro dell'artista Irma Blank
dal titolo Trascrizioni (1973-1979). Ma c'è
anche il settore della Galeries Lafayette con 10
gallerie emergenti come la parigina Torri o la
Experimenter di Calcutta. Da non perdere nel
settore "Hors les murs" Ugo Rondinone,
presentato dalla svizzera Eva Presenhuber, alla
Place Vendôme con due gruppi di opere che
sono un vero inno alla pace attraverso sculture
bianche che rappresentano alberi di olivo
centenari. Mentre al Jardin des Tuileries bella
la proposta dell'architetto Jean Nouvel con una
casa di 600cm su 600 cm con uno spazio
completamente modulabile, mentre una vera
chicca è la scuola di Bouqueval (1949) di Jean
Prouvé per riadattamento dello stesso Jean
Nouvel. Una proposta ricca quella della Fiac,
che mira a sedurre soprattutto il collezionista.
Anche se quest'ultimo, come indicava questa
mattina alla conferenza stampa Jennifer Flay «
Non compra più impulsivamente. L'acquisto di
un'opera si fa dopo un'attenta meditazione ed
analisi. Questo modo di operare non frena il
mercato odierno, è solo che questo sta
cambiando. Non si tratta di crisi ma di
cambiamento, e di certo positivo». (livia de
leoni)
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