Il trovatore Novembre 2009.pub

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Il trovatore Novembre 2009.pub
Il Trov@tore
M e n s i l e di i n f or m a zi o ne s u l m o n d o de l l a v o r o a c u r a d e l C S L O g l i a s t ra
Senza razza, età, e sesso : arriva il Curriculum
anonimo
Anno I
Numero 7
06 Novembre 2009
Contro i pregiudizi e le diseguaglianze, pare ci sia un rimedio anche nella selezione dei candidati
per un posto di lavoro. E a trovarlo sono stati i francesi, che dal 3 novembre hanno deciso di
sperimentare il curriculum anonimo, secondo quanto riporta il settimanale transalpino Le
Point. L’obiettivo è quello di evitare discriminazioni di razza, età e sesso, dando a tutti le stesse
Sommario
possibilità. Al «gioco» della candidatura nascosta si sottoporrà un centinaio di aziende per sei
mesi. Per ora in realtà, dal momento in cui la proposta è stata fatta cinque anni fa dall’allora
presidente di Axa Claude Bébéar, poche cose si sono mosse. Infatti solo qualche società ha ten-
Il CV anonimo
1
tato di far sparire gli elementi discriminanti dai curricula. Motivo per cui la possibilità di fare
una legge è tramontata per il momento. «Il curriculum anonimo può rappresentare uno strumento di uguaglianza per concentrarsi sulle capacità del futuro assunto. Questo test evidenzierà
gli elementi da inserire nel nuovo biglietto di presentazione », ha dichiarato in proposito Yazid
Sabeg, il commissario transalpino alla Diversità e all’Uguaglianza. Favorevole all’iniziativa è per
Obiettivo assunzio- 1
ne in due mosse.
In video veritas:
nasce YouCv
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Colleghi ladri di
idee: come difendersi?
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Lingue straniere. Il
futuro parla mandarino
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esempio Frédérique Poggi, direttrice diversità della catena di hotel Accor che ha detto al settimanale francese: «Così giudicheremo in base alle competenze. Ci vorrà comunque tempo per stabilire i giusti criteri per realizzare il progetto». Mentre Lionel Dehors, uno dei fondatori dell’ufficio di reclutamento Ccld di Lione, teme che questo sistema non possa essere risolutivo perché la
maggior parte dei reclutamenti avviene per conoscenza. Fonte: Corriere.it
Obiettivo assunzione in due mosse
Trovare lavoro in tempo di crisi. Mission impossible? Difficile di sicuro ma non impossibile. Se
si da retta solo ai numeri negativi che giorno dopo giorno vengono promossi dai media, c’è solo
da gettare la spugna. In realtà le aziende non hanno mai smesso di assumere. È vero che c’è
stata una forte contrazione nelle domande di assunzione ma è anche vero che ogni mese vengono pubblicate, soprattutto ondine, migliaia di proposte. Le figure più richieste sono gli agenti
commerciali, seguiti dai sistemisti informatici, ingegneri, contabili, consulenti finanziari, segretarie, teleseller e addetti ai supermercati. E i settori dove si concentrano le opportunità più consistenti sono la grande distribuzione, le energie rinnovabili, l’information technology, le telecomunicazioni. Per dare scacco matto alla disoccupazione, la mossa iniziale è capire a che punto ci
si trova della propria storia professionale, quali competenze sono state acquisite e come possono essere valorizzate per cogliere le opportunità del mercato. Mettere in chiaro le proprie capacità attraverso un bilancio di competenza. Un aiuto in tal senso viene dal Servizio di Orientamento presente nei CSL ed in grado inoltre di guidare l’utente nella compilazione corretta del
CV. La seconda mossa consiste nel prendere informazioni sul mercato, sugli annunci disponibili, fare i conti con le moderne tecnologie. Internet è sempre più fondamentale per trovare nuove opportunità, ma può essere difficile districarsi tra gli innumerevoli siti dedicati al lavoro. Il
sito del CSL offre informazioni sulle offerte di lavoro e formative aggiornate in tempo reale.
Lunedì il giorno
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nero della settimana
L’assunzione da
sogno? Per gli italiani è in Ferrari
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Il libro del mese:
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Cento lavori orrendi
Notizie di rilievo
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Repertorio delle Professioni
Colleghi ladri di idee. Come difendersi?
Avere una buona idea non è poi così difficile. Quel che pare impossibile, in un ufficio, è vedersene attribuite la paternità. Sì,
perché, in quell’habitat complesso che sono i posti di lavoro, sono pochi quelli pronti a riconoscere i meriti di un collega. Molti di più quelli pronti a rubare una buona idea e attribuirsene la paternità. Anche mentendo, anche a costo di tradire la fiducia
di un collega. I furti di idee sono tanto diffusi che accade a un terzo degli impiegati di essere stato “scippato” da un collega.
Defraudato da uno che a quella cosa non ci aveva neppure pensato un istante e che invece è andato a raccontare a chi conta
quello che aveva pensato un altro. Per ingraziarsi le simpatie del capo. Per cercare di ottenere un aumento o ottenere una promozione. Ma quello che forse stupisce ancora di più è che la gran parte degli impiegati, non fa nulla di fronte a questo ennesimo affronto alla meritocrazia tradita. Forse per una specie di disincanto e per la delusione della fiducia disattesa, il 51 per cento di coloro che si sono visti soffiare sotto il naso la propria idea, assiste al furto senza
fare una mossa. Solo il 13 per cento riesce a recuperare lo slancio per confrontarsi
“L’inizio è la parte più
con il collega autore del furto e un altro 13 per cento, fa appello alla rabbia per andare dal capo ufficio e denunciare quanto accaduto. Un quarto si limita a fare in modo
importante del lavoro”
che gli altri vengano a sapere qual è la vera identità dell’ideatore di quell’intuizione.
Platone
Come fare per riuscire a raccontare la propria intuizione, pronunciarla, raccontarla,
senza che gli altri se ne approprino indebitamente? Come fare per fare in modo che
l’idea prenda la via della realtà? Come fare per ricevere un compenso o quanto meno
un apprezzamento? L’unica via d’uscita da questo dilemma, dicono gli autori dell’indagine, sarebbe quella di condividere con
più persone possibili, manager e impiegati, la propria visione. In modo che siano molti a sapere come la pensate. Più persone
sanno come vedete le cose, e più difficile sarà per gli altri rivendicare come propria un’idea che altri hanno già ascoltato da voi.
Un altro suggerimento è quello di tenere costantemente aggiornato il proprio capo sull’evoluzione di ogni progetto assegnato e
sugli obiettivi che si stanno raggiungendo. Ovviamente, si consiglia di dire sempre se qualcuno altro si è attribuito il merito
delle vostre idee e allo stesso modo pare conveniente intervenire e dire la verità anche quando vi vengono attribuite idee che in
realtà non sono vostre. Ma altro elemento importante sottolineato dagli autori è che in realtà tutto questo dovrebbe essere
superato dalla consapevolezza che il buon funzionamento di un ufficio o il successo di un’impresa non possono essere ricondotti allo sforzo di una singola persona. Purtroppo però in Italia il lavoro in team è ancora una realtà negata. In un libro di
recente pubblicazione (Employee research: how to increase involvement through consultation) gli autori spiegano come per incrementare il coinvolgimento degli impiegati sia necessario costruire una sorta di meccanismo di andata e ritorno: le buone idee devono essere inviate ai “decision makers” e al cuore di un’organizzazione e questi devono dare un feed back agli autori. Il convincimento è che una buona intuizione, anche in azienda, possa venire attribuita al suo legittimo proprietario. Perché altrimenti, se
quello che si fa bene non viene riconosciuto, sarà difficile continuare a lavorare con entusiasmo. E farsi venire, ancora una
volta, qualche buona idea. Fonte: Repubblica.it
In Video Veritas— Nasce YouCV
In principio erano veri e propri filmati amatoriali. Oggi invece, i video curricula cambiano faccia e diventano prodotti di qualità. Fino a qualche anno fa bastava registrare la propria presentazione con un webcam per risultare “avanti” e per distinguersi
dagli altri. Oggi questo non è più sufficiente. L’utilizzo dei video per presentare se stessi è una realtà che in Italia si è imposta
con prepotenza ( anche se non come negli USA ) tanto che all’inizio del 2009 è nato il sito YouCv ( www.youcv.eu ). Nella
sostanza i candidati inviano il proprio CV e le aziende iscritte hanno accesso alle presentazioni. La via da seguire possa per
tre fasi: una presentazione semplice realizzata con il cellulare, la web cam o una videocamera, una video intervista dove il candidato via web cam risponde alle domande formulate dagli esperti selezionatori e se l’azienda è interessata al CV altre 30 domande tecniche formulate dall’azienda stessa per verificare la competenza del candidato. Ma attenzione il video CV non deve
soppiantare la versione cartacea. È pertanto un terzo elemento che integra il CV e la lettera di presentazione che deve essere
sempre personalizzata. Il poco tempo a disposizione vi impone di non replicare le informazioni già presenti nel CV. Pertanto
è auspicabile far emergere gli aspetti non trattati nel Cv. Ricordatevi inoltre che i contenuti non verbali e quelli paraverbali
“parlano” molto più delle parole. Attenzione quindi a come vi ponete davanti alla telecamera. Ricordatevi che l’aspetto esteriore conta molto ma rimanete fedeli a voi stessi. Va bene la giacca e la cravatta se ci si veste così tutti i giorni. Mantenere la
propria immagine è dunque la scelta vincente. Ma certo non basta ad essere assunti. Se l’azienda non ha posizioni aperte non
c’è video curriculum che tenga. Ancora alcuni consigli tecnici per chi intende produrre il video. È meglio evitare cellulari o
webcam. La qualità non è delle migliori e un pessimo filmato può suscitare effetti opposti ai desiderati. Meglio una videocamera digitale e l’illuminazione con un faretto bianco. È auspicabile che la durata non sia inferiore ai 60 secondi e non superi
i100 per evitare di annoiare . La stanza in cui registrate deve essere priva di rumori di fondo e deve avere una sfondo il più
possibile neutro per non distrarre. Se avete la possibilità effettuate più ripresa da angolature diverse così che attraverso il
montaggio si possa rendere il filmato dinamico e accattivante. Fonte: Il sole24ore
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Lingue straniere: il futuro parla “mandarino”
Saper parlare l’inglese è fondamentale ed è ormai diventato “obbligatorio” per chiunque si proponga nel mercato del lavoro. Accanto alla lingua inglese però si stanno facendo largo nuovi idiomi. Il trend degli ultimi anni ci dice che la Cina è
uno dei paesi maggiormente interessati a coltivare il talento dei laureati europei e per sfruttare questa opportunità è indispensabile avvicinarsi allo studio della lingua cinese Un ponte tra due mondi, geograficamente lontani ma in realtà sempre più vicini. Così si propone la Fondazione Italia-Cina, da sei anni impegnata per valorizzare la cultura cinese nel nostro
Paese. E da oggi, con la Scuola di formazione Permanente di lingua e cultura cinese di Milano ancora più orientata verso l’insegnamento di questo idioma, unico vero ostacolo per superare le differenze con un paese, come quello cinese, sempre più proiettato al futuro e fulcro importante dell'economia mondiale. E l’etimologia sembra confermarlo: "Cina” (cioè
Zhong Guo) significa “paese che si trova al centro”.La scuola propone ai giovani universitari un corso completo di lingua e
cultura cinese impostato su incontri settimanali di un’ora e mezza ciascuno, in cui gli studenti saranno accompagnati alla
conoscenza del putonghuà, la lingua comune ufficiale cinese. Il corso si sviluppa su più livelli, da quello per principianti a
quello per esperti, usufruendo, oltre alle lezioni frontali, anche di materiale multimediale e di due viaggi nel corso dell’anno in territorio cinese, per approfondire ancora più da vicino la realtà di questo
paese. Per chi poi avesse meno tempo ma uguale esigenza di studiare la lingua, la
scuola propone un corso intensivo da ottobre a giugno per un totale di 50 ore di
“L’unica scusa del lavoro è la
lezione, più orientato verso la conversazione, con laboratori linguistici mirati alla
paura della noia”
conoscenza di una terminologia da applicare in tutti i contesti possibili. Sul sito
http://www.chinesecom.eu/ viene dato modo di sperimentare la lingua in un
Jules Renard
corso base di 10 lezioni. Per tutte le informazioni il sito di riferimento della scuola è http://www.italychina.org/ mentre l’indirizzo mail per chiedere informazioni
è [email protected]
Fonte: Campus
Lunedì il giorno “nero” della settimana? Sbagliato...
Un tempo spettava al lunedì il triste primato della giornata più sfibrante della settimana. Ora non più. Ai tempi dei social
network, della crisi e della terziarizzazione spinta, lo spauracchio di chi va al lavoro è diventato il martedì. Il giorno, dall’apparente aspetto gentile di chi arriva sempre secondo, ha così finito per svelare al mondo degli uffici la sua vera natura.
L’interludio del lunedì. I risultati sono quelli di un’indagine inglese pubblicata in questi giorni sulle pagine di una rivista
specializzata sui temi della salute. Secondo gli autori, che hanno intervistato 3 mila lavoratori adulti, il lunedì ha abdicato
al suo scomodo primato di giorno “nero” essendo divenuto per lo più il giorno in cui i lavoratori provano a limitare le
loro attività mettendo in moto una specie di “riscaldamento” e “avvio” delle pratiche e dei progetti. Ma quel che forse più
conta è che buona parte degli impiegati ammette di trascorrere sui siti di social network una parte significativa del primo
giorno della settimana. Così il martedì, che arriva dopo questa specie di “interludio”, finisce per essere il primo giorno
completamente dedicato al lavoro. Il primo giorno “serio” della settimana. Quello in cui i carichi di lavoro raggiungono i
picchi. Senza break e con tanti straordinari. Al tanto che c’è da fare si accompagnano però anche cumuli di stress sempre
più difficili da smaltire. Soprattutto quando sopravviene la consapevolezza di tutto quello che rimane da fare nei giorni
che verranno. Tanto che il martedì sembra essere il giorno in cui con maggiore probabilità gli impiegati non fanno neppure la pausa pranzo, o se la fanno la trascorrono con un panino in mano davanti alla tastiera e allo schermo nella propria
postazione di lavoro. E quasi un impiegato su cinque si ritrova ad uscire ben oltre l'orario di lavoro per colpa di quel poco
che aveva fatto il giorno prima. Il lato oscuro del rinvio. Il primo giorno della settimana sembra così essere divenuto una
sorta di spazio temporale da trascorrere senza impegnarsi troppo (lo ammette il 53 per cento). Aggravando, senza troppa
consapevolezza, il carico del giorno successivo. Anche perché un altro dieci per cento ammette candidamente di posporre i
propri compiti ad altri giorni della settimana pur entrare in Facebook e scambiare immagini e pensieri sul fine settimana
appena trascorso. Il martedì quindi non fa altro che svelare il lato oscuro di quell’abitudine così confortevole e ingannevole che ci spinge a rinviare e posticipare. Ma anche gli altri giorni non risparmiano pene. Tanto che un quarto degli impiegati confessa di sentirsi stressato tutti i giorni della settimana. Le cause dello stress. Il 25 per cento pensa che la colpa sia
imputabile agli eccessivi carichi di lavoro mentre un quinto sembra accettare lo stress come componente inseparabile dagli
impegni quotidiani. La tensione in ufficio è invece da ricondurre al comportamento del capo ufficio per il 12 per cento
mentre un altro 9 per cento imputa ai colleghi le responsabilità. Fonte Miojob
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L’assunzione da sogno? Per gli italiani è in Ferrari
Il sogno degli italiani? Essere assunti
dalla Ferrari. Non necessariamente
come piloti, beninteso. Il brand del
cavallino rampante conferma la propria forza, qualificandosi al primo
posto nelle preferenze espresse da laureati e diplomati circa il datore di lavoro ideale. È quanto risulta dalla classifica "Best 100 Italia" 2009, stilata da
PeopleValue Info Solutions in collaborazione con l'Università La Sapienza di
Roma e giunta quest'anno alla sua
ottava edizione. Dall'analisi emerge
come gli italiani attribuiscano grande
importanza al marchio e alla posizione
delle singole compagnie, più che alle
condizioni contingenti del mercato di
riferimento. Così, le aziende dei sogni
sono invariabilmente leader storici
come Ferrari (al primo posto per il
terzo anno consecutivo, con il 13,96%
delle preferenze), Eni (al secondo posto con il 9,14%), Ferrero (quarta con
il 7,28%) e Barilla (quinta con il 6,15
Le nostre sedi:
Lanusei
per cento). Grande successo per Google
(8,75%), che raggiunge il podio assicurandosi il terzo posto dal quindicesimo del
2008; nella Top Ten anche Procter&Gamble, Enel, Microsoft, Fiat e
Coca Cola. Quando il mercato propone
una flessibilità che si trasforma in precariato, i ragazzi cercano rifugio nei brand solidi
e nei grandi marchi. La crisi ha comunque
lasciato il segno. Correlando i risultati della
ricerca odierna a quelli delle edizioni passate si nota che le case
automobilistiche sono
state fortemente penalizzate dai rovesci del settore: Ferrari conserva il
primo posto, ma Fiat
scende dal quinto al
nono e Bmw perde ben
nove posizioni. Viceversa, tiene piuttosto bene
l'industria, anche quella
meccanica, mentre il
comparto delle IT risulta
complessivamente in crescita. Oltre a
Google, infatti, anche Apple, Cisco e
Oracle guadagnano posizioni: è il segno
della generazione iPod che si avvicina al
mondo del lavoro". Tra i nuovi ingressi
nella Top 100 spiccano le aziende del
settore farmaceutico. Bene anche il settore energetico e della consulenza. Fonte
Il sole24 ore
La vignetta del mese
Repertorio delle professioni
Via Marconi, 91
Sul sito della Regione Sardegna è stata creata la sezione dedicata al Repertorio regionale delle
Tel. 0782.42203
0782.480110
figure professionali. Il Repertorio costituisce per i cittadini, uno strumento di auto-
Orari di apertura al pubblico:
mondo produttivo, un moderno strumento di dialogo con l'Amministrazione, per le istituzio-
lunedì-venerdì 8.30 – 12.00
martedì e giovedì 15.30-17.00
Tortolì
orientamento per comprendere le caratteristiche delle figure professionali regionali, per il
ni regionali e locali, uno strumento utile per programmare le attività formative su cui hanno
una concorrenza di funzioni, intenti e interessi. http://www.regione.sardegna.it/
repertoriofigureprofessionali/
Via Mons. Virgilio, 74/A
Tel. 0782.623225
Orari di apertura al pubblico:
lunedì-venerdì 8.30 – 12.00
lunedì 15.30-18.00
Jerzu
Corso Umberto, 364
Tel. 0782.70108
Orari di apertura al pubblico:
lunedì-venerdì 8.30 – 12.00
Seui
Via Roma, 399 ( ex Palazzo
Municipale )
Orari di apertura al pubblico:
martedì 9.00– 12.00
Il Libro del mese
Cento lavori orrendi. Storie infernali dal mondo del lavoro di Kieran D. Ed. Einaudi
Una rivista inglese ha tenuto per anni una rubrica, aperta
ai lettori, in cui si potevano descrivere le proprie esperienze lavorative. Da quella rubrica sono state scelte queste
cento storie a rappresentare cento lavori differenti: dall'Aiuto cuoco in un negozio di kebab al Consulente per
internet, dall'Ammazza-salmoni al Perforatore di torte, dal
Postino al Telefonista porno. Cento lavori possibili, impossibili, spesso terrificanti; lavori che nell'immaginario collettivo non vengono considerati poi così male ma che si rivelano una vera e propria tortura. Il libro racconta gli sforzi,
la miseria e la ribellione di chi ha lavorato in bui e infernali magazzini, ma anche uffici, call center, ospedali, ristoranti e fabbriche