berlusconiincampo:forzaitaliaènellastoria di tutti noi

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berlusconiincampo:forzaitaliaènellastoria di tutti noi
d’Italia
BERLUSCONI IN CAMPO: FORZA ITALIA È NELLA STORIA
DI TUTTI NOI. E FITTO: CONFRONTO UTILE PER FARE OPPOSIZIONE
ANNO LXII N.230
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Valerio Pugi
Silvio Berlusconi ha preso carta
e penna per smentire di persona
le indiscrezioni, apparse sui giornali, circa la sua presunta intenzione di far fallire Forza Italia per
far nascere un altro partito. Le
definisce «notizie senza alcun
fondamento». Per il Cavaliere è
«una fantasiosa indiscrezione»
l’ipotesi di «indebitamento del
movimento», come pure quella
«di un cambiamento del nome.
Forza Italia è ormai nella storia di
tutti noi – scrive l’ex premier – Rimango letteralmente sconcertato
nel leggere alcune vere e proprie
fantasie riportate in alcuni articoli
di cosiddetto “retroscena”, e in
particolare su “La Repubblica”, “Il
Giornale” e “Libero”, notizie
senza alcun fondamento, circa
una mia presunta volontà di chiudere Forza Italia. Niente di più
falso. Fra le motivazioni di questa fantasiosa indiscrezione –
prosegue la nota – ci sarebbe
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anche l’indebitamento del movimento. Ma dovrebbe essere noto a
tutti che i costi di venti anni di battaglie azzurre per la libertà sono
stati garantiti da mie fideiussioni,
delle quali risponderei dunque personalmente. Del tutto infondata –
prosegue l’ex premier – anche l’ipotesi di un cambiamento del nome:
Forza Italia è ormai nella storia di
tutti noi. La recente decisione di far
confluire i club in Forza Italia, così
come l’impegno che in queste settimane stiamo profondendo per la
ricostruzione di una coalizione dei
moderati, anche in vista delle imminenti elezioni regionali – conclude
Berlusconi – dimostra che il movimento continuerà a svolgere pienamente un ruolo da protagonista per
ritrovare l’unità del centrodestra
nell’interesse del Paese».
In merito poi alla polemica con Fitto
è stato quest’ultimo a intervenire:
domenica 5/10/2014
«Il confronto avuto l’altro giorno»
con Silvio Berlusconi, «al di là dei
toni, ha segnato un passo molto importante perché si è passati dalla
“morbilità” sul governo Renzi o sull’entrare o meno al governo, al
come fare opposizione». Parlando
a Matera, l’europarlamentare di
Forza Italia ha aggiunto: «Questo è
quello che vogliono sentire i nostri
elettori, ed è il messaggio da lanciare al Paese».
La politica “canina”: c’è chi lancia l’operazione
«Rin Tin Tin vs Lassie». Ma sbaglia lettura
Antonella Ambrosioni
Siamo all’assurdo, o forse solo
al ridicolo. Certo che quando i
cani vengono usati come termometro politico le parole servono
davvero a poco. Solo a manifestare stupore, forse. Rin Tin Tin
e Lassie diventano così la pietra angolare delle scelte strategiche e i nomi dei due
protagonisti di film e serie tv, entrano a pieno titolo nel lessico
politico. Questa iperbole canina
la dobbiamo a Gaetano Quagliariello, il coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra,
che da Ancona, dove è andato a
presentare i nuovi dirigenti delle
Marche in vista delle regionali,
lancia proprio «l’operazione Rin
Tin Tin», da lui contrapposta
all’«operazione Lassie», che
sostiene essere «un fallimento
completo». Cosa vorrà dire?
Non ci vuole particolare scienza
e dottrina per andare fuor di metafora: negli arditi ragionamenti
di Quagliariello il “Torna a casa
Lassie” si riferisce naturalmente
a chi si sarebbe comportato
come un “cane” rientrando in
“casa” Forza Italia. La vicenda
da cui la metafora è quella di
Giacomo Bungaro, coordinatore
delle Marche, licenziato da Quagliariello dopo un selfie galeotto
con il Cav scattato in un incontro
a Palazzo Grazioli. Bungaro
aveva postato su Twitter la foto
con Berlusconi e dato conto del
suo incontro in termini positivi e
costruttivi. Apriti cielo. La richiesta immediata fu: fai le le valige
e vattene. Purtroppo per il pugnace coordinatore, il fatto è
che altre defezioni si stanno verificando nel Ncd. Con Bugaro
infatti “altri Lassie” hanno abbandonato e sono in odor di
rientro nella casa madre: il con-
sigliere regionale Daniele Silvetti
e vari presidenti di circolo. Ma
Quagliariello ostenta tranquillità e
continua il suo ragionamento delirante.«A dispetto degli annunci,
l’operazione Lassie è un fallimento completo. Meglio correre
liberi senza collare come Rin Tin
Tin, piuttosto che tornare a casa
come Lassie: ecco, da Ancona
lanciamo “l’operazione Rin Tin
Tin”». Povero coordinatore, mai
analogia fu più sgraziata. Quasi
una gaffe. Non per fare dell’etologia spicciola, ma tutti i cani
hanno un padrone. Che poi per
Quagliariello il padrone Berlusconi sia più disdicevole di altri
padroni è un suo problema.
Ognuno c’ha il padrone che si
merita. Ma c’è di più, il “libero”
Rin Tin Tin, cane dell’esercito
americano, di padroni ne aveva
addirittura tre, come sappiamo:
oltre al padroncino Rusty c’erano
il tenente Masters e il sergente
O’Hara. Uno in più dell’ Arlecchino che era notoriamente servitore di due padroni. Siamo certi
che Quagliariello si sia sbagliato.
O, forse, ci ha semplicemente
svelato un desiderio del suo inconscio. Che dopo Berlusconi e
oltre Alfano ne stia cercando un
terzo?
Alleanze,FdIeLega:«Sia chiaro,nessuncompromesso
conla sinistra».Isondaggipunisconoil Ncd
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Antonio La Caria
Si discute di alleanze. Ed è già
un risultato, un primo passo per
chiarire le posizioni. Berlusconi
ha detto chiaro e tondo che due
sono i principali interlocutori:
Fratelli d’Italia e Lega. Questo
significa innanzitutto mettere un
punto fermo sulla scelta di essere all’opposizione del governo
Renzi ed essere coerenti con le
battaglie tradizionali del centrodestra, come la lotta all’immigrazione selvaggia, il no alle
nozze gay (che di sicuro non
esclude la questione dei diritti
degli omosessuali) e in economia il “meno tasse”, gli incentivi
alle aziende, il no alla politica
della Merkel. Le prime reazioni
sono state caute ma propositive:
«Noi siamo di estrema coerenza
– ha dichiarato Giorgia Meloni –
in questi anni spesso siamo rimasti a fare gli interessi delle
idee del centrodestra in totale
solitudine. Questo mentre qualcuno governava con la sinistra,
qualcun altro ci faceva gli accordi su questioni fondamentali.
Noi crediamo che il bipolarismo
sia stata una grande conquista,
Secolo
d’Italia
continueremo a stare nel centrodestra. Ho sentito Berlusconi
dire che vuol fare alleanze con
chi è nel centrodestra: è un
buon inizio». Poi ha aggiunto:
«Spero che questo significhi che
non si governa né direttamente
né indirettamente con il centrosinistra se si vuol fare il centrodestra. E poi credo nella cultura
dell’alternanza». In ballo c’è
anche il no al Nuovo Centrodestra di Alfano. Un no che è frutto
di una ferita non ancora rimarginata. E nel Ncd c’è chi reagisce:
«Siamo alternativi alla sinistra –
ha detto Maurizio Lupi – e non
accettiamo che si facciano esattamente le stesse cose vecchie
nei metodi, nei modi, nelle persone. Non ci piacciono. Quello
su cui stiamo cercando di lavorare è dare un segnale forte con
una coalizione di centrodestra
che includa anche Forza Italia e
tutto il centrodestra, che però
dia un grande segnale di novità». Il problema è individuare il
segnale di novità, visto che le
posizioni restano distinte e distanti, con il continuo tentativo
degli alfaniani di ribadire l’importanza della loro presenza nel
governo Renzi. Tant’è che Alfano insiste: «Se Forza Italia
vuol definitivamente distruggere
il centrodestra è libera di farlo».
Gli azzurri, in risposta, fanno
presente che è stato proprio il
Ncd a dare l’aut aut O con noi o
con la Lega, ripetendo quello
schema che la sinistra utilizza
un po’ ovunque, in Francia con
Marine Le Pen e in Italia con il
Carroccio. La realtà è diversa,
l’opinione pubblica non si fa più
condizionare da questi giochetti
verbali. Ed è il punto cruciale
perché – come dimostrano gli
ultimi sondaggi (Ixè per Agorà)
– a conquistare fiducia sono
proprio i partiti guidati dalla Meloni (dal 2,9 al 3,2%) e da Salvini (dal 7,8 all’8%), mentre il
Ncd è sceso al 2,2%. E la gente
vuole un centrodestra che sia
davvero un centrodestra. Non
una sinistra annacquata.
Con Hashtag #iostoconipasseggini, tante mamme e tanti papà
romani – capitanati da Gianluigi
De Palo, ex assessore capitolino
alla Famiglia e padre di quattro
figli – hanno manifestato contro
la stangata «messa in atto da
Marino senza che nessuno lo sapesse». «I genitori, dopo aver
concluso l’iscrizione per i figli al
nido con la certezza di dover pagare una certa cifra – ha spiegato
De Paolo, disposto a portare la
manifestazione a Palazzo Chigi
pur di farsi ascoltare – sono stati
avvisati che non esisteva più
l’esenzione per il terzo figlio e che
avrebbero dovuto pagare di più.
Siccome questa è una truffa, noi
abbiamo fatto un ricorso al Tar
che risponderà il 22 ottobre».
«Pensavamo fosse gratis, poi ci
hanno chiamato dicendo che dovevamo presentare l’Isee per calcolare una tariffa», ha raccontat0
Lucia, madre di tre figli. «Noi con
quei soldi facciamo fare sport e
musica ai bambini», aggiunge
Silvia.
«I passeggini sono metafora
delle difficoltà delle famiglie – ha
aggiunto De Palo – e vuoti rappresentano l’immagine di una
crisi demografica inarrestabile se
il governo non riuscirà a fare un
ragionamento più ampio. Vorremmo mandare un messaggio a
Renzi: la “fabbrica degli italiani”
sta chiudendo.
Probabilmente lo scenario che si
presenterà nel futuro sarà quello
che vediamo qui oggi: dei passeggini vuoti».
“Daje Marino, vattene”: in piazza contro il sindaco di Roma
anche i passeggini con mamma e papà
Francesco Signoretta
Daje, Marino, ne hai combinata
un’altra. Un’altra delle tue. L’ironia impazza sul web, tra sfottò e
battute pungenti. Per il sindaco di
Roma – raffigurato per la gaffe
sulla droga, come “sindaco peracottaro” da Krancic in una vignetta
che
sta
avendo
condivisioni a raffica su Facebook – le giornate nere non finiscono mai. Anche perché non ne
azzecca una. Anzi, tra un sorrisetto e una passeggiata in bici,
stanga e complica la vita alle famiglie, che già di per sé stentano
ad andare avanti. Non bastavano
gli aumenti delle strisce blu, dei
permessi per entrare nel centro
storico (che hanno colpito i lavoratori, non certo i perditempo), i
tagli degli autobus, il caos delle
case agli immigrati, le proteste
per i campi nomadi, il ritorno
della prostituzione per le strade e
dei vu lavà ai semafori. Ora ci si
mettono anche gli aumenti delle
tariffe degli asili nido, una mazzata non da poco. Il sindaco s’è
beccato quindi un’altra protesta,
stavolta particolare: mille “passeggini” hanno invaso la piazza
del Campidoglio contestando appunto gli «aumenti delle tariffe
degli asili nido e la scomparsa
della gratuità per il terzo figlio».
DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
Federconsumatori lancia l'allarme:
in crisi anche gli acquisti a rate
DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
Secolo
d’Italia
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Venezia, rischio
per i bambini
dai bocconi anti topo
Redazione
La crisi incide anche sugli acquisti a rate, perché le famiglie,
sempre più in difficoltà, rinunciano anche agli acquisti coi pagamenti dilazionati che sono
calati nel 2013 del 6% e si avviano a registrare una contrazione simile, del 5% anche
quest'anno.
E' quanto emerge dai dati rilevati dall'Onf - Osservatorio Nazionale Federconsumatori sull'andamento del credito al
consumo, cioè dell'indebitamento delle famiglie, dal 2002
al 2013, nonché le previsioni
2014. «È fondamentale - dicono il presidente Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, presidente
di Adusbef - che il Governo agisca immediatamente per un rilancio del potere di acquisto
delle famiglie soprattutto attraverso un piano straordinario di
investimenti per l'occupazione».
«Come avevamo ampiamente
previsto le consistenze del credito al consumo, che registra i
debiti delle famiglie per acquisti
rateali, hanno registrato nel
2013 una contrazione del 6%».
E «nel 2014 tale andamento
prosegue con una ulteriore contrazione che si può prevedere
nell'anno un - 5% circa, con un
debito complessivo quindi di
99,5 miliardi di Euro». «Si conferma così un andamento
estremamente grave e preoccupante, che denota chiaramente la situazione di profonda
crisi che le famiglie stanno vivendo» sottolineano i leader,
che spiegano: «La contrazione
degli acquisti a rate contribuisce ad accrescere la forte crisi
dei consumi, che come rilevato
dal nostro osservatorio nel
triennio 2012-2013-2014 registrerà un impressionante calo
del -10,7%, pari ad una diminuzione complessiva della spesa
delle famiglie di circa 80 miliardi
di euro».
Redazione
Ci sarebbe il racket dell'elemosina
e una vendetta per angherie subite dietro al pestaggio di quattro
clochard avvenuto il 25 gennaio
scorso nella centrale piazza Piccapietra a Genova. In quattro facevano parte del gruppo di
picchiatori che «scaricarono»
sugli «avversari» non meno di
una sessantina colpi di spranga,
rischiando di ucciderli. Il leader del
commando per ingaggiare i complici li avrebbe pagati «pochi spiccioli», dicono gli investigatori.
Dopo un primo arresto avvenuto
a luglio, gli agenti della squadra
mobile di Genova hanno arrestato
gli altri tre componenti della
banda. Michail Krahulec, slovacco
di 24 anni, il primo ad essere stato
arrestato, a Bologna, e ritenuto
l'organizzatore del raid punitivo,
aveva detto: «Mi avevano maltrattato, picchiato, per questo ho
reagito». Era stato incastrato dal
Dna trovato su un passamontagna abbandonato vicino al luogo
dell'aggressione. Ma gli agenti ritengono che il vero motivo sia legato al racket dell'elemosina: i
senza tetto picchiati avrebbero
occupato uno spazio di marciapiede che rende molto e Krahulec
non voleva. In manette sono finiti
anche Martin Krocka, slovacco di
32 anni residente a Sarzana,
Ahmed Dridi, italiano di origini tunisine di 21 anni, e Karlo Bilani,
italiano di origini tedesche di 20
anni, entrambi residenti in Versilia. Dridi è stato fermato mentre
cercava di partire per la Tunisia, a
suo dire per partecipare a una
festa religiosa. Bilani lavora come
cameriere in un ristorante. Krahulec, Dridi e Bilani si sarebbero conosciuti in una palestra di arti
marziali. Il primo avrebbe chiesto
agli altri due e a Krocka di unirsi a
lui per punire i clochard e loro, per
riconoscenza e pochi spiccioli, lo
avrebbero seguito in un viaggio in
macchina dalla Versilia a Genova
la sera del 25 gennaio. I quattro
quella notte posteggiarono l'auto in
centro e si diressero verso la
piazza. Appena individuate le vittime fecero allontanare un quinto
clochard e poi cominciarono a colpire. Poi si divisero per ritrovarsi all'auto e tornare in Toscana.
C'era il racket dell'elemosina
dietro al pestaggio dei clochard
Redazione
Un autentico pericolo per i bambini
più piccoli e inconsapevoli quello
provocato da un ignoto che ha cosparso il Campo di Santa Maria Formosa, a Venezia, di decine e decine
di bocconi avvelenati anti topo. Venezia da sempre deve fare i conti
con i ratti, anche di grandi dimensioni, ma nonostante gli interventi
pubblici è scattato il 'fai da te' di un
ignoto in una zona poco lontana da
San Marco e frequentata dai più
piccoli. L'autore non si è reso conto
che però i bocconi, in cellophan con
contenuto azzurro che attira lo
sguardo, sono però pericolosi per
gli altri animali (a cominciare da
quelli domestici) ma possono essere letali anche per i bambini più
piccoli che possono scambiarli per
caramelle. La polizia ambientale del
Comune ha provveduto a rimuovere i bocconi e ha avviato un indagine per risalire all'autore del gesto
su segnalazione dei residenti della
zona che peraltro hanno documentato il tutto sui social network fin da
ieri mattina. In città non è la prima
volta che contro i topi si usa il 'fai da
te' ma raramente in queste misure.
Un caso eclatante era stato registrato tempo fa al Parco di San Giuliano a Mestre. Il Comune da parte
sua avvia periodiche campagne di
derattizzazioni ma il problema non
è mai stato risolto in modo radicale.
La crisi si dirige sul Brasile:
dopo le elezioni rischia il baratro
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Secolo
d’Italia
Sono cinque gli ostaggi
occidentali decapitati
dai terroristi dell'Isis
Redazione
Parte della nascente classe media
brasiliana, uno dei risultati più positivi
delle politiche presidenziali degli ultimi
anni, rischia di sprofondare di nuovo
nella povertà a causa di un mix di
scarsa crescita e inflazione e altri rischi dell'economia globale. L'analisi è
emersa da economisti, manager ed
esperti intervenuti ad un recente convegno svoltosi a Roma in vista delle
elezioni presidenziali brasiliane.
Quella parte di popolazione brasiliana
che è "diventata classe media" è "appena uscita" dalla miseria "e scivola
facilmente al di sotto della linea di povertà", ha avvertito Antonella Mori, del
Dipartimento di analisi delle Politiche
e management pubblico dell'Università Bocconi di Milano. "Basta un po'
di inflazione e di recessione e sono di
nuovo sotto: basta poco", ha detto intervenendo all'incontro "Verso le elezioni presidenziali in Brasile,
continuità o cambiamento?" svoltosi
a Montecitorio. "Non possiamo pensare che siano traguardi raggiunti" e
"dormire tranquilli", ha avvertito Mori.
Nel 2010 il Brasile aveva una crescita
del 7,5% ma "progressivamente"
questa percentuale "è andata riducendosi e oggi si danno delle previsioni al di sotto dell'1%", ha ricordato
Maurizio Bezzeccheri, responsabile
area America Latina di Enel Green
Power. Un rallentamento causato fra
l'altro, secondo il governo, della "crisi
a livello mondiale" e da una "grande
siccità" che ha provocato un forte aumento del prezzo dell'energia, ha ricordato ancora il manager. "Questi
ultimi due anni" sono stati "molto difficili per il Brasile" e "ormai siamo in
recessione tecnica", ha sottolineato
Mori notando come l'inflazione sia "al
di sopra dell'obiettivo". "Uno dei principali fattori positivi della crescita economica degli ultimi 10-15 anni in
America Latina è stata proprio la riduzione della povertà che ha portato
ad una crescita della classe media",
ha ricordato l'ambasciatore Giorgio
Malfatti, segretario generale dell'Istituto Italo-Latino Americano (IILA) accreditando la stima che il Brasile
abbia "generato circa 40 milioni di
membri della classe media". "Questa
consistente frangia della popolazione
però", ha confermato anche Malfatti,
è "la più vulnerabile" e "può salire o
scendere" socialmente "a seconda
della situazione economica del
paese": lo lascia temere il fatto che in
alcuni stati dell'America latina con
"alta inflazione" il ceto medio ha
"perso praticamente tutto ciò che
aveva guadagnato". Peraltro si tratta
di una classe non tanto "media" ma di
"non più poveri", ha notato Donato Di
Santo, coordinatore delle Conferenze
Italia-America Latina per evitare una
visione troppo positiva delle condizioni di vita di questo ceto di brasiliani.
Un rischio per l'economia brasiliana
viene inoltre dalla situazione finanziaria di Caracas: "il Venezuela forse è
vicino a un default di quelli classici
come quello argentino del 2001" e
"questo è un grave problema per il
Brasile", ha sostenuto Alfredo Somoza, presidente dell'Istituto di cooperazione economica internazionale.
Redazione
Cauta apertura del premier spagnolo Mariano Rajoy al presidente catalano Artur
Mas sul futuro della Catalogna. "La soluzione è la legge e il dialogo", ha detto il premier, ricordando che il presidente della
Generalitat, che punta a un referendum indipendentista il 9 novembre "deve rispettare la legge" e "non può fare quello che
vuole". Come si legge sul El mundo online,
in un discorso a Guadalajara Rajoy ha
detto che "avviare un dialogo significa
avanzare fino ad un punto di incontro. Ma
c'è solo una condizione: farlo nel rispetto
della legge", in quanto "la Costituzione si
può modificare ma con l'accordo di tutti,
non perché lo hanno deciso alcune persone". Il premier ha concluso affermando
che "le leggi si possono cambiare e le leggi
cambiano, ma le leggi non si violano" ma
"se qualcuno vuole cambiarle deve farlo
seguendo le regole stabilite". Secondo il
governo di Madrid, che ha fatto ricorso, il
referendum sull'indipendenza catalana
convocato per il 9 novembre pur avendo
valore esclusivamente consultivo è fuorilegge. Come si ricorderà, invece, il presidente della Generalitat della Catalogna,
Artur Mas, ha confermato la convocazione
del referendum sull'indipendenza il 9 novembre nonostante la sospensione del tribunale costituzionale spagnolo. Tribunale
che nei giorni scorsi ha accolto la richiesta
del governo di Madrid, secondo cui lo scrutinio è illegale sebbene abbia valore consultivo. Per definire una strategia unitaria
dei partiti indipendentisti, Mas (CiU) ha
convocato oggi una riunione con i tre suoi
partiti alleati - tra cui Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), la sinistra repubblicana sempre più popolare tra gli elettori
catalani - ma l'intesa non appare facile.
Obiettivo dell'incontro era in particolare evitare la spaccatura tra indipendentisti moderati e radicali che potrebbe portare a
elezioni anticipate particolarmente penalizzanti per Convergencia i Unio, il partito di
Mas, se si va in ordine sparso. Secondo gli
ultimi sondaggi Erc, il partito di Oriol Junqueras, è diventato infatti il primo partito
con quasi il 20% delle intenzioni di voto se
si votasse oggi. CiU sarebbe quasi 7 punti
sotto, intorno al 13%. Per Mas si tratta di
una situazione particolarmente scomoda.
Il presidente della Generalitat ha sempre
affermato di volersi muovere nel rispetto
delle regole, ma così facendo ha finora
perso consensi in Catalogna, dove il 71%
si dice favorevole al referendum. Confermando la convocazione del 9-N (come
viene ormai chiamato il referendum in Spagna), Mas, secondo alcuni esperti costituzionali, si è per la prima volta messo
fuorilegge: è stata annunciata anche l'istituzione della commissione elettorale in
vista del referendum, contro la quale il governo di Madrid ha annunciato un ricorso
immediato. Che la situazione sia difficile in
seno ai partiti indipendentisti catalani lo
conferma il fatto che dopo circa tre ore e
mezzo la riunione al Palau de la Generalitat è stata sospesa, per poi essere riconvocata. Tra le accuse che Jonqueras
muove a Mas spicca quella di puntare una
elezione plebiscitaria attraverso una lista
comune ai due partiti (dalle politiche economiche totalmente divergenti), per poi accettare una riforma della costituzione
spagnola che conceda maggiori autonomie al posto dell' indipendenza.
Catalogna,Rajoytentadidialogare
congliindipendentisti.
Maanchelorosonospaccati
DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
Redazione
Quattro dall'Isis e uno dal gruppo da
loro affiliato in Algeria. Salgono a cinque dopo l'esecuzione di Alan Henning da parte dell'Isis in Siria gli
occidentali barbaramente uccisi dai jihadisti. È il 19 agosto quando i tagliagole dello Stato islamico diffondono
un video dove mostrano la decapitazione del giornalista americano
James Foley. Il freelance, 40 anni,
aveva realizzato molti reportage per
l'Afp e per numerosi altri media. Era
stato rapito nel nord-ovest della Siria
il 22 novembre 2012. Nel video il reporter appariva nel deserto, in ginocchio, con una tuta arancione e con un
terrorista vestito di nero e col volto coperto, che gli premeva un coltello alla
gola. Il 2 settembre l'Isis rilascia il
video dal titolo "Secondo messaggio
all'America" in cui viene mostrata
l'esecuzione del cittadino americano
Steven Sotloff. Il reporter di 31 anni
era stato mostrato al termine del
video della decapitazione di James
Foley. Il 14 settembre una nuova terribile esecuzione. I jihadisti tornano a
diffondere attraverso il web un nuovo
video che mostra la decapitazione
dell'ostaggio britannico David Haines,
44 anni. Lavorava come esperto della
sicurezza per diverse organizzazioni
non governative, e per questo era
stato in molti Paesi segnati da conflitti, come la Libia e il Sud Sudan. Nel
rivendicare la responsabilità dell'esecuzione del cooperante scozzese
David Haines i jihadisti hanno sottolineato che si tratta di una rappresaglia
per l'ingresso del Regno Unito nella
coalizione. Il 24 settembre la stessa
sorte tocca a Hervé Gourdel, guida
alpina di 55 anni, sposato con due
figli, originario di Nizza. L'uomo era
andato in Algeria per fare trekking
quando venne individuato dagli jihadisti tramite la sua pagina Facebook
in cui descriveva gli spostamenti e poi
venne rapito nelle montagne.
La crisi morde ancora il turismo:
le previsioni in autunno sono ai minimi
DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
Secolo
d’Italia
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La musica
tra i banchi di scuola,
se ne parla al Miur
Redazione
Una rondine non fa primavera,
anche nel turismo. Se infatti il secondo trimestre dell'anno sembrava
mostrare una tiepida ripresa,le previsioni per l'autunno sono tutt'altro
che rosee visto che la propensione
degli italiani al viaggio diminuisce a
settembre per il secondo mese consecutivo e tocca il minimo da
quando la rilevazione è cominciata,
a maggio. Il quadro emerge dall'indagine mensile sulla fiducia del viaggiatore
italiano
di
Confturismo-Confcommercio, che
crolla da 58 a 56 su 100, e dalle rilevazioni dell'Istat sul secondo trimestre che - pur riportando un aumento
nelle presenze e negli arrivi - vanno
lette tenendo presente la assai diversa collocazione delle vacanze
pasquali: a marzo nel 2013 e ad
aprile inoltrato quest'anno. «In attesa dei dati ufficiali di Istat sul terzo
trimestre già chiuso - commenta
Luca Patanè, presidente Confturismo-Confcommercio - assumono rilevanza quelli del nostro sistema, in
particolare l'indice di fiducia che registra un'estate non positiva e soprattutto una riduzione significativa
della propensione degli italiani a fare
vacanze, proiettata tanto sul prossimo trimestre quanto, più in generale, sui mesi a venire». L'indice di
fiducia del viaggiatore Confturismo è
in diminuzione di due punti rispetto
ad agosto a causa della crisi e delle
basse prospettive di crescita dell'economia. Continua a essere sensibilmente più elevato tra i più
giovani e tra chi vive nei grandi centri e al Nord. Il top si raggiunge nel
Nord-est, dove arriva a un valore di
60 su 100. Inoltre i venti di guerra
presenti in diversi Paesi del mondo
hanno un impatto negativo sulla propensione al viaggio degli italiani. La
paura che scoppino nuovi conflitti su
scala internazionale è salita al 45%,
mentre diminuisce leggermente la
paura di prendere l'aereo. Nel secondo trimestre 2014 secondo l'Istat
gli arrivi negli esercizi ricettivi sono
stati 30,2 milioni e le presenze (il numero delle notti trascorse dai clienti)
94 milioni, con incrementi, rispetto
allo stesso periodo del 2013, rispet-
tivamente del 3,6%, e del 2,8%. Le
presenze sono aumentate per entrambe le componenti della clientela:
quelle dei residenti (che rappresentano il 45% delle presenze totali)
sono cresciute dell'1,9% e quelle dei
non residenti del 3,5%. Per tipologia
di esercizio ci sono stati incrementi
sia per le strutture alberghiere
+2,6%, rappresentative del 69,5%
delle presenze totali, sia per quelle
extralberghiere +3,3% (categoria
che include campeggi, villaggi turistici, alloggi in affitto gestiti in forma
imprenditoriale, agriturismi, ostelli
per la gioventù, rifugi di montagna, e
bed and breakfast). Su base annuale, diminuisce lievemente la permanenza media, che passa da 3,14
giornate nel secondo trimestre del
2013 a 3,12 nello stesso periodo del
2014.
Redazione
Manca davvero poco, ma Samantha Cristoforetti sa già cosa
accadrà. Sa che entrare per la
prima volta nella Stazione Spaziale significherà per lei tornare
bambina e avere tutto da imparare. «All'inizio sarò come una
bambina che deve imparare ogni
cosa prima di poter diventare
una space woman»: l'astronauta
che sta per affrontare la missione Futura, la seconda di
lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sa che saranno sei mesi intensi, ai quali si
sta preparando da una vita. Futura è fra le missioni frutto dell'accordo bilaterale Asi-Nasa del
1997 per la fornitura di tre moduli
pressurizzati abitativi. Per il presidente dell'Asi, Roberto Battiston, «nessun'altra agenzia
spaziale ha questo accordo privilegiato e lo dobbiamo alla capacità scientifica e industriale
dell'Italia». Il lancio è previsto per
il 23 novembre e la missione durerà quasi sei mesi, ma per Samantha il conto alla rovescia per
lei è già cominciato. Nata a Milano 37 anni fa, vissuta a Trento,
questa donna è capitano dell'Aeronautica Militare e nel 2009
è entrata a far parte del corpo
astronauti dell'Agenzia Spaziale
Europea (Esa). «Potrei dire di
essere contenta - ha osservato e che non vedo l'ora di essere
nello spazio, ma sarebbero cose
davvero banali rispetto a
un'esperienza così profonda».
Tra le cose che l'astronauta ha
deciso di portare nello spazio «ci
sono indumenti comodi e caldi,
soprattutto tanti calzini perchè la
dotazione di bordo ne prevede
solo tre paia ogni due settimane». C'è anche la bandiera
del team WeFly, unica pattuglia
al mondo dove due dei tre piloti
sono disabili: «dallo spazio vorrò
lanciare un messaggio sull'importanza di superare le barriere».
Agenzia spaziale italiana, per Samantha Cristoforetti
il conto alla rovescia è già iniziato
Redazione
Il mondo della cultura e della musica in campo per “La Buona
Scuola”. Lunedì prossimo, 6 ottobre, esperti di settore presenteranno al Ministero dell'Istruzione,
in un convegno-evento (dalle
14.30 alle 17.30) la loro proposta
al Governo per un Piano nazionale per la musica a scuola. La
proposta arriverà dal Comitato
nazionale per l'apprendimento
pratico della musica per tutti gli
studenti. L'iniziativa si inserisce
nell'ambito della consultazione
indetta dal Ministero su "La
Buona Scuola". La proposta sarà
illustrata dal Presidente del Comitato, il professor Luigi Berlinguer, accompagnato dai musicisti
e testimonial della giornata Paolo
Fresu, Danilo Rea e Paolo Damiani. Interverranno, in quanto
aderenti all'iniziativa, numerosi
esponenti del mondo culturale,
musicale e istituzionale italiano
fra cui: il Mibac, il Teatro dell'Opera di Roma, la Fondazione
San Carlo di Napoli, l'Orchestra
Verdi di Milano, la Fondazione
Gioventù Musicale e Accademia
del Teatro alla Scala di Milano, il
Teatro La Fenice di Venezia,
Tempo Reale (fondata da Luciano Berio), la Conferenza dei
Direttori dei Conservatori Italiani,
le Associazioni Musicali del Terzo
settore, il Forum per l'educazione
musicale, le Bande Militari e le
Bande autonome, la Fondazione
Gioventù musicale italiana, le Associazioni delle scuole di musica
italiane, l'Istituzione Universitaria
dei Concerti di Roma. Parteciperanno inoltre rappresentanti dell'editoria
musicale,
delle
Fondazioni bancarie, dei Coordinamenti dei docenti di musica e
strumento delle scuole italiane,
della Rete nazionale dei Licei
musicali, dirigenti scolastici e docenti di scuole musicali e di reti di
scuole, pedagogisti, musicologi,
ricercatori, esperti di didattica.
Bologna, Forza Italia denuncia il completo
abbandono del Parco del Velodromo
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Redazione
««Il Parco del Velodromo, a Bologna, è in stato di abbandono perché il presidente del Quartiere
Porto pensa alla poltrona in Consiglio regionale! – lo afferma una
nota di Forza Italia, a firma di
Marco Mingrone e Lorenzo Tomassini – E' davvero esilarante
apprendere dagli organi di informazione che la presidente del
Quartiere Porto si è resa disponibile “a essere inserita nella lista
del Pd alle prossime elezioni regionali” e che “sui temi della riqualificazione urbana e delle
politiche alla sicurezza intende
ora continuare ad impegnarsi in
Secolo
d’Italia
Consiglio regionale”. Noi di Forza
Italia, che attribuiamo al termine
“continuare” niente più e niente
meno che il significato letterale,
chiediamo all’aspirante consigliere regionale di “cominciare” ad
occuparsi dei temi e dei problemi
connessi alle responsabilità già
assunte con i cittadini del Quartiere Porto, problemi che, nonostante le quotidiane sollecitazioni,
continua ad ignorare dando prova
di impareggiabile indolenza ed incapacità amministrativa. Da oltre
due mesi – continua la nota – uno
dei parchi più frequentati del
Quartiere Porto è in letterale stato
di abbandono perché «la presi-
dente aspirante consigliere regionale” ha lasciato scadere la convenzione senza preoccuparsi di
indire un nuovo bando e, quindi,
di dare continuità ad un servizio
che non può prescindere dalla
presenza quotidiana e continuativa di un gestore che abbia cura
dei luoghi ludico-ricreativi, del
verde e delle attrezzature per
bambini. Il Parco del Velodromo di
via Pasubio e di via Piave, che per
otto anni è sempre stato vigilato e
custodito, dal mese di agosto ha
perduto la propria anima: l’interruzione del servizio bar ha comportato la perdita dei servizi igienici,
della pulizia delle aree e dei cassonetti. In più, i bambini hanno
perduto la disponibilità del campetto da calcio e, ovviamente, la
manutenzione del verde e la raccolta dei rifiuti sono ritornati a carico della collettività, con un
evidente onere e danno economico per il Comune di Bologna.
Chiediamo alla “presidente aspirante consigliere regionale” – conclude la nota di Forza Italia – di
interrompere, anche per un solo
giorno, l’impegnativa ricerca delle
preferenze personali e di dedicarlo alla predisposizione di un
nuovo bando. Siamo certi che,
oltre a noi, molti bambini, molti
nonni e molte mamme gliene sarebbero grati».
aggiunto: «Si tratta di un'infrastruttura fondamentale che la precedente
amministrazione
di
centrodestra ha voluto fortemente
per il bene della città, mentre Pisapia si è dimostrato totalmente incapace di ottenere da Roma le
risorse necessarie e di realizzare
la M4 in tempo per Expo. Ora almeno riesca a garantire l’avvio dei
lavori. Ci auguriamo, quindi, che i
cantieri partano il prima possibile,
ma l’attuale amministrazione deve
impegnarsi affinché i disagi per i
cittadini vengano ridotti al minimo.
Per questo diciamo no al cosiddetto “cantiere di calazio" delle
talpe al Parco Solari, che sconvolgerebbe totalmente la vita dei residenti, e proponiamo soluzioni
alternative, come lo spostamento
del cantiere in una zona meno popolata o la realizzazione di cantieri
più piccoli dislocati nell’area interessata. Per questa ragione il
gruppo consiliare di Forza Italia di
Zona 6, insieme al sottoscritto e ad
altri consiglieri comunali, è accanto
ai comitati di cittadini della zona
che hanno organizzato un banchetto per raccogliere le firme contro questo mega cantiere, che
presenteremo al sindaco Pisapia.
Anche in questo caso – ha concluso Gallera – Forza Italia è al
fianco dei cittadini per difendere i
loro diritti e far valere le loro ragioni
dinnanzi a un’amministrazione disinteressata ai reali problemi della
città».
Milano: sì alla linea 4 della metro,
no al cantiere di Parco Solari
Redazione
«La realizzazione della linea 4
della metropolitana rappresenta
per Milano un importante balzo in
avanti per recuperare terreno rispetto alle altre capitali europee;
auspico, quindi, che al più presto
vengano avviati i lavori». Così ha
dichiarato il coordinatore Forza Italia Milano, Giulio Gallera, che ha
DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
Perugia, aumentate
le pattuglie
dei carabinieri
Redazione
La chiusura della caserma dei
Carabinieri di Ponte D’Oddi con il
trasferimento dei militari nel presidio dell’acropoli non è stato certamente un evento sottovalutato
dall’amministrazione Romizi e
dalle forze dell’ordine. “Il tema
della sicurezza - spiega il consigliere comunale di Forza Italia
Carlo Castori - ampiamente affrontato dal sindaco nella stesura
delle linee programmatiche di
questo mandato, è uno degli argomenti più sentiti dalla cittadinanza. Per queste ragioni continua Castori - il quartiere perugino, che ha visto venir meno
un presidio che tanto aveva restituito in termini di percezione di sicurezza e di reale controllo del
territorio, aveva la necessità di
non sentirsi abbandonato a se
stesso. Così non è stato e il
plauso per questa grande sensibilità va proprio alle forze dell’ordine che hanno comunque,
sempre, saputo garantire la loro
massiccia presenza nel territorio.
Tutti hanno potuto notare i frequenti stazionamenti e posti di
blocco di pattuglie del reparto Radiomobile dei carabinieri proprio
nei pressi del vecchio presidio.
Un aspetto non certo di poco
conto – conclude il consigliere di
Forza Italia - e utile deterrente
alla criminalità. E’ proprio da
scelte di questo tipo che si apprezza la lungimiranza e il mantenimento di promesse fatte ai
cittadini dall’amministrazione comunale e dalle forze dell’ordine”.
“Guardiani della Galassia”, ironia e azione
approdano al Festival del Film di Roma
Secolo
DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
d’Italia
Priscilla Del Ninno
L'ultimo nato dal prolifico rapporto tra fumetto
e cinema è Guardiani della Galassia di James
Gunn, titolo che è riuscito a trovarsi uno spazio d'attenzione nel pubblico nonostante l'ingorgo di produzioni intestate alle gesta dei
mitici salvatori della patria. Infatti, proprio
quando negli Stati Uniti fioriva il dibattito sull'overdose di avventure supereroiche, la Marvel ha azzerato polemiche e confronti con il
successo di critica (che ha apprezzato il sapiente mix di action e ironia) e il trionfo al botteghino per Guardiani della Galassia di James
Gunn, trasposizione in 3d da 170 milioni di
dollari del fumetto creato nel 1969 da Arnold
Drake e Gene Colan, e rinnovato nel 2008 da
Dan Abnett e Andy Lanning. Tra gli interpreti il
divo emergente Chris Pratt, Zoe Saldana,
Dave Bautista, Vin Diesel e Bradley Cooper. Il
film, che ha incassato finora nel mondo circa
644 milioni, sarà in anteprima il 21 ottobre ad
Alice nella città, sezione autonoma e parallela
del Festival Internazionale del Film di Roma, e
in sala dal 22 ottobre con Disney. La pellicola,
per cui è già annunciato il sequel, in uscita il
28 luglio 2017, riprende la versione del fu-
metto realizzata da Abnett e Lanning, più segnata da un umorismo dark. Protagonista, nel
ruolo di sgangherato eroe/antieroe, è Peter
Quill, anche noto come Star-Lord (Pratt), rapito sulla Terra da bambino, nel 1988, dopo la
morte della madre, dai pirati spaziali, i Ravagers, che l'hanno tenuto con loro e “educato”
tra scorribande e furti. Con l'inseparabile walkman a cassette che gli aveva regalato la
mamma (la trascinante colonna sonora è a
colpi di Jackson Five, Marvin Gaye, Raspberries, David Bowie, The Runaways, e così via),
Peter ruba su commissione l'Orb, una preziosa e misteriosa sfera dai poteri inimmagi-
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nabili. Si ritrova però inseguito dalle truppe del
Kree Ronan (Lee Pace), che vuole usare la
sfera per farsi aiutare dal Titano Thanos (Josh
Brolin) a distruggere l'impero Nova, difeso dal
Comandante Rael (Glenn Close). Nella fuga
Quill si vede costretto ad allearsi con quattro
improbabili compagni d'avventura, con cui si
ritroverà alleato in una battaglia per salvare la
galassia: impresa difficile tra incontri e scontri, fra gli altri, anche con il Collezionista di specie rare Taneleer Tivan (Benicio Del Toro), e
Nebula (Karen Gillan), vendicativa sorella
adottiva di Gamora. Tra virtuosismi digitali e
prodigi virtuali, lo spettacolo è assicurato.
Genesi (e curiosità) di un rito quotidiano: in mostra la storia della Moka
Redazione
Viaggio intorno alla galassia del caffé, mitica bevanda a
cui è intestato il rito della tazzina dalle alchemiche proprietà rigeneranti. E allora, dal chicco al consumo, la cultura di questa bevanda è complessa, piena di segreti,
leggende e tradizioni antiche, in cui molta parte occupa
la creatività italiana. Una creatività che può diventare
storia, come nel caso di Alfonso Bialetti, inventore, nel
lontano 1933, della celebre Moka Express, la madre di
tutte le successive e moderne evoluzioni della macchinetta del caffè. In omaggio a questo emblema del Made
in Italy, dunque, ha appena aperto i battenti a Roma,
dove sarà di scena fino al 12 ottobre, la seconda tappa
dell'esposizione La Moka si mette in mostra. Un'intuizione geniale diventata mito, allestita alle Scuderie di
Palazzo Ruspoli. Un linguaggio semplice e accattivante
caratterizza il percorso espositivo, che si configura come
un vero e proprio viaggio nelle tradizioni legate al caffè,
visto attraverso gli occhi della moka. Si comincia dunque con la scoperta della pianta e la sua diffusione, a
partire dalla città di Al Mocha nello Yemen, dal XV al XVII
secolo porto principale del commercio del caffè. Proprio
in onore del luogo in cui il mito ebbe inizio, Alfonso Bialetti decise di chiamare Moka la sua macchinetta, la cui
forma però ha un'altra fonte di ispirazione: fu la moglie
dell'industriale (la testa, le spalle larghe, la vita stretta, il
braccio sul fianco e la gonna a plissé) a dare le sembianze alla prima Moka Express, visibile nella mostra.
Ma il percorso si configura tutto come un insieme di curiosità. C'è la leggenda della benedizione di Clemente
VIII che, si dice, tolse alla fine del 1500 l'onta del “demoniaco” a una bevanda di certo eccitante ma tanto gustosa; ci sono le mappe con i Paesi produttori nel mondo
e le pubblicità che, dagli anni '50 in poi, testimoniano per
la Bialetti il passaggio da azienda a industria, grazie all'intelligenza di Renato, figlio di Alfonso. Fu merito suo (e
della penna di Paul Campani) che nacque il testimone
d'eccezione della Moka, il celeberrimo Omino coi baffi, il
marchio che differenziava ogni macchinetta dalle imitazioni e che di fatto rappresentava proprio la figura di Renato. E da Carosello in poi, l'Omino coi baffi e la Moka
sono diventati un cult dall'aspetto familiare, arrivando
dapprima nelle case degli Italiani, poi in quelle di tutto il
mondo.
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
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7 agosto 1990 n. 250