parametri vitali

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CROCE ROSSA ITALIANA
Volontari del Soccorso di Trento
LA PRESSIONE ARTERIOSA
Fisiologia e sua rilevazione
a cura del V.d.S.
David Cestari
anno 2003
FISIOLOGIA DELLA PRESSIONE ARTERIOSA
Definizione: la pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro la parete
arteriosa.
La P.A. viene generata dall’alternarsi delle contrazioni sistoliche e rilasciamenti
diastolici del cuore, consentendo il costante flusso della circolazione ematica nei vasi
arteriosi, venosi e capillari. Lo scopo è quello di trasportare ossigeno e sostanze
nutritizie ai tessuti, di rimuovere i prodotti di rifiuto del metabolismo cellulare e di
trasportare sostanze, per esempio ormoni, da una zona all’altra dell’organismo.
La stabilità della P.A. è data dalla gittata cardiaca (G.C.), dalla volemia e dalle
resistenze periferiche (vasocostrizione o vasodilatazione delle arteriole). Ogni
qualvolta uno di questi tre fattori si altera, avremo un’innalzamento o una
diminuzione della P.A.
La G.C. ci indica la quantità di sangue che il cuore espelle in un minuto, che è di
circa 5 litri (con F.C.=70 batt/min), la quale, sotto sforzo, può arrivare a 20-25 litri
(con F.C.=190 batt/min). La stessa è condizionata dall’attività cardiaca, che regola la
frequenza dei battiti al minuto, la capacità contrattile del cuore e la velocità di
conduzione dello stimolo elettrico cardiaco.
La volemia ci indica il volume di sangue presente nell’organismo. Nell’adulto sono
presenti circa 5 litri di sangue, nel bambino 2 litri di sangue e nel neonato meno di
350 ml di sangue. I fattori che possono alterare la volemia sono: perdite di sangue
intra e/o extra corporee, patologie ematiche, malassorbimento o malsecrezione di
liquidi. Per “riparare” all’alterazione volemica il nostro organismo attiva il sistema
renale il quale, grazie ad un’ormone (l’aldosterone), aumenta il riassorbimento dei
liquidi filtrati, riportandoli nel circolo sanguigno. Quest’operazione provoca una netta
diminuzione d’urina.
Le resistenze periferiche rappresentano, come dice la parola, le resistenze al flusso
sanguigno determinate dalla forza di attrito del sangue contro le pareti vasali. Ci sono
due fattori che possono far aumentare o diminuire le resistenze, i quali sono la
viscosità del sangue e la vasocostrizione o vasodilatazione delle arteriole;
quest’ultimo gestito dal Sistema Nervoso Autonomo (S.N.A.) e/o dal Sistema renale.
Il S.N.A., grazie a specifici recettori (barocettori) posti a livello dell’aorta e delle
carotidi, i quali valutano continuamente i valori pressori del circolo sanguigno, può
modificare il diametro delle arteriole in base ai risultati ottenuti. In caso di pressione
sanguigna bassa il S.N.A. reagirà diminuendo il diametro delle arteriole
(vasocostrizione), in caso contrario aumenterà il loro diametro (vasodilatazione).
Il sistema renale, invece, si basa sulla pressione sanguigna a livello dei filtri renali.
Quando questa scende al di sotto dei 20 mmHg (pari a ca. 90 mmHg della pressione
arteriosa sistolica rilevata a livello omerale) il rene attiva degli enzimi che
vasocostringono tutte le arteriole, comprese quelle renali.
ALTRI FATTORI CHE INFLUENZANO LA PRESSIONE
 Età: la pressione arteriosa manifesta un lento, regolare aumento nel corso
dell’infanzia e dell’età adulta. Aumenta in maniera più marcata negli anziani a
causa della diminuita elasticità delle arterie e dal loro restringimento dovuto a
patologie aterosclerotiche dei vasi.
 Razza: si è notato una pressione più elevata nelle persone di colore rispetto a
quelli di razza bianca per motivi legati all’ambiente di vita, al clima,
all’alimentazione.
 Sesso: la donna abitualmente ha valori pressori bassi rispetto all’uomo fino alla
menopausa dove gli stessi sono simili a quelli maschili o anche più alti a causa
degli squilibri ormonali.
 Ritmo circadiano: la pressione arteriosa è generalmente bassa al mattino
presto, nel corso della giornata sale fino a raggiungere un picco massimo nel
tardo pomeriggio per poi iniziare ad abbassarsi fino al picco minimo notturno.
Questo ritmo può essere alterato da particolari situazioni come la gravidanza,
l’ospedalizzazione ed altre patologie.
 Postura: mantendo una posizione sdraiata i valori pressori sono normalmente
più bassi rispetto ad una posizione seduta o in piedi. In certe situazioni, come
ad esempio l’ipotensione ortostatica, si ha un improvvisa riduzione della
pressione arteriosa in un soggetto in posizione eretta, causata principalmente da
un insensibilità a livello dei barocettori (vedi resistenze periferiche). Ciò
provoca vertigini e svenimenti soprattutto negli anziani.
 Esercizio fisico: aumenta il lavoro cardiaco e di conseguenza la pressione
arteriosa (soprattutto la sistolica). I valori tornano nella norma dopo ca. 5
minuti che si è cessata l’attività muscolare.
 Stato psicologico: aumenta nei soggetti con sensazioni di paura, dolore, rabbia
a causa di una stimolazione da parte del sistema nervoso alla vasocostrizione.
 Peso: aumenta nei soggetti in soprappeso rispetto a quelli normopeso. La
riduzione del peso provoca una riduzione della pressione arteriosa.
 Gravidanza: nel primo trimestre si verfica un abbassamento della pressione
arteriosa con un incremento durante il secondo e terzo trimestre.
 Altitudine: può provocare un aumento o una diminuzione della pressione
arteriosa a seconda che prevalga il calo delle resistenze vascolari oppure
l’aumento della portata cardiaca.
 Stagioni/climi: nei periodi caldi si tende ad un abbassamento della pressione
rispetto ai valori abituali, l’incontrario avviene nei periodi freddi.
 Terapia farmacologica: farmaci antipertensivi o antipotensivi possono dare
una lettura “falsa” rispetto ai normali range pressori.
COME SI RILEVA LA PRESSIONE ARTERIOSA
Obiettivi
1. Valutare lo stato emodinamico;
2. ottenere un valore “base” della pressione arteriosa;
3. monitorare la risposta emodinamica alla terapia o condizioni patologiche.
Sedi di rilevazione
 Estremità superiori: sono il braccio destro o sinistro (sede più comune nella
rilevazione). La pressione arteriosa può essere
determinata
attraverso
l’ascultazione
del
flusso
sanguigno tramite fonendoscopio a livello dell’arteria
omerale (situata nella parte interna del braccio rispetto
al gomito) o attraverso la palpazione dell’arteria
radiale del polso. MAI rilevare la pressione arteriosa
su un arto plegico, su una fistola per emodialisi, su un
arto ferito, su un arto con un’infusione endovenosa e
su un
arto dal cui lato sia stata effettuata
un’amputazione di mammella (mastectomia).
 Estremità inferiori: sono la coscia o sopra la caviglia. Nella pressione arteriosa
misurata a livello della coscia è richiesto un manicotto più largo rispetto a quello
utilizzato per il braccio, il quale deve essere centrato sopra l’arteria poplitea.
Come nel braccio, il flusso di sangue può essere auscultato o palpato in fossa
poplitea (dietro il ginocchio). Generalmente la pressione arteriosa sistolica è più
alta di ca. 20-30 mmHg rispetto a quella misurata sul braccio.
Invece se si svolge una misurazione a livello della caviglia, il paziente deve essere
in posizione supina ed utilizzare, come per il braccio, un manicotto standard.
Quest’ultimo deve essere posto subito sopra il malleolo,
quindi mentre lo si sgonfia si può apprezzare, auscultando o
palpando, il flusso sanguigno nell’arteria tibiale e/o pedidea
dorsale.
Come si rileva la Pressione Arteriosa Omerale (P.A.O.)
1. Valutazione dell’arto del paziente: l’arto in cui si andrà a monitorare la pressione
arteriosa non dovrà essere plegico, ferito, portatore di fistola per emodialisi,
portatore di un’infusione endovenosa, dallo stesso lato in cui ci sia stata
un’amputazione di mammella (mastectomia).
2. Posizione dell’arto: l’avambraccio va posto in naturale estensione, a livello con il
cuore, con la mano in supinazione (palmo verso l’alto). Deve essere libero da
indumenti per evitare compressioni indesiderate o rumori di disturbo.
3. Posizione dello strumento: se si utilizza uno sfigmomanometro a mercurio è
consigliato appoggiarlo su di una superficie piana e ferma a livello del cuore, onde
evitare errori di monitoraggio. Invece se si utilizza una sfigmomanometro a molla
(vedi quello dell’ambulanza), l’importante è mantenere il manometro a livello con
il cuore e può essere utilizzato anche su superfici non piane perché non richiede di
essere appoggiato.
4. Applicazione del bracciale (manicotto): per prima cosa controllare che il bracciale
sia completamente vuoto d’aria, poi applicarlo come una
fasciatura a livello del braccio ca. 3 cm sopra la piega del
gomito. La sua aderenza al braccio deve essere tale che il
dito indice possa infilarsi tra il manicotto e la cute. La
camera d’aria deve essere applicata in corrispondenza
dell’arteria brachiale o omerale, ricercando la sua
pulsazione a livello della parte anteriore del gomito.
5. Identificazione della P.A.O.: si inizia a gonfiare il bracciale non troppo
rapidamente o a livelli troppo elevati finchè il mercurio o la lancetta del
monometro, ha raggiunto il livello desiderato. Quindi si
inizia a sgonfiare lentamente il manicotto graduando
l’apertura
della
valvola.
Contemporaneamente
si
ausculta, con il fonendoscopio, attentamente l’arteria
brachiale o omerale, valutando il primo tono arterioso,
corrispondente
alla
pressione
arteriosa
sistolica,
identificandolo nei valori, in mmHg, del manometro o
della colonna di mercurio. Continuando a sgonfiare, ad
un certo punto, si apprezzerà un tono arterioso che tende a svanire, non più
auscultabile. In questo caso si otterrà il valore della pressione arteriosa diastolica,
identificato sul manometro o sulla colonna di mercurio.
6. Intervallo di rilevazione: prima di attuare un’altra rilevazione pressoria allo stesso
paziente, è necessario aspettare almeno due minuti per consentire la ripresa
corretta del circolo.
Definizione e classificazione dei livelli di pressione arteriosa
CATEGORIA
Ottimale
Normale
Normale alta
Ipertensione di Grado 1 “lieve”
Ipertensione di Grado 2 “moderata”
Ipertensione di Grado 3 “severa”
Ipertensione sistolica isolata
SISTOLICA
mmHg
110 - 120
< 130
130 - 139
DIASTOLICA
mmHg
70 - 80
< 85
85 – 89
140 - 159
160 - 179
> 180
90 – 99
100 – 109
> 110
> 140
< 90