Berlusconi investe su Monti mentre Bersani ora frena
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Berlusconi investe su Monti mentre Bersani ora frena
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46) ART.1, COMMA 1, DCB ROMA MERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2012 La Grecia adesso è meno sola FRANCO MOSCONI I «significativi passi in avanti» di cui ha parlato il presidente del consiglio Mario Monti dopo l’accordo sulla Grecia raggiunto l’altra notte a Bruxelles riguardano sia l’area dell’euro che, più vicino a noi, l’Italia, legata da un comune destino ai paesi di Eurolandia. L’euro, dopo aver corso seri rischi lungo tutti questi mesi (forse sarebbe meglio dire anni, almeno due dall’esplosione della tragedia greca), ha evitato – speriamo definitivamente – di trasformarsi «in un fantasma col piede di carta», per parafrasare Carlo Mario Cipolla. È questa la definizione che il grande storico dell’economia diede della lira descrivendone la parabola da una posizione di forza (inizi degli anni ’60) a una di estrema debolezza (prima metà degli anni ’70). SEGUE A PAGINA 10 Ma Atene ha ancora paura PAVLOS NERANTZIS ATENE M eglio tardi che mai. Angela Merkel e, insieme a lei, gli altri leader europei hanno deciso di fare un significativo passo in avanti per salvaguardare la zona euro e ovviamente gli interessi dei creditori privati da un default incontrollato della Grecia. Contenta dovrebbe essere – sulla carta – anche Atene, pur in ginocchio per i tagli e i sacrifici dettati da un’austerity senza precedenti: grazie all’accordo raggiunto al termine di una maratona negoziale durata ben 13 ore tra i ministri delle finanze dell’eurogruppo, la Grecia avrà il secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro. SEGUE A PAGINA 10 V ANNO X • N°37 D.L. CONTROMANO C U LT U R A Goria e Golia. La Reuters diffida il giornalista de Linkiesta per i tweet delle agenzie. Una questione, anche giuridica, senza precedenti A PAGINA 3 La destra americana di fronte alla crisi e al mondo che cambia, come Obama alla Casa Bianca, nel libro di Borgognone e Mazzonis A PAGINA 8 Il premier: taglio delle tasse (non nell’Irpef) dal 2014. Giro di vite contro l’evasione Berlusconi investe su Monti mentre Bersani ora frena I cento giorni di un riformista Il Cavaliere non esclude il bis nel 2013. Il segretario Pd critico sul welfare Q N el giorno in cui il Cavaliere fa sapere, tatticamente, di non escludere un Monti-bis nel 2013 e Alfano invita il premier ad andare avanti con le riforme, Bersani frena e dice che, se sul welfare non ci sarà l’accordo dei sindacati, il sì del Pd non è scontato. Intanto il responsabile economico Fassina annuncia la propria partecipazione allo sciopero della Fiom in marzo. Monti nel frattempo frena sul taglio delle tasse: nel decreto che sarà approvato al consiglio dei ministri venerdì non ci sarà la riduzione della prima aliquota fiscale. Il premier però promette che tutto ciò che sarà recuperato al sommerso verrà restituito alle famiglie italiane sotto forma di detrazioni. E in vista di questa redistribuzione, inserisce nel decreto altre norme destinate a combattere più efficacemente l’evasione. A NEWS ANALYSIS Il Professore frena sul taglio dell’aliquota L’attacco di Emma e la trattativa che si ingarbuglia GIANNI DEL VECCHIO MARIANTONIETTA COLIMBERTI Il siluro Fiom centra un ondivago Pd Il tour di Bersani per fermare il papa straniero MARIO LAVIA RUDY FRANCESCO CALVO Così muore la sanità pubblica stato della sanità nel Lazio e, più in generale, sull’arretramento che può provocare, nel nostro inaudita vicenda della don- paese, la politica dei tagli lineana abbandonata nel pronto ri. soccorso del poliIl sistema saniclinico Umberto tario dell’Italia è ecBisogna ringraziare I di Roma è un cellente e a Roma, Ignazio Marino campanello d’alcome nel Lazio, ci FEDERICO ORLANDO larme molto presono buoni servizi. A PAGINA 6 occupante sullo SEGUE A PAGINA 6 LIVIA TURCO L’ ALLE PAGINE 2E3 ROBIN PECHINO Rai/2 Foxconn si difende: più salari e reti di protezione. Sui tetti Celentano, la lettera delle collaboratrici incinte, il canone sui SERGIO D’ANTONI computer. A che punto eravamo con il commissariamento? ROMEO ORLANDI A PAGINA Il Pd voti sì solo con firma dei sindacati 5 Q ualche volta anche le migliori intenzioni portano sulle strade sbagliate. È il caso della deriva che sta prendendo la discussione pubblica sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Più che un dibattito, uno sterile referendum che si nutre di frasi fatte. L’articolo 18 non né un totem, né un tabù. È un riferimento che fino a oggi ha unito il mondo del lavoro senza mai essere messo in discussione dalle associazioni datoriali. SEGUE A PAGINA 6 ❱❱ NUOVI GUAI GIUDIZIARI PER STRAUSS-KAHN ❰❰ ❱❱ ESCE AL CINEMA "HYSTERIA" ❰❰ DSK, rien ne va plus Sex toys, che malattia edi a volte la vita: potevano essere donne dal nome di Nafissatou Diallo o Tristane Banon a spedire dietro le sbarre l’ex direttore del Fondo monetario italiano e invece per DSK l’incubo oggi si chiama “Dodo”. È a lui, “Dodo la Saumure” (Dodo la salamoia), al secolo Dominique Alderweireld, imprenditore belga e personaggio ricorrente nello scabroso dossier prostituzione che ha coinvolto il Carlton di Lille, che Dominique Strauss-Kahn dovrebbe imputare l’ennesimo guaio giudiziario. È a lui che rinvia, secondo l’accusa, il giro di escort di lusso che da Lille • € 1,00 porta a Parigi e Washington, tra festini e serate private. Risultato: quarantottott’ore di fermo nella géndarmerie, appena ristrutturata, che domani potrebbero anche trasformarsi in settantadue. Altro che materassi «meilleur confort»: per DSK, nome in codice nell’inchiesta “il Grosso”, accusato di «complicità in banda organizzata per sfruttamento della prostituzione» e «abuso di beni pubblici», si ricomincia da zero. E dire che pensava finalmente di essersi lasciato alle spalle i risolini maligni, quelli che alludono a quando fu beccato al Bois de Boulogne ai tempi dell’“affaire puzzolente” o allo scandalo del Sofitel. Annullato ogni effetto della studiatissima apparizione televisiva di settembre, con cui pensava di essersi ricostruito un’immagine. Nemmeno Anne Sinclair, moglie fedele e oggi direttrice dell’Huffington Post d’oltralpe, ha potuto evitare di sbatterlo in prima pagina – imparziale – come promesso. Saranno pure «insinuazioni malevoli», come le bolla DSK, ma, come ha scritto François Bazin, ormai su di lui non si fanno neanche sondaggi, è «fuori corso». Come una vecchia moneta. (v.lo.) FABRIZIA BAGOZZI D a freddo strumento di cura di una delle epoche più puritane della storia a bollente oggetto a luci rosse da usare nei dintorni del quadrato magico del materasso. Da sole o in compagnia, in autonomia o di complemento, per gioco o per convinzione. Con tutta la sua pruderie, il suo maschilismo, la sua misoginia – e, va da sé, una notevole dose di paradosso involontario – l’età vittoriana ha consegnato alle donne lo strumento di piacere fai-da-te per eccel- lenza. Il vibratore, l’oggetto fetish di Samantha, “zoccola impenitente” della New York anni ‘90 di Sex and the city (e da qualche tempo anche di qualcuna di noi), arriva proprio da quell’epoca. Con tanti saluti al maschio padrone. Anche del piacere – o più spesso, almeno ai tempi, della frustrazione sessuale – del genere femminile. Ce lo racconta in modo lieve e brillante Hysteria, film divertente e divertito (nelle sale da venerdì) peraltro diretto da una donna (Tanya Wexler) e con molte donne nel team produttivo (e un Rupert Everett che non si dimentica). SEGUE A PAGINA 7 GIOVANNI COCCONI ui non esiste nessun caso Monti. Il bilancio dei primi cento giorni del governo è positivo, largamente positivo, anche senza guardare agli spread (ieri arrivati, comunque, a quota 345). Anche le ultime iniziative (il giro di vite sull’evasione, il no alle Olimpiadi, l’intervento sull’Ici degli enti religiosi, l’operazione trasparenza sui redditi dei ministri, la promessa riduzione delle tasse sui redditi più bassi) confermano che questo è un governo riformista, nel senso più ampio e pieno della parola. Cioè capace di scelte coraggiose e necessarie e di sguardo lungo, di chi pensa agli italiani di oggi e di domani. N o n Il Cavaliere solo. Il nonon vuole stro paese “regalare” è anche tornato il Professore protagoniai dem. E il sta sulla scena inPd cosa fa? ternazionale. Anzi, la lettera dei Dodici a favore della crescita (eurobond?) che sarà messa in agenda al Consiglio europeo del primo marzo smentisce clamorosamente coloro che accusavano il premier di eccessiva prudenza sulle politiche di austerity di Merkel e Sarkozy. Per esempio il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, al quale va dato atto di avere sempre insistito sull’insufficienza della ricetta tedesca. Ma la domanda è: se non si fosse dimostrato inflessibile sui nostri conti pubblici oggi Monti sarebbe un leader ascoltato nel continente? Senza la manovra salvaItalia approvata in poche settimane oggi potremmo sederci a capotavola del cresci-Europa? In tre mesi, onestamente, era difficile pretendere di più. Anche grazie alla tregua della battaglia politica e all’appoggio del Quirinale, questo governo si è dimostrato all’altezza di una situazione difficilissima quando i mercati scommettevano sul default italiano. Monti ha dimostrato all’opinione pubblica che siamo molto meglio di chi ci ha governato negli ultimi anni. Quello stesso Berlusconi che ora, tatticamente, non vuole “regalare” il Professore al centrosinistra e non esclude un Monti bis nel 2013. Si spera che il Pd, nel frattempo, non lo abbia già regalato al Cavaliere. Chiuso in redazione alle 20,30