Il piede diabetico
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Il piede diabetico
6 SERVIZI SPECIALISTICI L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato per il 2025 la presenza di circa 250 milioni di persone affette da Diabete Mellito contro una stima attuale di circa 160 milioni. La storia clinica di questa patologia è caratterizzata dalla comparsa di complicanze gravemente invalidanti tra le quali il Piede Diabetico che L’OMS ha definito come “condizione di infezione, ulcerazione e/o distruzione di tessuti profondi associate ad anomalie neurologiche e a vari gradi di vasculopatia periferica degli arti inferiori”sottolineando l’aspetto curativo delle patologia ulcerativa. Recentemente il Documento di Consenso Internazionale sul Piede Diabetico ha riscritto la definizione come “piede con alterazioni anatomo-funzionali determinate dall’arteriopatia occlusiva periferica e/o dalla neuropatia diabetica” ponendo l’accento sull’importanza della diagnosi precoce. Secondo i dati epidemiologici, circa il 15% dei diabetici svilupperanno una lesione ulcerativa e circa l’85% delle amputazioni maggiori nella popolazione diabetica sono precedute da una lesione ulcerativa. Emerge quindi la necessità sia di prevenire l’insorgenza delle ulcere, sia di ottenere la guarigione più rapidamente possibile. LA PREVENZIONE Le lesioni ulcerative del piede diabetico sono causate nel 50% dei casi dalla presenza di una neuropatia sensitivomotoria e autonomica che coinvolge gli arti inferiori. Le condizioni che rendono a rischio di ulcerazione il piede diabetico neuropatico sono insensi- Centro del Piede Diabetico Il piede diabetico: l’epidemia del terzo millennio DIAGNOSI PRECOCE E TRATTAMENTO DELLE LESIONI ULCERATIVE L’OBIETTIVO DEL CENTRO DEL PIEDE DIABETICO DEL CDI. bilità e perdita della normale elasticità articolare. La rigidità articolare condiziona un’alterazione dell’appoggio plantare durante il cammino che si traduce nella comparsa di callosità plantari, che non adeguatamente trattate evolveranno in lesioni ulcerative penetranti nei tessuti profondi. La vasculopatia ostruttiva è invece causa dell’insorgenza di lesione ulcerative nel restante 50% della popolazione diabetica. In circa la metà dei casi coesiste alla vasculopatia diabetica anche la neuropatia diabetica che rende questa condizione clinica estremamente pericolosa. Poiché la neuropatia diabetica coinvolge circa 60% dei diabetici dopo 20 anni di malattia, è molto importante eseguire una diagnosi precoce, impiegando strumenti come il Monofilamento e il Biotesiometro per valutare un deficit clinico della sensibilità priopriocettiva e vibratoria. Posta la diagnosi si insegna al paziente come eseguire l’autocontrollo e la corretta igiene periodica del piede (rimozione delle callosità plantari, cura delle unghie). L’impiego di calzature e plantari di protezione in caso di deformità del piede può portare a una drastica riduzione del rischio ulcerativo. D’estrema importanza è anche la diagnosi precoce di vasculopatia ostruttiva che interessa il 40% dei diabetici dopo 20 anni di malattia. L’arteriopatia costrittiva degli arti inferiori è invece responsabile dell’insorgenza di ulcere nel restante 50% della popolazione diabetica. In circa il 50% dei casi però vi è la coesistenza di vasculopatia e neuropatia che crea una condizione di elevatissimo rischio di ulcerazione e di infezione. La diagnosi precoce di un difetto di vascolarizzazione del piede è fondamentale poiché l’unica terapia efficace è rappresentata dalla rivascolarizzazione, sia endoluminale (PTA) che chirurgica (by-pass). IL TRATTAMENTO DELLE ULCERE Le ulcere ischemiche interessano preferenzialmente il dorso del piede, in corrispondenza di prominenze ossee (alluce valgo, dito a martello, etc) e le estremità delle dita essendo causate da frizioni con la calzatura che avvengono durante la deambulazione. L’evoluzione verso un processo infettivo severo (gangrena infetta) può essere molto rapido. Il trattamento d’elezione, oltre alla cura locale e sistemica dell’infezione, è rappresentato dalla rivascolarizzazione. L’ulcera neuropatica compare invece generalmente sulla pianta del piede essendo dovuta a un picco di FIGURA 1 pressione che si crea camminando a causa della deformità e della ridotta mobilità articolare del piede. Il trattamento è costituito dallo scarico dell’ulcera durante il cammino, ottenuto con l’impiego di apparecchi deambulatori di scarico in fibra di vetro, con tutori pneumatici o con calzature da medicazione con solette di scarico. Negli ultimi anni la chirurgica curativa si è imposta come un trattamento sicuro, spesso risolutivo. Nei casi di ulcerazione plantare recidivante sostenuta da una prominenza ossea plantare l’intervento di ulcerectomia (fig.1) e di rimozione dell’esostosi può risolvere definitivamente il problema così come nei casi di severa instabilità articolare l’intervento di artrodesi permette la stabilizzazione dell’articolazione che si accompagna a una drastica riduzione del rischio di recidiva ulcerativa. Il Centro del Piede Diabetico del CDI si pone come obiettivo sia la diagnosi precoce della vasculopatia e della neuropatia diabetica che il trattamento delle lesione ulcerative. Dal punto di vista preventivo il paziente viene sottoposto a una visita clinica e ad esami strumentali in grado evidenziare la presenza di una condizione di rischio ulcerativo; vengono quindi fornite le informazioni necessarie per poter eseguire a domicilio il controllo periodico e la corretta igiene del piede. Nel caso di deformità che rendono necessario l’impiego di Prof. a.c. Universita' Vita Salute S. Raffaele Milano, Responsabile Centro per lo Studio e la Cura del Piede Diabetico Ospedale Abbiategrasso, Responsabile Centro Piede Diabetico CDI rappresentazione visiva di fenomeni fisici che svelano le ore di riflessione degli scienziati, gli anni di preparazione e una vita di scoperta”. Le fotografie sono state realizzate utilizzando tecniche particolari, quali lo stereo microscopio e il microscopio complesso in grado di ingrandire di milioni di volte dettagli e superfici e di presentare un microcosmo fatto di particolari nascosti o invisibili di metalli, gocce d’acqua o microrganismi. Un modo, nuovo ed affascinante, di accostare il pubblico all’ “universo scienza”, un’occasione unica di convergenza e integrazione fra scienza, cultura e mondo che ci circonda. La mostra è stata inaugurata alla pre- senza del Dr. Maurizio Guizzardi, Direttore Generale CDI, ed è stata illustrata da Alessandro Cecchi Paone. “L’Incanto della Scienza” prosegue l’impegno di CDI a favore dell’arte contemporanea, iniziato ad aprile con la mostra di tele e sculture dell’artista Laura Panno. In quest’ambito il Centro si propone al pubblico non solo come luogo di prevenzione e cura, ma anche come spazio espositivo di opere di artisti di fama internazionale, dove traspare evidente il beneficio psicologico che deriva dalla contemplazione di un’opera d’arte, quanto mai importante in un luogo dove la salute è il fulcro di ogni attività. FIGURA 2 una calzatura e di un plantare, il paziente viene visitato da un Tecnico Ortopedico Specializzato nella patologia del Piede Diabetico sotto la supervisione del Medico Responsabile. Il trattamento delle lesioni ulcerative plantari può essere effettuato presso il Centro del Piede Diabetico CDI ove è possibile eseguire sia un trattamento conservativo (courettage chirurgico periodico dell’ulcera e scarico della lesione con apparecchio di scarico o tutore pneumatico - fig.2) sia un trattamento chirurgico in regime di Day Surgery o di ricovero breve per gli interventi più complessi. Prof. Carlo Caravaggi INAUGURAZIONI I MOSTRE Le fotografie di Felice Frankel al CDI Dopo le tappe di Genova, Ferrara, Roma, Napoli e Perugia, CDI ha ospitato “L’Incanto della Scienza”, la mostra fotografica itinerante di Felice Frankel, promossa da Bracco. Dall’8 novembre al 3 dicembre le opere della fotografa americana sono state esposte nella sede di via Saint Bon: 38 straordinarie immagini di materiali, organismi e elementi naturali e non, “ritratti”con creatività e fantastici effetti di colori. Immagini che la stessa Frankel, ricercatrice alla School of Science del Massachusetts Institute of Technology di Boston e direttrice dell’Envisioning Science Project, nonché membro dell’American Association for the Advancement of Science, definisce come “la