n. 13/2012

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n. 13/2012
I.C.A.R.U.S.
Information and Consultation:
Approaches of Research
coordinating good Union Standard
Newsletter Internazionale
Numero 13
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21 dicembre 2012,
La confidenzialità nei Comitati Aziendali Europei
How to reduce abuses in the confidentiality clauses? Some interesting negotiations about the notion of confidentiality and some
procedures for reduce management's abuses
La questione dell’obbligo di riservatezza è una delle più complicate e controverse nella vita
quotidiana dei CAE. L’articolo 8 della direttiva 2009/38, infatti, non autorizza i membri CAE, gli
esperti che partecipano alle riunioni e i membri del comitato speciale di negoziazione, a
rivelare le informazioni che sono espressamente catalogate come confidenziali. Tale
imposizione normativa deriva dalla necessità di tutelare le imprese da eventuali fughe di
notizie che potrebbero pregiudicare l’andamento borsistico o avvantaggiare i propri
competitori. La direttiva, inoltre, rispetto a casi di particolare gravità per la sopravvivenza
dell’azienda, stabiliti in base a dei criteri oggettivi, rimuove l’obbligo per il management di
informare i membri del CAE.
Queste limitazioni mettono a dura prova il diritto all’informazione e alla consultazione dei
lavoratori. In particolare offrono la possibilità per il management di fare un uso distorto del
concetto di riservatezza, che esula dalla sua ragione economica, per bloccare l’attività del CAE. Per questo motivo è importante
stabilire con chiarezza, in sede di negoziazione degli accordi istitutivi dei CAE, che cosa sia effettivamente confidenziale, quali siano
le terze parti a cui non possono essere rivelate le informazioni e se l’obbligo di confidenzialità sia da riferirsi solo alla trasmissione
scritta delle notizie o si estenda anche alle comunicazioni orali.
Su questo aspetto esistono numerosi esempi di accordi CAE che mettono in campo delle interessanti soluzioni al problema della
confidenzialità. Alcune di queste, come nel caso di Agusta Westland, sono improntate alla limitazione della clausola di
confidenzialità solo alle questioni strettamente rilevanti e i rappresentanti dei lavoratori hanno la facoltà di contestare eventuali
abusi. In altri casi, come ad esempio alla Johnston Press Group, sono stati individuati diversi livelli di riservatezza in base alla criticità
dell’informazione trattata. Alla LSG e in altri gruppi industriali, invece, si è scelta la strada della discussione preventiva nella quale i
rappresentanti dei lavoratori decidono insieme al management su quali informazioni apporre l’obbligo di riservatezza. Infine, in
imprese come Autogrill, si è scelta la strada della costituzione di un apposito organismo di conciliazione per le eventuali dispute
rispetto alla natura confidenziale di una determinata informazione.
In generale, al fine di evitare abusi da parte del management, è fondamentale inserire negli accordi istitutivi dei CAE norme chiare
sul concetto di confidenzialità. In particolare è necessario definire a priori cosa possa essere considerato confidenziale, le
motivazioni che spingono a tale necessità, quali soggetti sono sottoposti a tali obblighi, entro quali tempi è possibile far cadere il
vincolo di riservatezza. La negoziazione di un buon accordo, perciò, è condizione necessaria per evitare future discussioni e per
scongiurare abusi da parte delle aziende.
Il Michigan blocca il finanziamento diretto alle trade unions
Republicans slammed “right-to-work” legislation through the Michigan House and Senate, drawing raucous protests from throngs of
stunned union supporters, whose outnumbered Democratic allies were powerless to stop it.
La scorsa settimana, il governatore repubblicano dello Stato del Michigan, Rick Snyder, ha
firmato una legge che impedisce il finanziamento diretto ai sindacati. Per i lavoratori non
sarà più possibile supportare le trade unions attraverso la tradizionale detrazione di una
quota dalla busta paga. La nuova legge è stata denominata per l’occasione “right to work”,
ovvero “diritto al lavoro”. Diversamente da come potrebbe sembrare, l’appellativo non ha
nulla a che vedere con la tutela dei diritti dei lavoratori, al contrario avrà come unico effetto
l’indebolimento della capacità di azione dei sindacati e di conseguenza anche di coloro che
dalle associazioni di categoria vengono rappresentati e sostenuti: i lavoratori.
La “right to work” avrà enormi conseguenze per la sostenibilità dei fondi delle unions. Il
finanziamento diretto, infatti, rappresenta la principale fonte di entrata per le casse dei
Selezione dei testi a cura di Fabio Ghelfi, Umberto Bettarini, Angelo Motola e
Laura Zunica
Pubblicazione del Dipartimento Internazionale CGIL Lombardia
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sindacati. “L’unica certezza è che questa norma servirà solo a togliere soldi ai sindacati”, ha dichiarato Steve Cook, presidente della
Michigan Education Association (MEA). “Stanno attaccando il processo di contrattazione collettiva. Vogliono costringere i sindacati
ad offrire servizi, benefici e protezione per lavoratori non iscritti che non pagheranno un centesimo dei loro soldi per questo, con
effetti distruttivi sui sindacati”.
Il Michigan è il secondo Stato nel cuore industriale degli Stati Uniti, dopo l’Indiana, ed il 24° Stato federale ad aver adottato questo
tipo di legge che indebolisce i sindacati. Secondo l'US Bureau of Labor Statistics, il Michigan è anche lo Stato che avuto la più alta
percentuale di sindacalizzati degli Usa, con un lavoratore su cinque iscritto alle associazioni di categoria. Nel 2011, il numero dei
lavoratori membri di un sindacato in Michigan è stato di 671.000 unità, un dato pari al 17,5% dei salariati. Il tasso dell’anno
precedente era del 16,5%.
Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è opposto al disegno di legge approvato in Michigan dalla maggioranza
repubblicana, come apparso in un comunicato divulgato dalla Casa Bianca la scorsa settimana. “Il presidente Obama – ha precisato
il portavoce Matt Lehrich – crede che la nostra economia sia più forte quando i lavoratori ottengono un buon salario e benefici
favorevoli, ed è contrario ad ogni tentativo di limitare i loro diritti. Il Michigan e i suoi lavoratori sono un esempio emblematico del
rilancio dell’industria automobilistica americana e di come i sindacati abbiano contribuito a costruire una classe media forte e
un’economia americana vigorosa”.
Proteste e manifestazioni si sono svolte dall’inizio del mese di dicembre nei principali distretti industriali del Michigan. La scorsa
settimana, il giorno del voto sulla “right to work”, migliaia di lavoratori hanno invaso l’ingresso della sede del Campidoglio a
Lansing, capitale dello Stato, per dire no all’approvazione della norma che mette in ginocchio i sindacati. Ma non è servito. Ora la
palla passa alle associazioni dei lavoratori e ai loro alleati politici. Primo su tutti proprio il presidente Obama, che grazie all’azione
dei sindacati, in particolare dell’UAW (The International Union, United Automobile, Aerospace and Agricultural Implement Workers of
America), lo scorso novembre ha ottenuto il suo secondo mandato alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
Argentina: condanna per I crimini della “Dirti War”
A court in Argentina has sentenced former minister Jaime Smart to life in prison for crimes against humanity during the 1976-1983
military rule.
Il tribunale Argentino ha appena emesso la sentenza di ergastolo nei confronti
dell'ex ministro degli interni Jaime Smart (1976 - 1979) per crimini contro l'umanità
negli anni che vanno dal 1976 al 1983, periodo in cui il paese era oppresso dalla
dittatura militare. L'azione legale era iniziata immediatamente con il ritorno della
democrazia in Argentina nel 1983, ma il Presidente Raul Alfonsin l'ha fatta
concludere nel 1986, sostenendo che il paese avesse bisogno di guardare al futuro e
non al passato. Tre leggi tre il 1986 e il 1987 hanno dunque garantito l'amnistia per i
crimini della "Dirty War"
Smart è il primo civile ad essere condannato per crimini contro l'umanità durante la
"Dirty War". Lui e altri 22 imputati sono stati dichiarati colpevoli di coinvolgimento in torture e omicidi di attivisti dell'opposizione e
responsabili della creazione di prigioni segrete per i prigionieri politici della dittatura.
Oltre a Jaime Smart, anche il capo della polizia investigativa Miguel Etchecolatz è stato condannato all'ergastolo. Egli sta inoltre già
scontando una pena per rapimento, tortura e omicidio risalente al 2006. Non appena la sentenza a suo carico è stata emessa,
Etchecolatz ha subito accusato il sistema giudiziario di corruzione, dichiarandosi un prigioniero di guerra, motivo per il quale egli è
stato allontanato dall'aula, tra le urla del pubblico: "assassino!"
Il tribunale ha preso in esame i crimini commessi contro circa 200 oppositori al regime militare in sei diversi centri di detenzione
illegali all'interno della città di Buenos Aires, di cui tra tutti il più noto per le atrocità compiute al suo interno è il Naval School of
Mechanics (Esma). Pochissimi coloro che sono sopravvissuti alle torture subite durante la detenzione, e la maggior parte dei corpi
non sono mai stati ritrovati, molti sono stati gettati nell'atlantico da aerei, altri bruciati. Anche i piloti di questi aeroplani, rinominati
i "death flights", sono imputati durante il processo: tra questi Julio Poch, estradato in Argentina dalla Spagna nel 2010 dopo aver
confessato il proprio ruolo nella vicenda, ad alcuni colleghi della compagnia aerea olandese Transavia. Un altro di questi piloti, Emir
Sisul Hess, ha descritto ai propri parenti come le vittime lanciate dal suo aereo in mare sembrassero tante piccole formiche dal suo
aereo.
Tra tutti i crimini rientranti nella questione, importante il caso del rapimento di Jacobo Timerman, padre dell'attuale ministro degli
esteri argentino Hector Timerman. Jacobo Timerman, editore del giornale "La Opinion", è stato vittima di shock elettrico, percosse
e isolamento per i lunghi due anni e mezzo della sua detenzione illegittima.
Il Pubblico Ministero Hernan Schapiro ha dichiarato che Jaime Smart ha giocato un ruolo fondamentale nella persecuzione degli
oppositori al regime militare nella provincia di Buenos Aires. A quanto pare la detenzione illegale aveva luogo all'interno dei
comandi di polizia di Buenos Aires, riporta Shapiro. Durante i sette anni di regime militare, i numeri riportano circa 30.000 persone
rapite, torturate e uccise dalla giunta militare. In seguito al ritorno del governo civile nel 1983, alcuni membri della giunta militare
sono stati processati ma in seguito è stata loro concessa l'amnistia. Dopo oltre 20 anni, queste amnistie sono state dichiarate
incostituzionali. Da quel momento, un grosso numero di membri del regime militare degli anni '70-'80 sono stati processati, inclusi
Jorge Videla e Reynaldo Bignone.
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Laura Zunica
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