LA VOCE DELLA DOMENICA 5pB

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LA VOCE DELLA DOMENICA 5pB
LA VOCE DELLA DOMENICA
Parrocchie di San Colombano di Vignale e di San Martino del Monte
Domenica 3 maggio 2015
V Domenica di Pasqua (Anno B)
LA PAROLA DI DIO
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI
In quel tempo, Gesù disse
ai suoi discepoli: «Io sono
la vite vera e il Padre mio
è
l’agricoltore.
Ogni
tralcio che in me non
porta frutto, lo taglia, e
ogni tralcio che porta
frutto, lo pota perché
porti più frutto. Voi siete
già puri, a causa della
parola
che
vi
ho
annunciato. Rimanete in
me e io in voi. Come il
tralcio non può portare
frutto da se stesso se non
rimane nella vite, così
neanche voi se non
rimanete in me. Io sono la
vite, voi i tralci. Chi rimane
in me, e io in lui, porta
molto frutto, perché senza
di me non potete far
nulla. Chi non rimane in
me viene gettato via
come il tralcio e secca;
poi lo raccolgono, lo
gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono
in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre
mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
PER LA MEDITAZIONE
Noi i tralci, Lui la vite: siamo della stessa pianta di Cristo
di p. Ermes Ronchi
Io sono la vite, quella vera. Cristo vite, io tralcio: io e lui la stessa cosa! Stessa
pianta, stessa vita, unica radice, una sola linfa. Lui in me e io in lui, come figlio
nella madre.
E il mio padre è il vignaiolo: Dio raccontato con le parole semplici della vita e
del lavoro. Un Dio che mi lavora, si dà da fare attorno a me, non impugna lo
scettro ma le cesoie, non siede sul trono ma sul muretto della mia vigna. Per
farmi portare sempre più frutto.
E poi una novità assoluta: mentre nei profeti e nei salmi del Primo Testamento,
Dio era descritto come il padrone della vigna, contadino operoso,
vendemmiatore attento, tutt'altra cosa rispetto alle viti, ora Gesù afferma
qualcosa di rivoluzionario: Io sono la vite, voi siete i tralci. Facciamo parte della
stessa pianta, come le scintille nel fuoco, come una goccia nell'acqua, come il
respiro nell'aria.
Con l'Incarnazione di Gesù, Dio che si innesta nell'umanità e in me, è
accaduta una cosa straordinaria: il vignaiolo si è fatto vite, il seminatore seme,
il vasaio si è fatto argilla, il Creatore creatura.
La vite-Gesù spinge la linfa in tutti i miei tralci e fa circolare forza divina per
ogni mia fibra. Succhio da lui vita dolcissima e forte.
Dio che mi sei intimo, che mi scorri dentro, tu mi vuoi sempre più vivo e più
fecondo di gesti d'amore... Quale tralcio desidererebbe staccarsi dalla
pianta? Perché mai vorrebbe desiderare la morte?
Ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto. Potare la vite non
significa amputare, inviare mali o sofferenze, bensì dare forza, qualsiasi
contadino lo sa: la potatura è un dono per la pianta. Questo vuole per me il
Dio vignaiolo: «Portare frutto è simbolo del possedere la vita divina» (Brown).
Dio opera per l'incremento, per l'intensificazione di tutto ciò che di più bello e
promettente abita in noi.
Tra il ceppo e i tralci della vite, la comunione è data dalla linfa che sale e si
diffonde fino all'ultima gemma. Noi portiamo un tesoro nei nostri vasi d'argilla,
un tesoro divino: c'è un amore che sale lungo i ceppi di tutte le vigne, di tutte
le esistenze, un amore che sale in me e irrora ogni fibra. E l'ho percepito tante
volte nelle stagioni del mio inverno, nei giorni del mio scontento; l'ho visto aprire
esistenze che sembravano finite, far ripartire famiglie che sembravano distrutte.
E perfino le mie spine ha fatto rifiorire.
Se noi sapessimo quale energia c'è nella creatura umana! Abbiamo dentro
una vita che viene da prima di noi e va oltre noi. Viene da Dio, radice del
vivere, che ripete a ogni piccolo tralcio: Ho bisogno di te per grappoli
profumati e dolci; di te per una vendemmia di sole e di miele.
(fonte: Avvenire)
LA PAROLA DEL PAPA
Dalla bolla d’indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia
Misericordiae Vultus
(numeri 6-7)
6. « È proprio di Dio usare misericordia e specialmente in questo si manifesta
la sua onnipotenza ». Le parole di san Tommaso d’Aquino mostrano quanto la
misericordia divina non sia affatto un segno di debolezza, ma piuttosto la
qualità dell’onnipotenza di Dio. È per questo che la liturgia, in una delle
collette più antiche, fa pregare dicendo: « O Dio che riveli la tua onnipotenza
soprattutto con la misericordia e il perdono ». Dio sarà per sempre nella storia
dell’umanità come Colui che è presente, vicino, provvidente, santo e
misericordioso.
“Paziente e misericordioso” è il binomio che ricorre spesso nell’Antico
Testamento per descrivere la natura di Dio. Il suo essere misericordioso trova
riscontro concreto in tante azioni della storia della salvezza dove la sua bontà
prevale sulla punizione e la distruzione. I Salmi, in modo particolare, fanno
emergere questa grandezza dell’agire divino: « Egli perdona tutte le tue
colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di
bontà e misericordia » (103,3-4). In modo ancora più esplicito, un altro Salmo
attesta i segni concreti della misericordia: « Il Signore libera i prigionieri, il
Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i
giusti, il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma
sconvolge le vie dei malvagi » (146,7-9). E da ultimo, ecco altre espressioni del
Salmista: « [Il Signore] risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. … Il Signore
sostiene i poveri, ma abbassa fino a terra i malvagi » (147,3.6). Insomma, la
misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli
rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si
commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il
caso di dire che è un amore “viscerale”. Proviene dall’intimo come un
sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di
indulgenza e di perdono.
7. “Eterna è la sua misericordia”: è il ritornello che viene riportato ad ogni
versetto del Salmo 136 mentre si narra la storia della rivelazione di Dio. In forza
della misericordia, tutte le vicende dell’antico testamento sono cariche di un
profondo valore salvifico. La misericordia rende la storia di Dio con Israele una
storia di salvezza. Ripetere continuamente: “Eterna è la sua misericordia”,
come fa il Salmo, sembra voler spezzare il cerchio dello spazio e del tempo per
inserire tutto nel mistero eterno dell’amore. È come se si volesse dire che non
solo nella storia, ma per l’eternità l’uomo sarà sempre sotto lo sguardo
misericordioso del Padre. Non è un caso che il popolo di Israele abbia voluto
inserire questo Salmo, il “Grande hallel ” come viene chiamato, nelle feste
liturgiche più importanti.
Prima della Passione Gesù ha pregato con questo Salmo della misericordia. Lo
attesta l’evangelista Matteo quando dice che « dopo aver cantato l’inno »
(26,30), Gesù con i discepoli uscirono verso il monte degli ulivi. Mentre Egli
istituiva l’Eucaristia, quale memoriale perenne di Lui e della sua Pasqua,
poneva simbolicamente questo atto supremo della Rivelazione alla luce della
misericordia. Nello stesso orizzonte della misericordia, Gesù viveva la sua
passione e morte, cosciente del grande mistero di amore che si sarebbe
compiuto sulla croce. Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo,
lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il
ritornello nella nostra quotidiana preghiera di lode: “Eterna è la sua
misericordia”.
VITA DELLA COMUNITÀ
• Le Ss. Messe feriali:
o Lunedì per i quartieri di Ponte e Scaruglia presso il piazzale della
ditta 4B (Baratelli) alle ore 20:45 S. Messa di inizio benedizione delle
famiglie del quartiere e della missione popolare
o Mercoledì ore 8:30 a San Colombano
o Giovedì ore 20:30 S. Rosario e a seguire S. Messa a S. Martino
o Venerdì ore 18 adorazione e alle ore 18:30 la S. Messa a San
Colombano
• Benedizione delle famiglie a Ponte e Bavaggi e Missione popolare
o Martedì 5 maggio: Ponte – Da Ca di Rosa al Mulino (inizio ore 14:30)
o Mercoledì 6 maggio: Scaruglia – Via Dante Alighieri (inizio da fam.
Pizzorni, ore 15)
o Giovedì 7 maggio: Scaruglia – Via Scaruglia (inizio lato Carasco, ore
14:30)
o Venerdì catechesi di conclusione della missione nel quartiere tenuta
da don Federico Tavella, ore 20:45, presso fam. Allegro-Baratelli
• Mese di maggio nei quartieri – S. Rosario
o Sabato 9 maggio, ore 20:45, presso fam. Aste-Trabucco per Maggi e
Perella
• Catechismo
o Mercoledì pranzo insieme e catechismo dalle ore 14:00 alle ore
15:00 per i ragazzi delle Comunità dei figli invitati, dei figli della luce,
dei discepoli che credono e dei discepoli che amano.
o Sabato dalle 14:30 alle 15:30 per le Comunità dei figli accolti, dei figli
amati e dei figli perdonati.
o Mercoledì doposcuola per tutti dalle 15:30 alle 16:30