coop learning - Portale Sangro Aventino
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IL COOPERATIVE LEARNING NEI PICCOLI GRUPPI Il Cooperative Learning è un metodo da tenere ben presente nelle “Comunità professionali”, che il Progetto “Formazione continua per la qualità negli enti locali” intende avviare e sostenere con attività di formazione e consulenza nelle aree della gestione delle risorse umane, della finanza locale e degli appalti di opere e servizi. Le “Comunità professionali”, in quanto gruppi di lavoro composti da funzionari di più amministrazioni con identiche competenze, che insieme analizzano problemi di settore, ricercano informazioni, confrontano esperienze e propongono soluzioni comuni, possono considerarsi gruppi di apprendimento cooperativo. Il Cooperative Learning implica qualcosa di più che il semplice riunire le persone in piccoli gruppi e chiedere loro di eseguire un compito. Se il lavoro di gruppo si limita a ciò il processo può essere poco produttivo. Questo capita soprattutto quando nei gruppi sono presenti membri "dominanti" nel gestire i diversi momenti del gruppo: quelli che parlano più frequentemente, prendono l’iniziativa, decidono al posto degli altri, interrompono, comandano. Ovviamente perché l’interazione porti all’apprendimento c’è bisogno di rispondere ai bisogni di tutti in modo significativo. Non possiamo considerare un gruppo come gruppo di apprendimento cooperativo se non è organizzato in modo che tutti i membri partecipino all’interazione Il grado di partecipazione in una interazione è influenzata da: 1. l’organizzazione del lavoro 2. il compito del gruppo 3. i partecipanti Organizzazione del lavoro Organizzare il lavoro vuol dire: comporre i gruppi, sistemare l’ambiente e distribuire compiti e responsabilità. Per fare ciò é necessario rispettare le seguenti linee guida. 1. far partecipare tutti - L’animatore forma i gruppi per evitare l’isolamento immediato del meno popolare che inevitabilmente non verrebbe scelto da nessun membro del gruppo. I membri del gruppo non amano questa soluzione perchè preferiscono, generalmente, stare con i propri amici. E’ abbastanza facile però spiegare loro, che essi hanno bisogno di imparare a lavorare assieme con tutti. 2. evitare la staticità dei ruoli - La composizione dei gruppi viene cambiata periodicamente per evitare la fossilizzazione di ruoli. 3. preferire l’eterogeneità - La composizione dei gruppi deve essere il più eterogenea possibile in modo che i membri del gruppo possano approfittare delle loro diversità Contenuti I contenuti si riferiscono ad argomenti di discussione, attività di ricerca e compiti di comune interesse che richiedono collaborazione. Essi dovrebbero essere anche vari e "ricchi" per stimolare le diverse capacità e competenze dei membri del gruppo. Con riferimento alla teoria delle "Intelligenze multiple" di H. Gardner (1993) i compiti assegnati dovrebbero attivare più livelli di intelligenza. 1 Partecipanti Quando si dice che i partecipanti sono una variabile importante ci si riferisce non solo al fatto che i membri del gruppo posseggono competenze e abilità diverse ma anche al fatto cha essi hanno diverse aspettative reciproche. Chiunque abbia condotto un gruppo sa che ci sono sempre membri che immediatamente prendono l’iniziativa, altri che non partecipano, altri che non credono di poter partecipare. I risultati delle ricerche di Elisabeth Cohen hanno dimostrato che il fattore più determinante per la partecipazione è la popolarità, lo status nel gruppo. Per migliorare il grado di partecipazione l’animatore deve stimolare queste aspettative. Per l’animatore il mezzo migliore per raggiungere questo scopo è il modo di dare feedback dopo aver scoperto quali contributi reali possono dare i partecipanti meno dotati o motivati. Inoltre è necessario che egli progetti attività in cui il compito e il prodotto finale prevedano l’utilizzo di più abilità o di più "intelligenze" possibili. Usare il cooperative learning cambia anche il ruolo dell’animatore. Se nelle situazioni tradizionali l’animatore ha un ruolo orientato ai contenuti: spiega, parla, chiarifica, presenta esercizi, assegna compiti, mostra video, ecc., nei gruppi di apprendimento cooperativo egli organizza, stimola la discussione, osserva, dà feedback. Nel Cooperative Learning i processi di apprendimento sono organizzati in modo da generare interrogativi a cui i membri rispondono da soli o in gruppo, i partecipanti imparano a fare ricerca, ad analizzare problemi, individuare alternative e scegliere soluzioni (problem solving). I ruoli di gruppo Un modo per migliorare la capacità delle persone di condurre un gruppo di lavoro e gestire in modo positivo la comunicazione è quello di assegnare a rotazione ai membri del gruppo i diversi ruoli ch’essi possono giocare: 1. facilitatore: verifica che ognuno capisca il compito, che ognuno partecipi, e che nessuno lavori in modo isolato dal gruppo, rappresenta il gruppo quando questo ha una domanda da porre all’animatore. 2. relatore: organizza la presentazione del gruppo e del lavoro svolto. Si assicura che il gruppo rispetti i tempi di lavoro e segua un piano predefinito insieme. 3. responsabile del materiale: assicura che tutti i componenti abbiano la documentazione e quanto altro necessario per lavorare in gruppo, che l’ambiente sia pulito e ordinato e le attrezzature funzionanti 4. mediatore: si assicura che ci sia una atmosfera positiva nel gruppo, media in caso di conflitti o disaccordi. I ruoli dell’animatore Nella filosofia della Complex Instruction è importante apprezzare i membri del gruppo per quello che fanno e quindi imparare a dare feedback positivi. Lo scopo è costruire lo status di ognuno, aumentarne la popolarità e perciò l’autostima. Per fare ciò l’animatore assume i seguenti ruoli: 1. Organizzatore e gestore: l’animatore è responsabile di comporre i gruppi ed assegnare i compiti. Solo successivamente egli delega la responsabilità al 2 gruppo. In altre parole si assicura che ognuno ricopra il suo ruolo. Si assicura cioè che le domande poste dal facilitatore siano veramente domande di gruppo, che i materiali siano veramente tenuti e conservati solo dal responsabile degli stessi, che sia solo il relatore a proporre i tempi del lavoro e che i conflitti vengano veramente mediati da colui che ricopre questo ruolo 2. Catalizzatore: L’animatore è il responsabile del mantenimento del compito da parte dei singoli e del gruppo. E’ suo compito aiutare il gruppo a raggiungere l’obiettivo assegnato. Quando insorgono difficoltà egli non fornisce ricette ma pone domande perché il gruppo si risponda. 3. Osservatore: guarda ciò che il gruppo fa e rimanda ai membri del gruppo i comportamenti positivi, in modo da migliorare il clima di lavoro e favorire la partecipazione e la produttività. 4. Valutatore( (nel senso di dare feedback): rimanda ai membri del gruppo la descrizione dei loro comportamenti basandosi sull’osservazione sistematica. Questo può avvenire durante la presentazione o durante il lavoro di gruppo. Il feedback deve essere concreto e basato sulla descrizione di ciò che è stato osservato. Le fasi del lavoro dei membri del gruppo in Complex Instruction sono tre: 1. raccolta delle informazioni 2. preparazione delle presentazioni 3. revisione ovvero riflessione individuale su ciò che è stato imparato e suggerimenti per altre attività 3