«I Lombardi alla Prima Crociata», «Attila», «Il

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«I Lombardi alla Prima Crociata», «Attila», «Il
Copertina
Il Medioevo di Verdi
«ascoltate
bene il coro...»
I Lombardi alla Prima Crociata soffrono
la sete in un quadro di Francesco Hayez
«I Lombardi alla Prima
Crociata», «Attila»,
«Il Trovatore», «La battaglia
di Legnano», «Simon
Boccanegra», «I vespri
siciliani», «Giovanna d’Arco»…
mentre il Risorgimento
si preparava, si sviluppava
e si compiva, Giuseppe Verdi
gli forniva stimoli, melodie,
eroi ed esempi in una serie
di opere dove, spesso dietro la
Storia medievale e attraverso
le parti affidate al Coro,
si nascondeva il richiamo
all’Unità italiana
A
di Giuliana Fantoni
l volgere del sec. XIX, i Romantici d’Oltralpe per primi scoprirono nel medioevo – considerato
fino ad allora epoca barbara e
oscura – il senso delle origini,
l’orgoglio
nazionale,
il
motivo
della passione civile: il gusto per il
medioevo divenne, dunque, topos
frequentato nei romanzi, nei drammi teatrali e anche nell’opera lirica, che proprio in quel tempo stava vivendo un momento di grande
trasformazione. Quello dell’opera
era un mondo complesso: esigenze
STORIA IN RETE
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della committenza, capricci dei cantanti, momento politico, intervento della censura, accordo tra librettisti e
compositori, ma soprattutto il bisogno di accontentare
il pubblico. I teatri non erano più solo legati alla corte
e all’aristocrazia, erano gestiti da impresari come Barbaja e Lanari e il pubblico era più
vasto rispetto al passato, oltre ai
nobili a teatro ora andavano i borghesi: professionisti, commercianti, studenti e, in loggione, artigiani,
fornitori. Un pubblico permeato dal
clima romantico, sempre in attesa
di opere nuove e conformi all’attualità dell’estetica di quegli anni,
dove ci fosse spazio per la forza del
sentimento, le lotte titaniche tra
Giuseppe Verdi
Aprile 2013
bene e male, tra senso della fine e infinito e nelle quali l’eroe romantico si dibatteva solo e destinato, per lo
più, a soccombere.
Rossini, Bellini, Donizetti, oltre ai cosiddetti minori, si
occuparono con frequenza di vicende medievali, a volte
mostrando consapevolezza storica, più spesso preoccupandosene poco o punto. Se Donizetti scriveva ai suoi
librettisti: «Voglio amore e amor violento», che gli consentisse di sciorinare in melodie stupende e celeberrime tutte le sfumature della passione, e se Bellini si soffermava
sovente solo di sfuggita sul medioevo, pur valendosi di
librettisti colti e documentati, come Felice Romani della
«Beatrice di Tenda», Rossini dimostrò diversa attenzione.
La musica della La donna del lago (1819), tratto da un
poema di Walter Scott, a detta di Stendhal «…ha proprio
Aprile 2013
La zingara Azucena in una
illustrazione per il «Trovatore»