Memoria di lavoro: cos`è e come si può allenare

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Memoria di lavoro: cos`è e come si può allenare
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Memoria di lavoro: cos'è e come si può allenare
La memoria di lavoro ci permette di mantenere in memoria e al tempo stesso di
manipolare delle informazioni. Ha un ruolo cruciale negli apprendimenti, ad esempio nei
compiti di tipo matematico e nella comprensione verbale. Esistono delle strategie per
arginare le difficoltà nei casi in cui venga evidenziato un deficit nella memoria di lavoro;
inoltre, le ultime ricerche stanno conducendo a strumenti per allenare questa funzione
cognitiva.
Slides: http://www.slideshare.net/TrainingCognitivo/che-cos-la-memoria-di-lavoro
Sarà capitato a molti, soprattutto in chi si è
imbattuto in disturbi specifici dell’apprendimento
(dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia)
o disturbi attentivi, di sentir parlare di difficoltà di
memoria. Quello che spesso viene ignorato è che
la memoria non è una ma ne esistono molti tipi
e
spesso
solo
in
alcuni
di
essi
si
presentano
difficoltà.
Nello specifico vogliamo qui parlare della cosiddetta memoria di lavoro (o anche working
memory).
Facciamo
qualche
esempio
per
capire
di
cosa
si
tratta.
Provate a leggere una sola volta la seguente lista e poi tentate di ripeterla senza guardare:
L – 4 – A – 1 – Z – D.
Ci siete riusciti?
Provate ora, sempre leggendola una sola volta, a imparare quest’altra lista ma questa volta
ripetete prima le lettere in ordine alfabetico e poi i numeri in ordine decrescente:
M – 8 – I – 9 – R – 5.
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Vi sembra più difficile, vero? Non vi state sbagliando, è realmente più difficile.
Nel primo caso abbiamo dovuto memorizzare in modo più passivo delle informazioni mentre,
nel secondo caso, il riordinamento delle lettere e dei numeri ha richiesto un’elaborazione
attiva, più faticosa, delle informazioni presenti in memoria a breve termine. È proprio in casi
come questi che parliamo di memoria di lavoro. Una compromissione in questo ambito si
trova molto spesso sia in persone con disturbi dell’attenzione, sia in persone con disturbi
specifici dell’apprendimento.
Questo tipo di problema viene spesso sottovalutato anche nelle valutazioni diagnostiche,
dando rilevanza soltanto alla difficoltà della lettura (e/o scrittura e/o calcolo) nel caso
della dislessia,
oppure
dando
risalto
solamente
cosiddette
difficoltà
attentive
e
comportamentali nei casi di ADHD.
Perché, invece, bisognerebbe dare più importanza alla memoria di lavoro? Semplicemente
perché è implicata in gran parte delle attività svolte a scuola (e non solo).
Facciamo alcuni esempi:
1. In diverse ricerche è stato visto come la memoria di lavoro (soprattutto nella
componente visuo-spaziale) sia una delle funzioni cognitive chiamate in causa per
svolgere le operazioni aritmetiche (in modo particolare se fatte a mente).
2. La capacità di comprensione verbale, sia orale che scritta, è molto influenzata
dall’efficienza della memoria di lavoro, soprattutto nella sua componente verbale.
3. In generale, la memoria di lavoro, in molte ricerche appare correlata a quasi ogni
tipo di apprendimento scolastico.
4. La memoria di lavoro sembra svolgere un ruolo centrale anche nell’apprendimento a
lungo termine (anche se non sono ancora chiari i meccanismi sottostanti).
Se a tutto ciò aggiungiamo l’importanza che le funzioni esecutive (tra cui rientra la working
memory) svolgono in ogni nuova circostanza in cui dobbiamo organizzarci, diventa palese
l’importanza di una valutazione approfondita che tenga conto di questo importante set di
funzioni cognitive.
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Come può manifestarsi una difficoltà di memoria di lavoro?
Vista la salienza di questo tipo di processi cognitivi in così tanti ambiti, le difficoltà manifestate
potranno essere molte e non è qui possibile discuterle tutte. Uno dei settori in cui si rende più
evidente è la comprensione di istruzioni orali complesse o la comprensione del testo scritto
(quando è compromessa la memoria di lavoro verbale); un altro possibile campanello
d’allarme può essere rappresentato dalla difficoltà di calcolo a mente, soprattutto se a
essere inficiata è la memoria di lavoro di tipo visuo-spaziale.
Un contesto meno “didattico” in cui si possono osservare difficoltà legate alla memoria di
lavoro può essere rappresentato dalla capacità di tenere a mente molte informazioni per
compiere delle sequenze di azioni, per esempio, quando si deve preparare uno zaino o una
borsa: può sembrare un’operazione banale da compiere ma richiede che una persona si
prefiguri un obiettivo, che formuli un piano con una gerarchia di azioni da eseguire
(predisporre i quaderni delle varie materie, i libri, la merenda, gli astucci… prevedere in quale
parte dello zaino metterli ecc.), che tenga tutte queste informazioni attive in memoria durante
la loro esecuzione e che queste vengano aggiornate nella mente man mano che le azioni
vengono svolte. Ecco che se tutti questi elementi da ricordare superano la capacità della
memoria di lavoro, risulterà molto difficile e faticoso anche compiere operazioni di routine
come queste.
Cosa fare in questi casi?
Il primo ovvio e fondamentale passaggio è capire se ci sono problemi di questo tipo e
prenderne consapevolezza. In seguito, cercare delle strategie per aggirare le difficoltà.
Qualche piccolo esempio:

insegnare a scriversi le azioni da compiere e fare un controllo al momento opportuno
(ci sono da portare dei libri a scuola? Ok, si può scrivere su un foglio tutti i materiali da
portare e cancellarli dalla lista uno alla volta, via via che vengono inseriti nello zaino);

parlare con frasi brevi, periodi semplici e poche frasi subordinate;

nei discorsi, per quanto possibile, evitare di fare troppe premesse;
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insegnare approcci di studio più funzionali (vedi anche “le 10 regole del buono studio”,
“le 10 regole del cattivo studio”, “strategie per la comprensione del testo”) e come
organizzare mentalmente le nozioni da imparare.
C’è inoltre un filone di ricerca scientifica che da ormai diversi anni indaga lapossibilità di
migliorare la memoria di lavoro tramite specifici training cognitivi computerizzati (e
non solo) e al momento sembrano dare risultati incoraggianti visti anche i probabili
miglioramenti dal punto di vista degli apprendimenti scolastici. Il dibattito è ancora aperto e,
in attesa della parola definitiva, noi restiamo a guardare cosa di nuovo ci propone il mondo
della
ricerca.
A proposito, sempre per rimanere nell’ambito della ricerca, diversi autori hanno condotto
degli studi sul potenziamente dell’attenzione e della memoria di lavoro utilizzando un
particolare tipo di allenamento; ve ne proponiamo qui una versione ludica con finalità
dimostrativa. Se poi volete provare a scalare la classifica… FATEVI SOTTO!
Link a "Tutto sommato": www.trainingcognitivo.it/Pasat
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