Per la prima volta in Italia l`occasione irripetibile di vedere indagata l

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Per la prima volta in Italia l`occasione irripetibile di vedere indagata l
VAN GOGH , L’UOMO E LA TERRA
http://www.vangoghmilano.it/la-mostra/
La mostra, promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE
Cultura – Gruppo 24 ORE, presenta le opere di uno degli artisti più famosi al mondo, Van Gogh.
L’esposizione, realizzata anche grazie al sostegno del Gruppo Unipol, è patrocinata dall’Ambasciata del Regno dei paesi Bassi a
Roma e inserita negli eventi ufficiali del Van Gogh Europe, l’istituzione di recente costituzione sostenuta dal governo olandese a tutela e
promozione dell’opera di Van Gogh.
La rassegna, a cura di Kathleen Adler, presenta una lettura dell’opera di Van Gogh del tutto inedita e si focalizza sulle tematiche legate a
Expo 2015: la terra e i suoi frutti, l’uomo al centro del mondo reale, la vita rurale e agreste strettamente legata al ciclo delle
stagioni.
In un’epoca in cui la maggior parte degli artisti rivolgeva lo sguardo al paesaggio urbano, frutto dell’industrializzazione europea della fine
del XIX secolo – come accadeva appunto per i neoimpressionisti Seurat e Signac – Van Gogh sposta la sua attenzione verso il
paesaggio rurale e il mondo contadino. La vita e le mansioni della tradizione agreste diventano per lui materia di studio, considerando
questa come soggetto dalla nobile e sacra accezione e i lavoratori della terra figure eroiche e gloriose: dai primi disegni realizzati in
Olanda fino agli ultimi capolavori dipinti nei pressi di Arles, Van Gogh esprime la propria affinità verso gli umili, immedesimandosi con loro
e rappresentando il loro dignitoso contegno.
un percorso che accompagnerà il visitatore attraverso oltre 50 lavori dell’artista, alla scoperta di opere note e di altre mai viste prima, per
comprendere ed esplorare il complesso rapporto tra uomo e natura, tra fatica e bellezza, rivivendo gli stati d’animo che Vincent Van Gogh
ha trasferito nelle sue creazioni.
Il corpus centrale della mostra è costituito, come per l’esposizione del 1952, da opere provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo,
a cui si aggiungono lavori provenienti dal Van Gogh Museum di Amsterdam, dal Museo Soumaya-Fundación Carlos Slim di Città del
Messico, dal Centraal Museum di Utrecht e da collezioni private normalmente inaccessibili: un’occasione unica per approfondire,
attraverso gli occhi dell’artista, il complesso rapporto tra l’essere umano e la natura che lo circonda.
L’esposizione godrà di una mise en scène d’eccezione: l’archistar giapponese Kengo Kuma, classe 1954, curerà il progetto di
allestimento della mostra.
VITA
http://www.artonline.it/info.php?vvu=14&pud=231
Vincent van Gogh nasce a Groot Zundert, nel Brabante olandese, il 30 marzo 1853, figlio di Theodorus van Gogh, pastore protestante,
e Anna Carbentus. Tra il 1864 e il 1868 studia in un collegio a Zevenbergen e poi all’Istituto Hannik a Tilburg. Nel marzo 1868, forse a
causa di difficoltà economiche familiari, lascia gli studi. L’anno seguente parte per l’Aja dove è assunto come commesso nella succursale
della casa d’arte francese Goupil & Cie. Nel 1872 inizia una regolare corrispondenza con il fratello Theo, fonte essenziale di notizie sulle
opere e le idee dell’artista. Nel 1873 viene trasferito prima a Bruxelles e poi a Londra, dove ha una forte crisi depressiva in seguito a una
delusione sentimentale; dal maggio 1875 all’aprile 1876 lavora a Parigi. Dopo aver lasciato la casa d’aste, riparte per l’Inghilterra, per
tornare presso la famiglia, a Etten, alla fine dell’anno.
Dopo aver lavorato per un breve periodo a Dordrecht come commesso libraio, nel maggio 1877 si trasferisce ad Amsterdam dove
studia per essere ammesso alla facoltà di Teologia, senza successo. Nel 1878 soggiorna per tre mesi vicino Bruxelles presso una
scuola di evangelizzazione, ma al termine dei corsi non viene giudicato idoneo; gli viene solo affidato un incarico temporaneo di
evangelista laico che svolge in un paesino della regione mineraria presso Mons. L’incarico non viene però rinnovato e, sconvolto da
questo provvedimento, si trasferisce a Cuesmes, dove fa il predicatore. I suoi soggiorni presso le comunità di minatori sono documentati
da una corposa serie di disegni.
1)”periodo nero” della sua pittura fino al 1886
Nell’ottobre 1880, deciso a diventare pittore, si trasferisce a Bruxelles, dove studia anatomia e disegno prospettico; stringe amicizia con il
pittore Anthon van Rappard. Trascorre la primavera del 1881 dai genitori a Etten, e ha un’infelice storia d’amore con Kee Vos, una
giovane cugina vedova, che lo respinge. Alla fine dell’anno parte per l’Aja e tramite il pittore Anton Mauve conosce diversi pittori della
Scuola dell’Aja. Esegue i primi dipinti all’olio con nature morte e acquerelli con figure dal vero; in quel periodo vive con Clasina Maria
(Sien) Hoornik, una prostituta alcolizzata che Vincent vorrebbe redimere. Lascia Sien nel settembre 1883 e parte per la Drenthe, dove
dipinge paesaggi e contadini. Alla fine dell’anno raggiunge la famiglia a Nuenen, dove resterà per quasi due anni, lavorando con grande
entusiasmo. Tra il novembre 1885 e il febbraio 1886 vive ad Anversa, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti; studia Rubens e
colleziona stampe giapponesi.
2)1886 Parigi
All’inizio di marzo va a Parigi dal fratello Theo: vi rimarrà fino al febbraio 1888, frequentando l’atelier del pittore Cormon, dove incontra
Toulouse-Lautrec ed Emile Bernard, e gli amici impressionisti del fratello Theo, Signac, Pissarro e Gauguin. Espone alcune opere al caffè
Le Tambourin, gestito da Agostina Segatori, ex modella di Degas, con cui ha una breve relazione, e organizza anche una mostra in cui
espone con i suoi amici, i cosiddetti Impressionistes du Petit Boulevard: Bernard, Anquentin, Toulouse-Lautrec e Gauguin.
3)188 Arles
Nel febbraio 1888 lascia Parigi per Arles, dove alla fine dell’anno lo raggiunge Gauguin: la convivenza durerà poco tempo e sfocerà in
una furibonda lite, il 23 dicembre 1888, in seguito alla quale Van Gogh si taglia il lobo dell’orecchio sinistro.
4)1889 Saint Remy
Dopo un breve internamento in ospedale, nel maggio 1889 il pittore decide di lasciare Arles per Saint-Rémy, dove si fa ricoverare nel
locale istituto per alienati. Anche in ospedale continua a lavorare alacremente, e le sue opere cominciano a ricevere i primi
apprezzamenti: espone al Salon des Indépendants di Parigi e a Les XX di Bruxelles.
5)1890 Auvers-sur-Oise e il suicidio
Nel maggio 1890 parte per Parigi, dove rimane solo tre giorni, e raggiunge quindi Auvers-sur-Oise, dove il dottor Gachet lo prende in
cura. Il 27 luglio 1890 Vincent si spara, e morirà due giorni dopo senza aver perso mai conoscenza. Il fratello Theo, dopo essere stato
ricoverato in diverse cliniche per alienati, morirà in una casa di cura di Utrecht il 25 gennaio 1891.