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Esperienze innovative BPR e valore pubblico La reingegnerizzazione dei processi nelle aziende sanitarie nell’ottica del “valore”. Il caso dei processi amministrativi di una Asl Daniele Alesani Dottorando di ricerca in Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche presso l’Università degli Studi di Parma Federico Lega Professore associato di Economia Aziendale presso l’Istituto di Pubblica Amministrazione e Sanità dell’Università Bocconi Stefano Villa Responsabile Area Gestione delle Operations e Logistica – CERGAS Bocconi Sommario: 1. Introduzione. processo ai processi: il cambiamento avvenuto e quello mancato. 2. I processi aziendali e la gestione per processi: un inquadramento nel contesto sanitario. 3. Gli approcci alla reingegnerizzazione dei processi: una panoramica. 4. Una proposta per l’approccio alla reingegnerizzazione dei processi nelle aziende pubbliche di servizi sanitari nell’ottica del valore. 5. Caso di studio: la reingegnerizzazione dei processi nell’Asl di Piacenza nell’ottica del valore. 6. L’ottica del valore: quale apporto alla reingegnerizzazione dei processi? Al fine di poter garantire un’assistenza sanitaria sicura ed efficace è necessario partire dalla conoscenza di quel black box rappresentato dall’azienda sanitaria, impostando interventi di analisi e ri-progettazione dei processi di trasformazione da cui dipendono l’assorbimento delle risorse e la qualità del servizio reso. Negli ultimi anni le aziende sanitarie si sono rese protagoniste di diversi progetti di re-engineering dei processi afferenti l’area clinica. Per contro, tranne pochi casi, l’area amministrativa non è stata investita da questi processi di cambiamento. Di conseguenza, i processi amministrativi sono spesso gestiti secondo logiche burocratiche con scarsa attenzione ai risultati finali risultando quindi un corpo estraneo rispetto al “core” delle attività aziendali. Il presente lavoro analizza il tema della gestione per processi nel caso dei servizi amministrativi. Viene analizzato in particolare il tema della creazione del valore, proponendo una metodologia applicata ad un caso empirico. In order to improve the performance of healthcare delivery organizations, it is essential to have a better understanding of their internal processes. Only through effective and thorough process re-engineering projects it is possible to actually improve the safety and quality of care provided without any unnecessary waste of resources. Recently, many healthcare organizations have carried out extensive projects of analysis and re-engineering of their clinical processes. However, except for a few exceptional cases, the administrative area remains untouched by this wave of changes. Therefore, administrative services are often run according to bureaucratic rules with little attention to the level of achievement of results. The present work analyses the issue of process analysis and re-engineering in the case of administrative services within healthcare delivery organizations. Particularly, the authors analyze the theme of value creation, proposing a methodology that has been tested in a real case. L’articolo è una elaborazione del paper presentato al II Workshop Nazionale di Azienda Pubblica Teorie e qualità dell’amministrazione pubblica, Università degli Studi di Cagliari, maggio 2006. Il presente articolo è frutto del lavoro congiunto degli Autori. In particolare D. Alesani ha redatto i §§ 3 e 5, F. Lega i §§ 1 e 6 e S. Villa i §§ 2 e 4. Si ringrazia, inoltre, il Direttore Amministrativo dell’Asl di Piacenza, Luca Baldino, e il Responsabile dell’U.O. Organizzazione e Risk Management, Alberto Zummo, per il confronto scientifico e culturale che ha arricchito il presente contributo. Parole chiave: reingegnerizzazione – processi amministrativi – valore pubblico 431 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico 1. Introduzione. Processo ai processi: il cambiamento avvenuto e quello mancato In ossequio al credo empirista per cui “nulla è conoscibile (e quindi intenzionalmente governabile) di ciò che non è misurabile”, il decennio 1992-2002, successivo alla cosiddetta riforma-bis del Servizio sanitario nazionale, si è caratterizzato per uno sforzo diffuso e prolungato da parte delle aziende sanitarie pubbliche nell’introdurre i sistemi di programmazione e controllo. Seppure a macchia di leopardo sul territorio italiano, le aziende hanno cominciato a misurare le performance delle unità organizzative e a costruire percorsi di programmazione e responsabilizzazione conseguenti. Praticando il principio per cui “di Dio mi fido, tutti gli altri portino i numeri”, molte direzioni aziendali hanno portato la discussione con i professionisti sull’analisi ed interpretazione del dato, aiutati in questo caso dall’introduzione di sistemi classificatori delle prestazioni quali i Drg, i nomenclatori delle prestazioni specialistiche ed altri sistemi classificatori correlati. Tuttavia, questo sforzo, pur avendo nel tempo stimolato un miglioramento della produttività e della appropriatezza delle prestazioni (almeno sotto il profilo organizzativo, del regime di erogazione), ha progressivamente evidenziato tre lacune: i) una prospettiva eccessivamente centrata sul dato economico o di produttività; ii) una misurazione e responsabilizzazione centrata esclusivamente sulla dimensione strutturale dell’organizzazione; iii) un impatto limitato all’ambito dei servizi clinici. In altre parole, i sistemi e gli strumenti introdotti per aumentare la capacità direzionale di governo dell’organizzazione sono stati: – prevalentemente orientati a responsabilizzare sulla dimensione economica, quale risposta alla percezione di una pressione notevole che il contesto esterno all’azienda esercitava sul risultato di bilancio e sulla produttività aziendale; – impostati coerentemente alle unità organizzative, cioè alle strutture complesse e semplici e alla configurazione dei relativi centri di responsabilità e di costo in cui si articola l’organizzazione; – introdotti quasi esclusivamente con riferimento all’ambito delle unità organizzative produttrici di servizi clinici finali (unità di ricovero od erogazione di prestazioni) o intermedi (come i servizi diagnostici). Partendo da queste premesse, è stato fisiologico che le organizzazioni sanitarie re-indirizzassero i propri sforzi verso le dimensioni di intervento più penalizzate nel primo decennio 1992-2002, concentrando l’attenzione non più solo sui risultati, ma anche sui processi che determinano tali risultati. Le sfide che le aziende sanitarie si trovano a fronteggiare sul lato del contenimento dei costi, del miglioramento della qualità e dell’aumento dell’integrazione richiedono così una partecipazione attiva nella gestione dei processi organizzativi, cioè l’analisi di quel black box che rappresenta l’azienda sanitaria, governata tramite razionamento delle risorse e controllo Azienda Pubblica 3.2007 432 Esperienze innovative BPR e valore pubblico sugli output e senza reale conoscenza dei processi di trasformazione da cui dipende invece l’assorbimento delle risorse e la qualità del servizio (Lega, 2001). L’obiettivo è recuperare la conoscenza di quanto avviene durante i processi di trasformazione, in un’ottica complementare al controllo tipico degli anni ’80 sul razionamento degli input e quello degli anni ’90 sui risultati prodotti e sulla efficienza per U.O., attuato tramite il budget e controllo di gestione per centro di costo (1). Solo lo sviluppo di metodologie orientate allo studio dei processi ed alla loro scomposizione in “attività” può infatti permettere di evidenziare il come e perché sono state impiegate determinate risorse (figura 1). Figura 1 – Gli oggetti del controllo INPUT Paziente Spazi Tecnologia Beni e servizi Personale ... Gestione e controllo a preventivo per regolamenti e leggi (I fase - anni ‘80) TRASFORMAZIONE OUTPUT Chi fa che cosa, quando, dove e come in termini di attività mediche ed infermieristiche, prestazioni diagnostiche, terapia farmacologica ed altre attività sociali o relative agli aspetti periferici del servizio reso (comunicazione, mobilità, nutrizione, ecc.) Definizione, gestione e controllo in itinere dei processi produttivi (III fase - attuale) OUTCOME Ricoveri/Drg Prestazioni ambulatoriali Esami di laboratorio ... Salute del paziente Qualità di vita Benessere ... Gestione e controllo del budget attività/risorse di unità operativa (II fase - anni ‘90) Definizione e controllo dei risultati di salute (III fase - attuale) Pertanto, a partire dal 2002 in poi, si sono diffusi interventi in risposta a esigenze quali: 1)il ri-bilanciamento dell’attenzione al risultato economico in favore di quello clinico, sotto la spinta impressa dal movimento della evidence-based medicine e del governo clinico; 2)il collegamento delle responsabilità dei professionisti con i comportamenti professionali, soprattutto laddove c’era la percezione di aver ormai raggiunto il limite a forza di razionalizzazioni, contenimenti di costi ed aumenti di produttività esercitati tramite la programmazione per centro di responsabilità e costo. In altri termini, senza una conoscenza più diretta del “come” e del “dove” si generavano i costi, diventava oltremodo difficile continuare ad esercitare una pressione continua sulle strutture organizzative. Da qui una 1 Sul tema del budget e controllo di gestione in sanità si veda Zavattaro (1993). 433 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico rinnovata attenzione ai processi, al loro studio ed ottimizzazione quale via preferenziale per indurre i professionisti ad esplicitare, confrontare ed intervenire sui comportamenti che generano l’assorbimento di risorse e l’efficacia del risultato. Proprio attorno ai processi si celebra il matrimonio tra governo clinico e governo economico e, quindi, la reale possibilità di riequilibrare l’attenzione sul primo aspetto senza abbandonare quella sul secondo; 3)l’intervento sul mondo amministrativo delle aziende sanitarie, rimasto troppo a lungo inespugnato dal cambiamento organizzativo e ancora oggi fortemente “vischioso”, anche laddove si è prodotta innovazione. Gli interventi attuati sono classificabili in quattro macro-categorie (Lega, Corsalini, Gumirato, 2004): –concentrazione logistica dei servizi, sempre di più a livello inter-aziendale; –riconfigurazione delle responsabilità tra logiche di accentramento vs. decentramento dei momenti decisionali ed operativi, a fronte del riassetto organizzativo complessivo delle aziende sanitarie, con il rafforzamento dei distretti socio-sanitari, dei dipartimenti ospedalieri, di alcuni dipartimenti territoriali (prevenzione, salute mentale, ecc.); –re-ingegnerizzazione delle procedure e dei processi, spinti anche dall’obbligo del responsabile unico della procedura, finalizzati alla responsabilizzazione sul risultato ed allo snellimento e velocizzazione dei flussi di attività; –ripensamento dei rapporti tra funzioni di staff ed amministrative, laddove parte delle attività, che sono state nell’ultimo periodo allocate allo staff per promuoverne lo sviluppo fuori dalla routine amministrativa, possono e devono essere oggi ricomposte con quelle gestite dai servizi amministrativi, per diminuire il costo di frammentazioni organizzative e sfruttare eventuali economie di scala e specializzazione. In particolare, osservando il cambiamento atteso dal processo di aziendalizzazione, il tema della gestione per processi in ambito amministrativo appare particolarmente importante. Infatti, anche alla base del lungo dibattito che vi è stato negli ultimi anni sull’effettivo contributo generato dall’aziendalizzazione vi è la sensazione diffusa nel sistema sanitario italiano, ed in particolare nell’area clinica, che vi sia una sostanziale non equità tra gli sforzi chiesti ed ottenuti dai professionisti sanitari e quelli messi in campo nel settore amministrativo, considerato ancora troppo burocratico, inefficiente, protetto. Se ciò è vero solo parzialmente, è altrettanto vero che in tale partita è in gioco seriamente il successo dell’intero processo di aziendalizzazione: se il mondo amministrativo non saprà dimostrare di saper cambiare e migliorare, se il “controllore” non dà il buon esempio al “controllato” e se chi deve supportare non supporta adeguatamente, allora è intuibile e comprensibile che diventi facile criticare l’aziendalizzazione come processo mirato a “razionare” le risorse ai professionisti più che a razionalizzare – nel senso di ottimizzare – il funzionamento delle organizzazioni. Azienda Pubblica 3.2007 434 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Pertanto, è ineluttabile per le aziende sanitarie aprire in tempi brevi una riflessione su come gestiscono i processi amministrativi, su come possono razionalizzarli, deburocratizzarli, sfruttarli per integrare meglio esigenze dei professionisti sanitari e risposte degli amministrativi. Partendo da questo punto fermo, nel presente lavoro si intende affrontare da una prospettiva nuova il tema della gestione per processi nelle aziende sanitarie. Nuova per due ordini di motivi: – si farà riferimento prevalentemente ai processi amministrativi o di supporto, mentre la maggioranza dei contributi fino ad oggi prodotti assume come centro di riflessione i processi clinici; – si concentrerà l’attenzione sulle peculiarità che assumono le ormai consolidate logiche di gestione per processi nel quadro delle aziende sanitarie pubbliche. In particolare, si proporrà una metodologia, suffragata da un caso empirico di applicazione, finalizzata ad analizzare e supportare la riprogettazione dei processi utilizzando l’approccio dell’analisi del valore. L’implicazione che verrà discussa più avanti è come nelle aziende pubbliche, ed in particolare in quelle sanitarie (che sono anche la massima espressione di organizzazioni professionali), il valore possa declinarsi di modi più vari rispetto all’impresa privata, e quindi di come la generazione del valore lungo i processi avvenga, a volte inaspettatamente, tramite attività che in altri contesti verrebbero considerate inutili se non dannose. Si pensi, ad esempio, al valore che generano attività che facilitano il coordinamento inter-istituzionale, la diffusione delle conoscenze per favorire l’apprendimento diffuso nel sistema, oppure la rendicontazione trasparente verso l’esterno, la creazione di consenso e la concertazione. Pertanto, di seguito si procede prima ad illustrare le basi metodologiche della proposta al centro di questo lavoro (§§ 2 e 3), per poi discutere nel dettaglio la proposta relativa alla contestualizzazione nel campo delle aziende sanitarie pubbliche dell’analisi dei processi nell’ottica del valore (§ 4). A compendio della discussione (§ 5) vi è la presentazione di un caso applicativo. Infine (§ 6), si traggono alcune conclusioni in merito alla valenza e generalizzabilità dell’approccio metodologico presentato. 2. I processi aziendali e la gestione per processi: un inquadramento nel contesto sanitario Classificazione dei processi nelle aziende sanitarie Gli assetti organizzativi d’azienda possono essere letti secondo due viste logiche complementari: una prospettiva strutturale, secondo la quale l’azienda è composta da un insieme di “funzioni” raggruppate in base al criterio 435 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico dell’uniformità delle operazioni e della specializzazione dei compiti e la prospettiva dinamica, secondo la quale l’azienda è formata da un insieme di “processi” preposti alla realizzazione di risultati omogenei e trasversali alle strutture organizzative. Una definizione generale di processo è offerta da Davemport (1993): il processo è formato da un insieme di attività collegate tra loro a livello logico e temporale, svolte trasversalmente rispetto alle unità organizzative, accomunate dalla partecipazione alla realizzazione di un risultato definito a favore di utenti interni o esterni all’organizzazione. Il processo è caratterizzato da un inizio e da una fine chiaramente individuabili, così come identificabili devono essere i ruoli e gli apporti di ogni struttura organizzativa partecipante e gli attributi del risultato ottenuto dal processo. A differenza della relativa omogeneità nella classificazione delle funzioni, non esiste in letteratura un set di macroprocessi universalmente accettato e valido per le differenti classi di aziende. Nel tempo è stata formulata una molteplicità di classificazioni dei processi aziendali, in relazione ai fattori “competitivi”, “abilitanti” o “vincolanti” che li contraddistinguono; al posizionamento in relazione alla strategia aziendale, al tipo di valore generato ed alla tipologia di portatori di interessi destinatari degli output dei processi (per una analisi della letteratura si veda ad esempio Armistead, Rowland, 1996, pp. 36 e segg.). La generalità delle classificazioni si basa peraltro sullo schema della catena del valore proposto da Porter (1985), secondo il quale esistono due categorie principali di processi, in relazione ai destinatari cui si rivolgono: – i processi primari (o “core”) hanno per destinatari soggetti esterni all’azienda, in particolare i clienti e quindi sono direttamente responsabili della generazione dei beni, dei servizi e degli altri output rivolti ai destinatari finali dell’attività aziendale; – i processi secondari (o “di supporto”) hanno per destinatari soggetti interni all’azienda e sono finalizzati al corretto, continuo ed efficace svolgimento dei processi primari. Gli autori che si rifanno a tale schema logico richiamano l’esistenza di una terza categoria di processi, detti “direzionali”, finalizzati alla gestione degli altri processi (analisi competitiva e del contesto esterno, definizione degli obiettivi di medio-lungo e di breve periodo; cfr. ad esempio Chiavaccini, Pratali, 2000). La classificazione “dettagliata” dei processi realizzata da Porter (2) è specificamente indirizzata alle aziende di produzione industriali. Tale classificazione deve necessariamente essere adeguata al contesto delle aziende 2 L’autore individua i processi principali in: logistica in entrata, attività operative, logistica in uscita, marketing e vendite, servizi successivi alla vendita; ed i processi secondari in: approvvigionamenti, sviluppo delle tecnologie, gestione delle risorse, attività infrastrutturali. Azienda Pubblica 3.2007 436 Esperienze innovative BPR e valore pubblico sanitarie. Risulta importante in particolare compiere un distinguo all’interno dei processi di supporto tra processi “sanitari” di supporto e processi “amministrativi” di supporto. Si possono così distinguere nelle aziende sanitarie tre differenti tipologie di processi (Lega, 2001; cfr. figura 1). (i) Processi primari clinico-assistenziali Sono tipicamente costituiti dall’insieme di attività cliniche svolte per risolvere uno specifico problema di salute ed hanno come output finale atteso la risoluzione del problema stesso per cui un paziente è entrato in contatto con la struttura ospedaliera o l’erogazione di un servizio assistenziale (si pensi all’ambito della prevenzione o dell’assistenza distrettuale). (ii) Processi sanitari di supporto Si tratta di quelle attività a carattere clinico (come la gestione dei farmaci oppure le analisi di laboratorio) che non producono un risultato di salute ma sono strettamente funzionali e interconesse al processo primario clinicoassistenziale. In casi specifici un dato processo sanitario di supporto può in realtà essere classificato come processo primario. Si pensi, ad esempio, al processo di prestazione diagnostica, è principale quando rivolto a pazienti ambulatoriali, mentre è di supporto quando erogato per un paziente ricoverato. (iii) Processi amministrativi di supporto Sono tipicamente costituiti da tutte quelle attività amministrative essenziali per il corretto svolgimento dei processi primari ma che non prevedono un coinvolgimento diretto del paziente (si pensi, ad esempio, al processo di approvvigionamento e logistica dei beni oppure alla gestione delle risorse umane). All’interno di tale categoria si possono far ricomprendere, anche i processi direzionali/strategici. In questo caso è possibile riprendere, almeno in parte, la classificazione operata da Porter ed è, quindi, possibile classificare i processi amministrativi delle aziende sanitarie secondo due criteri guida: il fattore della produzione gestito-oggetto del processo (risorse umane, sistemi informativi, beni patrimoniali) e la tipologia di operazioni svolte (gestione contabile, gestione degli approvvigionamenti, gestione delle relazioni con il pubblico). 437 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Figura 2 – Classificazione processi in un’azienda sanitaria Processi sanitari di supporto Analisi di laboratorio Diagnostica di laboratorio Distribuzione farmaci Gestione del blocco operatorio … Area Prevenzione Area Ospedaliera Area Territoriale Processi Primari Percorso Diagnostico, Terapeutico e Assistenziale *HVWLRQHFRQWDELOLW¢3URJUDPPD]LRQHH&RQWUROOR *HVWLRQHDSSURYYLJLRQDPHQWL *HVWLRQHGHOOHULVRUVHXPDQH *HVWLRQHGHLVLVWHPLLQIRUPDWLYL *HVWLRQHGHOSDWULPRQLRHGHJOLLQYHVWLPHQWL *HVWLRQHGHOOHUHOD]LRQLFRQLOSXEEOLFR Processi amministrativi di supporto Fonte: Lega (2001), adattamento In linea generale la classificazione dei processi non è un’operazione oggettiva, ma dipende dal contesto organizzativo di riferimento e soprattutto dagli obiettivi dell’osservazione e della gestione. In sanità, la problematica dell’individuazione dei processi è rilevante soprattutto nel caso dei processi primari, sia da un punto di vista clinico (qual è l’inizio del problema di cura) che da un punto di vista spazio-temporale. Se si vuole seguire l’approccio metodologico di Porter, è facile distinguere all’interno delle aziende sanitarie locali tre macro “famiglie di servizi”: (i) attività di prevenzione; (ii) attività territoriale; (iii) attività ospedaliera. Sempre più spesso però molti processi primari delle aziende sanitarie risultano trasversali a queste tre macro aree (3). La necessità di tenere conto di questa trasversalità dei processi di cura primari rappresenta uno dei punti chiave delle logiche che caratterizzano lo strumento del Percorso diagnostico terapeutico ed assistenziale (Tozzi, 2004). Secondo lo strumento del PDTA i processi sono individuati come elementi logici responsabili dell’unitaria presa in carico e risposta al fabbisogno di assistenza dei pazienti, coprendo trasversalmente le attività di prevenzione, di assistenza ospedaliera e territoriale. L’oggetto di osservazione prioritario del presente contributo è l’insieme 3 Si prenda a titolo di esempio il caso del processo di cura dei pazienti con polmonite. In questo caso tutte le attività svolte sul territorio a monte (presa in carico del paziente) e a valle (fase di riabilitazione e monitoraggio) fanno parte integrante del complessivo processo primario clinico assistenziale in oggetto (cfr. ad esempio Lega 2001, Casati, Vichi, 2002). Azienda Pubblica 3.2007 438 Esperienze innovative BPR e valore pubblico dei processi amministrativi delle aziende sanitarie. L’elenco di massimo livello dei macro-processi proposto in figura 1 può essere ulteriormente esploso al fine di individuare una mappa dei processi aziendali più significativa ai fini dell’analisi e della reingegnerizzazione. In questo senso, prendendo ad esempio il macro-processo “gestione degli approvvigionamenti”, esso può essere suddiviso in una serie di processi a seconda della tipologia di fattore produttivo gestito: beni sanitari, beni non sanitari, servizi sanitari, servizi non sanitari. Ognuno di essi rappresenta un processo in quanto caratterizzato da un output congiunto ben identificabile, da specifiche interazioni tra professionalità e con norme e procedure differenti. Ad evidenza, la specificazione può continuare ulteriormente; ad esempio, il processo “approvvigionamento dei beni sanitari” può essere utilmente suddiviso in tre: approvvigionamento di farmaci, di materiali sanitari, di dispositivi. La fissazione del livello di dettaglio adeguato all’analisi è dunque lasciato alle esigenze di intervento dell’osservatore; in tal senso si rimanda all’esemplificazione riportata nel caso di studio (§ 5). Il significato e le fasi della gestione per processi Il presente paper si pone l’obiettivo di presentare un approccio metodologico da adottare nel caso di progetti di re-engineering dei processi amministrativi delle aziende sanitarie pubbliche. Riprendendo paradigmi ormai consolidati in letteratura (Davenport, 1993), è possibile in linea generale individuare una serie di fasi logicotemporali, successive all’identificazione delle finalità e dell’ambito di intervento, che dovrebbero contraddistinguere un efficace intervento di analisi e re-engineering dei processi: 1) Analisi; 2) Progettazione; 3) Cambiamento; 4) Monitoraggio. Qualsiasi progetto di re-engineering deve necessariamente partire dalla individuazione delle finalità che si intende perseguire che possono essere le più varie. Ad esempio, una azienda può decidere di ri-progettare tutti o parte dei propri processi perché: si vuole procedere ad una razionalizzazione delle risorse utilizzate; si vuole migliorare la qualità (percepita/manageriale/tecnico-specialistica); è in programma un cambiamento degli assetti istituzionali (ad esempio fusione di più aziende); è previsto un trasferimento degli spazi, si vuole ridurre la variabilità dei comportamenti; si vuole procedere ad una riduzione del rischio clinico-organizzativo; si vogliono introdurre logiche di responsabilizzazione sui risultati. Anche a seconda delle finalità identificate, è possibile alternativamente 439 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico procedere ad una ri-progettazione di tutti i processi aziendali oppure focalizzarsi solo su quelli considerati più critici. La fase di “analisi” consiste nella rappresentazione degli elementi fondamentali dei processi (attività, unità organizzative coinvolte, strumenti, controlli, interazioni, input ed output dei processi) e dell’identificazione dei punti di criticità attuali in relazione alle performance attese del processo. Tale fase deve essere svolta da uno o più gruppi di lavoro composti dagli attori coinvolti nei processi (4). La costituzione dei gruppi di lavoro rappresenta un momento importante, dove è importante andare a bilanciare l’esigenza di funzionalità (inversamente proporzionale al numero di partecipanti) con quella di adeguata rappresentatività dei gruppi dei lavoro. Nella fase di progettazione o re-ingegnerizzazione è necessario adottare uno specifico approccio di intervento; il paragrafo successivo propone un’analisi della letteratura in merito mentre il § 4 presenta l’approccio proposto nel presente contributo e sperimentato su di una specifica realtà aziendale (cfr. § 5). In ogni caso, per re-ingegnerizzare i processi aziendali è necessario individuare uno standard di riferimento rispetto cui tendere e confrontare lo stato attuale delle cose. Nel caso dei processi primari clinico-assistenziali, l’individuazione dello standard di riferimento per l’azienda emerge dal confronto con le linee guida e gli standard di riferimento disponibili nella letteratura scientifica. In questo senso, lo sforzo che si richiede al gruppo di lavoro è quello di adattare le varie linee guida presenti in letteratura allo specifico contesto organizzativo in cui si opera, arrivando così a definire un percorso di riferimento aziendale. Nel caso dei processi amministrativi di supporto, invece, l’identificazione di uno standard di riferimento risulta più difficoltosa. Una volta individuate le criticità e definiti chiari piani di cambiamento è necessario andare a sperimentare ed applicare il processo ridisegnato. Tale fase di cambiamento deve essere accompagnata da efficaci iniziative di informazione e formazione rivolte a tutti gli operatori coinvolti dai cambiamenti. Da ultimo, per sostenere ed alimentare il cambiamento risulta importante andare a definire efficaci sistemi di monitoraggio per verificare, nella operatività quotidiana, se il processo così come è stato ri-disegnato viene effettivamente implementato. 4 A titolo di esempio, il gruppo di lavoro responsabile dell’analisi e riprogettazione del processo di approvvigionamento e logistica dei farmaci dovrebbe quantomeno coinvolgere: (i) la farmacia; (ii) l’U.O. Acquisizioni di beni e servizi; (iii) l’U.O. di logistica; (iii) i Sistemi informativi; (iv) il Controllo di gestione più eventualmente rappresentanti della componente clinica. Azienda Pubblica 3.2007 440 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Figura 3 – Le fasi della gestione per processi ANALISI • Costituzione gruppi di lavoro • Mappatura dei processi MONITORAGGIO PROGETTAZIONE FASI • Individuazione dello standard di riferimento • Individuazione criticità configurazione attuale • Identificazione driver di valore • Misurazione indicatori di controllo • Analisi scostamento tra il processo ri-progettato e l’effettivo CAMBIAMENTO Definizione configurazione a tendere, individuazione obiettivi ed indicatori di controllo, implementazione 3. Gli approcci alla reingegnerizzazione dei processi: una panoramica Dall’approccio radicale al benchmarking Il filone teorico della reingegnerizzazione dei processi si è sviluppato nell’ambito delle imprese di produzione a partire dai primi anni ’90, in corrispondenza con la nascita e l’evoluzione di sistemi informativi automatizzati altamente integrati che hanno spinto ad una riflessione più generalizzata sulle esigenze di integrazione interna delle aziende. Il tema della reingegnerizzazione nasce come risposta all’esigenza di presidiare la gestione per processi dell’azienda e, in particolare, le dimensioni di integrazione informativa, cognitiva e manageriale. È possibile identificare tre filoni principali di letteratura che si sono occupati della tematica della gestione per processi, riconducibili ad approcci complementari in termini di focus di analisi, modalità di intervento e strumenti: – Approccio “radicale” del business process re-engineering (BPR); – Approccio “gradualista” del business process improvement; – Approccio del benchmarking alla reingegnerizzazione dei processi. L’approccio radicale (formulato per la prima volta da Hammer nel 1990), si fonda sul principio della necessità di pensare la gestione per processi “a prato verde”, non considerando cioè gli attuali assetti organizzativi interni come un vincolo o dato di partenza. L’assunto di fondo è che in contesti produttivi maturi, in cui tutti i soggetti economici sono in grado di fornire 441 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico medesimi beni o servizi, l’unico modo per ottenere vantaggi significativi è ottenere prestazioni competitive in termini di costo, tempestività, qualità e correttezza dei processi gestionali. Peraltro, gli assetti aziendali si sviluppano e si consolidano mantenendo una propria inerzia non contrastabile con interventi parziali. Di conseguenza, l’unica soluzione per raggiungere i risultati attesi in termini di performance dei processi gestionali è il ripensamento di fondo della configurazione dei processi gestionali, i loro confini, gli input, gli output e le prestazioni attese da parte dei clienti/utenti interni o esterni degli stessi. Secondo l’approccio radicale ai processi l’innovazione organizzativa è inscindibile da una profonda innovazione tecnologica, finalizzata ad automatizzare la conduzione dei processi e ad aumentare la capacità decisionale. Il BPR non individua una precisa metodologia di intervento, ma individua delle linee guida generali da utilizzare come checklist nella riprogettazione dei processi: accorpamento di attività, empowerment degli operatori, combinazione razionale delle attività costituenti il processo, chiarimento delle aree e dei contenuti dell’interazione tra strutture organizzative, eliminazione di duplicazioni nei controlli, centralizzazione delle informazioni e decentramento delle attività (Hammer, Champy J., 1993). L’approccio gradualista alla reingegnerizzazione (anche chiamato Business Process Improvement o BPI, Davenport, 1993; Johansson, 1993; Morris, 1995) coincide con la seconda fase di sviluppo teorico e parte dalle critiche all’approccio “radicale”, considerato poco realistico a causa dell’inerzia organizzativa e delle resistenze al cambiamento nonché mancante di una precisa metodologia di intervento (Davenport, Stoddard, 1994). L’approccio gradualista alla reingegnerizzazione parte dalla mappatura e dalla rappresentazione della configurazione consolidata dei processi (processo “AS IS”). A partire dagli elementi che ostacolano il raggiungimento delle prestazioni attese dal processo devono essere identificate le leve del cambiamento individuando gli elementi che ostacolano il raggiungimento dei risultati attesi. In particolare, le criticità consolidate possono essere riconducibili alle prassi operative (sequenza e modalità di svolgimento delle attività, interazioni organizzative orizzontali e verticali attivate), alla cultura organizzativa diffusa (propensione all’integrazione e allo scambio informativo, disponibilità al confronto, ecc.) o agli strumenti di supporto. Gli elementi di criticità sono oggetto principale di riprogettazione al fine di individuare la nuova configurazione dei processi (processo “TO BE”) e le performance di questi ultimi sono sistematicamente nella fase di postimplementazione. In questo modello l’innovazione tecnologica è vista come elemento abilitante ma da usare in ottica contingente e graduale, al fine di evitare un eccessivo irrigidimento delle prassi organizzative. Il terzo approccio citato è riconducibile al benchmarking (Camp, 1995; Rolstadas, 1995; Beretta, 2000); tale metodologia consiste nel creare uno schema interpretativo adatto a definire, in base ad una modellizzazione delle componenti e delle performance attese dai processi, le pratiche ecAzienda Pubblica 3.2007 442 Esperienze innovative BPR e valore pubblico cellenti che consentono di ottenere i risultati attesi. In questo senso, assume una rilevanza prioritaria l’identificazione di elementi comparabili tra le realtà oggetto di osservazione, in particolare le componenti dei processi amministrativi (attività, meccanismi, controlli, input/output) e le misure di prestazione attese. Approcci “operativi” e approcci “strategici” alla reingegnerizzazione Trasversalmente agli approcci richiamati, la teoria si è divisa in relazione all’identificazione dell’oggetto prioritario di intervento e alle misure di performance dei processi che devono guidare gli interventi di reingegnerizzazione. Alcuni autori (Hammer, Champy, 1993; Petronio, 1996; Rolstadas, 1995) prendono in considerazione l’intero universo dei processi aziendali e adottano un approccio “operativo” all’identificazione delle misure di performance, focalizzandosi sull’idea di standardizzazione e taylorizzazione dei processi in base alle misure di efficienza produttiva, correttezza formale, tempistica. Tale impostazione è fortemente accentuata nella letteratura focalizzata sul settore industriale. Altri autori partono dall’assunto che gli interventi di reingegnerizzazione devono essere fortemente collegati alla strategia competitiva dell’azienda. I processi su cui intervenire sono identificati in base all’analisi degli elementi distintivi di creazione di valore dell’azienda nei confronti degli stakeholder, al posizionamento dei processi all’interno della formula di business aziendale e all’identificazione del “valore aggiunto” atteso da ogni processo (Peppard, 1997; 1999). I processi oggetto di interesse sono quindi processi core o “primari” (Porter, 1985); solitamente il focus è centrato sulla creazione di valore per i clienti/utenti e la reingegnerizzazione è guidata dalle misure di customer satisfaction o di qualità tecnica e percepita. In questo senso, gli interventi di reingegnerizzazione partono dalle attese e dalle percezioni degli stakeholder e mirano a modificare gli elementi del processo direttamente collegati ad essi. Elemento comune ai due approcci citati è l’ampio utilizzo della letteratura sulla misurazione delle performance, punto di riferimento per gli interventi di reingegnerizzazione. Nel caso dell’approccio “operativo” la letteratura richiama l’analisi relativa all’efficienza e l’efficacia, l’automazione, l’esito e il costo dei processi (Grover et al., 1995; Petronio et al., 1996). Nel caso dell’approccio “strategico” la letteratura richiama invece gli approcci “bilanciati” alle performance (Kaplan, Norton, 1992; Chenhall, 1997), il concetto di gerarchia di misure di performance e il collegamento tra queste ultime e la strategia aziendale (Meekings, 1995). La reingegnerizzazione dei processi nel settore pubblico La letteratura sulla reingegnerizzazione dei processi si è confrontata intensamente con il settore pubblico, con riferimento sia alle aziende di servizi sia agli enti pubblici territoriali. 443 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Le specificità degli approcci relativi al settore pubblico sono ascrivibili a tre elementi: – le variabili di ambiente “esterno” e di ambiente “interno”; – l’operazionalizzazione del concetto di “valore”; – il settore di operatività delle aziende. Con riferimento alle variabili di ambiente, la letteratura sulla reingegnerizzazione dei processi nel settore pubblico si è spesso inserita nelle critiche sulla scarsa realisticità dell’approccio “radicale”. Su questa linea, in relazione all’ambiente esterno la convergenza di interessi potenzialmente contrapposti e l’alto livello di politicizzazione delle scelte gestionali rafforzano le resistenze al cambiamento sostanziale e tendono a bloccare cambiamenti esclusivamente dettati dalla razionalità economica (Buchanan, 1997; Del Vecchio, 2001). In relazione all’ambiente interno, i comportamenti inerziali propri delle burocrazie professionali tendono a ostacolare i processi di reingegnerizzazione nell’ottica della legittimazione professionale e della conservazione del proprio status professionale (Dair, 1995; Mintzberg, 1985; Russel, 1994). La seconda specificità indicata dalla letteratura è la concezione di “valore” come elemento di riferimento per la reingegnerizzazione dei processi. Mentre nella letteratura di impresa si fa riferimento al valore per i clienti (processi core o “primari”) e per gli utenti interni (processi di supporto o “secondari”), nelle aziende pubbliche il concetto di valore è più complesso e multidimensionale. Integrando la visione di alcuni autori (Walsh, 1991; Halachimi, Boukaert, 1995; Halachimi, Boivard, 1997), nel caso del settore pubblico alla categoria del valore per i clienti /utenti si devono aggiungere: i) il valore percepito dagli utilizzatori indiretti dei servizi o i destinatari ultimi delle politiche (c.d. spillover value); (ii) il valore generato dagli impatti sociali in termini ad esempio di coesione, equità, giustizia sociale (social value), e (iii) il valore generato dal consenso per il perseguimento di determinati assunti ideologici o valori politici (political value). Ognuna di queste dimensioni di valore presenta proprie problematiche specifiche e coinvolge una molteplicità di interlocutori con percezioni differenti. Conseguentemente, la letteratura sottolinea la difficoltà concettuale e pratica di identificare i parametri di riferimento per il ri-orientamento dei processi gestionali nell’ambito del settore pubblico, e la necessità di creazione di un framework condiviso e allargato per l’interpretazione del valore creato dall’organizzazione a monte dell’intervento di cambiamento (aspetto affrontato nel successivo paragrafo). Per quanto riguarda le specificità legate all’ambito di attività, l’interesse specifico della ricerca sulle aziende sanitarie pubbliche si è rivolto ai processi primari ed ha sfruttato il paradigma del ripensamento dell’organizzazione nell’ottica della centralità del paziente (cfr. ad esempio nella letteratura italiana Lega, 2001; Casati, Vichi, 2002); la reingegnerizzazione dei Azienda Pubblica 3.2007 444 Esperienze innovative BPR e valore pubblico processi amministrativi e di supporto è, di contro, un ambito poco esplorato e per lo più allineato con i paradigmi sviluppati nell’ambito delle imprese di produzione private, mancando di riconoscere, dunque, le specificità dell’approccio necessario nell’ambito pubblico. 4. Una proposta per l’approccio alla reingegnerizzazione dei processi nelle aziende pubbliche di servizi sanitari nell’ottica del valore Il presente contributo prende le mosse dal corpo di letteratura esistente, proponendo un approccio metodologico che accoglie e integra spunti provenienti da differenti approcci esistenti in letteratura. In particolare nel contesto di riferimento sembra necessario adottare un approccio alla reingegnerizzazione: i) “graduale”; ii) che possa essere efficacemente adattato tanto ai processi primari che ai processi secondari o di supporto; iii) che integri la visione “strategica” e la visione “operativa” delle dimensioni di performance dei processi; iv) che operazionalizzi il concetto di “valore” nell’ambito delle aziende pubbliche di servizi come punto di riferimento condiviso per orientare il cambiamento organizzativo. Si ritiene fondamentale in particolare il punto iii), in quanto la reingegnerizzazione dei processi non può limitarsi ad avere come obiettivi la semplificazione e il recupero di efficienza, ma deve mirare alla massimizzazione dell’apporto dei processi in termini di creazione di valore accettando la fisiologica complessità che tale parametro-guida introduce negli interventi di miglioramento dei processi. Il modello di partenza Secondo l’approccio graduale alla reingegnerizzazione è necessario identificare i processi prioritari sui quali intervenire, sviluppare una visione degli stessi capaci di generare le performance attese, mappare la situazione attuale e le leve di cambiamento che possono essere attivate, ridisegnare i processi e monitorarne l’evoluzione nel tempo (Davemport, 1993). All’interno di questo framework generale, il punto critico è l’identificazione delle finalità e delle misure di performance dei processi. In questo senso si adotta come punto di partenza il modello sviluppato da Beretta (2000) in figura 3, in quanto focalizza il legame tra le misure di processo e la generazione di valore aziendale ed è esplicitamente focalizzato sui processi amministrativi. 445 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Figura 4 – Il legame tra misure di processo e generazione di valore aziendale Missione aziendale Configurazione dei processi aziendali Ruolo del processo in termini di generazione di valore aziendale Missione assegnata al processo Misure di performance di processo costo tempo qualità esito Fonte: Beretta (2000) Secondo il modello, la missione aziendale si traduce in scelte sull’architettura dei processi, da cui discendono specifiche finalità assegnate ai singoli processi, da cui discendono indicatori di performance di processo. In questo senso, le misure di prestazione dei processi devono esprimere il contributo che il processo oggetto di osservazione deve generare all’interno del più ampio percorso di generazione di valore aziendale delineato mediante l’architettura dei processi. Conseguentemente, le misure di risultato “operative” (tempo, costo, qualità, esito) assumono un significato e un peso differente nella misura in cui contribuiscono a migliorare l’impatto del processo in relazione alla creazione di valore aziendale. In questo senso, la prospettiva “operativa” al miglioramento dei processi va sempre inquadrata all’interno di quella “strategica”. Rispetto al modello di riferimento, il presente lavoro propone alcuni arricchimenti, riconducibili: – alle dimensioni di valore nel contesto delle aziende pubbliche di servizi; – al focus sulle attività come elemento di base dell’analisi e riprogettazione a dignità propria; – alla correlazione tra attività, processi amministrativi e la generazione di valore aziendale. L’operazionalizzazione del concetto di valore nelle aziende pubbliche di servizi sanitari La letteratura si è confrontata per lungo tempo sul concetto di valore applicato alle aziende pubbliche e in particolare sul concetto di “valore pubblico” (si Azienda Pubblica 3.2007 446 Esperienze innovative BPR e valore pubblico veda, ad esempio, Moore, 1995; Rebora, 1999; Valotti, 2000; Borgonovi, 2004). Prendendo spunto da tali analisi, si propone una declinazione del concetto di creazione di valore specificamente riferito alle aziende pubbliche di servizi sanitari lungo due prospettive complementari: – la prospettiva dei portatori di interesse; – la prospettiva delle dimensioni di risultato. Sotto la prima prospettiva richiamata (figura 4), l’azienda sanitaria pubblica si trova al centro di una serie di relazioni istituzionali con differenti categorie di portatori di interesse “interni” ed “esterni”, ognuno con differenziati ed a volte conflittuali interessi che gravitano sull’azienda. Il grafico sottostante propone un’elencazione delle dimensioni di valore associate alle principali categorie di portatori di interesse (classificazione adattata dalla teoria degli stakeholder; Donaldson, Preston 1995) (5). Figura 5 – La mappatura del valore nella prospettiva delle categorie di portatori di interessi Comunità Efficiente utilizzo delle risorse e della capacità produttiva senza spreco di risorse pubbliche Dipendenti/Unità Organizzative Equità, impatti sociali (valore “sociale”) Utenti esterni Qualità e disponibilità dei servizi con caratteristiche adeguate Soddisfazione/realizzazione Ruolo/qualificazione professionale Qualità del clima organizzativo Garanzia della privacy e della sicurezza valore Sistema pubblico Azienda (funzionamento/continuità) Capacità di generazione, trasmissione e rinnovamento della conoscenza Capacità di funzionamento Economicità Partecipazione a obiettivi di salute Rispetto di condizioni/vincoli di appartenenza al sistema (trasparenza, pubblicità, etc.) Appropriatezza della struttura di offerta e delle prestazioni La seconda prospettiva fa riferimento alla vasta letteratura sulla multidimensionalità delle performance nell’ambito delle aziende sanitarie pubbliche e 5 Con specifico riferimento ai portatori di interesse “interni”, alla tradizionale categoria dei collaboratori/dipendenti è necessario affiancare l’azienda in se stessa, nei confronti della quale la creazione di valore è generata dalla capacità di funzionamento nel tempo e di rinnovamento delle risorse di conoscenza che permettono di operare con continuità. Gli stakeholder esterni sono stati suddivisi in tre categorie: gli utenti, nei confronti dei quali il valore generato dall’azienda è riconducibile alle caratteristiche dei servizi erogati; la comunità di riferimento, portatrice di richieste di appropriatezza del sistema di tutela della salute, di efficienza dell’uso di risorse, di equità ed universalità; il sistema pubblico, il cui adeguato funzionamento richiede all’azienda il rispetto di determinati vincoli e condizioni (pubblicità, trasparenza, equilibri di bilancio) e la realizzazione di obiettivi di salute sovraordinati. 447 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico all’esigenza di un controllo “bilanciato” sulle stesse (per una review della letteratura e alcuni spunti critici ad esempio Bruno, Vignati 2004, Lega et al. 2004). Il modello che si propone (figura 5) identifica quattro dimensioni di risultato che fanno capo a: efficienza ed appropriatezza dei processi interni; equilibrio economico-finanziario (condizione-vincolo per le aziende pubbliche); qualità delle prestazioni; accessibilità e continuità del sistema di tutela della salute in ottica integrata. Figura 6 – La mappatura del valore nella prospettiva delle dimensioni di risultato Efficienza ed appropriatezza Dimensione economico-finanziaria Costi Tempi Coerenza tra risorse consumate e prestazioni rese Volumi di attività Appropriatezza Risparmi Solvibilità e solidità finanziaria Equilibrio economico valore Qualità Soddisfazione Utente Equità / Accesso Adeguata disponibilità di servizi Sicurezza Universalità e facilità di accesso Efficacia Clinica Capacità di presa in carico unitaria Tempestività intervento L’identificazione di due prospettive complementari di valore nelle aziende sanitarie pubbliche rispecchia la complessità di misurazione di tale concetto nel contesto di riferimento. La sua utilità alla reingegnerizzazione dei processi consiste: i) nella condivisione tra i soggetti coinvolti delle dimensioni di valore generabili da un’azienda sanitaria; secondo la letteratura molti esperimenti di reingegnerizzazione falliscono per la mancanza di un linguaggio e una prospettiva comune delle finalità dell’intervento; la lettura condivisa del valore può aiutare a ovviare a tale rischio (Bashein et al., 1994); ii) nella necessità di un confronto tra gli attori che partecipano al progetto di reingegnerizzazione sulle priorità da assegnare alle dimensioni di valore; in questo senso si può ricordare che un presupposto fondamentale per l’efficacia della reingegnerizzazione è il collegamento con la strategia aziendale, con gli obbiettivi strategici e di miglioramento ritenuti prioritari (sul punto, ad esempio, Peppard, 1996). Il collegamento tra il re-engineering ed il tema della creazione di valore assume particolare importanza soprattutto nel caso dei processi amministraAzienda Pubblica 3.2007 448 Esperienze innovative BPR e valore pubblico tivi, dove risulta più difficile andare a definire uno standard di riferimento e dove, data la maggiore lontananza dalle attività core delle aziende sanitarie, può essere più difficile definire un legame immediato con la performance aziendale. La metodologia di analisi dei processi: focus sulle attività Come detto, un processo è costituito da un insieme di attività legate in modo logico e temporale e preordinate alla realizzazione di uno specifico output comune. Il presente lavoro intende sottolineare l’importanza di intervenire a livello delle attività. In prima approssimazione le attività possono essere classificate in attività “necessarie” e attività “non necessarie”. Le attività non necessarie sono fuori dallo spazio di intervento della reingegnerizzazione; se non sono un vincolo imprescindibile per l’azienda devono essere “eliminate”. Le attività necessarie esplicitano tale loro attributo: i) nell’ottica di uno o più processi cui partecipano come componenti; ii) come elementi che contribuiscono direttamente alla creazione di valore aziendale. Tale contributo diretto può esplicitarsi in relazione: a uno o più processi cui partecipano come componenti; alla valorizzazione delle risorse umane; al rispetto di condizioni o vincoli legati all’appartenenza dell’azienda al sistema pubblico (ad esempio il soddisfacimento del debito informativo nei confronti della capo gruppo Regione). Le attività “necessarie” in quanto appartenenti ai processi aziendali devono essere analizzate in relazione alla loro attitudine a contribuire alle performance del processo ed alla capacità dello stesso di generare valore aziendale: ogni processo contribuisce infatti attraverso le proprie performance in modo specifico alla generazione di determinati elementi di valore aziendale. Il contenuto specifico della reingegnerizzazione delle attività aziendali concerne il profilo di “costo-beneficio” delle stesse. Ogni attività può essere potenzialmente svolta secondo molteplici modalità, che assorbono differenti livelli di risorse umane e strumentali. Il livello di “costo” associato alla determinata attività deve essere commisurato ai benefici attesi in termini di valore o di contribuzione alle performance attese dei processi di riferimento. In questo senso, secondo l’approccio graduale alla reingegnerizzazione, è necessario considerare se le modalità consolidate di effettuazione delle attività possono essere migliorate in termini di profilo costo-beneficio. I driver di valore dei processi amministrativi La comprensione della capacità di generazione di valore aziendale a livello delle singole attività è legata al concetto di driver di valore. I driver possono 449 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico essere definiti come “attributi” o aspetti caratterizzanti delle attività. Come visto precedentemente, tale contributo è specifico in relazione al “ruolo” dell’attività all’interno dei processi aziendali e alle finalità attribuite a questi ultimi. I driver di valore sono individuabili in relazione ai processi da considerare, ed in prima istanza sono differenziabili a seconda che si analizzino i processi core o “primari” o i processi di supporto o “secondari”. In questa sede si intende sviluppare la riflessione in relazione a questa seconda categoria di processi. A partire dalla categorizzazione di Stabell, Fjeldstad, 1998 (adattata a partire da Porter, 1985) si sono identificati i seguenti driver di valore, che di seguito si commentano con riferimento alla realtà delle aziende sanitarie pubbliche: • Coordinamento ed interazione orizzontale; • Standardizzazione; • Snellezza, semplicità e rispetto delle procedure; • Integrazione ed adeguatezza dei sistemi informativi aziendali; • Localizzazione; • Autorevolezza e competenze del personale. Il coordinamento orizzontale è fortemente legato alla cultura organizzativa aziendale; esso influisce su tutti i processi che presentano attività decisionali condivise e richiedono integrazione tra unità operative differenti, in particolare tra unità dell’area amministrativa e dell’area clinica (gestione amministrativa del personale, gestione degli approvvigionamenti, ecc.). La tradizionale “appropriazione” di attività condivise da parte di singole unità produce perdita di efficienza, mentre la mancanza di interazione in attività che richiedono professionalità differenziate può ridurre l’appropriatezza delle decisioni e può contribuire alla valorizzazione del ruolo dei professionisti. La standardizzazione è una condizione fondamentale nei processi che presentano attività routinarie ed operative, nei quali la variabilità è generalmente una criticità da limitare; si ricordano ad esempio la gestione delle anagrafiche clienti e fornitori (gestione contabile del ciclo passivo e attivo), la gestione delle presenze/assenze e la gestione delle paghe (gestione amministrativa del personale). L’impatto positivo della standardizzazione consiste nella massimizzazione dell’efficienza. Le procedure sono un insieme di regole codificate per regolare una determinata attività o un insieme di attività concatenate; l’esistenza e il rispetto di tali procedure nelle situazioni che possono essere esplicitamente normate (gestione contabile, operazioni di magazzino, ecc.) è una condizione di efficienza del processo. Peraltro, le procedure devono essere snelle e semplici al fine di non irrigidire eccessivamente il processo o di danneggiare Azienda Pubblica 3.2007 450 Esperienze innovative BPR e valore pubblico altre dimensioni di valore quali la qualità e la tempestività del servizio, l’accessibilità al sistema di assistenza. Il ruolo dei sistemi informativi consiste nel permettere l’integrazione tra le diverse fasi dei processi mediante il passaggio di informazione trasversalmente a persone e unità operative. In linea generale, l’esplicita codificazione e gestione delle informazioni necessarie per gestire il processo è un driver di valore in quanto permette di operare e decidere consapevolmente al fine di ottenere l’output del processo. La localizzazione delle attività può essere un importante fattore “abilitante” o “ostativo”: si pensi ad esempio alla localizzazione ed alla configurazione dei magazzini ospedalieri, che influisce direttamente sulla capacità gestionale, la tempestività e la sicurezza della logistica interna. Infine, l’allocazione delle attività è una leva fondamentale in relazione alla già citata disponibilità di integrazione organizzativa ma anche alla disponibilità di autorevolezza e di competenze adeguate. Alcune attività richiedono di filtrare o verificare proposte o azioni svolte da altri soggetti, come, ad esempio, l’attività di verifica di congruità del farmacista ospedaliero in relazione alle richieste di ordine dei clinici. Altre attività richiedono l’assunzione di un ruolo in rappresentanza dell’azienda, come, ad esempio, la sottoscrizione dell’avvenuto collaudo di nuove attrezzature elettromedicali, o la dichiarazione di messa fuori uso di macchinari. L’autorevolezza e le competenze nell’esercizio di tali ruoli sono elementi di creazione di valore in quanto valorizzano i professionisti (farmacisti, ingegneri, ecc.) e al contempo contribuiscono all’appropriatezza ed all’utilizzo economico delle risorse pubbliche. La figura 7 fornisce una rappresentazione dell’approccio metodologico alla reingegnerizzazione dei processi nell’ottica del valore elaborato in questa sede a partire dal modello di Beretta (2000). 451 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Figura 7 – Una rappresentazione grafica dell’approccio metodologico alla reingegnerizzazione dei processi nell’ottica del valore per le aziende sanitarie pubbliche Missione aziendale Configurazione dei processi aziendali VALORE CREATO Finalità assegnata al processo - DIMENSIONI DI RISULTATO - PORTATORI DI INTERESSE Misure di performance di processo costo tempo qualità esito PROCESSO (INSIEME DI ATTIVITà) PROCESSO (INSIEME DI ATTIVITA’) Input ATTI ATTI VITÀ VITÀ ATTI DRIVER DI VALORE VITÀ Snodi decisionali ATTI VITÀ Output Coordinamento ed interazione orizzontale; Standardizzazione; Snellezza, semplicità e rispetto delle procedure; Sistemi informativi aziendali; Localizzazione; Autorevolezza e competenze del personale 5. Caso di studio: la reingegnerizzazione dei processi nell’Asl di Piacenza nell’ottica del valore Nel presente paragrafo si propone un’applicazione della metodologia di analisi dei processi amministrativi nell’ottica del valore sopra illustrata. Il caso che si propone presenta un contesto nel quale è già in opera da alcuni anni un percorso di rinnovamento degli assetti organizzativi, rispetto al quale la prospettiva della reingegnerizzazione dei processi si è recentemente inserita come tassello del cambiamento. Il contesto di riferimento. L’azienda Usl di Piacenza è il frutto della fusione, avvenuta nel 1994 di tre precedenti Usl (Castelsangiovanni, Fiorenzuola e Piacenza). Il territorio coincide con quello della Provincia, conta 48 comuni, ha una superficie di 2.589 Kmq e una popolazione di Azienda Pubblica 3.2007 452 Esperienze innovative BPR e valore pubblico circa 269.000 abitanti. Il principale comune, Piacenza, ne conta circa 100.000. Al 2004 l’azienda contava circa 3.500 dipendenti (di cui circa 570 dirigenti medici e veterinari, 1.400 infermieri, 300 amministrativi e 330 tecnici non sanitari). L’attività ospedaliera è organizzata in quattro presidi principali, Piacenza, Valtidone, Val D’arda e Bobbio, per un totale di circa 1000 posti letto. L’assistenza territoriale è garantita mediante l’articolazione dei servizi in quattro distretti: Distretto urbano di Piacenza, di Valtidone, di Val D’Arda e Distretto della Montagna. L’azienda ha intrapreso nel 2002 un percorso di rinnovamento organizzativo in concomitanza con il Piano strategico. Le criticità riscontrate nell’apparato amministrativo (vedi più approfonditamente Lega et al., 2004b) erano in gran parte riconducibili al modello burocratico: scarsa delega dirigenziale e tendenza a ricorso al vertice per tutte le decisioni; stratificazione di strumenti e procedure. Vi era, inoltre, una forte tendenza alla duplicazione delle attività amministrative tra centro e periferia, causata dalla polverizzazione del personale nelle sedi aziendali (macrostrutture ospedaliere e sul territorio) e dalle modalità di lavoro consolidate (iper-specializzazione, rigidità organizzativa, cristallizzazione dei compiti). Il rinnovamento organizzativo realizzato negli anni 2003 e 2004 ha interessato: i) lo sviluppo del personale, con particolare riferimento alla creazione di un pool di dirigenti responsabili dei propri ambiti di delega e la riconversione e riqualificazione del personale al fine di una maggiore flessibilità dei compiti; ii) la riconfigurazione delle strutture organizzative, con l’accentramento nella sede di Piacenza del personale delle attività core (affari generali, bilancio, risorse umane, acquisti, area tecnica) e il relativo consolidamento numerico dell’organico amministrativo. Il rinnovamento ha interessato anche la dimensione “dinamica” degli assetti organizzativi: in particolare, sono stati presi in considerazione due macro-processi (gestione delle risorse umane e acquisizione di beni e servizi) e si è proceduto ad un’analisi delle procedure esistenti nell’ottica di una loro codificazione e semplificazione. Nell’anno 2005, la nuova dirigenza aziendale, in continuità con l’operato della precedente, decideva di riprendere il lavoro di reingegnerizzazione dei processi amministrativi, con il preciso obiettivo di andare oltre all’ottica della semplificazione e del recupero di efficienza, riprogettando le dinamiche organizzative nell’ottica del valore. Il percorso impostato dalla direzione ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro formato da un project manager interno, i responsabili di tutte le unità complesse dell’area amministrativa e un referente operativo di progetto per unità, i responsabili di alcune unità organizzative dell’area sanitaria (ad esempio il servizio farmaceutico e il servizio medicina di base). Il lavoro è stato organizzato nelle seguenti fasi: 1) mappatura dei macro-processi di supporto condivisa tra le unità organizzative coinvolte sia nell’area amministrativa che clinica; 453 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico 2) mappatura della configurazione consolidata di alcuni processi e sottoprocessi ritenuti particolarmente significativi e applicazione della logica del valore; 3) identificazione delle criticità e degli spunti di miglioramento. Si riportano nel prosieguo del paragrafo gli estratti dei due output principali del processo di analisi e reingegnerizzazione condotto fino ai primi mesi del 2006. La mappatura dei macro-processi amministrativi e di supporto si è concentrata su tre aree di attività ritenute fondamentali: la gestione degli approvvigionamenti e la logistica, la gestione delle risorse umane e la gestione del patrimonio (cfr. figura 7). Una volta individuati i macro processi e le relative macro-fasi si è proceduto all’applicazione della metodologia del valore a specifici processi giudicati maggiormente critici o a maggiore valore aggiunto per l’azienda. Uno dei processi messi sotto analisi è stato il processo di approvvigionamento e logistica di farmaci. Così come rappresentato in figura 3, la prima fase di un progetto di re-engineering consiste nella analisi del processo e nella sua scomposizione in fasi ed attività. Per la rappresentazione grafica è stata utilizzata la tecnica del diagramma di flusso. Per le fasi ed attività considerate più critiche si è poi applicata la metodologia del valore utilizzando sia la prospettiva dei portatori di interesse che quella delle dimensioni di risultato. Di seguito viene considerato a titolo esemplificativo il caso della fase di ordinazione (rappresentata nelle sue componenti principali nella figura 8). Azienda Pubblica 3.2007 454 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Figura 8 – La mappatura dei principali macro-processi amministrativi di Figura 8 – La mappatura dei principali macro-processi amministrativi di supporto. Dai materiali dei supporto. materiali dei gruppi di lavoro nell’Asl di Piacenza gruppi di lavoro Dai nell’ASL di Piacenza. Macro-processo approvvigionamenti e logistica: Processi/sottoprocessi Processi/sottoprocessi macrofasi BENI - beni sanitari (farmaci, dispositivi, materiali sanitari) - beni non sanitari (carburanti, cancelleria, carta, stampati, materiale di guardaroba, prodotti alimentari, materiale tecnico, materiale di igiene, materiale di supporto informatico, libri, giornali e riviste) 1. Definizione della base di acquisto aziendale 2. Identificazione delle forme di acquisto e gestione delle relative procedure 3. Ordinazione 4. Logistica interna e gestione del magazzino 5. Contabilizzazione e liquidazione della fattura 6. Inventariazione Processi/sottoprocessi Processi/sottoprocessi macrofasi SERVIZI - servizi sanitari (trasporti di persone, personale convenzionato, assistenza farmaceutica, ADI, consulenze sanitarie, prestazioni strutture convenzionate, protesica, assistenza integrativa) - servizi non sanitari (servizi informatici ed utenze telefoniche, manutenzioni, utenze, consulenze, trasporti di cose, pulizie e sanificazione, smaltimento rifiuti, guardiantato) 1. Scelta sulle forme di gestione dei servizi e procedure di acquisizione da fornitori esterni 2. Ordinazione (servizi “non programmati”) 3. Verifica e controllo di esecuzione e di congruità 4. Ciclo passivo macrofasi macrofasi Processi/sottoprocessi Processi/sottoprocessi Macro-processo gestione delle risorse umane PERSONALE DIPENDENTE PERSONALE COLLABORATORE 1. 2. 3. 4. Programmazione del fabbisogno Acquisizione e inserimento Gestione amministrativa Valutazione e incentivazione macrofasi macrofasi Processi/sottoprocessi Processi/sottoprocessi Macro-processo gestione del patrimonio BENI IMMOBILI BENI MOBILI - Elettromedicali - Sistemi informativi (hardware-software) - Arredi e altri beni economali 1. Pianificazione e programmazione 2. Gestione delle procedure di acquisto 3. Inserimento (consegna, inventariazione, ciclo passivo) 4. Manutenzione 5. Trasferimento/cambio utilizzo 6. Dismissione {PAGE } 455 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Figura – fase La fase di ordinazione processo di approvvigionament Figura 9 –9La di ordinazione all’internoall’interno del processo del di approvvigionamento dei farmaci di Piacenza nell’Asl Fase di ordinazione U.O. U.O. RICHIEDENTE U.O. UO Logistica FARMACIA Fabbisogno farmaco Richiesta farmaco per attività sanitaria Raccolta e filtro richieste da parte della farmacia Il farmaco è disponibile presso il magazzino del presidio ? Consegna a reparto NO SI Le giacenze di magazzino sono sotto il livello minimo di scorta ? Invio ordini "provvisoro" da parte della farmacia alla UOABS NO SI Effettuazione dell'ordine al fornitore e stampa della copia cartacea Legenda simboli: Legenda simboli: per indicare l’inizio di undiprocesso per indicare l’ inizio un processo per indicare un’attività per indicare un’ un’attivit à NO per indicare unla nodo decisionaledel processo per indicare biforcazione SI per indicare unun documento cartaceo per indicare documento cartaceo per la la fine di un perindicare indicare fine di processo un processo Azienda Pubblica 3.2007 456 U.O. UO Acquisizione beni e servizi Esperienze innovative BPR e valore pubblico Se si utilizza la prospettiva delle dimensioni di risultato, la fase di ordinazione influenza la qualità del servizio assistenziale in termini di impatto sulla tempestività nel rifornimento dei fattori produttivi in relazione alle esigenze dei processi di cura (in particolare in tutti quei casi in cui le richieste sono fuori prontuario o urgenti) e di impatto sulla sicurezza (relativa alla necessità di avere il farmaco giusto al momento giusto per il paziente giusto). Inoltre, all’attività di ordinazione, in particolare all’attività di filtro svolta dalla farmacia, si attribuisce anche la responsabilità di garantire un soddisfacente livello di appropriatezza nell’utilizzo delle risorse produttive rispetto alle effettive esigenze della domanda e alle caratteristiche dell’attività svolta. Infine, al pari di ogni altra attività, si richiede che la fase di ordinazione venga eseguita in modo efficiente, senza inutili duplicazioni, ritardi e sprechi di ogni sorta. Se si guarda invece alla creazione di valore secondo la prospettiva dei portatori di interesse, differenti Unità organizzative e figure professionali entrano in gioco con aspettative ed interessi talvolta contrastanti: (i) la farmacia esprime l’esigenza professionale di poter esercitare un effettivo controllo sulla quantità e qualità dei dispositivi medici presenti in azienda; (ii) i reparti, e più nello specifico i clinici, esprimono la necessità di avere in tempi rapidi il materiale di cui abbisognano per la loro attività clinica; (iii) infine le U.O. Acquisizioni beni e servizi e Bilancio richiedono che le procedure di ordinazione vengano compiute correttamente, al fine di agevolare le operazioni di fatturazione dove è richiesta la verifica della congruenza tra ordine, bolla e fattura. La fase di identificazione delle dimensioni di valore associate alla specifica fase di ordinazione del processo di approvvigionamento e logistica dei farmaci ha consentito di: – sviluppare una prospettiva comune per l’analisi dei processi; – identificare il contributo della attività oggetto di re-engineering alle differenti e complementari dimensioni di creazione di valore aziendale; – confrontarsi sulle priorità da assegnare alle differenti dimensioni di valore. In particolare il terzo elemento ha consentito di fissare priorità ed una direzione condivisa per gli sforzi di riprogettazione del processo e delle sue componenti. Come secondo passaggio dell’analisi è stato richiesto al gruppo di lavoro di individuare i “driver di valore”, ovverossia quegli attributi/aspetti caratterizzanti la fase di ordinazione su cui è possibile intervenire per realizzare i contributi attesi al valore aziendale. Sono stati uniformemente ritenuti i vettori più importanti: (i) il coordinamento ed interazione tra i vari soggetti coinvolti (in particolare responsabili dei reparti ordinatori, farmacie ospedaliere e U.O.ABS); (ii) l’autorevolezza e la capacità di esercizio del ruolo dei professionisti coinvolti (in particolare i responsabili della farmacia); (iii) la snellezza e semplicità delle procedure; 457 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico (iv) la presenza di un adeguato sistema informativo automatizzato di supporto alla funzione di ordinazione e gestione dei magazzini. Il gruppo di lavoro ha conseguentemente sviluppato riflessioni sulla situazione “as is” in relazione ai vettori di valore individuati. Il coordinamento tra unità operative in fase di ordinazione è in particolare previsto in tre momenti: i) la richiesta d’ordine dai reparti alla farmacia; ii) il filtro della farmacia sull’ordinazione, la verifica delle giacenze di magazzino e nel caso di situazione di sottoscorta la redazione di un ordine provvisorio che viene inviata all’U.O.ABS; iii) l’invio dell’ordine definitivo da parte dell’U.O.ABS (6). Tali passaggi (in particolare la duplice presenza di proposta d’ordine più ordine) sono in senso assoluto ridondanti; essi peraltro sono il risultato della tensione tra: – la scelta di accentramento di tutto il personale amministrativo in un Dipartimento amministrativo unico, e, in particolare, dell’accentramento presso l’U.O.ABS del personale amministrativo del provveditorato precedentemente decentrato presso le farmacie ospedaliere; – la volontà di preservare l’attività di controllo e filtro delle richieste decentrato presso le farmacie ospedaliere. Questa specifica circostanza mette chiaramente in luce come talvolta le dimensioni di valore possano essere in contrasto. Si era già osservato come, rispetto ad un medesimo processo, possano essere coinvolti diversi portatori di interesse con aspettative ed esigenze anche fortemente contrapposte, in questo caso si è visto come anche diverse dimensioni di risultato possano essere in contrasto e spingere verso direzioni opposte. Nello specifico, la ricerca di efficienza ed economie di scala ha spinto verso l’accentramento dei servizi amministrativi con la costituzione di un Dipartimento amministrativo unico, dall’altro però, al fine di garantire l’appropriatezza delle richieste provenienti da parte dei reparti, si è mantenuto in capo alla farmacia la funzione di filtro, dando vita in questo modo ad un processo di ordinazione un po’ ridondante. La complessità delle interazioni tra le U.O. è inoltre complicata, nell’attuale contesto dell’Asl di Piacenza, da una non completa transizione verso l’informatizzazione dei flussi informativi; le richieste dei reparti vengono inviate e processate dalle farmacie su supporto cartaceo, mentre l’interazione farmacia U.O.ABS è in fase di automazione. Il gruppo di lavoro si è anche interrogato sul rapporto di costo-beneficio dell’investimento nell’informatizzazione, giudicando rilevanti i potenziali miglioramenti ottenibili in termini di correttezza, tempestività del flusso informativo in relazione agli apporti di un’alternativa azione di miglioramento del sistema di scambio cartaceo (creazione di format pre-impostati (7), miglioramento dei cataloghi cartacei, ecc.). 6 Nel momento in cui si scrive, la farmacia del presidio ospedaliero di Piacenza gestisce ancora in modo autonomo gli ordini che, a regime, dovrebbero comunque passare alla U.O. beni e servizi. 7 Ad ogni modo, in attesa della piena informatizzazione del processo, è stato comunque introdotto un format di richieste pre-impostato per le richieste provenienti dal reparto. Azienda Pubblica 3.2007 458 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Infine, per quanto riguarda il driver dell’autorevolezza e del ruolo dei professionisti, l’elemento di riprogettazione identificato è stata la necessità di un rafforzamento del mandato da parte della direzione aziendale nei confronti dei farmacisti all’esercizio della propria funzione di filtro e controllo sulle politiche di approvvigionamento. Spesso, infatti, gli stessi si ritengono poco legittimati al confronto con i responsabili dei reparti sul controllo dell’appropriatezza degli acquisti in relazione ai principi di farmaco-economia e del rispetto del prontuario aziendale. Infine, è necessario sviluppare un allineamento culturale da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo sull’importanza e sull’utilità dell’azione di filtro svolta dalla farmacia, questo banalmente vuol dire che l’U.O.ABS non emette un ordine se non è stato precedentemente verificato dal responsabile della farmacia (8). In sintesi, tale seconda fase di analisi ha consentito di riflettere sulle criticità del processo di approvvigionamento “as is” e contestualmente di stimolare la progettazione di strategie di cambiamento, anche nell’ottica del profilo costo-beneficio delle stesse. I passaggi descritti sono i più direttamente dipendenti dalla metodologia di analisi dei processi proposta nel presente contributo; le fasi successive della reingegnerizzazione, seguiranno il percorso consolidato del re-engineering dei processi: – identificazione dei componenti del processo di approvvigionamento da modificare e della nuova configurazione a tendere (processo “to be”); – identificazione delle misure di prestazione attese dal processo e delle altre misure di controllo dei nuovi assetti organizzativi disegnati; – implementazione e monitoraggio del processo di approvvigionamento “to be”. 6. L’ottica del valore: quale apporto alla reingegnerizzazione dei processi? In campo sanitario, dell’importanza dei processi e di gestione per processi si parla ormai con insistenza da almeno dieci anni ed è, quindi, chiaro che una visione ben delineata in merito si è affermata tra le aziende sanitarie italiane. Tuttavia, se in campo clinico esperienze di gestione per processi si sono nel tempo sviluppate, grazie anche al metodo clinico che trova naturale affermazione in un modus operandi processuale, in campo amministrativo sono ancora molto pochi i casi di vera re-ingegnerizzazione e gestione per processi. Da questa considerazione, dalla necessità di produrre un’accelerazione significativa nel cambiamento all’interno del mondo dei servizi amministrativi – ispirato al passaggio da logiche burocratico-funzionali di adempimento del proprio compito ad una cultura e gestione per processi orientata alla risoluzione dei problemi – prende avvio il presente contributo. 8 Tale circostanza è facilmente verificabile in caso di sistema informativo condiviso ed integrato farmacia U.O.ABS. 459 Azienda Pubblica 3.2007 Esperienze innovative BPR e valore pubblico Attivare tale cambiamento è, a parere di chi scrive, fondamentale non solo in chiave tecnica, per favorire produttività, efficienza ed efficacia dei servizi amministrativi a supporto della line clinica, ma anche in chiave culturale, rappresentando una condizione necessaria per rafforzare la legittimità del processo di aziendalizzazione che molti percepiscono come fino ad oggi influente solo sull’area dei servizi clinici (e non sempre positivamente). Altrimenti, rischia di rimanere il dubbio, e la critica fondata, che “chi scaglia la prima pietra non è senza colpa…”. In questo lavoro si è quindi indagato il tema della gestione per processi sia sotto il profilo scientifico-teorico, proponendo chiavi di lettura ed un approccio metodologico robusto, sia sotto il profilo empirico, attraverso l’analisi di un caso concreto di cambiamento fondato sull’analisi per processi. Rispetto a quanto già trattato in letteratura, il presente contributo offre due spunti di tipo tecnico riconducibili all’operazionalizzazione del concetto di valore quale paradigma di riferimento per la re-ingegnerizzazione dei processi nell’ambito specifico di riferimento: (i) da un lato l’esistenza di un valore “ambiguo” che si produce nei processi, non riconducibile al valore come inteso generalmente nella letteratura per la re-ingegnerizzazione dei processi nelle aziende di produzione. Ci si riferisce al fatto che, oltre al valore che si genera per l’utilizzatore intermedio e finale cui è destinato un certo processo, vi sono almeno altri due tipi di valore che devono essere considerati in fase di analisi e riprogettazione della attività. Uno è rappresentato dal cosiddetto social value, cioè il valore associabile alla giustizia, equità, trasparenza e correttezza garantite dall’esecuzione del processo secondo logiche ben precise. Questo è il lato fisiologico e positivo della burocrazia, quello che impone un passaggio in più, un’attività a prima vista ridondante, ma che garantisce alla collettività un utilizzo corretto e più appropriato delle risorse. L’altro è il political value, cioè il valore generato dal consenso, dall’allineamento sulle priorità da perseguire, dalla condivisione dei valori, la cui produzione può richiedere l’allungamento dei processi decisionali, la ridondanza di alcune attività. È questo il caso, ad esempio, dei processi relativi agli investimenti infrastrutturali, laddove la concertazione con enti locali, Regione ed altre aziende sanitarie si rende necessaria per integrarne la programmazione in una rete che supera spesso i confini aziendali; (ii) dall’altro lato, in organizzazioni professionali quali le aziende sanitarie, vi è anche un valore “nascosto”, che invece di produrre benefici per l’utilizzatore finale può – almeno nel breve termine – determinare un peggioramento del servizio reso. Ci si riferisce al valore che si produce attraverso la crescita del capitale intellettuale e del patrimonio intangibile dell’azienda sanitaria, riferibile in particolare all’investimento nelle risorse umane, e che necessita di attività che a prima vista sembrano ridondanti o migliorabili. Ad esempio l’affiancamento lavorativo tra un lavoratore esperto ed uno in formazione, il far svolgere un’attività ad un operatore in formazione con tempi Azienda Pubblica 3.2007 460 Esperienze innovative BPR e valore pubblico ed errori (sostenibili) maggiori di quelli dell’operatore esperto. Questo tipo di situazioni sono fondamentali non solo nell’area clinico-assistenziale, ma anche in quella amministrativa. D’altronde, il meccanismo tipico di crescita professionale in contesti ad alta intensità di professionisti è la cosiddetta “partecipazione periferica legittimata” (9), tale per cui l’operatore nuovo apprende prima attraverso l’osservazione dell’operatore esperto, poi con l’esercizio diretto sotto il suo tutoraggio, infine con l’esercizio indipendente ma graduale di compiti sempre più complessi. Pertanto, sia l’analisi del valore “ambiguo” che di quello “nascosto” sottolineano la peculiarità che l’analisi e riprogettazione per processi assume nelle aziende sanitarie e richiamano l’attenzione sull’importanza di esaminare con attenzione le singole attività per comprenderne l’utilità (valore) che trascende quella determinata dall’erogazione-produzione del servizio-prodotto. Infine, la metodologia proposta si è anche concentrata sulla dimensione processuale della reingegnerizzazione. La condivisione a priori tra i soggetti coinvolti di un set di “dimensioni di valore” e l’esigenza di identificare delle priorità tra le stesse al fine di imprimere la direzione al cambiamento, contribuiscono a formare il valore culturale che un progetto di analisi e re-ingegnerizzazione per processi può apportare al funzionamento di un’azienda sanitaria. Tale valore risiede in particolare nell’auto-analisi collettiva, da cui può nascere una maggiore motivazione al cambiamento, e nel dialogo intra-organizzativo tra varie funzioni ed “anime” aziendali – quella amministrativa e quella clinica – presupposto necessario per reintegrare ed ottimizzare processi trasversali complessi. Riferimenti bibliografici Armistead C., Rowland P. (1996), Managing Business Processes: PRB and beyond. Chichester: John Wiley and Sons, cap. 3. Bashein B.J., Markus M.L., Riley P. (1994), “Preconditions for BPR success and how to prevent failures”, Information System Management, Vol.11 (2). Beretta S. (2000) Criteri e metodologie di disegno dei processi e dei sistemi amministrativi, Milano: Egea, cap. 2. Borgonovi E. (2004), Ripensare le amministrazioni pubbliche. Tendenze evolutive e prospettive di sviluppo, Milano: Egea. Bruno P., Vignati E. (2004), Balanced Scorecard in Sanità, Milano: Franco Angeli. Buchanan D. 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