Il giorno del riconoscimento diocesano delle Missionarie di san

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Il giorno del riconoscimento diocesano delle Missionarie di san
Roma
25 marzo 2007
L’inizio della nuova avventura è stato sancito da una firma: quella che il vescovo di Porto-Santa
Rufina, mons. Gino Reali, ha posto domenica 25 marzo sul decreto che riconosce le Missionarie di san
Carlo Borromeo come Associazione di fedeli. E dal telegramma di don Julián Carrón, presidente della
Fraternità di Cl: «Carissime amiche – si legge –, mi unisco a voi nella preghiera, nella speranza che
l’inizio di questa nuova realtà rappresenti un contributo ulteriore per approfondire il carisma di don
Giussani nella vita di tutto il movimento».
Una messa, celebrata alla presenza di alcuni amici e parenti nella cappella della casa di
formazione della Fraternità, in via Boccea a Roma, e una piccola festa hanno dato avvio al cammino
ufficiale della nuova comunità. Il fatto che questa piccola realtà sia stata accolta nella Chiesa il giorno
seguente l’udienza concessa da Papa Benedetto XVI in piazza san Pietro al movimento di Cl non è un
caso. La vicinanza temporale tra i due avvenimenti è segno dell’unità che lega la Fraternità san Carlo al
carisma di don Giussani e che, d’ora in poi, abbraccia anche le Missionarie di san Carlo. Il 25 marzo,
per la neonata Associazione, ha anche un altro significato: la Chiesa festeggia la solennità della
Annunciazione a Maria. È il giorno in cui si ricorda il «sì» che la Vergine disse all’Angelo più di 2.000
anni fa. Ed è questo «sì» alla volontà di Dio – pronunciato davanti al vescovo, agli amici e ai familiari –
che esse vogliono vivere assieme attraverso la vita in comune e la missione. D’altra parte proprio il
papa, durante l’udienza del 24 marzo, ha affermato che il movimento di Cl può contribuire ad edificare
la Chiesa «con una spontaneità e una libertà che permettono nuove e profetiche realizzazioni
apostoliche e missionarie».
Alla lettura del telegramma di Carrón è seguito il saluto di don Massimo Camisasca che in breve
ha ripercorso la storia di questa nuova comunità assieme a don Paolo Sottopietra che ne sarà il
superiore generale per i prossimi sei anni. «Le Missionarie di san Carlo – ha spiegato – sono un’opera
che io non ho preventivato, ma nascono dall’insistenza di Rachele Paiusco di dare vita a una comunità
analoga alla nostra, segnata dallo stesso tipo di vocazione e di missione ». Ed è stato proprio questo
desiderio, riproposto con forza nel tempo, a convincere il superiore della Fraternità san Carlo: «Non
potevo più resistere allo Spirito di Dio – ha aggiunto – ma dovevo accettare questa piccola comunità
come qualcosa a cui dovevo dedicare una parte delle mie energie».
Mons. Reali, riprendendo nella sua omelia la recente Esortazione post-sinodale Sacramentum
Caritatis, si è soffermato in particolare sul significato dell’Eucarestia. «Questa esperienza – ha affermato
– comincia con la celebrazione dell’Eucarestia. Dall’Eucarestia, la vocazione trae la forza, il conforto e
la spinta per essere, anche nel nostro tempo, segno dell’amore gratuito e fecondo che Dio ha verso
l’umanità».
A nome delle sei ragazze ha parlato Rachele Paiusco. «In questo momento – ha affermato –
siamo piene di gratitudine per il privilegio che il Signore ci ha donato con la sua chiamata. Egli desidera
che viviamo vicine a lui e con lui siamo compagnia agli uomini: per questo gli doniamo le nostre vite».
Poi il suo pensiero è andato alla Fraternità san Carlo «in cui abbiamo visto gli ideali che vogliamo
vivere»; a don Massimo e don Paolo Sottopietra, «la cui paternità e amore saranno per sempre alla
radice della nostra strada che oggi comincia di fronte alla Chiesa». Poi il grazie «ai genitori e a tutti gli
amici per il dono della fede e dell’incontro con il movimento di Cl, a cui siamo grate di appartenere e
che vogliamo servire». Infine, il saluto più affettuoso a don Giussani «cui affidiamo oggi questo nostro
impegno, perché ci accompagni dal Cielo».