PRESENTAZIONE DEL PROGETTO SUGLI ARCHIVI
Transcript
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO SUGLI ARCHIVI
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO SUGLI ARCHIVI DI PERSONA IN AMBIENTE DIGITALE Stato dell’arte Il dibattito sul personal digital archiving si è sviluppato solo negli ultimi anni, all’incirca dalla metà degli anni 2000, e ha avuto origine negli Stati Uniti. La Library of Congress è stata ed è tuttora molto attiva negli studi in materia e nelle iniziative di sensibilizzazione degli utenti. È capofila del National Digital Information Infrastucture Program (NDIIPP), progetto avviato nel 2000 e che ha la sua interfaccia pubblica nel sito web dedicato alla Digital Preservation (http://www.digitalpreservation.gov/personalarchiving), al cui interno è presente una sezione relativa al Personal Archiving (http://www.digitalpreservation.gov/personalarchiving), attiva all’incirca dal 2007. Lo stesso sito ospita dal 2011 il blog “The Signal - Digital Preservation”, che comprende una categoria dedicata al Personal Archiving. Dal 2010 inoltre la Library of Congress contribuisce, insieme ad altre istituzioni e università, all’organizzazione del Personal Digital Archiving Day, evento per il quale ha anche reso disponibile online un Personal Digital Archiving kit, rivolto a piccole organizzazioni e biblioteche, ma anche ai privati, contenente suggerimenti operativi e risorse per realizzare la manifestazione. Molte università e biblioteche statunitensi ospitano sui propri siti sezioni dedicate al Personal Archiving: interessanti sono le pagine delle biblioteche della Cornell University, della Columbia University e dell’ALCTS - Association for Library Collections and Technical Services, una divisione dell’American Library Association. La particolarità dell’approccio americano al tema consiste nel taglio concreto e pratico delle iniziative, ma spesso appare eccessivamente basilare ed insufficiente a fornire le informazioni necessarie per una corretta gestione dei propri archivi. Ad esempio, la Library of Congress ha emanato delle linee guida in materia di Personal Digital Archiving che utilizzano un linguaggio semplice e comune, adatto ad un pubblico eterogeneo e spesso inesperto, che puntano a fornire al singolo individuo informazioni elementari sulla conservazione di foto, audio, video, e-mail, “personal digital records” (ovvero appunti scolastici, ricevute di pagamenti, estratti conto, slide, bozze, etc.) nonché siti web, blog e social media, ma che si rivelano forse troppo semplicistiche e poco approfondite, perdendo in questo modo gran parte della loro utilità. Per quanto riguarda l’Europa va segnalato il progetto Paradigm (Personal Archives Accessible in Digital Media): condotto dalle Università di Oxford e Manchester negli anni 2005-2007, ha affrontato le problematiche relative alla conservazione di documenti digitali privati attraverso lo studio e la sperimentazione sugli archivi di alcuni politici britannici. Anche il Progetto InterPares 3 (2007-2012) si è occupato della conservazione di documenti personali in alcuni casi di studio, focalizzati sull’acquisizione di archivi e collezioni personali da parte di istituzioni archivistiche. In sintesi, si tratta, per lo più, di studi che hanno affrontato la questione dell’archiviazione e conservazione degli archivi di persona dal punto di vista dei soggetti che sono istituzionalmente preposti alla custodia della memoria, mentre sono pochi e non esaustivi gli studi che hanno affrontato l’argomento dal punto di vista del cittadino comune (che è il soggetto produttore di tali archivi). Inoltre, eccezion fatta per le linee guida, minimali, emanate dalla Library of Congress e per i risultati del progetto ParaDIGM, che tuttavia si è limitato ad affrontare prevalentemente una particolare categoria di archivi di persona (quelli degli uomini politici) non vi sono ancora delle linee guida che possano guidare il semplice cittadino (ma anche lo studioso, il letterato, il professionista, etc.) nella corretta formazione, gestione e conservazione del proprio archivio digitale. Infine, le iniziative attualmente presenti nel panorama internazionale hanno posto l’attenzione sulle questioni – già queste complesse – dell’archiviazione degli archivi digitali di persona ma hanno trascurato del tutto quelle – ancor più complesse ed urgenti – legate alla conservazione, così come quelle relative alla tutela della privacy e alla riservatezza dei dati. Anche la questione della conservazione dei social media, che costituiscono una porzione rilevante degli archivi digitali di persona, nonostante il loro enorme sviluppo, non è stata ancora se non marginalmente indagata, fatte salve alcune eccezioni che riguardano essenzialmente il mondo anglosassone. Per quanto riguarda l’Italia, il tema del Personal Digital Archiving sta entrando in questi ultimi anni a far parte del più ampio dibattito sulla conservazione digitale, ma non vi sono ancora studi e progetti di ricerca in materia. Il progetto che qui si vuole presentare punta ad affrontare per primo l’argomento in maniera organica sviscerandone tutti i molteplici aspetti. Interesse del progetto per l’avanzamento della conoscenza Il progetto presenta molteplici aspetti di novità sul piano scientifico e sul piano applicativo. Per comprendere il motivo di questa affermazione basta partire da alcune semplici osservazioni su come si siano recentemente modificate molte delle attività che per secoli si sono svolte facendo uso di un supporto scrittorio cartaceo. Prendiamo, ad esempio, le tradizionali lettere cartacee, quelle scritte a mano, affrancate e 1 imbucate cartacee: negli ultimi dieci-venti anni sono state letteralmente “soppiantate” dai messaggi di posta elettronica; le cartoline sono state sostituite prima dalle cartoline virtuali che si “spediscono” sul web e poi dai post sui social media (ad esempio: Facebook). Persino gli appunti che venivano presi durante le riunioni di lavoro o le lezioni oggi sempre più spesso vengono creati direttamente con il computer (e, quindi, nascono direttamente in formato digitale). Il taccuino su cui nel passato si prendevano appunti e note oggi sempre più spesso viene sostituto da applicazioni che consentono di prendere appunti elettronici, come Evernote, Google Keep o Microsoft OneNote oppure dalle tante “app” che girano sui propri smartphone. Perfino per i “post-it”, i foglietti gialli che per qualche decennio tutti abbiamo utilizzato, sembra sia giunta l’ora del pensionamento in favore di soluzioni più fruibili, come quelle che consentono di creare dei veri e propri “post-it digitali”. Ancora: i telegrammi che nel passato venivano utilizzati per comunicare notizie in tempi rapidi (si pensi ai telegrammi di condoglianze o di felicitazioni) oggi sono stati “rimpiazzati” da altri strumenti che consentono di inviare comunicazioni pressoché in tempo reale e di avere quasi istantaneamente la garanzia della consegna al destinatario (si pensi, ad esempio, agli SMS o alle comunicazioni virtuali che avvengono mediante Whatsapp). La “vecchia” agenda cartacea è stata soppiantata dalle varie agende elettroniche che oggi sono disponibili, a partire da quelle presenti sul proprio telefono cellulare o smartphone per arrivare a quelle accessibili sul web (si pensi a Google Calendar, a Microsoft Outlook o a Microsoft Office 365, tanto per citare alcune tra quelle più utilizzate) ed accessibili attraverso i propri dispositivi informatici (personal computer, notebook, tablet o smartphone). Allo stesso modo il “vecchio” diario che nel passato raccoglieva, quasi un amico silenzioso, i pensieri più intimi, è stato oggi soppiantato dai diari virtuali – il caso più famoso è quello di Facebook – che, all’opposto, è diventato il modo per rendere noto a tutti la propria vita personale in una sorta di esasperato protagonismo individuale. Le fotografie analogiche sono state “soppiantate” da quelle digitali, e ormai si stampa su carta solo una piccola frazione degli scatti digitali che, a centinaia se non a migliaia, facciamo: ormai la parola d’ordine è “condivisione” e le foto vengono immediatamente pubblicate su uno dei tanti social media che, come Facebook e Flickr, hanno conosciuto un enorme sviluppo proprio in questi ultimi anni. Allo stesso modo, le registrazioni audio e video che “catturano” i momenti importanti della nostra esistenza sono ormai esclusivamente in formato digitale. Anche la gestione finanziaria ed economica della vita di un individuo è ormai quasi totalmente digitale: i movimenti dei conti correnti altro non sono che registrazioni in un database della propria banca e gli estratti conto arrivano via posta elettronica, così come attraverso lo stesso mezzo o attraverso canali comunque digitali arrivano le bollette delle forniture di energia elettrica, del gas e dell’acqua; in ospedale le radiografie digitali hanno da tempo sostituito le “vecchie” radiografie su lastra e la documentazione iconografica dell’esame radiologico effettuato viene fornita su supporto ottico (CD o DVD). Si tratta solo di alcuni degli innumerevoli esempi che si potrebbero fare, ma sono sufficienti per comprendere quale sia la portata della rivoluzione digitale che stiamo vivendo e alla quale, nel bene o nel male, ci stiamo abituando ed adeguando; appare evidente il trend evolutivo verso il quale gli archivi si stanno dirigendo: è molto probabile (se non quasi certo) che in un futuro neanche troppo lontano la componente digitale degli archivi sarà sempre più consistente, se non addirittura esclusiva. Una domanda sorge spontanea è: di tutta questa immensa quantità di contenuti digitali che oggi stiamo producendo cosa resterà? La domanda non è priva di fondamento perchè è evidente che i contenuti digitali sono costituiti, in ultima analisi, da sequenze di bit che sono ben più difficili da conservare dei loro corrispettivi cartacei, e ciò per via di tutta una serie di difficoltà legate in prima analisi all’evoluzione tecnologica continua ed incessante che rende rapidamente obsolete le tecnologie che solo fino a ieri costituivano l’ultima novità. Fino ad oggi la salvaguardia degli archivi di persona è stata possibile grazie all’adozione di strategie di conservazione e all’utilizzo dei materiali scrittori che, pur nella loro fragilità, hanno consentito che i documenti giungessero fino a noi. Spesso si sono verificati ritrovamenti casuali e fortuiti, come nel caso delle lettere o delle fotografie abbandonate per anni nelle soffitte o nei rispostigli, magari risposte in scatole o contenitori di fortuna, e ritrovate – perfettamente leggibili – a distanza di decenni dal momento in cui il soggetto produttore le aveva create. Sfortunatamente, non possiamo dire la stessa cosa per i documenti digitali, dal momento che per la loro conservazione occorre superare almeno tre ordini di difficoltà: l’obsolescenza dei supporti di memorizzazione, l’obsolescenza dei formati elettronici e l’obsolescenza delle piattaforme tecnologiche. In sintesi, queste tre problematiche fanno sì che un documento digitale prodotto o ricevuto oggi molto probabilmente non sarà leggibile tra dieci, venti o trenta anni. 2 Il problema della conservazione degli archivi digitali di persona rientra indubbiamente tra quelli che più assilla la comunità degli archivisti ed è stato finora oggetto di interventi frammentari, disorganici e scarsamente produttivi di risultati: mancano soprattutto una progettazione complessiva e la capacità di collegare in un profilo unitario di intervento le diverse criticità. I risultati del presente progetto costituiranno, quindi, un notevole passo avanti per l’avanzamento della conoscenza in questo settore contribuendo alla soluzione di nodi teorici, metodologici ed operativi. Occorre anche considerare che nella categoria degli archivi digitali di persona possono essere ricompresi gli archivi, tra di loro assai diversi per natura e complessità, prodotti da varie categorie di individui; solo per citarne alcune: 1. le persone comuni che desiderano conservare fotografie, le registrazioni video, la documentazione amministrativa prodotta o ricevuta per la gestione casalinga e altri documenti di famiglia, ed il cui obiettivo primario è di non perderli, trovando a livello digitale l’equivalente del cassetto, del fascicolo, del faldone o dell’armadio di sicurezza; 2. studiosi, letterati ed artisti che, oltre a percepire la necessità elementare della conservazione, comprendono che la documentazione digitale prodotta durante la propria attività può avere in prospettiva un valore storico e documentale, e che eventualmente potranno finire per confluire in archivi più ampi; 3. professionisti e studi professionali che gestiscono documentazione più o meno strutturata relativa alla loro attività (si pensi all’archivio di uno studio medico, di un avvocato, di un architetto) e per i quali una corretta conservazione degli oggetti digitali ha un valore economico immediato, è necessaria per ottemperare a determinati obblighi normativi, e salvaguarda il possibile utilizzo futuro di tale documentazione come fonte storica. Queste tipologie si differenziano alquanto sia per le esigenze che per le risorse che possono ragionevolmente mettere a disposizione. Per cui diversi saranno i livelli di intervento e le soluzioni che verranno offerte loro dai risultati del progetto (che possono andare dalla semplice proposta di linee guida, a raccomandazioni dettagliate fino alla messa a disposizione di strumenti software). Obiettivi che il gruppo di lavoro si propone di raggiungere. Questo progetto intende contribuire in maniera concreta alla soluzione del problema dell’archiviazione e conservazione di archivi digitali di persona fornendo, oltre alle riflessioni teoriche, anche le risposte operative che potranno essere efficacemente utilizzate da tutte le persone – ormai sempre più numerose - che hanno la necessità di dover gestire in maniera efficiente e corretta sotto il profilo archivistico, informatico e giuridico i propri archivi personali. Si pensi alle possibili ricadute che ne potranno derivare per i cittadini italiani che saranno chiamati a breve a gestire in maniera autonoma un’ampia gamma di documenti digitali che riguardano l’ambito personale, come il fascicolo sanitario elettronico, il fascicolo tributario, il fascicolo previdenziale, etc. e che potranno far tesoro delle indicazioni e degli strumenti forniti dal presente progetto. 3