La coscienza dell`inconscio

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La coscienza dell`inconscio
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MONASTERO DI CA M ALDOLI
E. HUSSERL, Metodo fenomenologico statico e genetico,
Milano, Il Saggiatore, 2003
J. LACAN, Il seminario, Libro XI, I quattro concetti fondamentali della psicanalisi 1964, Torino, Einaudi, 2003
P. RICOEUR, Dell’interpretazione. Saggio su Freud, Milano, Il Saggiatore, 1979
J. HILLMANN, L’anima del mondo e il pensiero del cuore,
Milano, Adelphi, 2002(7)
C.G. JUNG, Ricordi, sogni, riflessioni, Milano Rizzoli,
2012
A.N. TERRIN, ll sacro off-limits. Estasi, trance, possessione
e altri fenomeni fuori dal normale nel mondo delle religioni, a cura di J. RIES, Metamorfosi del Sacro, vol. X,
Milano, Jaca Book, 2009
G. LAKOFF, Pensiero politico e scienza della mente, Milano, Bruno Mondadori, 2009
M. RECALCATI, L’uomo senza inconscio. Figure della
nuova clinica psicoanalitica, Milano, Raffaello Cortina,
2010
G. DI PETTA, Coscienza ed “Erlebnis”. Fenomenologia psicopatologica e clinica dell’esperienza psicotica “statu
nascendi”, www.psychomedia.it
A D E S I O N E
■ Le quote di partecipazione sono calcolate su due giorni completi, dalla cena di venerdì 29 aprile al pranzo
di domenica 1 maggio.
■ Quote di partecipazione
La proposta del Convegno prevede la partecipazione
a tutti i due giorni, per cui non è possibile accettare
detrazioni per giorni di assenza o pasti non consumati
Caparra (non rimborsabile, da detrarre al momento
del saldo):
€ 35,00 adulti
€ 25,00 giovani fino a 30 anni
da versare entro 15 gg. dalla prenotazione
Contributo per i due giorni del Convegno (tutte le camere hanno il servizio interno):
€ 150,00 in camera singola o a più letti.
€ 110,00 per giovani fino a 30 anni.
NUOVI ORIZZONTI
DI RICERCA
La coscienza
dell’inconscio
XII CONVEGNO
2 9
VENERDÌ
APRILE
DOMENICA
MAGGIO
0 1
Le camere vengono assegnate in ordine di precedenza
di iscrizione, con particolare attenzione ai bisogni dei
partecipanti.
■ Prenotazioni e informazioni
FORESTERIA del MONASTERO
52014 CAMALDOLI (AR)
Tel. 0575 556013 - Fax 0575 556001
[email protected]
In copertina:
opera di Gustavo Foppiani (1925-1985)
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“Noi sappiamo, grazie a Freud,
che il soggetto dell’inconscio si manifesta,
che qualcosa pensa prima che entri nella certezza”.
(J. Lacan Il seminario. Libro XI)
L’interesse per l’inconscio è forzato dalle segnalazioni
di molti mondi scientifici in fermento: le neuroscienze,
che ammettono che circa il 98% delle nostre sensazioni sono inconsce; l’epistemologia trascendentale
della coscienza passiva dell’ultimo Husserl, che trova
sempre più riscontri; la querelle freudiana con Jung, le
considerazioni sull’inconscio di Jacques Lacan. Proprio
quest’ultimo sostiene: “L’inconscio, innanzitutto, ci si manifesta come qualcosa che resta in attesa nell’area,
direi, del non-nato” (Seminario. Libro XI, p. 24). In che
senso l’inconscio freudiano differisca sostanzialmente
“dall’inconscio romantico della creazione immaginante” di Jung è ancora un capitolo aperto. L’inconscio
è termine che si accorda con altri analoghi come la
Chora greca rivisitata da Jacques Derrida, o come la
sintesi passiva dell’ultimo Husserl rilanciata in senso
freudiano da Paul Ricoeur, o come la zona sommersa
rilevata dai cognitivisti, con accentuazioni oscillanti e
talvolta conflittuali.
In questo quadro si muove la proposta di Nuovi Orizzonti di Ricerca 2016 a Camaldoli con due grosse
provocazioni. Una legata alla dimensione mistica nella
versione di Michel De Certeau; l’altra più strettamente
psichiatrica si interrogano su questo piano inclinato.
Per Lacan non ci sarebbe stato Freud senza Cartesio.
L’emergenza del soggetto, che sente in azione qualcosa prima del pensiero certo, invoca un approfondimento sulla “coscienza dell’inconscio”.
Lo storico De Certeau ha condiviso questa impostazione lacaniana e l’ha applicata alla mistica, che può essere affrontata solo “dalle cucine” perché la sua voce
ci parla da altro luogo. È la perdita della memoria da
parte della modernità che ha indotto De Certeau a
misurarsi con questo “quartiere sospetto” e con il desiderio di un altrove. La mistica infatti è al contempo sintomo di una ferita per la perdita dell’orizzonte e per la
sovraesposizione di un soggetto cartesiano inadegua-
to. “È mistico, si legge in conclusione di Fabula mistica, colui o
colei che non può fermare il cammino e che, con la certezza di
ciò che gli/le manca, sa di ogni luogo e di ogni soggetto che
non è questo, che qui non si può risiedere né accontentarsi di
quello. Il desiderio crea un eccesso. Eccede, passa e perde i
luoghi. Fa andare più lontano, altrove”.
Che cos’è questo altrove? E questo inconscio che informa il
pensare prima del pensiero esplicito?
Nel mito di Chora il mondo antico aveva già identificato questo
spazio bastardo, chiamato da Platone nel Timeo “terzo genere” (48e), né sensibile né intelligibile, difficile e oscuro (49a).
È un “ragionamento bastardo” (loghismo noto), “che non è in
terra, né in qualche luogo in cielo, non è nulla” (52b). Esso si
colloca nel movimento della sua genesi, è un moto del pensiero
che sta per diventare pensiero esplicito. Il racconto mitico è
l’espressione del pensiero che conserva la traccia della sua
genesi onirica, persa in qualche luogo, appunto nella Chora.
Essa sembra ciò che si tiene al di qua del suo nome. Derrida
commenta che Chora è il tema del cominciamento. Da dove
comincia il mondo che viene al pensiero? “Dobbiamo ritornare
verso una pre-origine, che ci priva di questa assicurazione e
richiede nello stesso tempo un discorso filosofico impuro, minacciato, bastardo, ibrido”. Prima delle idee chiare e distinte vi è la
zona anomala, che si rileva solo col ragionamento bastardo,
col racconto mitico, dal momento che non è accessibile la chiarità dell’inizio e “non si ricomincerà mai dall’inizio”. È questo il
mondo dell’inconscio con tutte le sue narrazioni da Freud alle
neuroscienze, che non si lascia catturare e però preme sulla coscienza di ciascuno in modo violento, maleducato, cinico fino
allo sgomento della mente che vacilla e talvolta implode. Dov’è
il bel mondo delle misure, delle cure riabilitative, delle terapie
risanatrici? Oltre un secolo di psicoterapie e di strategie psichiatriche ci hanno riconsegnato un inconscio oscuro, inesplorabile,
spadroneggiante. Forse non del sesso siamo parassiti, come
sosteneva Dawkins; è più probabile che siamo in balia dell’inconscio, ricordando però che l’uomo ha saputo anche abitare
quella regione oscura con la religione e la mistica, senza tentare di addomesticare la notte nera col ragionamento chiaro, ma
affidandosi al vuoto della Chora simile alla Kenosi evangelica
con la libertà della fede.
In antico si sosteneva: “Non capire tutto, molto resta nell’ombra”.
Roberto Tagliaferri
Venerdì 29 Aprile
Pomeriggio arrivi dalle ore 14.00
21.00
Presentazione
Roberto Tagliaferri, Istituto di Liturgia
Pastorale “S. Giustina” di Padova
Sabato 30 Aprile
Visibile e invisibile nell’esperienza
schizofrenica
Gilberto Di Petta, Università di Urbino
10.30
Dibattito e ripresa del tema
15.30
L’inconscio mistico e il “ragionamento
bastardo”
Aldo Natale Terrin, Istituto di Liturgia
Pastorale “S. Giustina” di Padova
9.00
17.00
Dibattito e ripresa del tema
Domenica 1 Maggio
9.00
Tavola rotonda: La coscienza
dell’inconscio
Conclusione dei lavori
Dopo il pranzo partenze
Verrà proposta la liturgia monastica di Lodi (ore 7.30),
Vespri (ore 18.45) e la Celebrazione Eucaristica domenicale (ore 11.30)
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