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01 marzo 2017 delle ore 21:12
“Bestie di scena”: Emma Dante torna al Piccolo
Teatro di Milano, con un racconto che vi metterà
a nudo
A turno sarete un corpo che scivola e viene
salvato dalle acque; un orango interessato solo
al cibo e a masturbarsi forsennatamente; sarete
innamorati sulle note di Only you di Elvis
Presley; sarete spadaccini immortali ed esaltati,
o una delle presenze del branco spaventato dai
petardi della guerra, del terrorismo; la star vera
o presunta del palco sotto il riflettore; il perfido
burattinaio artefice della sventurata vita della
ballerina, fatta a pezzi. Sarete Santi, pazzi,
estasiati, vivi. E nudi. Di Emma Dante si è
scritto di tutto, ma gli applausi che ieri sera
hanno accolto la prima di "Bestie di scena”, a
Milano, in un Piccolo Teatro Strehler sold out,
parlano da soli. Della grandiosità di questa
figura del teatro danza italiano, in grado di
raccontare la vita usando solo il corpo, e
pochissimo altro. Solo il necessario. Tramutando
l'ordinario in straordinario, rendendo lirico il
passare uno straccio su un pavimento bagnato,
rendendo "armonioso” il litigio, sfondando la
percezione comune di "canone di bellezza”,
attraversando i confini della mimica, del gesto,
del teatro, del ballo. Cercate di evitare di
trovare "sensi” o simboli: lasciatevi travolgere.
Lasciate sfogare la vostra emotività; non erano
pochi i fazzoletti bagnati ieri, a fine spettacolo.
Tramutatevi voi stessi – lo siamo già,
inconsapevoli - in queste "bestie sul palco”,
indicazione che dovrebbe essere la più
importante metafora da portarsi a casa: essere "
bestie” nel teatro della propria vita:
sperimentando senza paura di cadere,
lasciandosi visceralmente scoprire dalla
passione. Rischiando di essere intrappolati.
"Senza storie da raccontare, né costumi da
indossare, le bestie di scena si muovono
maldestramente come al principio di tutto,
obbligandoci a dare peso, volume e ingombro
al nostro sguardo. Siamo noi a scegliere sin
dall’inizio se accoglierli o rifiutarli”, scrive
Dante nelle note di regia. Il tutto in maniera
eccellente, rigorosa, spettacolare, meticolosa,
come il forsennato uso del corpo che la regista
mette in scena grazie ai suoi attori-ballerini,
forgiati da un allenamento e una concentrazione
a dir poco militare. Ma la vita, in fondo, non è
un campo di battaglia?
Foto copyright: Rosellina Garbo
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