Alla Signora Presidente della Camera dei Deputati, On. Laura

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Alla Signora Presidente della Camera dei Deputati, On. Laura
Alla Signora Presidente della Camera dei Deputati,
On. Laura Boldrini
CC:
1. Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella
2. Presidente Del Consiglio On. Matteo Renzi
3. Presidente del Senato Pietro On. Grasso
19 giugno 2015
Sui recenti disegni di legge sulla regolamentazione della prostituzione in Italia
Signora Presidente,
Siamo un gruppo di associazioni che lottano contro lo sfruttamento sessuale e contro la
tratta delle donne e delle bambine. Le scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione riguardo
la possibile approvazione del Disegno di legge numero 1201 sulla ‘Regolamentazione del
fenomeno della prostituzione’ presentato dalla senatrice Maria Spilabotte. Il Disegno di Legge
propone di eliminare il reato di favoreggiamento consentendo di fatto la possibilità di gestire
bordelli senza commettere nessun reato e quindi di sfruttare impunemente le donne in
prostituzione. Il Disegno di Legge porterebbe a colpire ulteriormente le persone prostituite e lo
Stato stesso finirebbe per sfruttare queste persone. Tali proposte, se diventassero legge dello
Stato, peggiorerebbero le condizioni di vita di chi è prostituita e ne violerebbero i diritti umani;
inoltre, tali misure comprometterebbero del tutto gli sforzi tesi alla lotta contro la tratta a scopo di
sfruttamento sessuale e contro lo sfruttamento della prostituzione.
Equality Now è un’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani che
combatte la violenza e la discriminazioni contro le donne e le bambine nel mondo. Resistenza
femminista è un’associazione italiana che lotta contro lo sfruttamento sessuale delle donne nella
prostituzione e nella pornografia. Iroko Onlus è un associazione italiana nata con l’obiettivo di
difendere i diritti umani e di eliminare ogni forma di violenza contro le donne e i bambini, con
un’attenzione speciale alla lotta contro la tratta e lo sfruttamento delle donne e delle bambine
nella prostituzione e nell’industria del sesso. Le nostre organizzazioni lavorano con molti
collaboratori e alleati, compresi assistenti sociali e gruppi di sopravvissute allo sfruttamento
sessuale in Italia e nel mondo.
La preghiamo pertanto di intervenire con urgenza per far sì che il Parlamento Italiano
respinga questa e altre proposte di legge analoghe e che invece promuova leggi che:
1. Depenalizzino le persone prostituite
2. Colpiscano sfruttatori, favoreggiatori, gestori di bordelli e compratori di servizi sessuali
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3. Prevedano cospicui finanziamenti per servizi di assistenza alle persone in prostituzione,
inclusa ogni forma di sostegno per quelle persone che manifestano la volontà di uscire
dalla prostituzione.
Come sottolineato da una precedente petizione lanciata da Resistenza Femminista alla
quale hanno aderito più di 140 NGO e attiviste da tutto il mondo, la prostituzione e la tratta a fini
di sfruttamento sessuale commerciale sono radicate nelle disparità di genere, razziali e
economiche che esse allo stesso tempo alimentano, violando numerosi diritti umani di donne e
ragazze: quello alla parità e a non essere discriminate, il diritto alla sicurezza, alla salute, alla
libertà dallo sfruttamento, fino al diritto alla vita. In Italia, nella maggior parte dei casi sono le
donne e le minorenni ad essere prostituite e principalmente quelle provenienti da condizioni di
svantaggio economico-sociale e dai paesi più poveri quali Nigeria, Albania, Bulgaria, Ungheria,
Romania, Ucraina e Cina. Molte di loro sono vittime della tratta e tutte sono continuamente
esposte a situazioni ad alto rischio che ne mettono a repentaglio la salute e la stessa vita. Ne sono
prova le testimonianze delle sopravvissute: ‘Adelina’, rapita in Albania, è stata costretta a
prostituirsi sulle strade italiane per quattro anni. ‘Heaven’, italiana, sopravvissuta all’abuso
sessuale, è stata sfruttata in un bordello dall’età di 14 anni.
In Italia la crisi finanziaria e l’austerità colpiscono in modo sproporzionato le donne,
rendendole maggiormente vulnerabili allo sfruttamento. Alcune componenti di Resistenza
Femminista sono state ricattate da imprenditori che chiedevano prestazioni sessuali in cambio di
un lavoro. In un momento in cui un gran numero di donne sono disoccupate o vivono con lavori
precari e con un reddito basso, promuovere la prostituzione come un tipo di lavoro riconosciuto
dallo Stato, come un'alternativa valida per chi ha scarse risorse, significherebbe lanciare un forte
messaggio contro la parità di genere e costringerebbe le persone economicamente più vulnerabili
ad accettare, in mancanza di altro, lo sfruttamento.
Il modello legislativo e l'approccio che troviamo necessario applicare, conosciuto come
modello “nordico”, riconosce sia le disparità sulle quali la prostituzione e la tratta si fondano e
che allo stesso tempo alimentano, sia il fatto che la domanda di sesso a pagamento è la causa
fondamentale di entrambe. Questo approccio dunque sposta l'onere criminale su chi acquista
servizi sessuali piuttosto che su chi li vende. La Svezia, la Norvegia, l'Islanda e l'Irlanda del Nord
lo hanno adottato ed esso è in discussione nei Parlamenti di numerosi altri Stati. Lo stesso
approccio è stato esplicitamente promosso dal Parlamento del Consiglio d'Europa, e i suoi
principi sono stati sostenuti dal Parlamento dell'Unione Europea (UE).
Mentre le persone prostituite non devono essere né penalizzate né colpite in alcun modo,
la depenalizzazione del favoreggiamento e della gestione dei bordelli è un esperimento già fallito
che non ha condotto ai risultati sperati. Al contrario, in Germania e nei Paesi Bassi, tale
esperimento è servito soltanto a conferire maggior potere ai protettori, ai gestori di bordelli e ai
compratori di sesso; nei Paesi Bassi e in Svizzera, intere aree legalizzate sono state chiuse a
seguito del dilagare della criminalità organizzata e dei trafficanti.
L’Italia è obbligata dal diritto internazionale ed europeo a lottare contro la tratta e a
mettere in atto misure di sostegno e programmi di uscita per le vittime. Ha ratificato la
Convenzione ONU sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne, che
richiama gli Stati a “reprimere tutte le forme di tratta delle donne e di sfruttamento della
prostituzione femminile”, e la Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia, che richiama gli Stati a
impedire “che dei fanciulli siano sfruttati a fini di prostituzione”. L’Italia è inoltre obbligata a
scoraggiare la domanda che alimenta lo sfruttamento in quanto Parte del Protocollo ONU per la
prevenzione, soppressione e punizione del traffico di persone, soprattutto le donne e i bambini,
che integra la Convenzione ONU contro il crimine organizzato transnazionale (Articolo 9 (5)),
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della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani (Articolo
6) e della Direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo concernente la prevenzione e la
repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime (Articolo 18). L'Italia ha
inoltre ratificato la Convenzione del 1949 per la repressione della tratta di esseri umani e dello
sfruttamento della prostituzione, che obbliga gli Stati Parti a punire lo sfruttamento, il
favoreggiamento e la gestione di bordelli (Articoli 1-2) e a impedire ogni schedatura o
registrazione obbligatorie per le persone prostituite (Articolo 6). Le misure legislative proposte
violano in modo evidente questi obblighi legali.
Confidiamo che Lei terrà conto di queste informazioni quando con i Suoi colleghi in
Parlamento cercherete le soluzioni migliori ai problemi della popolazione in Italia, specialmente
quella meno privilegiata. La ringraziamo della Sua attenzione. Per ogni ulteriore chiarimento,
siamo a Sua disposizione e può contattare la signora Esohe Aghatise, Consulente, Programma
Anti-tratta, a [email protected] o +39 388 430 90 96.
Distinti saluti,
Jacqui Hunt, Direttrice
Ufficio di Londra
Equality Now
Resistenza Femminista
Iroko Onlus
Allegati:
1. Equality Now fact sheet, ‘What is the Nordic Model?’ (in inglese)
2. Equality Now fact sheet, ‘Does Legalizing Prostitution Protect Women and Girls’? (in inglese)
3. Testimonianze di ‘Heaven’ e ‘Adelina’, sopravvissute alla tratta e allo sfruttamento sessuale in
Italia
4. Testimonianze di Brigitte, sopravvissuta alla prostituzione in Germania
5. Letter from Simone Watson, Australian survivor of prostitution (in inglese)
6. Lettera di Resistenza Femminista sul legame tra precariato e prostituzione
7. Letter from Idit Harel Shemesh, Israeli activist (in inglese)
8. Letter from Inge Kleine, representative of Stop Sexkauf Initiative, Germany (in inglese)
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