relazione semstrale 2011 - Banca CR Firenze -------------

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relazione semstrale 2011 - Banca CR Firenze -------------
Relazione finanziaria semestrale consolidata al
30 giugno 2011
Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento
della Capogruppo Intesa Sanpaolo S.p.A.
2
Sommario
Cariche sociali
5
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE CONSOLIDATA
7
Dati di sintesi e indicatori alternativi di performance
9
Il primo semestre 2011
Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio
L’andamento della gestione
Eventi rilevanti del semestre
Principali rischi ed incertezze
L’informativa sui rapporti con parti correlate
11
11
26
36
36
37
Il perimetro di consolidamento
39
BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO
41
Prospetti contabili consolidati
Stato patrimoniale consolidato
Conto economico consolidato
Prospetto della redditività consolidata complessiva
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2011
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2010
Rendiconto finanziario consolidato
43
44
45
46
47
48
49
Note illustrative
Politiche contabili
Eventi successivi alla chiusura del semestre
I risultati economici
Gli aggregati patrimoniali
I risultati per settori di attività
Il presidio dei rischi
L’azionariato e le operazioni con parti correlate
Le previsioni per l’intero esercizio
51
53
55
57
65
71
73
77
81
Attestazione del bilancio consolidato semestrale abbreviato ai sensi dell’art.154 bis del D.Lgs. n.58/1998
83
Relazione della società di revisione
85
Allegati
Criteri di riclassificazione del conto economico
Criteri di riclassificazione dello stato patrimoniale
Prospetto di raccordo tra il conto economico consolidato riclassificato e lo schema di conto economico di
Banca d’Italia
Prospetto di raccordo tra lo stato patrimoniale consolidato riclassificato e lo schema di stato patrimoniale di
Banca d’Italia
Prospetto di raccordo tra dati di conto economico consolidato al 30 giugno 2011 pubblicati e proformati
Prospetto di raccordo tra dati di conto economico consolidato al 30 giugno 2010 pubblicati e proformati
Prospetto di raccordo tra dati di stato patrimoniale consolidato al 30 giugno 2010 pubblicati e proformati
Prospetti contabili di Banca CR Firenze S.p.A.
89
91
91
92
93
94
95
96
97
3
4
Cariche sociali
Consiglio di Amministrazione
Presidente
Aureliano Benedetti
Vice Presidente
Piero Antinori
Consiglieri e membri del Comitato Esecutivo
Paolo Maria Grandi
Giuseppe Morbidelli
Lino Moscatelli
Francesco Taranto
Consiglieri
Sergio Ceccuzzi
Francesco Favotto
Denio D’Ingecco
Francesco Pellati
Federico Vecchioni
Pio Bussolotto
Collegio Sindacale
Presidente
Rosalba Casiraghi
Sindaci effettivi
Carlo Giuseppe Angelini
Vieri Fiori
Sindaci supplenti
Francesco Maria Mancini
Marco Sacconi
Direzione Generale
Direttore Generale
Luciano Nebbia
5
6
RELAZIONE INTERMEDIA SULLA
GESTIONE CONSOLIDATA
7
8
Dati di sintesi e indicatori alternativi di performance
(milioni di euro)
Dat i ec onomic i (milioni di euro)
3 0 giugno
2 0 11
3 0 giugno
2 0 10
P ro - f o rm a ( 1)
P ro - f o rm a ( 1)
V a ria zio ni
%
a s s o lut a
Interessi netti
328
325
3
1,0%
Commissioni nette
171
164
7
4,3%
Risultato attiv ità di negoziazione
166
-1
167
n.s.
Proventi operativ i netti
705
524
181
34,5%
-2,4%
Oneri operativ i
364
373
-9
Risultato della gestione operativ a
341
151
190
n.s.
Rettifiche di v alore nette su crediti
130
121
9
7,4%
9
-2
11
n.s.
211
-27
238
n.s.
Utile (Perdita) dei gruppi di attiv ità in via di dismissione
Risultato netto
3 0 giugno
2 0 11
Dat i pat rimoniali (milioni di euro)
3 1 dic e m bre
2 0 10
P ro - f o rm a ( 1)
V a ria zio ni
%
a s s o lut a
Crediti v erso clientela
22.156
22.094
62
0,3%
Raccolta diretta da clientela
15.551
17.076
-1.525
-8,9%
Raccolta indiretta
20.562
20.560
2
0,0%
8.348
8.047
301
3,7%
27.879
31.332
-3.453
-11,0%
1.525
190
12,4%
di cui: Risparmio gestito
Totale attiv ità
Patrimonio netto
1.715
3 0 giugno
2 0 11
3 1 dic e m bre
2 0 10
St rut t ura operat iv a
Numero dei dipendenti
Italia
Estero
Numero degli sportelli bancari (2)
Italia
Estero
V a ria zio ni
%
a s s o lut a
6.656
7.492
-836
-11,2%
6.475
7.315
-840
-11,5%
181
177
4
2,3%
738
833
-95
-11,4%
723
816
-93
-11,4%
17
-2
-11,8%
15
3 0 giugno
2 0 11
3 0 giugno 2 0 10
P ro - f o rm a ( 1)
V a ria zio ne
p.b.
Indic at ori di reddit iv it à
Cost / income ratio (3)
51,6%
71,2%
-19,6
Risultato netto/ Patrimonio netto medio (ROE) (4)
26,1%
-3,4%
29,5
3 0 giugno
2 0 11
Indic at ori di risc hiosit à
Sofferenze nette/Crediti v erso clientela
Rettifiche di v alore cumulate su crediti in sofferenza/Crediti in sofferenza
lordi con clientela
3 1 dic e m bre
2 0 10
P ro - f o rm a ( 1)
V a ria zio ne
p.b.
2,44%
2,01%
0,43
57,2%
57,7%
-0,51
( 1) I dati eco no mici 2011 so no stati pro fo rmati o vvero riespo sti escludendo dalle singo le vo ci il co ntributo delle 11 filiali co nferite a Cariparma e riclassificando nell'utile di
pertinenza di terzi il lo ro sbilancio , in mo do da mantenere l'invarianza del risultato netto . I dati 2010 so no stati rideterminati per retro datare al 1°gennaio 2010 gli effetti
dell'o perazio ne Sallustio (acquisto di 50 filiali da B anca M o nte dei P aschi di Siena S.p.A .), del co nso lidamento di Centro Leasing S.p.A . co n il meto do del patrimo nio netto e
della cessio ne integrale della partecipazio ne in CR Spezia e del co nferimento delle suddette 11filiali a Cariparma; si segnala che ai fini dell'invarianza del risultato netto o riginario ,
l'utile relativo alle filiali acqistate e cedute è stato interamente attribuito alla vo ce "Utile (perdita) del perio do di pertinenza di terzi", mentre quello relativo a Centro Leasing e a
CR Spezia è stato interamente allo cato tra l' "Utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissio ne (al netto delle impo ste)".
( 2 ) Il dato include le Filiali Retail, i Centri P rivate e i Centri Imprese.
( 3 ) Oneri o perativi/P ro venti o perativi netti.
( 4 ) Risultato netto rappo rtato alla media del capitale, del so vrapprezzo , delle riserve e delle riserve da valutazio ne nel perio do in esame.
9
10
Il primo semestre 2011
Il primo semestre 2011
Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio
Il rincaro del petrolio, in corso fin dal quarto trimestre 2010, e il terremoto che ha colpito il Giappone nel mese di
marzo hanno contribuito a rallentare l’attività economica mondiale nel secondo trimestre. Gli indici anticipatori del ciclo
segnalano comunque ancora un’espansione dell’attività produttiva, anche se a ritmi più modesti rispetto alla media del
2010.
Riguardo al Giappone, le indicazioni provvisorie sul secondo trimestre mostrano una chiara tendenza alla ripresa dopo
la profonda caduta di aprile; il rimbalzo è associato al superamento delle strozzature di offerta provocate dal terremoto,
e dovrebbe estendersi al secondo semestre dell’anno. L’attività economica americana appariva invece in rallentamento
anche in giugno, con un peggioramento sia della crescita occupazionale, sia degli indicatori di domanda aggregata. La
situazione è resa più incerta dai contrasti sul limite legale sul debito federale, ancora irrisolti a metà luglio, e dalle
difficoltà fiscali degli Stati. Di fronte a una situazione economica ritenuta ancora molto incerta, per quanto più robusta
rispetto al 2010, la Federal Reserve ha completato il suo secondo programma di stimolo quantitativo; i tassi ufficiali
sono stati confermati allo 0-0,25%.
Anche nell’Eurozona si è verificato un rallentamento dei ritmi di crescita dell’attività economica, dopo la forte
espansione avvenuta a inizio anno (+0,8% t/t e 2,5% a/a). La severa restrizione delle politiche fiscali e il peggioramento
delle condizioni finanziarie ha penalizzato la crescita dei paesi periferici. A causa del rincaro dei prezzi delle materie
prime, l’inflazione è salita fino a un massimo del 2,8%, ben oltre l’obiettivo di medio termine della banca centrale. La
scena economica, tuttavia, più che dagli sviluppi congiunturali, è stata condizionata dalla crisi del debito pubblico.
Dopo Grecia e Irlanda, un terzo paese, il Portogallo, è stato costretto dall’eccessivo aumento dei costi di finanziamento
a chiedere il sostegno finanziario del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea. La quarta revisione del
programma di aggiustamento economico della Grecia ha messo a nudo un crescente disallineamento rispetto agli
obiettivi, oltre a seri problemi di copertura del fabbisogno finanziario del paese a iniziare dal 2012. Dopo la turbolenta
approvazione del piano fiscale di medio termine da parte del parlamento ellenico a fine giugno, solo il 21 luglio
l’Eurogruppo ha raggiunto un accordo per un nuovo programma triennale di aiuti da 109 miliardi (di cui un terzo dal
FMI), cui si aggiunge la partecipazione degli investitori privati (attraverso forme di scambio di titoli e un programma di
riacquisto) per un totale stimato in 50 miliardi. Al piano è associato, oltre alla rinegoziazione delle condizioni di prestito
ai Paesi assistiti dai programmi in essere (non solo Grecia ma anche Irlanda e Portogallo), un ampliamento dei poteri del
fondo salva-stati EFSF, tra cui la possibilità di concedere linee di credito “preventive” anche a Paesi diversi da quelli
assistiti dai programmi in corso (in particolare per finanziare la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie) e
soprattutto quella di intervenire sul mercato secondario dei titoli di Stato (sia pure in condizioni di mercato
“eccezionali” e sulla base delle analisi della BCE).
A inizio luglio, in coincidenza con l’aumento delle tensioni politiche, si è verificato un rapido allargamento dei premi al
rischio anche sul debito italiano. Sulla scadenza decennale, il 30 giugno il BTP rendeva 192 punti base più del Bund,
con un peggioramento di 46 punti base rispetto al 31 marzo; la situazione si è successivamente deteriorata ancor di
più, fino a portare il differenziale sopra i 300pb. L’allargamento dei premi al rischio ha riguardato in minor misura
anche gli altri emittenti della periferia, come la Spagna, e ha toccato anche un paese ad elevato rating come la Francia.
L’estensione della crisi evidenzia le carenze dei meccanismi di gestione della crisi introdotti nel 2010.
L’economia italiana ha continuato a registrare una modesta crescita dell’attività economica, inferiore rispetto alla media
dell’eurozona. Tuttavia, dopo due trimestri di flessione, la produzione industriale è accelerata in marzo e aprile,
tornando a calare in maggio. La crescita trimestrale è stata significativa e superiore al punto percentuale. Come
risultato, si stima che la crescita del PIL sia stata più robusta rispetto agli incrementi dello 0,1% che hanno
caratterizzato sia il quarto trimestre 2010, sia il primo trimestre 2011. La modesta crescita dell’occupazione consentita
dall’espansione del PIL si è sommata all’aumento dei lavoratori scoraggiati. Il tasso di disoccupazione è leggermente
sceso all’8%. L’andamento dei consumi è stato positivo, e la domanda interna ha contribuito alla ripresa dell’attività
economica. Il governo ha annunciato in aprile un obiettivo di pareggio del bilancio da conseguire nel 2014. L’obiettivo
per il 2012, inoltre, sarebbe coerente un calo del rapporto debito/PIL. A sostegno di tale programma, in luglio è stata
annunciata una manovra correttiva che rafforza marginalmente le misure già previste per il biennio 2011-12 e,
soprattutto, definisce le modalità di intervento per il biennio successivo.
Malgrado le tensioni sul debito, la BCE ha effettuato in aprile un primo rialzo dei tassi ufficiali dall’1,00 a 1,25%,
segnalando insoddisfazione per il livello negativo dei tassi reali; in giugno ha preparato i mercati a un nuovo intervento,
poi realizzato nella misura di 25 punti base all’inizio di luglio. La procedura di piena allocazione alle operazioni principali
di rifinanziamento è stata prorogata fino al mese di ottobre. La dipendenza delle banche di Grecia, Portogallo e Irlanda
dalla liquidità fornita dall’Eurosistema rimane molto elevata in rapporto agli attivi di sistema e al totale della liquidità
fornita mediante le operazioni di mercato aperto.
11
Il primo semestre 2011
L’andamento dei tassi Euribor riflette la svolta della politica monetaria. Il tasso mensile è salito dallo 0,81% di fine 2010
all’1,28% del giugno 2011. Incrementi nell’ordine dei 50 punti base si sono osservati sulla scadenza semestrale e
annuale. Una tendenza al rialzo ha caratterizzato anche i tassi IRS sulle scadenze corte e intermedie, mentre il livello dei
tassi a lungo termine è stato in flessione nel corso del secondo trimestre.
Per quanto concerne i mercati valutari, la fase di rafforzamento dell’euro sul dollaro che ha contraddistinto l’intero
primo trimestre si è estesa fino al mese di maggio, quando è stato toccato un picco di 1,49 dollari. L’evoluzione è stata
altalenante nel mese seguente e il cambio ha chiuso a 1,45 a fine giugno. La crisi del debito si è riflesso sulle quotazioni
del franco svizzero che ha beneficiato della condizione di valuta rifugio. La moneta elvetica ha ripetutamente ritoccato
i massimi storici nei confronti dell’euro, fino a toccare il livello di 1,16 franchi per euro.
I paesi emergenti
Il ciclo economico e l’inflazione
Nella prima metà del 2011 diverse economie emergenti, pur rimanendo su un sentiero di crescita sostenuto, hanno
frenato rispetto al 2010. Per le principali economie emergenti la crescita del PIL è passata dal 7,6% del 4° trimestre
2010 al 7,4% del primo trimestre 2011. Il rallentamento riflette l’impatto su consumi ed investimenti dell’erosione del
reddito disponibile per provocata dall’aumento dell’inflazione, dai rialzi dei tassi d’interesse e dalle misure di
stabilizzazione fiscale e, sulle esportazioni, dell’andamento meno sostenuto degli ordini dall’estero provenienti da
alcune economie avanzate.
Il rallentamento è stato relativamente contenuto in Asia, dove la domanda interna resta forte con Cina e India che
hanno registrato tassi di crescita del PIL (pari a 9,7% e 7,8% rispettivamente) solo di qualche decimo di punto inferiori
a quelli di fine 2010. In America Latina, invece, al deciso rallentamento del Brasile, dove la crescita tendenziale del PIL si
è riportata più in linea con il potenziale frenando al 4,2% nel primo trimestre 2011 dal 9,3% nello stesso periodo del
2010, ha fatto riscontro l’accelerazione del Cile (PIL al +9,8%) e del Venezuela (4,5%).
In Europa Orientale, la forza dell’economia tedesca ha sostenuto le esportazioni e l’attività economica dei paesi CEE (ed
in particolare della Slovacchia) mentre la prosecuzione del processo di aggiustamento dei conti pubblici e dei bilanci
privati ha continuato a pesare sulla domanda interna nei paesi SEE. I paesi del gruppo CIS (in particolare Russia e
Ucraina) stanno traendo invece vantaggio dal favorevole ciclo delle materie prime.
In Medio Oriente, le turbolenze politiche hanno determinato una temporanea caduta dell’economia di alcuni paesi
importatori netti di petrolio come Egitto e Tunisia. Grazie alla favorevole dinamica della domanda di energia e a seguito
delle misure a sostegno dell’economia, dei redditi e dell’occupazione adottate in corso d’anno, i paesi petroliferi del
Golfo sono attesi riportare nel 2011 un tasso di espansione del PIL più sostenuto di quanto precedentemente previsto.
Gli aumenti dei prezzi di alimentari ed energia e le pressioni esercitate dalla domanda sulla capacità produttiva hanno
dato luogo ad una generalizzata accelerazione dell’inflazione. Per la media delle principali economie emergenti, il tasso
tendenziale è salito al 7% lo scorso mese di giugno, dal 5,8% di un anno prima. Le pressioni inflazionistiche sono
particolarmente forti in America Latina (in Brasile il tasso tendenziale è salito al 6,7% ) ed in Asia (in Cina il tendenziale
si è portato al 6,4% a giugno 2011, dal 2,9% di un anno prima).
Nell’Europa Orientale, l’inflazione ha frenato in Ungheria (al 3,9% a giugno dal 5,1% di un anno prima) grazie al
favorevole effetto base, mentre ha accelerato sia in Russia (9,4% a giugno da 5,8%) che in Ucraina (11,9% a giugno) a
causa principalmente degli aumenti dei prezzi di alimentari ed energia. In Egitto gli incrementi dei prezzi dei prodotti
energetici e di quelli alimentari e le distorsioni nel sistema distributivo hanno portato il tasso tendenziale all’11,8%
rispetto al 9,2%% nel giugno 2010.
La politica monetaria e i mercati finanziari
Nella prima metà del 2011 le Banche centrali di diversi paesi dell’America Latina, tra cui Brasile, Cile, Perù, hanno agito
con decisione sulla leva monetaria per contrastare le spinte inflazionistiche. Nell’Europa orientale, il quadro appare
variegato. Lo scorso febbraio la Russia dopo due anni e mezzo ha iniziato un ciclo rialzista portando i tassi dal 7,75%
all’8,25%. La Serbia, dopo aver aumentato i tassi a più riprese nell’ultima parte del 2010 e nei primi mesi del corrente
anno, a giugno ha tagliato di 50 pb (al 12%) ritenendo che l’inflazione (13,4% a maggio), pur al di fuori del corridoio
obiettivo del 3% - 6%, abbia ormai superato il picco. L’Ungheria dopo un ulteriore aumento dei tassi in via preventiva a
inizio anno (+25 pb al 6%) è rimasta ferma. In Asia, le autorità di Cina, India, Corea e Vietnam e più di recente
Filippine, Malesia e Taiwan, hanno proseguito sulla strada della restrizione monetaria attraverso rialzi dei tassi o
incrementi del coefficiente di riserva obbligatoria. In Egitto nei più recenti comunicati l’Autorità Monetaria ha
sottolineato che la debolezza dell’economia limita i rischi di persistenti pressioni al rialzo sui prezzi e ha ritenuto il livello
dei tassi adeguato.
Sui mercati valutari tra l’indice OITP ponderato del dollaro verso le valute dei paesi emergenti si è deprezzato del 3,1%
nel primo semestre del 2011. Il dollaro si è indebolito soprattutto verso le valute dei paesi dell’Europa Centro e Sud
orientale che hanno seguito l’apprezzamento dell’euro e verso diverse valute dell’America Latina, principalmente il real
brasiliano (+6%) ed il peso colombiano (+7,7%). In quest’ultima regione, le azioni intraprese per contrastare
l’apprezzamento della valuta sono state in buona misura vanificate dall’ampliarsi del differenziale dei tassi monetari.
12
Il primo semestre 2011
Nell’Est Europa si è registrato l’apprezzamento sull’euro delle valute di Serbia e Ungheria, che hanno beneficiato dei
progressi nella stabilizzazione del quadro macroeconomico. L’elevato prezzo del petrolio ha dato un sostegno al rublo
che si è apprezzato di quasi l’8% sul dollaro, rimanendo sostanzialmente invariato sull’Euro. Nell’area MENA, le
turbolenze politiche hanno determinato un deprezzamento del pound egiziano pari al 2,8% sul dollaro (ed oltre l’11%
sull’euro, per il deprezzamento del dollaro sull’euro). In Asia, non vi è stato un visibile cambio di strategia da parte delle
autorità cinesi, che hanno continuato a favorire l’apprezzamento a piccoli passi della valuta (1,9% nel semestre sul
dollaro).
I timori di rallentamento economico e i diffusi rialzi dei tassi d’interesse hanno portato nel secondo trimestre 2011 ad
una contenuta correzione dei corsi azionari, dopo i guadagni dei primi mesi dell’anno. Da gennaio a giugno 2011
l’indice MSCI emergenti è sceso del 3,3%, confrontandosi con rialzi del 5,3% e dell’1,8% rispettivamente per S&P USA
e Eurostoxx. Le perdite più sostanziali si sono registrate su alcuni mercati del Medio Oriente (Egitto –24%, Marocco e
Libano -10%, Israele -11%), penalizzati dalle tensioni politiche, e dell’America latina (Brasile – 10%, Perù -19%).
Alcune piazze dell’Europa orientale (Croazia, Bulgaria, Romania e Russia) si sono mosse in controtendenza, registrando
significativi rialzi.
Nel primo semestre 2011, l’America Latina ha guidato la classifica degli upgrading con Colombia (portata ad
Investment grade), Cile, Brasile e Bolivia, seguita dall’Asia (Filippine e Indonesia) e dall’Europa orientale (Serbia e
Lettonia). Le preoccupazioni riguardo l’impatto delle turbolenze politiche in corso hanno dato luogo invece a tagli di
rating nei Paesi del MENA, tra gli altri in Bahrain, Egitto, Giordania, Tunisia. In parallelo, gli spread sul debito sovrano si
sono ridotti significativamente in Brasile, Colombia e Uruguay (tra i 40 e 50 pp nel semestre) e innalzati in Egitto (+70
pb), Tunisia (+110pb), Libano (+50 pb) e Medio Oriente in generale (+50 pb). Nei Paesi dell’Europa orientale la
stabilizzazione del quadro macroeconomico ha determinato un restringimento dello spread per l’Ungheria (77 pb)
mentre la favorevole congiuntura petrolifera ha portato ad un abbassamento del rischio Russia (-23 pb).
Il sistema creditizio italiano
I tassi e gli spread
I tassi bancari hanno proseguito la tendenza di graduali aumenti, riflettendo la risalita dei tassi monetari e il rialzo dei
tassi ufficiali da parte della BCE.
Gli aumenti dei tassi sui prestiti sono risultati contenuti. Rispetto a fine 2010, il tasso medio sui nuovi prestiti alle
imprese è salito di circa 30 centesimi (2,9% il tasso medio dei primi cinque mesi del 2011 rispetto a 2,6% del secondo
semestre 2010); nel secondo trimestre 2011, in particolare, gli aumenti sono stati più evidenti per le operazioni di
minor importo a fronte della resistenza ai rialzi mostrata nei mesi precedenti quando erano risultati più reattivi i tassi
sulle operazioni di maggiore entità. I tassi praticati sui nuovi prestiti alle imprese si sono confermati più bassi di quelli
medi europei, soprattutto per le operazioni di minor importo (a maggio il differenziale misurato sui nuovi prestiti fino a
un milione di euro era favorevole ai prenditori italiani per 36 centesimi, in linea con la media del 2010). Anche i tassi sui
nuovi prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni sono leggermente aumentati nella prima metà del 2011,
soprattutto per le erogazioni a tasso fisso e in misura più contenuta per quelle a tasso variabile. In media, nei mesi
primaverili il tasso sui nuovi mutui residenziali è risultato poco variato rispetto al primo trimestre del 2011, segnando da
inizio anno un aumento di circa 30 centesimi a confronto col secondo semestre del 2010 (3,07% il tasso medio dei
primi cinque mesi del 2011 rispetto al 2,73% del secondo semestre 2010). Nonostante gli aumenti, i tassi sulle nuove
operazioni di prestito alle imprese e alle famiglie sono rimasti storicamente bassi.
Il tasso medio sui prestiti in essere a famiglie e società non finanziarie è risultato poco variato, muovendosi lentamente
verso l’alto (per circa 10 centesimi di punto al 3,7% medio del primi cinque mesi del 2011), di riflesso all’aumento dei
tassi sui prestiti a breve termine alle società non finanziarie.
Anche il tasso medio sul complesso della raccolta da clientela ha proseguito la tendenza al rialzo, con progressivi
aggiustamenti verso l’alto che lo hanno riportato su livelli dell’estate 2009 (all’1,64% nella media di gennaio-maggio
2011, rispetto all’1,46% del secondo semestre 2010). I tassi sui conti correnti hanno mostrato ritocchi contenuti,
mentre i tassi sui pronti contro termine e sulle obbligazioni in essere hanno evidenziato aumenti più marcati (1,75%
medio nei primi cinque mesi del 2011 per i pronti contro termine dall’1,43% nel secondo semestre 2010, 3,06% per le
obbligazioni da 2,79%).
I margini sull’intermediazione creditizia sono rimasti su livelli contenuti. La forbice tra tassi medi sui prestiti in essere e
sulla raccolta è diminuita, toccando nuovi minimi (al 2,09% medio da gennaio a maggio 2011, rispetto al 2,14%
medio del secondo semestre 2010). Un miglioramento si è avuto dal lato della contribuzione unitaria della raccolta,
misurata sui tassi a breve termine, che nel corso del secondo trimestre 2011 ha rafforzato la tendenza all’aumento,
raggiungendo i massimi da inizio 2009 (mark-down1 sull’Euribor a 1 mese salito di 20 centesimi di punto nella media
gennaio-maggio 2011 dallo 0,39% medio del secondo semestre 2010). Per il mark-up2 sull’Euribor a 1 mese, nel
secondo trimestre 2011 l’andamento è risultato in calo, dopo il temporaneo rialzo nei primi mesi dell’anno (3,18%
medio nei primi cinque mesi del 2011 rispetto al 3,26% del secondo semestre 2010). Dati i suddetti andamenti, lo
1 Differenza tra euribor a 1 mese ed il tasso sui conti correnti di famiglie e imprese.
2 Differenza tra tasso applicato al complesso di famiglie e imprese sui finanziamenti con durata inferiore a un anno e l’euribor a 1
mese.
13
Il primo semestre 2011
spread a breve è risalito progressivamente, pur rimanendo su livelli storicamente bassi (al 3,77% medio nei primi cinque
mesi 2011, dal 3,65% del secondo semestre 2010).
Gli impieghi
Nella prima metà del 2011 i prestiti bancari hanno registrato sostenuti ritmi di crescita, grazie al proseguimento della
ripresa dei prestiti alle società non finanziarie e alla conferma di buoni tassi di sviluppo per i prestiti alle famiglie (+4,9%
a/a nei primi cinque mesi del 2011 per i prestiti alle società non finanziarie rispetto allo 0,2% del secondo semestre
2010, +7,6% da 8,1% per le famiglie). I prestiti alle società non finanziarie, dopo la rapida accelerazione di inizio 2011,
hanno mantenuto la dinamica raggiunta grazie alla ripresa dei prestiti a breve termine (6,8% nei primi cinque mesi dei
2011 rispetto a una contrazione di 1,9% nel secondo semestre 2010). Il loro andamento è sostenuto dalla domanda di
credito delle imprese per il finanziamento di capitale circolante. Anche i prestiti a medio/lungo termine alle società non
finanziarie hanno mostrato un andamento migliore rispetto al 2010, ancorché più moderato a confronto con la
dinamica della componente a breve. In termini di dimensione del prenditore, la ripresa dei prestiti alle imprese ha
riflesso quella dei prestiti alle imprese medio-grandi, risultati in calo nella media del 2010, mentre i prestiti alle imprese
di più piccola dimensione hanno accelerato moderatamente rispetto alla dinamica già positiva nell’anno precedente.
Nel periodo è proseguita la buona dinamica dei prestiti alle famiglie, sospinta soprattutto dai mutui per l’acquisto della
casa (al 7,0% medio nei primi cinque mesi del 2011). Complessivamente, nella prima metà del 2011 i prestiti a famiglie
e imprese hanno registrato una crescita costante dell’ordine del 6%, lasciandosi definitivamente alle spalle la debolezza
del biennio precedente (5,9% a/a in media nei primi cinque mesi del 2011, rispetto al 3,1% medio del secondo
semestre 2010).
Nel confronto europeo, la crescita dei prestiti delle banche italiane si è confermata più robusta di quella osservata in
media nell’area euro, sia per i prestiti alle famiglie, sia per quelli alle società non finanziarie.
La raccolta diretta
La raccolta da clientela ha registrato un miglioramento, grazie alla notevole ripresa delle obbligazioni, mentre
l’andamento dei depositi è rimasto debole, con i conti correnti in contrazione. A partire da marzo, le obbligazioni
bancarie sono tornate in crescita, dopo nove mesi consecutivi di variazioni negative, registrando un deciso recupero
(fino a segnare a maggio un aumento del 4% a/a). Nel mese di marzo, in particolare, le emissioni lorde di titoli bancari
hanno segnato un record e le emissioni nette sono risultate pari a 21 miliardi, un ammontare che non si raggiungeva
da due anni. Vi sono state emissioni superiori alle scadenze anche nei mesi successivi e, per i maggiori intermediari, i
titoli già emessi corrispondono all’intero ammontare da rimborsare nell’anno. Nel confronto europeo, l’andamento
delle obbligazioni delle banche italiane è risultato decisamente migliore della media dell’area euro, che registra
variazioni negative da oltre un anno (-0,3% a giugno 2011).
Per quanto riguarda i depositi, quelli delle famiglie sono rimasti in crescita, pur molto modesta, mentre i depositi delle
imprese hanno registrato variazioni leggermente negative. La debolezza dei depositi delle famiglie è da mettere in
relazione alla ricomposizione di portafoglio verso strumenti più redditizi.
Il risparmio gestito
In tema di raccolta indiretta delle banche, è accelerata la ripresa dei titoli in deposito della clientela già osservata nei
mesi precedenti. I titoli in custodia per conto delle famiglie (titoli di debito al valore nominale, comprensivi delle
obbligazioni bancarie) hanno riportato un ulteriore miglioramento (al +5,6% a/a a maggio dopo il 3,9% di marzo 2011
e lo 0,4% di fine 2010), consolidando il recupero dopo che gran parte del 2010 è stato caratterizzato da variazioni
negative. Tale andamento è riconducibile al graduale ritorno dei risparmiatori all’investimento in titoli, stante l’aumento
dei rendimenti offerti. Anche per quanto riguarda le società non finanziarie e le famiglie produttrici, la crescita dei titoli
in deposito appare in accelerazione rispetto ai mesi precedenti (rispettivamente, +5,9% a/a a maggio e +4,4%, da
+3,1% e 1,1% di fine 2010).
Quanto al risparmio gestito, nel primo semestre 2011 il mercato italiano dei fondi comuni aperti è rimasto
contrassegnato da un andamento negativo della raccolta netta che già aveva caratterizzato l’anno precedente. I fondi
di diritto italiano hanno nuovamente registrato un saldo negativo tra sottoscrizioni e riscatti (per 14,7 miliardi di euro). I
fondi di diritto estero promossi dai gruppi italiani hanno ottenuto un saldo positivo di raccolta netta pari a 2,4 miliardi
di euro, inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (oltre 7 miliardi). Nel corso del primo semestre le
categorie maggiormente colpite dai deflussi sono risultate quelle caratterizzate da un rapporto rischio/rendimento
meno elevato, come i fondi di liquidità (-6,2 miliardi) e i fondi obbligazionari (-4 miliardi); diversamente, la raccolta
cumulata dei fondi bilanciati e azionari è rimasta leggermente in territorio positivo (per 370 e 40 milioni
rispettivamente). Alla fine del semestre il patrimonio dell’industria era pari a 441,3 miliardi di euro, invariato rispetto a
giugno dell’anno precedente ma lievemente inferiore (del 2,5%) rispetto ai 452,5 miliardi di fine 2010. Quanto alle
assicurazioni, la produzione dei rami Vita non ha interrotto il calo della raccolta avviatosi nella seconda parte del 2010,
con 21,3 miliardi di euro di nuove polizze collocate nei primi cinque mesi dell’anno, il 32,4% in meno rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente. Il calo della raccolta ha caratterizzato indistintamente sia i prodotti tradizionali sia
quelli a più elevato contenuto finanziario e, tra i canali distributivi, sono stati più colpiti gli sportelli bancari e postali (35,8% a/a nei cinque mesi).
14
Il primo semestre 2011
L’economia del territorio di riferimento
La Toscana
Nel corso del 2010 l’attività economica in Toscana è tornata a crescere, ma a ritmi decisamente più contenuti rispetto a
quelli dell’Italia nel suo complesso: secondo le stime dell’IRPET, il tasso di crescita del PIL regionale si sarebbe fermato al
+0,9% tendenziale, un dato che si raffronta ad una caduta cumulata del valore aggiunto che nel biennio 2008-2009 è
stata prossima al 5,5%. Il risultato è in gran parte dovuto alla ripresa del commercio mondiale dopo la caduta del 20082009, che unito alla debolezza dell’euro nella prima parte dell’anno ha favorito la ripresa delle esportazioni estere
toscane, che secondo l’IRPET sono aumentate in termini reali a fine 2010 dell’8,6%. L’export verso le altre regioni
italiane, a prezzi costanti, è cresciuto in maniera più contenuta, del 2,1%, che comunque si raffronta con la caduta del
-7,6% registrata a fine 2009. Il sentiero di crescita che sembra essere stato intrapreso suggerisce alcuni dubbi sulla sua
effettiva sostenibilità a medio termine: il ritmo della ripresa è più lento del già debole dato nazionale e soprattutto di
quello delle regioni del Nord Italia; la distribuzione dei fattori di sostegno al recupero produttivo è decisamente
sbilanciata verso la domanda estera (esportazioni di manufatti toscani nei settori di nicchia e/o tipici dell’industria
regionale; flussi turistici stranieri in aumento sensibile rispetto al 2009) e ciò rende fragili le prospettive di tenuta del
quadro di crescita endogeno; infine, alle positive dinamiche della congiuntura non si è accompagnata una ripresa
dell’occupazione regionale, che anzi è diminuita.
CONTO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI DELLA TOSCANA
(Tassi di variazione % su anno precedente)
2009
2010
2011
2012
2013
Prodotto Interno Lordo
-4,5%
0,9%
1,1%
0,9%
1,2%
Importazioni - Resto d'Italia
-5,5%
2,2%
1,7%
2,0%
2,0%
Importazioni - Estero
-13,0%
10,9%
5,5%
5,2%
4,4%
Consumi delle Famiglie
Spesa delle AA.PP.
Investimenti Fissi Lordi
Esportazioni - Resto d'Italia
Esportazioni - Estero
Fonte: stime IRPET
-3,0%
-0,8%
-9,2%
-7,6%
-9,1%
1,1%
-0,3%
1,3%
2,1%
8,6%
0,7%
-0,3%
2,8%
1,8%
5,3%
0,9%
0,2%
2,8%
2,3%
4,1%
1,2%
0,5%
2,6%
2,3%
3,8%
2014
1,4%
2,1%
3,5%
1,4%
0,4%
1,9%
2,2%
3,9%
A partire dal terzo trimestre 2010, tuttavia, in linea con quanto è avvenuto in Italia, la velocità di recupero della
domanda finale è diminuita; la frenata ha interessato in particolare il settore manifatturiero il cui ritmo di sviluppo,
dopo il +5,6% realizzato nel secondo trimestre del 2010, si è più che dimezzato, chiudendo con un dato di produzione
industriale limitato al +2,4% tendenziale.
Nella seconda parte dell’anno la Toscana potrebbe quindi aver risentito delle incertezze riguardanti il ritmo di crescita
dell’economia mondiale, in presenza di turbolenze sui mercati del debito sovrano dell’Eurozona e di politiche monetarie
che, specie nei paesi asiatici, si sono fatte progressivamente più restrittive. L’incremento dei prezzi delle materie prime
alimentari e dei costi dell’energia ha rallentato l’intensità degli scambi internazionali, soffiato sul fuoco di tensioni
inflazionistiche fino ad allora latenti, fattori che hanno fatto emergere le debolezze competitive del “sistema Toscana”
e possono aver contribuito a generare deviazioni non occasionali dal percorso di ripresa tracciato nel primo semestre
del 2010. Si può comunque ritenere che la fase di ripresa, seppur ancora debole, del ciclo economico della Toscana sia
stata intrapresa e che al di là della volatilità propria di alcuni indicatori congiunturali l’intonazione di fondo
dell’economia regionale rimanga sostanzialmente positiva.
Toscana: esportazioni totali
9000
7000
5000
3000
Q3 2010
Q4 2009
Q1 2009
Q2 2008
Q3 2007
Q4 2006
Q1 2006
Q2 2005
Q3 2004
Q4 2003
Q1 2003
Q2 2002
Q3 2001
Q4 2000
Q1 2000
Q2 1999
Q3 1998
Q4 1997
Q1 1997
Q2 1996
Q3 1995
Q4 1994
Q1 1994
Q2 1993
Q3 1992
Q4 1991
Q1 1991
1000
Fonte: ISTAT
L’economia toscana ha perso da tempo alcune caratteristiche che ne avevano fatto un modello di “regione
manifatturiera”, estremamente aperta agli scambi con l’estero. Oggi l’economia regionale è caratterizzata da una
presenza prevalente dei “servizi” e questo le ha consentito di limitare i danni di una crisi che nel 2009 ha colpito
soprattutto il manifatturiero. Allo stesso tempo, tuttavia, queste caratteristiche sono all’origine di una ripresa che
15
Il primo semestre 2011
appare più lenta delle regioni italiane più virtuose, dal momento che il volano della crescita attuale è soprattutto
l’interscambio con l’estero.
La crescita delle esportazioni ha trainato soprattutto il comparto manifatturiero, che grazie a un più spiccato
orientamento ai mercati internazionali ha realizzato un incremento dei volumi di produzione che in media si è attestato
poco al di sotto del 4,0%, contribuendo per quasi due terzi alla crescita dell’economia della Regione. I dati più recenti,
come accennato sopra, indicano comunque un atterraggio su ritmi più modesti della ripresa del comparto industriale, a
partire dal terzo trimestre dell’anno. In effetti, secondo i risultati definitivi dell’indagine sul comparto manifatturiero
regionale, condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, nel quarto trimestre 2010 è rallentato
ulteriormente il ritmo di crescita della produzione industriale. Dopo essere tornato in terreno positivo all’inizio del 2010,
l’indicatore tendenziale della produzione è infatti sceso a +2,4% nel periodo ottobre-dicembre, al di sotto del dato
nazionale (+4,3%, anch’esso in calo dopo il +6,4% registrato nel terzo trimestre) e della performance regionale rilevata
nei primi nove mesi dell’anno. In media la produzione manifatturiera in Toscana nel 2010 si è attestata al +3,8%, un
dato significativamente inferiore alla media nazionale (+5,6%). La dinamica del fatturato è risultata in modesta
controtendenza: il tasso di crescita tendenziale ha segnato un +5,2% nel quarto trimestre 2010, con un’accelerazione
rispetto al +4,7% del terzo trimestre che ha portato la media 2010 al +4,9%. Nel primo trimestre del 2011 la
produzione industriale regionale sarebbe tornata comunque ad accelerare, con un aumento del +3,7% tendenziale (un
dato confortante dopo il calo di fine anno, ma che mantiene i livelli di produzione 14 punti percentuali al di sotto dei
livelli pre-crisi). Secondo Unioncamere e Confindustria Toscana, è stato meno confortante nello stesso periodo
l’andamento del fatturato, cresciuto del 4,8% in termini nominali (intorno al valore medio registrato a fine 2010), ma
grazie soprattutto ai forti incrementi dei prezzi alla produzione, passati dal +2,9% di fine 2010 al +3,4% di marzo
2011. In aumento, anche se su livelli modesti, gli ordinativi totali (+3,1% tendenziale); il valore dell’incremento
tendenziale si colloca intorno alla media 2010 degli ordinativi interni (+2,8%) e questo sembra suggerire una
progressiva perdita di trazione della domanda estera di manufatti toscani (che a fine anno crescevano ancora del 4,3%,
intorno alla media del 4,7% rilevata nei quattro trimestri 2010).
LA CONGIUNTURA MANIFATTURIERA IN TOSCANA
Variazioni % tendenziali
2009
2010
Indicatore
media
1T10
2T10
Produzione
-16,5%
3,7%
Fatturato
-17,0%
3,4%
Ordini interni
-13,8%
3,2%
Ordini esteri
-10,9%
5,4%
Occupati
-5,0%
-4,1%
Prezzi alla produzione
-2,6%
0,2%
fonte:Unioncamere e Confindustria Toscana
3T10
5,6%
6,5%
2,0%
5,4%
-2,6%
1,3%
3,5%
4,7%
3,9%
3,8%
-2,1%
2,5%
4T10
media
2,4%
5,2%
2,1%
4,3%
-1,3%
2,9%
3,8%
4,9%
2,8%
4,7%
-2,5%
1,7%
1T11
3,7%
4,8%
n.d.
n.d.
0,2%
3,4%
L’attività di investimento rimane debole, con un quarto delle medie imprese industriali che, secondo l’indagine della
Banca d’Italia, non ha raggiunto i livelli di spesa programmati per il 2010. La ripresa produttiva del 2010 non sembra
pertanto aver prodotto effetti positivi sulla dinamica degli investimenti delle imprese manifatturiere toscane, anche a
causa di un livello di utilizzo degli impianti (72,1%) che recupera molto lentamente e rimane sensibilmente al di sotto
delle medie storiche. La spesa nominale per investimenti è diminuita quindi del 4,0% circa nel 2010, in linea con le
evidenze relative alla chiusura 2009 (-4,0%). Da segnalare comunque il sensibile incremento degli investimenti in
macchinari e mezzi di trasporto (+3,5%), mentre in negativo si rileva l’andamento degli investimenti in costruzioni (1,7%), un dato che costituisce il riflesso di quello nazionale. L’IRPET segnala, sul tema della quota di investimenti fissi
destinata agli ammortamenti, che quest’ultima componente è cresciuta molto negli ultimi anni; tale fattore riduce nel
tempo l’apporto degli investimenti netti alla produttività complessiva del sistema economico regionale.
Toscana: produzione manifatturiera
1T08
2T08
3T08
4T08
1T09
2T09
3T09
4T09
1T10
2T10
3T10
4T10
1T11
10%
3,7%
5%
5,6%
3,5%
0%
-0,9%
-5%
-10%
-2,6% -3,0%
-10,1%
-11,3%
-15%
-15,5%
-20%
-19,2%
-20,1%
-25%
variazioni tendenziali - fonte: Confindustria Toscana
Fonte: Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana
16
2,4%
3,7%
Il primo semestre 2011
In base ai risultati tendenziali del quarto trimestre 2010, i settori manifatturieri maggiormente dipendenti dal mercato
interno continuano a mostrare segni di debolezza nei ritmi di produzione; in particolare alimentare, chimica e
farmaceutica (-11,3%), minerali non metalliferi (-2,1%), legno e mobili (-4,7%). D’altro canto, i settori più in grado di
sfruttare la ripresa internazionale sono quelli che sembrano avere agganciato saldamente il treno dell’export netto:
tutte le specializzazioni del sistema moda (in particolare il tessile con +6,3% e le calzature con +5,8%), la meccanica
(+8,5%, ancorché il dato non rifletta l’effettivo andamento delle vendite finali all’estero), l’elettronica (+9,4%) ed i
mezzi di trasporto (+2,4%).
Discorso a parte meritano l’edilizia ed il settore delle costruzioni, che continua ad essere caratterizzato da una negativa
fase congiunturale, con la flessione dell’attività (-0,4% tendenziale) che ha interessato sia il comparto privato che quello
pubblico, con la sola eccezione del segmento della manutenzione. E’ così proseguita la flessione del valore aggiunto
settoriale, calato del 2,7% a prezzi costanti nell’anno. Il risultato del 2010 costituisce la prosecuzione di una tendenza
alla flessione iniziata nel 2007, per una perdita produttiva dell’intero settore delle costruzioni che dal picco del 2006 è
stata di oltre il 13%.
Riguardo i servizi, la ripresa è apparsa condizionata dalla debolezza dei consumi, sebbene proprio nel terziario
continuino a manifestarsi incrementi sia dell’occupazione che del numero di imprese.
Per quanto concerne il commercio, le elaborazioni di Unioncamere Toscana evidenziano ancora un calo delle vendite al
dettaglio, dove la fase negativa è proseguita anche nel quarto trimestre 2010, ancorché la flessione del fatturato degli
esercizi commerciali si sia ulteriormente attenuata, attestandosi al -1,5%. Tale contrazione è più contenuta rispetto alla
media del 2009 (-3,9%) e sensibilmente inferiore alla media nazionale, che segna nello stesso periodo un -1,9%. Sui
comportamenti d’acquisto delle famiglie pesano le incertezze del mercato del lavoro, che impattano negativamente
sugli indici di fiducia, nonché la contrazione del reddito complessivo, entrambi fattori che inducono ad atteggiamenti di
maggiore prudenza per quanto riguarda i beni di consumo sia durevoli (-1,9%) che non durevoli (-1,5%). La
contrazione ha interessato maggiormente la piccola e media impresa, mentre secondo Unioncamere Toscana si
conferma positivo l’andamento delle vendite negli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, che crescono dello
0,4% nel quarto trimestre, recuperando i livelli di crescita di fine 2009. In media d’anno i risultati, condizionati dalle
persistenti criticità occupazionali e dalla conseguente flessione del reddito disponibile delle famiglie, sono sensibilmente
peggiori: il ritmo di vendita nel commercio al dettaglio è sceso nel complesso del 2,3% in termini nominali (una
tendenza che prosegue anche nel primo trimestre 2011, con un -1,7% nel primo trimestre), mentre la flessione del
volume delle vendite riguarda - in misura minore - anche la grande distribuzione (-0,2% nel 2010, ma +0,5% nel primo
quarto del 2011).
Riguardo al turismo, dai dati provvisori dell’indagine del Settore sistema statistico regionale della Toscana si evince che
nel 2010 è stato rilevato un aumento del numero delle presenze turistiche del 2,6% tendenziale, in netta
controtendenza rispetto al dato nazionale (-0,7%). Le presenze straniere sono aumentate del 7,9% (dopo il calo del
biennio precedente), mentre quelle italiane sono scese dell’1,9%: entrambi i dati sono migliori di quelli rilevati a livello
nazionale, a dimostrazione di un certo recupero di competitività del sistema turistico regionale. La spesa dei viaggiatori
stranieri è aumentata in media del 4,6%, un dato positivo ma che non compensa il vistoso calo registrato nel 2009 (16,0%). Il recupero ha riguardato soprattutto il turismo di qualità, le cui presenze si concentrano nelle città d’arte, nei
borghi e nelle campagne.
Resta largamente sfavorevole l’andamento del mercato del lavoro; l’occupazione nel settore manifatturiero ha
continuato infatti a ridursi, anche a causa della debolezza della ripresa dell’economia. Nel periodo, il tasso di
occupazione è sceso dell’1,0% e il numero di persone in cerca di occupazione è salito in misura sostenuta. Il calo degli
occupati è maturato in particolare nella prima parte del 2010 (-2,1%), mentre in seguito la dinamica del mercato del
lavoro è apparsa piatta ed in qualche caso leggermente positiva. L’indagine ISTAT sulle forze di lavoro segnala in
particolare nel quarto trimestre una modesta crescita degli occupati totali (4.000 unità aggiuntive, pari al +0,3% sullo
stesso trimestre del 2009), grazie soprattutto alla crescita dell’occupazione nel terziario (+2,7%), raffrontata alla perdita
di posti di lavoro nell’industria (-3,3%, come risultato del -9,9% nell’industria in senso stretto e del +12,9% nelle
costruzioni). Il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa è sceso nel 2010 di circa l’1,0%, portandosi al
63,8%; nella media del 2010, le forze di lavoro si sono ridotte di circa 11.000 unità, con un calo del -0,7%. Il tasso di
disoccupazione è salito ulteriormente, al 6,1% dal 5,8% registrato a fine 2009. Secondo l’indagine di UnioncamereConfindustria Toscana, si sarebbero più recentemente rafforzati i segnali di attenuazione della caduta dei livelli
occupazionali rilevati a fine 2010, specie nelle grandi imprese (+1,4%): nei primi mesi del 2011 il numero di occupati in
Toscana avrebbe segnato un incremento dell’1,1%, benché il tasso di occupazione (da 15 a 64 anni) in media cali di
quasi l’1,0% rispetto a fine anno. Il settore più debole dal punto di vista degli occupati rimane quello industriale.
17
Il primo semestre 2011
Per tutto il 2010 il ricorso alla Cassa Integrazione è rimasto sostenuto: nel quarto trimestre 2010 sono stati autorizzati
10,7 milioni di interventi di integrazione salariale al comparto manifatturiero toscano, che nel primo trimestre del 2011
sono ulteriormente aumentati (11,4 milioni di ore). Da sottolineare nel periodo il forte incremento delle ore in deroga
(+76,5%), un segno della persistenza di difficoltà strutturali per un rilevante numero di imprese, che faticano ad
agganciare la ripresa ed a riposizionarsi sui mercati di sbocco. Le stime preliminari di Confindustria Toscana riguardo la
CIG nel secondo trimestre 2011 sembrano indicare l’avvio di una fase meno acuta, in linea con quanto sta avvenendo a
livello nazionale: le ore complessive autorizzate sono scese del 17,6% rispetto al secondo trimestre 2010, anche se
continua a crescere la componente straordinaria della CIG, specie nel manifatturiero.
La Cassa Integrazione Guadagni Autorizzata - Totale
Valori assoluti (migliaia di ore)
Tipo
2008
2009
Ordinaria
4.363
21.633
Straordinaria
2.534
7.635
Deroga
2.415
4.833
Totale
9.312
34.100
Fonte: INPS e Confindustria Toscana
2010
13.767
18.658
21.813
54.237
2T 2010
4.095
5.018
4.949
14.204
Var% a/a
2T 2011
2.809
5.429
4.845
13.082
2010
-36,4%
144,4%
351,3%
59,1%
Var% t/t
Var% t/t
1T 2011
-33,2%
-5,3%
76,5%
6,7%
2T 2011
-31,4%
8,2%
-2,1%
-7,9%
Riguardo agli scambi con l’estero, è da rilevare che le esportazioni nel 2010 sono aumentate del 15,4% in termini
nominali, in linea con il resto del paese. La domanda esterna, comprensiva dell’export interregionale, ha contribuito alla
crescita della domanda totale in Toscana per circa 1,8 punti percentuali. La ripresa delle esportazioni verso l’estero è
dovuta principalmente, per 9 punti percentuali, all’esportazione di beni manufatti. A livello geografico, è stato più
sensibile il contributo fornito dalla domanda dei BRIC (soprattutto Cina e Brasile), mentre è risultato fortemente
ridimensionato l’apporto del Nord America, che in passato ha costituito un tradizionale canale di sbocco dell’export
regionale. Il primo trimestre 2011 ha confermato le tendenze registrate nel 2010: la variazione trimestrale tendenziale
dell’export toscano è stata del +13,9% (inferiore al dato nazionale), ma importante perché colloca la Toscana al vertice
rispetto alla dinamica del commercio estero di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Marche.
Dopo il progressivo calo osservato a partire dal 2007, è tornato a crescere il numero delle imprese in Toscana. Alla fine
del 2010 il numero di imprese registrate presso il sistema camerale toscano si è attestato a 417.021 unità (dati
Unioncamere-Movimprese Toscana), come risultato di un incremento delle iscrizioni nuove (30.289) e di cessazioni per
27.855 unità. Il saldo netto è quindi positivo per 2.434 unità, benché al netto delle operazioni di natura puramente
amministrativa (cancellazioni d’ufficio) il saldo imprenditoriale risulti nettamente migliore (+4.931 unità), a conferma di
una sostanziale vivacità del segmento.
18
Il primo semestre 2011
Con riguardo all’inflazione, la crescita dei prezzi alla produzione è sostenuta, a causa in particolare dei rincari delle
materie prime sui mercati internazionali. Oltre al traino esercitato dalla domanda in espansione, l’incremento dei prezzi
alla produzione è stato determinato quindi dalla necessità delle imprese di recuperare la spinta esercitata sui costi di
produzione dal rincaro delle materie prime degli ultimi mesi.
In dettaglio, secondo Unioncamere Toscana, nel quarto trimestre del 2010 i prezzi dell’output industriale fanno segnare
un +2,9% dopo il +2,5% del trimestre precedente, a conferma del rafforzamento delle pressioni rivenienti dai mercati
di fornitura degli input industriali, che si sono ulteriormente rafforzate nel primo quarto del 2011, con l’indicatore che
ha toccato il +3,4% tendenziale e che è all’origine delle distorsioni sui valori di fatturato accennate sopra.
Tali dinamiche, sia pure non direttamente, influenzano gli andamenti dell’indice dei prezzi al consumo, che pur
registrando una tendenza persistente al rialzo in termini tendenziali, continua tuttavia a muoversi su un sentiero di
crescita moderato, in linea con quelli dell’inflazione ai livelli finali dell’Eurozona.
Toscana: prezzi al consumo
4,5%
0,8%
4,0%
0,6%
3,5%
0,4%
3,0%
-0,4%
04/2010
01/2009
10/2007
07/2006
-0,2%
04/2005
2,0%
01/2004
0,0%
10/2002
2,5%
07/2001
0,2%
1,5%
1,0%
0,5%
-0,6%
0,0%
variazione mensile
Fonte: ISTAT
Per quanto concerne l’intermediazione finanziaria, nel corso del 2010 la dinamica dei finanziamenti è rimasta
moderata, dopo che le dinamiche creditizie avevano sperimentato un sensibile rallentamento per effetto della crisi; il
tasso di crescita tendenziale dei prestiti alla clientela residente in Toscana si è attestato al +2,5%. I prestiti hanno
accelerato lievemente nei primi mesi del 2011 (+3,5% a fine marzo).
La domanda di prestiti delle imprese è stata finalizzata alla ristrutturazione e al consolidamento del debito ed in misura
limitata al finanziamento del capitale circolante. La domanda delle famiglie si è concentrata nel settore dei mutui per
acquisto di abitazioni o per sostituzione di finanziamenti in essere. La qualità del credito ha continuato a deteriorarsi, a
causa delle persistenti difficoltà di larga parte del settore produttivo a destinazione endogena dell’output, segno che è
tuttora in corso un sistematico processo di ristrutturazione. Nella seconda parte del 2010 il credito alle imprese è
leggermente salito chiudendo l’anno con un incremento del +1,8%, in un contesto nel quale si sono moderatamente
attenuate le restrizioni ed i tassi di interesse sono rimasti contenuti. La domanda di finanziamento si è mantenuta
modesta. Riguardo i prestiti alle famiglie, dopo il forte rallentamento del 2008 e la sostanziale stazionarietà del 2009, la
dinamica del credito alle famiglie toscane ha ripreso a manifestare nel 2010 una notevole vivacità: nel 2010 la
variazione media tendenziale rispetto al dato di fine 2009 si è attestata a +5,5%. I mutui per acquisto di abitazioni, che
rappresentano i tre quinti del credito alle famiglie, sono aumentati del 5,3% tendenziale, mentre più contenuta è
risultata la dinamica del credito al consumo, al +1,3%. Nei primi mesi del 2011 l’andamento di quest’ultimo aggregato
risulta in contrazione (-3,9%).
Riguardo infine i depositi bancari detenuti da imprese e famiglie toscane, il ritmo di crescita dei depositi si è attenuato,
fino ad invertirsi, in particolare per la diminuzione delle consistenze della liquidità d’impresa: un segnale evidente delle
difficoltà di breve termine, dato l’insoddisfacente ritmo di sviluppo degli investimenti. I depositi in conto corrente delle
famiglie sono diminuiti dello 0,9% a fine 2010 (erano aumentati del 14,2% a fine 2009), mentre quelli delle imprese
sono diminuiti dello 0,4% (erano aumentati del 16,9% a fine 2009). Tali andamenti si sono accentuati nella prima
19
Il primo semestre 2011
parte del 2011. Secondo Banca d’Italia, sul fenomeno non sembrano avere influito significativamente azioni di
riallocazione del risparmio in attività finanziarie più remunerative, ma piuttosto il calo della remunerazione dei depositi
e delle obbligazioni emesse da banche italiane.
Toscana: dinamiche creditizie
60.000
120.000
118.000
58.000
116.000
56.000
114.000
54.000
112.000
52.000
110.000
108.000
50.000
106.000
48.000
104.000
102.000
di
c0
fe 7
b0
ap 8
r -0
gi 8
uag 08
o0
ot 8
t-0
di 8
c0
fe 8
b0
ap 9
r -0
gi 9
uag 09
o0
ot 9
t-0
di 9
c0
fe 9
b1
ap 0
r-1
gi 0
uag 10
o1
ot 0
t-1
di 0
c1
fe 0
b1
ap 1
r -1
1
46.000
Depositi
Impieghi
Fonte: elaborazioni interne su dati Banca d’Italia
Il Lazio
Nel 2010 l’attività economica del Lazio ha evidenziato un recupero, dopo il forte calo dell’anno precedente. Secondo le
stime dei principali centri di ricerca economica, supportati dalle evidenze preliminari ISTAT, il prodotto regionale in
termini reali è aumentato dell’1,2%, leggermente sotto la media nazionale, recuperando solo in parte la diminuzione
del 3,3% registrata nel 2009.
La domanda e la produzione nell’industria sono cresciute lungo un sentiero piuttosto modesto, sia pure nel contesto di
una progressiva contrazione delle scorte di prodotti finiti delle imprese; gli ordinativi dall’estero hanno mostrato una più
elevata vivacità rispetto a quelli interni, un trend che riflette quello dell’intero paese.
Gli scambi con l’estero hanno rappresentato un fattore trainante dell’economia regionale; sono aumentate le
esportazioni di beni, sospinte dal consolidamento della fase espansiva in Germania e negli Stati Uniti. La crescita è
dovuta soprattutto al contributo dei settori ad elevata tecnologia, in primo luogo la chimica farmaceutica. Sono inoltre
aumentate le vendite all’estero in alcuni comparti con produzioni tradizionali (metallurgia, trasformazione alimentare,
mobili, tessile e abbigliamento).
La tenuta della domanda domestica, la flessione delle scorte di magazzino e soprattutto la dinamica positiva degli
ordinativi esteri hanno costituito altrettanti fattori di stimolo dell’attività manifatturiera. Nel corso del 2010 si è
evidenziato pertanto un recupero dell’attività industriale della regione; il valore aggiunto nell’industria in senso stretto è
aumentato del 5,3% rispetto al 2009, dopo il calo di oltre il 10% tra il 2007 ed il 2009. L’indagine ISTAT ha
confermato nel 2010 un maggiore recupero degli ordinativi esteri, mentre quelli interni sono rimasti sui valori di fine
2009.
Il grado di utilizzo degli impianti nella media del 2010 si è comunque fermato al 66,6%, un livello inferiore rispetto a
quello registrato nel 2009 (67,9%) e decisamente più contenuto di quello rilevato a fine 2008 (73,2%). Secondo
l’indagine Unioncamere Lazio, confermata dalle evidenze di Banca d’Italia, nell’ultima parte dell’anno il fatturato totale
ha registrato una crescita piatta, segno evidente di una certa difficoltà del sistema produttivo domestico a cogliere in
maniera diffusa la ripresa internazionale. Peraltro, l’analisi della distribuzione del valore aggiunto per macro-settori
consente di comprendere la ridotta sensibilità all’export del sistema economico laziale, vista la netta prevalenza dei
servizi (84,8%) su industria (14,0%) e agricoltura (1,2%). Nell’intero 2010 la quota di imprese industriali laziali che ha
dichiarato un aumento del fatturato si è così riportata al di sotto del 40% (registrato a fine agosto 2010), fermandosi al
37,1% (un valore inferiore alla media nazionale), a fronte del 52,9% di imprenditori che ha segnalato un calo.
20
Il primo semestre 2011
Nell’ambito del campione di imprese Unioncamere Lazio, il fatturato annuo risulta in aumento tendenziale del 2,8%,
mentre gli ordinativi segnano un recupero del 3,0%, andamenti che vanno giudicati promettenti rispetto alle dinamiche
sperimentate nel corso dei primi mesi del 2010, ma più contenuti di quanto era atteso a fine agosto dell’anno scorso.
Pur avendo agganciato con una certa fatica il treno della ripresa internazionale, in termini percentuali il Lazio è la
regione italiana che ha visto aumentare di più il numero delle imprese attive rispetto al 2009 (+2,1% secondo
Unioncamere-Movimprese), anche se in valore assoluto (+12.477 unità) è stata sopravanzata dalla Lombardia
(+14.233). Il dato costituisce una conferma della vivacità endemica dell’economia regionale, ma al contempo anche
uno spaccato dell’elevata dispersione delle tendenze endogene, visto che la maggior parte delle imprese ha trovato
accoglienza a Roma e provincia (e quindi non riflette necessariamente una dinamica presente in tutti i distretti
produttivi laziali). Si è confermata quindi una lieve inversione del ciclo economico, che tuttavia appare contrassegnato
da brevi momenti di ripresa e da fasi recessive piuttosto evidenti, nonostante la fase più acuta della crisi reale sia stata
verosimilmente superata; rimangono diffuse situazioni di fragilità fra i settori produttivi, mentre la dinamica della
crescita appare comunque piuttosto discontinua e contenuta nei livelli. Gli investimenti fissi delle imprese industriali
laziali hanno mostrato una lieve ripresa nel 2010, dopo il marcato calo dell’anno precedente. Segnali di una crescita più
consistente dell’accumulazione di capitale si ritrovano fra le imprese manifatturiere con maggiore propensione alle
esportazioni e più elevata intensità tecnologica delle produzioni. I piani di investimento, sulla base delle indagini recenti,
rimangono improntati alla massima prudenza a causa delle incertezze della congiuntura economica domestica e di
residue difficoltà di accesso al credito, in un contesto nel quale persistono le problematiche relative alla disponibilità di
circolante. E’ risultato ancora contenuto il recupero del commercio, mentre significativi miglioramenti hanno interessato
i comparti del turismo e dei trasporti. L’andamento del commercio ha riflesso la debole crescita del reddito disponibile e
dei consumi delle famiglie; sono diminuite sia le immatricolazioni di autovetture che le vendite di altri beni durevoli.
L’occupazione nel comparto si è ridotta. Il graduale miglioramento della congiuntura economica internazionale ha
favorito la crescita delle presenze di turisti stranieri nella città di Roma; sono aumentati, sempre in misura inferiore,
anche i flussi di visitatori italiani. Il traffico di passeggeri e di merci nel sistema aeroportuale del Lazio si è intensificato.
Riguardo al mercato del lavoro, il recupero dell’attività economica ha favorito una moderata crescita dell’occupazione
regionale. Secondo la Rilevazione sulle forze del lavoro dell’Istat, nel 2010 il numero medio di occupati è aumentato
dello 0,7%, compensando la flessione dello 0,2% registrata nel 2009. La crescita dell’occupazione è dovuta
all’aumento dei lavoratori di nazionalità non italiana, mentre si è lievemente ridotto il numero degli occupati italiani.
L’incremento si è concentrato nei settori dell’industria e delle costruzioni, mentre è diminuito nel terziario. Il tasso di
attività della regione, riferito alla popolazione attiva nella fascia 15-64 anni, è aumentato dello 0,3% rispetto a fine
2009 (65,3%), rimanendo quindi su valori molto depressi, mentre il tasso di disoccupazione si è attestato al 9,3% in
media d’anno, un dato superiore a quello registrato a fine 2009 (8,5%) e sensibilmente al di sopra della media
nazionale (8,4%). Nel Lazio si è osservato un aumento della Cassa Integrazione totale pari al +25,3% nel 2010; le ore
autorizzate sono passate da 54,4 a 68,1 milioni. L’incremento tendenziale è meno significativo di quello nazionale,
mentre la CIG ordinaria segna una diminuzione del 37,9%, inferiore al dato italiano. La CIG straordinaria è in aumento
nell’anno, ma fa segnare variazioni meno ampie di quelle osservate per l’Italia. Nel periodo gennaio-aprile 2011, in linea
con quanto è avvenuto a livello nazionale (-21,5%), si è osservata una diminuzione accentuata della CIG totale nel
Lazio (-38,5%) rispetto al dato di fine 2010; in dettaglio, le ore di cassa integrazione ordinaria sono diminuite del
17,3%, anche se nell’industria la flessione è stata quasi doppia nello stesso periodo (-31,85). Anche per la cassa
integrazione straordinaria si è osservata una contrazione accentuata e superiore a quella nazionale (-56% nel Lazio, 16,4% il dato italiano). Infine, contrariamente a quanto sta avvenendo a livello nazionale (+9,2%), nel Lazio è
diminuita, sia pure in modo limitato, la CIG in deroga (-5,2%), a conferma di un graduale consolidamento
dell’ambiente economico regionale.
21
Il primo semestre 2011
Fonte: elaborazioni interne su dati ISAE e ISTAT
Il clima di fiducia delle imprese, rilevato da Banca d’Italia e da Unioncamere Lazio mostra una modesta flessione; in
particolare, ordinativi e fatturato domestici sono attesi stazionari (in lieve recupero le componenti estere), mentre gli
investimenti in capitale fisico sono previsti in calo. L’occupazione è attesa aumentare leggermente nel corso della prima
parte del 2011.
Nel 2010 è proseguita la riduzione del livello di attività economica del settore delle costruzioni, cominciata nel 2007. Il
valore aggiunto nel settore è diminuito del 2,5%, mentre Banca d’Italia prevede la persistenza di condizioni deboli per il
settore anche nel 2011.
La fase di recupero dell’attività economica si è estesa in particolare ai principali comparti dei servizi. Nel settore del
commercio, nel primo semestre dell’anno sono diminuite le vendite al dettaglio degli esercizi della grande distribuzione
regionale (-1% sul periodo corrispondente). Il calo ha riguardato il settore alimentare e della cura della casa e della
persona (-1,7%), mentre le vendite di articoli di abbigliamento ed elettrodomestici hanno mostrato un incremento
(+2,9%).
E’ andato bene invece il turismo, tanto che si è invertito il risultato negativo registrato lo scorso anno: nella media del
2010 le presenze complessive a Roma e provincia sono aumentate dell’8,9% sul periodo corrispondente del 2009, con
un incremento del 7,5% della componente nazionale dei visitatori e del 9,7% di quella straniera.
Si sono accresciute le esportazioni laziali nel 2010: la variazione tendenziale nel quarto trimestre è stata del +25,9%,
per una crescita dell’aggregato pari al 25,2% a valori correnti nell’intero anno (dopo la diminuzione di circa il 18% nel
2009). Il principale destinatario dell’export regionale continua ad essere l’aggregato UE27, che attrae il 59,2%
dell’interscambio globale. L’aumento delle esportazioni nette ha interessato quasi tutti i settori, anche se i contributi
maggiori alla crescita delle vendite all’estero sono stati resi dai settori della chimica, della farmaceutica, della meccanica
e dei mezzi di trasporto. Inoltre, la specializzazione regionale verso settori ad alta tecnologia, che si sono rivelati più
dinamici, ha limitato l’impatto negativo della contrazione del commercio mondiale avvenuta durante la fase più acuta
della crisi globale.
Anche il 2011 è partito con segnali postivi sul fronte del commercio estero. Particolarmente brillanti sono stati i risultati
del Lazio, le cui esportazioni sono aumentate del 31% contro il 18% medio nazionale. Alla base di questa performance
del Lazio nei primi mesi del 2011 c’è l’andamento di alcuni specifici comparti manifatturieri: il chimico (+45%), i mezzi
di trasporto (+83%), i prodotti petroliferi (+87%) ed il tessile (+57%). Il Lazio conferma nel 2011 una combinazione di
merci esportate differente da quella delle principali regioni italiane e, in genere, dell’Italia nel suo insieme: se
Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna presentano una distribuzione dell’export piuttosto diffusa, la regione
Lazio si presenta invece con una forte concentrazione delle esportazioni in pochi settori caratterizzati da elevato valore
aggiunto (farmaceutico, chimico, mezzi di trasporto e prodotti petroliferi raffinati superano il 73% del totale). Il
principale mercato di sbocco delle imprese esportatrici laziali si conferma la Germania, seguita dalla Francia e dagli Stati
Uniti. Tra le novità va segnalata la Turchia, con una crescita dei flussi di merci esportate pari al +111%.
22
Il primo semestre 2011
Dopo che per tutto il primo semestre 2010 si era registrata una dinamica debole, i prestiti bancari erogati alla clientela
residente nel Lazio sono aumentati nella seconda parte dell’anno. La crescita è il riflesso del maggior ricorso al credito
delle Amministrazioni Pubbliche, delle società finanziarie e delle famiglie; a marzo 2011 anche i prestiti alle imprese
hanno mostrato una tendenza espansiva. L’aumento dei prestiti alle famiglie è connesso alla domanda di mutui
immobiliari, stipulati per una quota di circa tre quarti a tasso variabile. E’ invece lievemente diminuito il credito al
consumo erogato dalle banche e dalle società finanziarie. Nel 2010 i tassi di interesse bancari sui prestiti a medio e
lungo termine, dopo aver raggiunto un minimo nella prima parte dell’anno, si sono stabilizzati sui livelli della fine del
2009; si sono lievemente ridotti i tassi di interesse sui prestiti a breve termine.
Nel corso del 2010 la raccolta bancaria delle famiglie e delle imprese del Lazio ha subito un deciso rallentamento. A tale
decelerazione hanno contribuito il calo della crescita degli aggregati più liquidi di risparmio per il settore delle famiglie
consumatrici (principalmente i pronti contro termine, diminuiti del 26,4%) e la riduzione delle disponibilità di cassa per
le imprese e le famiglie produttrici. Nel complesso, i dati di Banca d’Italia segnalano che a fine 2010 il tasso di crescita
dei depositi del Lazio è stato negativo dell’1,5%, a causa di una caduta della liquidità delle imprese (-5,2%) e di una
sostanziale invarianza dei livelli delle disponibilità delle famiglie (+0,1%).
Con riferimento alla composizione del risparmio finanziario delle famiglie, è cresciuta l’incidenza dei fondi comuni di
investimento, anche per l’aumento delle quotazioni di mercato rispetto ai minimi dell’anno precedente, mentre si è
ridotta la quota di risparmio investita in titoli di Stato italiani. Gli sportelli bancari sul territorio regionale sono
lievemente diminuiti, in seguito ad operazioni di ristrutturazione aziendale e razionalizzazione della rete. Sono
aumentati sia i rapporti di finanziamento che il numero dei conti di deposito per sportello bancario.
A dicembre 2010 il tasso di crescita dei prestiti, al netto delle sofferenze e dei pronti contro termine, è risultato pari al
2,5%, in aumento rispetto alla fine del 2009 ed in linea con la dinamica dello stesso aggregato riferito all’intero Paese.
Il dato riflette un’accelerazione del ritmo del credito regionale, che nel primo semestre del 2010 era cresciuto in modo
più contenuto, fermandosi al +1,6%. All’incremento del volume dei prestiti erogati ha contribuito l’aumento degli
impieghi verso la Pubblica Amministrazione, le società finanziarie e le famiglie consumatrici, mentre si sono ridotti i
finanziamenti alle imprese, sebbene ad un ritmo inferiore a quello registrato nel 2009 (-3,1% rispetto a -7,6%).
Fonte: elaborazioni interne su dati Banca d’Italia
Con riferimento a tutto il 2010, la riduzione dei prestiti ha interessato principalmente quelli rivolti alle aziende di medie
e grandi dimensioni (-3,3%), anche per la scelta da parte di grandi gruppi di ricorrere a forme di finanziamento
alternative, ma per la prima volta dall’inizio della crisi anche i prestiti rivolti alle piccole imprese sono diminuiti (-0,4%).
Dal lato dell’offerta, nella prima parte dell’anno si è arrestato l’irrigidimento delle condizioni di accesso al credito; si
rilevano inoltre segnali di allentamento nei criteri di concessione dei prestiti per le piccole e medie imprese. Per quanto
concerne i prestiti alle famiglie, la loro espansione è principalmente il riflesso della ripresa dei finanziamenti per
l’acquisto delle abitazioni (+4,7%). Si è inoltre assistito ad un rallentamento del credito al consumo, ridottosi del -0,8%.
A fronte di un netto calo delle erogazioni delle banche (-1,1%), i prestiti delle società finanziarie sono risultati stazionari
(-0,3%).
23
Il primo semestre 2011
L’Umbria
L’economia umbra ha mostrato lievi segnali di ripresa; i livelli di attività rimangono tuttavia al di sotto di quelli registrati
prima della crisi. Le stime preliminari di Prometeia indicano, sostanzialmente in linea con il dato nazionale, un aumento
del PIL regionale dell’1,5 per cento; era sceso del 6,1 nel 2009 e dell’1,3 nel 2008 (–5,2 e –1,3, rispettivamente, in
Italia).
Nell’industria la produzione e gli ordinativi sono aumentati; secondo le indagini della Banca d’Italia la crescita del
fatturato è stata limitata alle imprese esportatrici, che hanno beneficiato della ripresa degli scambi internazionali. In
presenza di margini inutilizzati di capacità produttiva ancora elevati, la spesa per investimenti è stata inferiore a quella,
già modesta, dell’anno precedente.
Le indagini della Banca d’Italia segnalano che nell’edilizia i livelli produttivi hanno continuato a ridimensionarsi, mentre
è cresciuto in misura molto contenuta il fatturato delle imprese del commercio e del turismo, nonostante l’aumento
degli arrivi registrato in regione.
Nella media del 2010 l’occupazione è rimasta pressoché stazionaria; dopo un calo nella prima parte dell’anno si è avuta
una ripresa nel secondo semestre. Il crescente ricorso alla Cassa integrazione guadagni (soprattutto in deroga) ha
contribuito a contenere l’impatto sul mercato del lavoro dei livelli ancora bassi dell’attività economica: il tasso di
disoccupazione è rimasto sui valori del 2009.
Si sono progressivamente rafforzati i segnali di ripresa del mercato creditizio regionale; al lieve recupero della domanda
si sono associate condizioni di accesso al credito pressoché invariate. L’accelerazione rispetto al 2009 è stata più
marcata per i finanziamenti al settore produttivo, in particolare per le imprese meno rischiose. Hanno accelerato anche i
mutui concessi per l’acquisto delle abitazioni; le nuove erogazioni, avvenute in un contesto di quotazioni immobiliari
stabili, sono state effettuate in gran parte a tasso variabile.
L’ammontare dei prestiti a sofferenza è cresciuto di circa un terzo; l’incidenza sui crediti complessivi ha raggiunto il 5,9
per cento. Il contestuale aumento delle posizioni incagliate suggerisce che il deterioramento della qualità del credito,
pur in rallentamento, non sia giunto al termine.
In particolare, nel 2010 il rapporto tra il flusso di nuove sofferenze rettificate e i prestiti vivi è stato pari al 2,0 per cento,
in lieve calo dal 2,2 per cento del 2009. A fronte di una sostanziale stabilità dell’indicatore per i prestiti alle famiglie
consumatrici (1,0 per cento), è lievemente diminuito il tasso di ingresso in sofferenza delle imprese (al 2,5); il
miglioramento della qualità del credito al comparto produttivo è stato circoscritto alle imprese del perugino (2,3; 2,9
nel 2009), mentre la dinamica è peggiorata a Terni (al 3,5, dal 2,4 nel 2009). Nel 2010 l’ammontare dei prestiti a
sofferenza è cresciuto del 32,6 per cento su base annua; l’incidenza sui prestiti complessivi ha raggiunto il 5,9 per cento
(7,3 per le imprese). La delicata fase congiunturale si è riflessa anche sulle partite incagliate (finanziamenti non
classificati a sofferenza nei confronti di clientela giudicata in temporanea difficoltà), la cui incidenza sui prestiti è
passata dal 3,7 nel 2009 al 4,3 per cento nel 2010.
Per quanto riguarda i prestiti bancari, nel corso del 2010 si sono progressivamente rafforzati i segnali di ripresa del
mercato creditizio. Il tasso di crescita dei prestiti bancari, al netto delle sofferenze e delle operazioni pronti contro
termine, è passato dall’1,2 per cento di dicembre 2009 al 4,2 dello stesso mese del 2010; la ripresa dei finanziamenti
ha coinvolto in misura maggiore le imprese, per le quali le consistenze di prestiti in essere sono tornate a crescere dopo
il lieve calo osservato nel 2009. Nel 2010 i prestiti alle famiglie consumatrici sono aumentati del 4,4 per cento, in
accelerazione dal 3,9 per cento dell’anno precedente.
Relativamente al credito alle famiglie, tenendo conto dei prestiti erogati sia dalle banche sia dalle società finanziarie, il
tasso di crescita del credito alle famiglie consumatrici è stato pari al 4,9 per cento nel 2010, sostanzialmente stabile
rispetto al 2009 (5,0 per cento). Al rallentamento del credito al consumo (2,2 per cento nel 2010; 5,6 per cento nel
2009), ascrivibile alla componente bancaria, si è contrapposto il marcato incremento dei prestiti per l’acquisto di
abitazioni (al 7,0 per cento, dall’1,8 del 2009). In linea con la tendenza rilevata a partire dall’anno 2009, nel 2010 oltre
l’80 per cento delle nuove erogazioni è stata effettuata a tasso variabile e vi ha concorso, nel contesto di valori ancora
storicamente bassi dei tassi di politica monetaria, il differenziale nei tassi applicati dalle banche alle due tipologie di
prestito; tale spread, nonostante la progressiva lenta riduzione registrata nel corso del 2010, resta ancora superiore ai
livelli osservati prima della crisi. I dati provvisori di marzo 2011 segnalano una tendenza al rallentamento dei
finanziamenti alle famiglie consumatrici (al 3,5 per cento), dovuto alla diminuzione del credito al consumo (–0,7 per
cento su base annua); nei primi tre mesi dell’anno sarebbe rimasta stabile la crescita dei mutui per l’acquisto di
abitazioni.
Con riferimento al credito alle imprese, nel 2010 il credito al settore produttivo concesso dalle banche e dalle società
finanziarie è cresciuto, nel complesso, del 4,5 per cento, dopo aver ristagnato nel 2009. Il recupero è stato sostenuto
dall’incremento dei crediti al terziario (al 3,4 per cento) e dalla ripresa dei finanziamenti al comparto manifatturiero (al
3,0 per cento a dicembre, dopo il calo del 3,3 nel 2009); hanno invece rallentato i prestiti all’edilizia (all’1,2 per cento,
dal 2,7 del 2009). Il tasso di espansione dei prestiti è risultato più elevato per le aziende del comparto energetico (18,7
per cento) e metallurgico (4,3), mentre il credito alle imprese del tessile e abbigliamento si è nuovamente contratto (–
3,9). L’accelerazione dei prestiti ha interessato principalmente i finanziamenti a scadenza (5,2 per cento), che hanno
contribuito per oltre i tre quarti all’espansione complessiva.
Tra le forme di affidamento a breve termine, sono cresciuti soprattutto i prestiti più strettamente collegati alla gestione
del portafoglio commerciale, come gli anticipi e le altre forme autoliquidanti (1,7 per cento) e le operazioni di factoring
(15,2); le linee di credito in conto corrente sono aumentate in misura modesta (1,0). I dati provvisori sulla tendenza nel
24
Il primo semestre 2011
mese di marzo 2011 segnalano, nel complesso, un ulteriore miglioramento (5,8 per cento); a livello settoriale emergono
criticità per la chimica e le materie plastiche, settori per i quali su base annua i prestiti si sarebbero ridotti.
Nel 2010 i depositi bancari delle famiglie sono diminuiti del 2,9 per cento rispetto ad un anno prima. Il tasso di
espansione dei conti correnti, pur rimanendo positivo, si è fortemente ridotto rispetto all’anno precedente (dal 13,4 allo
0,7 per cento); vi ha influito il basso livello della remunerazione che, nella media del 2010, è stato inferiore di circa 45
centesimi di punto percentuale rispetto al tasso Euribor a tre mesi. Al calo dei depositi bancari non è corrisposta
l’espansione di altre forme di investimento: nonostante l’aumento delle quote di fondi comuni nell’anno, si sono
complessivamente ridotti i titoli depositati dalla clientela umbra presso gli intermediari (–1,0 per cento).
Le Marche
L’economia marchigiana è tornata a crescere, sebbene a ritmi contenuti; secondo le valutazioni di Prometeia, il PIL è
cresciuto dell’1,3 per cento, un valore analogo a quello italiano. La ripresa è stata più intensa nella prima metà
dell’anno, per poi affievolirsi.
Il quadro tracciato un anno fa evidenziava una ripresa debole e circoscritta ad alcune imprese eccellenti, solidamente
radicate nei mercati internazionali, anche per effetto delle trasformazioni strategiche intraprese nell’ultimo decennio.
Nel 2010 e nei primi mesi del corrente anno queste tendenze si sono confermate; in termini di risultati economici,
l’eterogeneità tra le imprese si è mantenuta elevata. I segnali di ripresa riguardano soprattutto le imprese che hanno
operato un riposizionamento strategico nei mercati di riferimento, anche durante la crisi, e che hanno adottato
innovazioni di processo e di prodotto. Le esportazioni hanno ripreso a crescere, dell’11,2 per cento, recuperando ad
oggi però solo il 40 per cento del calo subito a partire dal 2009. Dall’inizio della crisi, la performance all’export delle
Marche è risultata sistematicamente peggiore di quella media italiana. La produzione industriale è salita del 3,6 per
cento. L’attività è aumentata per la meccanica, per gli elettrodomestici (settori maggiormente colpiti dalla crisi) e per le
calzature; ha ristagnato nel legno e mobile e nel tessile e abbigliamento. Rispetto ai livelli medi del 2007, la produzione
è inferiore di circa il 10 per cento. Dopo un anno di netta contrazione, gli investimenti fissi lordi delle imprese industriali
sono tornati a crescere. In un contesto caratterizzato da elevata incertezza e da margini ancora ampi di capacità
produttiva inutilizzata, le previsioni delle aziende inducono a ritenere che nel corso del 2011 il processo di
accumulazione sarà debole. La produzione dell’edilizia è ancora calata. Le compravendite di abitazioni si sono attestate
su livelli inferiori di oltre un terzo rispetto ai picchi raggiunti nel periodo pre-crisi; le quotazioni sono rimaste stazionarie,
sui livelli del 2008. Nei servizi si è avuta una ripresa più vigorosa del fatturato, ma con un andamento differenziato tra i
settori. Nel commercio, le vendite hanno ancora risentito del calo della spesa per l’acquisto di beni durevoli; nei
trasporti, stenta a riprendersi il traffico di merci; nel comparto turistico, le presenze sono tornate a crescere in tutti i
segmenti. Il ritorno a una crescita sostenuta dell’occupazione è ostacolato da livelli produttivi distanti da quelli
precedenti la crisi e da un’incidenza ancora elevata degli occupati in Cassa integrazione guadagni. La dinamica
occupazionale è stata diversa tra i settori: a fronte di una crescita nei servizi, l’occupazione è ancora calata nell’industria
in senso stretto.
Soprattutto nell’industria, il periodo pre-crisi era stato caratterizzato da una decisa espansione occupazionale, alla quale
si era tuttavia associata una dinamica deludente della produttività del lavoro. Con la recessione, in questo settore si è
avuta una contrazione sia della produttività sia dell’occupazione.
Nel corso del 2010 il credito bancario alla clientela residente è aumentato, seppure debolmente; i prestiti bancari, al
netto delle sofferenze e delle operazioni pronti contro termine, sono cresciuti dell’1,6 per cento, mentre erano rimasti
stazionari un anno prima. I prestiti alle imprese, che rappresentano oltre il 60 per cento del totale dei prestiti bancari,
sono cresciuti dell’1,8 per cento (-3,4 per cento nel 2009), un valore più elevato del dato medio nazionale. La crescita
dei prestiti ha riguardato sia le imprese piccole sia quelle di maggiori dimensioni. Nel 2010 il tasso di crescita dei prestiti
alle famiglie consumatrici è rimasto sui valori registrati alla fine del 2009 (3,5 per cento); la dinamica è risultata più
contenuta nel confronto con l’Italia. Tra gli altri settori, sono lievemente diminuiti i prestiti bancari alle Amministrazioni
pubbliche locali, mentre il credito erogato alle società finanziarie e assicurative, dopo il forte incremento nel 2009, si è
leggermente contratto. Un rafforzamento della crescita dei prestiti bancari è confermato dalle più recenti informazioni
disponibili, riferite a marzo 2011: il ritmo di crescita dei finanziamenti per il totale dell’economia è salito al 2,5 per
cento; è aumentato al 3,5 per cento il credito alle imprese, sospinto principalmente dai finanziamenti alle imprese di
maggiori dimensioni, a fronte di una crescita più contenuta per le altre. I finanziamenti alle famiglie consumatrici sono
aumentati del 2,9 per cento. L’indagine regionale sulle banche condotta dalla Banca d’Italia mostra che la ripresa del
credito bancario ha riflesso il moderato recupero della domanda di finanziamenti proveniente dalle imprese, a fronte di
condizioni di offerta sostanzialmente invariate.
Relativamente al credito alle famiglie, tenendo conto anche dei prestiti erogati dalle società finanziarie, nel 2010 il
credito alle famiglie consumatrici è cresciuto del 3,5 per cento, in lieve decelerazione rispetto al 2009 (3,8 per cento).
La componente principale, costituita dai finanziamenti per l’acquisto di abitazioni, è cresciuta del 3,2 per cento (0,8 per
cento alla fine del 2009). Le erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni, dopo il calo del biennio precedente,
sono aumentate dell’8,3 per cento, senza peraltro tornare sui livelli pre-crisi. Sul finire del 2010 i tassi di interesse
applicati ai nuovi mutui alle famiglie, in calo dall’ultimo trimestre del 2008 per effetto delle diminuzioni dei tassi di
riferimento dell’Eurosistema, hanno ripreso leggermente a crescere. In dicembre il tasso medio è aumentato, rispetto al
corrispondente periodo dell’anno precedente, di quasi due decimi di punto percentuale, al 3,0 per cento. Alla fine del
2010 il differenziale tra il tasso applicato ai nuovi mutui a tasso fisso e quello sui nuovi contratti a tasso variabile è sceso
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Il primo semestre 2011
a 1,5 punti percentuali (2,6 nel dicembre 2009). La quota di nuovi mutui a tasso indicizzato è rimasta comunque
elevata, pari a circa l’80 per cento delle erogazioni complessive. Nel 2010 il credito al consumo erogato da banche e
finanziarie è diminuito leggermente (-0,9 per cento in dicembre; 4,2 per cento alla fine del 2009), risentendo
soprattutto dell’andamento della componente bancaria (-1,5 per cento). Il credito al consumo erogato dalle società
finanziarie è rimasto invece sui livelli osservati alla fine del 2009. L’andamento del credito al consumo è ascrivibile alla
debole dinamica dei consumi, in particolare di beni durevoli, e al perdurare di condizioni di accesso al credito bancario
ancora restrittive per questa tipologia di finanziamenti.
Per quanto riguarda il credito alle imprese, nel 2010 i prestiti erogati al settore produttivo da banche e società
finanziarie sono cresciuti dell’1,6 per cento (-2,1 per cento alla fine del 2009). La dinamica dei finanziamenti alle
imprese manifatturiere è rimasta ancora negativa (-2,3 per cento), anche se in attenuazione rispetto al 2009 (-10,9 per
cento). Tra i principali settori di specializzazione dell’industria marchigiana, i finanziamenti sono lievemente diminuiti nel
comparto del legno e dell’arredamento (-1,4 per cento), mentre hanno ancora subito una contrazione marcata in
quello dei prodotti elettronici e delle apparecchiature elettriche (-18,5 per cento). Sono cresciuti dell’1,3 per cento i
prestiti alle imprese dei servizi (1,1 per cento nel 2009), del 2,1 per cento quelli alle imprese delle costruzioni (2,8 per
cento nel 2009). Il fabbisogno finanziario delle imprese si è rivolto principalmente verso le forme tecniche a scadenza,
quali ad esempio i mutui e, in misura minore, il leasing finanziario; tali forme di finanziamento sono cresciute nell’anno
del 3,5 per cento, un ritmo analogo a quello osservato nel 2009. I finanziamenti collegati alla gestione del portafoglio
commerciale (anticipi e altri crediti autoliquidanti) hanno continuato a presentare una dinamica leggermente negativa (2,3 per cento), sebbene meno accentuata rispetto al 2009. Le aperture di credito in conto corrente sono ancora calate
(-3,9 per cento), ma in misura inferiore rispetto al 2009. Nel primo trimestre dell’anno in corso la flessione dei prestiti
erogati dalle banche e dalle finanziarie alle imprese manifatturiere si è sostanzialmente arrestata; si è rafforzata la
crescita dei finanziamenti alle imprese dei servizi, a fronte di un’ulteriore decelerazione di quelli alle aziende delle
costruzioni.
Nel 2010 i tassi di interesse bancari praticati sui prestiti a breve termine alle imprese, dopo il calo di 2,5 punti
percentuali registrato nel 2009, si sono stabilizzati, Quota dei nuovi mutui a tasso variabile Tassi di interesse su nuovi
mutui 31 attestandosi a dicembre a 5,1 per cento, circa un decimo di punto in più rispetto al valore registrato alla fine
del 2009. L’incremento ha riguardato le imprese delle costruzioni e dei servizi, mentre per le imprese manifatturiere il
tasso medio è lievemente diminuito. Il differenziale tra il tasso medio dei prestiti erogati alle piccole imprese e quello
praticato alle imprese medie e grandi, ampliatosi nel corso del 2009 per il più netto calo dei tassi applicati a queste
ultime, nel 2010 è rimasto invariato.
Nel corso del 2010 è proseguita la tendenza al miglioramento della qualità del credito, iniziata nell’ultimo trimestre del
2009. Il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti ha continuato a scendere, al 2,2 per cento in
dicembre (2,8 per cento alla fine del 2009), rimanendo tuttavia ancora più elevato del dato medio del biennio pre-crisi
2006-2007 (1,2 per cento). Il miglioramento ha interessato principalmente le imprese, il cui tasso di decadimento, dopo
il picco raggiunto nel terzo trimestre del 2009 (4,8 per cento), è progressivamente sceso, portandosi al 2,9 per cento
alla fine del 2010; tale valore rimane tuttavia ancora elevato nel confronto con il dato medio nazionale. Il tasso di
ingresso in sofferenza delle famiglie consumatrici è rimasto invece stabile all’1,2 per cento. Sono tuttavia cresciute le
difficoltà delle imprese di rimborsare i prestiti bancari nei tempi previsti. L’incidenza dei crediti per i quali le banche
rilevano temporanee difficoltà di rimborso (incagli), infatti, è cresciuta nel 2010 al 4,3 per cento dei prestiti, oltre un
punto percentuale in più rispetto al picco del dicembre 2008. L’incremento ha interessato tutte le classi dimensionali di
impresa; per le imprese piccole, con meno di 20 addetti, che già prima della recessione presentavano un valore
dell’indicatore più elevato delle medio-grandi, la quota di incagli è ulteriormente salita, al 5,2 per cento a dicembre
2010 (6,1 per cento per le famiglie produttrici, che comprendono le imprese con meno di 5 addetti). Informazioni
preliminari riferite al primo trimestre del 2011 indicano un ulteriore aumento degli incagli, soprattutto per le imprese di
maggiori dimensioni. Per le famiglie consumatrici, nel 2010 l’indicatore è rimasto stabile, al 3,2 per cento.
La contrazione del reddito disponibile delle famiglie ha continuato a ostacolare l’accumulazione del risparmio
finanziario. La raccolta bancaria è stata debole e in decelerazione rispetto a dodici mesi prima; il calo dei depositi è
stato controbilanciato da un seppur debole incremento delle obbligazioni.
L’andamento della gestione
L’andamento commerciale
Nel primo semestre del 2011 la Rete Commerciale ha incentrato la propria attività nello sviluppo delle linee guida
dettate dal Piano di Marketing di ogni segmento della clientela, declinando le specifiche azioni sulle peculiarità del
territorio di riferimento.
In particolare per la Clientela Privati le priorità sono state incentrate su:
 aumento delle erogazioni dei mutui e dei prestiti;
 aumento della produttività con l’ottimizzazione dell’approccio commerciale dei Gestori e il coinvolgimento proattivo
degli Assistenti alla clientela come parte integrante delle attività commerciali di Filiale per valorizzare tutte le
occasioni di contatto con il cliente;
26
Il primo semestre 2011
 aumento del possesso prodotti e del cross selling della clientela con la logica dell’offerta modulare per ridurre il
tasso di abbandono della clientela;
 aumento della penetrazione su carte di credito e prodotti di tutela;
 focalizzazione sulla riqualificazione delle masse soprattutto in presenza di una forte concentrazione di liquidità.
L’attività commerciale è stata caratterizzata dalla volontà di fornire alla clientela un servizio qualificato di consulenza
attraverso un’analisi dei bisogni a 360 gradi anche per riuscire ad affrontare uno scenario non facile ed in continua
evoluzione. Partendo dal presupposto che il punto di forza del nostro Gruppo e della nostra presenza sul territorio di
riferimento è rappresentato dal patrimonio di competenze dei colleghi, è stato deciso di sperimentare una nuova
iniziativa sul territorio attraverso l’organizzazione di incontri collettivi con i clienti in alcune Filiali. Il lancio dell’iniziativa è
avvenuto a Livorno ed è stato il primo esperimento tra le Banche appartenenti alla Subholding CR Firenze per spiegare
cosa vuol dire oggi “Fare Banca”. Gli incontri sono orientati alla ricostruzione di un rapporto per troppo tempo
incentrato quasi integralmente alle logiche di prodotto. In particolare il tentativo è stato quello di spiegare ai clienti le
modalità, l’approccio e i contenuti professionali che sono alla base della nostra attività di gestione del Risparmio.
In questo contesto, a sostegno dell’attività delle Filiali, si inseriscono i “Portafogli Consigliati” ovvero portafogli
diversificati coerenti con lo scenario di mercato e la propensione al rischio del cliente, utili alla costruzione e revisione
periodica dell'asset allocation del patrimonio della clientela. I Portafogli Consigliati sono soluzioni d’investimento
individuate tra i prodotti che hanno dimostrato nel tempo elevata qualità gestionale e che garantiscono la migliore
diversificazione per mercato e stili di gestione. L’utilizzo dei Portafogli Consigliati contribuisce al rafforzamento della
relazione con il cliente, facendo percepire il valore di un servizio professionale sugli investimenti.
Sempre nell’ambito degli investimenti della clientela Privati è continuata l’attenzione alla riqualificazione degli asset
patrimoniali. Tutto questo nell’ottica di una maggiore diversificazione dei patrimoni in accordo con il profilo di
rischio/rendimento della clientela e della riserva dichiarata in fase di profilatura.
L’attività di aumento delle quote di mercato e di retention della clientela si sta compiendo anche attraverso l’utilizzo di
un pacchetto di offerte dedicate sia lato Raccolta (Obbligazioni, PCT ed operazioni di Time Deposit dedicati a Nuove
AFI) che lato Impieghi (iniziativa Acquisition sui Mutui e Prestiti Personali).
Nella logica di incremento quote di mercato degli impieghi e miglioramento degli indici di produttività commerciale, il
primo semestre del 2011 è stato caratterizzato da una focalizzazione sulla crescita delle nuove erogazioni. Con
l’obiettivo di continuare a sostenere l’attività di sviluppo commerciale della Rete l’offerta commerciale sui mutui è stata
caratterizzata dalla Promozione “Domus Mix Multiopzione”, che ha consentito di indirizzare i clienti verso soluzioni più
consone con lo scenario prospettico dei mercati. Questa tipologia di mutui, in considerazione della possibilità di
rivedere periodicamente la tipologia di tasso applicata al mutuo, è il prodotto al momento più indicato per offrire alla
clientela quelle soluzioni di flessibilità idonee ad affrontare con maggior grado di libertà di scelta i futuri scenari di
mercato. Anche il comparto dei Prestiti Personali è stato caratterizzato da una campagna relativa al Prestito Multiplo di
Moneta, che è un finanziamento semplice, veloce e flessibile per far fronte a spese importanti o impreviste con tasso
nominale annuo al 7,20%.
In ambito locale si segnala l’esistenza di una convenzione tra Banca CR Firenze, Ente Cassa di Risparmio di Firenze e
Comune di Firenze che consente alle famiglie fiorentine, specialmente quelle con redditi bassi e minori garanzie
economiche, di accedere a finanziamenti agevolati per il pagamento delle rette mensili degli asili nido comunali
(Prestito Prima Infanzia). A garanzia di tale prestito è stato istituito un Fondo di Garanzia di € 100.000 con avallo da
parte dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Nei primo semestre del 2011 gli Specialisti Enti e Relazioni Territoriali operanti sul territorio hanno focalizzato l’attività
sul segmento Privati. In sinergia con la Divisione Corporate Toscana sono state individuate una quindicina di aziende
clienti con elevato numero di dipendenti (da 150 a 2.000) ai quali illustrare le condizioni agevolate previste dal Gruppo
Intesa Sanpaolo, al fine di stipulare convenzioni a favore dei dipendenti. Sono state attivate circa 30 convenzioni
attraverso canali Retail e Corporate con le diverse imprese al cui interno sono state pubblicizzate attraverso il sito
aziendale. Le filiali utilizzano il pacchetto previsto dalla convenzione per aprire nuovi rapporti o fidelizzare quelli già
acquisiti fra i dipendenti delle aziende convenzionate.
Al fine di acquisire nuova clientela è stata rinnovata la partnership con alcuni CAAF presenti sul territorio, nell’ambito
del bacino di utenti del CAAF che per numerosità e tipologia costituisce un interessante target di potenziali clienti. Sono
state pertanto accordate importanti deroghe, rispetto a quanto praticato alla clientela ordinaria, sia a favore dei
dipendenti del CAAF che di tutti coloro che tramite il CAAF effettuano la dichiarazione dei redditi.
Sempre nella direzione dell’aumento della base clienti ed anche dell’incremento dell’indice di cross selling, sono
continuate le iniziative rivolte allo strategico target dei “giovani” per consentire alle banche di affermarsi
nell’importante ruolo di “chiave di accesso” ai fabbisogni bancari. Questo concetto va a declinarsi attraverso attività e
sviluppo di partnership, dedicati a questo segmento, allo scopo di creare l’immagine di un interlocutore efficace anche
tramite un’offerta integrata: dagli sconti presso negozi convenzionati all’accesso a prezzi agevolati a concerti, teatri ed
eventi culturali in genere.
In ambito sportivo il rapporto di collaborazione fra Banca CR Firenze e la Società Sportiva Assi Giglio Rosso si è
rafforzato nel tempo e sono nate numerose opportunità commerciali nel corso dell’anno per avvicinare il target giovani.
Ultima in ordine di tempo, la premiazione del trofeo “ASSI GIGLIO ROSSO – Banca CR Firenze” che si è tenuta il 18
maggio 2011 in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento. Come in precedenti occasioni, i ragazzi delle scuole
elementari, medie e superiori che sono risultati vincitori ottengono un voucher dalla società ASSI per presentarsi in
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Il primo semestre 2011
qualsiasi Filiale di Banca CR Firenze ed ottenere il premio vinto attraverso il versamento in un prodotto bancario a scelta
fra carta Superflash, carta Flash o libretto di risparmio a seconda delle esigenze.
In ambito ricreativo ricordiamo invece la collaborazione con la società PRG, che grazie alla decennale esperienza
nell’organizzazione di concerti/eventi in Toscana ci garantisce un grande appeal verso il target dei giovani/giovanissimi.
In tutte le realtà citate, la carta Superflash è lo strumento di ingresso alle offerte/benefit, la sintesi della coniugazione
delle esigenze del cliente e della Banca. Anche grazie a tali sinergie le carte Superflash vendute dalla Rete nel primo
semestre del 2011 sono state circa 13.500.
Per proseguire nell’intento di un aumento del cross selling la Capogruppo, al termine del mese di febbraio, ha lanciato
il conto Modulare (Conto Facile), il nuovo conto corrente con una struttura di prezzo legata ad un set predefinito di
prodotti posseduti. Conto Facile è dedicato a tutti coloro che vogliono scegliere liberamente i prodotti e servizi più
adatti alle proprie esigenze. Inoltre, tramite Conto Facile è prevista l’adesione automatica e gratuita a Bonus Intesa
Sanpaolo, il programma per ottenere sconti sui prodotti acquistati presso i punti vendita convenzionati, semplicemente
pagando con la carta Bancomat o la carta Superflash o con una carta di credito emessa dalla Banca. Nel primo semestre
le Filiali hanno aperto più di 15.000 conti Facile, di cui 9.900 conversioni di conti esistenti.
Sempre in questa direzione si è andata ad inserire l’attività delle Filiali volta all’offerta alla clientela dei prodotti di tutela,
sia in ottica di copertura dei finanziamenti (mutui, prestiti e finanziamenti alle aziende) che in ottica di copertura dei
bisogni della sfera familiare e personale, anche grazie al lancio della nuova polizza Proteggi Salute.
Con lo scopo di riavvicinare le Casse al territorio e favorire le occasioni di incontro anche con nuovi clienti è stato
sviluppato poi il Progetto Casse Aperte, un’iniziativa pensata su misura per le ex Casse del Centro e per i loro clienti. I
punti di forza dell’iniziativa si possono sintetizzare su quattro direttrici:
 modello di offerta dedicato (promozioni di prodotto disponibili in via esclusiva per le ex Casse del Centro e prodotti
di gamma “segnalati” per essere veicolati al nucleo familiare e per attrarre nuovi clienti);
 modello di servizio straordinario (filiali aperte in giornate inconsuete e attività di volantinaggio nei dintorni per
invogliare all’ingresso in filiale);
 supporti pubblicitari e modalità di approccio al cliente innovativi;
 focus sulla relazione con il cliente.
In particolare, l’apertura al sabato mattina, dal 19 febbraio al 31 marzo 2011, di 35 sportelli situati in luoghi di
particolare interesse e traffico (centro città, centri commerciali, ecc.), ha voluto rendere la filiale un luogo più
accessibile, con più tempo a disposizione per un rapporto non condizionato dai ritmi incalzanti delle giornate di lavoro,
uno spazio utile a nuclei familiari, imprenditori e lavoratori con vincoli di orario per dialogare con il proprio consulente
ed ottenere informazioni, consulenza, spiegazioni e preventivi. L’iniziativa “Casse Aperte” si inserisce nella più ampia
strategia del Gruppo Intesa Sanpaolo di incrementare costantemente la qualità del servizio alla clientela, rafforzando il
rapporto con il territorio e la relazione in una fase in cui le risorse di tempo e di informazioni sono sempre più preziose.
Non solo per la clientela Privati ma anche per le aziende del territorio di riferimento l’attenzione delle Banche
appartenenti alla Subholding Banca CR Firenze è rimasta alta. Infatti, al fine di diventare il punto di riferimento della
clientela Small Business, nel mese di gennaio è stata intrapresa una massiva attività di riportafogliazione della clientela
in modo che, attraverso la corretta segmentazione del cliente, sia possibile perfezionarne l’ascolto dei bisogni tramite
un’offerta conforme alle esigenze dichiarate.
La Rete Commerciale per il segmento Small Business si è principalmente dedicata a:
 conquistare nuove quote di mercato e di Share of Wallet, in particolare sui clienti a maggior potenziale: lato raccolta
con soluzioni specifiche per acquisizione nuove AFI; lato impieghi sia con offerta di finanziamenti a breve a clienti
sotto soglia SOW target, sia attraverso la riproposizione alla scadenza di finanziamenti ai clienti meritevoli anche
offrendo la copertura dei Confidi e, ove possibile, delle garanzie Legge 662;
 acquisire nuovi clienti attraverso:
 l’offerta specifica “A Tutto Business”, con il prodotto di raccolta “Soluzione Business 2,60%” e con offerta sui
POS per il mondo del commercio e del turismo;
 la collaborazione sul territorio con Associazioni ed Enti e con convenzioni con Aziende del territorio per offrire
condizioni agevolate ai dipendenti;
 le sinergie con la società Agriventure, che nel settore agro alimentare ci ha permesso di raggiungere importanti
accordi, con società e cooperative agrarie, con offerta di prodotti bancari ideati appositamente per
incrementare il rapporto con gli operatori nell’agricoltura;
 contenere il tasso di abbandono dei clienti esistenti tramite offerte dedicate e plafonate mirate al mantenimento del
rapporto;
 diffondere la copertura dei prodotti di tutela sui finanziamenti;
 revisione degli accordi con i Confidi, differenziandoli in relazione alla qualità della garanzia rilasciata.
Per gli Specialisti Enti e Relazioni Territoriali il mese di giugno è stato dedicato soprattutto al segmento Small Business
con la diffusione, a livello provinciale, dell’accordo quadro di collaborazione “Rete Imprese Italia”, realizzato tra il
Gruppo Intesa Sanpaolo e le associazioni di categoria Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e
Confesercenti, con il proposito di sostenere le piccole medie e sviluppare impieghi nell’ambito degli iscritti alle
associazioni di categoria. Le convenzioni vengono avviate sul territorio con l’intento di attuare una forma di dialogo
continua ed efficace attraverso dei tavoli operativi e il coinvolgimento dei referenti del progetto Microterritori.
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Il primo semestre 2011
Nell’ambito del turismo è stata stipulato un accordo commerciale con Federalberghi Toscana che comprende
finanziamenti a BT e MLT, POS, leasing e finanziamenti erogati tramite Mediocredito e sarà applicabile ai rapporti accesi
dagli Associati presso tutte le filiali Intesa Sanpaolo, Banca CR Firenze e Cassa di Risparmio Pistoia e Pescia della
Toscana. Con questo accordo il nostro Gruppo bancario si identifica come Banca di riferimento per l’Associazione del
settore turistico. Il contenuto dell’accordo sarà veicolato da una rete di promotori di Federalberghi Toscana, per erogare
ai propri associati un servizio di consulenza specifico per il settore alberghiero e completo in ambito organizzativo,
finanziario e normativo. Pubblicheremo inoltre il nostro logo sul sito dell’Associazione con il link ad una sezione dove
potremo veicolare notizie e promozioni di interesse per gli Alberghi ed i propri operatori.
Per quanto riguarda gli Enti presenti sul nostro territorio, da gennaio Banca CR Firenze svolge il Servizio di Cassa per
l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, una delle più importanti realtà del mondo della sanità toscana per qualità dei
servizi forniti (circa 4.500 dipendenti), e di Tesoreria per CCIAA Prato, Ente di riferimento per un distretto industriale tra
i più importanti d'Italia. E’ stato rinnovato il servizio per l’ASL 10 Firenze (che copre la Provincia di Firenze e conta circa
6.700 dipendenti), con ISPO - Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica e con la Società della Salute del
Mugello, della Versilia e della Zona Fiorentina Sud Est, con un rafforzamento della nostra presenza nel mondo della
sanità. Siamo inoltre risultati aggiudicatari dei servizi di tesoreria per la Regione Toscana (in pool con altre banche) e
dell’Unione dei Comuni del Valdarno e della Valdisieve. Sono state stipulate Convenzioni per Anticipo fatture ai
fornitori delle Pubbliche Amministrazioni per l’ASL 10 e l’ASL 12 Versilia nonché per i Comuni di Firenze e Livorno. E’
proseguita infine l’attività di informatizzazione degli Enti (per una completa eliminazione della carta), con l’attivazione
del Comune di Campi Bisenzio e della CCIAA di Prato all'Ordinativo informatico.
Anche per il Segmento Imprese l’approccio commerciale è stato incentrato sul maggiore ascolto e dialogo con la
clientela, in un’ottica sempre più consulenziale, dimostrando attenzione e professionalità nel servizio e nell’offerta di
prodotti innovativi.
Molti sono stati gli interventi effettuati a favore delle imprese sul territorio, a partire dalla realizzazione di molteplici
accordi con partner di primaria importanza quali Promofirenze, Confindustria per Piccola Industria, la Refint (Rete
Fiorentina per l’Internazionalizzazione), la Federalberghi Toscana, ecc.; tali accordi hanno come comune denominatore
la volontà di attribuirci un ruolo di primo piano nel sostegno delle piccole e medie imprese nell’attuale difficile fase
congiunturale attraverso l’accesso agevolato al credito, l’offerta di servizi di assistenza sui mercati esteri e l’offerta di
plafond destinati ad investimenti in ambiti ritenuti strategici per il rilancio della competitività delle aziende italiane.
Il progetto siglato a gennaio 2011 con Promofirenze, Azienda Speciale della CCIAA di Firenze, permetterà alle aziende
di beneficiare di servizi informativi e di assistenza sui mercati esteri coperti dalla rete di banche estere del Gruppo Intesa
Sanpaolo e di Promofirenze, nonché di alcune linee di finanziamento dedicate per le varie tipologie di interventi
all’estero.
I precedenti obiettivi sono comuni anche all’accordo sottoscritto tra Intesa Sanpaolo e Confindustria Piccola Industria le
quali, per rilanciare la competitività delle aziende italiane, individuano i seguenti ambiti strategici:
 Internazionalizzazione: per aiutare le imprese a sviluppare nuove strategie sui mercati esteri attraverso il supporto
operativo in 40 Paesi nel mondo e le consulenze specialistiche del polo per l’internazionalizzazione del Gruppo
Intesa Sanpaolo;
 Innovazione: finanziamento e sviluppo di programmi di ricerca, acquisizione di nuove tecnologie e raccordo tra
banca, impresa ed università;
 Crescita Dimensionale: sviluppo delle iniziative volte a migliorare i parametri patrimoniali e la cultura creditizia delle
imprese e promozione delle reti d’impresa e delle sinergie territoriali.
La relazione tra Banca e Impresa deve sempre più essere basata su trasparenza nella valutazione del credito e
conoscenza condivisa del business aziendale. Due strumenti finalizzati a diffondere una metodologia di dialogo e di
confronto sono stati resi disponibili:
 il diagnostico, uno strumento di autovalutazione finanziaria dell'azienda basato su valori contabili desunti dal
bilancio dell'impresa e sull'indagine di aspetti qualitativi, messo a disposizione da Confindustria, tramite il sito
internet delle associazioni locali;
 il simulatore, strumento offerto dalla banca, tramite i propri gestori, che offre agli imprenditori la possibilità di
confrontarsi sul profilo di rischio dell'impresa, individuando le migliori soluzioni finanziarie per formulare piani di
crescita, verificandone l'impatto sull'evoluzione del profilo di rischio.
Nel primo semestre 2011 le Imprese che hanno usufruito del “simulatore” sono state 1.588, che si aggiungono alle
722 del 2010, pari ad un totale di oltre 2.300 aziende con le quali l’utilizzo del nuovo strumento, oltre a consentire di
revisionare le relative posizioni creditizie scadute, ha dato l’opportunità di promuovere nuovi impieghi.
Allo scopo di fornire consulenza alle imprese ad alto livello sono state portate avanti anche importanti sinergie con le
società prodotto del Gruppo Intesa Sanpaolo quali Leasint, Agriventure, Mediocredito, ecc. L’obiettivo è quello di porci
quale interlocutore a 360° per i bisogni aziendali, per diventare nel tempo banca di riferimento. In questo modo, oltre
ai benefici economici e reddituali, potremo consolidare la relazione con la clientela, aumentandone la soddisfazione
complessiva.
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Il primo semestre 2011
L’attività di organizzazione
Razionalizzazione Rete distributiva
Sono stati effettuati i seguenti interventi sulle filiali di Banca CR Firenze:
 Chiusura delle seguenti unità: filiale di Monte San Savino 2; Sportello Capalle IV tronco; Castiglion della Pescaia 2
Sportello; Sinalunga Sportello; Follonica 2 Sportello; Cascina Sportello; Stia Sportello;
 Apertura della filiale di Viareggio – Via Aurelia Nord
 Trasferimento delle seguenti unità: Distaccamento Imprese della filiale Imprese Firenze Est dai locali di Scandicci a
nuovi locali in consedenza con la filiale 29; Cascina 2 presso i locali dello Sportello di Cascina (chiuso); Firenze via
Castello Sportello (ex Sportello CCIAA) trasferito nei nuovi locali da Piazza dei Giudici;
 Trasformazione della filiale Imprese di Bologna in Distaccamento Imprese della filiale Imprese di Modena.
Con decorrenza 24 gennaio 2011 è stata aperta al pubblico la filiale Imprese di Civitavecchia della Cassa di Risparmio di
Civitavecchia e con decorrenza 28 febbraio 2011 la filiale Foligno 9 della Cassa di Risparmio di Foligno.
Inoltre è stato attivato presso la filiale ISP di Campi Bisenzio in Via Buozzi uno sportello di Banca CR Firenze dedicato al
servizio di cassa e tesoreria per il Comune di Campi Bisenzio, mentre è stato chiuso lo sportello di tesoreria ad
Ancarano di Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.
Sono stati effettuati i seguenti interventi sulle filiali della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia:
 la filiale Imprese di Valdinievole è stata trasferita nel comune di Monsummano Terme (con conseguente cambio di
contrassegno) ed è stata ridenominata “filiale Imprese Monsummano Terme”;
 la filiale di Traversagna c/o Centro Commerciale Ipercoop è stata trasformata in Sportello della filiale di
Montecatini 1.
Sono stati effettuati i seguenti interventi sulle filiali della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno:
 chiusura delle seguenti Unità: Monte Urano Sportello e Castignano;
 trasferimento della filiale Ascoli Piceno 3 presso l’Ospedale Mazzoni.
Interventi sulle aree territoriali
Con decorrenza 10 gennaio 2011 sono stati resi operativi gli interventi di razionalizzazione delle Aree Territoriali della
Direzione Regionale Toscana e Umbria, che erano stati deliberati nel dicembre 2010.
La nuova struttura della Direzione Regionale Toscana e Umbria è così articolata:
 Area Firenze e Casse a cui sono attribuite le filiali di Banca CR Firenze e di Intesa Sanpaolo della province di Firenze,
Prato e Pistoia; al Direttore di Area fa riferimento inoltre il Direttore Generale della Cassa di Risparmio di Pistoia e
Pescia;
 Area Toscana a cui sono attribuite le filiali di Banca CR Firenze e di Intesa Sanpaolo della Toscana (escluse le filiali
attribuite all’Area Firenze e Casse) e le filiali di Banca CR Firenze dell’Emilia Romagna, della Lombardia e del
Veneto;
 Area Centro a cui sono attribuite le filiali di Banca CR Firenze e di Intesa Sanpaolo dell’Umbria e dell’Abruzzo;al
Direttore di Area fanno riferimento inoltre i Direttori Generali delle seguenti Banche Controllate:
 Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno;
 Cassa di Risparmio di Città di Castello;
 Cassa di Risparmio di Foligno;
 Cassa di Risparmio di Spoleto;
 Cassa di Risparmio di Terni e Narni;
 Area Civitavecchia, Rieti e Viterbo a cui sono attribuite le filiali di Banca CR Firenze della città e della provincia di
Roma; al Direttore di Area fanno riferimento inoltre i Direttori Generali delle seguenti Banche Controllate:
 Cassa di Risparmio di Civitavecchia;
 Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo;
 Cassa di Risparmio di Rieti.
A diretto riporto del Direttore di Area, sono state costituite le seguenti Unità:
- Pianificazione e Controllo di Gestione, in cui confluiscono gli attuali Specialisti di Pianificazione Commerciale ed il
Responsabile Pianificazione e Controllo di Gestione degli Specialisti Controllo di Gestione, Pianificazione Commerciale
e Pricing;
- Assistenza Organizzativa, in cui confluiscono gli attuali Specialisti Assistenza Operativa, che vengono ridenominati
Specialisti Assistenza Organizzativa.
Inoltre, al fine di rendere coerenti le figure professionali presenti nelle strutture territoriali di Area, nell’ambito dell’Unità
Controlli viene attivata la figura di Specialista Controlli.
Infine, in relazione agli Specialisti a diretto riporto del Direttore di Area, vengono attivati i seguenti interventi:
- ridenominazione dell’attuale Specialista E-Banking in relazione all’ambito Privati, in Specialista Prodotti Transazionali;
- attribuzione agli Specialisti Risparmio, Investimento e Previdenza, in cui confluiscono gli attuali Specialisti Eurizon
Capital, della missione di garantire il supporto tecnico/specialistico alle filiali per quanto riguarda l’offerta di prodotti
e servizi di risparmio, risparmio gestito, bancassicurazione e asset management di Eurizon Capital;
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Il primo semestre 2011
-
-
attivazione dello Specialista E-Banking Small Business, in cui confluiscono gli attuali Specialisti E-Banking;
attivazione dello Specialista Prodotti di Impiego, Protezione e Investimenti, con la funzione di garantire il supporto
tecnico/specialistico alle filiali per quanto riguarda l’offerta di prodotti e servizi di finanziamento alla clientela Small
Business e l’offerta di prodotti e servizi di tutela, raccolta, previdenza e copertura;
focalizzazione dello Specialista Agriventure sull’attività consulenziale, riposizionando le risorse dedicate all’attività
tecnica in una specifica figura professionale Specialista Perizie Agrarie costituita all’interno di Agriventure.
Progetto Gemini (cessione CR Spezia e filiali)
A seguito dell’accordo sottoscritto il 17 Febbraio 2010 tra il Gruppo Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole, il 3 gennaio
2011 è stata perfezionata sotto il profilo giuridico, mediante il passaggio del pacchetto azionario, con effetto sotto il
profilo contabile dalle 00.01 di lunedì 3 gennaio, l’operazione di cessione della Cassa di Risparmio della Spezia SpA.
Sotto il profilo informatico la cessione della Cassa di Risparmio della Spezia è avvenuta con decorrenza 11 luglio 2011.
Nel corso del primo trimestre 2011 sono state inoltre realizzate le attività propedeutiche al conferimento a Crédit
Agricole di 11 filiali di Banca CR Firenze, appartenenti alla Direzione Regionale Toscana e Umbria; l’operazione si è
conclusa in data 28 marzo 2011.
Interventi sulla Direzione Regionale
Specialisti enti e relazioni terriotriali
Nel corso del mese di gennaio è stato reso operativo il passaggio degli Specialisti Enti e Relazioni Territoriali dalle Aree
Territoriali al Coordinamento Marketing e Strategie Territoriali della Direzione Regionale.
L’intervento è finalizzato a:
 assicurare un coordinamento delle attività di gestione degli Enti e Relazioni Territoriali che possa garantire indirizzi
e comportamenti uniformi nell’ambito dei territori delle diverse Aree;
 raggiungere la maggiore efficienza possibile, grazie a economie di scala e sinergie operative;
 ricondurre i Centri Tesorerie al modello target e garantire la necessaria distinzione fra gestore della relazione e
sottoscrittore delle gare;
 assegnare pianta organica alla struttura progettuale della Sub-holding che si occupava dei Consorzi e Associazioni,
particolarmente significativi sul territorio di riferimento.
Specialista controlli di Direzione Regionale
Al fine di semplificare la filiera dei controlli in ambito Divisione Banca dei Territori, è stato costituito all’interno della
stessa un Coordinamento Controlli con un ruolo di sintesi in materia di governo dei rischi a supporto del Responsabile
di Divisione.
A seguito di tale modifica e coerentemente con quanto previsto nell’ambito del nuovo modello di controllo del Gruppo
ISP, è stata eliminata la figura dello Specialista Controlli della Direzione Regionale e le relative attività sono state
attribuite al Coordinamento Controlli della Divisione BdT e all'unità Pianificazione e Controllo di Gestione di Direzione
Regionale per le attività di Referente ORM per le strutture della Direzione Regionale.
Pianificazione e Controllo di Gestione: Specialista Pricing
Nell’ambito dell’Unità Pianificazione e Controllo di Gestione, è stata attivata la figura di Specialista Pricing, con la
funzione di supportare il Responsabile dell’Unità nella gestione dell’esercizio delle deleghe inerenti la gestione di tassi e
condizioni, autorizzando nei limiti delle autonomie assegnate.
Personale
Nell’ambito dell’Unità Personale è stato individuato un referente per le tematiche di organizzazione, con la funzione di
fornire supporto per un rapido avvio delle soluzioni organizzative definite dalle competenti strutture di Gruppo.
Coordinamento Marketing e Strategie Territoriali
Al fine di focalizzare ulteriormente il ruolo del Coordinamento Marketing e Strategie Territoriali di Direzione Regionale
quale cinghia di trasmissione verso la Rete delle strategie commerciali definite a livello centrale, al Coordinamento
Marketing e Strategie Territoriali è stata affidata la funzione di supportare il Direttore Regionale per il presidio delle
attività commerciali e per l’attuazione nelle Aree/Banche delle strategie di marketing definite dalle Direzioni Marketing
e di collaborare attivamente e in modo propositivo con le Direzioni Marketing, al fine di proporre iniziative commerciali
tese a valorizzare le specificità locali nell’ambito delle strategie e delle politiche commerciali contenute nei piani di
marketing.
In tale ambito sono stati rivisti i riporti funzionali dei Responsabili di Segmento / Coordinatori di Mercato di Area.
Centro Servizi Sub-holding: trasferimento della funzione conformità in staff al Direttore Generale
A decorrere dal 1° gennaio 2011, coerentemente con quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione di Banca CR
Firenze del 13 dicembre 2010, la Funzione di Conformità, precedentemente allocata nell’ambito della Segreteria
Generale di BCRF, è stata trasferita in staff al Direttore Generale.
31
Il primo semestre 2011
Centro Servizi Sub-holding: costituzione dell’unità Pianificazione e Controllo
Il Consiglio di Amministrazione di Banca CR Firenze ha approvato in data 7 marzo 2011 la costituzione nell’ambito del
Centro Servizi Sub-holding dell’unità “Pianificazione e Controllo”, che svolge per BCRF e le Banche controllate le
seguenti funzioni:
 controllo e condivisione del processo di definizione del Budget civilistico a livello di singola entità giuridica e
diffusione della necessaria reportistica di sintesi per gli organi societari;
 verifica dei livelli qualitativi dei servizi esternalizzati;
 riferimento per la Capogruppo (presidio ACO) per le attività di definizione degli interventi di immunizzazione,
l’invio dei tassi per l’impianto e il successivo mantenimento del modello “Poste a Vista”.
Centro Servizi Sub-holding: definizione delle strutture
Il Consiglio di Amministrazione di Banca CR Firenze ha approvato in data 4 aprile 2011 la formalizzazione della nuova
struttura del Centro Servizi Sub-holding di Banca CR Firenze, i cui funzionigramma ed organigramma sono in corso di
definizione con le competenti strutture di Gruppo.
Accentramento presso la Capogruppo delle attività di Tesoreria e ALM (Presidio ACO)
I Consigli di Amministrazione di Banca CR Firenze e delle Banche dalla stessa controllate hanno deliberato il completo
accentramento in Capogruppo delle attività relative alla gestione della tesoreria e dell’Asset e Liabilities Management
(ALM), ossia la gestione dei rischi di liquidità, di cambio strutturale e di tasso, finora svolte per BCRF e per le Banche
controllate da:
 Presidio Analisi e Controllo Operativo (A.C.O.) della Pianificazione e Controllo di Gestione della Sub-holding,
per quanto concerne la funzione di punto unico di contatto e riferimento per la Direzione Tesoreria di
Capogruppo;
 Amministrazione, Bilancio e Verifica della Sub-holding per quanto concerne le attività di reporting per gli
Organi Societari circa la situazione dei rischi finanziari della Banca.
Le risorse umane e la rete territoriale
Al 30 giugno 2011 l’organico delle società rientranti nel perimetro di consolidamento si attesta a 6.656 risorse, di cui
6.606 personale a ruolo e 50 a tempo determinato, con un decremento complessivo di 836 unità.
Il decremento complessivo rispetto alla chiusura 2010 deriva dalla cessione della quota di controllo, con conseguente
uscita dal perimetro di consolidamento integrale della Cassa di Risparmio della Spezia (550 unità) e di Centro Leasing
(245 unità), oltre che dal conferimento del ramo d’azienda rappresentato da 11 filiali di Banca CR Firenze (105 unità);
escludendo tali operazioni, l’organico presenterebbe un incremento di 64 unità.
Orga nico dipe ndent i Ba nca
CR Fire nze e so ciet a '
co nt ro lla t e
Banca CR Firenze
CR La Spezia
CR Pistoia
CR Civitavecchia
Banca CR Firenze Romania
Centro Leasing
Centro Factoring
Infogroup
CR Ascoli
CR Viterbo
CR Terni
CR Spoleto
CR Foligno
CR Castello
CR Rieti
T o t a le
30/06/2011
Riso rse a
ruo lo
Riso rse a
t em po
de t e rm inat o
31/12/2010
T o t a le
perso na le
dipende nt e
Riso rse a
ruo lo
Riso rse a
t em po
de t e rm ina t o
T o t a le
perso na le
dipende nt e
3.230
0
589
220
170
0
106
475
364
309
234
193
236
129
351
22
0
2
2
11
0
1
0
6
3
1
0
0
1
1
3.252
0
591
222
181
0
107
475
370
312
235
193
236
130
352
3.305
535
590
215
162
244
108
463
365
310
231
195
235
124
352
13
15
2
4
15
1
3
0
1
0
2
0
0
1
1
3.318
550
592
219
177
245
111
463
366
310
233
195
235
125
353
6.606
50
6.656
7.434
58
7.492
Al 30 giugno 2011 la presenza sul territorio di riferimento è garantita da 723 filiali, dislocate in 29 Province (8 Regioni),
alle quali vanno aggiunte le 15 filiali di Banca CR Firenze Romania; in questo contesto sono inoltre operative 42 filiali
Imprese, 9 filiali Private e 3 filiali Enti e Tesorerie. Si ricorda che rispetto al 31 dicembre 2010 sono state cedute tutte le
76 filiali di Cassa di Risparmio della Spezia e conferite 11 filiali di Banca CR Firenze, come descritto precedentemente.
32
Il primo semestre 2011
Pro v in c i a
Firenze
Ancona
Aquila
Arezzo
Ascoli Piceno
Bologna
Fermo
Ferrara
Genova
Grosseto
L'Aquila
La Spezia
Livorno
Lucca
Macerata
Mantova
Massa-Carrara
Modena
Parma
Perugia
Pisa
Pistoia
Prato
Ravenna
Reggio Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Siena
Teramo
Terni
Verona
Viterbo
TOTA LE
B A N CA CR
F IR EN Z E
CR
CIV IT A V ECCHI A
118
CR
PIST O IA
CR
V IT ER B O
CR
A SCO L I
CR
CA ST EL L O
CR
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CR R IET I
CR
F O L IG NO
CR T ER N I
4
3
1
40
122
4
1
42
1
2
32
6
32
17
9
1
0
21
1
0
14
30
12
7
11
9
1
21
1
14
21
9
4
2
6
7
2
20
16
18
1
12
1
17
24
31
2
52
4
2
1
1
15
26
30
1
28
723
17
9
9
25
1
4
344
34
39
80
43
58
19
35
44
38
2
20
0
90
18
53
16
1
2
27
1
66
26
9
34
1
44
26
4
T OT A LE
L’attività di comunicazione
Le iniziative di comunicazione di Banca CR Firenze e delle sue Controllate nel primo semestre 2011 hanno avuto come
oggetto, oltre all’attività ordinaria di relazione con organi della stampa e istituzionali, alcuni progetti specifici.
D’accordo con la Capogruppo, sono stati diffusi numerosi comunicati stampa, relativi all’approvazione del Bilancio
2010 e della trimestrale al 31 marzo 2011 delle banche che operano nell’ambito della Direzione Regionale Toscana e
Umbria, con visibilità sulla stampa nazionale e locale. Importante il ritorno di immagine in ambito nazionale legato alla
conferenza stampa di presentazione di Restituzioni 2011, un progetto di Intesa Sanpaolo che ha visto Banca CR Firenze
quale soggetto locale di riferimento per il Gruppo nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico locale e
nazionale. Alla conferenza stampa hanno partecipato i presidenti Giovanni Bazoli e Aureliano Benedetti. Sempre in
collaborazione con la Capogruppo (Servizio Studi), è stata data ampia visibilità ai report trimestrali dei Monitor dei
Distretti della Toscana e al Monitor dei Distretti dell’Umbria realizzati per Banca CR Firenze, che hanno favorito una
lettura aggiornata dell’andamento dell’economia del territorio. A febbraio è stato lanciato in Umbria il progetto “Casse
aperte”, che ha valorizzato il ruolo di supporto consulenziale e di relazione delle banche del Gruppo presenti sul
territorio anche attraverso comunicati e conferenze stampa, interviste e inserzioni pubblicitarie. Numerose le relazioni
con la stampa locale per interviste di alcuni Direttori Generali e Capi Area (Centro, Firenze, Toscana) sull’andamento
dell’economia, anche in occasione dei più recenti accordi con le associazioni confindustriali provinciali con “Crescere
Insieme”, il progetto che vede uniti il Gruppo e Confindustria nel sostenere lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle
PMI. Sono state infine segnalate alla stampa locale l’inaugurazione delle nuove filiali di Banca CR Firenze a Viareggio,
all’Ospedale Versilia e a Vecchiano (PI), oltre all’apertura straordinaria di alcune filiali in occasione della festa per il
150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, l’inaugurazione delle filiali di Cassa di Risparmio di Spoleto a Norcia e Cascia e
vari accordi della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia a favore dell’economia del territorio. Banca CR Firenze e Intesa
Sanpaolo sono inoltre state sponsor del Festival del Gelato, manifestazione avvenuta a maggio a Firenze, e del Festival
dell’Energia, manifestazione che avrà luogo a fine settembre a Firenze e presentata in anteprima in una conferenza
stampa a giugno, a cui ha partecipato il Presidente di Agriventure, Federico Vecchioni. Ulteriori conferenze stampa tra
aprile e giugno hanno presentato la partecipazione del Gruppo, sempre in veste di sponsor, alla 54esima edizione del
Festival dei Due Mondi di Spoleto, con un ruolo distintivo della Cassa di Risparmio di Spoleto, tradizionale banca di
riferimento dell’evento. A maggio è stata presentata RIBES, la prima rete d’imprese del settore biomedicale, nella quale
Banca CR Firenze e il Gruppo Intesa Sanpaolo hanno svolto un ruolo di catalizzatore e promotore della costituzione
della rete stessa, mettendo a disposizione competenze, strumenti e proposte finanziarie.
Sul fronte degli interventi nel settore culturale che comportano ritorni di immagine e commerciali, Banca CR Firenze ha
sponsorizzato il ciclo di lezioni “Firenze Scienza” - riservando inviti alla miglior clientela - e Taste, l’iniziativa di Pitti
Immagine dedicata alla Firenze del gusto, oltre ad ospitare anche quest’anno nell’Auditorium Cosimo Ridolfi il ciclo di
concerti “Note di Primavera” organizzato dalla Scuola di Musica di Fiesole; la Banca si è anche fatta promotrice di
un’iniziativa di solidarietà a favore del Meyer e di sensibilizzazione a corretti comportamenti in tema di ambiente
promuovendo l’iniziativa “Un Ovetto per il Meyer”, dotando inoltre numerosi uffici della propria Sede centrale di
questo particolare contenitore di rifiuti riciclabili.
33
Il primo semestre 2011
La Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha aderito all’iniziativa “Amico Museo”, con l’apertura straordinaria dei musei
Vescovili in gestione presso la banca. L’iniziativa è stata adeguatamente comunicata sulla stampa locale, insieme ad
altre iniziative culturali, tra le altre il supporto al MOICA nella realizzazione di un abito risorgimentale in occasione del
150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e le iniziative di restauro e di solidarietà avviate nel 180esimo anniversario dalla
costituzione della Cassa stessa.
Banca CR Firenze è intervenuta in qualità di sponsor in alcuni eventi di carattere sportivo come il Trofeo Assi Giglio
Rosso per l’atletica leggera e la Firenze Marathon; rinnovato l’impegno per l’Educational Cup e il sostegno al Trofeo
Assi Giglio rosso, la cui premiazione è avvenuta nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Numerose inoltre le
iniziative congiunte a stakeholder associativi, tra tutte il convegno nazionale dei Confidi che si è svolto a febbraio
presso la facoltà di Economia dell’Università di Firenze. Per quanto riguarda l’attività dedicata all’organizzazione di
eventi interni si ricorda la Befana 2011, con uno spettacolo circense dedicato ai figli dei dipendenti di Banca CR Firenze,
oltre a numerosi incontri ospitati nell’Auditorium quali Progetto Gemma, incontri di Area con la partecipazione di
numerosi direttori e gestori di filiale ed incontri specialistici come la riunione della Direzione Marketing Imprese o
AgriAcademy (Agriventure). Grande partecipazione e spirito di condivisione nell’evento interno “La Sfida”, organizzato
dal Servizio Comunicazione ed Eventi di Banca CR Firenze e destinato a rafforzare lo spirito di gruppo tra responsabili e
prime linee della Direzione Regionale Toscana e Umbria in occasione della presentazione del piano d’impresa e degli
sfidanti obiettivi dei prossimi mesi.
I risultati consolidati del primo semestre dell’esercizio 2011
Le principali operazioni effettuate nel primo semestre del 2011 che hanno determinato effetti sull’andamento
reddituale e sulla situazione patrimoniale al 30 giugno 2011, commentati nella presente Relazione finanziaria
semestrale consolidata, sono le seguenti:

cessione al Gruppo Crédit Agricole dell’intera partecipazione detenuta da Banca CR Firenze in CR La Spezia
(Progetto Gemini), perfezionata sotto il profilo giuridico il 3 gennaio 2011, per un importo di 288 milioni di euro.
L’operazione, che è stata effettuata con parte correlata ed il cui prezzo è suscettibile di variazioni per effetto degli
accordi contrattuali, ha dato luogo ad una plusvalenza provvisoria da cessione pari a circa 9 milioni di euro al netto
del relativo effetto fiscale, rilevata alla voce “Utile (perdita) dei gruppi di attività non correnti in via di dismissione”
in quanto la corrispondente componente patrimoniale era già stata riclassificata ai sensi dell’IFRS 5 nel bilancio
consolidato al 31 dicembre 2010;

conferimento al Gruppo Crédit Agricole del ramo d’azienda costituito da 11 filiali di Banca CR Firenze (sempre
nell’ambito del Progetto Gemini), perfezionata il 28 marzo 2011. L’operazione, che è stata effettuata con parte
correlata, ha dato luogo ad una plusvalenza pari a 37 milioni di euro al lordo del relativo effetto fiscale e di 36
milioni di euro al netto di tale effetto ed è stata rilevata alla voce “Utili (perdite) su attività finanziarie detenute
sino a scadenza e su altri investimenti”;

cessione all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze dell’immobile di Via Bufalini 6 a Firenze, già sede legale di Banca CR
Firenze S.p.A.; l’operazione, effettuata con parte correlata, è stata perfezionata nel gennaio del 2011, dando
luogo ad una plusvalenza di 25 milioni di euro al lordo del relativo effetto fiscale e di 17 milioni di euro al netto di
tale effetto ed è stata rilevata alla voce “Utili (perdite) su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri
investimenti” del conto economico consolidato riclassificato;

cessione a BNP Paribas Personal Finance S.A. del residuo 25% di Findomestic Banca S.p.A di proprietà di Banca CR
Firenze, che è quindi uscita dal capitale sociale, come previsto dagli accordi siglati in data 4 agosto 2009; secondo
le determinazioni assunte dalle parti il 22 giugno 2011 con la firma di un Sale and Purchase Agreement (SPA), la
cessione si è perfezionata in deroga alle previsioni del vecchio accordo stabilendo il prezzo finale in circa 628,8
milioni di euro, valorizzando la quota allo stesso prezzo della prima tranche di azioni acquisita da BNP Paribas
Personal Finance a fine 2009. A fronte del corrispettivo ricevuto, la Banca ha scaricato integralmente la suddetta
quota iscritta tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” al valore di 475 milioni di euro ed ha registrato
una plusvalenza di circa 154 milioni di euro all’interno della voce 100 b) “Utile/perdita da cessione o riacquisto di
attività finanziarie disponibili per la vendita” (voce “Risultato dell’attività di negoziazione” nel conto economico
riclassificato); al netto dell’effetto fiscale, l’impatto sull’utile netto di tale cessione è pari a circa 143 milioni di euro.
Si segnala a tale proposito che i dati raffrontativi economici relativi al 30 giugno 2010 riportati nella presente Relazione
finanziaria semestrale consolidata sono stati proformati ovvero riesposti per retrodatare al 1° gennaio 2010 gli effetti
prodotti dalle seguenti variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento successivamente a tale data, in modo da
garantire un confronto omogeneo:
 acquisizione di 50 sportelli di Banca Monte dei Paschi di Siena (avvenuta il 14 giugno 2010);
 conferimento al Gruppo Crédit Agricole del ramo d’azienda costituito da 11 filiali di Banca CR Firenze,
perfezionato il 28 marzo 2011;
 perdita del controllo e conseguente deconsolidamento di Centro Leasing SpA, a partire dal 1° luglio 2010;
 riclassifica alla voce “Utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione” di tutte le componenti reddituali
riferite alla CR Spezia (effettuata in sede di redazione del bilancio al 31 dicembre 2010).
Si segnala inoltre che i dati relativi al primo semestre 2011 riportati nella presente Relazione finanziaria semestrale
consolidata sono stati anch’essi riesposti per retrodatare al 1° gennaio 2011 gli effetti del conferimento al Gruppo
Crédit Agricole delle 11 filali di Banca CR Firenze, in modo da ottenere la massima omogeneità con i dati di confronto.
34
Il primo semestre 2011
Per quanto riguarda gli impatti delle suddette operazioni sullo stato patrimoniale al 31 dicembre 2010 e sul conto
economico al 30 giugno 2010, si rimanda agli specifici prospetti di raccordo allegati alla presente Relazione.
Il risultato netto consolidato si è attestato al 30 giugno 2011 a 211 milioni di euro rispetto alla perdita di 27 milioni di
euro del 30 giugno 2010; tale risultato risente, oltre che dei sopramenzionati effetti delle operazioni straordinarie
intervenute nel corso del primo semestre 2011, della crescita dei Proventi operativi netti (+5,1% rispetto allo stesso
periodo del precedente esercizio, al netto della plusvalenza da cessione dell’interessenza in Findomestic Banca sopra
menzionata), determinata dall’aumento degli Interessi netti e delle Commissioni nette e del Risultato dell’attività di
negoziazione, nonché dalla diminuzione degli Oneri operativi, in calo di circa 9 milioni di euro, pari al 2,4% in termini
percentuali.
Escludendo dai risultati al 30 giugno 2011 e 2010 (a perimetro omogeneo) le componenti aventi carattere non
ricorrente sopramenzionate nonché gli Oneri di integrazione sostenuti, il risultato netto rilevato al 30 giugno 2011
sarebbe pari a 6 milioni di euro, rispetto ad una perdita di 17 milioni di euro presente al 30 giugno 2010; il ROE
calcolato sui risultati “normalizzati” sopra descritti passerebbe dal -2,1% del giugno 2010 pro-forma al +0,8% del 30
giugno 2011.
La redditività complessiva consolidata di pertinenza di Banca CR Firenze, che costituisce l’integrazione dell’utile di
periodo con le componenti reddituali non transitate a conto economico, è passata da -38 milioni di euro al 30 giugno
2010 a 217 milioni di euro al 30 giugno 2011, come indicato nella successiva tabella a pagina 46. Il contributo positivo
delle suddette componenti reddituali di 5 milioni di euro rilevato nel primo semestre 2011 deriva dall’incremento di
valore delle attività finanziarie disponibili per la vendita delle società consolidate con il metodo integrale per 3 milioni di
euro, mentre per 2 milioni di euro si riferisce alla variazione positiva della riserva di cash flow hedge di Centro Leasing
SpA; nel primo semestre 2010 si era invece registrato un contributo negativo di 13 milioni di euro, prevalentemente per
effetto della variazione negativa del valore delle attività finanziarie disponibili per la vendita.
Le attività finanziarie della clientela si sono attestate a 36.113 milioni di euro, registrando una variazione in diminuzione
di 1.523 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2010, composta come segue:
Raccolta diretta: in calo di 1.525 milioni di euro, dovuti per 120 milioni di euro al trasferimento presso la Business unit
Financial Institutions di Capogruppo dei rapporti relativi al Fondo di Previdenza del Personale dei dipendenti di Banca
CR Firenze SpA e per 805 milioni di euro alla riduzione della raccolta cartolare a favore di quella interbancaria, in
accordo con le policy di Gruppo;
Raccolta indiretta: in aumento di 2 milioni di euro, interamente attribuibile alla raccolta gestita; inoltre, si segnala che
nel corso del semestre il comparto amministrato ha subìto la riduzione di una posizione relativa ad un “grande cliente”
per 465 milioni di euro, in assenza della quale la raccolta indiretta avrebbe segnato una crescita di 467 milioni di euro
(+2,3%).
Gli impieghi a clientela si assestano a 22.156 milioni di euro, in crescita di 62 milioni di euro rispetto al dato proformato
riferito alla chiusura dell’esercizio precedente (+0,3%).
Il patrimonio netto consolidato di pertinenza di Banca CR Firenze si attesta a 1.715 milioni di euro, con un incremento
di 190 milioni di euro, prevalentemente da imputare al maggior utile rispetto al risultato di fine 2010.
I risultati delle singole società (tabella)
Prove n ti op e ra tivi
n e tti
3 0 giug no
Va r. %
2 011
Banca CR Firenze S.p.A.
Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.A.
Cassa di Risparmio di Civitavecchia S.p.A.
Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno S.p.A.
Cassa di Risparmio di Città di Castello S.p.A.
Cassa di Risparmio di Foligno S.p.A.
Cassa di Risparmio di Rieti S.p.A.
Cassa di Risparmio di Spoleto S.p.A.
Cassa di Risparmio di Terni e Narni S.p.A.
Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo S.p.A.
Banca CR Firenze Romania S.A.
Centro Factoring S.p.A.
Infogroup S.c.p.A.
Immobiliare Nuova Sede S.r.l.
455,24 42,1%
48,04 15,4%
21,90 4,8%
29,82 -7,5%
9,78 1,7%
19,02 -0,7%
30,31 14,9%
19,10 4,1%
20,73 4,7%
26,98 -5,1%
3,55 -6,1%
22,91 2,6%
37,28 -2,0%
1,63
n.s.
Da ti e c on omic i
(milioni di euro)
Risu lta to de lla
O ne ri op e ra tivi
Risu l ta to
ge stion e
ope ra tiva
30
30
30
Va r.
Va r.
giugn o
giug no
giugn o
%
%
2 011
2 011
20 11
-183,99 -3,5% 271,25 n.s.
201,23
30,54 -6,9%
17,50 98,0%
0,70
-12,67 -4,9%
9,23 21,9%
3,06
-20,73 -3,7%
9,09 -15,1%
1,19
-6,90 -0,5%
2,89 7,2%
0,58
-13,44 -3,1%
5,58 5,7%
1,40
-17,84 -4,3%
12,47 61,2%
6,72
-11,13 -0,4%
7,98 11,1%
3,20
-11,92 -3,5%
8,81 18,3%
3,23
-15,85 -6,9%
11,14 -2,3%
4,17
-3,27 -4,9%
0,29 -17,6%
0,17
-6,72 -4,8%
16,20 6,0%
6,83
-36,77 2,4%
0,51 -76,0%
0,03
-1,81 24,6%
-0,18 -85,5%
-0,54
n e tto
Va r.
%
n.s.
-50,1%
n.s.
-34,7%
35,2%
40,2%
86,4%
n.s.
47,5%
-28,9%
-29,3%
15,6%
-97,5%
-53,5%
Da ti pa trimo nia li e fina nz ia ri
In dic i di re dditività (%)
(milioni di euro)
Attività
R OE
Cre diti ve rso
Cost/In c ome (1)
fin a n z ia rie
a nn ua liz z a to (2 )
c lie n te la
de lla c lie nte la
30
30
30
30
Va r.
giug no Va r. % giu gno Va r. % giug no Va r. a ss. giug no
a ss.
2 01 1
201 1
2 01 1
2 011
11.905
1,2%
20.305 -5,9%
40,4%
-17,4%
23,4% 18,8%
2.213
-1,3%
4.257 -1,7%
63,6%
-15,2%
0,5% -0,9%
750
-1,3%
1.145 -2,5%
57,9%
-5,9%
7,6% 7,2%
1.244
1,9%
1.691 -1,0%
69,5%
2,7%
1,4% -0,7%
448
4,7%
762 -1,4%
70,5%
-1,5%
1,8% 0,5%
805
-1,9%
1.335 -0,8%
70,7%
-1,8%
3,2% 0,9%
974
2,6%
2.001 -1,4%
58,9%
-11,8%
7,8% 3,6%
700
-1,4%
1.043 -3,2%
58,2%
-2,6%
7,3% 5,6%
686
-1,1%
1.517 -1,2%
57,5%
-4,9%
5,8% 1,9%
968
-3,3%
1.666 -3,4%
58,7%
-1,2%
6,0% -2,5%
90 19,5%
56 21,9%
91,9%
1,1%
2,3% -3,0%
1.510
-3,5%
85 47,3%
29,3%
-2,3%
15,9% -0,5%
0
0,0%
0
0,0%
98,6%
4,2%
0,0% 0,0%
0
0,0%
0
0,0%
n.s.
n.s.
n.s.
n.s.
V ariazioni calcolate rispetto al 30 giugno 2010, peri dati economici e reddituali e rispetto al 31 dicembre 2010 per tutti gli altri dati.
(1) Oneri operativi/Proventi operativi netti.
(2) Risultato netto rapportato alla media del capitale, del sovrapprezzo, delle riserve e delle riserve da valutazione nel periodo in esame.
35
Il primo semestre 2011
Eventi rilevanti del semestre
Il 3 gennaio 2011 ha avuto luogo la cessione a Cariparma S.p.A. (Gruppo Crédit Agricole) della quota dell’80% circa
del capitale della Cassa di Risparmio della Spezia S.p.A. con il conseguente incasso del corrispettivo provvisorio previsto,
pari a circa 288 milioni di euro; nell’ambito della stessa operazione, che si configura come effettuata tra parti correlate,
interessa anche altre società del Gruppo Intesa Sanpaolo e come tale è seguita direttamente dalla nostra Capogruppo,
Banca CR Firenze ha conferito 11 sportelli a Cariparma con la stipula, il 25 marzo 2011, di un atto di conferimento a
fronte del quale ha ricevuto in assegnazione 6.512.140 azioni ordinarie Cariparma. L’operazione ha avuto efficacia il
giorno 28 marzo 2011 ed il 23 maggio 2011, ad esito degli adempimenti cui all'art. 2343 quater CC, Banca CR Firenze
ha ceduto a Crédit Agricole S.A. e Sacam International S.a.s. le 6.512.140 azioni Cariparma possedute, per il prezzo
provvisorio di circa 52 milioni di euro.
Nel gennaio 2011 è stata contrattualizzata la cessione delle azioni Banca CR Firenze Romania S.A. possedute da Fingen
Int. B.V. a Banca CR Firenze S.p.A., a valori corrispondenti al patrimonio netto al 30 giugno 2010; esaurita la lunga
procedura statutaria per consentire agli altri soci l'esercizio del diritto di prelazione, l’operazione ha avuto luogo il 10
maggio 2011 e Banca CR Firenze S.p.A. ha acquistato 360.363 azioni, per un esborso di 0,418 milioni di euro. Le
residue 32.294 azioni possedute da Fingen Int. B.V. sono state acquistate da altri due soci, che hanno esercitato il
proprio diritto di prelazione. La partecipazione di Banca CR Firenze S.p.A. è quindi passata dall’88,47% al 90,98%.
Il 14 gennaio 2011 si è perfezionata, con la firma del contratto definitivo di compravendita, la cessione da parte di
Banca CR Firenze all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze del complesso immobiliare in Firenze sito in Via Bufalini e Via del
Castellaccio, per una superficie coperta di complessivi 22.600 mq lordi cui si aggiunge un giardino di 2.000 mq circa. Il
prezzo pattuito per la vendita in blocco è di 60 milioni di euro. Le parti si sono fatte assistere da esperti per la
valutazione della congruità del prezzo. Per la porzione dell’immobile soggetta a vincolo di interesse storico-artistico di
cui alla L.1089/1939 (ora D.Lgs. 42/2004) la vendita era sottoposta all’avveramento della condizione sospensiva del
mancato esercizio della prelazione spettante al Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, fatta risultare il 30 marzo
2011 da apposito atto notarile ricognitivo. L’operazione rientra nel disegno complessivo d’integrazione logistica delle
sedi direzionali della Banca.
In data 10 maggio 2011 l'assemblea dei soci di Immobiliare Novoli S.p.A. ha deliberato un aumento di capitale sociale
inscindibile da 30,96 a 46,44 milioni di euro e pertanto per complessivi 15,48 milioni di euro, mediante emissione di 3
milioni di nuove azioni al valore nominale di 5,16 euro ciascuna; l'aumento è stato sottoscritto pro-quota da tutti i soci
con contestuale versamento dell'intero importo. L'onere a carico di Banca CR Firenze per la sottoscrizione di 750.000
azioni (25%) è stato di 3,87 milioni di euro. L’intervento è finalizzato a riequilibrare la struttura finanziaria della società
e consentire il completamento delle sistemazioni infrastrutturali per valorizzare le superfici residenziali e commerciali già
realizzate.
Il 24 giugno 2011 ha avuto esecuzione la cessione a BNP Paribas Personal Finance S.A. del residuo 25% di Findomestic
Banca S.p.A di proprietà di Banca CR Firenze S.p.A., che è pertanto uscita dal capitale sociale; secondo le
determinazioni assunte dalle parti il 22 giugno 2011 con la firma di un Sale and Purchase Agreement, la cessione si è
perfezionata valorizzando la quota allo stesso prezzo del primo 25% che aveva consentito a BNP Paribas Personal
Finance di raggiungere il 75% di Findomestic Banca S.p.A. L’introito per Banca CR Firenze è stato di 628,8 milioni di
euro.
L’assemblea di Fiditoscana S.p.A., di cui Banca CR Firenze S.p.A. e la Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.A.
detengono complessivamente il 10,46% del capitale sociale, aveva deliberato il 18 novembre 2010 un aumento di
capitale sociale in contanti, alla pari, per 52 milioni di euro, da realizzarsi entro il 22 maggio 2012. Il Consiglio di
amministrazione della partecipata, in data 24 febbraio 2011, ha richiamato una prima tranche dell’aumento pari a circa
17,9 milioni di euro, che porterà il capitale sociale dagli attuali 98.729.956 euro a 116.643.956 euro. Il termine per la
sottoscrizione del suddetto aumento è il 31 luglio 2011.
Il 24 giugno 2011 CR Pistoia e Pescia ha ceduto alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia la partecipazione
del 20% detenuta nella Ce.Spe.Vi. – Centro Sperimentale Vivaismo S.r.l., al prezzo di 0,55 milioni di euro.
Principali rischi ed incertezze
Le informazioni sui rischi e sulle incertezze cui Banca CR Firenze e le società da questa controllate sono illustrate nel
contesto della presente Relazione. Più in particolare, sono stati descritti nel capitolo sullo scenario macroeconomico i
rischi connessi con l’andamento dell’economia e dei mercati finanziari ed alle azioni che gli Organismi sovranazionali ed
Governi hanno intrapreso per combattere la crisi. Ulteriori informazioni sono contenute nei successivi capitoli, nei quali
viene fornita un’analisi prospettica dell’evoluzione del contesto economico e dei rischi connessi (si veda al riguardo il
capitolo “Le previsioni per l’intero esercizio”), nonchè un’analisi delle modalità di gestione dei rischi in Banca CR Firenze
e società controllate (si veda il paragrafo “Il presidio dei rischi” delle “Note illustrative”).
36
Il primo semestre 2011
L’informativa sui rapporti con parti correlate
Anche nel primo semestre 2011 i rapporti con le parti correlate sono stati oggetto di attento monitoraggio e in
proposito si richiama la cessione dell’immobile all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze ed il sopra descritto trasferimento
di attività al Gruppo Crédit Agricole, in parte perfezionato nel primo trimestre, che si configura come operazione con
parte correlata in quanto le regole del Gruppo Intesa Sanpaolo hanno esteso in via di autoregolamentazione l’iter
istruttorio e deliberativo riservato alle operazioni con parti correlate agli azionisti che possiedono oltre il 2% del capitale
con diritto di voto nella Capogruppo. In aggiunta a ciò e a quanto descritto nell’apposito capitolo incluso nelle Note
illustrative non sono emerse, nel semestre, situazioni diverse da quelle riscontrabili nella normale dinamica dei rapporti
bancari intrattenuti con clientela privata e societaria; le operazioni sono state poste in essere a condizioni di mercato e
comunque sulla base di valutazioni di reciproca convenienza economica, nel rispetto di procedure interne
appositamente definite.
37
Il primo semestre 2011
38
Il perimetro di consolidamento
Il perimetro di consolidamento
Banca CR Firenze
S.p.A.
(1)
Note
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
(2)
(1)
(1)
(3)
(1)
Società partecipate almeno al 50%
Banca C.R. Firenze Romania S.A.
Cassa di Risparmio di Civitavecchia S.p.A.
Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia S.p.A.
Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo S.p.A.
Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno S.p.A.
Cassa di Risparmio di Città di Castello S.p.A.
Cassa di Risparmio di Spoleto S.p.A.
Cassa di Risparmio di Rieti S.p.A.
Cassa di Risparmio di Foligno S.p.A.
Cassa di Risparmio di Terni e Narni S.p.A.
Centro Factoring S.p.A. (4)
Immobiliare Nuova Sede S.r.l.
Infogroup S.C.p.A.
Tebe Tours S.p.A.
Altre controllate
CR Firenze Mutui S.r.l.
Società partecipate almeno al 20%
Centro Leasing S.p.A.
Intesa Formazione S:C.p.A.
Immobiliare Novoli S.p.A.
Unimatica S.p.A.
Sviluppo Industriale S.p.A.
Agriventure S.p.A.
Umbria Export S.C.r.l.
90,975%
51,00%
60,00%**
82,02%**
66,00%
82,19%
60,13%
85,00%
70,53%
75,00%
41,77%
100,00%
65,45%
100,00%
CR
Pistoia
S.p.A.
CR
Civitavecchia
S.p.A.
Infogroup
S.C.p.A.
Altre*
5,73%
2,76%
0,69%
0,01%
Totale
90,975%
51,00%
60,00%**
82,02%**
66,00%
82,19%
60,13%
85,00%
70,53%
75,00%
47,50%
100,00%
68,91%
100,00%
10,00%
10,00%
30,10%
20,00%
25,00%
30,10%
20,00%
25,00%
25,00%
28,27%
20,00%
29,48%
25,00%
28,27%
20,00%
29,48%
* Le sette banche acquisite con l’incorporazione di Casse del Centro (CR Viterbo, CR Ascoli, CR Città di Castello, CR Spoleto, CR Rieti, CR Foligno e CR Terni) sono entrate nel
capitale di Infogroup ScpA con lo 0,0011% ciascuna per complessivo 0,008% circa. La quota del 25,00% in Umbria Export è detenuta da CR Foligno (7,82%), CR Spoleto
(7,82%),CR Terni e Narni (7,82%) e CR Città di Castello (6,02%).
** Percentuali rappresentative dei diritti di voto (n. azioni con diritto di voto detenute rispetto al totale azioni con diritto di voto, senza considerare la quota di capitale
rappresentata da azioni di risparmio).
(1) Le società sopra evidenziate fanno parte del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo.
(2) Per CR Firenze Mutui S.r.l., società veicolo per la cartolarizzazione di mutui performing, la situazione di controllo si ravvisa ai sensi dei principi IAS/IFRS (SIC 12) nonché per
quanto previsto dai patti parasociali.
(3) Interessenza appostata contabilmente tra le attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS) in relazione alle caratteristiche dell’investimento.
(4) Società sottoposta al controllo di fatto di Banca CR Firenze che pur detenendo, direttamente o per il tramite delle partecipazioni detenute dalle proprie controllate, un equity
ratio nella società pari al 49,84%, ne ha nominato la maggioranza degli amministratori per il triennio 2010-2012 nell’Assemblea tenutasi il 30 marzo 2010.
39
Il perimetro di consolidamento
40
Prospetti contabili consolidati
BILANCIO CONSOLIDATO
SEMESTRALE ABBREVIATO
41
Prospetti contabili consolidati
42
Prospetti contabili consolidati
Prospetti contabili consolidati
43
Prospetti contabili consolidati
Stato patrimoniale consolidato
(migliaia di euro)
Voci dell'attivo
31.12.2010
10.
Cassa e disponibilità liquide
250.312
286.506
20.
Attività finanziarie detenute per la negoziazione
134.150
162.709
30.
Attività finanziarie valutate al fair value
40.
Attività finanziarie disponibili per la vendita
50.
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
60.
Crediti verso banche
70.
Crediti verso clientela
80.
Derivati di copertura
Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto
di copertura generica (+/-)
90.
100. Partecipazioni
110. Riserve tecniche a carico dei riassicuratori
1.022.683
1.544.516
38.666
38.681
2.478.511
3.333.656
22.156.154
22.257.888
74.408
87.051
132.512
-
131.004
-
120. Attività materiali
413.617
424.796
130. Attività immateriali
di cui:
315.610
327.513
- avviamento
314.683
326.726
140. Attività fiscali
330.975
329.550
a) correnti
b) anticipate
150. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
89.614
98.212
241.361
231.338
3.035
2.208.235
160. Altre attività
527.956
545.194
Totale dell'attivo
27.878.589
31.677.299
Voci del passivo e del patrimonio netto
30.06.2011
31.12.2010
10.
Debiti verso banche
20.
Debiti verso clientela
8.620.680
9.101.022
13.298.954
14.317.271
2.252.439
3.099.696
81.544
109.039
30.
Titoli in circolazione
40.
Passività finanziarie di negoziazione
50.
Passività finanziarie valutate al fair value
60.
Derivati di copertura
70.
Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto
di copertura generica (+/-)
-4.253
9.875
80.
Passività fiscali
65.276
35.967
a) correnti
48.321
24.800
b) differite
16.955
11.167
-
1.876.731
90.
Passività associate ad attività in via di dismissione
100. Altre passività
7.948
7.728
1.216.084
920.305
110. Trattamento di fine rapporto del personale
141.826
142.212
120. Fondi per rischi ed oneri
163.085
173.686
a) quiescenza e obblighi simili
b) altri fondi
130. Riserve tecniche
140. Riserve da valutazione
35.875
36.868
127.210
136.818
-14.460
150. Azioni rimborsabili
-
160. Strumenti di capitale
-
-20.018
-
170. Riserve
586.880
180. Sovrapprezzi di emissione
102.261
102.261
190. Capitale
828.836
828.836
200. Azioni proprie (-)
-
618.095
-
210. Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-)
320.435
359.173
220. Utile (perdita) d'esercizio
211.054
-4.580
27.878.589
31.677.299
Totale del passivo e del patrimonio netto
44
30.06.2011
Prospetti contabili consolidati
Conto economico consolidato
(migliaia di euro)
Voci
30.06.2011
30.06.2010
(1)
10.
Interessi attivi e proventi assimilati
20.
Interessi passivi e oneri assimilati
427.486
471.315
-108.273
-119.900
30.
Margine di interesse
319.213
351.415
40.
Commissioni attive
182.623
176.942
50.
Commissioni passive
60.
Commissioni nette
70.
Dividendi e proventi simili
2.607
2.268
80.
Risultato netto dell'attività di negoziazione
8.122
-1.182
90.
Risultato netto dell'attività di copertura
930
-545
154.898
260
100.
Utile / perdita da cessione o riacquisto di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
-9.416
-17.120
173.207
159.822
-1.084
11
155.982
247
-
d) passività finanziarie
2
110.
Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value
120.
Margine di intermediazione
130.
Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
-113.771
-149.242
a) crediti
-112.949
-146.155
-225
-1.874
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) altre operazioni finanziarie
658.977
-
-
-597
-1.213
545.206
362.796
140.
Risultato netto della gestione finanziaria
150.
Premi netti
-
160.
Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa
-
170.
Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa
180.
512.038
545.206
362.796
Spese amministrative:
-382.153
-406.331
a) spese per il personale
-208.090
-224.307
b) altre spese amministrative
-174.063
-182.024
190.
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
200.
Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali
210.
Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali
220.
Altri oneri/proventi di gestione
230.
Costi operativi
240.
Utili (Perdite) delle partecipazioni
250.
Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e imm
260.
Rettifiche di valore dell'avviamento
270.
Utili (Perdite) da cessione di investimenti
280.
Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte
290.
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente
300.
Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte
310.
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imp
320.
Utile (perdita) d'esercizio
330.
Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi
340.
Utile (perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo
-5.659
-8.665
-11.321
-14.851
-291
-588
60.383
61.839
-339.041
-368.596
304
61.839
9
462
268.308
-5.329
-55.633
-16.762
212.675
-22.091
8.586
2.404
221.261
-19.687
-10.207
-7.484
211.054
-27.171
1) I valori sono stati rideterminati applicando il principio contabile internazionale IFRS 5 a seguito della cessione della
Cassa di risparmio della Spezia S.p.A., avvenuta in data 3 gennaio 2011; i dettagli delle riesposizioni sono riportati
negli allegati alla presente Relazione finanziaria semestrale consolidata.
45
Prospetti contabili consolidati
Prospetto della redditività consolidata complessiva
(migliaia di euro)
10. UTI L E ( PER DI TA) D'ES ER C I ZI O
30.06.2011
30.06.2010
221.261
- 19.687
3.445
-9.615
Alt re c o mp o n en t i red d it u ali ( al n et t o d elle imp o s t e)
20. Attiv ità finanziarie disponibili per la v endita
30. Attiv ità materiali
-
-
40. Attiv ità immateriali
-
-
50. Copertura di inv estimenti esteri
-
-
60. Copertura dei flussi finanziari
-
-
27
-66
80. Attiv ità non correnti in v ia di dismissione
-
-
90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti
-
-
70. Differenze di cambio
100. Quota delle riserv e da v alutazione delle partecipazioni v alutate a patrimonio netto *
110. To t ale alt re c o mp o n en t i red d it u ali al n et t o d elle imp o s t e
120. R EDDI TI VI TA' C O MPL ES S I VA ( Vo c e 10 + 110)
130. Redditiv ità consolidata complessiv a di pertinenza di terzi
140. Redditiv ità consolidata complessiv a di pertinenza della Capogruppo
1.760
-3.066
5.232
- 12.747
226.493
- 32.434
9.882
5.453
216.611
-37.887
* La v oce accoglie principalmente l'effetto riv eniente dalla v ariazione della riserv a da cash flow hedge di Centro Leasing S.p.A.
46
Prospetti contabili consolidati
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2011
(migliaia di euro)
C ap it ale
azio ni
azio ni
o rdinarie di risparmio
ES I S TENZE AL L ' 1.1.2011
S o vrap p rezzi
di
emissio n e
di utili
30.06.2011
R is erve
da
altre
valu t azio n e
R iserve
967.712
-
153.240
689.787
68.469
-
-
-
-21.138
-
- 11.904
S t ru men t i
di
c ap it ale
-
A zio n i
p ro p rie
-
Ut ile
( Perd it a)
di
es ercizio
Pat rimo n io
n et t o
Patrimonio
netto del
Gruppo
Patrimonio
netto di
terzi
16.463
1.883.767
1.524.594
359.173
-37.601
-22.803
-14.798
-37.653
-3.831
-33.822
ALLOCAZIONE RISULTATO ESERCIZIO
PRECEDENTE
Riserve
21.138
Dividendi e altre destinazioni (a)
-37.601
-
VARIAZIONI DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve
Operazioni sul patrimonio netto
Emissione nuov e azioni
Acquisto azioni proprie
Distribuzione straordinaria div idendi
V ariazione strumenti di capitale
Derivati su proprie azioni
Stock option
-20.412
-
-8.356
-
-
30.604
-
-39.489
-
-
5.232
947.300
-
144.884
699.253
28.980
- 6.672
-
-
-
-
-
Redditività complessiva al 30 giugno 2011
PA TR I MO NI O NETTO AL 30.06.2011
-
221.261
226.493
216.611
9.882
221.261
2.035.006
1.714.571
320.435
- del Gruppo
828.836
102.261
699.253 -112.373
-14.460
211.054
1.714.571
- di terzi
118.464
42.623
141.353
7.788
10.207
320.435
(a) La voce comprende i dividendi e gli importi destinati al Fondo a disposizione dell'Assemblea dei Soci di Banca CR Firenze S.p.A., nonchè i dividendi delle società consolidate di pertinenza di terzi.
47
Prospetti contabili consolidati
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2010
(migliaia di euro)
S o vrap C ap it ale
p rezzi
azio ni
azio ni
o rdinarie di risparmio
di
emissio n e
ES I S TENZE AL L ' 1.1.2010
1.029.371
-
158.193
-
-
-
30.06.2010
R iserve
R is erve
da
di utili
altre
valu t azio n e
352.595 236.190
- 15.367
S t ru men t i
di
cap it ale
-
Azio n i
p ro p rie
-
Ut ile
( Perd it a)
di
esercizio
Pat rimo n io
n et t o
Patrimonio
netto del
Gruppo
Patrimonio
netto di
terzi
419.670
2.180.652
1.768.348
412.304
-258.541
-222.282
-36.259
-69.956
-42.553
-27.403
ALLOCAZIONE RISULTATO ESERCIZIO
PRECEDENTE
Riserve
161.129
-
-161.129
Dividendi e altre destinazioni (a)
-258.541
-
VARIAZIONI DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve
Operazioni sul patrimonio netto
Emissione nuov e azioni
Acquisto azioni proprie
Distribuzione straordinaria dividendi
V ariazione strumenti di capitale
Derivati su proprie azioni
Stock option
Redditività complessiva al 30 giugno
2010
PATR I MO NI O NETTO AL 30.06.2010
-54.311
982
-
-4.943
-
-
107.863 -131.911
-
13.346
-
-
-12.747
976.042
-
153.250
- del Gruppo
828.836
102.261
- di terzi
147.206
50.989
621.587 104.279
621.587
- 14.768
-
-
982
982
-19.687
-32.434
-37.887
5.453
- 19.687
1.820.703
1.465.626
355.077
-38.309
-21.578
-27.171
1.465.626
142.588
6.810
7.484
355.077
(a) La voce comprende i dividendi e gli importi destinati al Fondo a disposizione dell'Assemblea dei Soci di Banca CR Firenze S.p.A., nonchè i dividendi delle società consolidate di pertinenza di terzi.
48
Prospetti contabili consolidati
Rendiconto finanziario consolidato
(migliaia di euro)
30.06.2011
30.06.2010
A. ATTIVITA' OP ERATIVA
1. Gestione
- risultato di esercizio (+/-)
- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione
e su attività/passività valutate al fair value (-/+)
- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+)
- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-)
- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-)
- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-)
- premi netti non incassati (-)
- altri proventi/oneri assicurativi non incassati (-/+)
- imposte e tasse non liquidate (+)
- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione
al netto dell’effetto fiscale (-/+)
- altri aggiustamenti (+/-)
375.593
211.054
211.224
-27.171
-2.952
-5.183
133.069
22.711
5.659
55.633
-44.398
9.133
28.259
176.157
16.728
8.907
18.276
-19.065
2. Liquidità generata/ assorbita dalle attività finanziarie
- attività finanziarie detenute per la negoziazione
- attività finanziarie valutate al fair value
- attività finanziarie disponibili per la vendita
- crediti verso banche
- crediti verso clientela
- altre attività
1.403.224
31.511
521.833
855.145
-31.335
26.070
-467.287
-37.613
3.502
936.808
-1.190.875
-179.109
3. Liquidità generata/ assorbita dalle passività finanziarie
- debiti verso banche: a vista
- debiti verso banche
- debiti verso clientela
- titoli in circolazione
- passività finanziarie di negoziazione
- passività finanziarie valutate al fair value
- altre passività
-2.146.164
-480.342
-1.018.317
-823.486
-27.495
203.476
643.904
2.442.234
329.849
-1.901.276
37.110
-264.013
-367.347
387.841
372.682
287.330
35.065
50.287
103.951
656
103.295
-3.928
-432
-3.158
-338
-
-258.299
-54.936
-3.105
-338
-199.920
368.754
-154.348
Liquidità netta generata/ assorbita dall’ attività operativa
B. ATTIVITÀ DI INVESTIM ENTO
1. Liquidità generata da
- vendite di partecipazioni
- dividendi incassati su partecipazioni
- vendite/rimborsi di attività finanziarie detenute sino alla scadenza
- vendite di attività materiali
- vendite di attività immateriali
- vendite di società controllate e di rami d’azienda
2. Liquidità assorbita da
- acquisti di partecipazioni
- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza
- acquisti di attività materiali
- acquisti di attività immateriali
- acquisti di società controllate e di rami d’azienda
Liquidità netta generata/ assorbita dall’ attività d’ investimento
C. ATTIVITÀ DI P ROVVISTA
- emissioni/acquisti di azioni proprie
- emissione/acquisti di strumenti di capitale
- distribuzione dividendi e altre finalità
-37.601
-258.541
Liquidità netta generata/ assorbita dall’ attività di provvista
-37.601
-258.541
LIQUIDITÀ NETTA GENERATA/ ASSORBITA NELL'ESERCIZIO
-36.194
-25.048
RICONCILIAZIONE
Voci di bilancio
Cassa e disponibilità liquide all’inizio dell'esercizio
Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio
CASSA E DISP ONIBILITA' LIQUIDE ALLA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO
286.506
332.541
-36.194
-25.048
250.312
307.493
LEGENDA: (+) generata (–) assorbita
49
Prospetti contabili consolidati
50
Note illustrative
Note illustrative
51
Note illustrative
52
Note illustrative
Politiche contabili
Principi generali di redazione e altre informazioni
Relativamente ai criteri di redazione del presente bilancio semestrale consolidato abbreviato, che è stato predisposto in
conformità con quanto richiesto dal principio IAS 34, che regola i bilanci intermedi, si rinvia, come previsto dal
paragrafo 16 di tale principio, alla Parte A “Politiche contabili” della nota integrativa consolidata relativa all’esercizio
2010, in quanto i principi contabili adottati risultano invariati rispetto ai criteri utilizzati per la redazione del bilancio
consolidato annuale per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2010. La predisposizione del bilancio consolidato semestrale
abbreviato richiede il ricorso a stime e assunzioni nella determinazione di alcune componenti di costo e di ricavo e per
la valorizzazione di attività e passività. Anche per la loro descrizione si fa rinvio al Bilancio 2010. Si segnala, inoltre, che
taluni processi valutativi, in particolare quelli più complessi quali la determinazione di eventuali perdite di valore di
attività, sono generalmente effettuati in modo completo in sede di redazione del bilancio annuale, salvo i casi in cui vi
siano rilevanti indicatori di impairment che richiedono una immediata valutazione di eventuali perdite di valore.
Il Bilancio consolidato semestrale abbreviato è predisposto utilizzando l’euro quale moneta di conto, redatto in forma
sintetica come consentito dal principio IAS 34, composto dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto
della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni del patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e da note
illustrative sull’andamento della gestione e corredato da informazioni sugli eventi importanti che si sono verificati nel
semestre, sui principali rischi ed incertezze per i mesi restanti dell’esercizio e sulle operazioni con parti correlate. Gli
importi indicati nei prospetti contabili e nelle note illustrative sono espressi, qualora non diversamente specificato, in
milioni di euro.
Per quanto riguarda le variazioni intervenute nell’area di consolidamento, si rimanda alle informazioni riportate nel
paragrafo “Il perimetro di consolidamento”della presente Relazione.
Si forniscono di seguito le informazioni richieste dal documento congiunto Banca d’Italia, Consob e Isvap del 3 marzo
2010, in merito ai seguenti argomenti:
- processo valutativo seguito per effettuare le verifiche finalizzate ad individuare eventuali riduzioni di valore delle
attività (in particolare partecipazioni, avviamento e titoli di capitale e strumenti di investimento collettivo del
risparmio classificati come disponibili per la vendita) ai sensi dei principi IAS 36 e 39;
- clausole contrattuali dei debiti finanziari a medio-lungo termine;
- rinegoziazione dei termini contrattuali originariamente sottoscritti dalla clientela;
- obblighi informativi riguardanti i criteri adottati per determinare la “Gerarchia del fair value” degli strumenti
finanziari.
Relativamente al portafoglio partecipativo, la valutazione circa l’esistenza di elementi oggettivi di perdita durevole di
valore ha comportato la necessità di registrare nel conto economico una svalutazione pari a 0,1 milioni di euro, in
accordo con la policy di Gruppo.
Con riferimento all’avviamento, in accordo con la procedura di impairment test adottata dal Gruppo Intesa Sanpaolo, la
verifica del “valore d’uso” è avvenuta attraverso la definizione di un’unica Cash Generating Unit (“CGU”) a livello di
Sub-holding, includendo nella stessa tutte le società rientranti nel perimetro di consolidamento di Banca CR Firenze,
coerentemente con il modello di business della Divisione Banca dei Territori della Capogruppo; nella suddetta CGU è
stato pertanto allocato l’intero avviamento del bilancio consolidato. In sintesi, per la verifica del valore d’uso a livello di
CGU, in assenza di flussi previsionali pluriennali, non ancora disponibili, sono stati utilizzati multipli di transazioni
avvenute nel periodo 2008 - 2010 ed aventi per oggetto quote di controllo di banche commerciali operanti nel
territorio italiano, applicati alle grandezze economico-patrimoniali del 2011. Relativamente all’avviamento iscritto, di
importo pari a circa 316 milioni di euro nella situazione semestrale consolidata al 30 giugno 2011 ed allocato nella
CGU sopra indicata, la valutazione della CGU evidenzia una significativa eccedenza rispetto allo stesso.
Per quanto riguarda i titoli di capitale e gli strumenti di investimento collettivo del risparmio presenti nel portafoglio
AFS, la “diminuzione significativa o prolungata del fair value” richiesta dal principio IAS 36 è stata individuata nella
presenza di una quotazione di fair value inferiore di oltre il 30% rispetto al valore di iscrizione iniziale, oppure di una
riduzione di valore per un periodo superiore a 24 mesi (modificato rispetto ai 12 mesi previsti dalle politiche contabili
adottate per la redazione del bilancio al 31 dicembre 2009). Il processo di individuazione di eventuali riduzioni di valore
53
Note illustrative
ha comportato la rilevazione nella situazione semestrale consolidata al 30 giugno 2010 di una rettifica di valore
complessivamente pari a circa 0,2 milioni di euro.
Per quanto riguarda le clausole contrattuali dei debiti finanziari a medio-lungo termine, si segnala che i titoli
obbligazionari relativi al funding internazionale sono stati emessi, fino a febbraio 2006, a fronte di Programmi di “Euro
Medium Term Notes” tempo per tempo rinnovati e successivamente a tale data le emissioni hanno fatto riferimento al
“Base Prospectus” ai sensi dell’Art. 5.4 della Direttiva 2003/71/EC; sia le “Offering Circular” che il “Base Prospectus”
di riferimento delle emissioni internazionali contengono clausole contrattuali “standard” quali:
 la clausola di “Negative Pledge” con riferimento alle emissioni Senior;
 le clausole di “Event of Default” con provisioni specifiche per le emissioni subordinate e per le emissioni Senior; su
queste ultime insistono inoltre le clausole di “Cross Default”.
Non si sono registrati casi di mancato rispetto delle suddette clausole contrattuali che abbiano provocato o possano
aver provocato la decadenza del beneficio del termine, né si ipotizzano concreti rischi che tale decadenza possa
avvenire in un immediato futuro; per quanto riguarda i titoli obbligazionari collocati sul mercato retail domestico, i
prospetti informativi di riferimento definiscono il “ranking” delle emissioni “senior” come segue:
“Gli obblighi nascenti dalle Obbligazioni a carico dell’emittente non sono subordinati ad altre passività dello stesso,
fatta eccezione per quelle dotate di privilegio. Ne segue che il credito dei portatori verso l’emittente verrà soddisfatto
pari passu con gli altri crediti chirografari dell’emittente. Non sono previsti altri oneri, condizioni, gravami di qualsiasi
natura che possano incidere sui diritti dei portatori dei titoli”.
La tematica della rinegoziazione dei termini contrattuali originariamente sottoscritti dalla clientela, porta a richiamare le
caratteristiche delle principali convenzioni tipo stipulate dal Gruppo Intesa Sanpaolo, di seguito illustrate.
A) “Piano Famiglie”
Nel corso del mese di gennaio 2010 Banca CR Firenze e le sue controllate hanno aderito all’accordo sottoscritto il 18
dicembre 2009 tra l’ABI e le principali Associazioni dei consumatori; l’iniziativa, destinata al sostegno delle persone
fisiche in difficoltà a far fronte al pagamento delle rate dei mutui, prevede la possibilità per la clientela di chiedere la
sospensione per 12 mesi del pagamento delle rate dei mutui concessi per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione
dell’abitazione principale, al verificarsi di determinati eventi che impattano sulla capacità di rimborso. La sospensione
del pagamento delle rate, che può riguardare la sola quota capitale oppure l’intera rata, inclusiva della quota interessi,
ha una durata pari a 12 mesi e può essere richiesta dal cliente una volta sola. A partire dal febbraio 2010 e fino al 30
giugno 2011 sono state accolte 680 domande di sospensione; a fronte di un debito residuo di circa 58,7 milioni di
euro, il debito prorogato ammonta a circa 2,9 milioni di euro.
B) “Avviso Comune” per la sospensione dei debiti delle PMI (c.d. “moratoria”)
Il 3 agosto 2009 il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’ABI e le altre Associazioni di rappresentanza delle imprese
hanno sottoscritto un “Avviso Comune” per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema
creditizio, con l’obiettivo di dare respiro finanziario alle imprese in difficoltà nell’attuale congiuntura. La Capogruppo
Intesa Sanpaolo ha aderito all’Avviso Comune il 10 agosto del 2009, operando in continuità con accordi siglati con
Confindustria il 3 luglio 2009 per fornire liquidità e ricapitalizzare le piccole e medie imprese italiane. Le modalità di
applicazione delle rinegoziazioni prevedono pertanto la sospensione della sola quota capitale, determinando lo
“slittamento” in avanti del piano di ammortamento originario, per il periodo pari alla sospensione accordata, senza
alterare la sequenza e l’importo delle quote capitale stabilite contrattualmente, mentre gli interessi dovuti sul capitale
sospeso vengono corrisposti alle scadenze originarie, senza che venga evidentemente abbattuto il debito residuo stesso.
A partire dall’agosto 2009 e fino al 30 giugno 2011 risultano essere state accolte 4.922 domande di sospensione; a
fronte di un debito residuo di circa 1.201,2 milioni di euro, il debito prorogato ammonta a circa 183,0 milioni di euro,
di cui oltre il 93% riferito a mutui.
Relativamente all’informativa sulla determinazione della gerarchia del fair value di strumenti finanziari si rimanda a
quanto riportato nel paragrafo “Il presidio dei rischi” delle presenti note illustrative.
54
Note illustrative
Eventi successivi alla chiusura del semestre
In data 13 luglio 2011 Banca CR Firenze S.p.A. ha acquistato dai soci di minoranza di Banca CR Firenze Romania S.A.
un pacchetto azionario di complessive 1.296.177 azioni per un corrispettivo totale di 4,4 milioni di euro; in seguito a
tale operazione la quota di partecipazione di Banca CR Firenze S.p.A. è salita dal 90,98 al 99,99%.
Il 29 luglio 2011 la Capogruppo ha sottoscritto un accordo con le Organizzazioni sindacali per l’attuazione degli
obiettivi di riduzione e di riqualificazione del personale previsti nel proprio Piano d’Impresa. L’accordo prevede l’uscita
entro il 30 giugno 2014 di almeno 2.500 dipendenti, a livello di Gruppo Intesa Sanpaolo, che abbiano maturato il
diritto al trattamento previdenziale obbligatorio. Viene inoltre concessa ad altri 2.500 dipendenti, che matureranno tale
diritto entro il 1° gennaio 2018, la possibilità di aderire, su base esclusivamente volontaria, al c.d. fondo di solidarietà.
Nei prossimi mesi saranno individuate le persone interessate ed espletati gli adempimenti necessari e si provvederà
pertanto alla determinazione degli effetti sul conto economico dell’esercizio 2011 ed eventualmente dei successivi.
L’accordo prevede altresì le modalità per la riqualificazione del personale fino a 5.000 persone e l’assunzione fino a
1.000 giovani, dando la priorità a coloro che avevano maturato esperienze lavorative nel Gruppo con contratti di lavoro
a tempo determinato.
55
Note illustrative
56
Note illustrative
I risultati economici
Aspetti generali
Fra gli allegati della presente Relazione vengono riportati i criteri di riclassificazione ed il prospetto di raccordo tra lo
schema di conto economico previsto dalla Banca d’Italia ed il conto economico riclassificato.
Al fine di favorire il raffronto con i dati al 30 giugno 2011, anch’essi oggetto di riesposizione, il conto economico al
30 giugno 2010 è stato proformato per tenere conto del diverso perimetro di consolidamento.
Conto economico riclassificato
(milioni di euro)
variazioni
assolute
%
30.06.2011
Proforma (*)
30.06.2010
Proforma (*)
328
325
3
1,0
2
-
2
n.s.
Commissioni nette
171
164
7
4,3
Risultato dell'attiv ità di negoziazione
Interessi netti
Div idendi e utili (perdite) di partecipazioni
v alutate al patrimonio netto
166
-1
167
n.s.
Altri prov enti (oneri) di gestione
38
36
2
5,6
Pro ven t i o p erat ivi n et t i
705
524
181
34,5
Spese del personale
-202
-210
8
-3,8
-151
-151
0
-
-11
-12
1
-8,3
-364
-373
9
-2,4
341
151
190
ns.
Spese amministrativ e
Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali
O n eri o p erat ivi
R is u lt at o d ella g es t io n e o p erat iva
Accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri
-5
-7
2
-28,6
-130
-121
-9
7,4
-
-2
2
-100,0
62
-
62
n.s.
268
21
247
n.s.
Imposte sul reddito dell'operativ ità corrente
-56
-23
-33
n.s.
Oneri di integrazione (al netto delle imposte)
-
-8
8
-100,0
Rettifiche di v alore nette su crediti
Rettifiche di v alore nette su altre attiv ità
Utili (perdite) su attiv ità finanziarie detenute sino a scadenza
e su altri inv estimenti
R is u lt at o c o rren t e al lo rd o d elle imp o s t e
Utile (perdita) dei gruppi di attiv ità in v ia di dismissione
(al netto delle imposte)
Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi
R is u lt at o n et t o
9
-2
11
n.s.
-10
-15
5
-33,3
211
-27
238
n.s.
(*) I dati 2011 sono stati proformati ovvero riesposti escludendo dalle singole voci il contributo delle 11 filiali conferite a Cariparma e
riclassificandone lo sbilancio alla voce "'Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi", in modo da mantenere l'invarianza del risultato
netto. I dati 2010 sono stati rideterminati per retrodatare al 1°gennaio 2010 gli effetti dell'operazione Sallustio (acquisto di 50 filiali da Banca
Monte dei Paschi di Siena S.p.A.), del consolidamento di Centro Leasing S.p.A. con il metodo del patrimonio netto a partire dal secondo
semestre 2010, della cessione integrale della partecipazione in CR Spezia e del conferimento delle suddette 11 filiali a Cariparma; si
segnala che ai fini dell'invarianza del risultato netto originario, l'utile relativo alle filiali acquistate e conferite è stato interamente attribuito alla
voce "Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi", mentre quello relativo a Centro Leasing ed a CR Spezia è stato interamente allocato
alla voce "Utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte)".
57
Note illustrative
Evoluzione trimestrale del conto economico consolidato riclassificato
(milioni di euro)
Voci
2011 (*)
2°
trimestre
Interessi netti
2010 (*)
1°
trimestre
4°
trimestre
3°
trimestre
2°
trimestre
1°
trimestre
162
166
170
161
169
156
2
-
-10
-2
-
-
82
89
87
82
81
83
159
7
4
2
-1
-
21
17
30
17
20
16
Proventi operativi netti
426
279
281
260
269
255
Spese del personale
-103
-99
-95
-103
-104
-106
Spese amministrative
-78
-73
-87
-70
-77
-74
-5
-6
-6
-7
-6
-6
-1 8 6
-1 7 8
-1 8 8
-1 8 0
-1 8 7
-1 8 6
240
101
93
80
82
69
-3
-2
-
-2
-3
-4
-76
-54
-46
-45
-68
-53
Rettifiche di valore nette su altre attività
-
-
-
-
-2
-
Utili (perdite) su attività finanziarie detenute
sino a scadenza e su altri investimenti
-
62
-
-
-
-
161
107
47
33
9
12
-25
-31
-20
-19
-9
-14
-
-
-7
-2
-6
-2
Utile (perdita) dei gruppi di attività in via
di dismissione (al netto delle imposte)
-1
10
-
-
-2
-
Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi
-3
-7
-6
-4
-11
-4
132
79
14
8
-19
-8
Dividendi e utili (perdite) di partecipazioni
valutate al patrimonio netto
Commissioni nette
Risultato dell'attività di negoziazione
Altri proventi (oneri) di gestione
Ammortamento immobilizzazioni immateriali
e materiali
Oneri operativi
Risultato della gestione operativa
Accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri
Rettifiche di valore nette su crediti
Risultato corrente al lordo delle imposte
Imposte sul reddito dell'operatività corrente
Oneri di integrazione (al netto delle imposte)
Risultato netto
(*) I dati 2011 sono stati proformati ovvero riesposti escludendo dalle singole voci il contributo delle 11 filiali conferite a Cariparma e
riclassificandone lo sbilancio alla voce "'Utile (perdita) del periodo di pertinenza di terzi", in modo da mantenere l'invarianza del risultato netto. I dati
2010 sono stati rideterminati per retrodatare al 1°gennaio 2010 gli effetti dell'operazione Sallustio (acquisto di 50 filiali da Banca Monte dei Paschi
di Siena S.p.A.), del consolidamento di Centro Leasing S.p.A. con il metodo del patrimonio netto a partire dal secondo semestre 2010, della
cessione integrale della partecipazione in CR Spezia e del conferimento delle suddette 11 filiali a Cariparma; si segnala che ai fini dell'invarianza
del risultato netto originario, l'utile relativo alle filiali acquistate e conferite è stato interamente attribuito alla voce "Utile (perdita) del periodo di
pertinenza di terzi", mentre quello relativo a Centro Leasing ed a CR Spezia è stato interamente allocato alla voce "Utile (perdita) sui gruppi di
attività in via di dismissione (al netto delle imposte)".
58
Note illustrative
Proventi operativi netti
Interessi netti
(milioni di euro)
variazioni
Rapporti con clientela
356
336
20
6,0
Titoli in circolazione
-32
-60
28
-47,1
8
26
-18
-67,7
333
302
31
10,1
I n t ermed iazio n e co n c lien t ela
Attività finanziarie di negoziazione
1
-
1
n.s.
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
1
1
0
-
Attività finanziarie disponibili per la vendita
8
6
2
39,6
At t ivit à f in an ziarie
10
7
3
40,0
Rapporti con banche
-28
12
-40
n.s.
Attività deteriorate
19
12
7
55,8
Altri interessi netti
-6
-8
3
-31,3
328
325
3
1,0
I n t eres si n et t i
170
169
156
1/10
Differenziali su derivati di copertura
Evoluzione trimestrale Interessi netti
%
161
166
162
2/11
assolute
1/11
P roforma
4/10
P roforma
3/10
30.06.2010
2/10
30.06.2011
Voci
Al 30 giugno 2011 gli interessi netti registrano un incremento dell’1,0% rispetto all’analogo periodo del 2010, grazie
soprattutto alla ripresa del comparto “Intermediazione con clientela”, risultato in crescita di 31 milioni di euro; in
particolare, la sottovoce dei “Rapporti con clientela”, che accoglie il saldo tra interessi attivi sugli impieghi e interessi
passivi sulla raccolta a vista, ha registrato un progresso di 20 milioni di euro per l’effetto congiunto di spread e volumi;
contemporaneamente, la riduzione dello stock di obbligazioni in essere ha prodotto una netta diminuzione degli
interessi passivi sui titoli in circolazione (-10 milioni di euro, includendo anche i differenziali sui derivati di copertura), cui
si sono aggiunti l’effetto positivo degli interessi da attualizzazione (+9 milioni di euro) ed il maggior apporto del
portafoglio titoli di proprietà (+3 milioni di euro), che ha beneficiato del rialzo dei tassi di mercato verificatosi da inizio
anno grazie alla prevalente presenza di titoli con cedole indicizzate. Tali dinamiche hanno consentito di compensare
l’effetto negativo derivante dal minor contributo dei rapporti con banche (-40 milioni di euro), causato dal funding
effettuato in sostituzione della raccolta obbligazionaria scaduta e della raccolta a vista.
Dividendi e utili (perdite) di partecipazioni valutate al patrimonio netto
La voce in esame al 30 giugno 2011 è pari a 2 milioni di euro ed è costituita in massima parte dai dividendi distribuiti
dalla Banca d’Italia, mentre nel 2010 tali proventi erano stati quasi perfettamente controbilanciati dal contributo
negativo della società consolidata con il metodo del patrimonio netto Centro Leasing S.p.A., il cui apporto nel 2011 è
invece risultato sostanzialmente nullo.
59
Note illustrative
Commissioni nette
(milioni di euro)
Conti correnti
9
9
0
-
51
58
-7
-12,0
Servizio Bancomat e carte di credito
7
10
-3
-34,3
Attività bancaria commerciale
70
79
-9
-11,4
Intermediazione e collocamento titoli
49
33
16
50,1
Intermediazione valute
1
Gestioni patrimoniali
1
0
-16,8
3
3
-1
23
19
4
21,3
1
2
-1
-63,5
Attività di gestione, intermediazione e
consulenza
77
58
19
33,0
Altre commissioni nette
24
27
-3
-10,9
171
164
7
4,3
Distribuzione prodotti assicurativi
Altre commissioni intermediazione / gestione
Commissioni nette
Evoluzione trimestrale Commissioni nette
%
71,4
89
87
83
82
82
81
2/11
Servizi di incasso e pagamento
2
1/11
2
4/10
4
Garanzie rilasciate
variazioni
assolute
3/10
30.06.2010
Proforma
2/10
30.06.2011
Proforma
1/10
Voci
La crescita delle commissioni nette è stata determinata, in particolare, dal contributo del comparto “Intermediazione e
collocamento titoli”, in crescita di 16 milioni di euro, grazie alle maggiori up-front incassate sul collocamento titoli di
società del Gruppo Intesa Sanpaolo (collocati circa 1.200 milioni nominali di titoli rispetto ai circa 500 milioni del 2010).
Si registrano inoltre maggiori proventi sull’attività di bancassicurazione (+4 milioni di euro) in accordo con la crescita dei
relativi volumi di raccolta indiretta (+9% rispetto a fine 2010) e sul comparto delle garanzie rilasciate (+2 milioni di
euro), mentre risultano in diminuzione gli apporti commissionali relativi a “Conti correnti” e “Servizio bancomat e carte
di credito”.
Risultato dell’attività di negoziazione
Voci
30.06.2011
P roforma
30.06.2010
(milioni di euro)
variazioni
P roforma assolute
Evoluzione trimestrale Risultato
dell'attività di negoziazione
%
Risultato operatività di trading (titoli e derivati redditizi
connessi, valute, derivati finanziari)
6
-2
8
n.s.
Altre attività/passività finanziarie: differenze di cambio
2
1
1
n.s.
Risultato netto dell'attività di copertura
1
-
1
n.s.
Totale utili (perdite) su attività / passiv ità finanziarie
di negoziazione
9
-1
10
n.s.
159
7
156
-
n.s.
2
-1
n.s.
-
167
2/11
166
1
1/11
-
4/10
-
-
-1
3/10
1
vendita
-
2/10
Dividendi e proventi simili su azioni disponibili per la
vendita
p
p
p
R isu lt at o d ell'at t ivit à d i n eg o ziazio n e
156
4
1/10
Risultato da cessione di attività finanziarie disponibili per
la vendita e riacquisto di passività finanziarie
n .s .
La rilevante variazione della voce in esame è quasi interamente determinata dalla plusvalenza derivante dalla cessione
dell'ultimo 25% della partecipazione detenuta in Findomestic Banca da parte di Banca CR Firenze, pari a circa
154 milioni di euro (al lordo delle imposte). Da rilevare inoltre la miglior performance sull’operatività in titoli, cambi e
derivati (+ 9 milioni di euro), cui si sono aggiunti il maggior risultato dell’attività di copertura e più elevati dividendi su
titoli AFS per complessivi 2 milioni di euro.
60
Note illustrative
Oneri operativi
Oneri operativi
147
40
23
210
-6
-1
-2
-8
-3,8
-2,0
-8,3
-3,8
16
26
15
10
3
4
71
29
-24
151
18
29
21
11
4
4
57
29
-22
151
-2
-3
-6
-1
-1
0
14
0
-2
0
-8,6
-8,8
-27,0
-12,0
-29,5
24,9
10,3
-
11
11
12
12
-1
-1
-4,7
-8,3
364
373
-9
-2,4
186
188
187
180
186
178
2/11
Immobilizzazioni materiali
Ammortamenti
141
39
21
202
1/11
Spese per servizi informatici
Spese di gestione immobili
Spese generali di funzionamento
Spese legali e professionali
Spese pubblicitarie e promozionali
Costi indiretti del personale
Altre spese
Imposte indirette e tasse
Recupero di spese ed oneri
Spese amministrative
Evoluzione trimestrale Oneri operativi
%
4/10
Salari e stipendi
Oneri sociali
Altri oneri del personale
Spese del personale
P roforma assolute
3/10
P roforma
(milioni di euro)
variazioni
2/10
30.06.2011 30.06.2010
1/10
Voci
Gli oneri operativi registrano una diminuzione del 2,4% rispetto al precedente esercizio (-9 milioni di euro),
sostanzialmente grazie alla flessione delle spese per il personale che si riducono di 8 milioni di euro, anche a seguito
della minore incidenza della componente retributiva variabile nonché al fatto che l’esercizio 2011 non include l’onere
relativo alle risorse del ramo d’azienda Private Banking, ceduto ad Intesa Sanpaolo Private Banking nel novembre 2010.
Le spese amministrative e gli ammortamenti sono in linea con il primo semestre 2010.
Risultato della gestione operativa
Il risultato della gestione operativa registra una crescita di 190 milioni di euro, attestandosi su livelli più che doppi
rispetto all'esercizio precedente, per effetto dell'incremento dei proventi operativi netti (+181 milioni di euro) e della
contemporanea riduzione degli oneri operativi registrati nel periodo (-9 milioni di euro); il cost/income si riduce,
pertanto, di quasi venti punti percentuali, passando dal 71,2% al 51,6%. Si precisa peraltro che anche escludendo la
plusvalenza derivante dalla cessione della partecipazione in Findomestic Banca, pari a circa 154 milioni di euro al lordo
delle imposte, il margine in esame registrerebbe un incremento del 23,8%, a seguito della crescita degli interessi netti,
delle commissioni nette e del risultato dell'attività di negoziazione, mentre il cost/income registrerebbe un
abbassamento di circa cinque punti percentuali, attestandosi al 66,1%.
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri
Al termine del primo semestre 2011 le occorrenze della specie si sono rivelate più contenute rispetto ai primi sei mesi
dell’esercizio precedente, consentendo di effettuare minori stanziamenti per 2 milioni di euro.
61
Note illustrative
Rettifiche di valore nette su crediti
(milioni di euro)
variazioni
P roforma
assolute
%
Sofferenze
56
42
14
33,3
Incagli e ristrutturati
57
32
25
78,7
Crediti scaduti / sconfinati
12
44
-32
-72,7
4
2
2
n.s.
120
9
7,6
1
1
0
-
130
121
9
7,4
45
3/10
R et t if ich e d i valo re n et t e su cred it i
129
2/10
R et t if ich e n et t e p er g aran zie e imp eg n i
76
68
53
1/10
Crediti in bonis
R et t if ich e n et t e p er d et erio ramen t o
d ei cred it i
Evoluzione trimestrale delle Rettifiche di
valore nette su crediti
46
54
2/11
P roforma
Voci
/11
30.06.2010
4/10
30.06.2011
L’incremento delle rettifiche di valore nette su crediti, pari a 9 milioni di euro, è dovuto principalmente alle maggiori
svalutazioni che hanno interessato le posizioni incagliate e ristrutturate (+25 milioni di euro) e quelle in sofferenza
(+14 milioni di euro), mentre sono risultate in netta diminuzione quelle sugli scaduti/sconfinati (-32 milioni di euro).
I finanziamenti in bonis, infine, hanno registrato un incremento delle relative svalutazioni pari a 2 milioni di euro, in
relazione all’esigenza di adeguare le rettifiche della specie sulla base del valore di “Incurred loss” risultante dalle
elaborazioni prodotte dalla Direzione Risk Management della Capogruppo.
Utili (perdite) su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti
La voce in esame ammonta a 62 milioni di euro ed accoglie, al lordo dell’effetto fiscale, gli utili derivanti dalla cessione
all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze dell’immobile di Via Bufalini a Firenze e dal conferimento a Cariparma di undici
filiali di Banca CR Firenze, per importi rispettivamente pari a 25 ed a 37 milioni di euro, al lordo del relativo effetto
fiscale.
Risultato corrente al lordo delle imposte
Gli utili derivanti dalle operazioni straordinarie sopra ricordate, unitamente al miglioramento del risultato della gestione
operativa (+190 milioni di euro) precedentemente commentato, hanno consentito al margine in parola di attestarsi a
268 milioni di euro, valore di gran lunga superiore ai 21 milioni di euro del primo semestre 2010.
Imposte sul reddito dell’operatività corrente
Nonostante l’ammontare di tale voce si attesti, al 30 giugno 2011, su un valore molto più elevato rispetto all’analogo
periodo del 2010 (56 milioni di euro contro 23), il tax rate risulta decisamente più contenuto, in quanto il risultato
corrente al lordo delle imposte relativo al primo semestre 2011 è costituito per circa il 75% da componenti reddituali
soggette ad aliquote fiscali agevolate, in relazione alle operazioni di carattere non ricorrente menzionate in precedenza.
Si segnala, infine, che l’impatto fiscale al 30 giugno 2011 include anche l’effetto dovuto all’innalzamento dell’aliquota
fiscale IRAP, introdotto dalla recente Legge Finanziaria.
Utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte)
Al 30 giugno 2011 la voce in esame accoglie, al netto del relativo effetto fiscale, la plusvalenza derivante dalla cessione
della partecipazione nella Cassa di Risparmio della Spezia a Cariparma (9 milioni di euro), mentre nel primo semestre
2010 era stata alimentata esclusivamente per sterilizzare l’effetto sull’utile netto derivante dal deconsolidamento
integrale di Centro Leasing S.p.A. e della stessa Cassa di Risparmio della Spezia, effettuato nel primo caso per il
passaggio al consolidamento con il metodo del patrimonio netto e nel secondo caso a seguito della cessione.
62
Note illustrative
Oneri di integrazione al netto delle imposte
Al termine del primo semestre 2011, gli oneri in parola hanno registrato un valore molto contenuto (0,1 milioni di
euro), essendo costituiti esclusivamente dal “time value” rilevato sui fondi esuberi del personale, mentre nell’analogo
periodo del 2010 la voce si attestava a circa 8 milioni di euro ed accoglieva principalmente gli oneri sostenuti per
l’integrazione delle 50 filiali acquistate da Banca Monte dei Paschi di Siena.
Risultato netto
Per effetto degli andamenti sopra descritti, i primi sei mesi del 2011 fanno segnare un utile netto pari a 211 milioni di
euro, in decisa crescita rispetto alla perdita netta di circa 27 milioni di euro del primo semestre 2010. Peraltro, per
rendere maggiormente confrontabili i risultati dei due periodi, è opportuno procedere ad una loro “normalizzazione”
eliminando le rispettive componenti di costo e ricavo aventi carattere non ricorrente e precisamente:
 dal risultato 2011 gli utili derivanti dalla cessione dell’immobile di Via Bufalini a Firenze e delle partecipazioni in CR
Spezia e Findomestic Banca, nonché dal conferimento di 11 filiali a Cariparma, al netto del relativo effetto fiscale,
con un impatto negativo per complessivi 205 milioni di euro;
 dal risultato 2010 gli oneri di integrazione al netto delle imposte, l’integrazione del prezzo per la cessione di CR
Orvieto, il contributo netto di CR Spezia e di Centro Leasing S.p.A., con un impatto positivo pari a complessivi 10
milioni di euro.
L’applicazione di tali fattori di normalizzazione farebbe registrare nel primo semestre 2011 un utile netto pari a
6 milioni di euro e nel primo semestre 2010 una perdita netta pari a 17 milioni di euro, con una conseguente crescita
dell'esercizio corrente pari a 23 milioni di euro.
Il Roe e gli altri ratios
Il ROE, pari al risultato netto rapportato alla media del capitale, del sovrapprezzo, delle riserve e della riserva da
valutazione, si attesta al 26,1%, rispetto al -3,4% del 30 giugno 2010. Tale incremento è stato naturalmente
influenzato dal diverso impatto che hanno avuto le componenti di costo e ricavo straordinarie sui due periodi,
eliminando le quali si registrerebbe nel primo semestre 2011 un ROE dello 0,8% ed in quello 2010 un ROE negativo
pari a -2,0%. Per quanto riguarda l’andamento di alcuni ratios economici, rispetto al 30 giugno 2010 si rilevano le
seguenti variazioni:

il cost/income, calcolato rapportando gli oneri operativi ai proventi operativi netti, diminuisce di oltre dieci punti
percentuali, passando dal 71,2% al 51,6% (66,1% al netto della plusvalenza da cessione di Findomestic Banca),
per effetto della crescita dei proventi operativi netti ed il contemporaneo contenimento degli oneri operativi;

l’incidenza annualizzata delle spese del personale e delle spese amministrative sul totale dell’attivo si attesta,
rispettivamente, all’1,45% ed all’1,08%, mentre al termine dell’esercizio 2010 tali indici erano risultati pari
all’1,29% ed allo 0,97%; il loro innalzamento è sostanzialmente dovuto alla diminuzione del totale delle attività
registrata rispetto al 31 dicembre 2010 (-12,0%).
63
Note illustrative
64
Note illustrative
Gli aggregati patrimoniali
Aspetti generali
Tra gli “Allegati” della presente Relazione vengono riportati i criteri di riclassificazione ed il prospetto di raccordo tra
lo schema di stato patrimoniale previsto dalla Banca d’Italia e lo stato patrimoniale riclassificato.
Stato patrimoniale consolidato riclassificato
Attività
(milioni di euro)
variazioni
30.06.2011
31.12.2010
(*)
assolute
%
134
163
-29
-17,8
1.023
1.545
-522
-33,8
Attività finanziarie di negoziazione
Attività finanziarie disponibili per la v endita
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
39
39
0
-
Crediti v erso banche
2.479
3.155
-676
-21,4
Crediti v erso clientela
0,3
22.156
22.094
62
Partecipazioni
133
131
2
1,5
Attività materiali e immateriali
730
752
-22
-2,9
Attività fiscali
331
329
2
0,6
3
2.208
-2.205
-99,9
851
916
-65
-7,1
27.879
31.332
-3.453
-11,0
30.06.2011
31.12.2010
Attività non correnti e gruppi di attività in v ia di dismissione
Altre voci dell'attivo
Totale attività
Passività
variazioni
(*)
assolute
%
8.621
9.101
-480
-5,3
15.551
17.076
-1.525
-8,9
Passiv ità finanziarie di negoziazione
82
109
-27
-24,8
Passiv ità fiscali
65
36
29
80,6
Debiti verso banche
Debiti verso clientela e titoli in circolazione
Passiv ità associate ad attività in via di dismissione
-
1.877
-1.877
-100,0
1.220
937
283
30,2
Fondi a destinazione specifica
305
312
-7
-2,2
Capitale
829
829
0
-
Riserv e
689
721
-32
-4,4
Riserv e da v alutazione
-14
-20
-6
-30,0
Patrimonio di pertinenza di terzi
320
359
-39
-10,9
Utile di periodo
211
-5
216
n.s.
27.879
31.332
-3.453
-11,0
Altre voci del passiv o
Totale passività e patrimonio netto
(*) I dati raffro ntativi so no stati pro fo rmati per tenere co nto degli effetti del co nferimento di 11 filiali a Cariparma.
65
Note illustrative
Evoluzione trimestrale dello stato patrimoniale consolidato riclassificato
(milioni di euro)
Attività
Esercizio 2011
30/6
Attività finanziarie di negoziazione
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
31/3
Esercizio 2010 (*)
31/12
30/9
30/6
31/3
134
134
163
206
208
207
1.023
1.564
1.545
1.551
1.557
1.570
39
39
39
39
39
39
Crediti verso banche
2.479
2.649
3.155
3.382
3.465
3.946
Crediti verso clientela
22.156
22.250
22.094
22.138
21.980
22.026
Partecipazioni
133
133
131
139
141
143
Attività materiali e immateriali
730
736
752
772
776
577
Attività fiscali
331
326
329
323
323
322
Attività non correnti e gruppi di attività
in via di dismissione
Altre voci dell'attivo
Totale attività
3
-
2.208
2.202
2.274
6.511
851
794
916
747
1.062
876
27.879
28.625
31.332
31.499
31.825
36.217
Passività
Esercizio 2010 (*)
Esercizio 2011
30/6
31/3
31/12
30/9
30/6
31/3
Debiti verso banche
8.621
9.246
9.101
8.184
7.624
6.895
Debiti verso clientela e titoli in circolazione
15.551
15.929
17.076
17.850
18.908
20.007
Passività finanziarie di negoziazione
82
78
109
143
145
137
Passività fiscali
65
63
36
45
31
44
-
-
1.877
1.881
1.942
5.617
Passività associate ad attività in via di dismissione
Altre voci del passivo
1.220
1.052
937
1.220
1.018
931
Fondi a destinazione specifica
305
313
312
336
336
471
Capitale
829
829
829
829
829
829
Riserve
689
718
721
691
686
936
Riserve da valutazione
-14
-10
-20
-17
-22
-23
Patrimonio di pertinenza di terzi
320
328
359
356
355
381
Utile di periodo
211
79
-5
-19
-27
-8
Totale passività e patrimonio netto
27.879
31.332
31.499
28.625
31.825
36.217
(*) I dati raffrontativi sono stati proformati ovvero riesposti al fine di tenere conto dell'acquisto di 50 Filiali da Banca MPS, della cessione del controllo di Centro Leasing a Leasint,
della riclassifica delle componenti patrimoniali di pertinenza di CR Spezia a seguito dell'applicazione del principio contabile IFRS 5 e del conferimento di 11 filiali a Cariparma.
66
Note illustrative
Crediti verso clientela
15,2
3.281
14,9
85
2,6
57,1
12.758
57,8
-105
-0,8
4.582
20,7
4.536
20,5
46
1,0
93,0 20.575
93,2
26
0,1
20.601
C red it i rap p res en t at i d a t it o li
C red it i d et erio rat i
C red it i vers o c lien t ela
3.366
12.653
44
0,2
55
0,2
1.511
6,8
1.464
6,6
47
3,2
100,0 22.094
100,0
62
0,3
22.156
22.026
21.980
22.094
22.138
22.250
22.156
- 11 - 20,0
30 /6 //11
C red it i d a at t ivit à c o mmerc iale
%
31 /3 //11
Anticipazioni e finanziamenti
Evoluzione trimestrale
Crediti verso clientela
assolute
3 1/12 //1 0
Mutui
incidenza %
3 0/9//10
incidenza %
Conti correnti
(milioni di euro)
variazioni
31.12.2010
Pro-forma
3 0/6//10
30.06.2011
3 1/3//10
Voci
Gli impieghi a clientela registrano un incremento di 62 milioni di euro rispetto al dato di chiusura dell’esercizio 2010,
in seguito alla crescita delle voci “Conti correnti” (+85 milioni di euro) e “Anticipazioni e finanziamenti” (+46 milioni
di euro), che hanno più che compensato la flessione registrata dal comparto “Mutui” (-105 milioni di euro); si rileva,
pertanto, la crescita dei “Crediti da attività commerciale” pari a 26 milioni di euro, cui si è aggiunta l’espansione dei
“Crediti deteriorati” per 47 milioni di euro e la riduzione dei “Crediti rappresentati da titoli” per 11 milioni di euro.
Crediti verso clientela: qualità del credito
Voci
30.06.2011
Esposizione
lorda
Rettifiche
di valore
Esposizione
netta
Grado di
copertura
%
Esposizione
lorda
complessive
Sofferenze
(milioni di euro)
Variazione
31.12.2010 Pro-forma
Rettifiche
di valore
Esposizione
netta
Grado di
copertura
%
Esposizione
netta
96
complessive
1.265
-724
541
57,2
1.053
-608
445
57,7
964
-185
779
19,2
930
-179
751
19,3
28
Crediti ristrutturati
28
-6
22
21,4
53
-8
45
15,1
-23
Crediti scaduti / sconfinanti
179
-10
169
5,6
240
-17
223
7,0
-54
Attività deteriorate
2.436
-925
1.511
38,0
2.276
-812
1.464
35,7
47
Finanziamenti in bonis
20.801
-156
20.645
0,75
20.785
-155
20.630
0,74
15
23.237
- 1.081
22.156
4,65
23.060
- 967
22.094
4,19
62
Crediti incagliati
C red it i verso clien t ela
La crescita dei crediti deteriorati lordi nei primi sei mesi del 2011 (+160 milioni di euro) è stata determinata
dall’incremento delle posizioni a sofferenza (+212 milioni di euro) e incagliate (+34 milioni di euro), mentre sono
diminuite le esposizioni sui crediti ristrutturati (-25 milioni di euro) e, soprattutto, sugli scaduti/sconfinati (-61 milioni
di euro).
Il grado di copertura dei crediti deteriorati è stato innalzato dal 35,7% di fine 2010 al 38,0% del 30 giugno 2011,
anche in conseguenza della maggiore incidenza percentuale delle posizioni a sofferenza; anche la svalutazione dei
crediti in bonis è salita, passando dallo 0,74% allo 0,75%, nonostante l’aumento delle esposizioni.
67
Note illustrative
Attività finanziarie della clientela
Voci
30.06.2011
incidenza %
Raccolta diretta
incidenza %
assolute
%
15.551
43,1
17.076
45,4
-1.525
-8,9
20.562
56,9
20.560
54,6
2
0,0
36.113
100,0
37.636
100,0
- 1.523
- 4,0
Raccolta indiretta
At t ivit à f in an ziarie d ella clien t ela
(milioni di euro)
variazioni
31.12.2010 Pro-forma
Le attività finanziarie della clientela registrano una diminuzione di circa 1,5 miliardi di euro, interamente ascrivibile
alla flessione della raccolta diretta, come di seguito illustrato.
Raccolta diretta
77,4
-644
-4,9
13.214
Operazioni pronti c/termine e prestito titoli
336
2,2
427
2,5
-91
-21,3
Obbligazioni
1.611
10,4
2.393
14,0
-782
-32,7
-
-
-
-
-
-
di cui: valutate al fair value
Certificati di deposito
118
0,8
156
0,9
-38
-24,4
Passività subordinate
523
3,4
546
3,2
-23
-4,2
Altra raccolta
393
2,4
340
2,0
53
15,6
15.551
100,0
17.076
100,0
- 1.525
- 8,9
R acc o lt a d iret t a d a clien t ela
20.007
18.908
15.929
17.076
17.850
15.551
30/6//11
%
31/3//11
80,8
assolute
3 1/12 /10
12.570
Evoluzione trimestrale Raccolta diretta
incidenza %
3 0/9//10
incidenza %
Conti correnti e depositi
(milioni di euro)
variazioni
31.12.2010 pro-forma
3 0/6//10
30.06.2011
3 1/3//10
Voci
Al 30 giugno 2011 la raccolta diretta ammonta a 15.551 milioni di euro, in diminuzione dell’8,9% rispetto a fine
2010. Il comparto che ha registrato la maggiore flessione, sia in termini assoluti che percentuali, è quello delle
obbligazioni (-782 milioni di euro), ormai strutturalmente influenzato dalla policy di Gruppo per la Divisione Banca
dei Territori in materia di funding, che non prevede la nuova emissione di titoli propri da parte delle singole società
una volta che le loro obbligazioni sono giunte a scadenza; si segnala, inoltre, la contrazione dei “Conti correnti e
depositi” (-644 milioni di euro) e delle forme residuali di raccolta, che sono diminuite di 99 milioni di euro.
Peraltro, si precisa che nel corso del primo semestre 2011 la raccolta diretta ha subìto l’impatto negativo di
un’operazione di natura straordinaria, ovvero il trasferimento della posizione relativa al Fondo di Previdenza del
Personale della Cassa di Risparmio di Firenze presso la BU Financial Institutions della Capogruppo, che ha
comportato il deflusso di 120 milioni di euro di depositi; in assenza di tale evento, essa avrebbe limitato la propria
diminuzione all’8,2%.
Raccolta indiretta
Evoluzione trimestrale Raccolta indiretta
3.557
264
17,3
1,3
3.534
263
17,3
1,3
23
1
0,7
0,4
713
3,5
763
3,7
-50
-6,6
3.814
18,5
3.487
17,0
327
9,4
8.348
40,6
8.047
39,1
301
3,7
Raccolt a ammin ist rat a
12.214
59,4
12.513
60,9
-299
- 2,4
Raccolt a indiret t a
20.562
100,0
20.560
100,0
2
0,0
Gestioni patrimoniali
Assicurazioni
Risparmio gest it o
68
22.089
22.176 22.574
20.560
20.839
20.562
3 0/6//11
%
3 1/3//11
assolute
31/12//10
incidenza %
30/9//10
incidenza %
Fondi comuni di investimento
Fondi di previdenza complementare
(milioni di euro)
variazioni
31.12.2010
30/6//10
30.06.2011
31/3//10
Voci
Note illustrative
Rispetto a fine 2010 la raccolta indiretta è rimasta sostanzialmente stabile, segnando una variazione positiva di 2
milioni di euro. Tale andamento è il risultato delle alterne dinamiche che hanno caratterizzato i due comparti
principali dell’aggregato; infatti, mentre la quota gestita ha registrato un’espansione di 301 milioni di euro grazie ai
maggiori volumi bancassicurativi (+327 milioni di euro), la parte amministrata ha accusato una flessione quasi di pari
importo, calando di 299 milioni di euro.
Peraltro, si deve evidenziare che proprio il comparto amministrato è stato interessato, nel corso del semestre appena
concluso, da un evento di carattere straordinario costituito dalla riduzione di un deposito di un “grande cliente”, che
ha determinato il deflusso di 465 milioni di euro di volumi, al netto del quale la raccolta indiretta avrebbe registrato
un incremento di 467 milioni di euro, pari al +2,3%.
Attività finanziarie di negoziazione nette
Voci
(milioni di euro)
variazioni
30.06.2011
31.12.2010
Obbligazioni e altri titoli di debito di negoziazione
59
63
Titoli e attività finanziarie di negoziazione diverse dai derivati
59
63
-4
-6,3
Valore netto contratti derivati finanziari (valori positivi)
75
100
-25
-25,0
Valore netto contratti derivati finanziari (valori negativi)
-82
-109
27
24,8
Valore netto dei contratti derivati di negoziazione
-7
-9
2
22,2
52
54
-2
-3,7
Attività/Passività nette
assolute
%
-4
-6,3
Non si rilevano variazioni significative nelle consistenze patrimoniali dei vari comparti inclusi nelle attività e passività
di negoziazione.
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Voci
30.06.2011
incidenza %
Obbligazioni e altri titoli di debito
Titoli di capitale e quote di O.I.C.R.
Tit o li d is p o n ib ili p er la ven d it a
(milioni di euro)
variazioni
31.12.2010
incidenza %
assolute
%
947
92,6
984
63,7
-37
-3,8
76
7,4
561
36,3
-485
-86,5
1.023
100,0
100,0
- 522
- 33,8
1.545
La riduzione dell’aggregato in esame è da ascrivere in massima parte alla contrazione dei titoli di capitale, a sua volta
derivante dalla cessione dell’interessenza residua in Findomestic Banca da parte di Banca CR Firenze, avente un
valore di carico pari a 475 milioni di euro.
Posizione interbancaria netta
Al 30 giugno 2011 la posizione interbancaria presenta un indebitamento netto di importo pari a 6.142 milioni di
euro, in crescita di 196 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2010, principalmente per effetto del fabbisogno
finanziario determinato dai rimborsi di obbligazioni proprie cui non hanno fatto seguito nuove emissioni, oltre che
per la progressiva riduzione degli impieghi verso Findomestic Banca S.p.A.
69
Note illustrative
Il patrimonio netto
(milioni di euro)
Variazioni
Voci
30.06.2011
31.12.2010
829
-14
689
1.504
211
829
-20
721
1.530
-5
Capitale sociale
Riserve da valutazione
Altre riserve
Capitale e riserve
Risultato netto
Pat rimo n io n et t o
1.715
1.525
assolute
%
0
6
-32
-26
216
30,0
-4,4
-1,7
n.s.
190
12,5
L’ammontare del capitale e delle riserve consolidate registra un incremento di 190 milioni di euro, che è
prevalentemente da imputare al rilevante risultato netto del primo semestre 2011, mentre le riserve hanno
complessivamente registrato una diminuzione di 26 milioni di euro; l’evoluzione delle riserve da valutazione, nel
periodo in esame, è riportata nella tabella che segue.
Voci
Riserve
31.12.2010
(milioni di euro)
Riserve
30.06.2011
Variazione
del
periodo
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Copertura dei flussi finanziari
Leggi speciali di rivalutazione
R is erve d a valu t azio n e
incidenza %
-17
-5
2
4
2
-
-13
-3
2
92,9
21,4
-14,3
- 20
6
- 14
100,0
La variazione delle riserve da valutazione è dovuta al rialzo generale dei valori di mercato rispetto alla fine
dell’esercizio precedente.
Prospetto di raccordo tra il patrimonio netto e l’utile di periodo di Banca CR Firenze ed i
corrispondenti valori consolidati
(milioni di euro)
Causali
P atrimonio netto
di cui: risultato netto al
30 giugno 2011
Saldi dei conti di Banca CR Firenze al 30 giugno 2011
1.813
201
Effetto del consolidamento delle imprese controllate
-83
21
Effetto della valutazione a patrimonio netto delle partecipazioni rilevanti
-15
-
Dividendi incassati nel periodo
-31
Effetto dell'iscrizione della plusvalenza da cessione di Carispezia a livello consolidato
20
S ald i d ei co n t i c o n s o lid at i al 30 g iu g n o 2011
70
1.715
211
Relazione sull’andamento della gestione – Gli aggregati patrimoniali
I risultati per settori di attività
Sulla base del Regolamento CE n. 1358/2007, a partire dal primo bilancio annuale chiuso successivamente al 1°
gennaio 2009, le società che utilizzano i principi IAS/IFRS nella predisposizione dell’informativa societaria sono tenute
ad applicare il principio IFRS 8 “Settori operativi”, in luogo dello IAS 14 “Informativa di settore” precedentemente
adottato.
Banca CR Firenze ha quindi analizzato il contenuto dell’informativa per settori di attività al fine di applicare la nuova
normativa, in modo anche da recepire l’evoluzione dei settori operativi conseguente alla riorganizzazione delle attività
di business derivante dall’ingresso nel Gruppo Intesa Sanpaolo.
L’IFRS 8 stabilisce che i segmenti operativi oggetto d’informativa di bilancio devono essere individuati sulla base della
reportistica interna che viene visionata dal Chief Operating Decision Maker al fine di valutare la performance dei
diversi settori e di allocare le risorse tra i medesimi, con ciò segnando una differenza sostanziale rispetto all’approccio
dello IAS 14 basato sui “rischi e benefici”, che prevedeva la ripartizione dei dati di bilancio in settori omogenei per
natura dei rischi e delle fonti di redditività.
Infatti, al paragrafo 5, l’IFRS 8 stabilisce che “Un settore operativo è una componente di un'entità:
a) che intraprende attività imprenditoriali generatrici di ricavi e di costi (compresi i ricavi e i costi riguardanti
operazioni con altre componenti della medesima entità);
b) i cui risultati operativi sono rivisti periodicamente al più alto livello decisionale operativo ai fini dell'adozione
di decisioni in merito alle risorse da allocare al settore e della valutazione dei risultati;
c) per la quale sono disponibili informazioni di bilancio separate.”
I settori operativi rappresentano inoltre la dimensione massima che può essere assunta dalle Cash Generating Unit
(“CGU”) sulla base delle quali viene effettuato l’impairment test previsto dal principio IAS 36.
Stante quanto sopra premesso e in considerazione del fatto che:
 nel corso degli esercizi 2009 e 2010 e nel primo semestre 2011 sono state realizzate operazioni di
ridefinizione degli assetti organizzativi e partecipativi che hanno comportato, tra l’altro, l’accentramento della
Finanza e di altre attività operative presso la Capogruppo e la cessione alla medesima di alcune interessenze
precedentemente detenute da Banca CR Firenze e dalle banche rete dalla stessa controllate in società non
bancarie o rami d’azienda, come già ampiamente descritto nel presente documento;
 Banca CR Firenze e le sue controllate fanno tutte parte, ai fini dell’informativa di settore del Gruppo Intesa
Sanpaolo, della Divisione Banca dei Territori e che il suddetto Gruppo ha identificato le CGU ai fini
dell’impairment test con le divisioni operative rappresentate nell’informativa per settori di attività;
 Banca CR Firenze, in maniera omogenea rispetto alla Capogruppo, ha svolto la propria attività di impairment
test relativamente alla CGU rappresentata dal complesso della subholding e delle sue controllate (per
maggiori dettagli si veda quanto riportato in nota integrativa Parte A – Politiche contabili del bilancio
consolidato relativo all’esercizio 2010);
 che la rendicontazione sottoposta periodicamente al Consiglio di Amministrazione della Banca (che
rappresenta il più alto livello decisionale operativo cui fa riferimento il paragrafo 5 dell’IFRS 8 al punto b) non
prevede un’ulteriore riarticolazione dell’informativa finanziaria per sotto-settori di attività;
si ritiene non applicabile la disaggregazione dei dati riportati nel presente bilancio consolidato semestrale abbreviato
per settori operativi.
71
Note illustrative
72
Note illustrative
Il presidio dei rischi
I principi di base
Nel Gruppo Intesa Sanpaolo (il Gruppo) le politiche relative all’assunzione dei rischi sono definite dagli Organi
Amministrativi della Capogruppo ( Consiglio di Sorveglianza e Consiglio di Gestione), i quali si avvalgono del supporto
di specifici Comitati, tra i quali va segnalato il Comitato per il Controllo, nonché dell’azione del Comitato Governo dei
Rischi di Gruppo e del Chief Risk Officer a diretto riporto del Chief Executive Officer.
La Capogruppo svolge funzioni di indirizzo, gestione e controllo complessivo dei rischi; Banca CR Firenze (la Banca)
opera entro i limiti di autonomia stabiliti a livello di Gruppo ed è dotata di proprie strutture di controllo. Le attività di
controllo dei rischi svolte dalle funzioni della Capogruppo sono disciplinate da un contratto di servizio, in base al quale
è previsto che le suddette funzioni riportino direttamente agli Organi Amministrativi della Banca.
Gli strumenti per la misurazione e la gestione dei rischi concorrono a definire un quadro di controllo in grado di
valutare i rischi assunti secondo una prospettiva regolamentare ed economica; il livello di assorbimento di capitale
economico, definito come la massima perdita “inattesa” in cui si può incorrere in un orizzonte temporale di un anno,
rappresenta una metrica chiave per definire l’assetto finanziario e la tolleranza della Banca al rischio e per orientare
l’operatività, assicurando l’equilibrio tra i rischi assunti e il ritorno per gli azionisti. Esso viene stimato, oltre che sulla
base della situazione attuale, anche a livello prospettico, in funzione delle ipotesi di budget e dello scenario economico
di previsione in condizioni ordinarie e di stress. La valutazione del capitale è inclusa nel reporting aziendale (Tableau de
Bord dei rischi di Gruppo) ed è sottoposta trimestralmente al Comitato Governo dei Rischi di Gruppo, al Consiglio di
Gestione e al Comitato per il Controllo. La copertura dei rischi, a seconda della loro natura, frequenza e dimensione
potenziale d’impatto, è affidata ad una costante combinazione tra azioni e interventi di attenuazione/immunizzazione,
procedure/processi di controllo e protezione patrimoniale.
La normativa Basilea 2 e il progetto interno
Nell’ambito del “Progetto Basilea 2”, la cui mission è l’adozione da parte delle principali società del Gruppo degli
approcci avanzati, per quanto riguarda i rischi creditizi, è stata ottenuta, a partire dalla segnalazione al 31 dicembre
2010, da parte dell’Organo di Vigilanza l’autorizzazione al passaggio dal metodo FIRB (in uso dal dicembre 2008) al
metodo AIRB per il segmento Corporate.
Il perimetro di applicazione del metodo AIRB comprende Banca CR Firenze e tutte le banche rete da essa controllate,
mentre entro la fine dell’anno è prevista inoltre l’estensione dell’approccio IRB per i mutui residenziali alle Banche ex
Casse del Centro, già operativa per le banche dell’ex Gruppo Banca CR Firenze a partire dalla segnalazione del 31
dicembre 2009.
Per il segmento SME Retail è in corso il rilascio di modelli seconda generazione, che consentiranno nel quarto trimestre
dell’anno di avviare il percorso di validazione per il passaggio al metodo IRB.
Lo sviluppo dei modelli di rating relativi agli altri segmenti e l’estensione del perimetro societario di applicazione
procedono secondo un piano progressivo di adozione dei metodi avanzati presentato all’Organo di Vigilanza.
Per quanto attiene ai rischi operativi, si evidenzia che il Gruppo ha ottenuto, a partire dalla segnalazione al 31 dicembre
2009, l’autorizzazione all’utilizzo del Metodo Avanzato AMA (modello interno) per la determinazione del relativo
requisito patrimoniale su un primo perimetro che comprende Unità Organizzative, Banche e Società della Divisione
Banca dei Territori (ad eccezione delle banche rete appartenenti all’ex Gruppo Cassa di Risparmio di Firenze, ma incluse
le Casse del Centro). Il Gruppo è stato inoltre autorizzato, con decorrenza 31 dicembre 2010, all’estensione dei modelli
avanzati ad un secondo perimetro di Unità Organizzative e Società appartenenti alla Divisione Corporate & Investment
Banking, oltre a Setefi, nonché alle banche dell’ex Gruppo Cassa di Risparmio di Firenze
Nel 2011 il Gruppo ha presentato il resoconto del processo di controllo prudenziale ai fini di adeguatezza patrimoniale
come gruppo bancario di “classe 1”, secondo la classificazione della Banca d’Italia, basato sull’utilizzo esteso delle
metodologie interne di misurazione dei rischi, di determinazione del capitale interno e del capitale complessivo
disponibile.
Nell’ambito dell’adozione di “Basilea 2”, il Gruppo pubblica le informazioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale,
l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti alla loro identificazione, misurazione e gestione nel
documento denominato Terzo Pilastro di Basilea 2 o “Pillar 3”.
Il documento viene pubblicato sul sito Internet (group.intesasanpaolo.com) con cadenza trimestrale, in quanto Intesa
Sanpaolo rientra tra i gruppi che dispongono di modelli interni validati sul rischio di credito, mercato e operativi.
Rischi di credito
Le strategie, le facoltà e le regole di concessione e gestione del credito nel Gruppo sono indirizzate:
– al raggiungimento di un obiettivo di crescita delle attività creditizie sostenibile e coerente con l’appetito per il
73
Note illustrative
rischio e la creazione di valore;
alla diversificazione del portafoglio, limitando la concentrazione delle esposizioni su singole controparti/gruppi, su
singoli settori di attività economica o aree geografiche;
– ad un’efficiente selezione dei gruppi economici e dei singoli affidati, attraverso un’accurata analisi del merito
creditizio finalizzata a contenere il rischio di insolvenza;
– a privilegiare gli interventi creditizi di natura commerciale o destinati a nuovi investimenti produttivi, purché
sostenibili, rispetto a quelli meramente finanziari;
– al costante controllo delle relazioni, effettuato sia con procedure informatiche sia con un’attività di sorveglianza
sistematica delle posizioni presentanti irregolarità, allo scopo di cogliere tempestivamente eventuali sintomi di
deterioramento.
La Banca dispone di un vasto insieme di tecniche e di strumenti, sviluppati dalla Capogruppo, per la misurazione e la
gestione dei rischi di credito, in grado di assicurare un controllo analitico della qualità del portafoglio degli impieghi alla
clientela e alle istituzioni finanziarie, nonché delle esposizioni soggette a rischio Paese.
Per quanto riguarda, in particolare, gli impieghi a clientela, la misurazione del rischio fa ricorso a modelli di rating
interni differenziati a seconda del segmento di appartenenza della controparte.
–
Qualità del credito
Il costante monitoraggio della qualità del portafoglio crediti è perseguito attraverso l’adozione di precise modalità
operative in tutte le fasi gestionali della relazione di affidamento.
Il complesso dei crediti problematici e deteriorati è oggetto di uno specifico processo di gestione che contempla anche
il puntuale monitoraggio attraverso un predefinito sistema di controllo e di periodico reporting direzionale. In
particolare, tale attività si esplica tramite il ricorso a metodologie di misurazione e controllo andamentale che
consentono la costruzione di indicatori sintetici di rischio. Essi permettono di formulare valutazioni tempestive
sull’insorgere o sul persistere di eventuali anomalie ed interagiscono con i processi e le procedure di gestione e
controllo del credito.
Le posizioni alle quali è attribuita una valutazione di rischiosità elevata, confermata nel tempo, sono intercettate (in via
manuale o automatica) e, in relazione al profilo di rischio, inserite in uno stato gestionale. Esse, in ottemperanza alle
disposizioni impartite dall’Organo di Vigilanza, sono classificate nelle seguenti categorie: sofferenze, le esposizioni nei
confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili; partite incagliate, le esposizioni
nei confronti di soggetti in una situazione di temporanea difficoltà che si prevede possa essere rimossa in un congruo
periodo di tempo nonché quelle esposizioni per le quali, pur non ricorrendo i presupposti per la classificazione tra le
sofferenze, risultino soddisfatte le condizioni oggettivamente previste dall’Organo di Vigilanza (c.d. incagli oggettivi);
crediti ristrutturati, le posizioni per le quali la banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni
economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle condizioni contrattuali originarie che diano luogo a
una perdita. Infine sono incluse tra i crediti deteriorati anche le posizioni scadute e/o sconfinanti che, in base alle
disposizioni di Banca d’Italia, non possono considerarsi semplici ritardi nel rimborso.
Rischi di mercato
Portafoglio di negoziazione
La Banca non detiene portafoglio di negoziazione.
Portafoglio bancario
Il profilo di rischio dell’operatività finanziaria della Banca è molto contenuto ed il rischio finanziario è originato
dall’operatività tipica della clientela che alimenta il portafoglio bancario, il quale viene immunizzato su proposta delle
strutture della Capogruppo, in ottica di pieno rispetto dei limiti di rischio deliberati dal Comitato Rischi Finanziari di
Gruppo (CRFG).
La gestione dei rischi finanziari è realizzata direttamente in service dalla Direzione Tesoreria della Capogruppo, come
previsto nel modello organizzativo operativo presso le Banche Rete italiane del Gruppo.
Per quanto riguarda il rischio di tasso di interesse, vengono negoziate nell’ambito infragruppo operazioni di mercato
prevalentemente nella forma di depositi interbancari e di strumenti derivati a breve e a medio-lungo (IRS), al fine di
ricondurre il profilo di rischio della Banca verso il profilo obiettivo.
Il rischio tasso di interesse generato dal portafoglio bancario della Banca, misurato mediante la shift sensitivity analysis
(variazione di valore del portafoglio conseguente ad uno spostamento parallelo ed uniforme di ±100 punti base della
curva), ha registrato su base consolidata nel corso dei primi 6 mesi del 2011 un valore medio pari a 12,7 milioni di euro
attestandosi a fine giugno su di un valore pari a 20,4 milioni di euro; tali dati si confrontano con un valore di fine
esercizio 2010 pari a 6,2 milioni di euro.
Sulla base delle Linee di Guida di Governo del Rischio di Liquidità approvate dal Gruppo Intesa Sanpaolo, per la
gestione del rischio di liquidità la Banca si avvale della Banca Capogruppo, che attraverso l’accesso ai mercati sia diretto
74
Note illustrative
sia per il tramite di sussidiarie estere supporta le esigenze di raccolta e impiego originate dall’attività commerciale con la
clientela, sovrintendendo l’equilibrio fra le poste patrimoniali con diversa vita residua
Relativamente all’informativa sulla determinazione della gerarchia del fair value di strumenti finanziari prevista dal
Documento Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 2010, si segnala una gerarchia di criteri, sintetizzati in 3 livelli,
basata sull’origine, la tipologia e la qualità delle informazioni utilizzate per individuare il fair value; tale classificazione ha
l’obiettivo di stabilire una gerarchia in termini di stabilità del fair value in funzione del grado di discrezionalità applicato
dalle imprese, dando precedenza all’adozione di parametri osservabili sul mercato che riflettono le assunzioni che i
partecipanti al mercato utilizzerebbero nella valutazione (pricing) delle attività e delle passività. Il metodo di valutazione
definito per uno strumento finanziario viene adottato con continuità nel tempo e può essere modificato solo a seguito
di variazioni rilevanti nelle condizioni di mercato o soggettive dell’emittente lo strumento finanziario. Si segnala che nel
primo semestre del corrente esercizio si registrano movimenti marginali nelle classi gerarchiche di fair value in cui è
distinto il portafoglio titoli AFS della Sub-holding, in quanto il valore di mercato dei titoli interessati da un cambiamento
di classe rappresenta solamente una minima parte del valore complessivo del portafoglio titoli. Si precisa inoltre che i
cambiamenti di classe gerarchica hanno interessato solo i primi due livelli della gerarchia, in quanto il terzo livello è
soggetto a particolari requisiti di informativa richiesti dall’Autorità di Vigilanza.
Nella tabella che segue sono riportate le attività e le passività finanziarie misurate al fair value, suddivise tra le suddette
classi gerarchiche di fair value:
(milioni di euro)
Attività/Passività finanziarie
misurate al fair value
30.06.2011
31.12.2010 pro-forma
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 1
Livello 2
Livello 3
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Attività finanziarie valutate al fair value
3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
4. Derivati di copertura
57
858
-
77
129
74
36
-
57
890
-
106
621
87
34
-
Totale
915
280
36
947
814
34
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Passività finanziarie valutate al fair value
3. Derivati di copertura
-
82
8
-
-
109
8
-
Totale
-
90
-
-
117
-
Rischi operativi
Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di
procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale,
ossia il rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extracontrattuale ovvero da altre controversie; non sono invece inclusi i rischi strategici e di reputazione.
Il Gruppo ha da tempo definito il quadro complessivo per la gestione dei rischi operativi, stabilendo normativa e
processi organizzativi per la misurazione, la gestione e il controllo degli stessi.
Come già segnalato, a partire dalla segnalazione al 31 dicembre 2009, il Gruppo è stato autorizzato dall’Organo di
Vigilanza all’utilizzo del Metodo Avanzato AMA (modello interno) per la determinazione del requisito patrimoniale a
fronte dei rischi operativi su un primo perimetro che comprende Banche e Società della Divisione Banca dei Territori, ad
eccezione delle banche rete appartenenti all’ex Gruppo Cassa di Risparmio di Firenze (Banca CR Firenze, CR Pistoia, CR
Civitavecchia), per le quali l’estensione dei modelli avanzati è stata prevista con decorrenza 31 dicembre 2010.
Il governo dei rischi operativi è attribuito al Consiglio di gestione, che individua le politiche di gestione del rischio, e al
Consiglio di sorveglianza, cui sono demandate l’approvazione e la supervisione di tali politiche e della funzionalità, in
termini di efficienza ed efficacia del sistema di gestione e controllo dei rischi.
Il Comitato Compliance e Operational Risk di Gruppo ha, fra gli altri il compito di verificare periodicamente il profilo di
rischio operativo complessivo del Gruppo, disponendo le eventuali azioni correttive, coordinando e monitorando
l’efficacia delle principali attività di mitigazione e approvando le strategie di trasferimento del rischio operativo.
Il Gruppo ha previsto una Funzione centralizzata di gestione del rischio operativo, che è parte della Direzione Risk
Management. L’Unità è responsabile della progettazione, dell’implementazione e del presidio del framework
metodologico e organizzativo, nonché della misurazione dei profili di rischio, della verifica dell’efficacia delle misure di
mitigazione e del reporting verso i vertici aziendali.
In conformità ai requisiti della normativa vigente, le singole Unità Organizzative hanno la responsabilità
dell’individuazione, della valutazione, della gestione e della mitigazione dei rischi: al loro interno sono individuate le
funzioni responsabili dei processi di Operational Risk Management per l’unità di appartenenza (raccolta e censimento
75
Note illustrative
strutturato delle informazioni relative agli eventi operativi, esecuzione dell’analisi di scenario e della valutazione della
rischiosità associata al contesto operativo).
Il Processo di Autodiagnosi Integrata, svolto con cadenza annuale, consente di:
– individuare, misurare, monitorare e mitigare i rischi operativi attraverso l’identificazione delle principali criticità
operative e la definizione delle più opportune azioni di mitigazione;
– creare importanti sinergie con le funzioni specialistiche di Direzione Organizzazione e Sicurezza che presidiano la
progettazione dei processi operativi e le tematiche di Business Continuity e con le funzioni di controllo (Compliance
e Audit) che presidiano specifiche normative e tematiche (D.Lgs. 231/05, L. 262/05) o svolgono i test di effettività
dei controlli sui processi aziendali.
Il processo di Autodiagnosi ha evidenziato complessivamente l’esistenza di un buon presidio dei rischi operativi e ha
contribuito ad ampliare la diffusione di una cultura aziendale finalizzata al presidio continuativo di tali rischi.
Il processo di raccolta dei dati sugli eventi operativi (perdite operative in particolare, ottenute sia da fonti interne che
esterne) fornisce informazioni significative sull’esposizione pregressa; contribuisce inoltre alla conoscenza e alla
comprensione dell’esposizione al rischio operativo da un lato e alla valutazione dell’efficacia ovvero di potenziali
debolezze nel sistema dei controlli interni dall’altro.
Il modello interno di calcolo dell’assorbimento patrimoniale è concepito in modo da combinare tutte le principali fonti
informative sia di tipo quantitativo (perdite operative) che qualitativo (autodiagnosi).
La componente quantitativa si basa sull’analisi dei dati storici relativi a eventi interni (rilevati presso i presidi decentrati,
opportunamente verificati dalla funzione centralizzata e gestiti da un sistema informatico dedicato) ed esterni (dal
consorzio Operational Riskdata eXchange Association).
La componente qualitativa (analisi di scenario) è focalizzata sulla valutazione prospettica del profilo di rischio di ciascuna
unità e si basa sulla raccolta strutturata e organizzata di stime soggettive espresse direttamente dal Management
(Società Controllate, Aree di Business della Capogruppo, Corporate Center) e aventi per obiettivo la valutazione del
potenziale impatto economico di eventi operativi di particolare gravità. Il capitale a rischio viene quindi individuato
come la misura minima a livello di Gruppo, necessaria per fronteggiare la massima perdita potenziale; il capitale a
rischio è stimato utilizzando un modello di Loss Distribution Approach (modello statistico di derivazione attuariale per il
calcolo del Value-at-Risk delle perdite operative), applicato sia ai dati quantitativi sia ai risultati dell’analisi di scenario su
un orizzonte temporale di un anno, con un intervallo di confidenza del 99,90%; la metodologia prevede inoltre
l’applicazione di un fattore di correzione, derivante dalle analisi qualitative sulla rischiosità del contesto operativo, per
tenere conto dell’efficacia dei controlli interni nelle varie unità organizzative.
Il monitoraggio dei rischi operativi è realizzato attraverso un sistema integrato di reporting, che fornisce al management
le informazioni necessarie alla gestione e/o alla mitigazione dei rischi assunti.
Per supportare con continuità il processo di gestione del rischio operativo è stato pienamente attivato un programma
strutturato di formazione per le persone attivamente coinvolte nel processo di gestione e mitigazione del rischio
operativo.
Oltre a ciò, il Gruppo attua una politica tradizionale di trasferimento del rischio operativo (a tutela da illeciti come
l’infedeltà dei dipendenti, furto e danneggiamenti da furto, trasporto valori, frode informatica, falsificazione, incendio e
terremoto nonché la responsabilità civile professionale) che contribuisce all’attenuazione dell’esposizione al rischio
operativo ancorché non se ne esplichi ancora l’effetto in termini di requisito patrimoniale, in quanto la componente di
mitigazione assicurativa del modello interno non ancora stata sottoposta alla convalida regolamentare.
Contenzioso fiscale
Nella Nota integrativa consolidata del bilancio 2010 è stata fornita un’ampia informativa sul contenzioso fiscale in
essere e sui relativi rischi ed accantonamenti.
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano, nel corso del primo semestre 2011, ha elevato, nei
confronti della Capogruppo e di altre società appartenenti al Gruppo, tra le quali alcune banche rete direttamente
controllate da Banca CR Firenze, processi verbali di constatazione relativi ad operazioni di pronti contro termine su titoli
obbligazionari esteri, effettuate negli anni dal 2005 al 2009, che hanno generato crediti per imposte pagate all’estero,
ritenuti dai verificatori non spettanti per un presunto abuso di diritto; a fronte dei rilievi sollevati non è stato peraltro
stanziato alcun specifico accantonamento in ragione delle previsioni d’esito di un eventuale contenzioso che si
instaurasse in materia che allo stato, sulla base di quanto comunicatoci dalla Capogruppo, appaiono positive.
76
Note illustrative
L’azionariato e le operazioni con parti correlate
L’azionariato
Il capitale sociale al 30 giugno 2011, pari ad euro 828.836.017,00, è rappresentato complessivamente da 828.826.017
azioni del valore nominale di un euro con la seguente ripartizione:
Socio
Intesa Sanpaolo S.p.A. – azioni ordinarie
Ente Cassa di Risparmio di Firenze – azioni ordinarie categoria “A”
Totale
N° di azioni
743.559.069
85.276.948
828.836.017
Quota %
89,7112
10,2888
100,0000
Le azioni ordinarie di categoria “A” godono di tutti i diritti attribuiti dalla legge a tale tipologia di certificati azionari, cui
si aggiungono ulteriori caratteristiche e diritti previsti dallo Statuto sociale che, in sintesi, consentono al possessore del
pacchetto partecipativo la nomina di un numero non maggioritario di membri del Consiglio di amministrazione tra i
quali viene designato il Presidente, la nomina di un Sindaco Effettivo e di un Sindaco Supplente, nonché la facoltà di
esprimere nell’Organo Consiliare un voto vincolante in merito a decisioni di una certa rilevanza (modifiche della ragione
o dell’oggetto sociale, spostamento della sede legale, scioglimento o liquidazione della società, aumenti di capitale,
cessioni, scissioni, scorpori, etc.).
Le operazioni con parti correlate
Il quadro normativo entro il quale si svolge l’operatività di Banca CR Firenze e delle sue controllate con le proprie parti
correlate è stato segnato da importanti cambiamenti a decorrere dal 1° gennaio 2011.
Il Regolamento del Gruppo Intesa Sanpaolo (il Gruppo) che regolava, in forma di auto disciplina, l’operatività con le
parti correlate della Capogruppo, è stato aggiornato con l’emissione di un nuovo regolamento, approvato dal Consiglio
di Gestione e dal Consiglio di Sorveglianza della Capogruppo in data 26 novembre 2010, in applicazione dell’art. 2391bis del codice civile e della delibera Consob n. 17221 e successive modifiche. In conformità alla medesima disciplina,
Banca CR Firenze S.p.A. e tre delle banche da essa controllate, emittenti azioni diffuse fra il pubblico in misura
rilevante, hanno adottato un proprio regolamento di disciplina per le operazioni con le proprie parti correlate.
Il suddetto Regolamento, parimenti al precedente, contiene disposizioni, valide per l’intero Gruppo, in materia di:
 criteri per l’identificazione delle parti correlate;
 regole istruttorie e deliberative per le operazioni con le parti correlate;
 principi in materia di informativa successiva agli Organi Sociali ed al mercato.
Attenendosi ai criteri stabiliti dall’Autorità di vigilanza, ai sensi del nuovo Regolamento sono considerate parti correlate:
a) le entità controllate e collegate;
b) le joint ventures;
c) i Fondi pensione del Gruppo;
d) gli azionisti (ed i relativi gruppi societari) con partecipazione nella Capogruppo superiore al 2%;
e) i key managers;
f) gli stretti familiari dei key managers ed i relativi gruppi societari.
Da segnalare, con particolare con riferimento al punto d), che il Gruppo ha confermato la scelta operata già a partire
dall’esercizio 2008 in via di autoregolamentazione, sviluppando in tale modo un più elevato standard di monitoraggio
delle transazioni con i principali azionisti, assoggettandole agli adempimenti istruttori, deliberativi e di informativa
successiva agli organi sociali ed al mercato riservato alle operazioni con parti correlate.
Tra le altre novità di rilievo si segnalano l’inclusione dei soggetti sottoposti a influenza notevole da parte di altre società
del Gruppo cui appartiene la Banca (i quali peraltro in precedenza erano comunque ricompresi per effetto delle citate
estensioni dettate dal regolamento di disciplina), l’inclusione dei soggetti controllati dalle entità sottoposte a influenza
notevole e l’esclusione dei soggetti sottoposti a influenza notevole da parte dei c.d. key managers; nel perimetro delle
parti correlate tali cambiamenti non risultano di particolare significatività sul piano della rilevanza delle operazioni
nell’ambito del bilancio della Banca, essendo l’operatività con parti correlate svolta infatti in assoluta prevalenza
nell’ambito del Gruppo di appartenenza, restando episodica quella con le altre categorie.
77
Note illustrative
Dall’entrata nel Gruppo ad oggi sono state svolte diverse operazioni in partecipazioni e rami d’azienda volte a
connotare il ruolo della Banca nell’ambito del Gruppo stesso; operazioni di tale natura e finalità non hanno avuto luogo
nel corso del primo semestre del 2011, essendosi stabilizzato il ruolo della Banca nell’ambito del Gruppo. Fra le
transazioni su asset aziendali si evidenzia una cessione, alla pari, dalla Capogruppo a Banca CR Firenze di una quota
parte (circa 9 milioni di euro) di un prestito in pool concesso a favore di un importante gruppo finanziario. L’operazione
è stata condotta allo scopo di concentrare in un unico soggetto la partecipazione del Gruppo Intesa Sanpaolo al citato
pool.
Gli interscambi all’interno del Gruppo, in attuazione del modello della Banca dei Territori del Gruppo Intesa Sanpaolo,
sono regolati da specifici accordi contrattuali; in particolare, i contratti fra Intesa Sanpaolo S.p.A. e le Banche Rete
regolano la fornitura da parte della prima di attività di governance nei confronti delle seconde, quelli fra la società
consortile Intesa Sanpaolo Group Services S.C.p.A. e le Banche Reti riguardano i servizi infrastrutturali e operativi ed
infine quelli fra Banca CR Firenze S.p.A. nella veste di Sub-holding e le Casse controllate hanno ad oggetto servizi di
natura direzionale/professionale (es. Amministrazione, Auditing e Compliance). Nel corso del primo semestre sono stati
rinnovati gli accordi per tutte le forniture a valere per il 2011, caratterizzati dall’adozione di studiate metodologie di
tariffazione dei servizi, ispirate a criteri di oggettività, uniformità e trasparenza; negli accordi sono altresì dettagliati i
livelli di servizio attesi per le varie categorie di prestazioni, oggetto di misurazione continuativa da parte di strutture
dedicate.
Accordi e convenzioni di carattere commerciale regolano la distribuzione alla clientela dei prodotti/servizi del Gruppo da
parte delle Banche Rete. Di significativa importanza la stipula, che ha riguardato, oltre che Banca CR Firenze, tutte le
Banche italiane facenti capo a Banca CR Firenze, di un nuovo accordo di distribuzione di prodotti assicurativi di Ramo I
con la compagnia di riferimento del Gruppo in tale comparto, Intesa Sanpaolo Vita S.p.A.; l’accordo ha scadenza 31
dicembre 2020, salvo recesso anticipato in caso di uscita dal Gruppo.
Nelle seguenti tabelle sono rispettivamente riepilogati gli impatti patrimoniali ed economici delle operazioni con parti
correlate.
30.06.2011
Totale
Totale
Totale
Totale
attività finanziarie
altre attività
passività finanziarie
altre passività
Importo
(milioni di euro)
Incidenza
(%)
1.029
22
7.145
102
4,0
4,2
29,5
8,4
30.06.2011
Totale interessi attivi
Totale interessi passivi
Totale commissioni attive
Totale commissioni passive
Totale costi di funzionamento
Importo
(milioni di euro)
Incidenza
(%)
8
-54
71
-5
-58
1,9
50,0
39,2
55,6
15,9
I “costi di funzionamento” si riferiscono essenzialmente al saldo tra Spese per il personale distaccato al netto dei relativi
recuperi (circa 6 milioni di euro) e Altre spese amministrative (circa –64 milioni di euro), prevalentemente riconducibili ai
servizi forniti da Intesa Sanpaolo S.p.A. e Intesa Sanpaolo Group Services S.C.p.A.
Nella seguente tabella è riportato il dettaglio dei saldi patrimoniali e delle garanzie e impegni al 30 giugno 2011 relativi
alle varie tipologie di parti correlate.
78
Note illustrative
(milioni di euro)
Altre
Garanzie
passività
rilasciate/
ricevute
e impegni
Attività
finanziarie
detenute per
la negoziazione
Attività
finanziarie
valutate
al fair value
Attività
finanziarie
disponibili
per la vendita
Attività
finanziarie
detenute
sino alla
scadenza
Crediti
verso
banche
Crediti
verso
clientela
Altre
attività
Debiti
verso
Banche
Debiti
verso
clientela
Passività
finanziarie
di
negoziazione
Impresa controllante (a)
Imprese controllate non consolidate integralmente
Imprese sottoposte a controllo congiunto
Imprese collegate (b)
Management con responsabilità strategiche e organi
di controllo
2
-
-
5
-
-
671
-
5
278
9
-
5.994
-
2
3
2
-
-
-
-
-
-
1
-
-
2
-
-
-
Altre parti correlate (c)
8
-
13
-
-
46
13
1.035
35
72
67
4
10
-
18
-
671
330
22
7.029
42
74
102
11
-
-
-
-
-
2
-
-
14
-
-
-
Totale
Azionisti (*)
35
-
3
4
(*) Azionisti e relativi gruppi societari che detengono una partecipazione al capitale con diritto di voto di Banca CR Firenze S.p.A. o della Capogruppo Intesa Sanpaolo S.p.A. superiore al 2% (calcolata sui soli titoli in
proprietà).
(a) Tutti i saldi sono riferiti a rapporti con la Capogruppo Intesa Sanpaolo S.p.A.
(b) L’ammontare dei crediti verso clientela delle imprese collegate è principalmente riferito a Centro Leasing S.p.A. (circa 246 milioni di euro).
(c) Per le altre parti correlate, i debiti verso banche sono riferiti principalmente a rapporti intrattenuti con Société Européenne de Banque S.A. (787
milioni di euro) e Intesa Sanpaolo Bank Ireland Plc (246 milioni di euro).
Si ricorda infine che, come riportato nel precedente paragrafo “I risultati consolidati del primo semestre dell’esercizio
2011”, cui si rimanda per le informazioni di dettaglio, nel corso del semestre sono state effettuate operazioni con parti
correlate che hanno prodotto significativi effetti sul risultato netto consolidato al 30 giugno 2011, come di seguito
indicato:
 Ente Cassa di Risparmio di Firenze (azionista con diritto di voto superiore al 2% di Intesa Sanpaolo S.p.A. e di Banca
CR Firenze S.p.A.): cessionario dell’immobile di Via Bufalini 6, già di proprietà della cedente Banca CR Firenze SpA,
con realizzazione di una plusvalenza netta di circa 17 milioni di euro;
 Crédit Agricole S.A. (azionista con diritto di voto superiore al 2% di Intesa Sanpaolo S.p.A.): conferitario di 11 filiali
e cessionario della partecipazione in CR La Spezia S.p.A., già di proprietà della cedente Banca CR Firenze S.p.A., con
realizzazione di una plusvalenza netta complessivamente pari a circa 45 milioni di euro (36 milioni di euro e 9 milioni
di euro, rispettivamente).
Complessivamente le operazioni di dismissione di asset effettuate con parti correlate nel corso del primo semestre 2011
hanno dato luogo a plusvalenze nette pari a 62 milioni di euro, con un’incidenza sul risultato netto consolidato al 30
giugno 2011 pari al 29,4%.
79
Note illustrative
80
Le previsioni per l’intero esercizio
La fase di espansione economica dovrebbe estendersi a tutto il 2011. Gli effetti macroeconomici del terremoto in
Giappone, i problemi di sostenibilità del debito di molti paesi avanzati e i numerosi focolai di tensione geopolitica
potrebbero accrescere la volatilità dei dati economici e dei mercati. Le prospettive macroeconomiche dell’eurozona
appaiono relativamente meno brillanti a causa dell’accelerazione nel processo di restrizione fiscale e della crisi del
debito, con le sue implicazioni negative per le condizioni finanziarie nella periferia europea. L’aumento dell’inflazione
dovrebbe arrestarsi.
La crescita media annua dell’Italia non sarà lontana dai livelli del 2010 e si osserverà una maggiore stabilità
dell’occupazione. La modesta espansione dell’attività economica sarà sostenuta anche dalla domanda interna.
Negli Stati Uniti la politica monetaria rimarrà eccezionalmente espansiva per tutto il 2011. Nell’eurozona, invece, vi
sono aspettative di nuovi interventi sui tassi ufficiali BCE, che spingeranno moderatamente al rialzo gli Euribor e i tassi
IRS a breve e medio termine. L’andamento divergente delle politiche monetarie, le tensioni sui titoli di stato e le
incertezze sull’esito della crisi greca continueranno ad alimentare tensioni valutarie. Il contenimento dei premi al rischio
sui mercati dei titoli di stato è possibile a fronte del rispetto dei target fiscali e, soprattutto, di un salto di qualità nella
gestione della crisi a livello europeo.
Sulla scia del moderato rialzo dei tassi Euribor e degli interventi sui tassi ufficiali, i tassi bancari continueranno ad
aumentare con gradualità, pur restando su livelli relativamente contenuti anche nel 2011. Il costo della raccolta
bancaria resterà influenzato dall’evoluzione delle tensioni sui titoli di Stato, che ha un impatto soprattutto sui tassi della
componente obbligazionaria e all’ingrosso. Circa i margini sull’attività a breve termine, il mark-down è visto in ulteriore
miglioramento.
Con riferimento all’attività creditizia, proseguirà la crescita dei prestiti alle imprese, sostenuta soprattutto da quelli a
breve termine a fronte del moderato andamento della componente a medio/lungo temine. E’ prevista una dinamica
ancora buona per i prestiti alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione, in relazione ad un livello dei tassi sulle nuove
erogazioni che rimarrà storicamente contenuto, ancorché in aumento. Nel complesso, l’espansione dei prestiti
dovrebbe risultare moderata, stante la bassa crescita economica prevista, e, dal lato del’offerta, l’attenzione ai profili
gestionali di liquidità, funding e capitale, in vista della progressiva introduzione di regole prudenziali più restrittive.
La raccolta diretta resterà una risorsa strategica per le banche, in relazione alle possibilità di finanziamento sul mercato
istituzionale e all’andamento del relativo costo. Depositi e obbligazioni delle banche italiane dovrebbero continuare a
riscontrare il favore dei risparmiatori domestici, sebbene il saggio di risparmio sia più basso che in passato. La ripresa
della raccolta diretta sarà comunque lenta e moderata, risentendo, tra l’altro, dell’aumento del costo opportunità di
detenere liquidità in conto, rispetto ai livelli eccezionalmente bassi del 2009-10, che continuerà a favorire l’investimento
in titoli da parte dei risparmiatori.
L’incertezza legata all’andamento dei mercati finanziari contribuirà a influenzare l’andamento della raccolta dei fondi
comuni di investimento, che però, non richiedendo l’apertura di un dossier titoli, potrebbero beneficiare dell’aumento
dell’imposta di bollo per i depositi titoli di più elevato importo. Le assicurazioni vita confermeranno un flusso positivo di
raccolta, ancorché in calo rispetto al 2010.
Si precisa infine che nel corso del mese di agosto i mercati finanziari sono risultati fortemente perturbati in relazione al
manifestarsi di rilevanti ed imprevisti fenomeni macroeconomici, quali ad esempio il declassamento del debito pubblico
degli Stati Uniti d’America da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, che hanno generato incertezze su alcune
ipotesi evolutive degli scenari futuri; i governi e le banche centrali dell’Unione Europea sono impegnati nell’adozione di
provvedimenti finalizzati al perseguimento degli obiettivi di crescita descritti nel presente paragrafo.
81
Note illustrative
82
Attestazione del bilancio consolidato semestrale
abbreviato ai sensi dell’art.154 bis del D.Lgs.n.
58/1998
83
84
Relazione della società di revisione
85
86
87
88
Allegati
Allegati
89
Allegati
90
Allegati
Criteri di riclassificazione del conto economico
Per il conto economico le riclassificazioni hanno riguardato:
- i dividendi su azioni classificate tra le attività finanziarie disponibili per la vendita e quelle detenute per la
negoziazione, che sono stati riallocati nell’ambito del Risultato dell’attività di negoziazione; allo stesso modo è stato
ricondotto nel Risultato dell’attività di negoziazione, dal comparto interessi, il costo figurativo inerente il finanziamento
per l’acquisto di titoli azionari di trading;
- le quote di Interessi netti, Dividendi e proventi simili, Commissioni nette, Risultato dell’attività di negoziazione, Altri
oneri/proventi, Utili da cessione o riacquisto di attività disponibili per la vendita e il Risultato netto delle attività e
passività finanziarie valutate al fair value riguardanti l’attività assicurativa, ricondotte alla specifica voce;
- i differenziali su tassi di interesse attivi e passivi maturati e incassati a fronte di contratti di currency interest rate swap
che prevedono lo scambio di due tassi variabili, classificati nel portafoglio di negoziazione, stipulati a copertura di
operazioni di raccolta in divisa a tasso variabile, che sono stati ricondotti tra gli Interessi netti, in funzione della stretta
correlazione esistente;
- il Risultato netto dell’attività di copertura, che è stato ricondotto nel Risultato dell’attività di negoziazione;
- gli Utili e perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita o di passività finanziarie, che
sono stati riallocati nell’ambito del Risultato dell’attività di negoziazione;
- gli Utili e perdite da cessione o riacquisto di crediti, che sono stati appostati tra le Rettifiche di valore nette su crediti;
- le Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie, relative a garanzie, impegni e derivati su
crediti, che sono state ricondotte nell’ambito delle Rettifiche di valore nette su crediti;
- il rientro del time value su crediti, che è stato ricondotto tra gli Interessi netti anziché essere allocato tra le Rettifiche di
valore nette su crediti, in quanto il fenomeno deriva direttamente dall’applicazione del criterio del costo ammortizzato,
in assenza di variazioni nella previsione dei flussi futuri attesi; un‘impostazione coerente è stata utilizzata per il time
value del Trattamento di fine rapporto del personale e dei Fondi per rischi ed oneri;
- le svalutazioni di attività materiali ed immateriali, che sono state escluse dalle Rettifiche di valore nette su attività
materiali ed immateriali – che in tal modo esprimono il solo ammortamento – per essere incluse nella voce Rettifiche di
valore nette su altre attività, nell’ambito della quale confluiscono le Rettifiche di valore nette per deterioramento di
attività finanziarie disponibili per la vendita, detenute sino alla scadenza ed altre operazioni finanziarie;
- la componente di Utile/perdita da cessione di partecipazioni che, unitamente alla voce Utili (perdite) da cessione di
investimenti e al Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali, concorre a formare
gli Utili e le Perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti, al netto dei risultati d’esercizio
delle partecipazioni valutate sulla base del patrimonio netto che trovano rilevazione in un’apposita voce dei Proventi
operativi netti;
- gli oneri di integrazione con Intesa Sanpaolo sostenuti da Banca CR Firenze e dalle Banche partecipate, che sono stati
riclassificati, al netto dell’effetto fiscale, a voce propria dalle voci Spese per il personale, Spese amministrative e
Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali.
Criteri di riclassificazione dello stato patrimoniale
Allo scopo di fornire una rappresentazione più immediata della situazione patrimoniale e finanziaria è stato predisposto
uno schema sintetico delle attività e delle passività attraverso opportuni raggruppamenti, che hanno riguardato:
- l’inclusione della voce Cassa e disponibilità liquide nell’ambito della voce residuale Altre voci dell’attivo;
- l’inclusione del valore dei Derivati di copertura e dell’Adeguamento di valore delle attività e delle passività finanziarie
oggetto di copertura generica tra le Altre voci dell’attivo e le Altre voci del passivo;
- l’aggregazione in un’unica voce delle Attività materiali e delle Attività immateriali;
- l’aggregazione in un’unica voce dell’ammontare dei Debiti verso clientela e dei Titoli in circolazione;
- il raggruppamento in un’unica voce dei fondi aventi destinazione specifica (Trattamento di fine rapporto e Fondi per
rischi ed oneri);
- l’indicazione delle Riserve diverse dalle Riserve da valutazione in modo aggregato, al netto delle eventuali azioni
proprie;
- l’aggregazione in un’unica voce del Capitale e delle Azioni rimborsabili.
91
Allegati
Prospetto di raccordo tra il conto economico consolidato riclassificato e lo schema di
conto economico di Banca d’Italia
(milioni di euro)
Raccordo
Voci del conto economico
Banca d'Italia
Voce 30 - Margine di interesse
30 giugno 2011
(*)
30 giugno 2010
(*)
319
377
Voce 30 - Impatto variazioni perimetro
-1
-53
Voce 130 a) (Parziale) - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti (Rientro time value crediti)
16
9
Voce 180 a) (Parziale) - Spese per il personale (Rientro time value trattamento di fine rapporto)
-5
-7
Voce 190 (Parziale) - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (Rientro time value fondi rischi ed oneri)
Interessi Netti
Voce 70 - Dividendi e proventi simili
Voce 70 (Parziale) - Dividendi e proventi simili (dividendi AFS/ HFT)
Voce 240 (Parziale) - Utili (perdite) delle partecipazioni (valutate al patrimonio netto)
Dividendi e utili (perdite) partecipazioni valutate al PN
Voce 60 - Commissioni nette
Voce 60 - (Parziale) - Impatto variazione perimetro
Commissioni nette
-1
-1
328
325
3
2
-1
0
0
-2
2
0
173
176
-2
-13
171
164
Voce 80 - Risultato netto dell'attività di negoziazione
8
-1
Voce 80 - (Parziale) - Impatto variazioni perimetro
0
0
Voce 90 - Risultato netto dell'attività di copertura
1
0
Voce 100 b) - Utile perdita da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita
Voce 70 (Parziale) - Dividendi e proventi simili (dividendi AFS/ HFT)
Risultato dell'attività di negoziazione
Risultato della gestione assicurativa
Voce 220 - Altri oneri/proventi di gestione
Voce 220 - (Parziale) Impatto variazione perimetro
Voce 220 (Parziale) - Altri oneri/proventi di gestione (recuperi imposte indirette)
Altri proventi (oneri) di gestione
Proventi operativi netti
Voce 180a) - Spese per il personale
Voce 180a) - (Parziale) - Impatto variazione perimetro
Voce 180a) - Spese per il personale (oneri d'integrazione)
Voce 180 a) (Parziale) - Spese per il personale (Rientro time value trattamento di fine rapporto)
Spese per il personale
Voce 180b) - Altre spese amministrative
Voce 180a) - (Parziale) - Impatto variazione perimetro
Voce 220 (Parziale) - Altri oneri/proventi di gestione (recuperi imposte indirette)
Voce 180b) - Altre spese amministrative (Oneri d'integrazione)
Altre spese amministrative
Voce 200 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali
156
0
1
0
166
-1
0
0
60
63
0
-22
38
-5
-21
36
705
524
-208
-243
1
0
23
4
5
7
-202
-210
-174
-196
1
16
22
21
0
8
-151
-151
-11
-16
Voce 210 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali
0
-1
Voce 210 - (Parziale) - Impatto variazione perimetro
0
Voce 210 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (Oneri d'integrazione)
0
3
-11
-12
-364
-373
341
151
Ammortamento immobilizzazionii immateriali e materiali
Oneri operativi
Risultato della gestione operativa
Voce 260 - Rettifiche di valore dell'avviamento
Voce 190 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri
Voce 190 (Parziale) - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (Rientro time value fondi rischi ed oneri)
Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri
Voce 100 a) - Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di crediti
Voce 130 a) - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti (Parziale) Impatto variazione perimetro
Voce 130 a) - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti
Voce 130 a) (Parziale) - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti (Rientro time value crediti)
Voce 130 d) - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie
Rettifiche di valore nette su crediti
Voce 130 b) - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita
Rettifiche di valore nette su altre attività
1
0
0
-6
-9
1
1
-5
-7
-1
0
0
43
-113
-154
-16
-9
0
-1
-130
-121
0
-2
0
-2
Voce 240 - Utili (perdite) delle partecipazioni
0
0
Voce 240 (Parziale) - Utili (perdite) delle partecipazioni (valutate al patrimonio netto)
0
0
62
0
Voce 270 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti
Utili (perdite) su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti
Risultato corrente al lordo delle imposte
Voce 290 - Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente
Voce 290 - Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (Oneri d'integrazione)
Imposte sul reddito di periodo dell'operatività corrente
62
0
268
21
-56
-18
0
-5
-56
-23
Voce 310 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte
9
1
Voce 310 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte (impatto variazioni perimetro)
0
-3
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte
Voce 330 - Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi
Voce 330 - Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi- Parziale (impatto variazioni perimetro)
9
-2
-10
-7
0
-8
211
-15
Oneri di integrazione (al netto dell'effetto fiscale)
0
-11
Oneri di integrazione (al netto dell'effetto fiscale) - Variazione perimetro
0
3
Oneri di integrazione (al netto dell'effetto fiscale)
0
-8
211
-27
Utile di periodo/esercizio
Risultato netto
(*) I dati 2011 sono stati riesposti ovvero proformati eslcudendo dalle singole voci il contributo delle 11 filiali conferite a Cariparma e riclassificando nell'utile di pertinenza
di terzi il loro sbilancio, in modo da mantenere l'invarianza del risultato netto. I dati 2010 sono stati rideterminati per retrodatare al 1° gennaio 2010 gli effetti
dell'operazione Sallustio (acquisto di 50 filiali da Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.), del consolidamento di Centro Leasing S.p.A. con il metodo del patrimonio
netto, della cessione integrale della partecipazione in CR Spezia e del conferimento delle suddette 11 filiali a Cariparma; si segnala che ai fini dell'invarianza del risultato
netto originario, l'utile relativo alle filiali acquistate e cedute è stato interamente attribuito alla voce "Utile del periodo di pertinenza di terzi", mentre quello relativo a Centro
Leasing e a CR Spezia è stato interamente allocato tra gli "Utili sulle attività in via di dismissione al netto delle imposte".
92
Allegati
Prospetto di raccordo tra lo stato patrimoniale consolidato riclassificato e lo schema
di stato patrimoniale di Banca d’Italia
(milioni di euro)
Raccordo
Voci dello stato patrinomiale
BANCA D'ITALIA
Voci dello stato patrimoniale riclassificato - Attivo
31 dicembre 2010
(*)
134
163
Voci delle schema di stato patrimoniale - Attivo
Attività finanziarie di negoziazione
Voce 20 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione
Attività finanziarie disponibili per la vendita
Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita
Attività finanziarie detenute fino alla scadenza
Voce 50 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Crediti verso banche
Voce 60 - Crediti verso banche
Crediti verso clientela
Voce 70 - Crediti verso clientela
Partecipazioni
Voce 100 - Partecipazioni
134
163
1.023
1.545
1.023
1.545
39
39
39
39
2.479
3.155
2.479
3.155
22.156
22.094
22.156
22.094
133
131
133
131
730
753
Voce 120 - Attività materiali
414
425
Voce 130 - Attività immateriali
316
328
331
329
Attività materiali e immateriali
Attività fiscali
Voce 140 - Attività fiscali
Attività non correnti e gruppi in via di dismissione
Voce 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
331
329
3
2.208
3
2.208
851
915
Voce 10 - Cassa e disponibilità liquide
250
284
Voce 160 - Altre attività
527
544
Altre voci dell'attivo
Voce 80 - Derivati di copertura
Totale attività
Totale dell'attivo
Voci dello stato patrimoniale riclassificato - Passivo
Voci delle schema di stato patrimoniale - Passivo
Debiti verso banche
Voce 10 - Debiti verso banche
74
87
27.879
31.332
8.621
9.101
8.621
9.101
15.551
17.076
Voce 20 - Debiti verso clientela
13.299
13.980
Voce 30 - Titoli in circolazione
2.252
3.096
82
109
82
109
65
36
Debiti verso clientela e titoli in circolazione
Passività finanziarie di negoziazione
Voce 40 - Passività finanziarie di negoziazione
Passività fiscali
Voce 80 - Passività fiscali
Passività associate ad attività in via di dismissione
Voce 90 - Passività associate ad attività in via di dismissione
Altre voci del passivo
Voce 100 - Altre passività
Voce 60 - Derivati di copertura
Voce 70 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-)
Fondi a destinazione specifica
65
36
0
1.877
0
1.877
1.220
938
1.216
920
8
8
-4
10
305
312
Voce 110 - Trattamento di fine rapporto del personale
142
139
Voce 120 - Fondi per rischi e oneri
163
173
829
829
Capitale
Voce 190 - Capitale
829
829
689
720
Voce 170 - Riserve
587
618
Voce 180 - Sovrapprezzi di emissione
102
102
Riserve
Voce 200 - Azioni proprie (-)
Riserve da valutazione
Voce 140 - Riserve da valutazione
Patrimonio di pertinenza di terzi
Voce 210 - Patrimonio di pertinenza di terzi
Utile di periodo
Voce 200 - Utile (Perdita) d'esercizio (+/-)
Totale attività
30 giugno 2011
Totale del passivo
0
0
-14
-20
-14
-20
320
359
320
359
211
-5
211
-5
27.879
31.332
(*) I dati raffrontativi sono stati proformati al fine di tenere conto della riclassifica delle componenti patrimoniali di pertinenza di CR Spezia a seguito dell'applicazione del
principio contabile IFRS 5 e del conferimento di 11 filiali a Cariparma.
93
Allegati
Prospetto di raccordo tra dati di conto economico consolidato al 30 giugno 2011
pubblicati e proformati
(migliaia di euro)
Voci
30.06.2011
10.
Interessi attivi e proventi assimilati
427.486
20.
Interessi passivi e oneri assimilati
-108.273
30.
M argine di interesse
40.
Commissioni attive
50.
Commissioni passive
60.
Commissioni nette
317.881
-1.279
181.344
-1.279
171.928
-9.416
173.207
Dividendi e proventi simili
2.607
8.122
90.
Risultato netto dell'attività di copertura
100.
Utile / perdita da cessione o riacquisto di:
-9.416
2.607
-81
930
154.898
120.
130.
Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) altre operazioni finanziarie
140.
Risultato netto della gestione finanziaria
-1.084
-1.084
155.982
-
-
658.977
-113.771
-112.949
-2.692
8
8
-225
656.285
-113.763
-112.941
-225
-
-
-597
-597
545.206
-2.684
542.522
150.
Premi netti
-
-
160.
Saldo altri proventi/oneri della gestione assicurativa
-
-
170.
180.
Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa
Spese amministrative:
545.206
1.523
-206.567
b) altre spese amministrative
-174.063
966
-173.097
200.
Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali
-11.321
210.
Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali
220.
Altri oneri/proventi di gestione
Costi operativi
240.
Utili (Perdite) delle partecipazioni
250.
Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali
260.
Rettifiche di valore dell'avviamento
270.
Utili (Perdite) da cessione di investimenti
300.
310.
320.
330.
340.
-379.664
-208.090
-5.659
290.
542.522
a) spese per il personale
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
280.
-2.684
-382.153
190.
230.
Utile (P erdita) della operatività corrente al lordo delle imposte
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente
Utile (P erdita) della operatività corrente al netto delle imposte
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte
Utile (perdita) d'esercizio
Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi
Utile (perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo
(1) Risultanze economiche 2011relative al periodo antecedente alla cessione da parte di Banca CR Firenze S.p.A.
94
154.898
155.982
Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value
M argine di intermediazione
8.041
930
-
d) passività finanziarie
110.
426.154
-108.273
-1.332
Risultato netto dell'attività di negoziazione
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
P ro fo rma
182.623
70.
a) crediti
-1.332
30.06.2011
319.213
80.
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
Cessione 11 filiali
a Cariparma (1)
57
-5.602
-11.321
-291
-291
60.383
60.383
-339.041
2.546
-336.495
304
304
-
-
-
-
61.839
61.839
268.308
-55.633
212.675
-138
41
268.170
-55.592
-96
212.579
221.261
-96
221.165
-10.207
96
8.586
211.054
8.586
-
-10.111
211.054
Allegati
Prospetto di raccordo tra dati di conto economico consolidato al 30 giugno 2010
pubblicati e proformati
(migliaia di euro)
Voci
30.06.2010
pubblicato
Effetti
applicazione
IFRS 5
cessione Cassa
di Risparmio
della Spezia
(a)
30.06.2010
riesposto
Variazioni del perimetro di consolidamento
30.06.2010
proforma
Acquisto 50
filiali da Banca
M onte P aschi di
Siena
(b)
Cessione
controllo di
Centro Leasing
(c)
Cessione 11
filiali a
Cariparma
(d)
-2.571
10.
Interessi attivi e proventi assimilati
502.990
-31.675
471.315
13.894
-71.284
20.
Interessi passivi e oneri assimilati
-126.392
6.492
-119.900
-706
33.207
-
-87.399
411.354
30.
M argine di interesse
376.598
-25.183
351.415
13.188
-38.077
-2.571
323.955
40.
Commissioni attive
193.927
-16.985
176.942
12.057
-12.507
-3.643
172.849
50.
Commissioni passive
-17.578
458
-17.120
-
7.823
-
-9.297
60.
Commissioni nette
176.349
-16.527
159.822
12.057
-4.684
-3.643
163.552
70.
Dividendi e proventi simili
2.321
-53
2.268
-
-71
-
2.197
80.
Risultato netto dell'attività di negoziazione
-658
-524
-1.182
121
517
-162
-706
90.
Risultato netto dell'attività di copertura
-584
39
-545
-
-
-
-545
100.
Utile / perdita da cessione o riacquisto di:
261
-1
260
-
-
260
a) crediti
11
11
-
-
-
11
247
-
-
-
247
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
d) passività finanziarie
120.
130.
M argine di intermediazione
Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
d) altre operazioni finanziarie
140.
Risultato netto della gestione finanziaria
170.
Risultato netto della gestione finanziaria e assicurativa
180.
Spese amministrative:
a) spese per il personale
b) altre spese amministrative
248
2
554.287
-156.460
-153.770
-1
2
-
512.038
25.366
-42.249
7.218
-149.242
-3.363
-
-
-
-42.315
38.938
2
-6.376
17
488.713
-113.650
7.615
-146.155
-3.363
38.938
17
-110.563
-1.874
-
-1.874
-
-
-
-1.874
-816
-397
-1.213
-
-
-
397.827
-35.031
362.796
22.003
397.827
-438.086
-35.031
362.796
31.755
-406.331
-1.213
-3.377
-6.359
375.063
22.003
-3.377
-6.359
375.063
-10.331
12.538
5.051
-399.073
-242.565
18.258
-224.307
-7.747
9.213
3.068
-219.773
-195.521
13.497
-182.024
-2.584
3.325
1.983
-179.300
190.
Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
-8.907
242
-8.665
-
297
-
-8.368
200.
Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali
-16.140
1.289
-14.851
-
402
-
-14.449
210.
Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali
220.
Altri oneri/proventi di gestione
230.
Costi operativi
240.
Utili (Perdite) delle partecipazioni
270.
Utili (Perdite) da cessione di investimenti
280.
290.
300.
310.
320.
330.
340.
Utile (P erdita) della operatività corrente al lordo delle imposte
Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente
Utile (P erdita) della operatività corrente al netto delle imposte
Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte
Utile (perdita) d'esercizio
Utile (Perdita) d'esercizio di pertinenza di terzi
Utile (perdita) d'esercizio di pertinenza della capogruppo
-588
63.480
-1.641
-588
-
249
114
-225
61.839
-
-3.334
-
58.505
-400.241
31.645
-368.596
-10.331
10.152
5.165
-363.610
-
9
9
-
-1.705
-
-1.696
98
364
462
-
-589
-
-127
-2.316
-3.013
-5.329
11.672
4.481
-1.194
9.630
-18.276
1.514
-16.762
-3.576
-20.592
-1.499
-22.091
8.096
4.672
905
1.499
-19.687
-
-7.484
-27.171
-
191
358
-19.789
-836
-10.159
2.404
-
-4.672
-
-2.268
-19.687
8.096
0
-836
-12.427
-7.484
-8.096
-
-
836
-
-14.744
-
-
-27.171
-27.171
-
-
(a) Risultanze economiche 2010 relative al contributo riveniente dal consolidamento integrale di Carispezia riclassificato alla voce "Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte.
(b) Risultanze economiche 2010 relative al periodo ante acquisizione da parte di Banca CR Firenze.
(c) Risultanze economiche 2010 rivenienti dal consolidamento con il metodo integrale di Centro Leasing al netto del consolidamento della valutazione a patrimonio netto.
(d) Risultanze economiche 2010 relative al periodo ante cessione da parte di Banca CR Firenze.
95
Allegati
Prospetto di raccordo tra dati di stato patrimoniale al 31 dicembre 2010 pubblicati e
proformati
(migliaia di euro)
Voci dell'attivo
31.12.2010
C essio ne 11
filiali a
C ariparma
(a)
-2.612
10.
Cassa e disponibilità liquide
286.506
20.
Attività finanziarie detenute per la negoziazione
162.709
30.
Attività finanziarie valutate al fair value
40.
Attività finanziarie disponibili per la vendita
50.
Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
60.
Crediti verso banche
70.
Crediti verso clientela
80.
Derivati di copertura
Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto
di copertura generica (+/-)
90.
100.
Partecipazioni
1.544.516
38.681
38.681
3.333.656
-178.202
3.155.454
22.257.888
-163.478
22.094.410
87.051
87.051
-
-
131.004
131.004
Riserve tecniche a carico dei riassicuratori
Attività materiali
424.796
130.
Attività immateriali
di cui:
327.513
140.
Attività fiscali
329.550
-109
a) correnti
98.212
-
150.
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
160.
Altre attività
Totale dell'attivo
283.894
-
1.544.516
120.
b) anticipate
P ro fo rma
162.709
-
110.
- avviamento
31.12.2010
-
-91
327.513
326.726
231.338
424.705
326.726
329.441
98.212
-109
2.208.235
-
231.229
2.208.235
545.194
-342
544.852
31.677.299
-344.834
31.332.465
(a) I saldi si riferiscono agli effetti rivenienti dal conferimento di 11sportelli di Banca CR Firenze a Cariparma.
(migliaia di euro)
Voci del passivo e del patrimonio netto
31.12.2010
10.
Debiti verso banche
20.
Debiti verso clientela
14.317.271
30.
Titoli in circolazione
3.099.696
40.
Passività finanziarie di negoziazione
50.
Passività finanziarie valutate al fair value
60.
Derivati di copertura
70.
Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto
di copertura generica (+/-)
80.
Passività fiscali
9.101.022
Altre passività
Trattamento di fine rapporto del personale
120.
Fondi per rischi ed oneri
1.876.731
-519
919.786
139.358
173.686
-395
140.
Riserve da valutazione
150.
Azioni rimborsabili
-
160.
Strumenti di capitale
-
170.
Riserve
180.
Sovrapprezzi di emissione
190.
Capitale
Totale del passivo e del patrimonio netto
173.291
36.868
-395
-
136.423
-
-20.018
-20.018
-
618.095
618.095
102.261
102.261
828.836
828.836
-
-
359.173
359.173
-4.580
-4.580
31.677.299
(a) I saldi si riferiscono agli effetti rivenienti dal conferimento di 11sportelli di Banca CR Firenze a Cariparma.
96
1.876.731
-2.854
136.818
Utile (perdita) d'esercizio
11.167
-
142.212
b) altri fondi
220.
24.800
920.305
Riserve tecniche
Patrimonio di pertinenza di terzi (+/-)
7.728
9.875
130.
Azioni proprie (-)
109.039
35.967
36.868
200.
3.095.666
9.875
a) quiescenza e obblighi simili
210.
-4.030
35.967
11.167
100.
9.101.022
7.728
24.800
110.
P ro f o rma
13.980.235
-
b) differite
Passività associate ad attività in via di dismissione
31.12.2010
-337.036
109.039
a) correnti
90.
C essio ne 11
f iliali a
C ariparma
(a)
-344.834
31.332.465
Allegati
Prospetti contabili di Banca CR Firenze S.p.A.
Stato patrimoniale
(euro)
Vo ci dell'attivo
30.06.2011
31.12.2010
129.032.247
147.961.165
10.
Cassa e disponibilità liquide
20.
Attività finanziarie detenute per la negoziazione
72.948.354
97.799.468
40.
Attività finanziarie disponibili per la vendita
990.593.818
1.489.329.639
60.
Crediti verso banche
789.484.867
1.523.500.638
11.904.832.154
11.933.011.362
51.949.990
71.314.390
1.097.177.062
1.096.763.010
70.
Crediti verso clientela
80.
Derivati di copertura
100.
Partecipazioni
110.
Attività materiali
172.992.028
176.902.889
120.
Attività immateriali
262.300.028
274.343.007
di cui:
- avviamento
130.
Attività fiscali
262.300.028
274.343.007
199.995.743
192.000.095
a) correnti
39.898.542
40.460.744
b) anticipate
160.097.201
151.539.351
140.
Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
150.
Altre attività
To tale dell'attivo
269.678.191
15.940.984.482
322.038.389
318.428.264
17.643.392.316
(euro)
Vo ci del passivo e del patrimo nio netto
30.06.2011
31.12.2010
10.
Debiti verso banche
4.426.460.432
5.256.802.734
20.
Debiti verso clientela
6.808.819.176
7.698.537.836
1.925.870.919
2.266.524.976
79.053.057
106.444.235
4.636.649
4.975.528
-3.707.793
7.583.148
30.
Titoli in circolazione
40.
Passività finanziarie di negoziazione
60.
Derivati di copertura
70.
Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-)
80.
Passività fiscali
30.945.580
7.510.971
a) correnti
18.363.462
593.534
b) differite
12.582.118
6.917.437
705.367.565
514.816.632
77.498.115
100.
Altre passività
110.
Trattamento di fine rapporto del personale
77.360.292
120.
Fondi per rischi ed oneri
73.347.109
71.576.014
2.617.181
2.812.281
70.729.928
68.763.733
a) quiescenza e obblighi simili
b) altri fondi
130.
Riserve da valutazione
-14.599.323
-17.761.375
160.
Riserve
695.011.136
685.544.249
170.
Sovrapprezzi di emissione
102.260.773
102.260.773
180.
Capitale
828.836.017
828.836.017
200.
Utile (perdita) d'esercizio
201.322.893
32.242.463
15.940.984.482
17.643.392.316
T o tale del passivo e del patrimo nio netto
97
Allegati
Conto economico
(euro)
30.06.2011
30.06.2010
Voci
10.
Interessi attivi e proventi assimilati
226.280.027
213.944.092
20.
Interessi passivi e oneri assimilati
-66.474.546
-65.318.679
159.805.481
148.625.413
96.653.593
89.522.978
-4.112.621
-4.711.853
30. M argine di interesse
40.
Commissioni attive
50.
Commissioni passive
60. Commissioni nette
70.
Dividendi e proventi simili
80.
Risultato netto dell'attività di negoziazione
90.
Risultato netto dell'attività di copertura
92.540.972
84.811.125
33.257.232
70.982.231
5.840.796
-1.545.318
942.807
-294.808
154.482.449
-728.285
155.210.734
-
251.374
250.043
1.332
-
-
446.869.737
302.830.017
-76.174.214
-75.421.708
-142.684
-609.822
-76.550.607
-74.874.622
-1.676.444
459
370.695.523
226.279.410
-195.803.335
-107.905.495
-87.897.840
-199.955.952
-109.803.841
-90.152.111
160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri
-5.237.267
-4.518.328
170. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali
-5.338.913
-7.383.184
100. Utile/perdita da cessione o riacquisto di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
d) passività finanziarie
110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value
120. M argine di intermediazione
130. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di:
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita
c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza
d) altre operazioni finanziarie
140. Risultato netto della gestione finanziaria
150. Spese amministrative:
a) spese per il personale
b) altre spese amministrative
180. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali
190. Altri oneri/proventi di gestione
200. Costi operativi
16.665.736
14.125.705
-189.713.779
-197.731.760
210. Utili (Perdite) delle partecipazioni
-10.267.861
918.112
240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti
61.835.561
-75.834
250. Utile (P erdita) della operatività corrente al lordo delle imposte
260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell’operatività corrente
270. Utile (P erdita) della operatività corrente al netto delle imposte
280. Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte
290. Utile/ (perdita) d'esercizio
98
232.549.444
-31.226.551
29.389.929
4.226.881
201.322.893
33.616.810
-
-
201.322.893
33.616.810
Allegati
Prospetto della redditività complessiva
( euro)
1 0 . UTI LE (PER DI TA) D'ESER CI Z I O
Al tre c o mp o n e n ti re d d i tu a l i (a l n e tto d e l l e i mp o s te )
20. Attività finanziarie disponibili per la vendita
30. Attività materiali
40. Attività immateriali
50. Copertura di investimenti esteri
60. Copertura dei flussi finanziari
70. Differenze di cambio
80. Attività non correnti in via di dismissione
90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti
100. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto
1 1 0 To ta l e a l tre c o mp o n e n ti re d d i tu a l i a l n e tto d e l l e i mp o s te
1 2 0 R EDDI TI VI TA' CO M PLESSI VA (Vo c e 1 0 + 1 1 0 )
30.06.2011
30.06.2010
2 0 1 .3 2 2 .8 9 3
3 3 .6 1 6 .8 1 0
3.849.150
-687.098
-
-9.381.966
-
3 .1 6 2 .0 5 2
-9 .3 8 1 .9 6 6
2 0 4 .4 8 4 .9 4 5
2 4 .2 3 4 .8 4 3
99
Allegati
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto al 30 giugno 2011
( euro)
30.06.2011
Capitale
azioni
azioni
ordinarie di risparmio
ESISTENZE AL 1.1.2011
ALLOCAZIONE RISULTATO
ESERCIZIO PRECEDENTE
828.836.017
Sovrapprezzi
di
emissione
Riserve
di utili
altre
Riserve Strumenti
da
di
valutazione
capitale
Azioni Utile (Perdita)
di
proprie
esercizio
Patrimonio
netto
32.242.463
1.631.122.127
102.260.773 781.626.372 -96.082.123 -17.761.375
Riserve
9.438.885
Dividendi e altre destinazioni
-9.438.885
(a)
-
-22.803.578
-22.803.578
VARIAZIONI DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve
28.002
28.002
Operazioni sul patrimonio netto
Emissione nuov e azioni
Acquisto azioni proprie
Distribuzione straordinaria dividendi
V ariazione strumenti di capitale
Deriv ati su proprie azioni
Stock option
Redditività complessiva
PATRIMONIO NETTO
AL 30.06.2011
(a)
828.836.017
3.162.052
201.322.893
204.484.945
102.260.773 791.093.259 -96.082.123 -14.599.323
201.322.893
1.812.831.496
La voce comprende i dividendi e gli importi destinati al Fondo a disposizione dell'Assemblea dei Soci.
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto al 30 giugno 2010
( euro)
30.06.2010
Capitale
azioni
ordinarie
ESISTENZE AL 1.1.2010
828.836.017
azioni
di risparmio
Sovrapprezzi
di
emissione
di utili
altre
Riserve
da
valutazione
102.260.773
444.433.857
-96.082.123
-5.732.603
Riserve
Strumenti
di
capitale
Azioni
proprie
Utile
(Perdita)
di
esercizio
Patrimonio
netto
490.854.103 1.764.570.024
ALLOCAZIONE RISULTATO
ESERCIZIO PRECEDENTE
Riserve
Dividendi e altre destinazioni
268.570.198
-268.570.198
(a)
-
-222.283.905 -222.283.905
VARIAZIONI DELL'ESERCIZIO
Variazioni di riserve
421.575
421.575
Operazioni sul patrimonio netto
Emissione nuov e azioni
Acquisto azioni proprie
Distribuzione straordinaria div idendi
V ariazione strumenti di capitale
Deriv ati su proprie azioni
Stock option
Redditività complessiva
PATRIMONIO NETTO AL 30.06.2010
(a)
-9.381.966
828.836.017
102.260.773
713.425.630
La voce comprende i dividendi e gli importi destinati al Fondo a disposizione dell'Assemblea dei Soci.
100
-96.082.123
-15.114.569
33.616.809,58
24.234.843
33.616.810 1.566.942.537
Allegati
Rendiconto finanziario
( euro)
30.06.2011
30.06.2010
322.576.942
201.322.893
135.109.900
33.616.810
3.772.263
-942.807
89.337.214
16.437.913
5.237.267
31.226.551
-23.814.352
1.279.221.321
21.078.851
498.593.137
734.015.771
-58.734.102
84.267.664
-1.969.452.295
-830.342.302
-901.009.601
-340.654.057
-27.391.178
129.944.844
-1.966.593
294.808
88.098.244
7.383.184
4.518.328
-4.226.881
7.392.000
-662.973.946
-26.967.293
20.229.135
854.364.432
-1.292.099.151
-218.501.069
893.067.092
1.760.342.111
381.105.171
-1.113.027.957
33.125.124
-168.477.357
-367.654.032
365.203.046
372.665.898
287.083.000
35.295.777
50.287.121
-1.137.206
-420.947
-716.259
100.579.000
98.399.000
2.180.000
-256.335.950
-54.771.950
-1.644.000
-199.920.000
Liquidità netta generata/assorbita dall’attività d’investimento
C. ATTIVITÀ DI PROVVISTA
- distribuzione dividendi e altre finalità
371.528.692
-155.756.950
-22.803.578
-222.283.905
Liquidità netta generata/assorbita dall’attività di provvista
-22.803.578
-222.283.905
LIQUIDITÀ NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL’ESERCIZIO
RICONCILIAZIONE
Voci di bilancio
Cassa e disponibilità liquide all’inizio dell’esercizio
Liquidità totale netta generata/assorbita nell’esercizio
-18.928.918
-12.837.810
147.961.165
-18.928.918
161.971.254
-12.837.810
Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell’esercizio
129.032.247
149.133.445
A. ATTIVITA' OPERATIVA
1. Gestione
- risultato d’esercizio (+/-)
- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e
su attività/passività valutate al fair value (-/+)
- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+)
- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-)
- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-)
- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-)
- imposte e tasse non liquidate (+)
- altri aggiustamenti (+/-)
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie
- attività finanziarie detenute per la negoziazione
- attività finanziarie disponibili per la vendita
- crediti verso banche
- crediti verso clientela
- altre attività
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie
- debiti verso banche
- debiti verso clientela
- titoli in circolazione
- passività finanziarie di negoziazione
- altre passività
Liquidità netta generata/assorbita dall’attività operativa
B. ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da
- vendite di partecipazioni
- vendite di attività materiali
- vendite di rami d’azienda
2. Liquidità assorbita da
- acquisti di partecipazioni
- acquisti di attività materiali
- acquisti di rami d’azienda
LEGENDA : (+) generata (–) asso rbita
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