I funghi ...alcuni buoni da morire

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I funghi ...alcuni buoni da morire
PROVINCIA DI FERMO
Assessorato ai Parchi e Politiche per la Montagna
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i quaderni della montagna
coordinamento
Dott.ssa Loredana Borraccini
a cura di
Alberto Mandozzi
fotografie e testi
Alberto Mandozzi
prodotto da
Tuber Communications
© 2013 per foto e testi
Finito di stampare Ottobre 2013
funghi
...alcuni
i
buoni da
Si può dire che da sempre la raccolta dei funghi appassiona tutti gli amanti
veri della natura.
La conoscenza della micologia è necessaria sempre, sia per il dilettante sia
per l’esperto, perché la raccolta dei funghi richiede un’attenzione ed una
preparazione che debbono necessariamente essere specifiche ed approfondite.
La passione, pur importante, da sola non basta.Una passione crescente e
trasversale sia ai generi che alle generazioni, come ama ricordare la Dr.ssa
Borraccini, Dirigente del Servizio Risorse Naturali della nostra Provincia,
citando i dati continuamente in crescita sia dei corsi preparatori che del
numero dei partecipanti.
L’ambiente e la sua biodiversità hanno nel fungo un elemento importantissimo quindi è altrettanto importante che nella sua raccolta ci sia il rispetto
più assoluto dell’ habitat in cui cresce.
E’ indubbio che la raccolta dei funghi sia un’attività ricreativa ma l’aspetto
che ci preme evidenziare è anche quello legato alla conoscenza ed alla promozione del nostro territorio, delle sue bellezze e delle sue peculiarità.
La pubblicazione Buoni da morire, pregevole ed utile, vuole essere uno
stimolo alla maggiore conoscenza di tutte le specie di fungo ed un incentivo
alla necessaria prevenzione con una dettagliata illustrazione della tossicità
e pericolosità di alcune tipologie.
Non è la prima occasione che ha la nostra Provincia per manifestare il
proprio interesse per un mondo che sa unire il valore delle tradizioni ad un
moderno approccio di rispetto e di tutela ambientale.
Intendiamo, da ultimo, ringraziare gli autori, tutte le associazioni micologiche del fermano, l’ASUR che assicura sempre informazioni complete e
tutti gli appassionati.
L’Assessore alle Risorse Naturali
Ing. Adolfo Marinangeli Il Presidente
On. Avv. Fabrizio Cesetti
I FUNGHI VELENOSI
In natura sono presenti alcune decine di migliaia
di macromiceti, solo una piccola parte però è da
considerarsi commestibile. Infatti la stragrande
maggioranza di essi non desta interesse alimentare perché piccoli
ed insignificanti o perché duri, coriacei, viscidi, puzzolenti, amari
ecc. e quindi immangiabili. Un centinaio di specie invece, risultano
tossiche, rappresentando nel complesso una quantità molto ridotta.
Nonostante ciò, ogni anno si verificano numerosi casi di
intossicazioni in tutto il territorio Nazionale, dovute all’ingestione
di queste specie a causa della leggerezza di incauti raccoglitori non
sufficientemente preparati o non adeguatamente responsabilizzati
per accostarsi al mondo dei ‘funghi’. Un mondo senza dubbio bello
e accattivante sotto diversi aspetti, ma anche pieno di insidie e di
rischi a cui si può andare facilmente incontro senza una opportuna
conoscenza della materia.
Si fa presente a tal proposito, che non esistono metodi empirici
(argento, aglio ecc.), o sperimentali (assaggi su animali), per
riconoscere un fungo velenoso. I sistemi ed accorgimenti tramandati
da credenze popolari oltre ad essere del tutto inutili, possono
risultare molto pericolosi.
Per prevenire le intossicazioni da funghi velenosi, l’unico sistema
valido consiste nell’avere una buona familiarità con queste specie,
in quanto potrebbero risultare ingannevoli dal punto di vista delle
forme e dei colori ed essere scambiate con specie commestibili.
Riuscire quindi, in una facile determinazione sul campo eviterà
spiacevoli confusioni che, in alcuni casi purtroppo, conducono anche
a conseguenze estreme. E’ opportuno ricordare ancora una volta, che
quando non si è assolutamente sicuri sui funghi raccolti, bisogna
assolutamente farli controllare da personale esperto e quindi
rivolgersi sempre al Micologo delle strutture di Sanità Pubblica. La
consapevolezza dei propri limiti e la conoscenza della materia
sono gli elementi necessari per prevenire avvelenamenti che a volte
possono avere conseguenze drammatiche.
I funghi velenosi sono quei funghi che contengono principi tossici
che a seguito ingestione arrecano danno all’organismo umano. Tali
principi tossici si possono suddividere in due grandi categorie:
principi eliminabili e principi non eliminabili.
I principi eliminabili sono quelli termolabili e idrosolubili.
I primi sono principi tossici piuttosto variabili ma che vengono
neutralizzati attraverso la cottura a 70°-80° per circa 20-30
minuti (Boleti del gruppo dei luridi, Amanite gruppo vaginata,
morchelle, russula olivacea ecc.). I veleni idrosolubili vengono
invece neutralizzati attraverso l’eliminazione dell’acqua di bollitura
(Armillaria mellea, Clitocybe nebularis ecc.).
I principi non eliminabili sono invece quelli termostabili e sono
quelli di pericolosità estrema perché resistenti a qualsiasi tipo di
trattamento: cottura, bollitura, essiccamento o altri interventi.Tali principi
risiedono in quei funghi che vengono classificati tossici o velenosi e
quando vengono ingeriti danno origine a delle sintomatologie che
variano a seconda del soggetto e della quantità ingerita.
I sintomi e i segni clinici che compaiono dopo l’ingestione di
un fungo tossico o velenoso generano le cosiddette sindromi,
ognuna delle quali caratterizzata da un particolare stato morboso
che ne rende possibile la diagnosi. In base al tempo che intercorre
tra l’ingestione e la comparsa dei disturbi si parla di sindromi a
breve latenza (da pochi minuti fino 4-6 ore dal pasto) e sindromi
a lunga latenza (da 6 a 24 ore e oltre dal pasto). Le sindromi
prendono generalmente il nome della tossina responsabile
contenuta nel fungo. Nelle tabelle che seguono sono schematizzate
tutte le sindromi oggi riconosciute.
SINDROMI A LUNGA LATENZA
Latenza
FALLOIDEA
6-24 ore
Vomito e diarrea profu- Amanita phalloides,
sa, shock, delirio, epati- A. verna, A, virosa,
te acuta, coma epatico. Galerina marginata,
Lepiota castanea,
L. brunneoincarnata e
tutte le lepiotine
di piccola taglia.
ORELLANICA
24-48 ore
Nausea, cefalea, vomito Cortinarius orellanus,
e diarrea modesti, insuf- C. speciosissimus ed
ficienza e necrosi renale. altri del gruppo.
e fino a 20 GG
Segni Clinici
Principali Specie
Responsabili
Sindrome
GIROMITRICA
6-48 ore
Stanchezza,
vomito,
crampi allo stomaco, lesioni epatiche con ittero,
talora disfunzioni renali.
NORLEUCINICA
NEFROTOSSICA
4-10 ore
Vomito, dolori addomi- Amanita proxima
nali con diarrea, ansia,
vertigini ed anche insufficienza renale.
a volte di più
RABDOMIOLITICA 24-72 ore
Gyromitra esculenta,
G. gigas ed altri
ascomiceti allo stato
crudo (Helvella spp.).
Nausea, eritema al vol- Tricholoma equestre
to, sudorazione profusa,
contratture muscolari,
aritmie ed arresto cardiaco.
ACROMELALGICA Più di 24 ore Dolori fortissimi alle Clitocybe amoenolens
ed altre Clitocybe
estremità degli arti.
non europee.
SZECHWAN
4
Alcune ore
Porpore emorragiche Auricularia
cutanee ed emorragie auricula-judae
interne ed esterne. Sindrome poco conosciuta,
si è sviluppata col diffondersi dei ristoranti
SINDROMI A BREVE LATENZA
Sindrome
Latenza
Segni Clinici
Principali Specie
Responsabili
Boletus satanas e gr.
Agaricus xanthodermus
e gr.,
Omphalotus olearius
Russula emetica e gr.,
Tricholoma pardinum,
Ramaria formosa,
Entoloma sinuatum.
GASTROINTESTINALE RESINOIDE
Da fine
pasto
a pochi
minuti;
raramente
qualche ora
Nausea, cefalea, crampi addominali, vomito
e diarrea.
MUSCARINICA
COLINERGICA
30-60 min.
Nausea, vomito, dolori Clitocybe bianche
addominali, sudorazio- e diverse Inocybe
ne, lacrimazione, ridu- tra cui I. rimosa.
zione battiti, tremori e
vertigini.
PANTERINICA
Da 30 min.
ANTICOLINERGICA a 2 ore.
Vomito, vertigini, eu- Amanita muscaria
foria, allucinazioni, au- e A. pantherina.
mento battiti cardiaci,
convulsioni sonnolenza.
PSICODISLEPTICA Entro 1 ora
PSILOCIBINICA
Allucinazioni, percezione alterata di tempo e
spazio, agitazione psico-motoria.
PAXILLICA
Da 1-2 ore
a volte fino
a 9 ore
Vomito, diarrea, dolori Paxillus involutus
addominali, ipotensio- ed altre specie di
ne, danno epatico e questo genere
renale.
COPRINICA
Max 3 ore
Rossore al volto e al Coprinus
torace sudorazione, ta- atramentarius.
chicardia.
Diverse specie di
Psilocybe,
Mycena Panaeoulus,
Stropharia.
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Introduzione alle schede
Vengono di seguito descritte 40 specie di funghi tossici e
velenosi, presenti nel nostro territorio in maniera abbastanza
diffusa. La maggior parte di esse è inclusa negli allegati A e B
della L.R. 25 Luglio 2001 n. 17, altre invece, seppur non incluse
in questi allegati, sono comunque pericolose in quanto piuttosto
comuni o facilmente confondibili con specie commestibili. Qualche
specie invece, inclusa negli allegati A e B, non è presente nel nostro
territorio, si è preferito quindi, non riportarla per non creare ulteriori
confusioni. Nella lingua italiana, i termini tossico e velenoso sono
sinonimi, ma in micologia vengono usati, in maniera impropria,
per indicare funghi con un diverso grado di pericolosità e di questo
ha tenuto conto il Legislatore nel redigere gli allegati di cui sopra.
Le 40 specie descritte, di cui 1 ipogea, appartengono a 25
generi provenienti a loro volta da 10 ordini, rappresentando così
una larga parte delle tabelle sistematiche.
Tutte le foto sono state realizzate nel nostro territorio e cercano di
mostrare al meglio i caratteri distintivi di ciascuna specie. Le schede
descrittive, pur mantenendo un certo rigore scientifico, hanno
carattere divulgativo offrendo un linguaggio comprensibile a tutti.
La terminologia tecnica usata è quella propria della precedente
pubblicazione del 2011 ‘I Funghi’, dove è possibile consultare
il glossario, ma anche seguire le metodiche per una corretta
determinazione delle specie. Ovviamente qualsiasi ulteriore
approfondimento dovrà essere effettuato consultando opere più
marcatamente scientifiche.
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velenoso
mortale
Amanita phalloides (Vaill. : Fr.) Link
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di dimensioni medio-grandi. Cappello di colore verdastro percorso radialmente da fibrille innate, orlo liscio. Imenoforo a lamelle fitte, bianche
con sfumature gialline e sporata bianca. Gambo slanciato
con bande giallo-olivastre ed anello a gonnellino posizionato
piuttosto in alto. Volva a sacco, bianca e membranosa. Odore
quasi nullo, leggermente maleodorante in vecchiaia. E’ nota
una forma completamente bianca.
negli avvelenamenti da funghi è quello che causa il maggior
numero di decessi. Viene confuso con russule verdi o addirittura con
Amanita caesarea oppure… con ‘nessun’ fungo! La sua pericolosità è
dovuta principalmente al suo aspetto attraente, alla diffusione su numerosi habitat ed all’elevato grado di tossicità.
Allegato A L.R. 17 Provoca SINDROME FALLOIDEA
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velenoso
Amanita verna (Bull. : Fr.) Lamark
mortale
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di medie dimensioni. Cappello a volte obliquo, bianco, spesso con riflesso crema al
centro, orlo liscio. Imenoforo a lamelle fitte persistentemente
bianche e sporata bianca. Gambo slanciato, bianco, pruinoso
in alto e con grosso bulbo basale, anello molto alto. Volva a
sacco, bianca e membranosa. Odore indistinto, sgradevole
con l’età. Cresce dalla primavera alla prima estate su boschi
caldi di latifoglie, soprattutto in presenza di querce e castagni.
fungo potenzialmente letale come Amanita phalloides ma fortunatamente meno diffuso e quindi… ‘meno raccolto’! Dato il suo periodo
di crescita, da giovane potrebbe essere confuso con agarici ed allo stato
di ovolo con delle vesce, pertanto attenzione alla sporata ed alla volva.
Amanita virosa, anch’essa velenosa mortale, è legata alle conifere e non è
‘ancora’ presente nel nostro territorio.
Allegato A L.R. 17 Provoca SINDROME FALLOIDEA
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velenoso
mortale
Cortinarius orellanus Fries
DESCRIZIONE fungo omogeneo di taglia medio-piccola.
Cappello carnoso quasi sempre con largo umbone centrale,
densamente squamuloso, colore fulvo-rossastro, margine lobato spesso lacerato. Imenoforo a lamelle adnate quasi concolori al cappello e sporata ocra. Gambo più o meno arcuato
decorato da bande giallastre e con residui di cortina biancastra. Odore debole, rafanoide. Cresce a gruppi sotto latifoglia
(castagno) dall’estate all’autunno inoltrato, non diffuso ma
fedele ai luoghi di crescita.
il più grave degli avvelenamenti da funghi è provocato sicuramente da questa specie, infatti gli effetti, che si manifestano anche dopo
vari giorni, quando non portano a decesso, creano danni irreparabili ai
reni, rendendo necessaria l’emodialisi e il successivo eventuale trapianto.
Allegato A L.R. 17 Provoca Sindrome Orellanica
9
velenoso
Galerina marginata (Batsch) Kùhner
mortale
DESCRIZIONE fungo omogeneo di piccola taglia. Cappello
poco carnoso, igrofano, di colore ocraceo (tempo secco) fino
a bruno-rossastro (tempo umido), margine striato. Imenoforo
a lamelle adnate con dentino, colore cannella chiaro, sporata ocra. Gambo flessuoso, pruinoso nel giovane, con anello
aderente e poco consistente. Odore spiccatamente farinoso.
Cresce in estate e autunno su ceppi o detriti legnosi, principalmente di conifere.
fungo potenzialmente mortale in quanto contiene alfa-amanitine, tossine caratteristiche dell’Amanita phalloides. Fortunatamente il
suo aspetto e consistenza non invogliano alla raccolta. Potrebbe però
essere confuso con Kuehneromyces mutabilis anch’esso lignicolo.
Allegato A L.R. 17 Provoca SINDROME FALLOIDEA
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Gyromitra gigas (Krombh.) Cooke
DESCRIZIONE fungo di taglia medio-grande dall’aspetto
tozzo. Il cappello, in questo caso la mitra, si presenta quasi
cerebriforme con superficie glabra e colorazioni ocra-aranciate, orlo saldato al gambo o libero. L’imenoforo è nella superficie esterna della mitra, spore bianche in massa. Gambo
con evidenti costolature, bianco grigiastro e cavo. Odore di
morchella o spermatico. Cresce in primavera presso conifere o
latifoglie (quercia) ed in prossimità di vecchie ceppaie.
questo fungo, come la sua ‘sorella’ Gyromitra esculenta (non presente nel nostro territorio), è stato lungamente consumato ritenendo entrambi ottimi commestibili. Oggi però, è stato accertato che il consumo
ripetuto di G. esculenta (a dispetto del nome), ha causato intossicazioni
anche con esito letale. Se ne sconsiglia quindi, l’uso in cucina.
Provoca Sindrome Giromitrica
11
velenoso
Lepiota subincarnata Lange
mortale
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di piccola taglia. Cappello
quasi vellutato con piccolo umbone e cuticola lacerata, colore rosa carnicino più scuro al centro. Imenoforo a lamelle
bianco-crema e sporata bianca. Gambo cilindrico con squame concolori al cappello nella parte inferiore, anello evanescente. Odore gradevole, fruttato. Cresce dalla primavera
all’autunno inoltrato un po’ ovunque, in boschi di conifere e
latifoglie, giardini e parchi cittadini.
fungo che contiene amanitine così come altre Lepiota di piccola
taglia, viene a volte confuso con Marasmius oreades da raccoglitori poco
attenti. Il pericolo maggiore è però rappresentato dal fatto che, crescendo in parchi e giardini, può venire facilmente a contatto con bambini
piccoli che potrebbero portarla alla bocca.
Provoca SINDROME FALLOIDEA
12
Tricholoma equestre (L. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo omogeneo di grandezza medio-grande. Cappello con largo umbone appiattito, colore giallo-olivastro con squamule e fibrille bronzee concentrate al disco.
Imenoforo a lamelle smarginate giallo zolfo, sporata bianca.
Gambo subcilindrico concolore al cappello, con qualche fiocco sparso. Odore gradevole appena farinoso. Cresce in autunno sotto conifere o latifoglie, preferendo pini e pioppi tremuli.
conosciuto con il nome ‘fungo dei cavalieri’ è stato sempre consumato ed apprezzato. Ma dal 2002, a seguito di un’ordinanza del Ministero della Salute pubblicata sulla G.U. del 28 agosto, ne è proibita
addirittura la raccolta (unico fungo), in quanto ritenuto responsabile
di intossicazioni mortali avvenute in Francia.
Provoca Sindrome Rabdomiolitica
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Amanita pantherina (De Cand. : Fr.)
Krombholz
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di medie dimensioni. Cappello di colore dal beige-grigiastro al bruno scuro ricoperto
da fini verruche farinose bianche, a volte concentriche, orlo
striato. Imenoforo a lamelle fitte, bianche e sporata bianca.
Gambo slanciato, cilindrico attenuato all’apice, bianco glabro, con anello piuttosto in basso. Volva bianca dissociata in
anelli. Odore quasi nullo o appena terroso. Cresce in estate e
autunno in boschi montani o ai margini di essi.
fungo diffuso e assai pericoloso in quanto provoca avvelenamenti con disturbi gravi sia a livello gastro-enterico che nervoso. La sua
determinazione risulta abbastanza agevole (verruche bianche, striature al margine e volva ‘circellata’), ma può essere confusa con Amanita
rubescens, Amanita spissa ed Amanita franchetii.
Allegato A L.R. 17 Provoca SINDROME Panterinica
14
Amanita muscaria (L. : Fr.) Hooker
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di dimensioni medio-grandi. Cappello di colore dall’arancio al rosso cupo, ricoperto da
numerose verruche piramidali bianche che possono dilavarsi
con la pioggia. Orlo finemente striato. Imenoforo a lamelle
bianche o appena gialline e sporata bianca. Gambo robusto,
cilindrico, bianco, glabro o appena fioccoso con anello ampio
e membranoso sulla parte medio-alta. Volva biancastra, dissociata in verruche. Odore nullo.
è il fungo delle fiabe e delle leggende ma se consumata provoca intossicazioni piuttosto gravi anche se ad esito benigno. Viene
scambiata con Amanita caesarea (soprattutto la fo. aureola, di colore
aranciato e quasi priva di verruche), ma purtroppo, in alcune zone, è
anche consumata deliberatamente!
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Panterinica
15
Amanita proxima (Dumée)
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di dimensioni medio-grandi e aspetto robusto. Cappello carnoso, bianco avorio, spesso
con residui ocracei di velo generale, margine non striato.
Imenoforo a lamelle fitte e spesse, bianco-crema e sporata
bianca. Gambo slanciato, bianco più o meno fioccoso, ingrossato alla base con anello ampio e persistente. Volva a sacco
di colore rugginoso. Odore quasi nullo.
nel tempo è stata spesso confusa con Amanita ovoidea, dalla
quale si distingue per un aspetto più slanciato, per l’anello membranoso e per la volva più intensamente colorata. La sindrome di cui è
responsabile è di recente definizione e causa danni, fortunatamente
reversibili, all’apparato renale.
Provoca Sindrome Norleucinica
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Boletus satanas satanas Lenz
DESCRIZIONE fungo di grandi dimensioni e dall’aspetto
massiccio. Cappello carnoso con cuticola tomentosa nel giovane, poi glabra, biancastra. Imenoforo a tubuli gialli e pori
piccoli, all’inizio gialli poi rossi. Gambo caratteristico a ‘pera’,
rosso vivo, giallo all’apice, con reticolo concolore nella parte
alta. Carne virante all’azzurro al taglio. Odore debole e tipico
nel giovane, cadaverico negli esemplari maturi. Cresce in
estate-autunno in boschi di latifoglie, principalmente querce.
è sicuramente il boleto che può raggiungere le maggiori dimensioni. Notizie poco attendibili parlano di libero consumo, previa
bollitura o salomoia, presso alcune popolazioni. Pratica assolutamente sconsigliata in quanto la sua tossicità permane anche dopo cottura.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
17
Boletus rhodopurpureus Smotlacha
DESCRIZIONE fungo di grandi dimensioni e dall’aspetto
robusto. Cappello carnoso, glabro di colore ocraceo ma subito
con tonalità rosa o porpora. Imenoforo a tubuli lunghi e gialli
con pori rosso sangue. Gambo robusto, giallo dove spicca un
fine reticolo rosso. Carne virante al taglio ed in tutte le parti
del carpoforo, al blu scuro. Odore fruttato. Cresce in estate
autunno sotto latifoglia.
è un boleto con forti varietà cromatiche e dalla elevata tossicità
(quantomeno da crudo), bisogna quindi fare attenzione a non confonderlo con i boleti della sezione dei ‘Luridi’ che sono commestibili dopo
prolungata cottura. Si distingue dal simile B. rhodoxanthus, in quanto
quest’ultimo, ha carne virante solo sul cappello.
Provoca Sindrome Gastrointestinale
18
Clitocybe dealbata (Sow. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo omogeneo di piccole dimensioni. Cappello con cuticola ricoperta da pruina biancastra che dilavandosi lascia intravedere un colore rosato brunastro. Imenoforo
a lamelle biancastre con riflessi crema-rosati, più o meno
decorrenti, sporata bianco-crema. Gambo cilindrico, sovente
ingrossato alla base che è spesso avvolta da un tomento
bianco. Odore tenue farinoso. Cresce in estate-autunno nei
prati, nei campi, nelle radure erbose dei boschi e nei parchi.
questa specie è spesso discussa e sinonimizzata ad altre, così
come quasi tutte le Clitocybe bianche. Poco importa… sono tutte tossiche e quindi da starne alla larga! Data la sua crescita praticola potrebbe
essere confusa con agarici (attenzione alla sporata!) o addirittura con
Marasmius oreades, una volta dilavatesi la pruina che ricopre il pileo.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Muscarinica
19
Entoloma sinuatum (Bull. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo omogeneo di dimensioni medio-grandi. Cappello con umbone basso, colore grigio-crema con fibrille che conferiscono riflessi metallici. Imenoforo a lamelle
smarginate di un caratteristico colore giallino che diventa
presto salmone per la sporata rosa. Odore farinoso sgradevole. Nelle stagioni favorevoli cresce copioso dall’estate all’autunno nei boschi di latifoglia, preferendo le querce.
causa l’aspetto carnoso e invitante è uno dei funghi che causa il
maggior numero di avvelenamenti, con sintomatologia piuttosto grave. Non di rado viene scambiato con Clitocybe nebularis con la quale
condivide habitat e stagione di crescita. Per questo motivo dai francesi
viene chiamato ‘le perfide’.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sind. Gastrointestinale grave
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Hebeloma sinapizans (Paulet) Gillet
DESCRIZIONE fungo omogeneo di taglia da media a grande. Cappello con largo umbone ottuso, cuticola liscia un po’
pruinosa di colore bruno-ocra-rossiccio, più carico al centro. Imenoforo a lamelle smarginate, colore rosa-grigio fino a
cannella per la sporata ocra scuro. Gambo cilindrico, bianco-crema, fioccoso, pruinoso in alto e con bulbo basale. Odore tipicamente rafanoide e carne amara. Cresce dall’estate
all’autunno, in maniera diffusa, in boschi latifoglie o misti.
questo fungo causa frequenti intossicazione a carattere intestinale. In alcune zone, nonostante sia conosciuto con il nome poco rassicurante di ‘puzzone’, viene raccolto e consumato. Ovvio sconsigliare
a tutti, questa pratica da incoscienti.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
21
Lactarius piperatus (Scop. : Fr.) S.F. Gray
DESCRIZIONE fungo omogeneo di medie dimensioni. Cappello imbutiforme negli esemplari maturi, bianco-crema con
macule ruggine, orlo involuto. Imenoforo a lamelle molto fitte,
bianco-carnicino e sporata bianca. Gambo cilindrico attenuato alla base, a volte eccentrico. Carne a frattura gessosa con
odore fruttato, secerne un latice bianco che seccando ingiallisce sulle lamelle. Cresce dalla tarda primavera all’autunno,
in gruppi numerosi, principalmente in boschi di latifoglie.
la maggior parte degli autori considera questo fungo non commestibile per l’acredine della carne che potrebbe sensibilizzare l’apparato gastrico causando disturbi, ma privo di elementi di tossicità diretta. In alcune
zone delle Marche, viene chiamato ‘Pizzicarola’ e regolarmente consumato.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
22
Lepiota cristata (Bolt. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di piccola taglia. Cappello campanulato con umbone centrale, superficie dissociata
in squame bruno scuro, escluso il centro, che spiccano su
fondo biancastro. Imenoforo a lamelle bianco-ingiallenti, sporata bianca. Gambo esile, bianco con riflessi violacei, anello
membranoso ma fugace. Odore tipico (cristato) alcolico-aromatico. Molto comune, cresce in estate-autunno, nei boschi
o ai margini di essi ed in zone erbose o terreni nudi.
le notizie riguardanti la tossicità di questa piccola Lepiota, sono
state spesso contrastanti. Infatti per lungo tempo sembrava fosse responsabile di una sindrome parafalloidea. Oggi è accertato che la sua tossicità
è invece causa di disturbi a carattere gastrointestinale. Viene a volte confusa con Marasmius oreades.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
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Mycena pura (Pers. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo omogeneo di piccole dimensioni. Cappello campanulato, glabro, igrofano, poco carnoso, colore
grigio-violaceo più o meno intenso, margine striato. Imenoforo a lamelle ventricose biancastre, sporata bianca. Gambo
slanciato, liscio e concolore al cappello. Odore spiccatamente
rafanoide. Cresce, dalla primavera all’autunno inoltrato in tutti i boschi, tra le foglie o gli aghi.
fungo assai diffuso e molto frequente in tutto il territorio, con
caratteristiche cromatiche molto variabili. Infatti ne vengono descritte
diverse forme, la più interessante delle quali è la fo. alba, con l’intero
carpoforo biancastro. Mycena pelianthina è specie simile, ma generalmente più grande e con lamelle viola.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Psicodisleptica
24
Mycena rosea (Bulliard) Gramberg
DESCRIZIONE fungo omogeneo di piccole dimensioni. Cappello poco carnoso con umbone, igrofano, appena untuoso, di
colore rosa antico con il bordo più chiaro e striato. Imenoforo
a lamelle adnate, bianco rosate, sporata bianca. Gambo slanciato, fragile, ingrossato verso la base, bianco con sfumature
rosa. Odore rafanoide. Specie autunnale dei boschi di latifoglie e conifere.
specie più o meno comune come la precedente, dalla quale si distingue per il cappello più a lungo campanulato e per la maggiore fragilità, oltre che per il colore rosa su quasi tutto il carpoforo. Anche di questa
specie se ne conosce una forma pallida chiamata fo. candida.
Provoca Sindrome Psicodisleptica
25
Omphalotus olearius (De Cand. : Fr.) Fayod
DESCRIZIONE Fungo omogeneo di dimensioni medio-grande. Cappello imbutiforme con superficie liscia e solcata da fitte fibrille di colore giallo-aranciato, orlo involuto. Imenoforo a
lamelle, giallo brillante e lungamente decorrenti sul gambo,
sporata bianca. Gambo affusolato dello stesso colore delle
lamelle. Odore tenue, gradevole. Cresce, spesso cespitoso,
dalla primavera all’autunno, su ceppaie di varie latifoglie.
si dice spesso, che le lamelle di questo fungo siano fosforescenti
al buio!... Non resta che fare la prova! Comunque sia, è bene starne alla
larga e attenzione a non confonderlo con Cantharellus cibarius, come
purtroppo, spesso succede, in quanto l’avvelenamento che causa, dà sintomi piuttosto severi.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
26
Paxillus involutus (Batsch : Fries) Fries
DESCRIZIONE fungo di taglia media, ma a volte molto
grande. Cappello convesso con superficie feltrata di colore ocra-tabacco con riflessi olivastri, orlo a lungo involuto e
scanalato. Imenoforo a lamelle decorrenti, ocra pallido, imbrunenti al tocco, sporata ruggine. Gambo quasi tozzo, concolore al cappello, bruno rossastro alla manipolazione. Odore
gradevole. Cresce abbondante e in ogni tipo di bosco, dalla
primavera all’autunno.
questo fungo, fino a pochi anni fa, era considerato commestibile,
oggi se ne è accertata la tossicità per accumulo e alcuni avvelenamenti
hanno anche provocato dei decessi. Dal punto di vista sistematico i paxillus appartengono all’Ordine delle Boletales, in quanto hanno le lamelle
che si separano facilmente dalla carne.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Paxillica
27
Russula luteotacta Rea
DESCRIZIONE fungo omogeneo di grandezza media. Cappello con superficie brillante da umida, opaca con il secco,
colore rosa o rosso brillante, decolorata in zone bianco crema.
Imenoforo a lamelle spaziate, bianche, sporata bianca. Gambo
tarchiato, bianco ma giallo cromo ove contuso. Carne a frattura gessosa, odore fruttato di cocco e sapore pepato. Cresce
in estate e autunno, in boschi di latifoglie con preferenza di
querce in luoghi aperti
russula non molto frequente e spesso confusa con altre dai colori
simili. R. persicina ha sporata crema e gambo sovente sfumato di rosso.
R. mairei è tipica del faggio. R. emetica esclusiva delle conifere di montagna (assente nel nostro territorio). Tutte a sapore acre e potenzialmente
tossiche.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
28
Tricholoma filamentosum (Alessio)
DESCRIZIONE fungo omogeneo di taglia media. Cappello
convesso con leggero umbone, superficie feltrata con fibrille appressate a simulare piccole squame, colore grigio-beige-brunastro. Imenoforo a lamelle smarginate, bianche un po’
crema, sporata bianca. Gambo cilindrico,bianco, con bulbo
basale macchiato di beige. Odore di cetriolo. Cresce dalla tarda estate all’autunno, in piccoli gruppi in boschi di latifoglie
o di abeti, non comune.
si differisce dal T. pardinum (rarissimo nel nostro territorio), per
la taglia minore e per l’assenza di toni grigio-nerastri sul cappello. Può
essere confuso con altri Tricholomi grigi commestibili, quali T. squarrulosum, T. atrosquamosum, T. orirubrens etc.. La taglia dovrebbe evitare la
confusione con le ‘morette’.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
29
Tricholoma sciodes (Persoon) Martin
DESCRIZIONE fungo omogeneo di medie dimensioni. Cappello con umbone, superficie asciutta, feltrata, di un colore
grigio metallico, orlo spesso lacerato in maniera radiale. Imenoforo con lamelle smarginate-uncinate, con il filo nerastro a
maturità, sporata bianca. Odore lieve, terroso, carne amara
poi piccante. Cresce in autunno in boschi di latifoglie, principalmente faggio.
Pittosto comune nelle nostre faggete. La superficie feltrata, il
colore metallico-lucente ed il sapore amaro-piccante, sono elementi
sufficienti a non farcelo confondere con gli altri Tricholomi grigi commestibili o con le ‘morette.’
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
30
Tricholoma bresadolanum
Clémençon
DESCRIZIONE fungo omogeneo di medie dimensioni. Cappello convesso con superficie grigio fuligginosa o argentea,
con squamette concentriche, nerastre. Imenoforo a lamelle
smarginate, bianco-grigiastre, con il filo punteggiato di scuro,
sporata bianca. Gambo slanciato, grigio chiaro, decorato da
squamette scure. Odore debole, sapore amaro e acre. Cresce
in estate, autunno in boschi di latifoglie.
fungo non molto comune ma che a volte fruttifica in maniera copiosa. Il portamento lo fa assomigliare a T. filamentosum, se ne distingue
per i toni nerastri dell’intero carpoforo. Può essere confuso con i Tricholomi grigi commestibili.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
31
Tricholoma sulphureum
(Bull. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo omogeneo di grandezza medio-piccola. Cappello carnoso, convesso, umbonato, colore giallo zolfo
a volte macchiato di bruno, orlo spesso lacerato. Imenoforo a
lamelle smarginate con uncino, concolori al cappello, sporata
bianca. Gambo ingrossato alla base, concolore al cappello,
con fibrille brunastre. Odore forte di acetilene o di testa di
fiammifero. Cresce in ogni bosco, dall’estate all’autunno.
è un fungo di facile determinazione, per il colore giallo zolfo di
tutto il carpoforo e per l’odore nauseabondo di ‘gas illuminante’. Difficile
confonderlo con altri, anche se esemplari più grandi così ben colorati,
potrebbero creare una qualche ‘attrattiva’.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
32
Hypholoma fasciculare
(Huds. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo omogeneo di dimensioni medio-piccole. Cappello convesso, a volte con umbone, superficie glabra,
liscia, di colore da giallo-zolfo a giallo-aranciato. Imenoforo a
lamelle fitte, giallo-verdi, sporata bruno-porpora. Gambo slanciato, spesso ricurvo, fibrilloso, concolore al cappello ma bruno
alla base. Odore indistinto e sapore amaro. Cresce tutto l’anno,
fascicolato, su ceppaie di latifoglie, più raramente di conifere.
questo fungo viene chiamato ‘falso chiodino’, per la somiglianza
con esemplari giallastri di Armillaria mellea con la quale a volte viene
scambiato. Anche se la carne amara dovrebbe dissuaderne il consumo,
sono lo stesso documentati casi di intossicazioni ad esso imputati.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
33
Hypholoma sublateritium
(Fries) Quélet
DESCRIZIONE fungo omogeneo di medie dimensioni. Cappello convesso, glabro, liscio, di colore rosso-mattone su fondo
giallo più evidente al margine, con resti di velo giallino a
fiocchi. Imenoforo a lamelle adnate, giallo-verdognole, sporata
bruno-vinosa. Gambo slanciato con superficie fibrillosa, spesso
incurvato, giallo in alto, sub-concolore al cappello in basso.
Odore quasi gradevole e sapore non sempre amaro. Cresce
tutto l’anno, su legno marcescente, principalmente di latifoglie.
l’effettiva tossicità di questo fungo non è stata ancora accertata,
ma precauzionalmente è opportuno rifiutarne il consumo. Questa bellissima specie, spesso cresce su detriti legnosi interrati, dando l’idea di
essere un fungo terricolo.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
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Agaricus MOELLERI Wasser
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di taglia medio-grande, ingiallente al tocco in ogni sua parte. Cappello poco carnoso,
superficie asciutta, presto dissociata in squamette fuligginose,
a partire dal margine, fondo bianco. Imenoforo a lamelle libere,
fitte, grigo-rosate, sporata bruno scuro. Gambo slanciato, con
base bulbosa, bianco, liscio e sericeo. Anello membranoso, doppio, collocato nella parte alta del gambo. Odore di inchiostro.
Cresce in estate-autunno preferibilmente in boschi di latifoglie.
questo fungo potrebbe essere confuso con altri agarici commestibili. Ma la superficie pileica finemente squamettata, escluso il centro,
l’ingiallimento ed il forte odore di inchiostro al taglio o allo sfregamento,
ne permettono l’immediata determinazione
Provoca Sindrome Gastrointestinale
35
Agaricus xanthodermus Genevier
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di taglia media, ingiallente al tocco in ogni sua parte. Cappello convesso, di frequente
appiattito all’apice, superficie liscia, bianca, grigio-bruna a maturità, orlo sottile a volte lacerato. Imenoforo a lamelle libere,
fitte, grigio-rosate fino a bruno-nerastro, sporata bruno porpora.
Gambo slanciato, a volte incurvato, liscio, sericeo con anello
membranoso doppio. Odore forte di inchiostro o fenolo. Cresce
dall’estate all’autunno in zone erbose, parchi e giardini.
questo fungo finisce spesso per essere consumato, in quanto raccolto insieme ad altri agarici (anche nel prato di casa) ed insieme ad essi
cucinato. A questo punto è utile ripetere, che tutti gli agarici (prataioli)
che hanno odore di inchiostro o di fenolo ed un viraggio al giallo cromo,
della carne alla base del gambo, sono tossici.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
36
Ramaria formosa (Pers. : Fr.) Quélet
DESCRIZIONE fungo di dimensioni medio-grandi di aspetto
coralloide. Carpoforo costituito da una base carnosa bianca
da cui si innalzano rami robusti e cilindrici di colore rosa
salmone terminanti con apici appuntiti gialli. L’imenoforo
indistinto è posto sulla superficie delle ramificazioni (metà
superiore), sporata giallastra. Odore debole, gradevole e sapore amaro, asprigno. Cresce in estate-autunno in boschi di
latifoglie, molto comune.
questo è un altro, dei funghi tossici che finiscono nelle pietanze,
soprattutto in quelle aree dove sono regolarmente consumate le ramarie.
Infatti i tre colori tendono ad uniformarsi con l’età del fungo rendendone
la determinazione a prima vista non certo facile. Dal potere fortemente
lassativo, la sua ingestione causa prolungati problemi intestinali.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
37
Ramaria pallida (Schaeff.) Ricken
DESCRIZIONE fungo di dimensioni medio-grandi di aspetto
coralloide. Carpoforo costituito da un tronco basale biancastro, non troppo carnoso, da cui si dipartono numerosi rami
a loro volta ramificati fino a terminare con apici corti. Colore
generale pallido con sfumature gialle e carnicine. L’imenoforo
indistinto è posto sulla superficie delle ramificazioni (metà
superiore), sporata giallastra. Odore debole. Cresce in estate-autunno in tutti i boschi, abbastanza comune.
questo fungo, come il precedente, è sicuramente consumato dai
raccoglitori di ‘manine’, ‘ditole’, o come vengono chiamate nei diversi
luoghi. Anche questa ramaria ha proprietà lassative. La distinzione dalle
altre ramarie commestibili (..?), risulta, però più agevole se si considera
l’aspetto generale sempre ‘pallido’.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Gastrointestinale
38
Inocybe rimosa (Bull. : Fr.) Kummer
DESCRIZIONE fungo omogeneo di dimensioni medio-piccole. Cappello poco carnoso, a forma di cappello cinese, fibrilloso, con umbone acuto, giallo-bruno più o meno intenso,
orlo fessurato radialmente. Imenoforo a lamelle smarginate,
grigio-giallastro con riflessi olivastri, sporata ocra-brunastra.
Gambo cilindrico dilatato verso la base, biancastro-giallo-brunastro, fioccoso, fibrilloso. Odore debole, spermatico. Cresce
in primavera-autunno in ogni bosco, anche in zone erbose.
fungo molto comune e forse per questo, non di rado responsabile
di intossicazioni anche abbastanza severe. A volte confusa addirittura con
Marasmius oreades. Si raccomanda ancora una volta, che per i funghi a
lamelle, è necessario controllare sempre, il colore della sporata.
Allegato B L.R. 17 Provoca Sindrome Muscarinica
39
associato a sostanze alcoliche
Coprinus romagnesianus Singer
DESCRIZIONE fungo eterogeneo di medie dimensioni. Cappello tipicamente a ogiva poi conico-espanso, appena depresso,
solcato, colore grigio argenteo cosparso di piccole squame brune, deliquescente. Gambo bianco, squamettato solo al di sotto
di una zona anulare bassa ed in rilievo. Imenoforo a lamelle
molto fitte, bianche, grigie progressivamente a partire dal margine, fino a nere per effetto della sporata. Odore debole. Cresce
fin dalla primavera in terreni umidi, su detriti legnosi interrati.
questo Coprino si differenzia dal più noto Coprinus atramentarius (fungo dell’inchiostro), per le squamule brune presenti sul cappello e sul gambo.
Parimenti ad esso però, ed insieme ad altri coprini (C. micaceus, C. radians, ecc.),
se consumato insieme a bevande alcoliche, scatena vari disturbi cardiovascolari.
Provoca Sindrome Coprinica
40
Gymnopilus JUNONIS (Fries : Fries) P. D. Orton
DESCRIZIONE fungo omogeneo di dimensioni medio-grandi. Cappello carnoso, convesso, con superficie squamosa-fibrillosa, colore giallo arancio con decorazioni bruno rossicce.
Imenoforo a lamelle adnate, giallognole, sporata ruggine.
Gambo ventricoso o fusiforme, fibrilloso, giallo con anello
membranoso, al di sopra del quale coperto da pruina biancastra. Odore tenue, indistinto. Cresce in estate autunno, a
gruppi alla base di tronchi di latifoglie o conifere.
fungo vistoso e coreografico per i colori, la crescita cespitosa e le
dimensioni a volte spettacolari (da qui il nome). Molti testi lo danno solamente come non commestibile, considerando il sapore amaro, invece
recentemente sono state isolate nella sua carne, sostanze responsabili di
azione neurotossica.
Provoca Sindrome Psicodisleptica
41
Stropharia coronilla (Bull. : Fr.) Quélet
DESCRIZIONE fungo omogeneo di piccole dimensioni. Cappello convesso, superficie liscia ed opaca, appena vischiosa
a tempo umido, colore giallo ocraceo. Imenoforo a lamelle
adnate, biancastre e sporata bruno porpora. Gambo cilindrico, bianco, liscio, con anello membranoso tipicamente striato
nella faccia superiore. Odore tenue, indistinto. Cresce dalla
primavera all’autunno, in piccoli gruppi, in zone erbose, margini stradali, parchi e giardini.
questo piccolo fungo potrebbe essere scambiato con delle
Agrocybe (A. dura e A. praecox), senza peraltro creare problemi in quanto
questi ultimi non sono funghi ricercati per il consumo. I problemi potrebbero sopraggiungere se scambiata in maniera superficiale con Marasmius oreades. Contiene quantità incostanti di psilocibina.
Provoca Sindrome Psicodisleptica
42
Stropharia semiglobata
((Batsch : Fr.) Quélet
DESCRIZIONE fungo omogeneo di piccole dimensioni. Cappello convesso con piccolo umbone, superficia liscia, lucida
e colore giallo-crema. Imenoforo a lamelle adnate, biancastre
e sporata bruno-violetto. Gambo dritto, slanciato, leggermente ingrossato alla base, con superficie liscia, concolore al
cappello e piccolo anello membranoso collocato nella parte
alta. Odore irrilevante. Cresce dalla primavera all’autunno,
tra l’erba, sugli escrementi di diversi animali.
questo comunissimo fungo fimicolo, crescendo nei prati, potrebbe essere
scambiato con Marasmius oreades e finire in una classica raccolta di gambe secche. Giova ricordare ancora una volta che la sporata di M. oreades è bianca. Molto
simile è S. squamosa che presenta però squame sia sul cappello che sul gambo.
Provoca Sindrome Psicodisleptica
43
Scleroderma verrucosum
(Bull. : Pers.) Persoon
DESCRIZIONE fungo gasteromicete di taglia medio-piccola.
Carpoforo di forma globosa irregolare, a volte schiacciato, con
pieghe nella parte inferiore e con verruche piatte ma a rilievo,
colore da bruno pallido a bruno rossiccio. Alla base del carpoforo abbondanti fasci miceliari simulano uno pseudo-gambo.
Gleba bianca nel giovane, poi violacea marmorizzata fino a
diventare nerastra e polverosa a completa maturazione. Odore
quasi di gomma. Comune e ubiquitario in estate e autunno.
questo fungo, da giovane, potrebbe essere confuso con delle vesce
commestibili, ma lo spessore e la durezza del peridio oltre al colore, lo distinguono da queste in maniera netta. Nel nostro territorio è tristemente
famoso per essere invasivo delle tartufaie coltivate di Tuber melanosporum.
Provoca Sindrome Gastrointestinale
44
Sarcosphaera cORONARIA (Jaq.) J.Schrot.
DESCRIZIONE fungo semi-ipogeo che arriva a grandi dimensioni. Ascocarpo sessile, da ipogeo ad affiorante, globoso ma che si apre superiormente a stella, fino a diventare
epigeo. Superficie esterna bianco grigiastra con sfumature
violette. L’imenoforo è rappresentato dalla superficie interna,
liscia, di colore violetto sempre più scuro con la maturità.
Carne ceracea e fragile senza odori particolari. Cresce in
primavera sotto conifere ma anche sotto faggio.
fungo considerato da alcuni, tossico da crudo, peraltro come la
gran parte degli ascomiceti. I sintomi però, causati da questa specie risultano più severi, anche se non si conosce ancora la tossina responsabile
dell’avvelenamento. Sono questi i motivi per cui è il caso di considerarla
tossica a tutti gli effetti.
Provoca Sindrome Gastrointestinale
45
Balsamia vulgaris Vittadini
DESCRIZIONE fungo ipogeo con ascocarpo tuberiforme e bitorzoluto con possibili introflessioni del peridio. Quest’ultimo,
sottile di colore rosso-rugginoso con evidenti verruchine più
scure. Gleba biancastra caratterizzata da cavità sinuose e difformi. Odore inizialmente delicato, di dolci, poi più intenso e
complesso, nauseante. Specie abbastanza comune in inverno,
si rinviene con il cane, andando a tartufi, su terreni sabbiosi
ricchi di piante erbacee con cui potrebbe essere micorrizico.
specie di facile determinazione sia per l’aspetto che per l’odore,
viene considerata tossica soprattutto da cruda, causando problemi gastrointestinali. Si ha però notizia di persone che la consumano regolarmente, probabilmente senza avvertire disturbi. B. vulgaris e Choiromyces
meandriformis sono i soli ipogei tossici.
Provoca Sindrome Gastrointestinale
46
POSIZIONE
SISTEMATICA
delle SPECIE
TRATTATE
Regno: Fungi
Divisione: Basidiomycota
Classe: Basidiomycetes
Ordine: Amanitales
Famiglia: Amanitaceae
Genere: Amanita
Specie: Amanita muscaria
Amanita pantherina
Amanita phalloides
Amanita proxima
Amanita verna
Ordine: Tricholomatales
Famiglia: Tricholomataceae
Genere: Clitocybe
Specie: Clitocybe dealbata
Genere: Tricholoma
Specie: Tricholoma bresadolanum
Tricholoma equestre
Tricholoma filamentosum
Tricholoma sciodes
Tricholoma sulphureum
Famiglia: Marasmiaceae
Genere: Mycena
Specie: Mycena pura
Mycena rosea
Ordine:Russulales
Famiglia: Russulaceae
Genere: Russula
Specie: Russula luteotacta
Genere: Lactarius
Specie: Lactarius piperatus
Ordine: Entolomatales
Famiglia: Entolomataceae
Genere: Entoloma
Specie: Entoloma sinuatum
Ordine: Cortinariales
Famiglia: Cortinariaceae
Genere: Hebeloma
Specie: Hebeloma sinapizans
Genere: Inocybe
Specie: Inocybe rimosa
Genere: Cortinarius
Specie: Cortinarius orellanus
Famiglia: Crepidotaceae
Genere: Galerina
Specie: Galerina marginata
Genere: Gymnopilus
Specie: Gymnopilus junonis
Famiglia: Strophariaceae
Genere: Stropharia
Specie: Stropharia coronilla
Stropharia semiglobata
Genere: Hypholoma
Specie: Hypholoma fascicolare
Hypholoma sublateritium
Ordine: Agaricales
Famiglia: Agaricaceae
Genere: Agaricus
Specie: Agaricus moelleri
Agaricus xanthodermus
Genere: Lepiota
Specie: Lepiota cristata
Lepiota subincarnata
Famiglia: Coprinaceae
Genere: Coprinus
Specie: Coprinus romagnesianus
Ordine: Boletales
Famiglia: Hygrophoropsidaceae
Genere: Omphalotus
Specie: Omphalotus olearius
Famiglia: Paxillaceae
Genere: Paxillus
Specie: Paxillus involutus
Famiglia: Boletaceae
Genere: Boletus
Specie: Boletus rhodopurpureus
Boletus satanas
Ordine: Clavariales
Famiglia: Ramariaceae
Genere: Ramaria
Specie: Ramaria formosa
Ramaria pallida
Ordine: Sclerodermatales
Famiglia: Sclerodermataceae
Genere: Scleroderma
Specie: Scleroderma verrucosum
Divisione:Ascomycota
Classe: Ascomycetes
Ordine: Pezizales
Famiglia: Genere: Specie: Famiglia: Genere: Specie: Genere: Specie: Helvellaceae
Gyromitra
Gyromitra gigas
Pezizaceae
Sarcosphaera
Sarcosphaera coronaria
Balsamia
Balsamia vulgaris
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ZUCCHERELLI A., 2006 I Funghi delle pinete delle zone mediterranee
- Volume II - Longo Editore Ravenna.

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