Daniele Corazza Responsabile Tecnico Scuola
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Daniele Corazza Responsabile Tecnico Scuola
Daniele Corazza Responsabile Tecnico Scuola Calcio Bologna FC 1909 Il Metodo Mundialito: il gioco del calcio visto con gli occhi di un bambino… E’ una metodologia di apprendimento del gioco del calcio improntata sui seguenti 4 aspetti principali: • DIVERTIMENTO Non c’è apprendimento senza divertimento • COORDINAZIONE È la base della motricità di ognuno di noi • VELOCITA’ Nel gioco del calcio moderno è un fondamento • PARTITE Abitudine al confronto e alla situazione di gioco Il divertimento permette di giocare con grande applicazione, la coordinazione migliora l’aspetto motorio, la velocità consente di arrivare sulla palla prima degli avversari, l’agonismo porta alla vittoria delle partite. Sicuramente agli occhi del lettore si nota la mancanza un elemento base: la tecnica. Essa mi permetto di affermare, è una conseguenza diretta di questi 4 aspetti. DIVERTIMENTO: Quando con gioia e senza fatica svolgiamo un lavoro, un compito, una qualsiasi cosa che facciamo durante l’arco della giornata: “quando ci divertiamo a farla”. Personalmente amo il calcio, ho amato praticarlo a livello agonistico e attraverso il divertimento ho sempre cercato di trasmetterlo ai miei allievi, sia ai bambini che a giocatori evoluti. Genitori, allenatori, dirigenti, spettatori molto spesso impediscono ai bambini di divertirsi perché pretendono che questi si comportino da adulti, spesso riportando sul bambino aspettative che se divengono realtà dai 6,7,8...fino ai 12 anni ci troviamo di fronte a qualcosa di anomalo. Quando tutti definiscono un giocatore “bravo”?: quando si comporta come un adulto in miniatura. Mi sono sempre chiesto se è normale che un bambino giochi come un giocatore evoluto... Secondo me è normale e corretto che giochi a calcio come un bambino, cioè seguendo il suo istinto per il piacere di correre dietro a una palla. Parlando con giocatori professionisti mi è capitato di sentire:”sai qual è la differenza tra noi e loro? (rivolgendosi ai bambini che giocano nel campo adiacente): che loro si divertono a giocare a pallone!” Il nostro punto di partenza deve essere il divertimento. Il 16/03/2008 era ospite alla trasmissione “che tempo che fa” il Commissario Tecnico della nostra nazionale Roberto Donadoni. Il conduttore della trasmissione Fabio Fazio gli ha rivolto questa domanda: Enzo Bearzot diceva al Mundial 82 che l’imperativo categorico era la compattezza, per l’europeo Donadoni quale imperativo categorico dirà ai giocatori? Donadoni risponde: “cercate di divertirvi”. COORDINAZIONE: Per coordinazione si intende quella capacità motoria che permette di organizzare, controllare e regolare le sequenze nelle quali si articola un movimento. Sulle capacità coordinative, autorevoli autori hanno scritto e condotto abbondanti studi sui quali è necessario che ogni tecnico educatore approfondisca assolutamente. Tra le molteplici tassonomie presentate negli anni ho scelto la classificazione sulle capacità coordinative definita da Blume, che le suddivide in questo modo: accoppiamento e combinazione, differenziazione, equilibrio, organizzazione spazio-temporale, reazione, adattamento e trasformazione, ritmizzazione, fantasia motoria e anticipazione motoria. VELOCITA’: Nel calcio la velocità-rapidità costituisce una delle doti fondamentali e questo è riconosciuto da tutti. Questa capacità è sempre condizionata dalle situazioni di gioco e dall’abilità tecnica individuale. Per velocità si intende la capacità che ha un soggetto di eseguire azioni motorie alla massima intensità in un tempo minimo. Il periodo sensibile di incremento è dagli 8 ai 12 anni. Quando si analizza un movimento veloce può essere utile considerare se tutto il corpo partecipa al movimento oppure se si esegue l’atto motorio con singole parti del corpo, in questo caso è più corretto parlare di rapidità. La velocità nelle sue diverse espressioni riferita al calcio, possiamo intenderla come segue in varie tipologie: A. Velocità di corsa B. Velocità di esecuzione C. Velocità di comprensione D. Velocità di decisione Tutto l’allenamento che proponiamo ai nostri bambini deve avere costantemente le caratteristiche di ritmo, velocità,intensità (di stimoli) e creatività. Le esercitazioni ed i giochi proposti devono essere richiesti a livello esecutivo con un gesto tecnico che deve essere concluso nel più breve tempo possibile. E’ importante l’efficacia del gesto tecnico non la perfezione...le partite si vincono spesso così. Quando l’attaccante ha una esecuzione didatticamente perfetta, spesso non segna! PARTITA: Normalmente gli allenatori lasciano il finale di allenamento per far giocare liberamente i bambini, spesso non curandosi più dei singoli e a volte anche del gruppo, in quanto ci si fa forti della comoda affermazione “lasciamoli giocare”. I giocatori appartenenti alle fasce d’età considerate devono invece, a parer mio, essere si liberi di esprimersi disputando mini partite, ma inserendo un ingrediente importantissimo per la formazione del giocatore: l’agonismo. In pratica strutturo l’ultima parte di allenamento dividendo il gruppo in 4 squadre accattivando l’attenzione dei bambini con nomi di fantasia se siamo di fronte a 5-8 anni, nomi di nazionali o club se sono in campo con giocatori di 9-13 anni. Gioco libero, all’ultimo respiro disputando un vero e proprio “mundialito” organizzato con caratteristiche ben precise: A. Intensità con palla sempre in gioco B. Zero pause C. Gol il più possibile D. Agonismo ludico con finale all’ultimo gol organizzando squadre equilibrate E. Al termine del gioco tutti i giocatori, devono aver dato tutto Questo tipo di partite ci permette di formare caratterialmente tutti i giocatori entrando in campo divertendosi e impegnandosi al massimo, anche perché è lo stesso componente della squadra che ti gratifica e ti stimola a dare il massimo. Inoltre tutti i bambini migliorano e giocano al massimo delle loro capacità, perché sono sempre coinvolti tutti nel gioco. L’agonismo ludico, forma il giocatore nel tempo. IL METODO MUNDIALITO E LA TECNICA La tecnica calcistica è il complesso dei movimenti, con o senza palla, che più frequentemente si manifestano durante una partita di calcio, nella quale come primo obiettivo abbiano il possesso, la difesa e la riconquista della palla. La tecnica calcistica si divide in tecnica di base e tecnica applicata o tattica individuale. Il gioco mi permette di allenare la tecnica, un esercizio gioco non ha mai un solo obiettivo, ma tanti aspetti migliorativi del giocatore. Nel pensare ad un gioco quindi definiremo più obiettivi. Ho dedicato una parte alla tecnica calcistica, perché questa sostengo con tutte le mie forze, si allena attraverso il divertimento, la coordinazione, la velocità e la partita, insegnandola globalmente, evitando la noia che uccide il giocatore professionista, figuriamoci il bambino. Un bambino che deve imparare un gesto tecnico corretto, deve avere anche la possibilità di personalizzarlo. Le esercitazioni sono tutte valide e tutte migliorano il singolo bambino, ma devono essere proposte con metodo. Il tecnico educatore deve essere in possesso del metodo, non dell’esercizio, anche perché facendo una semplice considerazione, se per essere bravi allenatori, bastasse conoscere molti esercizi, tutti sarebbero allenatori professionisti di Serie A. SELEZIONE DEL GIOVANE TALENTO Dai 5 ai 13 anni, per essere precisi dalla categoria FIGC Piccoli Amici, fino alla Categoria Esordienti secondo anno tutta l’attività deve essere sviluppata secondo la metodica sin qui esposta. Il Bologna F.C. 1909 sta ottenendo i risultati di tre anni di lavoro, non sul talento; ma sul bambino. Successivamente, quando ho dato la possibilità a tutti i componenti della scuola calcio di migliorare al massimo delle proprie potenzialità, allora seleziono. Non mi interessa farlo prima perché ci sono troppe variabili nella selezione, quindi il margine di errore è immenso. Questo è dimostrato dalla differenza sulle rose dei club professionistici tra la prima selezione ed i giocatori che arrivano alla primavera. Spesso per esigenze di risultato (forse?), non vado a considerare nel giocatore una serie di componenti importanti fra cui per esempio l’età biologica, infatti la maggioranza dei giocatori che da pulcini, esordienti entrano nelle rose di squadre professionistiche appartengono come mesi di nascita in gennaio, febbraio e marzo con picchi che in alcuni casi arrivano quasi al 4050%. Come Bologna F.C. 1909 intendiamo andare controcorrente, a partire dalla prossima stagione 2008/2009 la prima squadra selezionata farà i giovanissimi regionali, prima ci sarà solo scuola calcio aperta a tutti per valorizzare i bambini indipendentemente dalle capacità. Alla luce di quasi 20 anni di campo sono giunto alla conclusione che il postulato calciatori si nasce sia sbagliato. Ritengo che calciatori si possa diventare, partendo da un prerequisito di base: essere allenati in modo corretto. In tutte le partite che vediamo, notiamo un giocatore che spicca rispetto agli altri, successivamente, magari nella stagione seguente ci capita di rivederlo e quel giocatore non è più in grado di fare la differenza, ma si è equiparato ai compagni, livellando le sue capacità calcistiche verso il basso. Perché? Il giocatore aveva un pre-requisito di base ma non è stato stimolato in modo corretto oppure in modo non sufficiente, quindi ha perso nel tempo gran parte del suo possibile potenziale? Questa metodologia diversa di insegnamento del gioco del calcio rivolto a queste fasce d’età (5-13 anni) mi consente certamente di sbagliare meno nelle scelte rispetto alle più comuni filosofie di selezione, evitando la perdita di talenti. VIDEO INTERVISTA 1. perché giochi a calcio? 2. a che età hai incominciato a giocare a calcio? 3. che ruolo fai? 4. che ruolo hai sempre sognato di fare? 5. cosa provi quando segni un gol? 6. quando perdi una partita cosa pensi? 7. qual è la cosa che ti piace di più al mondo? 8. cosa sognavi/sogni di fare da grande? 9. di quale squadra sei tifoso? 10. chi è il tuo calciatore preferito? CONCLUSIONE Alla luce delle mie personali esperienze, ritengo che il nostro calcio vive ancora una fase in cui si pensi tutti troppo ad allenare nello stesso modo: preoccupandoci molto del risultato e poco dei bambini. Per questo ho scelto di seguire una strada nuova a cui ho dato il provocatorio nome di “metodo mundialito”.