Percorsi di Innovazione - Risorse per la giustizia
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Percorsi di Innovazione - Risorse per la giustizia
Percorsi di Innovazione degli Uffici Giudiziari Questa è senz’altro la soluzione, ma ricordatemi dunque: qual è il problema? Woody Allen Progetto OpenGiustizia Napoli Università degli Studi di Napoli Federico II - COINOR C.so Umberto I, 40 - 80138 Napoli www.opengiustizia.it | [email protected] | tel. +39 081.253.75.74 | fax +39 081.253.75.90 Responsabile di progetto: Stefano Zan | Coordinamento e project management: Alessandro Buttà Coordinamento organizzativo: Maria Luisa Frosina | Coordinamento editoriale: Raffaele Paciello Questa pubblicazione è stata curata dal Raggruppamento Temporaneo di imprese costituito da Università degli Studi di Napoli Federico II (coordinatore), Istituto per la Ricerca Sociale e Fondazione Politecnico di Milano nell’ambito del progetto OpenGiustizia Napoli, realizzato con il cofinanziamento dell’Unione europea - POR Campania FSE 2007/2013 - Asse VII “Capacità Istituzionale - Obiettivo Operativo P1” - Diffusione di Best Practices presso gli Uffici Giudiziari Italiani - Servizio di assistenza tecnica organizzativa presso gli Uffici Giustiziari della Campania - Terza Fase Finito di stampare il 30 settembre 2015 Sommario Introduzione..................................................................................................................5 di Stefano Zan e Alessandro Buttà Perché intraprendere percorsi di innovazione..........................................................8 di Ettore Ferrara e Maura Migliaresi Azioni per il miglioramento organizzativo.................................................................10 di Giovanni Colangelo e Stefano Addeo 1. Innovazione Organizzativa......................................................................................13 La riorganizzazione dell’Ufficio Notizie di Reato...........................................................................16 La gestione degli “Affari Semplici”.................................................................................................19 La riorganizzazione della struttura amministrativa del Settore penale del Tribunale.................... 21 2. Informatica per l’innovazione..................................................................................31 Digitalizzazione atti........................................................................................................................33 Protocollo Informatico alla Procura della Repubblica....................................................................35 Comunicazioni telematiche...........................................................................................................36 Il nuovo sistema informativo per le assegnazioni delle udienze penali (GIADA).......................... 39 La gestione informatizzata del personale togato (MAGI)..............................................................40 Verso il Processo Penale Telematico............................................................................................43 3. Ottimizzazione delle risorse....................................................................................45 Monitoraggio delle spese di indagine............................................................................................47 Gestione Spese di Giustizia..........................................................................................................49 Gestione Corpi di Reato................................................................................................................51 Progetto Assegnazione Aule.........................................................................................................53 Localizzazione Fascicoli................................................................................................................55 procura della repubblica di napoli 3 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari 4. Rapporti con l’utenza e con il territorio..................................................................57 Front Office Procura della Repubblica..........................................................................................59 Front Office penale Tribunale........................................................................................................61 Affari Civili......................................................................................................................................63 Guida e Carta dei Servizi del Settore Penale del Tribunale e della Procura della Repubblica..... 65 Il Bilancio di Responsabilità Sociale del Tribunale e della Procura della Repubblica................... 70 La Comunicazione degli Uffici Giudiziari.......................................................................................76 5. Sviluppo strategico..................................................................................................81 Il tavolo di confronto Tribunale-Procura.........................................................................................83 L’Ufficio Innovazione del Tribunale................................................................................................85 L’esperienza dell’Ufficio Innovazione della Procura della Repubblica........................................... 87 La formazione................................................................................................................................88 6. Prospettive e percorsi di innovazione....................................................................91 di Giovanna Ceppaluni e Giuseppe Borrelli 4 tribunale di napoli preambolo Introduzione di Stefano Zan e Alessandro Buttà Questo volume racconta una storia, la storia di OpenGiustizia Napoli, progetto di innovazione organizzativa degli uffici del Tribunale e della Procura della Repubblica di Napoli. Raccontare un progetto significa ricordare da dove si è partiti, quali problemi si sono affrontati, quali risultati si sono ottenuti e, in modo particolare, in che modo si è proceduto. Il progetto nasce con il supporto della Regione Campania e dell’Unione Europea nell’ambito del Piano Nazionale di Diffusione delle Best Practice negli Uffici Giudiziari. Oltre alla Regione e al Ministero, alla Procura della Repubblica e alla parte del Tribunale che si occupa di giustizia penale ha fatto parte attiva del progetto il Raggruppamento Temporaneo di Imprese composto dall’Università degli Studi di Napoli Federico II (coordinatore), dalla Fondazione Politecnico di Milano e dall’Istituto per la Ricerca Sociale di Milano. Il progetto (tutti i dettagli sono disponibili sul sito web) prevedeva tanto per il Tribunale che per la Procura, così come del resto è avvenuto in tutti gli uffici giudiziari italiani coinvolti nel progetto Best Practice, l’intervento su cinque linee d’azione: 1. analisi e progettazione organizzativa 2. analisi delle dotazioni informatiche 3. realizzazione della Carta dei Servizi 4. realizzazione del Bilancio di Responsabilità Sociale 5. comunicazione Al di là della struttura del progetto ci preme mettere in evidenza le principali logiche di cambiamento che sottendono il progetto stesso. L’obiettivo di ottenere un miglioramento degli assetti organizzativi e tecnologici, una maggiore qualità dei servizi e un insieme di strumenti di relazione trasparente con i cittadini è stato perseguito in una prospettiva di change management che, tradotto in italiano, significa gestione del cambiamento consapevole e duratura attraverso il coinvolgimento diretto di chi lavora all’interno degli uffici. La funzione della consulenza è stata quella di supportare con adeguate metodologie questo processo proponendo la creazione di una serie di cantieri (o gruppi di lavoro) a sostegno dei singoli progetti. Complessivamente a partire dall’aprile 2014 per arrivare a settembre 2015 abbiamo dato vita a una ventina di cantieri-progetti il cui lavoro e i cui risultati vengono appunto presentati nelle pagine che seguono. Ovviamente non spetta alla consulenza la valutazione sulla qualità e quantità dei risultati raggiunti, che dovrà essere fatta dai dirigenti degli uffici coinvolti e dagli enti che hanno voluto e sostenuto il progetto. Crediamo però sia utile che anche la consulenza, in questo procura della repubblica di napoli 5 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari caso i responsabili di progetto, possano fare, in sede di conclusione dei lavori, alcune considerazioni generali. La prima considerazione riguarda la grande disponibilità che abbiamo riscontrato nel confronto con saperi e competenze diverse. Non è mai scontato che una cultura giuridica profondamente radicata riesca a confrontarsi positivamente con culture e modi di ragionare quali quelle degli esperti di organizzazione e di informatica che ovviamente hanno essi stessi un proprio linguaggio e una propria chiave di lettura dei fenomeni. La consapevolezza profondamente diffusa negli uffici che l’organizzazione e l’informatizzazione sono due leve assolutamente indispensabili per il miglioramento delle prestazioni del sistema giudiziario italiano ha certamente facilitato questo confronto, ma ci pare comunque importante sottolinearlo come uno dei risultati più importanti, ancorchè meno evidenti. La contaminazione dei saperi è infatti una precondizione per dare solidità e stabilità nel tempo ai processi di cambiamento organizzativo. Un altro aspetto assolutamente positivo è stata la capacità di lavorare in gruppo che abbiamo riscontrato in tutti i cantieri. Certo all’inizio ci sono state alcune difficoltà nel capire come si doveva e si poteva lavorare assieme ma l’impegno, la motivazione, la convinzione di tutti gli attori coinvolti ha consentito di superare queste difficoltà e di creare le basi perché il processo di change management possa proseguire anche dopo l’uscita della consulenza dagli uffici giudiziari. Il terzo e ultimo aspetto che vorremmo sottolineare come valore positivo dell’esperienza riguarda il superamento delle barriere culturali tra i diversi uffici. Se in fase iniziale Procura, Gip e Dibattimento si guardavano con sospetto reciproco e forte identificazione nel proprio sottogruppo nel tempo si è acquisita la piena consapevolezza che se i problemi sono comuni anche le soluzioni devono essere comuni e soprattutto le interdipendenze organizzative vanno governate con mutuo adattamento. Ovviamente non sono mancati limiti e difficoltà sulle quali anche noi consulenti avremo modo di riflettere nei prossimi mesi al fine di meglio impostare eventuali lavori di questo tipo nel prossimo futuro. Ma anche le considerazioni critiche necessitano di una conoscenza puntuale di quanto è stato fatto. Veniamo dunque alla struttura del volume. Come appare ben chiaro a chi abbia letto l’indice del libro che precede queste pagine, la storia che raccontiamo segue uno schema diverso dalle linee di intervento previste dal progetto Best Practice. Questo non significa evidentemente che non abbiamo rispettato quanto previsto dal capitolato, bensì significa che in fase di resoconto finale proponiamo una chiave di lettura diversa ed originale. La chiave di lettura che proponiamo è quella di raggruppare i circa 20 progetti che abbiamo realizzato in cinque blocchi tematici che sono: 6 tribunale di napoli preambolo • Innovazione organizzativa • Informatica per l’innovazione • Ottimizzazione delle risorse • Rapporti con l’utenza e col territorio • Sviluppo strategico L’originalità di questa presentazione consiste sostanzialmente nel superamento delle logiche delle linee d’azione previste dal progetto nonché della distinzione netta tra Procura e Tribunale. Si tratta di una scelta voluta e consapevole che rivendichiamo sulla base di tre convinzioni. La prima è che in questo modo pensiamo di dare un senso organico ai singoli interventi, anche a quelli che possono apparire più tecnici, marginali, di portata limitata. In realtà ogni singolo intervento realizzato si iscrive in uno dei cinque blocchi tematici di miglioramento organizzativo che abbiamo appena individuato (innovazione organizzativa, informatica per l’innovazione ecc.). La seconda è che in questo modo abbiamo una testimonianza diretta ed evidente della compenetrazione delle competenze realizzata tra magistrati, amministrativi e consulenti. Le soluzioni proposte per ognuno dei 20 progetti sono appunto il frutto di queste compenetrazioni e, soprattutto in fase finale, non avrebbe alcun senso ascriverle a singole specializzazioni professionali. La terza considerazione, forse un po’ presuntuosa, è quella di proporre una nuova chiave di lettura che possa influenzare i progetti di intervento organizzativo che verranno proposti e realizzati nei prossimi anni. La storia e l’esperienza delle Best Practice in Italia ha avuto un significato e un impatto straordinario nel sistema giudiziario, ma proprio sulla base del successo che hanno registrato è opportuno che i prossimi interventi apprendano quanto più possibile dalle esperienze condotte. Abbiamo voluto arricchire le storie, scritte per ragioni di tempo dai consulenti, con una serie di commenti e osservazioni ad opera dei magistrati e del personale tecnico-amministrativo coinvolti nei diversi progetti. Nelle nostre intenzioni questo dovrebbe rendere più leggibile il volume e al contempo dare il senso di quanto la tensione al cambiamento si sia profondamente radicata negli uffici giudiziari napoletani. è prassi chiudere le introduzioni con i ringraziamenti. Ci sottraiamo a questa prassi avendo indicato per ciascun progetto tutti coloro che a vario titolo hanno partecipato e contribuito alla realizzazione. Vogliamo solo ricordare il prezioso contributo e l’attento supporto della Regione Campania, la continua e convinta attività di coordinamento del gruppo del COINOR, il ruolo fondamentale degli Uffici Innovazione e la sempre ferma volontà di andare avanti del Presidente del Tribunale e del Procuratore della Repubblica. procura della repubblica di napoli 7 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Perché intraprendere percorsi di innovazione di Ettore Ferrara e Maura Migliaresi Il progetto Best Practices negli Uffici giudiziari è stato un’importante occasione per dare riposte concrete, attraverso metodologie organizzative basate su una logica di tipo gestionale e manageriale fino a oggi messe in atto con discontinuità negli Uffici Giudiziari, alle istanze di evoluzione tecnica, informatica e organizzativa che provenivano dall’interno del Tribunale di Napoli. Il progetto si è sviluppato su tre piani fondamentali, quello dell’utilizzo corretto delle tecnologie a disposizione, quello della riorganizzazione dei servizi del Settore penale e quello dei rapporti con gli altri Uffici giudiziari, in particolare con la Procura della Repubblica di Napoli. L’introduzione di percorsi condivisi volti al corretto e sistematico utilizzo delle tecnologie ha consentito di modificare le prassi relazionali tra i soggetti del processo, recuperando e potenziando le capacità professionali di Magistrati e Personale amministrativo e instaurando un dialogo costruttivo tra due corpi tradizionalmente separati che non potrà che avere riflessi positivi sull’esercizio della giurisdizione. Il progetto si è sostanziato inoltre nell’individuazione di possibili scenari alternativi dell’attuale assetto organizzativo del settore penale, in grado di garantire sia un incremento della performance complessiva dell’Ufficio, sia la sostenibilità del carico lavorativo da parte delle risorse umane disponibili, in un contesto di complessiva maggiore efficienza e nella prospettiva di realizzare un miglioramento effettivo del servizio giustizia nei confronti dei diversi stakeholders, garantendo uno standard qualitativo elevato. Le criticità maggiori sono derivate dalla sfiducia iniziale circa le possibilità di cambiamento e miglioramento del lavoro nei singoli ambiti organizzativi, dovute principalmente al fatto che la modifica delle prassi lavorative destabilizza situazioni consolidate ed equilibri faticosamente raggiunti anche grazie all’esperienza professionale acquisita nel corso degli anni. L’esperienza di questi mesi ha dimostrato che anche le resistenze (“si è sempre fatto così”) possono diventare contributi importanti, e servire, tramite un dialogo continuo e costante tra chi propone il cambiamento e chi dovrà nella pratica realizzarlo, ad approfondire anche problematiche inizialmente sottovalutate. Il coinvolgimento attivo del Personale amministrativo, in particolare, ha reso tutti maggiormente consapevoli del fatto che possono esistere modalità di approccio ai problemi lavorativi diverse da quelle da sempre utilizzate. 8 tribunale di napoli preambolo Essenziale diventa il sensemaking, ovvero il canale di comunicazione che deve crearsi tra chi identifica una necessità di cambiamento, e ipotizza le modalità con cui le singole attività lavorative dovrebbero essere modificate, e chi deve implementare nella quotidianità lavorativa le nuove prassi. Nel momento in cui i change recipients siano in grado di mettersi personalmente in gioco, partecipando direttamente al processo, cambia il tipo di relazione e quello che potrebbe essere un cambiamento episodico, la stessa inerzia organizzativa, si trasforma in un’evoluzione continua: scongelare inizialmente la macchina burocratica presente, e successivamente, attraverso attenzione e contatti costanti, trasformare la resistenza in modalità di orientare l’azione. Ma il cambiamento dell’orientamento interno non è l’unico obiettivo che questo progetto si prefigge: è importante che anche la cittadinanza conosca le attività lavorative dell’Ufficio giudiziario, nonché le potenzialità che il proficuo, corretto lavoro svolto all’interno del Tribunale ha per la cittadinanza. In primo luogo per ciò che riguarda l’immediatezza delle risposte che i cittadini si aspettano dal sistema giustizia, in secondo luogo come strumenti conoscitivi, del livello di qualità che, come Ufficio giudiziario, siamo tenuti a mantenere. procura della repubblica di napoli 9 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Azioni per il miglioramento organizzativo di Giovanni Colangelo e Stefano Addeo OpenGiustizia ha rappresentato un’occasione unica di cambiamento per il nostro Ufficio. Affrontare una sfida di questo calibro all’interno della Procura più grande d’Italia è stata un’impresa tutt’altro che semplice. Per questo desideriamo ringraziare prima di tutto chi ha voluto darci fiducia: la Regione Campania e l’Unione Europea, che hanno stanziato le risorse necessarie per queste attività e il gruppo di lavoro che ci ha guidato in questo percorso, coordinato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II e composto dall’Istituto per la Ricerca Sociale e la Fondazione Politecnico di Milano. Con l’occasione del progetto OpenGiustizia, l’Ufficio ha deciso di dotarsi di una strategia chiara e condivisa per governare i processi di innovazione, riassumibile in tre principi fondamentali: migliorare la comunicazione interna all’Ufficio, individuare un centro di coordinamento dei progetti, adottare un approccio sperimentale e incrementale al cambiamento. In particolare abbiamo ritenuto essenziale puntare su una comunicazione interna che fosse il più capillare ed efficace possibile e questo per due motivazioni principali: da un lato garantire la trasparenza e la chiarezza nei confronti del personale dell’Ufficio coinvolto dai singoli progetti (Magistrati e Personale Amministrativo); dall’altro assicurare un coordinamento fluido delle attività. Tutte le storie di innovazione raccontate in questo volume non sarebbero state possibili senza il prezioso apporto dell’Ufficio Innovazione, massima espressione della relazione sinergica tra componente magistratuale e amministrativa della Procura della Repubblica di Napoli. In questi mesi di lavoro l’Ufficio Innovazione ha costituito il nostro punto di contatto verso l’esterno, recependo le idee proposte dal gruppo di consulenza e facendole proprie, calandole nei singoli contesti come solo chi lavora da anni in quest’Ufficio può fare. L’approccio sperimentale, infine, è stato fondamentale. OpenGiustizia ci ha dato l’occasione di applicare al nostro Ufficio quelle logiche di “impararare facendo” che spesso mancano nel settore pubblico. Abbiamo mostrato che è possibile sperimentare anche nella nostra realtà, grazie a strumenti di auto-regolamentazione quali ad esempio i Protocolli d’Intesa, di cui si è fatto ampio utilizzo durante il progetto o grazie a nuovi strumenti di relazione con cittadini, imprese e personale interno. 10 tribunale di napoli preambolo Oggi la Procura è sicuramente un luogo diverso in cui lavorare rispetto a diciotto mesi fa e questo lo si percepisce fermandosi a parlare con il personale, guardando il nuovo sito web o confrontandosi con chi ha potuto leggere la guida ai servizi, la carta dei servizi o il nostro primo bilancio di responsabilità sociale. Abbiamo fatto tesoro dell’importanza di collaborare e fare squadra, di sperimentare mettendosi in gioco e di dare valore al confronto delle idee. Crediamo, infatti, che sia questo il patrimonio più grande che ereditiamo da OpenGiustizia: l’aver fatto proprio un modus operandi che ci permetterà d’ora in poi di sviluppare in modo sempre più consapevole progetti di innovazione per migliorare sempre più il servizio che siamo fieri di rendere ogni giorno alla nostra comunità. procura della repubblica di napoli 11 1 Innovazione Organizzativa percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Innovazione Organizzativa di Luca Iandoli e Mauro Salvato In questo primo capitolo si raccontano tre progetti di riorganizzazione che hanno coinvolto la Procura e il Tribunale, singolarmente e nel loro insieme. Il tratto comune di questi progetti è l’intervento sui processi organizzativi sottesi al processo in senso giurisdizionale e sulle strutture organizzative, cioè sul sistema dei ruoli e delle responsabilità che si richiedono per rendere fluidi i processi e più efficiente l’utilizzo delle risorse a disposizione, intendendosi per risorse principalmente le competenze delle persone e le tecnologie disponibili. Il metodo di lavoro adottato dal team OpenGiustizia si è basato su quattro principi: a) primato della variabile organizzativa: pur riconoscendo il ruolo importante della crescente digitalizzazione di atti e procedimenti giudiziari nel determinare opportunità di innovazione, il team OpenGiustizia ha considerato la variabile organizzativa come prioritaria e indipendente nel rapporto con la tecnologia. Le ipotesi di cambiamento sono state sempre ispirate alla ricerca di coerenza e consistenza tra cambiamenti tecnologici e organizzativi nel rispetto di vincoli e specificità locali ineludibili, ma anche attraverso la modifica di flussi e prassi di lavoro pensati per la gestione cartacea in tempi di organici ben più abbondanti. b) approccio per processi: ci si è sempre sforzati di ragionare per processi trasversali agli uffici e alle unità organizzative, dal momento in cui un’istanza entra nel sistema organizzativo della giustizia penale (la Polizia giudiziaria o la Procura) al momento in cui si produce un “effetto di giustizia” per chi ha posto l’istanza e per l’intera collettività. Una delle figure che spesso manca nell’organizzazione della giustizia è proprio il process owner, cioè il responsabile dell’intero processo di lavorazione di una causa dalle sue origini fino al risultato finale. Si è cercato, quindi, di ricomporre i processi organizzativi, cercando di creare connessioni, organizzative e informatiche, fra gli uffici intervengono sullo stesso processo. c) l’analisi delle interdipendenze: l’analisi delle interdipendenze funzionali fra ruoli, unità organizzative e uffici consente di produrre un effetto di integrazione che spesso è carente. L’assunto di base è che l’intervento in una parte del sistema (ufficio o procedura) produce, necessariamente, ricadute su tutte le altri parti, a monte e a valle, che siano 14 tribunale di napoli innovazione organizzativa interdipendenti con quella su si effettua l’intervento. Un esempio per tutti, l’efficacia di un front-office si misura dalla capacità di filtrare e ridurre l’accesso al back-office, le cancellerie e gli uffici, che così sono in grado di svolgere in modo più efficace le funzioni per cui sono stato istituite, l’assistenza al giudice e la gestione delle attività post-sentenza. d) risorse costanti: la sfida principale è stata quella di ricercare configurazioni organizzative in grado di far funzionare meglio la giustizia penale con le risorse già disponibili, o meglio a risorse decrescenti, cercando di ottimizzare i processi di lavoro, creando, ove possibile, economie di scala e riducendo gli sprechi tempo, che spesso sono il frutto non di cattiva volontà ma di cattiva organizzazione, come ad esempio l’indistinzione dei ruoli, dove tutti fanno tutto e sono continuamente interrotti per passare da un lavoro all’altro. Queste premesse sono diventate il metodo di lavoro nei vari interventi che sono stati proposti e realizzati nei cantieri di progetto presso la Procura e il Tribunale di Napoli. Altro fattore chiave è stato il forte coinvolgimento, sia nelle fasi di analisi, sia in quelle di progettazione ed esecuzione, dei principali stakeholder dei progetti di cambiamento, individuati di volta in volta tra il personale togato, il personale amministrativo e l’utenza professionale. Il coinvolgimento non è stato solo dettato dal fatto che gli stakeholder, oltre che portatori di interesse, sono portatori di conoscenza e di informazioni preziose ed altamente specifiche di cui la consulenza deve tener conto, ma anche, e soprattutto, come leva per creare motivazione e consenso intorno ai cambiamenti, talora molto profondi, che il progetto ha perseguito. Infine, i cambiamenti sono sostenibili e duraturi se l’organizzazione non solo li comprende e li trova vantaggiosi, ma se ne appropria e riesce a svilupparli e governarli in autonomia. Nel seguito presentiamo tre progetti di innovazione organizzativa che hanno in comune questi principi e questo metodo di lavoro. Il progetto UNR (Ufficio Notizie di Reato) prende le mosse dall’analisi approfondita della filiera giudiziaria, a partire dal momento in cui il procedimento giudiziario ha inizio, e tenendo conto delle forte interdipendenze tra Procura e Tribunale a causa delle quali, senza gli opportuni correttivi, i problemi e le disfunzioni che si generano a monte si ripercuotono in modo via via più grave man mano che il procedimento si muove lungo la filiera giuridica. Il progetto “Affari semplici” (cosiddetti perché presentano caratteristiche di serialità) rappresenta uno degli esempi più calzanti di questo fenomeno e della necessità di affrontare le criticità con un ottica trasversale agli uffici, pur nel rispetto della relativa autonomia sancita dall’ordinamento. Il progetto di Riorganizzazione amministrativa del Settore penale del Tribunale prende le mosse da una approfondita analisi del contesto, con le sue problematiche e criticità procura della repubblica di napoli 15 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari specifiche, nonché delle risorse e tecnologie disponibili, e assume questi come vincoli pur puntando a una decisa azione di miglioramento dell’efficienza attraverso la creazione di un front-office più vicino all’utenza, la focalizzazione delle cancellerie come service al magistrato e la creazione di un back-office che centralizza le attività chiave del post-udienza. La riorganizzazione dell’Ufficio Notizie di Reato “OpenGiustizia è stato il vero elemento di valore aggiunto per la riorganizzazione dell’Ufficio Notizie di Reato. Era da molto tempo che pensavamo di dover e voler migliorare il flusso di lavoro, ma senza tuttavia riuscire a concretizzare questa buona intenzione. Il grande merito di OpenGiustizia è certamente quello di aver attivato questo percorso, costringendoci anzitutto a staccarci dalle nostre scrivanie e ad entrare in una dimensione più complessiva di analisi dell’effettivo funzionamento di uffici all’apparenza frammentati, ma estremamente concatenati fra loro. Solo tale consapevolezza ci ha consentito di trovare un flusso comune di lavoro, di razionalizzare i processi organizzativi e di aprire finalmente un vero confronto aperto fra magistrati ed amministrativi, in un’ottica di forte sistematicità e reciprocità del lavoro di entrambi”. Ludovica Giugni, Sostituto Procuratore e Magistrato referente per l’Ufficio Innovazione della Procura della Repubblica di Napoli L’Ufficio Notizie di Reato (d’ora in avanti UNR), dal quale il procedimento penale inizia il suo percorso, raccoglie, valuta, assegna e trasmette le Comunicazione di Notizie di Reato (d’ora in avanti CNR). La struttura organizzativa dell’UNR presenta due percorsi differenziati: uno per le CNR urgenti i cui tempi di definizione sono dettati dalla procedura penale (arresti, fermi, sequestri e decessi), l’altro per le CNR ordinarie con tempi non stringenti come le precedenti sulle quali si è focalizzato il progetto di miglioramento. Il flusso lavorativo giornaliero si svolge nel seguente modo. L’ufficio “Ricezione Atti” accoglie le CNR ordinarie e qualsiasi atto amministrativo e penale, l’ufficio “Smistamento” valuta giuridicamente le CNR consegnate il giorno precedente, le quali il giorno successivo sono trasferite all’ufficio “Registrazione” per essere iscritte al SICP (Sistema Informativo della Cognizione Penale). L’osservazione partecipata alle attività lavorative, la rilevazione ed il ridisegno dei flussi e delle modalità di lavorazione in appositi diagrammi hanno messo in luce la criticità principe dell’UNR: il flusso lavorativo si integra con una gestione cartacea della CNR ma mal si adatta ad una gestione completamente informatizzata della stessa. 16 tribunale di napoli innovazione organizzativa I sistemi informatici utili a tal fine sono conosciuti eppure il loro utilizzo risulta ancora marginale. Il progetto di miglioramento mira, quindi, alla riorganizzazione del flusso lavorativo dell’UNR per renderlo più snello e performante in termini di tempi di lavorazione grazie ad un miglior utilizzo dei sistemi informativi. Un progetto ambizioso e molto ampio sia per la tipologia di attori coinvolti - esterni (le fonti che consegnano le CNR, GIP a cui si invia la richiesta di archiviazione) ed interni (il personale dell’UNR, le segreterie dei magistrati) – sia perché diversi sono i percorsi delle CNR - archiviazione, iscrizione ed assegnazione al magistrato, fatto non costituente reato. Dopo aver analizzato sia i flussi lavorativi che il carico di lavoro, incontri di approfondimento e discussione sono stati svolti con i referenti della Procura per definire il progetto di miglioramento che si integra sinergicamente con i progetti “affari semplici” e “digitalizzazione”. Il ridisegno e l’avvio del nuovo modus operandi del flusso lavorativo dell’UNR parte con CNR relative ai reati di semplice definizione quali quelli del codice della strada definiti con richiesta di decreto penale. Lasciando al progetto affari semplici di descrivere la sua storia, qui ci limitiamo a rispondere alla seguente domanda: come l’UNR può contribuire a migliorare i tempi di definizione del decreto penale?. Ed inoltre, che ruolo giocano i sistemi informativi nella riorganizzazione del flusso lavorativo? Ed ecco l’interazione con il progetto di digitalizzazione, a cui lasciamo il racconto della sua storia. Qui ci basti sapere che il ridisegno organizzativo dell’UNR prevede la centralità di due sistemi informativi: il Portale di Notizie di Reato, accessibile da alcune fonti informative per la trasmissione delle CNR, ed il TIAP (Sistema Informatizzato degli Atti Processuali). In breve si descrive il nuovo percorso per le CNR relative al codice della strada con i cambiamenti organizzativi sia per l’UNR che per le fonti informative. Le fonti informative, che attualmente utilizzano il Portale solo per l’inserimento dei dati relativi alla CNR, dovranno caricare sullo stesso anche l’informativa in modo da renderla accessibile presso l’UNR senza la necessità del cartaceo. Tutto il percorso viene svolto presso l’UNR dove il magistrato, già presente per lo smistamento, firma l’elenco delle CNR relative al codice della strada per l’assegnazione e la successiva delega ai VPO (Vice Procuratori Onorari). L’operatore si preoccuperà di registrare in SICP la CNR (i cui dati già presenti nel Portale evitano l’immissione di dati da parte dell’operatore) e predispone il fascicolo con il certificato penale (richiesto informaticamente collegandosi al casellario) ed il certificato anagrafico (attualmente richiedibile informaticamente solo per i residenti nel comune di Napoli). L’informativa è quindi caricata in TIAP, sistema per la gestione informatica del fascicolo. Il VPO, che attualmente svolge tali attività nelle sezioni, prepara la richiesta di decreto penale, che viene firmata dal Magistrato ed inviata al GIP. Questo è il flusso ma adesso diamo risposta alle domande poste. procura della repubblica di napoli 17 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari La preparazione della richiesta di decreto penale presso l’UNR semplifica il flusso lavorativo con l’eliminazione delle attività di trasferimento in sezione e permette la standardizzazione – e quindi velocizzazione - dello stesso grazie alla presenza di format standardizzati, alla divisione di tali reati già in fase di consegna delle CNR e alla specializzazione ed il coordinamento di un gruppo ristretto di VPO preposto alla redazione della richiesta e ad un controllo delle informazioni inserite dalle fonti informative sul Portale. I sistemi informatici giocano un ruolo rilevante in quanto permettono una trasmissione immediata e, senza coinvolgimento di commessi, dell’informativa e del fascicolo. Ma il cambiamento nell’assetto organizzativo, con la ridistribuzione delle attività e con le nuove modalità e strumenti per il loro svolgimento, è la maggiore difficoltà da superare. La preoccupazione emersa - da chi ogni giorno deve fare i conti con i tempi serrati delle CNR urgenti, con una presenza del personale variabile e con un’attività ordinaria comunque da svolgere in tempi brevi - è come gestire un’attività di coordinamento per questo nuovo percorso senza altre risorse umane ed, inoltre, in quale unità organizzativa configurare la nuova area di lavoro. Certo è che il carico di lavoro, letto in termini di CNR lavorate, non cambia quello che cambia sono le procedure di lavorazione. La scommessa è che i sistemi informatici ben integrati con le regole organizzative possano velocizzare le attività lavorative e, quindi, evitare sovraccarichi di lavoro e ritardi. Per adesso, il processo di cambiamento è limitato alla gestione delle CNR dei reati del codice della strada definibile con decreto penale. In tal modo presso l’UNR si attiva un processo graduale di apprendimento nello svolgere le attività con il solo utilizzo dei sistemi informatici che potrà, con il tempo, essere adottato per tutte le CNR. Inoltre si inizia a configurare presso l’UNR una nuova area di lavoro per gli affari semplici che, in prospettiva, permetteranno una conclusione del procedimento più rapida anche grazie ad un coordinamento tra Procura, GIP e Tribunale. L’avvio del nuovo percorso è previsto per la fine del mese di ottobre ma la simulazione dello stesso effettuata con il coinvolgimento degli amministrativi, magistrati e informatici ha dato risultati soddisfacenti sia sulla fattibilità ma anche sulla semplificazione nello svolgimento delle attività stesse. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Nicola Esposito, Ludovica Giugni, Maria Rosaria Mingione (Procura della Repubblica) Lorella Cannavacciuolo, Nicoletta Cotechini, Riccardo Crosara, Stefano Zan (RTI) 18 tribunale di napoli innovazione organizzativa La gestione degli “Affari Semplici” “Ci auguriamo che il progetto Affari Semplici possa migliorare la percezione dei cittadini sulla qualità del lavoro degli uffici giudiziari. Questo grazie a una risposta più rapida per gli affari di minore entità e maggiore efficienza per gli affari più complessi. Affari Semplici è una idea vecchissima, già realizzata in altri uffici, per recuperare e razionalizzare le risorse di tempo e di personale grazie a una diversa gestione dei cd affari di facile risoluzione, spostando maggiori energie sugli affari più complessi e rilevanti per entità del reato. OpenGiustizia ci ha aiutato a costruire il primo impianto d’intesa con il Tribunale, mettendo insieme saperi, esperienze e competenze diverse, stimolando il confronto alla ricerca di soluzioni il più condivise possibili”. Vincenzo Piscitelli, Procuratore Aggiunto - Procura della Repubblica di Napoli Il progetto “Affari Semplici” nasce dall’esigenza di individuare percorsi differenziati e semplificati per la trattazione di quei reati definiti “generici” e che oggi sono distribuiti tra tutti i PM della Procura: queste notizie di reato prevedono in genere l’archiviazione o la trasmissione della richiesta di decreto penale al GIP. Ogni anno mediamente la Procura di Napoli realizza circa 8.000 richieste di decreto penale. L’attività di analisi organizzativa svolta all’inizio del progetto aveva già individuato e valutato positivamente l’esperienza avviata presso la VII Sezione indagini, che prevedeva la gestione di questo tipo di reati presso la Segreteria Centralizzata e il supporto dei VPO nella realizzazione delle richieste da inviare al Tribunale. Per questo motivo il progetto OpenGiustizia ha voluto costituire un tavolo di lavoro adhoc, dedicato all’estensione di questo modello su tutto l’Ufficio della Procura e coinvolgendo i referenti magistratuali e amministrativi della VII Sezione. Con l’inizio del progetto il gruppo di lavoro si è trovato di fronte alla scelta sul modello da portare avanti: se, in altre parole, replicare l’accentramento realizzato nella VII Sezione anche nelle restanti Centralizzate o se, alternativamente, creare un ufficio unico per la definizione degli affari semplici. La consulenza ha quindi deciso di realizzare alcuni documenti tecnici a supporto di questa decisione: ha rielaborato i dati forniti dall’ufficio statistica per individuare l’incidenza dei decreti penali suddivisi per tipologia di reato, e ha realizzato alcune simulazioni di modelli alternativi di organizzazione del lavoro. A seguito di una riflessione su questi documenti il gruppo di lavoro ha ritenuto più opportuno proseguire per la costituzione un ufficio unico centralizzato presso l’UNR e di iniziare la sperimentazione con i reati relativi al Codice della Strada. In questo modo è stato individuato un percorso di trattazione della notizia di reato differenziato e parallelo procura della repubblica di napoli 19 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari rispetto a quello tradizionale, evitando il classico transito dei fascicoli all’interno degli uffici del Registro Generale ed eliminando la fase di trasmissione alle Sezioni, con notevoli risparmi di passaggi di informazioni e di tempo. Il progetto Affari Semplici ha così stabilito forti interconnessioni con due altre linee di attività individuate da OpenGiustizia: da un lato quella relativa alla riorganizzazione dell’Ufficio Notizie di Reato, dall’altro quella relativa alla digitalizzazione degli atti, prevedendo la trasmissione telematica da parte delle forze dell’ordine delle informative relative al Codice della Strada e optando per la realizzazione delle richieste di decreto penale da parte dei VPO sperimentatori con il modulo “Atti e Documenti” di SICP. In merito a quest’ultimo aspetto la consulenza ha realizzato con il supporto del gruppo di lavoro i 35 modelli di decreto penale da implementare all’interno dell’applicativo. Parallelamente il tavolo di lavoro ha realizzato la bozza di ordine di servizio per la costituzione del nuovo ufficio e la bozza di comunicazione alle forze dell’Ordine per l’invio telematico delle notizie di reato rientranti all’interno della sperimentazione. Con la collaborazione dell’ufficio informatico della Procura infine è stato creato un indirizzo email per l’invio dei file al nuovo Ufficio ed è stata realizzata con successo la prima sperimentazione per la verifica della sostenibilità dei nuovi flussi di lavoro. Da ordine di servizio il nuovo modello organizzativo entrerà in vigore entro fine settembre. Certamente questo intervento di innovazione organizzativa è stato quello che più di altri ha richiesto uno sforzo in termini di coordinamento tra soggetti, sia interni che esterni alla Procura. Anche per questo motivo l’individuazione di un accordo nelle decisioni ha richiesto normalmente tempi un po’ più lunghi rispetto ad altre linee di intervento. La costituzione dell’ufficio affari semplici rappresenta ad ogni modo uno degli interventi con maggiore potenziale in termini di sviluppo: una volta avviato il nuovo sistema sarà possibile estendere il numero di reati definibili in questa modalità da parte dell’Ufficio, mentre rimane aperto il fronte delle relazioni con l’Ufficio del GIP, fronte peraltro già attivato nel corso del progetto, e finalizzato alla completa digitalizzazione del fascicolo e sua successiva visualizzazione al front-office penale da parte dell’Avvocato. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Stefano Addeo, Giuseppe Borrelli, Stefano Cucurachi, Abelardo d’Agostino, Nicola Esposito, Raffaello Falcone, Luigi Frunzio, Ludovica Giugni, Maria Rosaria Mingione, Vincenzo Piscitelli, Sergio Russo, Raffaele Tufano (Procura della Repubblica) Roberto D’Auria, Aldo Oliva (Tribunale) Lorella Cannavacciulo, Riccardo Crosara, Simone Rossi (RTI) 20 tribunale di napoli innovazione organizzativa La riorganizzazione della struttura amministrativa del settore penale del Tribunale Questa è la storia di tre progetti di intervento su singole funzioni o unità organizzative del tribunale di Napoli elaborati dopo l’analisi organizzativa preliminare, che durante il percorso convergono in un unico progetto sistemico di riorganizzazione della struttura amministrativa del Settore penale Il progetto cancellerie ha preso le mosse dalla constatazione di una situazione di squilibrio distributivo delle attività e del personale amministrativo causato da una serie di eventi: • l’istituzione del Tribunale di Napoli Nord e il connesso trasferimento di personale; • l’aumento progressivo degli arretrati fra le pratiche non urgenti, soprattutto in fase esecutiva; • la progressiva e apparentemente “inesorabile” diminuzione del personale amministrativo, a seguito di quiescenze e mobilità non rimpiazzati, che hanno portato ad una crescente scopertura di organico (30% ai primi del 2015) e a una elevata anzianità media di servizio del Personale. A fronte di questa situazione per anni si è fatto ricorso ad interventi di “tamponamento” delle falle che sempre più di frequente si venivano a creare, secondo una logica di emergenza permanente. Il progetto assume, quindi, come obiettivi la razionalizzazione organizzativa e la conseguente allocazione del personale amministrativo in relazione ai carichi funzionali e alle risorse disponibili. Dalla riorganizzazione delle cancellerie penali ci si attende un miglioramento della produttività di sistema del Tribunale e una maggiore equità nella distribuzione del personale amministrativo in relazione ai carichi funzionali nonché un aumento della qualità del lavoro degli addetti alle cancellerie che si trovano a operare in una situazione di crescente sofferenza dovuta al lento impoverimento delle risorse disponibili a carichi di lavoro costanti. Il progetto front-office mira a potenziare le funzionalità e i servizi del front-office penale del Tribunale avviato ai primi del 2014, con il duplice scopo di favorire una strutturazione stabile dell’ufficio e una maggiore efficienza e tempestività del lavoro delle cancellerie del Settore penale. Il progetto esecuzioni concentra l’attenzione sulla fase post-sentenza, quando si spengono le luci dell’intervento dei giudici, con l’obiettivo di migliorare le procedure e i tempi di esecuzione, al fine di conseguire il risultato che i cittadini si attendono dalla giustizia: procura della repubblica di napoli 21 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari l’esecuzione della sentenza emessa dal giudice. L’analisi preliminare ha evidenziato, infatti, come alla fine dei procedimenti penali spesso si rilevi l’incompletezza dei dati e delle informazioni contenuti nei fascicoli, a causa di errori ed omissioni di imputazione avvenuti all’inizio e lungo tutto il procedimento, della dispersione di informazioni e atti rilevanti tra gli uffici giudiziari coinvolti, della mancanza di un supporto informatico adeguato. In questa fase tutti i nodi vengono al pettine, cioè emerge in tutta evidenza la difficoltà a reperire, dopo anni, i dati e le informazioni mancanti, che sono necessari per chiudere i procedimenti, in particolare i fascicoli restituiti dalla Corte di Appello e dalla Corte di Cassazione. Sotto il profilo del metodo, i progetti hanno proceduto sui seguenti piani: L’analisi dei carichi funzionali degli uffici e della distribuzione del personale Inizialmente è stata stilata una lista di output delle cancellerie e degli uffici amministrativi del Settore penale, sulla base della quale rilevare i dati di attività. Si è proceduto poi all’analisi del personale amministrativo in servizio, per qualifica e per unità organizzativa di appartenenza. L’analisi organizzativa e la ricostruzione dei processi Parallelamente sono stati effettuati interventi di osservazione partecipante sul campo al front-office penale e in alcune cancellerie del Dibattimento, del GIP, del Riesame, ed alcune interviste di approfondimento e di ricostruzione dei processi di lavoro mediante diagrammi di flusso. L’analisi delle esigenze e della voce dell’utenza attraverso osservazione diretta dell’interazione con il pubblico presso il front-office e le cancellerie penali, la somministrazione di questionari di customer satisfaction all’utenza, l’organizzazione di focus group di miglioramento con l’Ordine degli Avvocati. Il percorso non è stato lineare perché, inizialmente, i tre progetti si sono andati a sovrapporre ad un’ispezione ministeriale, che ha assorbito l’attenzione e l’impegno dell’Ufficio per almeno tre mesi, rallentando notevolmente la rilevazione dei dati necessari per formulare le ipotesi progettuali. Allora si è scelto di adottare una strategia incrementale, partendo dall’analisi di alcune unità organizzative e funzioni specifiche per giungere, cosa non scontata, ad un disegno complessivo di riorganizzazione della struttura amministrativa del Settore penale. A metà del guado il gruppo di lavoro ha inoltre individuato una serie di interessanti sinergie tra i progetti, inizialmente avviati come micro-cantieri separati, e la possibilità di moltiplicare gli impatti positivi attarverso la loro integrazione in un ridisegno complessivo dell’assetto amministrativo del Settore penale. 22 tribunale di napoli innovazione organizzativa Relazioni con l’utenza e potenziamento del Front-Office del Tribunale Penale “Anche se faticosa ed impegnativa, quella di OpenGiustizia è certamente un’esperienza da continuare. Grazie al progetto siamo giunti ad una serie di conclusioni che oggi ci stanno consentendo di rivedere l’organizzazione del Tribunale per renderla più efficace e funzionale ai suoi obiettivi primari. Non è stata solo l’occasione per guardarsi dentro, ma è stata una leva per un cambio di prospettiva anche da parte dei magistrati. In questo progetto spesso gli amministrativi ci hanno rappresentato il loro lavoro e ci hanno fatto presente che alcuni nostri modi di lavorare potevano aggravare il loro lavoro. Con OpenGiustizia siamo riusciti, ad esempio, a capire come lavoravano le Cancellerie, provando a perfezionare, uniformare e condividere alcune prassi che consentivano enormi miglioramenti di tempo e di flusso di lavoro. È bastato questo per prendere coscienza di una logica di sistema che va ben oltre il lavoro del magistrato e che, se guardata dalla giusta prospettiva, non può che facilitare e migliorare le relazioni con l’utenza. Forse il vero valore aggiunto del progetto è stato proprio quello di averci aperto a questa visione. Ora spetta a tutti noi portarla avanti e sedimentarla nel tempo”. Rossella Marro, Magistrato III Sezione Penale Tribunale di Napoli Il potenziamento del front-office è stato il primo micro-cantiere del progetto, in ordine di tempo. Avviato inzialmente come progetto autonomo, l’intervento sul front-office si è subito rilevato ad alto impatto non solo, come era ovvio attendersi, sull’utenza, ma anche sull’organizzazione delle cancellerie e dei processi di back-office. Una descrizione più dettagliata del progetto è riportata nel quarto capitolo dedicato ai rapporti con l’utenza e il territorio. Esecuzioni e attività post-sentenza In una seconda fase è stata analizzata tutta l’attività della fase post-sentenza definitiva del GIP-GUP, del Riesame, del Dibattimento e dell’Assise, articolata per sezione. Sono stati rilevati i dati degli ultimi tre anni giudiziari relativi a sentenze, impugnazioni, incidenti di esecuzione, esecuzioni di 1°-2°-3° grado, incidenti di esecuzione, estratti esecutivi, iscrizioni al casellario, liquidazioni. Dall’analisi emerge una tendenziale diminuzione delle pratiche nell’ultimo triennio ed una distribuzione che oscilla fra il 60% e l’80% del Dibattimento e il 20-40% del GIP-GUP a seconda dell’attività considerata. La distribuzione fra le sezioni è più omogenea al GIP che al Dibattimento, che presenta disparità più accentuate. Alla fine dell’analisi sono state formulate ipotesi di centralizzazione delle esecuzioni delle sentenze di 1°-2°-3° grado, degli incidenti di esecuzione e della liquidazione delle spese di giustizia. Parallelamente sono stati ricostruiti i processi operativi relativi a queste attività mediante diagrammi di flusso, per individuare possibili miglioramenti dei processi anche facendo ricorso agli applicativi ministeriali, che, a dire il vero, non sempre procura della repubblica di napoli 23 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari contribuiscono a snellire i processi (SIAMM). Infine si è proceduto alla quantificazione del fabbisogno di personale per gli ipotetici uffici centralizzati per tutto il Settore penale. “OpenGiustizia ci ha dato la grande opportunità di proiettare le scelte organizzative dell’ufficio GIP in un ambito più ampio. Ci ha consentito di razionalizzare e mettere a valore le nostre esperienze positive, estendendole oltre i confini del nostro ufficio e mettendole a valore nell’ambito delle attività del TIAP e del front-office. Questo ha generato importanti risultati: primo fra tutti il riconoscimento di una posizione strategica dell’ufficio GIP; in secondo luogo una forte spinta verso una nuova cultura dell’organizzazione. Il Tribunale è un luogo di lavoro particolare, dove l’angoscia di adempiere alle emergenze quotidiane porta a trascurare l’aspetto del contesto organizzativo in cui si lavora. Ciò determina una scarsa conoscenza dell’aspetto organizzativo, fino a generare il timore che esso possa inficiare l’indipendenza e l’autonomia nell’esercizio della giurisdizione. Per questo OpenGiustizia ha il grande merito di aver innestato un percorso anzitutto di consapevolezza, in cui la comunicazione e il coinvolgimento costituiscono le variabili imprescindibili per il miglioramento continuo. Con OpenGiustizia e con il progetto relativo al TIAP non abbiamo fatto altro che questo: condividere l’idea del vantaggio organizza- tivo, sperimentare la pratica del vantaggio dell’innovazione. L’idea di spogliarci dalle nostre vesti abituali per metterci a disposizione di chi, come i consulenti del RTI, ci ha osservato in silenzio ed ha quotidianamente presidiato i nostri uffici entrando con cura nei gangli della nostra organizzazione, ci ha fatto superare il nostro ordinario scetticismo. Questa è una grande novità e, forse, rappresenta il miglior valore del progetto. In questo senso certamente la possibilità di mutuare esperienze da altri settori e dalla vita accademica e culturale del Paese ci ha consentito di raggiungere risultati migliori di quelli sperati, contribuendo ad un enorme arricchimento per l’intero sistema. Per questo penso che OpenGiustizia abbia da trasferire come buona pratica anzitutto il rapporto fra soggetti pubblici. Un modello dove gli interessi pubblici in gioco sono affidati a soggetti altrettanto pubblici e dove le interrelazioni della Giustizia con altri settori della PA non pregiudica in alcun modo l’autonomia giurisdizionale, ma anzi crea i presupposti di garanzia e di tenuta democratica di un sistema dove l’Istituzione esiste a prescinde dagli uomini e dalle contingenze”. Carlo Alessandro Modestino, GIP - Tribunale di Napoli Cancellerie penali dibattimentali In una terza fase, finita l’ispezione, è stata analizzata e riprogettata l’organizzazione delle cancellerie. In particolare l’attenzione è stata focalizzata sulla riorganizzazione delle cancellerie dibattimentali e dell’assise, in quanto le cancellerie del GIP-GUP avevano già 24 tribunale di napoli innovazione organizzativa proceduto ad una loro riorganizzazione interna1 e le cancellerie del Riesame hanno un assetto adeguato alla funzione. Come si diceva in precedenza, da un lato è stata stilata una lista di output delle cancellerie del Settore penale, sulla base della quale sono stati rilevati i dati di attività; dall’altro si è proceduto all’analisi della distribuzione del personale amministrativo in servizio, per qualifica e per unità organizzativa di appartenenza. Infine, è stato rapportato il personale amministrativo in servizio con i magistrati e con le principali attività svolte, sezione per sezione. Dall’analisi è emerso lo squilibrio distributivo del personale fra le sezioni dibattimentali sia in rapporto ai magistrati che alle attività svolte. Questo ha portato a formulare un modello tipo di cancelleria dibattimentale con un fabbisogno standard di personale, articolato per profili professionali. “Con OpenGiustizia si è finalmente aperto un canale di comunicazione nuovo e sistematico con altri uffici, soprattutto con Procura e Corte di Appello. Di questo certamente gli utenti specializzati e il personale interno interessato hanno percepito una utilità importante. Inoltre la riorganizzazione delle cancellerie penali avviata con il progetto e focalizzata su una maggiore concentrazione e specializzazione del personale su specifici servizi contribuisce in modo netto a migliorare la qualità del lavoro. Solo per questo l’esperienza di OpenGiustizia, oltre che da continuare sarebbe da raccontare per consentire anche ad altri uffici di avere l’opportunità di una nuova visione dell’approc- cio ai problemi quotidiani. Noi siamo sempre partiti dalla soluzione. Con OpenGiustizia abbiamo imparato a guardare le cause. E una delle cause è spesso la nostra scarsa capacità di far dialogare la visione magistratuale con quella amministrativa. L’esperienza condotta con il progetto e con la riorganizzazione delle Cancellerie penali dibattimentali ci ha insegnato che, per quanto difficile, è possibile aprire un canale di dialogo e che è possibile trovare soluzioni in grado di agire sulle cause, piuttosto che sulle emergenze”. Paola Ruocco, Direttrice IX Sezione Penale Tribunale di Napoli La proposta di riorganizzazione A questo punto del processo, tutti i tasselli precedenti sono andati a comporre il disegno di riorganizzazione complessiva delle cancellerie e degli uffici del Settore penale in chiave sistemica. Le linee guida del disegno di riorganizzazione sono state tre: La riorganizzazione del GIP, già avviata da alcuni anni, ha comportato il passaggio da 45 unità di affiancamento diretto ad altrettanti giudici alla costituzione di 11 unità operative di cancelleria, due per piano con un unico funzionario responsabile, che supportano una media di 4 giudici ciascuna (quindi 8 per piano), mantenendo stretto il binomio “giudicecancelliere”; dall’altro ha previsto l’istituzione di uffici centralizzati per tutti i servizi che sono a valle delle sentenze. 1 procura della repubblica di napoli 25 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari • concentrazione nel front-office dei servizi ad alta intensità di contatto con l’utenza, allo scopo di filtrare l’utenza e diminuirne il flusso verso le cancellerie e attribuzione alle cancellerie della residuale quota di interazione qualificata con l’utenza. • concentrazione e specializzazione in capo a uffici centralizzati delle funzioni amministrative di supporto e di chiusura dei procedimenti, oggi in carico alle cancellerie. • permanenza nelle cancellerie delle attività di assistenza ai giudici, conseguente alleggerimento del carico funzionale e miglioramento qualitativo dei processi di lavoro. A questo scopo si è proposta la riorganizzazione della struttura amministrativa del Settore penale su tre livelli funzionali: • URP e front-office, da potenziare • Cancellerie penali, da alleggerire • Uffici centralizzati, da attivare Il front-office viene riconfigurato come URP, attraverso la istituzione di un punto informativo con funzioni di accoglienza e orientamento in particolare dell’utenza non professionale, distribuzione modulistica e smistamento verso gli altri uffici. Si propone poi il potenziamento del front-office penale come service all’utenza professionale, da dematerializzare in modo spinto, privilegiando la modalità self-service nel modo seguente: • Sala TIAP: consultazione atti TIAP, sentenze e dispositivi del Dibattimento, sentenze del GIP, verbali stenotipici; • Sportelli: punti SICP/SIGE/SIAMM, deposito istanze non urgenti; • Retrosportello: preparazione copie, digitalizzazione e smistamento istanze (resta a carico delle cancellerie la digitalizzazione di sentenze e dispositivi del Dibattimento subito dopo l’udienza). Tali cambiamenti necessitano un significativo incremento delle risorse umane assegnate al front-office, con un responsabile a tempo pieno. Le cancellerie penali vanno riconfigurate come service in senso stretto per i giudici, con funzioni di assistenza pre-in-post udienza e funzioni residuali di interazione qualificata con gli avvocati (consultazione fascicoli, copie conformi, richieste particolari), rinviando per tutto il resto al front-office. La situazione delle cancellerie si presenta differenziata: l’organizzazione delle cancellerie del Riesame è specifica per il tipo di funzione svolta, non presenta particolari problematiche ed utilizza bene il front-office. L’assetto delle cancellerie e degli uffici del GIP-GUP è già stato rivisto accorpando le unità di cancelleria presenti su un piano e costituendo uffici centralizzati. Si rende necessaria una revisione dell’organizzazione delle cancellerie del Dibattimento e dell’Assise, adottando un criteri analoghi: 26 tribunale di napoli innovazione organizzativa • aggregazione delle due cancellerie dibattimentali poste sullo stesso piano del palazzo, con un unico direttore; • mantenimento alle cancellerie di cancellieri, assistenti, operatori giudiziari, figure chiave che assistono il giudice in udienza; • alleggerimento del carico funzionale (esecuzioni, liquidazioni, minor flusso di utenza); • accorpamento delle cancellerie dell’Assise, le cui sezioni sono in via di accorpamento da 3 a 2; • mantenimento come tale della cancelleria della seconda Sezione penale (misure di prevenzione). La cancelleria dibattimentale tipo dovrebbe supportare due sezioni: cioè 5 collegi, con 15 giudici togati e 2 GOT, 31 udienze settimanali, e avere la seguente dotazione standard: • 1 direttore amministrativo responsabile; • 2 funzionari giudiziari dedicati ciascuno ad una sezione dibatti-mentale, in modo flessibile; • 8 cancellieri (circa l’attuale dotazione media delle cancellerie); • 5 fra assistenti e operatori (idem come sopra); • 2 commessi dedicati al piano. La riorganizzazione delle cancellerie dibattimentali consentirà di liberare alcune risorse che potranno essere destinate al potenziamento del front-office degli uffici centralizzati. Gli uffici centralizzati del Settore penale costituiscono il back-office in cui sono riunite tutte le funzioni a valle delle disposizioni del giudice, secondo una logica di specializzazione funzionale e di economia di scala, incluso l’utilizzo degli applicativi: esecuzione delle sentenze e incidenti di esecuzione (SIGE), liquidazioni e recupero crediti (SIAMM), gestione corpi di reato (SICP), iscrizione al casellario giudiziale. A questi uffici l’utenza dovrebbe accedere solo in via eccezionale, previo filtro del front-office/URP. Si prevede la costituzione di un ufficio centrale per Esecuzioni penali e di uno per le Liquidazioni sia del penale che del civile. L’Ufficio Esecuzione unico del Settore penale avrà competenza sull’esecuzione delle sentenze e sugli incidenti di esecuzione sia del GIP-GUP che del Dibattimento. Un ufficio esecuzioni centralizzato è già presente al GIP-GUP e dovrebbe essere ricompreso nell’ufficio unico, potenziandone il personale in relazione all’aumento del carico funzionale. Vanno ridefinite della prassi di comunicazione e invio degli atti con la Corte d’Appello e con la Procura (stipulando di protocolli ad hoc), che oggi fanno perdere molto tempo agli uffici a valle. procura della repubblica di napoli 27 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari L’Ufficio Liquidazioni centralizzato sarà accorpato all’Ufficio Pagamenti già esistente, con competenza sia sul penale che sul civile, con il vantaggio che il processo operativo delle spese di giustizia e l’uso degli applicativi SIAMM e SICOGE saranno ricondotti sotto un’unica sfera di responsabilità, con la possibilità da un lato di specializzare il personale e dall’altro di utilizzare in modo flessibile le risorse a disposizione. Va tenuto conto, però, della diversità dei vincoli normativi e delle procedure utilizzate nei due Settori (PCT, SICID, firma digitale consentita al giudice civile non al penale), differenziando l’Ufficio non in base alla funzione, ma in base al destinatario, cioè in due unità dedicate una al settore civile ed una al penale. In questo modo le cancellerie penali saranno sollevate dalle attività di esecuzione e di liquidazione, che incidono in modo rilevante sul loro carico di lavoro, e saranno esentate dall’uso di SIGE e SIAMM. Il modello organizzativo proposto consente di far fronte ai vincoli di risorse in modo sostenibile: • migliorando la qualità dei servizi all’utenza; • incrementando la produttività delle cancellerie; • migliorando la qualità del lavoro. Allo stato il progetto è in fase di discussione e confronto con i direttori delle cancellerie e degli uffici, i presidenti di sezione penale, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e la Camera Penale, le Organizzazioni Sindacali dei dipendenti. Se ne prevede l’attuazione entro il 2016. 28 tribunale di napoli innovazione organizzativa “La proposta di riorganizzazione costituisce un punto di partenza di cui sarà necessario certamente sperimentare efficacia e potenziali criticità. Ma al di là degli effetti, costituisce un modo nuovo di guardare al sistema organizzativo dell’ufficio. In questo senso OpenGiustizia è stata un’esperienza di grande valore per consentirci da un lato di analizzare sul campo criticità e potenziali soluzioni, ma dall’altro di acquisire una metodologia per il futuro. In questo senso l’esperienza del progetto è certamente da continuare, se non altro per evitare di disperdere quel grande valore di accompagnamento alle analisi che abbiamo spesso condotto in modo autonomo, frammentato e, dunque, poco funzionali al miglioramento dei flussi di lavoro dell’intero Ufficio giudiziario”. Aldo Oliva, Coordinatore Cancellerie GIP Tribunale di Napoli Il progetto è stato condiviso con i direttori delle cancellerie e degli uffici, i presidenti di sezione penale, ed è stato presentato al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e alla Camera Penale, alle Organizzazioni Sindacali dei dipendenti. Se ne prevede l’attuazione entro il 2015. L’implementazione della riorganizzazione sarà un processo complesso da gestire con molta diplomazia ma anche con molta determinazione, perché dovrà essere attuata a risorse decrescenti. E questa costituisce la principale difficoltà. Il personale già coinvolto nel processo sin dall’inizio, potrà fornire ulteriori contributi di idee e di proposte. D’altro canto, la strada è obbligata perché con l’attuale modello organizzativo e gli attuali vincoli di risorse il Tribunale di Napoli non è più in grado di garantire un adeguato servizio di giustizia in un territorio che presenta forti peculiarità. In altri termini - detto con le parole di un direttore di cancelleria - “è necessario che tutti abbiano ben chiaro che o si cambia o si chiude e quindi occorre continua comunicazione a tutto il personale per renderlo partecipe della giustezza delle idee o per riceverne input.” Nonostante i vincoli e la oggettiva situazione di sofferenza del settore amministrativo, la proposta di riorganizzazione mostra chiare opportunità di miglioramento e che la crescita della produttività, l’aumento del livello di soddisfazione dell’utenza e il miglioramento della qualità del lavoro non sono obiettivi da raggiungere l’uno a discapito dell’altro come talora accade negli interventi di “razionalizzazione” organizzativa. Hanno partecipato al gruppo di lavoro paola alBriZio, doMENico cardullo, alEssaNdra cataldi, GiovaNNa cEppaluNi, rossElla Marro, Maria coNcEtta MaZZa, carlo alEssaNdro ModEstiNo, Maura MiGliarEsi, aldo oliva, alfoNso pisapia, Mario rossi, paola ruocco E il Gruppo dEGli opEratori dEl froNt-officE (Tribunale) luca iaNdoli, cristiNa poNsiGlioNE, Mauro salvato (RTI) procura della repubblica di napoli 29 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari “Il progetto OpenGiustizia ha fatto scoprire la scienza dell’organizzazione applicata agli uffici giudiziari, ha evidenziato come sia importante riflettere sull’organizzazione e come incida sulla qualità del lavoro di tutti. Ci ha poi dato la possibilità di scoprire spazi di collaborazione con la Procura, avvicinando due mondi tradizionalmente separati. In questi diciotto mesi 30 sono stati sottoscritti numerosi protocolli di buona collaborazione e per dare spazio a nuove iniziative di miglioramento, si pensi all’uso di SICP, agli affari civili e alla gestione dei corpi di reato”. Alessandra Cataldi, Magistrato responsabile distrettuale per l’informatica - Tribunale di Napoli tribunale di napoli 2 Informatica per l’Innovazione percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Informatica per l’innovazione di Riccardo Crosara All’interno dei progetti di innovazione del sistema giustizia l’utilizzo e l’implementazione di nuove tecnologie gioca un ruolo primario per due ragioni. La prima, intrinseca al concetto stesso di innovazione, che vede l’informatica come uno degli elementi principe per realizzare il cambiamento: in quest’ottica la tecnologia non è da intendersi meramente come uno strumento o un oggetto fisico in senso stretto, ma va considerata in termini più ampi, considerandola essa stessa causa di organizzazione. Solo applicando questa chiave di lettura è infatti possibile individuare soluzioni che possano rispondere alle esigenze dei singoli contesti e prevedere in termini sistemici gli impatti dell’introduzione di differenti soluzioni. La seconda ragione è legata alla storia recente del settore giustizia. In particolare, la tecnologia è intervenuta in questi anni anche a sostegno del progressivo calo in organico del personale amministrativo, e quindi di quella componente che da sempre ha rappresentato il motore necessario a far funzionare la “macchina” degli Uffici Giudiziari. Il progetto OpenGiustizia ha articolato la sua azione prevedendo, tra i vari interventi, l’introduzione di innovazioni tecnologiche a supporto degli Uffici, storie che in questo capitolo vi saranno raccontate una ad una. Questa narrazione parte dal progetto digitalizzazione atti, attivato all’interno della Procura e finalizzato all’ampliamento del patrimonio informativo digitale dell’Ufficio, verso una completa dematerializzazione del fascicolo penale del PM ed evidenti benefici per il Tribunale. Un esercizio senz’altro innovativo nel panorama italiano e da cui sono emersi spunti e riflessioni utili per la futura e piena messa in esecuzione del Processo Penale Telematico. Si passa poi al progetto protocollo informatico della Procura della Repubblica, attraverso il quale la consulenza ha accompagnato l’Ufficio all’applicazione dei nuovi standard ministeriali richiesti per la protocollazione degli atti e oggi pienamente rispettati con l’utilizzo dell’applicativo Script@. Seguirà la presentazione delle attività relative al potenziamento delle comunicazioni penali telematiche, che implementando le funzionalità previste dall’applicativo SNT e ponendo le basi per una prossima integrazione degli scambi telematici a TIAP, hanno rappresentato un interessante esperimento di collaborazione inter-istituzionale tra Uffici e Avvocatura. Il progetto assegnazione delle udienze penali del Tribunale è probabilmente uno degli esempi più chiari degli effetti della tecnologia sull’organizzazione degli Uffici: GIADA, 32 tribunale di napoli informatica per l’innovaizone questo il nome dell’applicativo implementato per migliorare la gestione delle udienze del Tribunale, è anche la storia della creazione di un ponte tra nord e sud del Paese, attraverso il quale mettere in raccordo le eccellenze di Innovagiustizia e del Tribunale di Milano con l’expertise del Tribunale penale di Napoli, uno degli uffici tecnologicamente più avanzati in Italia. Allo stesso modo, l’analisi per l’implementazione del sistema MAGI ha posto le basi per una prosima razionalizzare dei patrimoni informativi relativi ai Magistrati di Tribunale penale e Procura convogliandoli in un’unica banca dati, migliorando i livelli di efficienza gestionale e semplificando i flussi lavorativi per gli addetti amministrativi. Chiude questo capitolo una riflessione sul Processo Penale Telematico, punto d’arrivo non solo di questa narrazione ma anche vero e proprio elemento di “chiusura del cerchio”. Una riflessione che volge lo sguardo a un orizzonte caratterizzato dalla progressiva e piena integrazione dei flussi informativi, dalla comunicazione della Notizia di Reato in Procura, passando per il fascicolo dibattimentale in Tribunale, fino alla messa in esecuzione della pena, superando così quel divario digitale tra settore civile e penale che da troppo tempo caratterizza il panorama dell’informatica giuridica del nostro Paese. Digitalizzazione atti Con il progetto “digitalizzazione atti” il gruppo di lavoro di OpenGiustizia ha voluto dar voce alla volontà della Procura di migliorare il suo patrimonio digitale di fascicoli, ponendo le basi per l’avvio di una sperimentazione del Processo Telematico anche all’interno del Settore penale. Ad oggi infatti gli Avvocati possono consultare in TIAP solo alcune limitate tipologie di fascicoli. I vantaggi previsti da tale intervento sono di facile individuazione, e riguardano un generale abbattimento dell’utenza per la visione e copia dei procedimenti, sia presso le segreterie dei PM, sia presso l’Ufficio Dibattimento della Procura, in vista della prima udienza, così come un abbattimento dei passaggi di fascicoli e faldoni tra Procura e Tribunale. Per avere un’idea dei flussi di richieste, basti pensare che ogni mese a Napoli vengono emessi tra i 400 e i 500 avvisi di chiusura delle indagini. A supporto di queste attività la consulenza ha condotto una prima analisi del contenuto dei fascicoli di indagine, al fine di individuare le tipologie di documenti, la loro provenienza, l’eventuale disponibilità in formato digitale e la relativa trattazione da parte dell’Ufficio. Il tavolo di lavoro costituito ha avuto quindi modo di confrontarsi e riflettere su queste prime evidenze, individuando un primo tema di discussione: da un lato, la prospettiva del recupero digitale di tutte le giacenze dei fascicoli passati al 415bis ma ancora in attesa di prima udienza, dall’altro, l’avvio di un’attività di digitalizzazione per i soli nuovi fascicoli su cui venga esercitata l’azione penale. procura della repubblica di napoli 33 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari La consulenza ha così avviato una riflessione più approfondita di dimensionamento dei volumi di attività delle singole segreterie, sulla base dei flussi di attività media registrati presso l’Ufficio Dibattimento della Procura e grazie alla collaborazione del direttore amministrativo della segreteria centralizzata della VII Sezione indagini. Infine, grazie alle indicazioni del Procuratore Aggiunto della DDA e alla supervisione tecnica del MagRif, all’interno del documento sono stati individuati differenti scenari per la digitalizzazione dei fascicoli. Da questa attività è emersa l’impossibilità di intervenire in termini di digitalizzazione con le sole forze della Procura, in particolare per quanto riguarda il recupero dei procedimenti giacenti presso le Segreterie, e che per garantire un’attività di digitalizzazione servirà quindi personale esterno di supporto alle scansioni. Parallelamente il gruppo di lavoro impegnato nel progetto ha sviluppato alcuni primi interventi sperimentali che porteranno all’invio telematico delle notizie di reato rientranti nel progetto “Affari Semplici”, mentre in materia di seguiti sono stati individuati differenti modelli organizzativi per l’invio telematico delle informative da parte delle forze dell’ordine. Senza dubbio il progetto è stato influenzato da due ordini di complessità: la prima relativa all’accuratezza della stima dei volumi di lavoro, aspetto necessario a quantificare l’attività di digitalizzazione richiesto per ciascun possibile scenario organizzativo. La seconda relativa al percorso di mediazione e relazione con le Segreterie dei PM, già oggi in affanno di attività e che hanno visto in questo progetto un ulteriore potenziale e insostenibile aggravio di lavoro. Soprattutto relativamente a questo aspetto, il tavolo di lavoro in collaborazione con la consulenza ha dovuto coinvolgere in più occasioni i referenti amministrativi delle Centralizzate per condividere con loro timori e perplessità sul progetto, soprattutto per renderli partecipi dei potenziali benefici acquisibili in termini di abbattimento dell’utenza e passaggi di carta. A chiusura delle attività, è possibile affermare che il progetto digitalizzazione atti ha posto le basi per l’avvio dell’attività di digitalizzazione dei fascicoli di indagine: in quest’ottica oggi l’Ufficio della Procura di Napoli rappresenta uno dei contesti più avanzati in Italia per quanto riguarda l’avvio del Processo Penale Telematico. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Stefano Addeo, Giuseppe Borrelli, Brunella Cocca, Stefano Cucurachi, Abelardo d’Agostino, Raffaello Falcone, Ludovica Giugni, Salvatore Romano, Sergio Russo, Raffaele Tufano, Francesca Varvella (Procura della Repubblica) Rita Maria Grazia Mastrocola, Carlo Alessandro Modestino (Tribunale) Michele Benedetti, Nicoletta Cotechini, Riccardo Crosara, Annarita Fasolino, Vincenzo Moscato, Antonio Picariello, Simone Rossi (RTI) 34 tribunale di napoli informatica per l’innovaizone Protocollo Informatico alla Procura della Repubblica “L’introduzione della cultura della valutazione per ottenere economie lavorative ed un miglioramento continuo dei servizi certamente rappresenta uno dei cardini che OpenGiustizia ci lascia in eredità. Abituarsi al confronto non su problematiche contingenti, ma sull’analisi dei flussi di lavoro più generali è un vero e proprio mutamento di prospettiva per un’organizzazione. Si tratta, infatti, di transitare da una cultura del procedimento ad una cultura del processo di lavoro. Con OpenGiustizia abbiamo avuto (e colto) un’occasione importante per porre le basi di quel percorso che oggi è solo iniziato, ma che è ben lontano dal potersi considerare concluso. Tutt’altro. Per questo penso che quella di OpenGiustizia sia stata un’esperienza al contempo motivante e da raccontare, non solo all’esterno, ma all’interno di tutti i gangli dell’organizzazione giudiziaria, al fine di trasferire a tutti la possibilità di un modo nuovo di guardare all’organizzazione e di migliorare l’efficienza dei servizi e la qualità del lavoro quotidiano”. Stefano Addeo, Dirigente Amministrativo - Procura della Repubblica di Napoli L’adozione del Protocollo informatico rappresenta uno degli elementi fondamentali per poter implementare a pieno un processo di gestione documentale completamente informatizzato. Di fatto, il protocollo rappresenta il punto di ingresso di un documento amministrativo nel dominio giustizia e, in quanto tale, deve prevedere una serie di azioni tali da poter facilitare l’intero processo di elaborazione digitale del documento. In tal senso, sfruttando l’occasione della implementazione del nuovo software ministeriale Script@, gli obiettivi del progetto “Protocollo Informatico” erano la strutturazione di una rete protocollare interna alla Procura della Repubblica e la completa gestione informatica sia dei flussi in entrata e in uscita che dell’archiviazione dei documenti amministrativi. Inizialmente i consulenti OpenGiustizia Napoli hanno interloquito con gli organi ministeriali per reperire informazioni sulle caratteristiche tecniche e funzionali di Script@ al fine di sostenere al meglio le successive fasi del progetto. Ottenuta la documentazione, per guidare gli uffici ad un pieno utilizzo del Protocollo Informatico predisponendo prime linee guida di utilizzo del nuovo sistema, i consulenti hanno analizzato le funzionalità del sistema Script@ e le modalità operative con cui veniva gestito in precedenza il protocollo. è stato predisposto un documento descrittivo delle funzionalità di Script@ e ricostruite le procedure operative in atto, evidenziando come oggi siano ridondanti le attività di stampa e scansione nonostante la natura informatica dell’atto pervenuto. Alla luce della grande eterogeneità dei documenti che oggi arrivano al protocollo, inoltre, particolare attenzione è stata data ai documenti ammissibili nel sistema protocollare. procura della repubblica di napoli 35 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Il gruppo di lavoro costituito per la realizzazione del progetto, coordinato dal dirigente amministrativo, e composto dai responsabili della segreteria, dal Responsabile dell’Ufficio Informatico, e dal Magistrato di Riferimento per l’Informatica, ha fin da subito collaborato con i consulenti OpenGiustizia nell’approfondire e nell’individuare le opportunità da cogliere e le criticità da affrontare con l’adozione di Script@. Dalle analisi svolte e dal confronto fatto all’indomani della prima implementazione di Script@, condiviso il positivo orizzonte di una gestione solo informatica dei documenti amministrativi, sono state messe in evidenza due criticità principali: l’elevata quantità di documenti impropriamente inviati al protocollo, con notevole aggravio dei carichi di lavoro del personale incaricato, e le basse prestazioni del nuovo sistema, che rendono molto onerosa la procedura di acquisizione e classificazione tramite inserimento dei meta dati. Su consiglio dei consulenti e con il pieno appoggio di dirigenza e MagRif, il gruppo di lavoro ha deciso di richiedere al Procuratore l’autorizzazione a far filtrare i documenti non pertinenti, rimandandoli al mittente o inoltrandoli agli uffici deputati senza registrazione a protocollo. In merito alle scarse prestazioni, invece, l’ufficio informatica approfondirà la natura del problema cercando di capire se è temporaneo e se riguarda un eventuale errato dimensionamento dei server centrali. A chiusura delle attività, è possibile affermare che i risultati ottenuti dall’analisi fatta sul nuovo Sistema Script@ sono potenzialmente promettenti ma le modalità operative proposte si scontrano, al momento, con le prestazioni del sistema ed il carico effettivo. Il gruppo di lavoro ha dunque potuto gettare solo le basi su come poter strutturare il manuale di gestione del protocollo e ridisegnare alcuni flussi operativi il cui effettivo vantaggio sarà possibile valutare solo successivamente. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Stefano Addeo, Giulia Branchicella, Abelardo d’Agostino, Matilde d’Orazio, Nicola Esposito, Sergio Russo, Raffaele Tufano (Procura della Repubblica) Valentina Casola, Riccardo Crosara, Vincenzo Moscato, Antonio Picariello, Ivana Quinto, Simone Rossi (RTI) Comunicazioni telematiche Le disposizioni del Decreto Legge 179/2012, convertito con la Legge 221/2012, con cui è stato fissato l’obbligo delle comunicazioni e notificazioni telematiche per il Settore penale hanno trovato terreno fertile negli uffici giudiziari di Napoli, dove gli staff dedicati all’informatica e all’innovazione, i Magistrati di Riferimento per l’Informatica e tutto il personale, hanno risposto prontamente contribuendo anche al miglioramento del sistema nazionale. 36 tribunale di napoli informatica per l’innovaizone Le esperienze maturate negli anni, ad esempio per l’implementazione del sistema documentale TIAP e del nuovo registro informatico SICP, hanno certamente facilitato il percorso di implementazione delle notifiche telematiche realizzato nell’ambito del progetto OpenGiustizia Napoli. “Nelle comunicazioni telematiche il progetto OpenGiustizia è intervenuto non tanto da un punto di vista tecnico-operativo, quanto in un aspetto che addirittura può considerarsi strategico: la comunicazione dell’innovazione. In questo senso il contributo del progetto è stato fondamentale soprattutto per avviare e supportare quel rapporto di sensibilizzazione necessario nei confronti di alcune categorie specifiche come gli avvocati o gli operatori interessati. È stato un supporto importante perché nessuno, all’interno degli uffici giudiziari, aveva l’opportunità di accompagnare il processo di innovazione, testarne la diffusione e l’effettiva interiorizzazione. Ora l’importante è non considerare questo percorso di accompagnamento totalmente concluso. La fine del progetto, infatti, non va considerata se non come l’inizio di una serie di innovazioni introdotte ed inoculate all’interno dell’organizzazione” “OpenGiustizia è riuscito ad entrare nei meccanismi quotidiani dei nostri uffici, consegnadoci il valore aggiunto di chi ci ha accompagnato da vicino, ma al contempo ci ha contaminato con esperienze e ambiti culturali diversi dal nostro. Nel caso delle comunicazioni telematiche, ad esempio, la ‘consegna’ ragionata di altre esperienze come quella già realizzata dal Tribunale di Torino ci ha certamente consentito di accogliere meglio il passaggio verso questo primo tassello di una nuova Giustizia digitale. È anche gra- zie all’apporto di OpenGiustizia, dunque, che nel primo mese di avvio Napoli è riuscito a far registrare il maggior numero di notifiche penali telematiche. L’apporto del progetto è stato utile, se non fondamentale. Per questo ritengo che l’esperienza di OpenGiustizia sia assolutamente da ripetere per altri ambiti e attività che in questa fase non siamo riusciti a coprire. Sergio Russo, Responsabile Ufficio per l’Informatica - Procura della Repubblica di Napoli Valeria Bove, Magistrato I Sezione Penale Tribunale di Napoli Nel nuovo obbligo di Legge, che fissa a far data dal 15 dicembre 2014 l’esclusività delle notificazioni telematiche a persona diversa dall’imputato, gli Uffici Giudiziari di Napoli hanno intravisto grandi opportunità di innovazione: da un lato per semplificare i processi operativi di comunicazione agli avvocati, favorendo al contempo la tempestività e la certezza dell’esito delle comunicazioni con una decisa riduzione dei reclami a queste legati, procura della repubblica di napoli 37 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari dall’altro per aggiungere un importante tassello nel più generale percorso di informatizzazione e avvicinamento al Processo Penale Telematico, superando il vincolo della carta e riducendone l’impatto nella quotidiana gestione del Processo. A seguito degli approfondimenti tecnici e normativi, su proposta dei consulenti OpenGiustizia gli uffici innovazione del Tribunale e della Procura della Repubblica hanno incontrato i rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati e della Camera Penale di Napoli, così da condividere lo spirito della nuova norma e le opportunità da cogliere a livello locale. D’intesa è stato messo in atto un piano di comunicazione per la piena informazione degli avvocati del Foro e per la loro pronta risposta operativa, incentivando l’uso della Posta Elettronica Certificata secondo le Regole Tecniche del Processo Telematico Civile e Penale. Sono stati fatti manifesti, comunicazioni mirate e realizzato un convegno durante il quale sono stati illustrati la norma, il funzionamento del sistema di notificazione telematica e gli accordi transitori per permettere a tutti un più facile passaggio al telematico. Anche sul versante interno sono state fatte azioni mirate di informazione e formazione, precisando anche le prassi operative necessarie per dare completa informazioni ai magistrati in udienza e per la gestione dei casi particolari e delle notifiche con esito negativo. All’indomani dell’avvio del nuovo sistema i consulenti OpenGiustizia hanno realizzato un primo monitoraggio di tipo qualitativo sull’uso del sistema notifiche telematiche, mentre gli uffici per l’informatica un costante monitoraggio quantitativo. Da queste osservazioni è emerso da subito l’esito positivo del percorso realizzato, con piena implementazione del sistema e soddisfazione del personale coinvolto. Allo stesso tempo è stata messa in evidenza la richiesta, trasversale ai due uffici giudiziari, di non moltiplicare i sistemi in dotazione e di utilizzare il TIAP per l’esecuzione delle notificazioni telematiche, arricchendo così la banca dati documentale messa a disposizione degli utenti interni ed esterni agli uffici. Da qui la richiesta congiunta al Ministero della Giustizia di poter effettuare le comunicazioni telematiche via TIAP, come già in uso presso la Procura della repubblica di Roma, e l’avvio di un nuovo percorso di sperimentazione, monitoraggio, diffusione e consolidamento. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Salvatore Prisco, Sergio Russo (Procura della Repubblica) Elisabetta Aruta, Valeria Bove, Alessandra Cataldi, Roberto d’Auria, Maria Concetta Mazza, Maura Migliaresi, Paola Ruocco (Tribunale) Giuseppe Caprio (CISIA Napoli) Vincenzo Moscato, Simone Rossi, Porfirio Tramontana (RTI) 38 tribunale di napoli informatica per l’innovaizone Il nuovo sistema informativo per le assegnazioni delle udienze penali (GIADA) Il fenomeno di progressiva digitalizzazione dei procedimenti giudiziari, culminato di recente nell’adozione del processo civile telematico, ha coinvolto in maniera crescente anche il Settore penale con intensità crescente in particolare nell’ultimo decennio. Gli indubbi vantaggi della dematerializzazione sono stati però fortemente compromessi da strategie di implementazione dei nuovi sistemi basate su informatizzazione a macchia di leopardo, sviluppo di sistemi stand-alone, cioè non capaci di comunicare con altri sistemi informativi, convivenza con il sistema cartaceo a causa di un ormai conclamato ritardo normativo che costringe a far coesistere il procedimento digitale con “la penna e il calamaio”, comportando ovvie duplicazioni e possibilità di errore. ASS-DIB, il sistema informativo utilizzato presso il Dibattimento al Tribunale di Napoli a supporto dell’assegnazione delle udienze, pre-esistente all’intervento OpenGiustizia, non era immune da questi difetti: un sistema ormai obsoleto, non integrato con il SICP e per giunta non modificabile poiché realizzato due decenni fa, un tempo biblico per l’informatica, da una Società che è nel frattempo uscita dal mercato. L’utilizzo di ASSDIB era causa di una serie di criticità tra le quali la sopravvivenza dei moduli cartacei di richiesta assegnazione provenienti dalla Procura, con relativa possibilità di errori di trascrizione e necessità di movimentazione fisica del cartaceo tra Procura e Tribunale, la necessità di inserire manualmente i dati in ASSDIB, la non modificabilità del sistema che costringeva il Coordinamento Penale a individuare modalità inefficienti, ma necessarie, di aggiramento dei vincoli informatici per gestire le eccezioni o i cambiamenti tabellari che nel tempo intervenivano. Nell’ottica del trasferimento delle Best Practices la soluzione proposta nel progetto è stata l’accompagnamento all’adozione del un nuovo software ministeriale GIADA, sviluppato di recente dal Politecnico di Milano nel progetto InnovaGiustizia presso il Tribunale del capoluogo lombardo. Il sistema GIADA supporta le assegnazioni della prima udienza per il Settore penale del Tribunale per l’attribuzione dei procedimenti alle sezioni penali del Dibattimento, sulla base della specializzazione per “materia” di competenza e attraverso meccanismi automatici di assegnazione. Ma a Napoli la sperimentazione di GIADA è stata effettuata con una sostanziale novità: nel frattempo il sistema è stato modificato dalla DIGSIA per consentire la sua integrazione con il SICP, grazie alla quale i dati e le informazioni contenute nella consolle del registro penale informatico saranno automaticamente disponibili in GIADA, con evidenti vantaggi in termini di efficienza e unicità del dato (leggi: riduzione della probabilità di errore). Nel corso del progetto la nuova versione di GIADA è stata messa in collaudo a Napoli. Le attività di test hanno consentito da un lato di configurare l’applicativo sulla base delle procura della repubblica di napoli 39 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari specifiche esigenze dell’Ufficio Giudiziario napoletano e dall’altro di evidenziare bachi ed errori che sono stati risolti con la collaborazione del fornitore. Il sistema è ormai in dirittura d’arrivo per la messa in esercizio, che si prevede per Settembre 2015, attraverso la formazione degli utilizzatori e la stipula di un protocollo di intesa tra Procura e Tribunale. Dal punto di vista dei vantaggi immediati GIADA consente di ridurre da due mesi a pochi giorni il tempo necessario all’assegnazione per i processi a citazione diretta, di liberare risorse al coordinamento penale e in Procura che erano dedicate a tempo pieno all’input dei dati sui moduli cartacei e nel vecchio sistema, di eliminare la carta e risparmiare tempo degli ausiliari impiegati nel suo trasporto, risorsa che abbiamo appreso essere sempre più scarsa e preziosa negli Uffici Giudiziari napoletani. Infine, la integrazione con SICP abbatte i tempi di lavoro delle Cancellerie e riduce a zero la probabilità di errori nella registrazione del dato poiché il dato sarà unico e non sarà più necessario spostarlo manualmente tra due sistemi. Dal punto di vista delle Best Practice GIADA è una storia senza dubbio interessante. Un sistema finalmente sviluppato in logica di integrazione con quella che è a tutti gli effetti la spina dorsale del sistema informativo penale (SICP), e un sistema allo stesso tempo abbastanza flessibile da consentire un livello spinto di modifiche locali per venire incontro alle specificità del contesto (e se funziona nel più grande e complesso Tribunale italiano allora non v’è dubbio si potrà adattare altrove). Infine, una bella storia di dialogo trasversale tra Uffici Giudiziari, Procura e Tribunale in questo caso, in cui la priorità è finalmente quella di come si può lavorare meglio insieme. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Luigi Landolfi, Salvatore Romano (Procura della Repubblica) Felice Castaldo, Alessandra Cataldi (Tribunale) Michele Benedetti, Giulio Fiamengo, Luca Iandoli (RTI) La gestione informatizzata del personale togato (MAGI) Purtroppo la Pubblica Amministrazione italiana non brilla quanto a capacità di gestire e pianificare il Personale, nel senso sia strategico sia manageriale del termine e cioè al di là degli adempimenti burocratici e della gestione delle relazioni sindacali. Molteplici sono le cause di questo fenomeno (legali, culturali, ecc.), ma tra di esse spicca l’assenza di strumenti gestionali ad hoc, anche basati sull’uso delle tecnologie informatiche. Gli Uffici Giudiziari in questo non fanno eccezione e anzi presentano difficoltà aggiuntive dovute alla presenza di una doppia gerarchia (togata e amministrativa) che richiede politiche e strumenti di gestione diversi e spesso concepiti ad hoc. 40 tribunale di napoli informatica per l’innovaizone Non è dunque sorprendente che il tema sia emerso anche nel corso delle analisi preliminari condotte dal team OpenGiustizia presso Uffici Giudiziari di Napoli. A valle di tale fase è emersa una opportunità di intervento in materia di supporto alla gestione amministrativa dei magistrati da parte delle segreterie, in particolare in merito ad aspetti che regolano la gestione quotidiana dell’operato del giudice quali il conteggio delle ferie, la gestione di esoneri, dei congedi e degli incarichi extragiudiziali, o la gestione del fascicolo cartaceo personale del magistrato. Tali attività gestionali potrebbero essere svolte in modo molto più efficiente e rapido attraverso l’adozione di un supporto informativo strutturato e specifico per all’attività di gestione amministrativa dei magistrati. Fortunatamente tale strumento era già in parte disponibile grazie alla possibilità di “riutilizzare” progetti informatici e telematici nazionali e regionali supportati dal Ministero della Giustizia, nonché best practice approvate dalla DGSIA e sviluppate nell’ambito di progetti di miglioramento organizzativo simili. In questo contesto è stato identificato MAGI, un applicativo sviluppato nell’ambito del progetto lombardo InnovaGiustizia dagli Uffici Giudiziari di Milano con l’obiettivo di rispondere alle esigenze di differenti attori coinvolti nel processo di gestione delle attività del personale di magistratura: le segreterie magistrati, gli uffici che si occupano della gestione dei buoni pasto, l’ufficio statistica e la Commissione Flussi, il Consiglio Giudiziario e il personale di magistratura. Così come progettato, l’applicativo MAGI permette di razionalizzare e ottimizzare il patrimonio informativo, unendo tutte le informazioni disperse tra diversi applicativi o gestite in modalità destrutturata in un unico Data Base, consentendo quindi di ridurre la duplicazione e la ridondanza dei dati e di aumentarne la standardizzazione, semplificando e rendendo più efficiente la gestione delle informazioni. Il patrimonio informativo viene poi utilizzato non solo per finalità gestionali o amministrative ma anche per essere fruibile dai magistrati che possono in questo modo avere visibilità su tutti i dati relativi alla propria posizione e a inoltrare richieste per via telematica (p. es. buoni pasto, congedi, etc.). Il personale di magistratura quindi non dovrà più compilare moduli cartacei di richiesta, ma sarà sufficiente imputare i dati nel sistema MAGI tramite una interfaccia user-friendly e l’ufficio competente li riceverà istantaneamente. Le attività di progetto hanno previsto: • La mappatura degli attuali processi organizzativi di gestione delle informazioni del personale di magistratura all’interno delle segreterie dei magistrati, delle cancellerie e delle ragionerie; • L’analisi delle esigenze degli attori coinvolti nel processo di gestione delle informazioni sul personale di magistratura; • L’analisi dei sistemi attualmente utilizzati dagli Uffici per la gestione delle attività; procura della repubblica di napoli 41 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari • La raccolta e sistematizzazione dello storico dei dati dagli attuali strumenti in uso (altri applicativi, fogli excel, …); • La valutazione delle funzionalità attualmente offerte da MAGI e applicabili alle attività degli Uffici; • La progettazione delle modifiche per adattare MAGI alla realtà organizzativa degli Uffici Giudiziari di Napoli. Parallelamente alle attività di progetto, gli Uffici Giudiziari di Napoli sono stati supportati nell’elaborazione della richiesta di “riutilizzo” dell’applicativo MAGI alla DGSIA. Hanno partecipato al gruppo di lavoro aNNaMaria Mastrascusa, salvatorE prisco (Procura della Repubblica) Mario cardoNE, alEssaNdra cataldi, salvatorE cavallo, GiovaNNa cEppaluNi, tErEsa iNcoroNato (Tribunale) Giulio fiaMENGo, Giulia Marchio (RTI) Napoli - Nuovo Palazzo di Giustizia 42 tribunale di napoli informatica per l’innovaizone Verso il Processo Penale Telematico di Alessandra Cataldi Parlare di Processo Penale Telematico oggi può sembrare audace o visionario, specie se lo si rapporta con l’attuale esperienza del settore civile, dove c’è una piattaforma informatica, normativa ed organizzativa, integrata e sufficientemente stabile da garantire migliaia di transazioni telematiche al giorno. Ci sono, tuttavia, le condizioni per poter sperimentare e avvicinarsi a prime forme di Processo Penale Telematico utilizzando i sistemi informativi a disposizione, cercando di capitalizzare il più possibile i vantaggi offerti dalle loro funzioni, in attesa che a livello nazionale si giunga a definire gli standard e si adegui il quadro normativo. Del resto anche gli uffici bolognesi e milanesi, seguiti da quelli napoletani, furono dei temerari nel perseguire la strada del Processo Civile Telematico quando ancora era solo una buona idea. Il distretto di Napoli è uno dei distretti giudiziari più informatizzati d’Italia, ed all’avanguardia nel Settore penale, con uffici a buon livello, sia per le tecnologie a disposizione che per l’impianto organizzativo introdotto. I protocolli tra uffici e con l’avvocatura sulle modalità di utilizzo dei sistemi (SNT, per le notifiche telematiche, SICP, per cui gli uffici napoletani sono stati sede pilota, TIAP gestore documentale diffuso in tutto il distretto) hanno già dato ottimi risultati, che si sono riverberati sulla Procura Generale e sulla Corte di Appello quando è stato stabilito il loro passaggio al sistema SICP. Basti pensare che in molti uffici del distretto, e tra questi la Procura ed il Tribunale di Napoli, senza personale esterno, si digitalizzano gli atti delle procedure in cui sono disposte misure cautelari e che la loro trasmissione tra un ufficio giudiziario (anche del circondario) e l’altro avviene attraverso la piattaforma informatica documentale2, senza movimentare la carta. Non è tutto digitalizzato, ma primi e significativi passi sono stati fatti e il valore aggiunto di queste soluzioni è sempre più patrimonio esperienziale di tutto il personale. Inoltre, con il progetto OpenGiustizia sono stati avviati nuovi percorsi che porteranno alla completa digitalizzazione del fascicolo penale secondo logiche di filiera, dalla fonte informativa all’esecuzione della pena. Al di là dell’agevole archiviazione e catalogazione degli atti e della eliminazione della trasmissione del fascicolo cartaceo, che negli uffici giudiziari napoletani rappresentano fattori di elevata criticità per il volume e la quantità delle procedure e gli aspetti logistici che contraddistinguono la cittadella giudiziaria, il valore aggiunto della digitalizzazione dei fascicoli è dato dalla disponibilità degli atti e delle informazioni contenute nel fascicolo informatico, ricercabili e consultabili comodamente a video per2 Gli Uffici Giudiziari del Distretto di Napoli si avvalgono del sistema TIAP.. procura della repubblica di napoli 43 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari mettendo così di rivedere il sistema di erogazione dei servizi agli avvocati, di razionalizzare le attività del personale e facilitare i magistrati nel reperimento delle informazioni e nella redazione dei propri atti e provvedimenti. Alcuni colleghi, forse a ragione, sostengono la più facile lettura su carta anziché a monitor, altri ancora lamentano la frequente mancanza o inadeguatezza dell’indice del fascicolo, ma il valore sistemico delle soluzioni introdotte per le procedure cautelari alla fine ha vinto ogni resistenza consentendo di estendere la digitalizzazione anche ad altre fasi del procedimento. D’altronde nel breve periodo, in assenza di una modifica normativa che preveda l’atto nativo digitale anche nel Settore penale, il fascicolo cartaceo e quello digitale dovranno coesistere consentendo un graduale passaggio, anche culturale, all’informatica in cui i sistemi di ricerca (testuale per il gestore documentale, ontologico-statistico per il registro) permettono di superare vecchi schemi di catalogazione. Da qui, con forza, va sottolineato l’indiscutibile valore della qualità del dato immesso nei sistemi informativi a supporto della giurisdizione, al punto che la qualità del dato dovrebbe essere l’obiettivo di tutti gli uffici. In tal senso è importante incidere – e con il progetto OpenGiustizia è stato possibile - anche sui servizi di cancelleria, i cui modelli organizzativi e culturali sono già stati profondamente toccati dai primi percorsi di digitalizzazione e telematizzazione, per l’immediatezza delle informazioni e dell’accesso agli atti, per la creazione di front-office di consultazione centralizzati, per la puntualità delle comunicazioni telematiche. Nell’immediato l’opportunità, e la scommessa, è quella di riuscire ad utilizzare tutti i sistemi a disposizione facendo un grande salto di qualità, sia nella gestione dei ruoli - con lo scadenzario di Consolle - sia nella gestione di attività più articolate potendo già avere a disposizione, e in modo ordinato e agevole, molte più informazioni rispetto a quante oggi fruibili su carta. Se per il futuro c’è bisogno di una scelta, di un disegno nazionale su cosa debba essere il Processo Penale Telematico, nel breve periodo l’obiettivo può essere raggiunto con un uso consapevole dei sistemi disponibili ed una maggiore integrazione tra gli stessi, da un lato per migliorarne l’usabilità e agevolare l’utente finale, con particolare riferimento alla fase dibattimentale di primo grado ed alle fasi successive che oggi non beneficiano ancora delle utilità del fascicolo informatico, dall’altro per eliminare le ridondanze e semplificare la gestione dei servizi. A Napoli, in conclusione, ci sono le condizioni per sperimentare i sistemi informativi esistenti, nella prospettiva del Processo Penale Telematico, da più punti di vista: per dimensioni e impatto dei risultati, per i recenti percorsi di innovazione e informatizzazione, per l’impegno e la passione dei capi degli uffici e del personale tutto, per le logiche collaborative tra uffici e nello stesso ufficio instaurate e valorizzate durante il progetto OpenGiustizia, per il cambiamento culturale in atto e il nuovo atteggiamento di apertura verso l’innovazione. 44 tribunale di napoli 3 Ottimizzazione delle Risorse percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Ottimizzazione delle risorse di Michele Benedetti Anche per la Giustizia, come per il resto della Pubblica Amministrazione, è iniziata da diverso tempo un’opera di razionalizzazione delle risorse che passa attraverso la reingegnerizzazione e la digitalizzazione dei processi. Sono sotto gli occhi di tutti progetti di digitalizzazione importanti come il Processo Civile Telematico, ma l’attività di rivisitazione dei processi di lavoro, nell’ottica di una loro razionalizzazione attraverso l’introduzione di soluzioni informatiche, è ormai una pratica diffusa anche all’interno degli Uffici Giudiziari che di recente hanno anche cominciato a formare figure capaci di gestire il complesso processo di gestione di innovazione e di cambiamento. In questo quadro, il Progetto OpenGiustizia Napoli ha lavorato in modo sistemico su tali temi, dapprima attraverso l’individuazione delle aree organizzative più critiche in termini di maggiori inefficienze o difficoltà a gestire i carichi di lavoro con le risorse a disposizione, e successivamente in stretto raccordo con i piani di informatizzazione del Ministero della Giustizia. In questo senso ha provveduto a progettare e, in alcuni casi, a implementare interventi di innovazione organizzativa in cui la tecnologia ha assunto un importante ruolo di strumento di attuazione del cambiamento. È questo, ad esempio, il caso dell’intervento sulle Spese di Indagine dove si è lavorato alla semplificazione della gestione degli incarichi per intercettazioni ambientali e informatiche, che costringeva il personale a gestire diverse attività a scarso valore aggiunto con conseguente generazione di arretrato. Un importante ruolo nel processo di cambiamento è stato giocato dal software GENESI, divenuto oggetto di modifiche al fine di meglio adattarsi alle nuove esigenze funzionali degli Uffici e che ha facilitato l’introduzione di un sistema di monitoraggio dei livelli di spesa per intercettazioni da parte dei PM, sistema questo tra i primi, se non il primo, in Italia. Questo intervento non poteva essere condotto senza tenere in considerazione il più ampio processo di gestione delle spese di giustizia con il quale presenta numerosi momenti di interazione. Primo passo è stato, dunque, analizzare il modello di funzionamento del sistema informativo ministeriale SIAMM, funzionale all’automatizzazione del processo di iscrizione e gestione delle spese nei Registri Unici, della procedura di liquidazione e della elaborazione dei fogli notizie. Si sono poi condotte analisi organizzative mirate a definire e a dimensionare il fenomeno dell’arretrato per individuare le principali criticità, i “colli di bottiglia” all’interno delle varie fasi e degli uffici, gli eventuali punti di snodo e le soluzioni possibili applicabili, arrivando conseguentemente a individuare nuovi ambiti di intervento per migliorare l’efficienza complessiva dell’intero ciclo di gestione delle spese. Tali benefici sono inoltre potenzialmente in grado di ripercuotersi e 46 tribunale di napoli ottimizzazione delle risorse di trasmettersi positivamente anche all’esterno sul sistema di beneficiari e fornitori, con evidenti e consistenti impatti in termini di maggiore trasparenza e certezza dei tempi di liquidazione delle fatture. È dallo stesso assunto che nell’ambito di OpenGiustizia si è lavorato su altri due interventi che hanno visto l’utenza esterna protagonista del processo di cambiamento, anche se con ruoli differenti. Nel caso del processo di Assegnazione delle Aule di Giustizia, nato non solo allo scopo di incidere significativamente sull’efficienza delle procedure complessive, il miglioramento della qualità del rapporto con l’utenza è stato il principale movente per la definizione di un’opportuna procedura e la successiva realizzazione di un’applicazione Excel per regolare l’utilizzazione delle aule giudiziarie a disposizione (risorse) in relazione alle udienze (domande) associate ai procedimenti di natura penale. Nel caso dell’intervento per la Gestione dei Corpi di Reato, finalizzato a migliorare il procedimento di gestione dei beni sequestrati e a ridurre le spese relative alla custodia di tali beni presso soggetti esterni, c’è stato il coinvolgimento diretto di questi soggetti nell’attività progettuale, il riferimento è all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata (ANBSC) allo scopo di verificare la possibilità di utilizzare per il deposito dei veicoli sequestrati terreni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati ai Comuni. Infine, con impatti potenzialmente altrettanto rilevanti, è stato condotto lo studio sulla “Localizzazione Fascicoli” cartacei durante il loro ciclo di vita all’interno degli Uffici del Distretto Giudiziario di Napoli, allo scopo di individuare le tecnologie più adatte per la tracciabilità del flusso fisico del fascicolo, per l’integrazione informativa e la digitalizzazione dell’informazione sui flussi, per la possibilità di localizzare il fascicolo in termini logici (chi ha in carico il fascicolo) e in uno spazio tridimensionale (dove si trova precisamente). Infatti, se è pur vero che il passaggio al digitale è ormai un percorso intrapreso in modo irreversibile dalla Pubblica Amministrazione in generale, e dalla Giustizia in particolare, è altrettanto vero che il suo non sarà un cammino breve o privo di ostacoli. Monitoraggio delle spese di indagine Il progetto “Monitoraggio delle spese di indagine” è intervenuto su alcune criticità gestionali e organizzative che si sono venute a creare negli anni all’interno della Procura di Napoli. In primo luogo si è voluto intervenire sulla complessa gestione degli incarichi per intercettazioni ambientali e informatiche, che richiedeva alle forze dell’ordine la presentazione di tre differenti preventivi, con un significativo rallentamento del lavoro. In secondo luogo l’Ufficio ha voluto affrontare il problema dell’arretrato nella liquidazione dei mandati delle intercettazioni: fatto salvo un volume medio di circa 30.000 mandaprocura della repubblica di napoli 47 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari ti annui, al momento dell’avvio del progetto l’ufficio spese di giustizia registrava circa 35.000 mandati arretrati per le intercettazioni telefoniche e circa 1.500 per i noleggi di apparecchiature. In ultima istanza, da analisi organizzativa era emersa la mancanza di un sistema di monitoraggio dei livelli di spesa per intercettazioni da parte dei PM. Il gruppo di cantiere si è messo a lavoro sin da subito per verificare i possibili margini di intervento. In accordo con i vertici della Procura, l’ufficio intercettazioni con la collaborazione della consulenza ha supportato il processo di migrazione al nuovo sistema di tariffario codificato delle prestazioni, che ha permesso l’individuazione diretta degli incarichi per il noleggio di apparecchiature. Successivamente è stata portata avanti un’attività di raccordo con la software house dell’applicativo GENESI, in uso presso l’ufficio intercettazioni, per l’aggiornamento di queste nuove modalità lavorative anche all’interno dei sistemi informativi. Inoltre, in raccordo con il progetto sulle spese di giustizia, il gruppo di lavoro e la software house hanno implementato il nuovo sistema di controllo automatizzato delle fatture, finalizzato all’abbattimento delle tempistiche nella lavorazione dei mandati, in particolare nella fase di controllo dell’importo. Tali attività si sono tradotte operativamente in un affiancamento organizzativo da parte della consulenza, raccordo con la software house, realizzazione della bozza di ordine di servizio e comunicazione alle società e infine realizzazione di un documento di analisi avente per oggetto le caratteristiche del nuovo modello organizzativo e la stima dei tempi di recupero dei mandati arretrati. Grazie ai moduli informatici implementati all’interno di GENESI è stato inoltre possibile predisporre un sistema di alert via email capace di trasmettere segnalazioni alle segreterie dei PM una volta superata una specifica soglia di spesa per intercettazioni in ciascun procedimento. Oltre all’aspetto di raccordo con il progetto incentrato sulle spese di giustizia, questa linea di attività presenta punti di raccordo anche con il cantiere “digitalizzazione atti”: grazie infatti al nuovo modulo del software GENESI è possibile scansionare le parti del fascicolo delle intercettazioni di interesse per l’ufficio spese di giustizia e mantenere l’archiviazione digitale di questi atti, eliminando il passaggio di carta. L’ufficio ha altresì dichiarato che, con l’intervento di una risorsa aggiuntiva, sarà possibile la completa scansione del fascicolo delle intercettazioni, che potrà quindi essere inviato telematicamente alle singole Segreterie per una diretta importazione a TIAP, evitando la doppia attività di scansione presso uffici differenti. Il progetto “monitoraggio delle spese per le indagini” rappresenta probabilmente uno degli interventi di maggiore impatto, non solo nelle attività di lavoro dell’Ufficio ma anche in 48 tribunale di napoli ottimizzazione delle risorse termini di ritorno nei confronti dei soggetti esterni erogatori di servizi per intercettazioni, che d’ora in avanti potranno essere pagati con maggiore celerità, creando così un effetto positivo sull’intero sistema economico. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Stefano Addeo, Giuseppe Borrelli, Anna Capasso, Vittoria Celano, Rosanna Corbisiero, Catia Di Stasio, Raffaello Falcone, Sergio Ferrigno, Adele Marino, Francesco Petrosino (Procura della Repubblica) Marco Rigamonti (RCS Spa) Antonella Batà, Nicoletta Cotechini, Riccardo Crosara, Carlo Mattia Ghezzi, Simone Rossi, Livio Toffoletto (RTI) Gestione Spese di Giustizia Il sistema delle spese di giustizia si sviluppa sulla base della riforma introdotta dal Testo Unico sulle Spese di Giustizia (Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115). Tale riforma assume come requisito essenziale la disponibilità di un sistema informatico, perché introduce il concetto di registro Unico condiviso in sostituzione dei vecchi registri fisici tipici della gestione cartacea dei documenti e faldoni (e del principio secondo cui ciascuna spesa deve necessariamente essere registrata direttamente dall’ufficio presso il quale si determina). Alla luce di questo contesto è stato dunque analizzato il modello di funzionamento del sistema informativo ministeriale SIAMM, funzionale all’automatizzazione del processo di iscrizione e gestione delle spese nei Registri Unici, della procedura di liquidazione e della elaborazione dei fogli notizie. In particolare il progetto ha avuto lo scopo di fornire e delineare un quadro di sintesi del processo di gestione delle spese di giustizia del Tribunale di Napoli in termini di strutture e uffici coinvolti, di processi gestiti, di criticità evidenziate e di individuare, a partire da queste, i possibili ambiti di intervento per migliorare l’efficienza complessiva dell’intero ciclo di gestione delle spese. Il progetto nasce a seguito dell’individuazione di alcune problematiche relative alla gestione e allo smaltimento delle fatture connesse alle spese di giustizia, da cui l’esigenza di un focus di analisi più specifico mirato a definire e dimensionare il fenomeno dell’arretrato per individuare le principali criticità, gli attuali “colli di bottiglia” all’interno delle varie fasi e degli uffici, i possibili punti di snodo e le soluzioni possibili applicabili. L’obiettivo dell’intervento ha riguardato dunque l’analisi di dettaglio dei vari processi di lavoro legati al ciclo di gestione delle spese al fine di individuare e strutturare possibili procura della repubblica di napoli 49 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari percorsi di digitalizzazione completa del processo, tenendo in considerazione una serie di vincoli e criticità dovuti a una informatizzazione incompleta dei procedimenti tra i quali è opportuno sottolineare l’assenza di integrazione fra il SIAMM e altri gli altri sistemi informativi, primo fra tutti il SICP, le difficoltà nell’utilizzo di questo sistema più volte segnalateci nel corso delle nostre rilevazioni dagli operatori e infine la convivenza tra binario cartaceo e digitale (a titolo di esempio la Ragioneria dello Stato richiede ancora copie cartacee di giustificativi e fatture, in palese contraddizione con la recente adozione della fatturazione digitale). A queste criticità tecniche se ne aggiungevano altre di tipo organizzativo proprie del contesto napoletano, prima fra tutta l’assenza di un process owner ben definito, capace di garantire il necessario coordinamento di procedimenti per loro natura trasversali e dunque distribuiti attraverso molteplici uffici lungo tutta la filiera giudiziaria. La digitalizzazione del processo di gestione delle spese produce notevoli benefici in termini di condivisione dell’informazione e risparmi di tempo non più allocato in attività manuali a scarso valore aggiunto, con conseguente riduzione dei tempi di gestione delle varie fasi dell’intero processo all’interno dei vari uffici coinvolti e progressivo azzeramento del livello di arretrato. Tali benefici sono inoltre potenzialmente in grado di ripercuotersi e trasmettersi positivamente anche all’esterno sul sistema di beneficiari e fornitori, con evidenti impatti consistenti in termini di maggiore trasparenza e certezza dei tempi di liquidazione delle fatture. Inoltre, a causa dell’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica si presenta la necessità di introdurre, all’interno del Tribunale, nuove modalità di gestione tecnica e organizzativa per la ricezione e la gestione delle fatture e la trasmissione dei dati. In particolare, questo ha comportato la necessità di studiare possibili modalità di integrazione fra i sistemi informativi utilizzati dai vari uffici coinvolti. Il gruppo di lavoro OpenGiustizia ha collaborato con il gruppo di lavoro SIAMM interno al Tribunale composto da amministrativi e magistrati di riferimento. Il gruppo di lavoro interno aveva già ravvisato la necessità di rivedere i processi lavorativi interni e riprogettare parallelamente il flusso informativo attraverso la definizione congiunta, fra i vari uffici, delle specifiche da richiedere ai programmatori dei vari applicativi e sistemi in uso. In virtù delle implicazioni che la riorganizzazione della gestione delle spese di giustizia ha inevitabilmente dimostrato di avere anche sulla riorganizzazione delle cancellerie penali, il gruppo di lavoro si è trovato a collaborare con il team impegnato su questo filone di progetto. La stretta collaborazione e condivisione dei risultati raggiunti ha permesso così di far emergere tutte le possibili sinergie e implicazioni reciproche, garantendo di massimizzare i benefici raggiungibili attraverso l’individuazione di una soluzione ottimale non a livello “locale”, ma in grado di considerare il “sistema Tribunale” nel suo complesso. A valle di una fase di analisi iniziale approfondita del processo di gestione delle spese di giustizia, delle risorse 50 tribunale di napoli ottimizzazione delle risorse impiegate e degli strumenti e sistemi informativi attualmente utilizzati dai diversi uffici coinvolti sono state identificate le principali criticità ed esigenze dei responsabili degli uffici coinvolti nel processo di gestione delle spese e sono stati definiti nuovi scenari per ottimizzare la gestione e consentire il progressivo smaltimento dell’arretrato. Le soluzioni proposte sono state in parte ispirate al confronto con best practice a livello nazionale (Tribunale di Milano), in parte sviluppate tenendo conto delle esigenze specifiche degli Uffici di Napoli e dei cambiamenti proposti negli altri cantieri del progetto OpenGiustizia, in particolare per quanto riguarda la riorganizzazione delle cancellerie del Tribunale penale. Tra le ricadute tangibili del progetto sia per il personale amministrativo, sia per l’utenza rientrano: • l’adozione dell’invio telematico delle istanze di liquidazione e la conseguente possibilità per gli utenti di monitorare in remoto lo stato di lavorazione delle pratiche e l’emissione della fattura elettronica; • l’alleggerimento del carico di lavoro delle cancellerie grazie alla centralizzazione della gestione delle liquidazioni in un ufficio centrale dedicato; tale ufficio contribuirà ad accelerare lo smaltimento degli arretrati; • la sostanziale riduzione dei tempi di pagamento per le istanze relative al gratuito patrocinio. Tali vantaggi diventeranno effettivi all’avvio del nuovo front-office penale a in seguito alla stipula di un protocollo di intesa con l’Ordine degli Avvocati. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Sergio Ferrigno (Procura della Repubblica) Alessandra Cataldi, Rossella Marro, Arturo Mazzei (Tribunale) Carlo Mattia Ghezzi, Luca Iandoli, Livio Toffoletto (RTI) Gestione Corpi di Reato Obiettivo principale del progetto Corpi di Reato è quello di migliorare il procedimento di gestione dei beni sequestrati, procedimento che accompagna l’intero corso del processo penale; infatti, il sequestro viene disposto in genere in corrispondenza alla notizia di reato o nel corso delle indagini preliminari e la sorte del bene (confisca o restituzione) viene decisa solo all’esito definitivo del processo. L’obiettivo ulteriore, collegato al miglioramento della gestione, è, quindi, quello di controllare e ridurre le spese relative alla custodia di procura della repubblica di napoli 51 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari tali beni presso soggetti esterni, considerato anche che il prolungamento indebito della custodia può comportare un danno erariale e la relativa responsabilità degli operatori. La prima attività che il gruppo di progetto ha effettuato è stata la ricostruzione della procedura di gestione dei beni sequestrati, allo scopo di identificare i “colli di bottiglia” e le principali criticità, realizzata mediante accesso agli uffici e verifiche sul campo. Si è quindi predisposta una mappatura del procedimento, che evidenzia le varie fasi ed i passaggi della documentazione –prevalentemente in via cartacea – tra i diversi uffici della Procura e del Tribunale. “OpenGiustizia è stata certamente una esperienza utile e da continuare. Nel progetto Corpi di reato è stato favorito il dialogo tra Tribunale e Procura, dando il via a un lavoro di squadra fondato sui dati e la condivisione del problema, portandoci alla definizione di parametri comuni di selezione e di utilizzo dei gestori delle depositarie. Nel concreto è troppo presto per fare un bilancio, non sappiamo ancora quale sia l’effettivo impatto sulla spesa dello Stato di quanto abbiamo realizzato, ma non ci sono dubbi che in prospettiva ci sarà un risparmio e, certamente, più fluidità e trasparenza nella gestione dei corpi di reato. Individuare requisiti comuni per abilitare i soggetti gestori, uniformare i criteri di selezione degli stessi e di gestione dei beni, ci consentirà di avere visione di insieme e un maggiore controllo, scongiurando sprechi e inefficienze”. Vincenzo Piscitelli, Procuratore Aggiunto - Procura della Repubblica di Napoli Molte delle problematiche evidenziate dall’analisi svolta, e specificamente quelle relative alla comunicazione tra uffici ed ai passaggi di documenti cartacei, possono essere superate dall’attivazione della piena funzionalità del sistema SICP anche per i beni sequestrati, con conseguente miglioramento della gestione. La nuova versione del SICP – che prevede la gestione completa dei Mod. 41, 42 e FUG – doveva implementarsi nel mese di febbraio, ma la sua applicazione è stata continuamente rinviata e non ha ancora visto la luce. Si attende anche l’attivazione di un altro sistema informatico, il SIVAG, il quale prevede la creazione di una banca dati condivisa, collegata con il SICP e la Prefettura, interfacciata con la P.G. ed i custodi dei beni sequestrati, che faciliterà la valutazione dei beni in custodia e le comunicazioni tra i soggetti interessati. In attesa di verificare come l’implementazione di tali sistemi informatici incidano sulla gestione dei beni sequestrati, risolvendo effettivamente le criticità evidenziate, il gruppo di lavoro si è concentrato sulle ulteriori attività, ed in particolare sulla istituzione di un albo/ elenco dei custodi giudiziari. Una corretta gestione dei beni sequestrati, anche al fine di 52 tribunale di napoli ottimizzazione delle risorse conseguire un risparmio delle ingenti spese di custodia, comporta infatti la necessità di individuazione del custode “idoneo” cui affidare tali beni, in particolare i veicoli. A tal fine si è proceduto con una serie di riunioni, al fine di identificare le modalità di attuazione di tale albo e i requisiti per l’iscrizione. Le riunioni hanno avuto un risultato molto importante e molto apprezzato da tutti i partecipanti, ossia la realizzazione di un tavolo di lavoro cui hanno partecipato, oltre ai rappresentati della Procura e del Tribunale, anche della Prefettura, allo scopo di dar luogo ad un dialogo istituzionale continuativo ed allo scambio di informazioni. Il tavolo di lavoro è stato poi esteso anche all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata (ANBSC), allo scopo di verificare la possibilità di utilizzare per il deposito dei veicoli sequestrati terreni confiscati alla criminalità organizzata ed assegnati ai comuni. Il documento relativo all’istituzione dell’albo/elenco dei custodi giudiziari – sottoscritto dai partecipanti – è stato firmato e validato dal Presidente del Tribunale e dal Procuratore Capo; appena emesso il decreto istitutivo si procederà agli adempimento conseguenti. Ulteriore argomento di discussione nelle riunioni è stata la possibilità di provvedere alla vendita anticipata dei beni sequestrati, in modo da convertire i beni in danaro, in considerazione dello stato di conservazione e del loro progressivo deprezzamento. Sul punto si potrà nel prosieguo procedere all’elaborazione di specifiche linee guida. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Vincenzo Piscitelli, Antonio Lanni (Procura della Repubblica) Mario Mazzone, Carlo Spagna (Tribunale) Rosamaria Machinè (Prefettura di Napoli) Antonella Batà, Piero Evangelista (RTI) Progetto Assegnazione Aule Il progetto “Assegnazione Aule” ha tratto spunto dalla esigenza di pervenire ad una razionale ed efficace gestione allo scopo di incidere significativamente sulla efficienza delle procedure complessive e sulla qualità del rapporto con l’utenza. L’obiettivo è stato quello di definire una opportuna procedura che regoli l’utilizzazione delle aule giudiziarie a disposizione (risorse) in relazione alle udienze (domanda) associate ai procedimenti di natura penale. Anche se assimilabile a problemi di razionalizzazione dell’uso di risorse che si presentano in altri contesti, la necessità di individuare soluzioni procura della repubblica di napoli 53 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari appropriate per i diversi attori interessati (uffici della Procura e del Tribunale, magistrati, avvocati, cittadini) lo rendono particolarmente complesso e delicato. A tal fine si è proceduto alla precisa e corretta definizione del problema attraverso una definizione delle caratteristiche della domanda e dell’offerta. Dal punto di vista della domanda di utilizzazione sono state considerate e formalizzate le esigenze delle diverse sezioni/uffici con particolare riferimento ai requisiti da soddisfare per le singole udienze (priorità, composizione del collegio, caratteristiche dell’udienza), alla necessità di partecipazione di personale di supporto, alle ricadute logistiche in termini di trasferimento della documentazione necessaria. Dal punto di vista dell’offerta si è proceduto ad censimento preliminare delle aule giudiziarie a disposizione e delle loro caratteristiche (capienza, struttura, attrezzature disponibili) che rendono ciascuna aula idonea ad ospitare specifiche tipologie di udienze. Si è quindi effettuata una approfondita analisi della procedura operativa, attualmente in uso, per la gestione del problema, che ha consentito di evidenziare le criticità dal punto di vista delle risorse tecniche e tecnologiche impiegate e della difficile formalizzazione e standardizzazione della procedura. Una rilevazione statistica relativa agli ultimi due anni ha permesso, poi, di valutare indicatori di efficienza del processo di gestione nella effettiva applicazione della procedura. L’analisi complessiva è stata utilizzata per predisporre una procedura di supporto per la gestione delle aule orientata a definire, con riferimento ad un orizzonte temporale settimanale, i meccanismi di assegnazione delle aule alle udienze in calendario, nel rispetto dei vincoli di compatibilità dell’assegnazione, con l’obiettivo di ottimizzare un indicatore di efficienza dell’assegnazione complessiva definito sulla base di coefficienti di preferibilità logistica delle assegnazioni. La procedura, sviluppata in ambiente Excel con l’integrazione del pacchetto Open Solver, consente di effettuare l’assegnazione attraverso la risoluzione di un modello matematico in grado di ottimizzare l’indicatore di preferibilità complessivo. La procedura è stata simulata per riprodurre l’assegnazione relative alle esigenze reali corrispondenti ad alcune giornate di udienza estratte a campione e le soluzioni prodotte sono risultati coerenti con le aspettative e compatibili con la procedura attualmente in atto. L’output prodotto in ambiente Excel è stato organizzato in modo da renderlo compatibile con i documenti attualmente utilizzati nell’ambito delle comunicazioni ufficiali. Si sta inoltre lavorando al fine di rendere disponibile i risultati all’interno di una applicazione mobile consultabile direttamente dagli utenti (magistrati, avvocati, cittadini). Hanno partecipato al gruppo di lavoro Giovanna Ceppaluni, Assunta Cinquegrana (Tribunale) Giuseppe Bruno, Sergio De Stefano, Raffale Paciello, Mauro Salvato (RTI) 54 tribunale di napoli ottimizzazione delle risorse Localizzazione Fascicoli Il progetto di “Localizzazione Fascicoli” nasce dall’esigenza di tracciare la posizione dei fascicoli cartacei durante il loro ciclo di vita all’interno degli Uffici del Distretto Giudiziario di Napoli. In particolare, l’analisi dello stato attuale legato alla movimentazione dei fascicoli ha evidenziato una serie di criticità legate: • alla registrazione dei passaggi dei fascicoli da un ufficio all’altro, che avviene mediante appositi registri cartacei; • ai tempi di reperimento dei documenti di interesse all’interno di alcuni uffici; • alla necessità di maggiori spazi per la conservazione e di criteri di catalogazione che facilitino la localizzazione dei fascicoli all’interno di uno stesso ufficio. L’obiettivo del progetto è stato quello quindi di produrre uno studio di fattibilità per l’introduzione di apposite tecnologie a supporto della gestione informatizzata della logistica dei fascicoli del procedimento penale. Nell’ottica dell’informatizzazione degli uffici e della dematerializzazione documentale, le attività del progetto si vanno ad integrare con il progetto di “Digitalizzazione Atti”, soprattutto per quel che concerne la gestione dei documenti pregressi. Da un punto di vista metodologico, nell’ambito del progetto, si è partiti dall’analisi dei flussi dei documenti cartacei all’interno degli Uffici e delle relative criticità, attraverso una serie di interviste ai responsabili degli uffici. A valle dell’assessment effettuato, si sono poi ricavate tutte le informazioni necessarie a procedere con lo studio. Lo studio di fattibilità ha innanzitutto individuato le esigenze potenziali per la realtà di interesse, ovvero: tracciabilità del flusso fisico del fascicolo, integrazione informativa e digitalizzazione dell’informazione sui flussi, possibilità di localizzare il fascicolo in termini logici (chi ha in carico il fascicolo) ed in uno spazio tridimensionale (dove si trova precisamente), con una dettaglio che può arrivar fino all’ufficio, alla stanza oppure all’armadio. Sulla base delle esigenze emerse, sono stati seguiti due approcci distinti al problema: i) monitorare i flussi e quindi i punti di passaggio (andando ad informatizzare e centralizzare il registro di passaggio cartaceo); ii) monitorare l’intero spazio di archiviazione. Considerando le tecnologie presenti sul mercato ed il rapporto costi/benefici, sono state analizzate due macro famiglie tecnologiche: Sistemi a Bar Code e Sistemi a Radio Frequenza Passivi. In particolare, lo studio di fattibilità, dopo avere effettuato una stima quantitativa della mole dei fascicoli lavorati e dei punti di accesso (uffici, cancellerie, etc.), ha evidenziato per entrambe le tecnologie una valutazione dei costi al variare di diversi parametri (es. numero punti di lettura, HW supporto, SW di integrazione, etc.) utilizzando un’analisi simulativa di tipo Montecarlo. procura della repubblica di napoli 55 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari In sintesi, il confronto fra le due tecnologie ha evidenziato che la soluzione con codici a barre risulta più economica ma prevede un maggiore intervento umano nelle fasi di archiviazione; di contro, la soluzione con RFID risulta meno economica con minore intervento umano, ma in aggiunta potrebbero essere richiesti adeguamenti di tipo infrastrutturale (es. antenne) per gli uffici. Per questo la soluzione suggerita con miglior rapporto costo/benefici e, nelle more della completa dematerializzazione dei fascicoli, è quella del bar code purché corredata da opportuno software di gestione integrato con i sistemi informatici in uso (es. SICP, TIAP) presso gli Uffici giudiziari. Hanno partecipato al gruppo di lavoro vittoria cElaNo, raffaElE tufaNo (Procura della Repubblica) rossElla Marro, alfoNso pisapia (Tribunale) MichElE BENEdEtti, NicolEtta cotEchiNi, viNcENZo Moscato, aNtoNio picariEllo, porfirio traMoNtaNa (RTI) Napoli - Procura della Repubblica 56 tribunale di napoli 4 Rapporti con l’Utenza e il Territorio percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Rapporti con l’utenza e il territorio di Simone Rossi Concetti come “servizio” e “qualità” sono sempre più patrimonio degli uffici giudiziari italiani. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad una apertura dell’intero sistema Giudiziario verso l’utente, non solo in termini di potenziamento della capacità di risposta alla domanda di giustizia ma anche attraverso una maggiore attenzione alle esigenze dell’utenza, professionale e non, che quotidianamente si rivolge agli sportelli. Da qui anche il Tribunale e la Procura della Repubblica di Napoli, proseguendo un cammino che avevano in parte già avviato, nel corso del progetto OpenGiustizia hanno sottolineato la volontà di cambiamento realizzando una pluralità di azioni che progressivamente tendono al miglioramento della gestione dell’utente, talvolta mettendo a disposizione le necessarie informazioni per permettergli di orientarsi tra i servizi e le procedure giudiziarie proprie degli uffici, talaltra rivedendo i processi interni e le modalità di relazione con i soggetti del territorio rendendo più rapido e snello il sistema di erogazione del servizio. Uno degli obiettivi fondanti del progetto OpenGiustizia Napoli è proprio quello di contribuire a realizzare questo cambiamento culturale, favorendo il miglioramento dell’organizzazione e dei rapporti di filiera, innovando le modalità di gestione dell’utenza e dei servizi. Diverse le linee d’attività e i progetti OpenGiustizia orientati all’utente, che probabilmente trovano la loro manifestazione più evidente e tangibile nel sito web dei due uffici giudiziari, nelle rispettive carte dei servizi e nel Bilancio di Responsabilità Sociale. Da un lato un nuovo modo di comunicare e informare l’utente, di illustrare e diffondere le modalità per fruire dei servizi offerti, dall’altro soluzioni per sottolineare l’impegno degli uffici e del personale nel miglioramento dei propri standard e delle performance complessive delle due organizzazioni. L’apertura all’utente significa assunzione di responsabilità, impegno e trasparenza. Obiettivi che si riflettono anche sul versante interno, favorendo la circolazione delle informazioni e il confronto, anche attraverso la costruzione di una intranet. In termini di razionalizzazione e semplificazione dei processi e del sistema di erogazione dei servizi sono stati intrapresi anche progetti di revisione organizzativa e di reingegnerizzazione delle modalità di collaborazione e relazione tra gli uffici e gli stessi e alcuni referenti nel territorio. In particolare, oggetto di grande attenzione hanno avuto i frontoffice dei due uffici giudiziari e oggi sono in corso di valutazione e prima implementazione soluzioni fondate anche sull’analisi della qualità dei servizi percepita dall’utenza rilevata con il contributo dei consulenti dell’RTI. Revisione delle modalità di accesso ai servizi, potenziamento del canale informatico, semplificazione dei processi interni rappresentano alcune concrete piste di lavoro. 58 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio In questo quadro prende corpo il progetto Affari Civili, che interviene nella semplificazione e ottimizzazione dei processi di comunicazione e scambio documentale tra le cancellerie del Tribunale e gli uffici preposti della Procura della Repubblica. Facendo leva sull’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione è stato possibile rendere più veloce e facile il passaggio degli atti e ridurre i tempi di attraversamento delle pratiche da ufficio a ufficio con sensibile beneficio per l’utente finale. Nello stesso ambito, inoltre, è stato avviato un percorso di collaborazione anche con il Comune di Napoli al fine di migliorare la strutturazione degli atti dei servizi sociali e accelerare così l’istruttoria da parte dei magistrati coinvolti. Front Office Procura della Repubblica L’obiettivo del progetto è quello di definire e supportare l’implementazione di interventi di consolidamento e potenziamento dei servizi di front-office della Procura della Repubblica di Napoli, al fine di contribuire alla realizzazione di un miglior servizio per gli utenti ed al rafforzamento della de-materializzazione delle procedure. A tal fine si è proceduto ad una analisi della situazione organizzativa attuale che è stata realizzata a seguito di una approfondita analisi sul campo, condotta attraverso una serie di incontri effettuati con i dirigenti e gli impiegati dell’unità organizzativa “front-office” e con diversi attori (magistrati, segreterie/cancellerie) che interagiscono con il front-office per la fornitura di servizi agli utenti finali (avvocati, cittadini). L’analisi condotta è stata accompagnata da due rilevazioni sul campo. La prima, presso il front-office (Area Sportelli e Area TIAP), ha avuto il fine di rilevare le modalità di accesso ai servizi, i flussi degli utenti, la domanda dei servizi e la mappatura delle procedure associate ai diversi servizi. La seconda, un’indagine relativa alla customer satisfaction, ha avuto l’obiettivo di valutare la soddisfazione dell’utente rispetto ai servizi offerti al front-office. Le analisi condotte hanno consentito di individuare alcune criticità, legate principalmente agli aspetti logistici (layout, segnaletica) dei locali che ospitano gli sportelli al pubblico ed ai processi di back-office. In particolare, con riferimento a questo secondo aspetto, le criticità sono individuabili principalmente nell’uso di tecnologie obsolete per le comunicazioni interne (fax) e in una ridondanza delle documentazioni scambiate, con particolare riferimento alle procedure ex art. 335 c.p.p. e art. 11 C.d.S. e alla possibilità di ridurre i tempi della consegna dei documenti richiesti al TIAP. Per questa ragione sono stati quindi individuati e condivisi dei possibili interventi migliorativi, attraverso un confronto continuo e proficuo sia con i responsabili del front-office Procura sia con rappresentanti della Procura. procura della repubblica di napoli 59 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Per quanto riguarda il layout, si sono individuate alcune ipotesi di intervento (separazione totem informativi, accorpamento sportelli, ridefinizione segnaletica, canalizzazione dell’utenza) che devono essere integrate con quelle prospettate per il Front Office del Tribunale, dal momento che i due uffici condividono gli stessi locali. Gli interventi sulle procedure di Back-office sono stati sintetizzati in un documento in cui sono stati definiti i provvedimenti da adottare al fine di ridurre la documentazione scambiata tra l’ufficio del Front Office e le segreterie/cancellerie dei magistrati e il passaggio alla digitalizzazione dei documenti con conseguente uso della posta elettronica per lo scambio di comunicazioni e documenti. Gli interventi orientati alla riduzione dei tempi di consegna dei documenti al TIAP sono stati recepiti e saranno implementati nell’ambito di una riorganizzazione generale dei processi TIAP. Con particolare riferimento alla procedura ex art. 335 c.p.p., che rappresenta la procedura che assorbe la maggior parte del carico di lavoro dell’ufficio, è stata effettuata una re-ingegnerizzazione della procedura che è stata verificata con il personale attualmente impiegato nel suo svolgimento e con il responsabile dell’ufficio informatico della Procura. La nuova procedura sarà applicata, in via sperimentale, a partire dal mese di ottobre 2015. Tra le principali criticità emerse dall’analisi e dai riscontri sul campo, da rilevare il cambio della responsabile dell’ufficio ex. 335 durante il processo di riprogettazione dei processi (che ha consentito un proficuo scambio di idee ed opinioni tra i membri del gruppo di lavoro) ma anche la disponibilità del personale dell’ufficio disponibile a fornire informazioni utili all’analisi sul campo ed alla ricerca di soluzioni organizzative legate al miglioramento delle modalità lavorative dell’ufficio stesso (spesso anche in contrasto con le attuali e consolidate routine organizzative). Gli interventi proposti e realizzati consentiranno un significativo miglioramento delle procedure con un sostanziale riduzione e de-materializzazione della documentazione scambiata mentre il passaggio alla digitalizzazione potrà rappresentare il punto di partenza per ulteriori interventi che possano efficacemente coinvolgere l’utenza, favorendo ed incentivando l’utilizzo della posta elettronica e, in prospettiva, del web per la realizzazione delle procedure. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Patrizia Albertazzi, Bianca Casella, Stefano Cucurachi, Aberlardo d’Agostino, Concetta Di Leo, Ida Frongillo, Luigi Frunzio, Vincenzo Giglio, Sergio Russo (Procura della Repubblica) Giuseppe Bruno, Riccardo Crosara, Emilio Esposito, Ivana Quinto, Pierluigi Rippa, Sabrina Rita Sgammato (RTI) 60 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio Front Office penale Tribunale “Il miglioramento delle relazioni con l’utenza (professionale e non) rappresenta un valore strategico per l’azione e i principi di funzionamento del Tribunale. A Napoli abbiamo sperimentato la logica dei protocolli, una vera e propria metodologia di condivisione con l’utenza delle scelte necessarie al miglioramento dei servizi. Inoltre la presenza di un frontoffice quale primo e unico punto di accesso ad una serie di informazioni e servizi, scelti tra i più utili, rappresenta certamente il punto di forza dell’azione di relazione con i diversi utenti che quotidianamente interagiscono con l’Ufficio. Grazie al contributo di OpenGiustizia, però, abbiamo avviato un percorso più complesso che guarda all’ampliamento delle competenze del front-office, per realizzarne un vero e proprio uffici di relazioni con cittadini, imprese e professionisti e che, al contempo assume una funzione strategica per il miglioramento dei processi di lavoro interni allo stesso Tribunale”. Maria Concetta Mazza, Responsabile del frontoffice -Tribunale di Napoli Il progetto mira a potenziare le funzionalità e i servizi del front-office penale del Tribunale, con lo scopo di favorire il consolidamento dell’Ufficio esistente e procedere ad un ampliamento della qualità e quantità dei servizi offerti. Gli obiettivi operativi del progetto sono stati: • la definizione di un progetto di riorganizzazione del front-office finalizzato ad ampliare i servizi offerti e a incrementare il livello di soddisfazione dell’utenza nell’ambito del più ampio intervento di riorganizzazione delle cancellerie penali; • lo spostamento al front-office di servizi al pubblico attualmente offerti presso le cancellerie per aumentare la produttività delle cancellerie e degli uffici di back-office a cui il pubblico accede in modo frequente. Punto di partenza per la riprogettazione del front-office è stata una puntuale analisi della offerta e domanda di servizi agli sportelli. L’analisi è poi stata replicata con gli stessi obiettivi presso le cancellerie del Dibattimento, del GIP e del Riesame. Tale analisi ha consentito di rilevare i profili di utenza, quantificare i flussi e i tempi di attesa e misurare il livello di customer satisfaction. Numerose interviste sono poi state effettuate con gli operatori del front-office e nelle cancellerie il cui operato è stato poi oggetto di decine di ore di osservazione partecipata. Infine sono stati organizzati degli incontri con i referenti dell’Avvocatura per recepire suggerimenti e proposte di miglioramento da parte dell’utenza professionale. procura della repubblica di napoli 61 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari è emerso chiaramente che l’afflusso di pubblico nelle cancellerie ha un impatto fortemente negativo sulla produttività delle stesse a causa del tempo da dedicare alle richieste dell’utenza e alle continue interruzioni che il continuo afflusso di pubblico comporta. E’ altresì emerso che esiste un gran numero di richieste standard che può essere soddisfatto senza la necessità di interazione con la cancelleria. Infine, è emerso che la distribuzione di servizi tra front-office e cancellerie impediva la creazione di punti di accesso unici in cui l’utenza professionale potesse concentrare un certo numero di richieste affini. La proposta progettuale, attualmente in fase di implementazione, si è basata sul semplice principio di concentrare al front-office tutte le tipologie di servizi e richieste standard, lasciando alle cancellerie solo le richieste che richiedono una interazione complessa. Il front-office è stato potenziato in quantità, quasi triplicando il numero degli addetti full time, tra i quali spicca la presenza di un responsabile dedicato e disponibile in loco, e in qualità, attraverso l’aumento degli atti accessibili in modalità self service attraverso il sistema TIAP e la creazione di nuove procedure per il deposito di istanze non urgenti. Tra queste spiccano, per quantità, le istanze di liquidazioni per le quali si prevede un processo di deposito online che accorcerà sensibilmente i tempi di liquidazione e ridurrà in modo drastico gli afflussi di pubblico in cancelleria e all’Ufficio Liquidazioni. Infine è stata prevista la creazione di uno sportello URP con funzioni di accoglienza e smistamento dell’utenza. La progressiva digitalizzazione di atti e procedure consentirà nel tempo di ridurre ulteriormente i tempi di attesa per l’utenza e snellire i carichi di lavoro di cancellerie e back-office. In tale scenario il front-office diventerà sempre più un punto di snodo fondamentale del nuovo modello organizzativo del settore amministrativo del Tribunale. Al momento in cui questa nota viene scritta si sta provvedendo a selezionare e formare i nuovi addetti e ad attrezzare spazi e infrastruttura informatica attraverso l’aggiunta di un considerevole numero di nuove postazioni in sala TIAP e di punti di accesso SICP, SIGE e SIAMM agli sportelli. 62 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio Affari Civili “Grazie al progetto OpenGiustizia abbiamo costruito per la prima volta un solido dialogo con il Tribunale in materia di Affari Civili. Ci siamo confrontati con un interlocutore disponibile e collaborativo. È un risultato che senza dubbio non ha precedenti nella storia di questo ufficio. La collaborazione con il Tribunale ci ha portato a riflettere meglio sulle nostre attività di lavoro quotidiane, il confronto è stato essenziale per individuare le soluzioni migliori da implementare. Esco da questi mesi di progetto sicuramente più motivata, desiderosa di portare avanti queste esperienze. Credo “Uno degli aspetti più interessanti del progetto è stato senza dubbio l’approccio sperimentale alle innovazioni: prima di rendere definitivi i cambiamenti sono state realizzate delle prove. È stato un bell’esercizio di confronto, che ci ha obbligati a metterci in gioco, provando ad uscire dagli schemi dettati dalle nostre attività quotidiane. Ed esperienze come queste in un’amministrazione come la nostra non possono che giovare al miglioramento dell’organizzazione del lavoro. In particolare le attività condotte in materia di Negoziazioni Assistite e Amministrazioni di Sostegno hanno riscontri anche che il tempo impiegato in queste attività dovrebbe essere scandito diversamente: mi sarebbe piaciuto concentrare questi lavori in un arco temporale più ristretto per dedicarmici con maggiore intensità e impegno. Inoltre credo e sono fermamente convinta di aver contribuito a realizzare qualcosa di utile: utile per l’ufficio, per il Tribunale ma soprattutto per la comunità, a cui vanno riconosciuti servizi di qualità”. Patrizia Albertazzi, responsabile Ufficio Affari Civili e sportello ex art. 335, Procura della Repubblica di Napoli diretti sulla collettività, soprattutto su quelle fasce deboli come minori o anziani per i quali quest’ufficio deve avere per sua vocazione un’attenzione particolare. L’informatizzazione dei servizi rappresenta una risposta per fronteggiare il costante calo di organico del personale amministrativo negli uffici: attraverso l’implementazione di soluzioni informatiche il progetto OpenGiustizia ha permesso di migliorare la qualità dei servizi”. Rosa Volpe, Procuratore Aggiunto IX Sezione Affari Civili, Procura della Repubblica di Napoli Il progetto “Affari Civili” nasce per migliorare i rapporti di collaborazione della Procura con il settore civile del Tribunale e con il settore dei Servizi Sociali del Comune di Napoli. Per quanto riguarda i rapporti con il Tribunale, l’attività di analisi organizzativa realizzata all’inizio del progetto OpenGiustizia ha sottolineato alcune criticità relative al passaggio degli atti tra i due Uffici: da un lato il Tribunale grazie al Processo Civile Telematico procura della repubblica di napoli 63 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari possiede già in formato digitale tutte le informazioni dei fascicoli da passare in Procura, dall’altro il Ministero non ha ancora dato la possibilità alle Procure di processare tali documentazioni digitali con appositi applicativi. Come risultato, l’analisi ha evidenziato come all’interno dell’Ufficio Affari Civili pervenissero ogni giorno decine e decine di atti cartacei potenzialmente disponibili per una loro visualizzazione e trattazione a computer, con conseguente dispendio di risorse non solo materiali (carta, faldoni, carrelli) ma anche immateriali (tempo per il passaggio dei documenti, addetti da impiegare per il trasporto degli atti da un piano all’altro del Palazzo di Giustizia). In assenza di tecnologie ministeriali specificatamente previste per ovviare al problema, la consulenza ha così proposto la costituzione di un tavolo di lavoro tra i due Uffici per individuare soluzioni alternative, condivise e finalizzate alla dematerializzazione di tali scambi informativi: da una approfondita disamina degli atti in entrata portata a termine in collaborazione con il Direttore Amministrativo dell’Ufficio Affari Civili è stata così individuata una prima serie di documenti giudicata di più semplice lavorazione da parte della Procura e da trasmettere sperimentalmente in modalità telematica tramite specifico indirizzo di posta elettronica. Lato Tribunale, si è voluta avviare la sperimentazione coinvolgendo la I sezione civile bis e la sezione fallimentare. Gli accordi e le modalità di scambio degli atti sono stati inquadrati rispettivamente all’interno di un Protocollo di Intesa prossimo alla firma dei Capi Ufficio e di un Regolamento tecnico. Ad oggi questa soluzione evita il passaggio fisico di diverse decine di atti ogni settimana, e con l’estensione di queste prassi lavorative anche ad altre Sezioni del Tribunale si stima di poter dematerializzare nello stesso periodo di tempo anche diverse centinaia di atti. Il secondo filone di attività del progetto Affari Civili ha riguardato la costituzione di un Protocollo d’Intesa e di un Regolamento tecnico da sottoporre all’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Napoli, al fine di omogeneizzare le richieste di intervento in materia di Amministrazione di Sostegno inviate ogni giorno dalle singole municipalità alla Procura. I documenti sono in fase di validazione interna, a cui seguirà la fase di condivisione con l’Assessore. Accanto a queste due attività principali la consulenza ha avviato anche un primo tentativo di revisione dell’organizzazione delle attività del PM Affari Civili, in particolare rispetto all’attività istruttoria relativa ai fascicoli di materia fallimentare. Tale riorganizzazione delle competenze è in fase di valutazione da parte dei rispettivi Aggiunti delle Sezioni coinvolte. Allo stesso modo la consulenza ha supportato l’Ufficio Affari Civili in attività inizialmente non previste da progetto, come quelle riguardanti la definizione delle modalità di lavoro 64 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio per la gestione delle negoziazioni assistite in materia di separazioni consensuali, recentemente introdotte dalla legge n. 162/2014. È da sottolineare infine la collaborazione di tutto il tavolo di lavoro, che sin dall’inizio ha creduto nell’importanza delle innovazioni proposte dalla consulenza. Collaborazione che non è mancata neppure al nuovo Procuratore Aggiunto, la quale, seppur insediatasi nel pieno svolgimento delle attività, ha da subito sposato con entusiasmo gli intenti del gruppo di lavoro. Hanno partecipato al gruppo di lavoro GiusEppE BorrElli, rosa volpE, valEria GoNZalEZ Y rEYEro, patriZia alBErtaZZi, sErGio russo (Procura della Repubblica) Maria ciaNci, iolaNda colElla, Maria dE falco, piEtro lupi, Maura MiGliarEsi, patriZia trapaNEsE, aNtoNElla sossi (Tribunale) siMoNE rossi, riccardo crosara (RTI) Guida e Carta dei Servizi del Settore Penale del Tribunale e della Procura della Repubblica di Napoli “La Carta dei servizi aiuterà tutti noi ad assumerci delle responsabilità e, di conseguenza, ci consentirà di guardare al miglioramento continuo dei processi di lavoro per tenere fede agli impegni assunti. Siamo consapevoli del grande lavoro e degli oneri che questo comporta, soprattutto alla luce della significativa dimensione del Tribunale di Napoli. Tuttavia, come la visione a cui OpenGiustizia ci ha accompagnati, dobbiamo guardare alla Carta come una occasione per qualificare il nostro lavoro e finalizzare i nostri sforzi quotidiani. In questo il modello di segnalazione per i reclami rappresenta certamente un fiore all’occhiello non solo per gli utenti, quanto per consentire ai capi degli uffici di guar- procura della repubblica di napoli dare alle criticità con gli occhi di chi ci osserva dall’esterno, stimolando soluzioni più efficaci e tempestive. La realizzazione della Carte rappresenta certamente un modello che, una volta adottato nel Settore penale, potrebbe essere esportato nel settore civile e amministrativo e possa fungere da riferimento per ciascuna sezione o settore. La sfida che OpenGiustizia ci lascia è certamente quella di contaminare positivamente l’intera dimensione organizzativa del Tribunale e, al contempo, anche la dimensione del personale di magistratura”. Ilaria Cira Accardo, referente per la Carta dei Servizi - Tribunale di Napoli 65 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari “La creazione della Carta dei Servizi ci ha portato a lavorare in un modo nuovo: abbiamo voluto mettere il cittadino al centro, ancora prima delle procedure. Ci siamo immedesimati nelle sue esigenze e bisogni, e da qui abbiamo cercato di sviluppare il servizio. Per noi questo rappresenta un approccio del tutto innovativo e senza dubbio motivante. Esco da questo progetto con la con- sapevolezza che la Pubblica Amministrazione è cambiata, oggi non ci si interroga solo su cosa si dà al cittadino ma anche su come lo si dà. E in quest’ottica la Carta è uno degli strumenti che meglio rappresenta questo nuovo approccio” Carolina Ricci, Direttore Amministrativo Ufficio Personale - Procura della Repubblica di Napoli Punto di partenza Spostarsi da una logica dell’adempimento alla logica del servizio. Questa potrebbe essere la sintesi del cambio di prospettiva, una piccola rivoluzione copernicana, che si è avviata con il lavoro sulla Carta dei servizi. Volendo rimanere in metafora, il punto di partenza degli Uffici è rappresentabile dall’immagine del buon funzionario, custode ed esecutore della procedura, centro dell’agire amministrativo. Lavorare sulla Carta dei servizi ha significato spostare il punto di vista, provando a mettere al centro l’utente, le sue difficoltà e le sue necessità. Obiettivi Gli obiettivi perseguiti dal progetto per la realizzazione della Carta dei servizi sono quelli tipici dei progetti di innovazione organizzativa nella pubblica amministrazione, ovvero aumentare: • l’accessibilità dei servizi; • la trasparenza delle informazioni; • l’efficienza nell’erogazione. La leva per ottenere tali risultati è quella comunicativa, intesa nella sua modalità più completa, che tiene in conto: • della presentazione analitica dei servizi offerti; • dell’impegno di qualità nei confronti dell’utente; • dell’ascolto attivo dei fruitori dei servizi, per ottenere un feedback gestionale ed organizzativo. Migliorare la comunicazione, in una logica di management di servizi, significa agire sulla qualità erogata e sul servizio atteso e percepito dall’utente. 66 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio Metodo La metodologia di intervento per la costruzione della Carta si è articolato in due momento distinti e collegati: la creazione della Guida ai servizi e la creazione della vera e propria Carta dei servizi. La Guida ai Servizi è il primo strumento fruibile ed utilizzabile in tempi rapidi dagli Uffici per raggiungere gli obiettivi di informazione, accessibilità e trasparenza. La Guida ai servizi è stata pensata e realizzata come uno strumento di facile consultazione, organizzata per schede esplicative, strutturate secondo domande essenziali, che ci si pone nel primo accesso ai servizi, quali: a cosa serve il servizio, quanto costa, cosa devo fare, quali documenti servono. Le metodologie utilizzate sono relative all’analisi e mappatura dei servizi, attraverso griglie di rivelazione ed interviste strutturate ai referenti ed ai responsabili di servizio. I risultati sono stati sempre verificati e validati dagli intervistati, dal gruppo di lavoro costituito per la gestione della linea progettuale e dalla parte magistratuale. Partendo dal contenuto descrittivo della Guida, si è realizzata la Carta dei Servizi, che ha come obiettivo fondamentale l’attivazione di un impegno continuo verso la Qualità. A partire dall’analisi degli indicatori e standard di qualità già in essere, si è definito un standard per ogni specifico servizio e creato un modello di monitoraggio e sviluppo della Carta. In entrambi gli uffici il percorso è stato realizzato attraverso un forte coinvolgimento dei magistrati e dei responsabili amministrativi diretti erogatori dei servizi. Tale coinvolgimento è perseguito attraverso la condivisione delle azioni nell’ambito del gruppo di lavoro interno, appositamente creato, denominato “comitato per la redazione della Carta”. La metodologia proposta ha voluto valorizzare il processo di lavoro ed analisi secondo un percorso bottom-up e creare un coinvolgimento ed una attivazione progressiva del personale coinvolto nei servizi. Il comitato di redazione ha svolto in tal senso un ruolo importante, in connessione con l’ufficio innovazione, garantendo la trasmissione di competenze e di formazione al personale interno. Percorso Il percorso per la realizzazione della Carta dei servizi è stato lungo e partecipato. Le attività si sono avviate nei primi mesi nella prima fase progettuale di analisi e sono di fatto terminate a luglio 2015. La mappatura per la realizzazione della Guida ai servizi e le relative schede informative sono state realizzate in stretto raccordo con le attività di rilevazione realizzate nella linea 1. Per l’ufficio della Procura la Guida è stata rilasciata al 30 maggio 2015 in versione aggiornata e revisionata, validata ai fini della lavorazione grafica del documento. Si pensi che procura della repubblica di napoli 67 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari nella sua prima versione la Guida è stato uno dei primi prodotti ad essere rilasciato, nel giugno 2014. A questa prima versione ne sono seguite altre, in relazione agli aggiornamenti necessari al processo di validazione, che ha voluto essere molto inclusivo. I tempi di lavorazione e rilascio dei documenti sono stati sfalsati di alcuni mesi per l’ufficio del Tribunale, in relazione alla diversa programmazione approvata nel progetto esecutivo. La Guida ai servizi per il Settore penale è stata rilasciata, nella sua prima versione nel dicembre 2014 e nella versione ultima è aggiornata al 6 luglio 2015. Importante ricordare anche il lavoro svolto in raccordo con i referenti di linea 5 (comunicazione), al fine di coordinare le attività e poter elaborare progressivamente in termini più comunicativi i prodotti di linea 3 (Carta dei Servizi), sia per la Procura sia per il Tribunale. La Guida ha svolto un importante ruolo gestionale interno, rappresentando come fosse uno “specchio” i due uffici. Essa ha consentito di selezionare i servizi su cui lavorare rispetto alla Qualità, fungendo da base informativa anche verso l’interno. Il suo contenuto descrittivo infatti è stato percepito come la “visualizzazione di un comune patrimonio di conoscenze ed attività”. Per la realizzazione della Carta, come primo step si è allargato il comitato di redazione, creando il “comitato per la redazione della carta”, invitando ai lavori i responsabili di servizio presentati nella Guida. È stata realizzata una prima riunione per la presentazione della metodologia di realizzazione della Carta e condivisione degli strumenti di lavoro proposti. A seguito della riunione, sono stati individuati i servizi da inserire nella prima fase di stesura della Carta e quelli da tenere per una seconda fase, solo sui primi si è quindi attivata la fase operativa di individuazione e costruzione degli indicatori di qualità. In entrambi gli Uffici sono state realizzate diverse riunioni operative con i due comitati per un confronto di dettaglio sull’analisi della qualità nei singoli servizi e la costruzione degli indicatori. I due uffici hanno tuttavia seguito percorsi differenti: in Procura si è partiti dagli esiti della “mappatura della Qualità” realizzata dai singoli responsabili, in Tribunale si è preferito centralizzare maggiormente l’analisi, coinvolgendo direttamente la Dirigenza. Ciò è stato attuato anche in relazione alla decisione del comitato del Tribunale di restringere il lavoro all’analisi del solo indicatore “tempo”. In Procura, al contrario, si è lavorato anche su altri indicatori quali: capacità di semplificazione, accessibilità, ascolto ed assistenza all’utenza, declinati su ogni singolo servizio. Sulla base di tali risultati, il comitato della Procura ha lavorato nella definizione degli standard divulgabili nella Carta, consapevoli che essi rappresentano un impegno, rispetto al quale “ tutto l’ufficio ci mette la faccia”. L’obiettivo di entrambi i comitati di redazione è stato valorizzare la qualità già presente, cercando di proporre alcuni standard più sfidanti per l’ufficio solo laddove si è valutato sostenibile. 68 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio Per la Procura, la Carta dei servizi è stata rilasciata nella sua prima versione il 30 marzo 2015. Il 16 giugno è stata rilasciata la versione ufficiale, pubblicata a fine giugno. In Tribunale la prima versione della Carta è stata rilasciata il 10 giugno 2015, ed al momento di realizzazione del presente documento è in fase di rilascio la versione definitiva. Ricordiamo infine che per il Tribunale è stata prodotta anche la Guida ai servizi, con un focus specifico sui servizi della volontaria per i minori. Risultati I prodotti realizzati sono strumenti con finalità diverse ma complementari: la Guida ai servizi si configura come uno strumento a fini prevalentemente comunicativi verso l’utente esterno, volta a semplificare e risolvere gli ambiti di incertezza nei rapporti con l’Ufficio giudiziario; la Carta dei servizi aggiunge un vero e proprio impegno dell’Ufficio nel perseguimento della Qualità, intesa come risultato di un lavoro gestionale interno, da realizzarsi attraverso un sistema di monitoraggio e controllo dei risultati conseguiti. Risultati interni raggiunti con il lavoro sulla qualità sono individuabili nei seguenti aspetti: • maggiore consapevolezza dei procedimenti interni tesi all’erogazione di servizi verso l’utenza; • riduzione dei possibili errori / disallineamento dalla procedura e della loro ricaduta sul procedimento; • diffusione della cultura del servizio; • apprendimento e formazione interna per il monitoraggio della qualità ed aggiornamento degli strumenti realizzati. Risultati esterni raggiunti sono individuabili nei seguenti: • maggiore informazione e trasparenza sulle attività di servizio svolte; • riduzione dei tempi di erogazione delle informazioni; • diminuzione dei potenziali conflitti comunicativi determinati da aspettative infondate; • conoscenza degli standard di qualità offerti e presidio del loro rispetto. Difficoltà In un percorso così lungo ed articolato le prime difficoltà da presidiare sono state relative al sostegno ed orientamento al risultato del gruppo di lavoro. È stato necessario evitare la dispersione ma soprattutto supportare i due gruppi di lavoro, costituiti da funzionari motivati e volenterosi, ma già molto impegnati nelle onerose attività quotidiane. Inoltre la modalità di lavoro bottom –up ha prodotto dei risultati che necessariamente dovevano richiedere l’approvazione e la validazione da parte dei vertici dell’ufficio. procura della repubblica di napoli 69 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Tale passaggio è stato estremamente positivo, ma ha richiesto un importante lavoro di confronto e condivisione. Avendo lavorato in modo più centralizzato in Tribunale, tale criticità è stata meno presente, tuttavia anche in tale contesto sarà poi necessario attivare il processo inverso, di condivisione con i responsabili e con il resto della struttura. Prospettive “Adesso abbiamo uno strumento che ci consente di operare delle scelte, valutandone anche l’impatto sull’utenza”. Con queste parole il responsabile dell’ufficio innovazione della Procura ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro svolto dai colleghi e per il risultato raggiunto. Analogamente in Tribunale il giudice referente per la Carta ha sottolineato come essa sia uno “strumento di monitoraggio delle scelte di riorganizzazione”. In un contesto in cui si opera in una penuria costante di risorse, la Carta rappresenta uno strumento, assieme ad altri, per aiutare a capire come le scelte organizzative gestionali hanno ricadute importanti sui servizi e quindi sugli standard di qualità espressi per gli utenti. La prospettiva auspicata da entrambi i gruppi è poter progressivamente ampliare i servizi oggetto della Carta, così come migliorare gli standard di qualità per i servizi già inseriti. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Stefano Addeo, Patrizia Albertazzi, Brunella Cocca, Rosanna Corbisiero, Stefano Cucurachi, Abelardo d’Agostino, Raffaello Falcone, Vincenzo Giglio, Lucio Nicodemo, Carolina Ricci, Sergio Russo (Procura della Repubblica) Ilaria Accardo, Domenico Cardullo, Alessandra Cataldi, Giovanna Ceppaluni, Maura Migliaresi, Raffaele Sdino, Antonella Sossi, Maria Concetta Mazza, Paola Ruocco (Tribunale) Giorgia Campana, Clara Campana, Elena Casati, Bruno Dente, Corinne Montano, Raffaele Paciello, Diletta Valentini (RTI) Il Bilancio di Responsabilità Sociale del Tribunale e della Procura della Repubblica di Napoli Il punto di partenza Il Bilancio di Responsabilità Sociale (BRS) è uno strumento finalizzato a descrivere e spiegare, in modo trasparente e accessibile ad un pubblico non limitato ai soli “addetti ai lavori”, cosa fa una organizzazione e quali risultati ha raggiunto in un determinato periodo di tempo (generalmente, un anno solare). Il compito è quello dell’accountability: rendere 70 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio conto alla comunità di riferimento su come vengono utilizzate le risorse disponibili, per raggiungere quali obiettivi, con quali risultati e con quali criticità da affrontare. Si tratta di uno strumento molto importante per gli uffici giudiziari, tradizionalmente poco aperti verso l’esterno. Il BRS dà l’opportunità di descrivere le modalità organizzative (la ‘macchina’ dell’ufficio giudiziario), l’entità della ‘domanda di giustizia’, le politiche ed innovazioni in corso, i dati fondamentali relativi alle performance e i motivi di risultati positivi o negativi. Procura e Tribunale di Napoli hanno affrontato il percorso di responsabilità sociale per la prima volta nell’ambito di OpenGiustizia. Il percorso ha quindi mirato ad impostare il modello di rendicontazione e ad organizzare la raccolta di informazioni necessaria alla preparazione del primo BRS, accompagnando il gruppo di lavoro degli Uffici nella predisposizione del documento, in modo da trasmettere le competenze necessarie alla realizzazione, in autonomia, del Bilancio di responsabilità sociale per le successive annualità. “L’esperienza del Bilancio Sociale è stata un’occasione per tutto l’Ufficio di riflettere sulle proprie attività, di confrontarsi ed essere più consapevoli dell’organizzazione in cui si lavora. Usciamo da questa esperienza senza dubbio orgogliosi, soprattutto se si considera che a fronte di volumi di attività crescenti e personale amministrativo in costante calo siamo comunque riusciti a sostenere i carichi di lavoro. Quello che dieci anni fa facevamo con 7 persone ora spesso siamo costretti a farlo in 3 o 4 persone. Questo è sicuramente un dato che va conosciuto e che deve far riflettere. L’attività di supporto della consulenza è stata fondamentale per accompagnarci in questo nuovo percorso: sono stati sempre costanti e puntuali nel seguire il lavoro e ci hanno consentito di giungere al risultato che tutti ci auspicavamo. Il Bilancio di Responsabilità Sociale, di fatto, è un’attività che tutti gli Uffici Giudiziari dovrebbero mettere in pratica, per due ordini di ragioni: la prima, perchè significa garantire una maggiore trasparenza verso il cittadino, nel procura della repubblica di napoli rispetto del principio dell’accountability; la seconda, perchè attraverso il Bilancio è possibile lavorare per obiettivi. Su questo mi piacerebbe potessero essere investite più risorse, tempo e attenzione, perchè la ritengo una attività dovuta nei confronti della comunità. Il Bilancio Sociale è interessante perchè parla del lavoro di ciascuno di noi. Offre una vista dall’alto, una panoramica stimolante. Aiuta il personale dell’ufficio a sentirsi parte del tutto, soprattutto in questi contesti contesti dove spesso il lavoro è molto specializzato e settoriale. Dà in altre parole quella visione d’insieme che spesso hanno solo la dirigenza e i vertici in generale. Il Bilancio è uno strumento utile per comunicare all’esterno il lavoro della Procura. Perchè una cittadinanza più consapevole del nostro lavoro ci guarderebbe senza dubbio con un atteggiamento diverso e sarebbe anche forse anche più disponibile a collaborare con noi”. Patrizia Albertazzi, referente per il Bilancio Sociale - Procura della Repuibblica di Napoli 71 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Obiettivi La realizzazione del Bilancio di Responsabilità Sociale ha un duplice obiettivo. Il primo è quello di rendere conto verso l’esterno (utenti diretti e stakeholders, come quella più ampia componente della società interessata al buon andamento della giustizia) delle priorità e strategie messe in atto per adempiere alla missione istituzionale dell’Ufficio giudiziario, dei risultati raggiunti e di quelli ancora da raggiungere per conseguire la “visione” al futuro di un ufficio giudiziario moderno ed efficiente. Il secondo obiettivo è quello di supportare la strategia di change management e di miglioramento continuo attraverso la costruzione di un insieme di strumenti e competenze finalizzati all’analisi e valutazione dei risultati più significativi per l’Ufficio giudiziario, favorendo il confronto interno e la comparazione con l’esterno, sulla base di dati ed evidenze empiriche metodologicamente fondati. Metodo Il metodo seguito per la realizzazione del Bilancio Sociale è stato basato su tre elementi principali: l’utilizzo di un approccio di valutazione per l’impostazione e l’analisi delle principali voci di Bilancio e dei risultati; la partecipazione delle diverse componenti interne agli Uffici giudiziari (magistrati e funzionari amministrativi; referenti dei diversi settori) per integrarne le conoscenze e prospettive; l’integrazione delle dimensioni analitiche al fine di restituire una fotografia dell’andamento dell’ufficio giudiziario nel suo complesso. L’attività è stata improntata al supporto e all’empowerment del gruppo di lavoro interno identificato per il BRS, in modo da favorire lo sviluppo in autonomia del documento per le successive annualità. Per questo si è prestata particolare attenzione a fornire framework metodologici/interpretativi, formazione, e sviluppo di strumenti operativi per la raccolta ed analisi dei più importanti dati degli Uffici. Il primo passaggio fondamentale ha riguardato la costruzione dell’”ossatura” del bilancio: ambiti di analisi e informazioni rilevanti per descrivere l’attività dell’ufficio, con una particolare attenzione alle informazioni più significative per descrivere la performance dell’ufficio giudiziario e alle informazioni di maggiore interesse per gli stakeholders. Una volta condivisi i contenuti fondamentali del BRS e le fonti informative per alimentare il documento, sono stati creati degli strumenti di raccolta ed analisi di dati ed informazioni tali da consentire la comparazione dei risultati in un periodo di tempo minimo triennale, l’analisi di trend positivi/negativi, la spiegazione di eventuali picchi, la raccolta e comparazione di alcuni principali indici (es. indice di ricambio e di smaltimento dei procedimenti). Altri metodi di tipo qualitativo sono stati utilizzati per la descrizione di aspetti organizzativi (consistenza ed organizzazione del personale, revisione del Circondario di Procura e Tribunale e delle conseguenze in termini di carichi di lavoro, ecc). Una volta raccolti i dati, 72 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio “Il progetto OpenGiustizia è stato un punto di inizio significativo per migliorare i livelli di organizzazione e superare le diverse criticità che il Tribunale di Napoli presenta. Allo stesso modo la realizzazione del primo Bilancio di Responsabilità Sociale del Tribunale rappresenta un punto di inizio che dal Settore penale potrà e dovrà estendersi a quello civile e allo stesso settore amministrativo. Al di là del rendiconto finale, costruire il Bilancio ci ha consentito e ci consente di attivare una serie di confronti negli anni che ci aiutano a meglio comprendere il modo in cui operiamo. È nello studio e nell’analisi dei valori raccolti che si può trarre beneficio per migliorare l’organizzazione e superare le criticità. Un esempio è costituito dalle spese di giustizia, da come esse si sono evolute negli anni e dalle relative cause. Tutta questa attività è stata estremamente motivante, non solo per i risultati raggiunti, quanto per l’opportunità di entrare a contatto e comprendere meglio settori che, personalmente, mi erano sconosciuti. In questo senso la necessità di continuare nel tempo questa esperienza, di proseguire sulla strada tracciata e con il metodo introdotto da OpenGiustizia resta una grande occasione per guardarsi periodicamente, valorizzare le buone pratiche interne e proporre soluzioni adeguate alle inevitabili criticità””. Luisa Casillo, referente per il Bilancio Sociale Tribunale di Napoli il gruppo di lavoro è stato accompagnato nel commento dei vari elementi del bilancio, al fine di esplicitare al lettore del BRS le motivazioni delle performance annuali. Un altro strumento sviluppato riguarda la gestione e il monitoraggio dei progetti di innovazione in corso presso l’Ufficio. Un capitolo del BRS è stato infatti dedicato alle iniziative ed ai progetti di innovazione in corso, afferenti a OpenGiustizia o portati avanti dagli Uffici con risorse interne o con partnership esterne. Per la Procura di Napoli, ad esempio, si tratta di un totale di 25 iniziative in vari settori di intervento. Per favorire la presentazione degli obiettivi e dei risultati raggiunti è stato quindi sviluppato uno strumento gestionale che da una parte favorisce la presentazione omogenea dei progetti in corso (con riferimento agli obiettivi attesi, ai settori di intervento, al periodo di esecuzione, ai destinatari delle attività e ai partner), dall’altra consentirà all’Ufficio Innovazione di verificare lo stato di avanzamento delle diverse iniziative, favorendo il coordinamento dei referenti/responsabili coinvolti, il monitoraggio degli stati di avanzamento e l’accountability verso committenti, partner e stakeholders. Percorso Il gruppo di lavoro del Bilancio sociale della Procura ha coinvolto oltre 20 persone, guidate da un capo progetto affiancato dall’Ufficio innovazione di recente istituzione presso la Procura. Il percorso di lavori ha coinvolto in misura maggiore e soprattutto nella fase iniziale i funzionari amministrativi della Procura, che hanno lavorato attivamente nella procura della repubblica di napoli 73 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari raccolta dei dati e delle informazioni rilevanti per il Bilancio sociale e nella preparazione delle diverse “bozze” del documento di responsabilità sociale. Una volta preparata la prima bozza, relativa all’anno 2013, si è ritenuto opportuno fare un passo aggiuntivo e aggiornare il documento di responsabilità sociale all’anno 2014, con i dati ormai disponibili a partire da dicembre 2014. Questo nuovo documento è stato completato e discusso in varie riunioni operative con i diversi referenti di settore (sia amministrativi sia magistrati), che hanno aggiunto osservazioni, dettagli e commenti al fine di rendere il bilancio sociale chiaro ed esaustivo. La versione finale del documento è stata confrontata con un altro documento di accountability, la Guida ai servizi, al fine di restituire una informazione omogenea ai cittadini; le informazioni ed i dati di bilancio sono inoltre stati utilizzati per alimentare il sito web di progetto. Una volta completato il documento, ed approvato dai vertici dell’ufficio, è stata realizzata la veste grafica ed il BRS della Procura di Napoli è stato infine presentato in conferenza stampa. Parallelamente sono stati sviluppati alcuni strumenti operativi di supporto alla ripetizione del percorso in autonomia da parte degli uffici, inclusa una guida al percorso di rendicontazione sociale, e realizzati alcuni interventi formativi di tipo generale (valutazione delle politiche e dei progetti; valutazione delle organizzazioni) e specifici (utilizzo degli strumenti messi a disposizione per il gruppo di lavoro). Il percorso di BRS del Tribunale di Napoli è stato recentemente concluso. Le modalità operative sono state sostanzialmente le stesse di quelle descritte per la Procura di Napoli. In entrami i casi, il BRS ha permesso di restituire, in forma chiara e intellegibile ad un pubblico ampio, cosa fanno gli uffici e quali risultati hanno raggiunto negli ultimi anni, mostrando i trend conseguiti a seguito di specifiche politiche di miglioramento organizzativo, e di progetti di innovazione. Alcune difficoltà incontrate nel corso del processo sono riferibili principalmente al coinvolgimento del personale nella revisione e discussione di un documento “in progress”, difficoltà comunque superate grazie al coordinamento dei responsabili del progetto. Nello stesso tempo, la realizzazione del BRS richiede un tempo di lavoro e di “maturazione” del documento finale che talvolta può confliggere con i carichi di lavoro ordinari dell’ufficio. Un aspetto che deve essere tenuto in considerazione con cura riguarda l’allineamento dei diversi documenti istituzionali realizzati nel corso dell’anno giudiziario sia da parte del Procuratore e del Presidente dell’Ufficio sia da parte del Dirigente amministrativo. Dato che per entrambi gli uffici giudiziari si tratta del primo Bilancio sociale realizzato, un limite del percorso è stato il coinvolgimento, limitato, di soggetti esterni nella valutazione delle performance dell’Ufficio. 74 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio Si tratta di un elemento, quello del coinvolgimento di una serie di stakeholders esterni, che potrà essere utilmente affrontato in fasi più mature del percorso, così come accaduto nell’esperienza di altri uffici giudiziari, per raccogliere direttamente le loro prospettive e valutazioni sulle performance raggiunte, e soprattutto, sulle priorità di intervento per il futuro. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Stefano Addeo, Patrizia Albertazzi, Filippo Beatrice, Giuseppe Borrelli, Vittoria Celano, Rosanna Corbisiero, Abelardo d’Agostino, Maria Vittoria d’Alessio, Sabrina De Martino, Maria Concetta di Leo, Catia Di Stasio, Raffaello Falcone, Annamaria Giaquinto, Vincenzo Giordano, Ludovica Giugni, Franco Lauro, Adele Marino, Elvira Pagliuca, Paola Pirro, Carolina Ricci, Domenica Ricciardi, Sergio Russo, Giancarlo Serra (Procura della Repubblica) Gioacchino Angiolelli, Luisa Casillo, Giovanna Ceppaluni, Ivonne De Luca, Teresa Incoranato, Mario Mazzone, Maura Migliaresi, Aldo Oliva, Mario Rossi, Luciano Sabatano (Tribunale) Erica Melloni, Raffaele Paciello, Diletta Valentini, Cristina Vasilescu, Riccardo Viganò (RTI) procura della repubblica di napoli 75 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari La Comunicazione degli Uff ici Giudiziari di Raffaele Paciello e Maria Esposito Sempre pronta ad essere la più corteggiata delle seduzioni, il più magico dei filtri o, in alternativa, il migliore dei capri espiatori, la comunicazione è continuamente affetta da una sindrome da semplicismo cronico. Una patologia le cui cause sintomatiche sono probabilmente da ricercare nella dimensione naturale ed innata che ciascun individuo attribuisce alla propria capacità di comunicare e, di conseguenza, a quella dell’organizzazione sociale, produttiva o istituzionale cui appartiene. È per questo che la dimensione comunicativa è spesso considerata una naturale azione individuale (o collettiva) per la quale non è eccessivamente rilevante, se non per questioni di estetica, un investimento di tempo e di risorse. Ciò salvo attribuire, poi, al celeberrimo “difetto di comunicazione” la spiegazione di ogni disfunzione relazionale o organizzativa. Eppure la letteratura dei rapporti interpersonali e la storia dei sistemi economici, politici, sociali ed istituzionali è intrisa del valore strategico e della complessità dei processi comunicativi. Una complessità che i mutamenti di paradigma e le disponibilità tecnologiche degli ultimi decenni hanno messo in luce in modo ancor più rilevante, fino a fare della comunicazione non più uno strumento, una tecnica o un fenomeno individuale, ma un vero e proprio ecosistema. In questo senso la comunicazione è diventata sempre più un complesso di relazioni non casuali fra tecniche, strumenti, individui, comunità, organizzazioni, istituzioni e valori. Un coacervo non più riconducibile a questioni di estetica (l’immagine), bensì a questioni di etica e di contenuto (azione e reputazione). Un sistema non più analizzabile e gestibile secondo una logica dei luoghi comuni e della superficialità, bensì secondo una visione della competenza, dell’accuratezza e della gestione strategica e puntale della complessità. Nonostante possa apparire eccessivamente teorica, la visione appena descritta costituisce l’esatto valore che il progetto OpenGiustizia Napoli ha inteso attribuire alla funzione della comunicazione: una leva strategica del cambiamento. È sembrato da subito evidente che la dimensione della complessità organizzativa, sociale ed istituzionale degli uffici giudiziari coinvolti non consentisse di guardare alle attività di comunicazione con lo sguardo corto dell’accompagnamento estetico o della disseminazione del progetto e degli interventi attuati, ma invece richiedesse una visione olistica integrata che attribuisse alla comunicazione il ruolo di leva per favorire l’innovazione organizzativa, il cambiamento atteso e la partecipazione auspicata. Le principali criticità emerse nell’analisi organizzativa, negli audit tecnologici, nelle riunioni con gli uffici e nella cantierizzazione degli interventi lasciavano subito intravvedere che 76 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio il “difetto di comunicazione” (reale o espiatorio che fosse) assumeva un ruolo ricorrente e originato da una visione poco strategica della comunicazione (con il poco tempo e le scarse risorse a disposizione, non si può certo trovarne di disponibili pure per la comunicazione). Da qui il percorso intrapreso e la metodologia di intervento decisa. Se da un lato il progetto OpenGiustizia Napoli ha dato alla comunicazione un ruolo primario e trasversale nell’intervento di consulenza, dall’altro è intervenuto mediante due aree di azione: una comunicazione di progetto, maggiormente finalizzata alla divulgazione delle attività, delle finalità e degli output del progetto stesso (www.opengiustizia.it); una comunicazione di processo, maggiormente orientata al superamento delle criticità culturali dell’organizzazione nella visione della comunicazione quale leva strategica del cambiamento e del miglioramento dei rapporti interni, con la cittadinanza e i principali stakeholders. In questo modo se da un lato si è salvaguardata la necessità di diffondere i valori del progetto e i principali elementi di ispirazione e di azione, dall’altro si è certamente colta l’opportunità di sostenere processi di rafforzamento delle competenze interne, della capacità organizzativa, di costruzione di pratiche di community-building e di miglioramento della cultura della comunicazione quale elemento strategico per la reputazione e la qualità dei servizi erogati dagli uffici giudiziari (empowerment). In questo modo, per quanto gravosa e complessa, quella di OpenGiustizia Napoli ha rappresentato una sfida di assoluta avanguardia nel mondo giudiziario italiano. È piuttosto risaputo, infatti, che quello degli uffici giudiziari, sia per la loro dimensione diarchica che per inclinazione culturale e missione istituzionale, non rappresenta certo il sistema più semplice da penetrare dal punto di vista della cultura della comunicazione. Al di là delle sensibilità personali, infatti, il percorso intrapreso ha testimoniato l’esistenza di una forte resistenza al cambiamento e all’apertura comunicativa da parte degli uffici. Ciò sia per una visione ancora troppo intrisa del pregiudizio che la comunicazione abbia funzioni ed obiettivi estetici (immagine), sia per la effettiva carenza di risorse e strumenti disponibili. Nel primo caso le conferme sono arrivate tanto dal personale amministrativo, quanto da quello magistratuale. Nonostante il forte e motivato coinvolgimento nel progetto, infatti, non sono stati pochi i casi di timori per la potenziale sovraesposizione comunicativa non tanto (o non solo) personale, quanto dell’intera organizzazione. Se ciò da un lato evidenzia una forte e positiva identificazione con la missione e i valori istituzionali dell’ufficio, dall’altro rappresenta un significativo limite all’innovazione possibile, soprattutto nell’ottica della digitalizzazione della giustizia e dei rapporti con i cittadini. Allo stesso tempo, però, è altrettanto vero che gli incontri di formazione finalizzati ad un miglior utilizzo degli strumenti di comunicazione interna ed esterna e la costruzione del nuovo sito web della Procura della Repubblica di Napoli, hanno rappresentato due buone procura della repubblica di napoli 77 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari pratiche di assoluto rilievo. Nel primo caso per la nutrita e attiva partecipazione del personale amministrativo sia della Procura che del Tribunale di Napoli. Nel secondo caso per la forte dimensione motivazionale dei soggetti coinvolti nel comitato di redazione del nuovo portale e per la convinta spinta propulsiva verso la semplificazione delle relazioni con l’esterno, la condivisione delle informazioni all’interno dell’ufficio e l’apertura di documenti ed il rilascio di dati sulle attività della Procura venuta direttamente dai vertici dell’ufficio. A tale proposito è emblematico il caso di un pomeriggio di giugno, quando ad un incontro di lavoro interno, lo stesso Procuratore di Napoli Giovanni Colangelo ha chiesto al gruppo di lavoro per la comunicazione e lo sviluppo del nuovo portale www.procura.napoli.giustizia.it, di proseguire con decisione sulla strada tracciata nella semplificazione del linguaggio e nella realizzazione di un portale estremamente “utile e vicino” a cittadini, professionisti e personale dell’ufficio; ciò anche accentuando in modo assoluto il carattere estrema innovatività del portale rispetto al panorama nazionale 78 tribunale di napoli rapporti con l’utenza e il territorio “L’esperienza della costituzione del nuovo sito internet della Procura ci ha permesso di comprendere meglio l’Ufficio in cui lavoriamo. È stata una bella esperienza di collaborazione tra Magistrati e personale Amministrativo. Progettare il sito internet ci ha permesso di essere più consapevoli delle attività di lavoro di ciascuno di noi” Raffaello Falcone, Sostituto Procuratore e magistrato referente per l’Ufficio Innovazione della Procura della Repubblica di Napoli per il settore giudiziario. Da questa committment così importante nasce il primo portale di una Procura della Repubblica italiana fondato prevalentemente su una logica dell’utente e di giustizia aperta. La navigazione per profili-utente, il rilascio dei contenuti in licenza Creative Commons, le infografiche e la modulistica on-line rappresentano in questo senso solo alcuni dei punti di forza del portale realizzato. In merito alla carenza di risorse e strumenti, invece, la totale assenza di uffici dedicati alla comunicazione rappresenta certamente il punto di maggiore criticità tanto nel contesto partenopeo che in quello nazionale. Se da un lato, infatti, l’Ordinamento giudiziario attribuisce le funzioni di informazione direttamente ai vertici degli uffici giudiziari, dall’altro resta ancora molto evidente la carenza di competenze interne strutturate e dedicate alle attività di disegno, gestione e manutenzione quotidiana dei processi (e degli strumenti) comunicativi tanto interni che esterni. Questa, probabilmente, rappresenta la vera criticità del sistema e, al contempo, la principale area di investimento per il futuro dei progetti di change management e di diffusione della cultura della comunicazione strategica negli uffici giudiziari. Nelle varie dimensioni di valorizzazione dei partenariati pubblico-privati, stimolati dagli stessi regolamenti comunitari e l’esperienza di OpenGiustizia Napoli insegnano che il ruolo delle Università può disegnare una nuova avanguardia nella valorizzazione delle competenze e dei saperi in un contesto che ancora ha bisogno di investire sulla cultura dell’organizzazione, senza minimamente intaccare quella dell’autonomia e dell’indipendenza. Proprio l’esperienza di Napoli, infatti, dimostra che è possibile accompagnare i processi di cambiamento organizzativo, ma che è allo stesso tempo fondamentale governare gli aspetti di innovazione metodologica (oltre che tecnologica) attraverso l’innesto di strumenti di integrazione dei saperi, di valutazione ed accompagnamento alla sostenibilità ed alla crescita professionale ed istituzionale di sistemi giudiziari. Nel caso di Napoli è possibile affermare che OpenGiustizia ha certamente aperto le porte degli uffici giudiziari verso saperi non giuridici, e fra queste la comunicazione è uno degli elementi primari. L’esperienza partenopea ha mostrato come l’intervento della consulenza abbia riportato procura della repubblica di napoli 79 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari a nuova centralità del ruolo strategico della comunicazione nel tema del miglioramento dei processi organizzativi e della qualificazione delle relazioni interne e dell’accountability nei confronti dei diversi stakeholders del sistema giudiziario. Allo stesso tempo, però, ha mostrato che la centralità delle funzioni e delle competenze del personale interno nel condurre azioni di questo genere è una prerogativa imprescindibile sia per la buona riuscita dei processi di innovazione, sia per la loro sostenibilità nel tempo e la loro assimilazione nella cultura delle organizzazioni giudiziarie. Hanno partecipato al gruppo di lavoro aBElardo d’aGostiNo, raffaEllo falcoNE, ludovica GiuGNi, caroliNa ricci, sErGio russo (Procura della Repubblica) piEtro lupi, valEria BovE, rossElla Marro, Maura MiGliarEsi, toMMaso MiraNda, raffaElE sdiNo, aNtoNElla sossi (Tribunale) sErGio dE stEfaNo, stEfaNia Elia, Maria Esposito, raffaElE paciEllo, daNiEla vaJaNa (RTI) OpenGiustizia - La conferenza stampa in Procura 80 tribunale di napoli 5 Sviluppo Strategico percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Sviluppo strategico di Stefano Zan Se è vero che il Progetto OpenGiustizia Napoli ha nel suo insieme una importante valenza strategica volta a supportare i processi di modernizzazione degli uffici giudiziari, è altrettanto vero che mentre alcuni sotto progetti si caratterizzano per la ricerca immediata di una maggiore efficienza, altri hanno in sé una prospettiva strategica di più largo respiro. Per prospettiva strategica intendiamo la capacità di governare in piena consapevolezza e trasparenza lo sviluppo degli stessi uffici secondo le linee e le volontà espresse dei suoi dirigenti. Da questo punto di vista sono molti i sottoprogetti che hanno questa caratteristica, anche se di alcuni di questi abbiamo già parlato nei capitoli precedenti perché hanno una valenza molteplice e non solo strategica. È il caso, ad esempio, del Bilancio di Responsabilità Sociale, che rappresenta senza ombra di dubbio lo strumento principale attraverso il quale gli uffici giudiziari possono periodicamente definire ed esplicitare le proprie strategie relative agli interventi mirati al miglioramento delle prestazioni, nonché dei servizi offerti ai cittadini. Se il bilancio di responsabilità sociale, come noi auspichiamo, diventerà l’occasione annuale per formalizzare e comunicare quanto gli uffici intendono fare e come intendono muoversi, tutti gli interlocutori del mondo della giustizia (magistrati, personale tecnico amministrativo, avvocati, ausiliari del giudice, cittadini, istituzioni pubbliche e private) avranno una maggiore e più puntuale conoscenza del mondo in cui si trovano quotidianamente ad operare. Ma è il caso anche della Carta dei Servizi, che in maniera esplicita formalizza la volontà di miglioramento delle prestazioni con particolare riferimento agli utenti che accedono ai servizi degli uffici giudiziari napoletani. Se ben utilizzata la Carta dei Servizi rappresenta la cartina di tornasole del progressivo miglioramento della qualità dell’azione che gli uffici svolgono nei confronti dei diversi interlocutori. Ma di questi due progetti abbiamo già detto ampiamente nei capitoli precedenti, dove abbiamo raccontato le rispettive storie. In questo ultimo capitolo vogliamo raccontare la storia di altri tre progetti che hanno certamente una valenza strategica di largo respiro. Il primo progetto è forse il meno strutturato e visibile, ma ha rappresentato una vera svolta nelle relazioni tra il tribunale e la procura. Ci riferiamo al tavolo congiunto tra i uffici innovazione, rispettivamente del tribunale e della procura, che nei loro incontri periodici non solo hanno risolto problemi da tempo sul terreno, ma hanno creato le basi per un governo consapevole delle interdipendenze organizzative tra i due uffici. 82 tribunale di napoli sviluppo strategico Il secondo progetto racconta la profonda riorganizzazione dell’ufficio innovazione del tribunale per ricercare quella capacità d’azione che il modello organizzativo precedente non aveva saputo trovare. Anche con la formazione delle nuove figure coinvolte nella nuova struttura dell’ufficio innovazione si sono create le basi perché i numerosi progetti di innovazione del tribunale possano essere governati e monitorati in tempo reale. Il terzo progetto racconta la storia del corso base di formazione per l’analisi e la progettazione organizzativa, nella convinzione che una maggiore conoscenza delle teorie e dei metodi di intervento sulle organizzazioni possano costituire un prerequisito indispensabile per garantire una maggiore possibilità di successo anche agli interventi che si vorranno realizzare nel prossimo futuro. Abbiamo voluto altresì dedicare un breve spazio alla presentazione dell’Ufficio Innovazione della Procura che già da tempo operava ed opera per i processi di modernizzazione dell’Ufficio. Gli elementi che caratterizzano tutti e cinque i progetti che rientrano nell’area dello sviluppo strategico sono quelli di fornire conoscenza, strumenti e metodi per guidare con consapevolezza e determinazione le azioni che gli uffici intenderanno intraprendere di qui in avanti, anche quando la consulenza avrà terminato la sua funzione. Al contempo gli stessi strumenti consentono di garantire quella trasparenza dell’azione giudiziaria nei confronti di tutti gli interlocutori e che rappresenta non solo un valore in sé, ma uno dei capisaldi sui quali si è costruito il progetto di sviluppo delle Best Practices.Vogliamo da ultimo ricordare, anche se non si tratta di un progetto specifico, il confronto che abbiamo realizzato in più occasioni con l’Ufficio Innovazione del tribunale di Milano, nella convinzione che anche il confronto sistematico tra uffici diversi rappresenti un potenziale di sviluppo strategico ancora in larga misura da esplorare e valorizzare. Il tavolo di confronto Tribunale-Procura Apparentemente il progetto volto a istituzionalizzare il confronto sistematico tra Tribunale e Procura è il più evanescente di tutti perché tutto centrato sul metodo piuttosto che su singoli obiettivi specifici ma nel contempo è, almeno a nostro avviso, uno dei risultati più importanti che OpenGiustizia ha conseguito. Infatti, quando abbiamo iniziato la nostra analisi organizzativa nella prima fase del nostro intervento abbiamo dovuto registrare un forte distacco, per usare un eufemismo, tra Procura e Tribunale e, all’interno di quest’ultimo, tra Gip e Dibattimento. Le relazioni tra questi uffici sembravano ricalcare pienamente le classiche metafore dell’organizzazione a canne d’organo o a compartimenti stagni nelle quali non solo nessuno parla con gli altri ma anzi ritiene che tutte le difficoltà del proprio ufficio dipendono sempre e comunque dagli altri. Un clima di sostanziale diffidenza reciproca che non prometteva nulla di buono e che secondo la consulenza andava assolutamente affrontato come prioritario. La ragione di questa convinzione non era e non è procura della repubblica di napoli 83 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari tanto di clima o di stile quanto piuttosto di forte consapevolezza organizzativa. Infatti, le interdipendenze tra procura, Gip e Dibattimento sono quelle che in letteratura si chiamano interdipendenze reciproche. E la stessa letteratura ci insegna che le interdipendenze reciproche non si governano (solo) con la gerarchia (ordini di servizio) o con la standardizzazione, ma anche e soprattutto attraverso il mutuo adattamento. Di qui la necessità di favorire al massimo il mutuo adattamento attraverso due strumenti fondamentali: • la conoscenza approfondita dei problemi che gli “altri” devono affrontare; • il confronto sistematico sulle possibili soluzioni di reciproca soddisfazione. A tal fine abbiamo promosso una serie di incontri periodici dei due uffici innovazione con ordini del giorno prestabiliti su temi di comune interesse. Ma in tutti gli incontri abbiamo insistito perché tutti conoscessero i problemi di tutti. A tal fine abbiamo fatto in modo che durante questi incontri si facesse il monitoraggio di tutti i progetti in corso sia in Tribunale che in Procura. Gli incontri hanno avuto una cadenza circa bimestrale e, al di là delle singole decisioni di merito, hanno consentito di: • monitorare e governare il progetto OpenGiustizia nei suoi indispensabili aggiustamenti in itinere; • acquisire progressivamente e spesso inconsapevolmente un’abitudine al confronto reciproco. Questo tavolo rappresenta tra l’altro la sede in cui trovano formalizzazione i protocolli di intesa che Tribunale e Procura hanno individuato, dopo lunghi processi di analisi e di confronto, come la modalità ottimale di governare le proprie relazioni sui diversi temi di interesse reciproco.Certo non sono mancate e non mancano le difficoltà, spesso più di metodo che di sostanza, che in questa fase sono state gestite dalla consulenza, ma che in prospettiva dovranno essere gestite direttamente dai due uffici innovazione: convocazione delle riunioni, fissazione dell’O.d.G., rispetto dello stesso, etc. Per parte nostra restiamo comunque convinti che questo tavolo di confronto degli uffici innovazione sia l’asse portante, anche in futuro, dei processi di innovazione perché sono ben pochi gli interventi sui singoli uffici che non abbiano ricadute dirette o indirette anche sugli altri. Senza governo consapevole delle interdipendenze i rischi di sub ottimizzazione sono elevatissimi e questo renderebbe vani molti sforzi, anche generosi, di cambiamento. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Giuseppe Borrelli, Ludovica Giugni, Raffaello Falcone, Abelardo D’Agostino, Sergio Russo. (Procura della Repubblica) Ilaria Cira Accardo, Domenico Cardullo, Alessandra Cataldi, Giovanna Ceppaluni, Giustino Gatti (Tribunale) Stefano Zan, Simone Rossi, Luca Iandoli, Mauro Salvato, Maria Luisa Frosina (RTI) 84 tribunale di napoli sviluppo strategico L’Ufficio Innovazione del Tribunale “La costituzione dell’Ufficio Innovazione presso il Tribunale di Napoli rappresenta uno dei risultati tangibili del progetto OpenGiustizia. Ciò non solo in termini di risultati prodotti, quanto in termini di aspettative e di visione rispetto al ruolo che tale Ufficio dovrà avere nelle dinamiche di miglioramento continuo dell’organizzazione e dei servizi erogati. Personalmente, dunque, considero l’esperienza di OpenGiustizia molto positiva, anche per averci accompagnato verso una visione nuova dell’attività lavorativa, maggiormente orientata ad una vi- sione manageriale ma senza mai perdere di vista le problematiche quotidiane. Da soli non avremmo avuto questa capacità di cambiare la concezione del lavoro in modo esteso e non settoriale. Ora, soprattutto per il futuro, spetterà a noi mettere a valore questa capacità di visione, attivando percorsi di ascolto e di accompagnamento all’innovazione di altri settori ad oggi ancora non coinvolti”. Antonietta Sossi, responsabile Ufficio Innovazione del Tribunale di Napoli Dopo la prima fase di analisi è apparso chiaro che l’Ufficio Innovazione del Tribunale, per altro già costituito prima dell’intervento OpenGiustizia, presentava problemi di varia natura che dovevano essere assolutamente affrontati per mettere in condizioni l’ufficio di operare al meglio. La diagnosi delle criticità era assolutamente condivisa da tutti i componenti dell’Ufficio: organismo pletorico quanto a composizione e assenza di un metodo di lavoro e di uno staff permanente che consentissero continuità degli interventi nonché programmazione e monitoraggio delle azioni di innovazione. A queste evidenti criticità si affiancavano però alcuni elementi di delicatezza istituzionale che consigliavano estrema cautela proprio per la rilevanza che tutti attribuivano e attribuiscono al buon funzionamento di un ufficio di questa natura, così nuovo rispetto alla cultura tradizionale degli Uffici Giudiziari. Gli elementi di delicatezza erano dati da un lato dal recente arrivo della nuova dirigente amministrativa e dall’altro dall’imminente arrivo del nuovo Presidente. è del tutto evidente che un ufficio innovazione per le funzioni che può svolgere e le potenzialità che può esprimere deve trovarsi in perfetta sintonia con la “doppia” dirigenza dell’ufficio. Per far fronte a questa situazione del tutto contingente ma non per questo meno rilevante abbiamo scelto di procedere secondo alcune tappe che richiamiamo sinteticamente: • incontro collettivo-seminariale con il responsabile dell’ufficio innovazione del tribunale di Milano (il primo ad essere costituito in Italia); • una serie di colloqui-interviste con testimoni significativi (magistrati e amministrativi); procura della repubblica di napoli 85 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari • due interviste in profondità rispettivamente con la Dirigente Amministrativa e il nuovo Presidente; • predisposizione di un documento base, inviato al Presidente, con le linee guida che, secondo la consulenza, avrebbe dovuto avere il nuovo ufficio. A questo punto il lavoro della consulenza si è arrestato perché il Presidente con grande determinazione e rapidità ha fatto proprie le dimensioni fondamentali prospettate nel documento e, con una serie di riunioni interne, ha promosso la composizione del nuovo ufficio innovazione sia per quanto riguarda i magistrati che gli amministrativi e i tecnici. Alla fine di questo percorso l’ufficio innovazione, ufficialmente costituito alla fine di Maggio 2015, si caratterizza per una struttura amministrativa stabile composta da sei persone che sono in staff tanto al Presidente che alla dirigente amministrativa, da un magistrato coordinatore, dai magistrati referenti per l’informatica e da magistrati e referenti del Personale Amministrativo che presidiano i diversi progetti di innovazione. Vale altresì la pena ricordare la complessità organizzativa del Tribunale che oltre all’area penale (GIP, Dibattimento e Riesame) deve governare anche tutta l’area della giustizia civile. Al termine del progetto ri-fondativo la consulenza è stata richiamata in causa per gestire un percorso di formazione per i componenti del nuovo ufficio. I contenuti dell’intervento sono stati definiti a valle di un confronto con la Dirigenza Amm.va e la Presidenza e dopo una ricognizione delle skill e motivazioni del personale di staff. è emersa con chiarezza la necessità di avviare un percorso che portasse in tempi brevi alla costruzione di un sistema di controllo direzionale a supporto delle decisioni strategiche basato sull’analisi delle prestazioni di processi e unità organizzative e che vada ben al di là degli adempimenti statistici ai che gli Uffici Giudiziari sono tenuti per legge a effettuare. Coerentemente l’intervento formativo è stato incentrato sull’analisi organizzativa (strutture, processi e misura delle prestazioni organizzative) e sulla ricostruzione della mappa degli interventi di innovazione attualmente in corso presso il Tribunale di Napoli. In prospettiva possiamo dire che il nuovo ufficio innovazione dovrebbe costituire l’asse portante dei processi-progetti di innovazione tecnologica e organizzativa nel momento in cui la consulenza, per scadenza di contratto, lascerà gli uffici di Napoli. Hanno partecipato al gruppo di lavoro Ettore Ferrara, Giovanna Ceppaluni, Alessandra Cataldi, Raffaele Sdino, Michele Magliulo, Maura Migliaresi, Domenico Cardullo, Antonietta Sossi e il gruppo degli operatori dell’Ufficio Innovazione rinnovato (Tribunale) Stefano Zan, Luca Iandoli, Mauro Salvato (RTI) 86 tribunale di napoli sviluppo strategico L’esperienza dell’Ufficio Innovazione della Procura della Repubblica “Il punto di forza di questo progetto è stato senza dubbio l’approccio adottato: ci siamo posti un obiettivo comune, non di parte. Ha prevalso l’interesse di realizzare interventi per migliorare la logica di filiera tra i due Uffici, mantenendo come principio cardine la qualità dei servizi che rendiamo alla cittadinanza” Raffaello Falcone, Sostituto Procuratore e magistrato referente per l’Ufficio Innovazione della Procura della Repubblica di Napoli L’Ufficio Innovazione della Procura della Repubblica di Napoli nasce a dicembre 2011. Nella sua prima composizione è formato dal Direttore Amministrativo Abelardo D’Agostino, a supporto delle attività di innovazione del Procuratore Aggiunto Giovanni Melillo. Sin dalla sua costituzione l’Ufficio ha avuto un ruolo di raccordo tra la struttura interna e attori esterni quali Ministero, Regione e Università. Ha creato opportunità di tirocinio, realizzato periodicamente progetti interni di innovazione, organizzato giornate di orientamento per gli studenti delle scuole superiori, realizzato accordi di collaborazione con le Università per l’apporto di expertise specializzate. A marzo 2012 sono entrati a far parte dell’Ufficio Innovazione i PM Raffaello Falcone e Ludovica Giugni. A febbraio 2014 il Procuratore Aggiunto Giuseppe Borrelli è subentrato al collega Giovanni Melillo. Poche settimane dopo ha avuto inizio il progetto OpenGiustizia. L’Ufficio Innovazione ha rappresentato per la Procura una vera e propria cabina di regia per OpenGiustizia. Sin dall’inizio è stato il punto di collegamento tra l’organizzazione interna e il Raggruppamento Temporaneo di Imprese. Durante questi diciotto mesi di lavoro l’Ufficio Innovazione è stato coinvolto in più di 10 riunioni di Stato Avanzamento Lavori e circa 40 riunioni sui singoli cantieri o linee di intervento. L’Ufficio trova il suo principale punto di forza nella sua stessa composizione: un gruppo di soggetti che esprimono la doppia componente professionale: Magistrati e Personale Amministrativo. Ad oggi il patrimonio di esperienze organizzative e gestionali acquisite è però limitato a un numero di persone. Tuttavia, come a più riprese hanno sostenuto sia Raffaello Falcone che Abelardo D’Agostino “è nostro desiderio estendere e condividere quanto appreso, diffondendo a cascata tra i nostri colleghi questo nuovo modus operandi. In particolare, come eredità di questa esperienza di un anno e mezzo di lavoro, vorremmo costituire un gruppo più ampio, composto da addetti che volontariamente supportino le attività dell’Ufficio Innovazione, collaborando a individuare proposte e approcci alla riorganizzazione della Procura”. Questo con una duplice finalità: diffondere un nuovo modo di lavorare da un lato, e dall’altro individuare proposte che siano il più collaborative e partecipate possibili. procura della repubblica di napoli 87 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Se tutto questo avrà seguito, possiamo dire che il supporto del progetto OpenGiustizia non sarà stato solo di natura tecnica, ma avrà anche contribuito a modificare la cultura organizzativa di questo Ufficio, che cerchiamo di far funzionare ogni giorno al meglio per il bene della nostra comunità locale”. La formazione Raccontare la storia del progetto formazione non è semplice per almeno due motivi. Intanto il percorso per la formazione base sull’analisi e la progettazione organizzativa è stato proposto direttamente dai consulenti sulla base della loro esperienza e fatto proprio dai componenti degli uffici innovazione che hanno approvato il progetto. Quindi possiamo dire che a questo livello non c’è stato coinvolgimento e partecipazione perché era oggettivamente impossibile per i non addetti ai lavori formulare una valutazione di merito su quanto proposto. Ma il tempo intercorso dall’inizio dell’intero progetto OpenGiustizia è stato sufficiente a creare un rapporto di fiducia tra gli operatori e i consulenti di modo che il percorso di formazione ha potuto prendere avvio tranquillamente. Il secondo motivo è che mai come nel caso della formazione qualsiasi valutazione del docente deve essere affiancata da “Non si può pretendere che i singoli addetti siano sempre pronti e preparati ad affrontare ogni cambiamento normativo, tecnologico o organizzativo, lo svolgimento delle quotidiane attività spesso non lascia il tempo neppure di aggiornarsi e di orientarsi tra le novità. Sinora abbiamo fatto solo formazione piovuta dall’alto, preconfezionata, su tematiche decise da altri, mentre la formazione OpenGiustizia è stata pensata a supporto degli uffici e di chi vi lavora per incidere sul reale comportamento delle persone. La formazione del personale deve essere continua e coerente con le esigenze dell’Ufficio, per sostenere gli addetti nel cambiamento, così la Formazione OpenGiustizia è stata una grande opportunità per chi ha partecipato. Il progetto di Formazione è stato molto utile per vincere la resistenza del- 88 le abitudini e dei modelli di lavoro, questo per i direttori amministrativi coinvolti e per i magistrati che sono intervenuti. Ora la formazione meriterebbe d’essere diffusa, coinvolgendo tutti, sia per rendere maggiormente omogenee le conoscenze sia per creare, come è accaduto tra i partecipanti, quelle relazioni trasversali tra uffici e ruoli differenti alla base di un vero miglioramento dell’organizzazione interna. In prospettiva questa maggiore consapevolezza del proprio ruolo e di quello degli altri avrà effetti positivi anche sull’utente finale, perché con maggiore consapevolezza si lavora meglio e si produce di più, con maggiore attenzione anche al cittadino”. Abelardo D’Agostino, responsabile Ufficio Innovazione - Procura della Repubblica di Napoli tribunale di napoli sviluppo strategico quella dei discenti che solo sono in grado di apprezzare la qualità del docente, l’utilità dei temi trattati, l’interesse per ulteriori approfondimenti. Ciò premesso possiamo ricordare che il corso si è articolato in due parti: una di analisi e progettazione organizzativa e una di valutazione delle performance condotti rispettivamente dal professor Stefano Zan e dalla dottoressa Erica Melloni. Una successivo modulo tematico è invece stato dedicato al tema della comunicazione interna e degli strumenti telematici, condotto dal dottor Raffaele Paciello. Nella prima parte sono state prese in considerazione le “determinanti” dell’agire organizzativo e più in particolare le strutture, la cultura, il potere e i rapporti con l’ambiente. Nella seconda parte sono stati presentati e discussi i principi di fondo per valutare politiche ed interventi pubblici, da una parte, e dall’altra, per valutare la qualità di un’organizzazione nel suo complesso. L’aspetto più importante che il corso si proponeva di sostenere è che quanto avviene negli uffici giudiziari, in particolare le disfunzioni e le inefficienze non sono un unicum proprio di questa organizzazione ma sono regolarità comportamentali che si possono riscontrare in qualsiasi organizzazione complessa. In altri termini i comportamenti dei diversi attori organizzativi sono riconducibili a regolarità e prassi che sono analizzabili e riconducibili a criteri generali e astratti che diverse teorie sono in grado di spiegare in maniera soddisfacente. Non solo. La comprensione delle reali dinamiche organizzative consente di ipotizzare percorsi mirati di cambiamento che altrimenti rischierebbero di essere aleatori e del tutto casuali. Inoltre, condividere alcuni elementi metodologici per valutare ciò che si è fatto o ciò che bisogna fare per raggiungere gli obiettivi di cambiamento, è importante perché significa anche condividere, tra le molte ragioni possibili, quelle più rilevanti per spiegare successi ed insuccessi. E quindi, è più facile operare scelte incrementali per rimuovere ostacoli, aggirare criticità, ribadire l’orizzonte comune, ecc. Che questo obiettivo sia stato raggiunto non sta a noi dirlo. In sede di valutazione finale ci consentiamo alcune considerazioni da “docenti”. Il clima d’aula è sempre stato molto positivo e collaborativo. L’interesse era evidente così come l’intensa partecipazione attraverso domande, commenti, ipotesi alternative etc. La frequenza, come sa chi ha sempre partecipato, è stata abbastanza altalenante soprattutto per quanto riguarda i magistrati ma questo è un problema strutturale perché qualsiasi data o modulo si scelga si scontra sempre con gli impegni dei magistrati difficilmente prevedibili a priori. In prospettiva, qualora i partecipanti confermassero il loro interesse e la loro valutazione positiva, e qualora, ovviamente, ci fossero risorse a disposizione si potrebbe pensare: procura della repubblica di napoli 89 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari • ad un allargamento ad un maggior numero di partecipanti al corso base; • ad un approfondimento su singoli temi per chi ha già partecipato al corso base. In questo caso è possibile pensare fin da ora ad un coinvolgimento più diretto degli interessati nonché alla possibilità di utilizzare risorse ordinarie (quali quelle ad esempio della formazione decentrata) per approfondire le conoscenze in materia di organizzazione (degli uffici giudiziari), di valutazione delle politiche e delle performance in ambito giudiziario, della valutazione partecipata a partire dagli utenti, ecc. Hanno partecipato al gruppo di lavoro aBElardo d’aGostiNo (Procura della Repubblica) doMENico cardullo, aNtoNiEtta sossi (Tribunale) Maria luisa frosiNa, Erica MElloNi, raffaElE paciEllo, stEfaNo ZaN (RTI) Un momento del percorso formativo 90 tribunale di napoli 6 Prospettive e Percorsi di Innovazione percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Prospettive e percorsi di innovazione di Giovanna Ceppaluni Nel corso dei diciotto mesi in cui il progetto OpenGiustizia si è sviluppato all’interno del Tribunale di Napoli, mentre i consulenti acquisivano dati ed informazioni e “studiavano” la realtà giudiziaria napoletana, tutti coloro che vi partecipavano ad ogni livello, ed in particolare chi aveva compiti di coordinamento, hanno ripetuto continuamente, anche a se stessi, che l’innovazione organizzativa costituisce l’unico concreto strumento per cercare di migliorare l’efficienza del sistema giustizia. Larga parte della progettazione è stata dedicata, infatti, alla individuazione di ipotesi organizzative nuove, o di adeguamento e miglioramento di quelle esistenti, anche e soprattutto attraverso la valorizzazione di strumenti tecnologici spesso poco o male utilizzati. L’impresa era ed è tuttora molto complicata. Il processo penale - e tutto l’impianto burocratico che lo accompagna, dalla sua nascita sino alla conclusione - costituisce una sfida davvero notevole, anche per chi ha fatto della gestione di sistemi complessi la propria mission. Ancor più difficile riuscire a scardinare abitudini annose, prassi consolidate, ostinate difese di piccoli spazi di potere faticosamente conquistati e, più in generale, la diffidenza che, da sempre, tutti i protagonisti del settore giustizia nutrono nei confronti dell’innovazione, intesa come spersonalizzazione, perdita delle peculiarità individuali, standardizzazione della risposta giudiziaria e, quindi, rischio di generale abbassamento del livello di qualità del servizio, nella ferma e diffusa convinzione della impossibilità di coniugare l’efficienza e la buona amministrazione della giustizia nel senso “sacrale” della funzione. Proprio per tale motivo l’esperienza del progetto OpenGiustizia ha contribuito ad avviare un mutamento dell’atteggiamento culturale degli operatori del settore nei confronti delle novità organizzative, finalmente riconosciute come l’unica possibilità di miglioramento, nella condizione di carenza di risorse che da anni sperimenta il comparto. Sin dal primo momento, infatti, è stata richiesta ai consulenti l’elaborazione di ipotesi di riorganizzazione che tenessero conto della effettiva consistenza delle risorse, in una realistica prospettiva di prevedibile peggioramento, determinato sia dai costanti tagli di bilancio che dalla mancanza assoluta di turn over per il personale. Nel contempo, la verifica della situazione di fatto, operata da soggetti esterni e, quindi, del tutto “asettica”, ha consentito di individuare, accanto alle molteplici prassi che appesantiscono in modo spesso ingiustificato le procedure, anche talune nicchie di buona organizzazione, finalmente evidenziate e rese patrimonio comune, in un’ottica di unicità del servizio da rendere, e di centralità dell’interesse dell’utenza, da realizzarsi attraverso la semplificazione, derivante dalla migliore organiz92 tribunale di napoli prospettive e percorsi di innovazione zazione delle attività di tutti gli operatori (avvocati, personale amministrativo e magistrati). La particolare concretezza ed incisività dell’intervento è stata, inoltre, agevolata dal verificarsi, nel medesimo periodo, di molteplici favorevoli circostanze. Per un verso, il progetto ha avuto inizio e si è sviluppato durante un anno in cui il Tribunale di Napoli ha visto il pressocchè concomitante insediamento dei nuovi vertici dell’ufficio (Presidente del Tribunale e Dirigente Amministrativo), che hanno sin dal primo momento manifestato grande interesse e diretta partecipazione per la riuscita dell’esperienza; per altro verso, sono divenute operative alcune importanti modifiche legislative ed organizzative, quali l’utilizzo in maniera completa del nuovo sistema di registrazione penale (SICP), le notifiche telematiche (SNT) ed il nuovo sistema di assegnazione dei processi al settore dibattimento penale (GIADA), che hanno reso indispensabile il loro coordinamento con l’organizzazione complessiva. Nella fase conclusiva dell’esperienza deve, quindi, sottolinearsi con forza che il progetto è stato solo un punto di partenza per quella che dovrà essere, necessariamente, una nuova stagione dell’amministrazione della giustizia penale nel Tribunale di Napoli. La mappatura dei sistemi informatici in dotazione e l’organico inserimento degli stessi in un ampio e completo programma organizzativo costituisce sicuramente la parte di maggiore impatto del progetto. L’innovativo assetto dell’intero settore amministrativo penale dibattimentale, che involge anche modifiche agli altri settori, potrà sicuramente migliorare i servizi prestati all’utenza, sia qualificata che non, ma affinchè ciò avvenga e, quindi affinchè l’impegno, assunto attraverso la pubblicazione del “Bilancio sociale”, sia rispettato, e la “Carta dei servizi” si arricchisca nel tempo di altre e più ampie facoltà per l’utenza, è indispensabile che l’entusiasmo dei “pochi” (personale amministrativo e magistrati) che hanno partecipato alla realizzazione del progetto dall’interno si estenda ai “molti” che dovranno darvi quotidiana attuazione. La spinta, anche e soprattutto di innovazione culturale, derivante dall’attività dei consulenti non potrà spegnersi con il completamento della esperienza che, evidentemente, in molti casi ha solo evidenziato difficoltà, che dovranno essere superate con soluzioni elaborate nel tempo. Oltre alla formulazione dei concreti progetti, che troveranno attuazione nell’immediato futuro, l’esperienza di OpenGiustizia dovrebbe quindi aver fornito gli strumenti ed i metodi per consentire agli operatori di progredire nel campo della migliore organizzazione, affrontando i problemi che via via verranno a porsi. La nuova sfida sarà, quindi, un costante miglioramento, da perseguirsi attraverso il monitoraggio “sul campo” dei progetti, lo stabile scambio di esperienze con altre realtà giudiziarie, la continua attività di formazione ed informazione e l’attenzione alle innovazioni tecnologiche, nella speranza di giungere ad una progressiva maggiore semplificazione ed alla concretizzazione del processo penale telematico. procura della repubblica di napoli 93 percorsi di innovazione degli uffici giudiziari Prospettive e percorsi di innovazione di Giuseppe Borrelli Grazie a OpenGiustizia la Procura della Repubblica di Napoli ha potuto avvalersi, per la prima volta, di una consulenza di sperimentato ed elevato livello per portare avanti, in modo organico, il suo progetto di innovazione. Questo ha richiesto prima di tutto una profonda riflessione sull’operato di ciascuno di noi. Ci siamo messi in gioco valutando strade e modalità di lavoro alternative. Ritengo che il risultato oggi raggiunto possa considerarsi soddisfacente: in particolare, valuto strategica la scelta di individuare la cabina di regia all’interno dell’Ufficio Innovazione. Grazie a questo centro di coordinamento è stato possibile infatti monitorare lo stato di avanzamento delle singole linee di lavoro e di conseguenza è stato possibile dettare tempi, pianificare e dare le priorità agli interventi, valutando di volta in volta gli sviluppi in corso all’interno dell’Ufficio. Tra i vari cantieri portati avanti durante questo progetto valuto con estremo interesse quanto realizzato in materia di intercettazioni, orientato ad una maggiore uniformità delle prestazioni delle società esterne, trasparenza nei confronti della collettività ed economicità verso i servizi offerti, senza mai perdere di vista la qualità della singola intercettazione. Grazie a questo progetto siamo stati in grado inoltre di implementare sistemi informatici capaci di recuperare gli arretrati delle fatture ancora da liquidare, e automatizzare i controlli delle nuove fatture in entrata. Penso inoltre al progetto “affari semplici”, di prossimo avvio, e che porterà ad una gestione semplificata e più celere di quelle notizie di reato di diretta definizione attraverso Decreto Penale. Questo aspetto apporterà benefici diffusi su tutte le segreterie centralizzate delle Sezioni indagini, permettendo ai Magistrati di concentrare maggiormente le loro forze su indagini più strutturate e complesse. OpenGiustizia si può ritenere ad oggi concluso, ma quanto sinora realizzato non rappresenta che l’inizio di un percorso più ampio che questo Ufficio può e deve intraprendere, attraverso differenti traiettorie di intervento. Penso prima di tutto al potenziamento delle logiche di filiera, già valorizzate in questi mesi di progetto. Ad oggi molto è stato già fatto in termini di dialogo con il Tribunale, e con ottimi risultati, ma ancora il lavoro non può considerarsi completo. Non si può infatti escludere da questo ragionamento la piena digitalizzazione del fascicolo penale, che permetterà in futuro il passaggio telematico degli atti tra Uffici. Questo aspetto cambie94 tribunale di napoli prospettive e percorsi di innovazione rà radicalmente le modalità di lavoro sia del Magistrato, in particolare in termini di consultazione e ricerca degli atti, che del Cancelliere, che dovrà occuparsi di organizzare digitalmente i faldoni, categorizzandoli e favorendone l’usabilità, e di riflesso anche per l’Avvocato, che non dovrà più recarsi in Ufficio a visionare gli atti. Tale approccio di filiera non dovrà limitarsi al solo ufficio del Tribunale ma dovrà estendersi anche agli altri attori, come la Corte d’Appello, la Procura Generale e il Tribunale di Sorveglianza, fino ad includere le forze dell’ordine, che rappresentano per un Ufficio come la Procura lo strumento fondamentale per svolgere le indagini ed esercitare l’azione penale. Questa riflessione pone le basi per un ragionamento più ampio sugli strumenti tecnologici oggi a disposizione per il nostro lavoro. In un prossimo futuro sarà essenziale garantire l’interoperabilità delle svariate basi dati oggi offerte dagli applicativi, al fine di minimizzare le attività di data entry da parte del personale amministrativo. Ma anche completare l’informatizzazione degli attori coinvolti da quello che sarà il Processo Penale Telematico: dagli strumenti in dotazione al PM per l’elaborazione di provvedimenti e gestione di fascicoli e udienze, al potenziamento dei servizi telematici per l’Avvocato, in termini di consultazione atti, estrazione di copie e deposito di istanze. E in conclusione un pensiero particolare è rivolto agli strumenti per l’utenza messi a disposizione grazie a OpenGiustizia. Carta dei Servizi, Bilancio Sociale e Sito Web rappresentano modalità di rapporto con l’utenza oggi imprescindibili, attività dovute per la collettività che serviamo ogni giorno. Il mio augurio è che possano sempre essere aggiornate al fine di mantenere lo standard di qualità oggi raggiunto, e se possibile di migliorarlo progressivamente. La strada per realizzare queste innovazioni è sicuramente lunga, ma sono altrettanto convinto che il nuovo corso intrapreso da questo Ufficio grazie ai recenti percorsi di innovazione ci permetterà di affrontare con il giusto approccio le sfide del prossimo futuro. procura della repubblica di napoli 95 Progetto OpenGiustizia Napoli Stefano Zan, Responsabile Scientifico del progetto Alessandro Buttà, Project Manager Rita Maria Antonia Mastrullo, Responsabile del Monitoraggio Simone Rossi, Capo Cantiere Procura della Repubblica Luca Iandoli, Capo Cantiere Tribunale Emilio Esposito, Responsabile Linea 1 Antonino Mazzeo, Responsabile Linea 2 Bruno Dente, Responsabile Linea 3 Erica Melloni, Responsabile Linea 4 Maria Esposito, Responsabile Linea 5 www.opengiustizia.it In diciotto mesi abbiamo stimolato e accompagnato il cambiamento, facendolo diventare patrimonio della cultura organizzativa degli uffici. Avremmo potuto semplicemente dare conto di tutto questo, ma abbiamo preferito raccontarvelo attraverso le storie delle persone, delle sfide e dei risultati ottenuti, proiettandoci verso ciò che sarà.