Ebbene sì, da paura! Non solo perché il tema che

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Ebbene sì, da paura! Non solo perché il tema che
Ebbene sì, da paura! Non solo perché il tema che stiamo per affrontare può provocare
qualche effetto strano alla vostra mente, ma perché quest’oggi vi troverete in mano non
uno, ben due Svegliarini raccolti in un’unica copia! Se provate a ruotare il giornale,
troverete un altro editoriale con un nuovo tema! Questa volta, perciò, affronteremo un
tema piuttosto leggero e un altro più profondo ed impegnativo (Ma spetta a voi di
scoprire di che cosa parleremo…)! Intanto occupiamoci di questa prima parte di questo
numero: vi è mai capitato la mattina di guardarvi allo specchio e dire:”Oggi mi sento
proprio un mostro!”, oppure non avete mai assistito ad una competizione o ad una
partita senza esclamare:”Quell’atleta/giocatore è veramente un mostro di bravura!”?
Oppure, quando state traducendo una versione di Latino o Greco o state leggendo un
libro, non vi è mai capitato una parola, per così dire, cacofonica o terribilmente
complicata o illeggibile o estremamente lunga? Insomma, la parola mostro fa davvero
parte del nostro linguaggio quotidiano e può assumere significati diversi a seconda del
contesto… D’altronde, visto che ormai siamo abilissimi latinisti (Si fa per dire… ☺),
sappiamo ricostruire con precisione l’etimologia della parola: infatti, la parola mostro
deriva dal latino “Mostrum”, che significa “evento prodigioso, fatto straordinario” e poi,
con il passare del tempo, questo vocabolo ha assunto un’accezione negativa, fino ad
essere utilizzata per descrivere creature orripilanti… In effetti, alla riunione, quando mi
hanno proposto questo tema, sono rimasto un po’scettico perché mi aspettavo che si
parlasse solo di Pokemon, Digimon, fumetti vari e divenisse un tema piuttosto
disgustoso e raccapricciante… In effetti, molti articoli sono incentrati su questo
significato, ma abbiamo cercato anche di dare un congruo spazio a tutti quei significati
che vi ho accennato prima: le parole, i significati più assurdi, la paura per la maturità e
le “mostruosità” (Nel senso buono del termine…) che dicono i nostri professori (Gli
immancabili Ipse dixit)! Non resta altro che aggiungere solo due cose: innanzitutto
cercate di mantenere la calma leggendo questi articoli, e, secondo, cercate di passare
tutti quanti una stupenda estate piena di eventi prodigiosi, per ritornare l’anno
prossimo (Non per i ragazzi di Terza…) riposati e più forti che mai! A presto!
Mostri ed infinito: nell’orizzonte mi rispecchio
Il bestiario
Parole mostruose!
Bevi, Rosamunda, lietamente con tuo padre!
Il troppo… stroppia!
Un doppio, “speciale”… augurio ai maturandi!
Il circolo di Mecenate
Ipse dixit
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MOSTRI E INFINITO: NELL’ORIZZONTE MI RISPECCHIO
Qualche anno fa mi trovai a Oslo, nella Nasjonalgalleriet
che ospita una delle versioni del famoso Urlo di E.
Munch. Sostando davanti al dipinto fui preso alla bocca
dello stomaco dall’angoscia che suscitava. In
particolare due aspetti mi attraevano: la deformità del
volto ridotto a teschio urlante e la profondità dello
spazio del fiordo che raccoglie acqua, terra, cielo.
Quasi un infinito che accascia l’artista, risvegliando in lui
la vertigine dell’abisso: «sentivo che un grande urlo
infinito pervadeva la natura», racconta Munch stesso.
Mi è tornato in mente questo ricordo, vedendo che lo
Svegliarino di fine anno si presenta con un doppio tema:
l’infinito e i mostri. Che legame c’è? Beh, può non
esserci alcun collegamento nel giornalino, ma certo c’è
nella vita di ciascuno di noi. Avete mai riflettuto sul
perché molte persone evitano di proposito il silenzio e
durante la giornata cercano sempre di essere occupate o di avere un rumore di fondo
(Ipod, TV ecc.)? Il motivo è semplice: la sosta meditativa e il silenzio ci mettono in contatto
con un Infinito oltre a noi e un infinito dentro di noi che ci fa paura. Ci fa paura, perché in
questo I/infinito c’è tutta la nostra bellezza, ma anche i nostri lati oscuri, i mostri che ci
abitano: ferite del passato, paura di essere brutti, terrore dell’insuccesso o di non essere
all’altezza, obbrobrio della solitudine, angoscia di non essere amati... Chi ha voglia di
affrontare questi buchi neri? Quando però ci capita, per grazia, di fermarci in cima a un
monte e godere di un panorama a perdita d’occhio o di sederci su uno scoglio a
cogliere la dolcezza del tramonto, facciamo un’altra esperienza: una promessa di pace e
di armonia si allarga nell’intimo e ci convince che per questa immensità siamo stati creati.
Ciascuno di noi ha fatto, in modi diversi, queste due esperienze che ci dicono che in
qualche modo nell’orizzonte ci rispecchiamo, sia esso interiore o disegnato dalla natura. E
questo specchio tira fuori entrambi i nostri lati: quello abitato dai mostri e quello della
nostra bellezza, delle aspirazioni, dei desideri più profondi. Gesù si rispecchiava
nell’orizzonte (veramente Infinito!) del Padre: lì vedeva le sue paure (come nella
preghiera al Getsèmani, «fu preso da terrore e angoscia»), lì trovava la sua bellezza, il
senso della vita, la forza per andare avanti («non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi Tu!»).
Forse i due aspetti sono collegati tra loro: per scoprire la tua bellezza, devi affrontare i tuoi
mostri e renderli animali domestici. In un bel film su Francesco, il santo ancora giovane,
inquadrato in una scena di estrema povertà e posto in mezzo ai lebbrosi dei quali aveva
avuto terrore fin da piccolo (come dei mostri!), dice: «Ora non ho più paura, non ho più
paura». Il suo sguardo e il suo sorriso erano luminosi come il sole.
don Fabio
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IL BESTIARIO
In questo numero del giornalino , a grande richiesta della redazione (ma non del Bucoz), si è deciso di parlare
dei MOSTRI : mostri del cinema , dello sport e della televisone ma anche dei più “comuni” mostri della
letteratura e delle leggende !! Quindi iniziamo questo “mostruoso” viaggio con della interessanti note sui più
classici mostri della storia e i più sconosciuti .
Fenice
Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal
colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda
con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco
affusolato, lunghe zampe e due lunghe piume - una rosa e una azzurra - che le
scivolano morbidamente gi
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