Veglia di Avvento - diocesano di Agrigento

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Veglia di Avvento - diocesano di Agrigento
Centro per il Culto e la Liturgia
Agrigento
Veglia di Avvento
La sfida dell’Attesa
Il luogo è in penombra, viene consegnata una candela o un cero ad ognuno
SALUTO E INVOCAZIONI
Celebrante
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue,
Assemblea
che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre,
a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Celebrante
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero ,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Assemblea
Dice il Signore Dio:
Io sono l'Alfa e l'Omèga,
Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!
celebrante
LUCERNALE
Carissimi fratelli e sorelle, ci ritroviamo insieme all’inizio del cammino di avvento. Una
nuova Sfida il Signore ci offre da vivere… la tensione verso la sua venuta. La quotidianità
spesso oscura e le nuvole della preoccupazione del mondo annebbiano la nostra visuale,
spesso guardiamo solo attraverso uno schermo… non cogliendo la vita reale e i semi di
speranza che in essa sono nascoste e che ci orientano all’incontro con Lui.
All’inizio di questo nuovo anno liturgico, come le vergini del vangelo, vogliamo accendere
le nostre lampade e avere con noi l’olio. Desideriamo attendere la sua venuta e riconoscere
il suo passaggio nei solchi di questa storia travagliata che stiamo vivendo, consapevoli che
Lui è presente e continua a guidare la nostra barca.
Accogliamo la luce, Cristo Signore, perché illumini le nostre tenebre e notti in cui ci siamo
assopiti.
Mentre si esegue un canto viene portata una lampada accesa/il cero pasquale e poi il celebrante la pone nel
presbiterio in luogo ben visibile
celebrante
Luce che illumina, Cristo Signore del tempo e della storia
dissipa le tenebre del nostro errore
e illuminaci con la tua presenza.
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Il celebrante consegna alcune candele accese dal cero perché si accendino le candele dei fedeli e nel frattempo si
esegue un canto o si continua il canto utilizzato nell’accoglienza della luce.
ACCLAMAZIONI A CRISTO
Dopo che il popolo ha acceso le candele il celebrante posto nei pressi della lampada o dalla sede acclama
Tu che sei venuto nel mondo per salvarci, Kyrie eleison.
assemblea
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
celebrante
-
Tu che sei luce del mondo, rischiara le nostre tenebre, Kyrie eleison.
Tu che continui a visitarci con la grazia del tuo spirito, Kyrie eleison.
Tu che sei il difensore dei poveri, Kyrie eleison.
Tu che sei la speranza dei peccatori, Kyrie eleison.
Tu che sei l’atteso, Kyrie eleison.
Tu che vieni a visitare il tuo popolo nella pace, Kyrie eleison.
Tu vieni a ricapitolare ogni cosa con al tua venuta, Kyrie eleison.
Tu Figlio dell’uomo, che conosci e comprendi al nostra debolezza, Kyrie eleison.
Celebrante
Ti benediciamo, o Cristo Verbo di Dio,
luce da luce senza principio.
Tu hai dissipato ogni tenebra
L’hai trasfigurata in luce;
hai illuminato la nostra mente,
hai dato sapienza alla ragione.
In te, luce vediamo la luce.
Per te, luce, diventiamo luce.
Te sapienza canti il nostro cuore:
a te e al Padre e allo Spirito Santo
onore e gloria nella Chiesa
ora e nei secoli dei secoli. Amen.
IN ASCOLTO
guida
Dopo aver acclamato a Cristo, luce che rischiara le tenebre, e ci siamo lasciati illuminare
dalla sua luce, ascoltiamo la sua Parola per farla diventare fondamento del nostro cammino.
Saremo accompagnati da alcuni passi del vangelo delle quattro domeniche di Avvento così
da essere già pronti ad accogliere la sua venuta.
1 Lettore
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Agrigento
Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni
che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano
marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il
diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini
saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla
mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.
2 lettore
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire
questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non
si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non
immaginate, viene il Figlio dell'uomo.
pausa di silenzio
CONTEMPLAZIONE
si esegue un sottofondo musicale
1 lettore
Questo sconfortante scenario richiede alla comunità ecclesiale una forte presa di coscienza e
di posizione, che non si può ridurre alla semplice denuncia e che deve essere il frutto più
eloquente del Giubileo della Misericordia che abbiamo appena celebrato. Gesù, il «volto
della misericordia del Padre», ci ha insegnato a passare accanto alle debolezze e alle ferite
umane per farcene carico. E l’evangelizzazione altro non è se non l’opportunità di dire – con
la vita, prima che con le parole – che c’è un modo diverso di vivere i rapporti e di praticare
la giustizia, mettendo al primo posto l’amore fraterno, esercitandosi alla gratuità del dono,
perdonando le offese ricevute, facendo propria la causa del povero e dell’indifeso, alzando
lo sguardo per vedere le cose del mondo alla luce della risurrezione e della vita eterna.
(Lettera pastorale Arcivescovo)
pausa di silenzio
Mentre si esegue un sottofondo musicale il 2 lettore dice
Ormai non è più possibile separare l’evangelizzazione dalla promozione umana e dal
servizio alla storia, con tutte le ricadute sociali che questo comporta, pur non rinunciando
alla dimensione spirituale del rapporto con Dio e alla vita della grazia da cui questo rapporto
trae alimento. Ed è proprio sul fronte dell’evangelizzazione al servizio del territorio che
dobbiamo rilanciare il nostro impegno ecclesiale e progettare i nostri percorsi pastorali. In
questi ultimi anni abbiamo molto riflettuto sul rapporto tra la comunità ecclesiale e il
territorio, tra l’annuncio del Vangelo e la vita della gente. (Lettera pastorale Arcivescovo)
pausa di silenzio
LA NOSTRA RISPOSTA
1coro
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Ho giurato, e lo confermo,
di osservare i tuoi giusti giudizi.
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2 coro
Sono tanto umiliato, Signore:
dammi vita secondo la tua parola.
Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
1 coro
La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
I malvagi mi hanno teso un tranello,
ma io non ho deviato dai tuoi precetti.
2 coro
Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Ho piegato il mio cuore a compiere i tuoi decreti,
in eterno, senza fine. (Sal 119, 105-112)
mentre si esegue un canto conosciuto dalla comunità viene portata una lampada a ricordo della prima domenica
di Avvento
pausa di silenzio
IN ASCOLTO
1 lettore
In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo:
"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”. Egli infatti è colui del quale aveva parlato il
profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto :
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai
fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e
tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume
Giordano, confessando i loro peccati.
pausa di silenzio
CONTEMPLAZIONE
Mentre si esegue un sottofondo musicale il 2 lettore dice
Questa riflessione è stata fondamentale per mettere in atto quella “conversione pastorale” di
cui tutti sentiamo l’esigenza ma che ancora stenta ad avviarsi… Dobbiamo avere il coraggio
di uscire dai nostri piccoli “mondi” per incontrare un mondo più grande, che si aspetta da
noi una testimonianza più credibile di comunione e una maggiore attenzione ai problemi
della vita.
Penso che i tempi siano maturi per operare un serio ripensamento della presenza e
dell’azione delle parrocchie nel territorio dell’Arcidiocesi. Per questo abbiamo raccolto le
riflessioni di questi anni, insieme alle indicazioni del magistero pontificio e agli orientamenti
pastorali della Conferenza Episcopale Italiana, nel documento base «Verso un nuovo volto
delle comunità ecclesiali nella Chiesa Agrigentina». In questo documento abbiamo
abbozzato un progetto ecclesiale a lungo termine che dovrà aiutarci a rinnovare lo stile, la
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prassi e le strutture dell’azione pastorale, orientandoci verso nuove configurazioni delle
parrocchie e, soprattutto, verso nuove relazioni di corresponsabilità per una “pastorale
organica e integrata” in favore del territorio. Intanto, però, è necessario che tutti
condividiamo il bisogno di volgere lo sguardo più lontano e di cogliere tutti i segnali che il
Signore ci sta inviando per indicarci ciò che Lui stesso chiede alla nostra Chiesa. (Lettera
pastorale Arcivescovo)
pausa di silenzio e sottofondo musicale
LA NOSTRA RISPOSTA
1 coro
Rimani, o Cristo, nei nostri cuori che hai redento;
tu che sei l’amore perfetto,
infondi alle nostre parole
un pentimento sincero.
2 coro
A te, Gesù, innalziamo con fede
le nostre preghiere;
perdonaci le colpe commesse.
1 coro
Per il santo segno della croce,
per il tuo corpo martoriato,
difendici costantemente, come figli. (Beda il Venerabile)
mentre si esegue un canto conosciuto dalla comunità viene portata una lampada a ricordo della seconda
domenica di Avvento
pausa di silenzio
IN ASCOLTO
1 lettore
Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei
suoi discepoli mandò a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".
Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano
la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai
poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!".
pausa di silenzio
CONTEMPLAZIONE
Mentre si esegue un sottofondo musicale il 2 lettore dice
L’intero snodo del racconto, della Traversata del lago di Gennesaret, è un invito a passare
da una condizione a un’altra, e precisamente da una presunta sicurezza raggiunta a una
sfida sempre nuova da cogliere e da cui lasciarsi sospingere incessantemente. È un richiamo
costante e mai del tutto compiuto alla novità che Dio traccia tutte le volte che incontra
l’uomo e ne ascolta il grido, e a cui spesso la comunità cristiana non è capace di
corrispondere pienamente per le sue paure, le sue stanchezze e le sue disillusioni. È un
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comando a ricominciare la fatica della conversione, che muove dalla consapevolezza di una
mancanza e richiede il coraggio di rimettersi in discussione.
Mi sembra di scorgere in questo scenario i tratti del volto della nostra Chiesa. Una Chiesa
che ha un forte radicamento nella pietà e nella tradizione del nostro popolo, ma a volte ha
paura di lasciarsi provocare da vecchie e nuove situazioni di povertà in cui versa buona
parte della nostra gente e un gran numero di fratelli che da tante parti del mondo viene a
bussare alle nostre porte. Una Chiesa che sa di poter contare su grandi forze ministeriali – sia
nel presbiterio sia nel laicato attivo all’interno della comunità ecclesiale e di quella civile, sia
nella testimonianza della vita consacrata sia nell’impegno dell’aggregazionismo laicale – ma
a volte risente della stanchezza di aver faticato troppo e forse anche invano. Una Chiesa che
si impegna con passione e intraprendenza a pensare e ripensare il proprio cammino, ma a
volte si ritrova lontana e distaccata dalla vita di tutti i giorni e dalla storia di tante persone e
di tante famiglie, dai loro sogni e dai loro drammi, dalle loro gioie e dalle loro sofferenze,
dai loro progetti e dai loro problemi. (Lettera pastorale Arcivescovo)
pausa di silenzio e sottofondo musicale
LA NOSTRA RISPOSTA
1 coro
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
2 coro
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.
Una generazione narra all'altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
1 coro
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare.
Parlino della tua terribile potenza:
anch'io voglio raccontare la tua grandezza.
2 coro
Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
1 coro
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
mentre si esegue un canto conosciuto dalla comunità viene portata una lampada a ricordo della terza domenica di
Avvento
pausa di silenzio
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IN ASCOLTO
1 lettore
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima
che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo
sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in
segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo
del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua
sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un
figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del
profeta:
Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele ,
che significa Dio con noi.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa;
pausa di silenzio
CONTEMPLAZIONE
Mentre si esegue un sottofondo musicale il 2 lettore dice
I discepoli devono rinunciare anche all’esigenza di stabilità e al senso di sicurezza che ne
deriva. I traguardi raggiunti e i successi conseguiti rischiano di paralizzare l’audacia ad
andare oltre, là dove sospinge la missione, perché mantenere l’esistente è più facile di
affrontare il rischio del cambiamento e l’incertezza della novità. I discepoli, però, devono
sapere che non è possibile fermarsi, perché ogni tappa è sempre provvisoria e ogni meta
deve diventare un nuovo punto di partenza. Soprattutto devono imparare che la loro
missione è quella di precedere il Signore là dove Lui decide di andare e dove li manda a
preparare il suo arrivo, al di là di ogni previsione e contro ogni aspettativa.
L’altra riva diventa così l’“oltre” in cui si trova il mondo dai confini imprecisati, che non
raggiungeremo mai abbastanza perché ogni volta ci richiederà di uscire di nuovo. È l’“oltre”
da abitare in modo diverso, attraverso un serio cambiamento di mentalità e di stile. Nell’altra
riva ritroviamo raffigurato l’ideale della Chiesa in uscita che Papa Francesco ci sta chiedendo
insistentemente di incarnare nelle scelte ecclesiali e nelle azioni pastorali, per decentrarci
dai nostri luoghi sicuri e dalle nostre abitudini consolidate e raggiungere con un cuore
nuovo tutto ciò – e principalmente tutti coloro – che rischiamo di lasciare fuori dai nostri
interessi e dalle nostre preoccupazioni.
Solo se sapremo lasciare le nostre “rive” riusciremo a incontrare persone e famiglie anche
delle nostre, di cui forse neppure conosciamo l’esistenza o di cui ignoriamo i bisogni reali
(mancanza di lavoro, precariato, dipendenze, problematiche giovanili…), ma di cui il
Signore ci chiede di interessarci. Se, al contrario, non ci decideremo a lasciare queste “rive”
resteremo un piccolo mondo a parte, autoreferenziale e chiuso in se stesso, capace solo di
stare a guardare da lontano, imporre regole dall’alto e giudicare a distanza. I nostri sforzi
resteranno vani, le nostre parole poco credibili e la nostra presenza insignificante. Ma
soprattutto non risponderemo alla chiamata del Signore, che ci vuole seme della Parola e
lievito del Regno, luce del mondo e sale della terra. (Lettera pastorale Arcivescovo)
pausa di silenzio e sottofondo musicale
LA NOSTRA RISPOSTA
1 coro
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Agrigento
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
2 coro
Rinfranca l'anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
1 coro
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
2 coro
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
1 coro
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
mentre si esegue un canto conosciuto dalla comunità viene portata una lampada a ricordo della quarta domenica
di Avvento
pausa di silenzio
OFFERTA DELL’INCENSO
Guida
“Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera”
(Sal 140, 1).
Con queste parole il salmista rende esplicito il legame simbolico tra la preghiera serale e il
salire dell’incenso.
Il levarsi delle volute di incenso esprime con grande potenza evocativa l’anelito dello spirito
umano a librarsi verso l’alto, a superare le angustie quotidiane, per riconoscere il senso della
propria esistenza e ricongiungersi con Dio. Con l’incarnazione, il Verbo ha voluto assumere
la natura umana ed è entrato in un nuovo rapporto anche con il cosmo, per presentarlo a
Dio Padre quale offerta a lui gradita.
Nella visione sicura della fede, il bisogno di infinito, di perfezione, di comunione intima e
profonda della creatura col Creatore non è semplice nostalgia o sogno dell’impossibile, ma è
un pellegrinaggio ininterrotto, una tensione perenne, dell’uomo verso il suo fine che si
esprime incessantemente in atteggiamenti di “condiscendenza”.
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viene preparato un braciere con alcuni carboncini accesi e ognuno si avvicina e pone dei grani d’incenso nel
braciere e si esegue un canto. Alla fine il celebrante guida la preghiera
celebrante
A te grido, Signore: vieni presto,
la voce mia che t’implora, ascolta.
Sia la mia preghiera
incenso che brucia alla tua presenza.
tutti
Come incenso salga a te, la mia preghiera, Signore.
celebrante
Sulla mia bocca metti una custodia,
delle labbra mie vigila la porta.
Non indurre il mio cuore
a parole malvagie.
tutti
Come incenso salga a te, la mia preghiera, Signore.
celebrante
Che non compia pratiche impure
con uomini scellerati,
né mai gusti delizie di empi.
tutti
Come incenso salga a te, la mia preghiera, Signore.
celebrante
Mi percuota il giusto,
l’uomo pio mi rimproveri,
ma che mai brilli sul mio capo
unguento di peccato.
tutti
Come incenso salga a te, la mia preghiera, Signore.
celebrante
Sì, a te, Signor Iddio,
sono rivolti i miei occhi!
in te mi riparo e tu fa’
che la mia vita non venga mai meno.
tutti
Come incenso salga a te, la mia preghiera, Signore.
VENERAZIONE E
RICORDO DELLA VERGINE MARIA
celebrante
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Agrigento
Carissimi al termine della nostra veglia e all’inizio di questo tempo di attesa, vogliamo
volgere il nostro sguardo alla Tutta Santa. Lei donna dell’attesa è stata capace di andare oltre
ogni attesa e non si è arresa alle sfide che il Signore manifestava al suo cammino. La
invochiamo quale membro eminente della chiesa e icona della comunità in attesa del suo
Signore, la invochiamo per imparare da lei non solo a vegliare ma anche a incamminarci
sulle vie che il Signore traccia per noi.
tutti
Santa Maria, Vergine dell’attesa,
donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono.
Vedi: le riserve si sono consumate.
Non ci mandare ad altri venditori,
riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori
che ci bruciavano dentro,
quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia.
Santa Maria,Vergine dell’attesa,
donaci un anima vigiliare.
Sentinella del mattino,
ridestaci nel cuore
la passione di giovani annunci da portare al mondo,
che si sente già vecchio.
Portaci finalmente arpa e cetra,
perché con te mattiniera possiamo svegliare l’aurora.
Facci capire che non basta accogliere:
bisogna attendere.
Accogliere talvolta è segno di rassegnazione.
Attendere è sempre segno di speranza.
Rendici, perciò, ministri dell’attesa.
E il Signore che viene,
Vergine dell’attesa, ci sorprenda,
anche per la tua materna complicità,
con la lampada in mano.
mentre viene venerata e incensata l’immagine della vergine Maria si canta un canto mariano
CONCLUSIONE
celebrante
Il Signore sia con voi
Tutti
e con il tuo Spirito
celebrante
Dio onnipotente e misericordioso,
che vi dà grazia di commemorare nella fede
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la prima venuta del suo Figlio
e di attendere nella speranza il suo avvento glorioso,
vi santifichi ora con la luce della sua visita
e vi colmi della sua benedizione.
Tutti
Amen.
celebrante
Nel cammino di questa vita,
Dio vi renda saldi nella fede,
gioiosi nella speranza,
operosi nella carità.
Tutti
Amen.
celebrante
Voi che vi rallegrate
per la venuta del nostro Redentore,
possiate godere della gioia eterna,
quando egli verrà nella gloria.
Tutti
Amen.
celebrante
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su voi e con voi rimanga sempre.
Tutti
Amen.
celebrante/diacono
Nell’attesa della sua venuta andate in pace
tutti
Rendiamo grazie a Dio
canto finale
Agrigento