ACTA - Custodia di Terra Santa
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ACTA - Custodia di Terra Santa
ANNO LIII LUGLIO-DICEMBRE 2008 N. 2 A C T A custodiÆ terrÆ sanctÆ IUSSU REV.MI P. PETRI BAPTISTÆ PIZZABALLA OFM CUSTODIS TERRÆ SANCTÆ DIGESTA Custodia di Terra Santa, Segreteria di Terra Santa San Salvatore Pro manuscripto Dalla Curia Generalizia Approvazione dei nuovi Statuti particolari della Custodia Prot. 099331 / M070 - 08 Fr. Iosephus Rodríguez Carballo totius ordinis fratrum minorum minister generalis et humilis in domino servus Decreto Il Definitorio Generale, nella sessione del 4 novembre 2008, ha approvato le modifiche agli Statuti particolari della Custodia di Terra Santa, fatte dal capitolo custodiale 2007, e presentate dal Custode fra Pierbattista Pizzaballa, con lettera del 27 settembre 2008, pertanto, in virtù di questo decreto, Statuti Particolari della Custodia di Terra Santa, dichiaro approvati gli secondo il testo in lingua italiana che si conserva nell’Archivio Generale dell’ordine. Nonostante qualsiasi cosa in contrario. Dato a Roma, nella Curia Generale dell’ordine dei Frati Minori, il 6 novembre 2008. fra José Rodríguez Carballo ofm Ministro Generale fra Ernest K. Siekierka ofm Segretario Generale 8 novembre: celebrazione del Beato Giovani Duns Scoto: Omelia del Ministro Generale fra José Rodríguez Carballo ofm al Getsemani Con questa celebrazione eucaristica in onore del Beato Giovanni Duns Scoto, concludiamo ufficialmente le celebrazioni in onore del Dottore Sottile e Mariano in occasione del VII Centenario della sua morte. Ringrazio tutti voi per la partecipazione a questa eucaristia e vi saluto con affetto fraterno. Scoto, il perfezionatore del Dottore Serafico San Bonaventura, e il rappresentante più qualificato della Scuola francescana, come lo chiamò Paolo VI, seppe alimentare con lo studio, come dal resto tutti i grandi Maestri francescani, il dialogo tra conoscenza e devozione, tra ricerca e contemplazione, tra scienza e carità. In questo modo allo stesso tempo che nelle sue opere si celano e fervono lo spirito e l’ideale di San Francesco d’Assisi e svettano le idee sovrane della rivelazione evangelica; attraverso il suo insegnamento e l’esempio della sua vita, totalmente consumata per la gloria di Dio, condusse non pochi fedeli alla conoscenza del divino Maestro e alla perfezione evangelica. Maestro nella cattedra, Maestro con e nella vita, Scoto è stato sale della terra, luce del mondo (cf. Mt 5, 13- 17). In questo modo il Beato Giovanni Duns Scoto, si presenta davanti a noi come un vero maestro e guida nell’apprezzare lo studio come itinerario e via per essere illuminati da Dio nella mente e nel cuore e poter essere così amanti della sapienza, così come viene descritta nella prima lettura di oggi, testimoni, annunciatori e servitori della Verità e del Bene, con grande umiltà. Niente di strano allora che il suo insegnamento, già ripreso dai suoi discepoli nel corso delle lezioni in aula (le cosiddette Reportationes), fosse ricercato dappertutto, non soltanto nell’Ordine, ma anche in tutti gli ambienti di studio e di apostolato, come dimostrano tanti manoscritti delle sue opere presenti nelle più prestigiose biblioteche del mondo e le molteplice traduzioni delle sue Opere e addirittura il completamento delle lacune, rimaste tali per la prematura morte del Maestro, conservate oggi nei manoscritti ed edite non appena fu inventata la stampa. Niente di strano, che i grandi maestri di vita spirituale, come San Bernardino e San Giacomo della Marca, trascrivessero a profusione pensieri ed espressioni delle opere di Scoto, per comunicarle al popolo nelle loro prediche. Niente di strano che tanti secoli dopo, Scoto rimanga ancor oggi un pilastro della teologia cattolica, un Maestro originale Paolo VI, Lett. apost. Alma parens, 14 luglio 1966. Cfr. Ratio Studiorum OFM, 19. Paolo VI, Lett. ct. Decreto sulla santità e il culto del B. Giovanni Duns Scoto, 6 luglio 1991, in AAS 84 (1992), 396. Ratio Studiorum OFM, 13. e ricco di spunti e sollecitazioni per una conoscenza sempre più completa delle verità della Fede. Oltre la dottrina sull’Immacolata, Duns Scoto attrae le menti e i cuori per tanti altri punti salienti della sua dottrina: basti pensare alla sua dottrina sul Verbo Incarnato, sull’eterno progetto di Dio riguardo a Cristo, capolavoro di Dio (summun opus Dei), sulla glorificazione resa a Dio da tutto il creato, al cui vertice è Cristo; e tanti altri aspetti della dottrina scotista sulla rivelazione di Dio all’uomo e sul suo infinito amore per l’opera delle sue mani. Duns Scoto, per la sua dottrina e la sua vita non è un Dottore del passato, non è un fossile da ammirare, ma è un Maestro vivo e palpitante, pieno di ardore e di preziose intuizioni, che man mano si calano nelle realtà dottrinali e vitali della Chiesa e del mondo. All’inizio di questo anno accademico, invito tutti a curare di fare armonia tra unzione e speculazione, tra scienza e santità, tra intelligenza e volontà, come fecero i grandi Maestri della Scuola Francescana. Approfitto di quest’occasione per incoraggiare professori e studenti, ognuno nel loro campo, a studiare, insegnare, attualizzare e diffondere la dottrina di Scoto, convinti come siamo che dal grande deposito della teologia e della sapienza francescana possono essere tratte risposte adeguate anche ai drammatici interrogativi dell’umanità, in questo inizio del terzo millennio cristiano. In questo modo, risponderanno alle esigenze della nostra vocazione in questi nostri tempi, e cioè: operare un incontro fecondo tra il Vangelo e le diverse espressioni culturali del nostro tempo, per andare verso l’uomo d’oggi, assetato di risposte radicate nei valori evangelici. Una sete che la nostra grande tradizione culturale, al cui vertice sta il Beato Giovanni Duns Scoto, può e deve colmare perché basata sul Vangelo e autentificata con la vita di quelli che, come il Dottore Sottile e Mariano, hanno vissuto e vivono seguendo più da vicino Cristo e, mossi dallo Spirito Santo si donano totalmente a Dio amato sopra ogni altra cosa, vivendo il Vangelo nella Chiesa, secondo la forma osservata e proposta da san Francesco10. Chiediamo la luce della sapienza per essere anche noi luce del mondo, e sale della terra. Giovanni Paolo II, Discorso alla Commissione Scotista, 16 febbraio 2002, in Acta OFM 121 (2002) 11b. Ratio Studiorum OFM, 110. Giovanni Paolo II, Messaggio al Congresso di Rettori e Direttori dei Centri di Studio e di Ricerca OFM, 19 settembre 2001, 3. Idem 4. 10 Costituzioni Generale OFM, 1. Nomina di fra G. Claudio Bottini a Decano dello SFB Prot. 099496 (268/08) Fr. Iosephus Rodriguez Carballo Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis et humilis in Domino servus Decretum Præsentium litterarum vigore, attenta postulatione Rectoris Magnifici Pontificiæ Universitatis Antonianum in Urbe (litt. diei 25 mensis Novembris A.D. 2008) et ad normam Statutorum Peculiarium Facultatis Scientiarum Biblicarum et Archæologiæ in civitate Hierosolymitana sitæ; perpensis titulis dotibusque quibus candidatus qui probe præsit aptus demonstratur Nos, qua fungimur auctoritate, Fr. Ioannem Claudium Bottini ofm, provinciæ S. Bernardini Senensis in Italia alumnum et memoratæ Facultatis Professorem Ordinarium, Decanum Facultatis Scientiarum Biblicarum et Archæologiæ in civitate Hierosolymitana sitæ ad triennum nominamus, instituimus et renuntiamus cum omnibus iuribus et obligationibus officio adnexis, eidem commendantes in suo munere, qua par est diligentia et sollicitudine, in bonum Facultatis sese gerat. Contrariis quibuslibet non obstantibus Datum Romæ, ex Ædibus Curiæ generalis Ordinis, die 4 mensis Decembris A.D. 2008. Fr. Maximus Fusarelli ofm Secretarius Generalis pro Formatione et Studiis Fr. Franciscus Bravi ofm Vicarius Generalis et Vice Magnus Cancellarius Nomina di fra Najib Ibrahim a Moderatore dello STJ Prot. 099497 (267/08) Fr. Iosephus Rodriguez Carballo Totius Ordinis Fratrum Minorum Minister Generalis et humilis in Domino servus Decreto Ricevuta ed esaminata attentamente la richiesta di fra Johannes B. Freyer, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum, presentata con lettera dei 25 novembre 2008, in virtù del presente Decreto, nomino fra Najib Ibrahim ofm alunno della Custodia di Terra Santa Moderatore dello Studium Theologicum Jerosolymitanum Qualunque cosa ci sia in contrario. Data in Roma, dalla Curia Generale dei Frati Minori, 4 dicembre 2008 fra Francesco Bravi ofm Vicario Generale e Vice Gran Cancelliere della Pontificia Università Antonianum fra Massimo Fusarelli ofm Segretario Generale per la Formazione e gli Studi Approvazione della nuova Ratio Formationis Custodiæ Fr. Josephus Rodriguez Carballo Prot. 099452 (252/08) totius ordiniz fratrum minorum minister generalis et humilis in domino servus conferma Esaminata attentamente la Ratio Formationis della nostra Custodia di Terra Santa. presentata dal Custode con lettera dell’8 novembre 2008 (Prot. B-0622/08) e in virtù del presente Decreto, a norma dell’art. 70 §3 degli Statuti Generali Confermo il suddetto documento, augurando che accompagni la formazione permanente e iniziale dei Frati della Custodia in vista della loro speciale vocazione a vivere nei Luoghi Santi, affidati in modo speciale dalla Chiesa al nostro Ordine. Dato a Roma, nella Sede della Curia Generale Roma, 16 dicembre 2008 fra Massimo Fusarelli ofm Segretario Generale per la Formazione e gli Studi fra José Rodríguez Carballo ofm Ministro Generale Dai Capi delle Chiese di Gerusalemme Messaggio di Natale Dear Sisters and Brothers Greetings. As we prepare to celebrate Christmas there seems to be even more, darkness, conflict and despair in the world around us. That means for us, as Christians, we must think even more carefully and deeply about Jesus - the baby born in Bethlehem’s stable. Many people are afraid of the dark whether it be the absence of light around them or fear of the unknown in their personal lives or the world at large. Despite all this we need to think and mediate about Jesus … a light that shines in the dark, a light that darkness could not overpower. St. John ch. 1 v. 5 St. John’s Gospel goes on to remind us of the facts of Jesus’ birth … That he was born into a world which did not recognise him and a people that did not receive him. St. John Ch.1 vv 10 & 11 So, as we approach another Christmas we must show the world around us that Jesus is a light in the dark which never goes out, a burning light which takes the terror from the night and moreover, a light on which we should fix our eyes not least when the clouds appear to be gathering around us.. Just as the baby in the stable is the focal point of our Christmas celebrations, so we must affirm and witness to the fact that Jesus is the light which shines out from our personal and corporate lives at all times. Again and again we need to ask ourselves What would Jesus do, what would Jesus say. Then, our thoughts and ideas of His actions and words must be translated into the daily life of our community - particularly in this Holy Land. Similarly, we have to convince the world’s political leaders that the true peace will only come on earth when we seek God’s will for his people… not least through the words and actions of Jesus. Nor must we belittle the fact, affirmed in St. John’s Gospel, that to all who accept Jesus, He gives power to become the Children of God. This means we must stand alongside all who suffer around us - the hungry, the homeless, the unemployed and the bereaved since Jesus tells us that when we help others we are doing it to Him as thought He were suffering for them. To stand alongside also involves us in action. We need the light of Christ to shine on this Land to enable us to work more realistically for a two state solution which would end the burden of restrictions arising out of Occupation. (So we pray for the President - Elect of the USA that he and other world leaders may see the urgent need for peace in the Middle East and not least in this Land). We need also to see the situation in which many are suffering in Gaza in the light of Christ and make a determined effort to bring them urgent relief. Moreover, we must never forget our duty to point our children and young people to the light of Christ assuring them that, through Jesus we all have hope for a better world. Then we would greet our Sisters and Brothers across the world - not least the thousands who have visited this Holy Land recently. It is important to recall that you are walking in the footsteps of Jesus and when you pause to see the plight of many of your fellow Christians that you respond as you believe He would. We are conscious of all who suffer across the world but for all we believe the only way forward is to see people and situations in The light of Christ. Be assured of our good wishes and prayers for all of you as Christmas approaches and may God’s blessing be on your homes and families. Walk in the light and the light will illumine your path, Walk in the truth and the truth will set you free, Walk in the way of peace and you will have, through Christ, the peace which passes understanding. (Prayers of the Way: by John Johansen-berg). Jerusalem December 2008 Patriarchs and Heads of Churches in Jerusalem H.B. Patriarch Theophilos III, Greek Orthodox Church H.B. Patriarch Fouad Twal, Roman Catholic Church H.B. Patriarch Torkom Manooghian, Armenian Orthodox Church Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm, Custos of the Holy Land Archbishop Anba Abraham, Coptic Orthodox Church Archbishop Swerios Malki Murad, Syrian Orthodox Church Archbishop Abouna Mathias, Ethiopian Orthodox Church Archbishop Paul Sayyah, Maronite Church Archbishop Youssef Jules Zreyi, Greek Melkite Church The Rt. Revd. Suhiel Dawani, Anglican Church The Rt. Revd. Mounib Younan, Lutheran Church The Rt. Revd. Pierre Malki, Syrian Catholic Church Fr. Rafael Minassian, Armenian Catholic Church. 10 Statement by the Patriarchs and Heads of the Churches in Jerusalem On the current devastating situation in Gaza We, the Patriarchs, Bishops and the Heads of Christian Churches in Jerusalem, follow with deep concern, regret, and shock the war currently raging in the Gaza Strip and the subsequent destruction, murder and bloodshed, especially at a time when we celebrate Christmas, the birth of the King of love and peace. As we express our deep sorrow at the renewed cycle of violence between Israelis and Palestinians and the continued absence of peace in our Holy Land, we denounce the ongoing hostilities in the Gaza Strip and all forms of violence and killings from all parties. We believe that the continuation of this bloodshed and violence will not lead to peace and justice but breed more hatred and hostility - and thus continued confrontation between the two peoples. Accordingly, we call upon all officials of both parties to the conflict to return to their senses and refrain from all violent acts, which only bring destruction and tragedy, and urge them instead to work to resolve their differences through peaceful and non-violent means. We also call upon the international community to fulfill its responsibilities and intervene immediately and actively stop the bloodshed and end all forms of confrontation; to work hard and strong to put an end to the current confrontation and remove the causes of conflict between the two peoples; and to finally resolve the IsraeliPalestinian conflict with a just and comprehensive solution based on international resolutions. To the various Palestinian factions we say: It is time to end your division and settle your differences. We call on all factions at this particular time to put the interests of the Palestinian people above personal and factional interests and to move immediately toward national comprehensive reconciliation and use all non-violent means to achieve a just and comprehensive peace in the region. Finally, we raise our prayers to the Child in the manger to inspire the authorities and decision makers on both sides, the Israelis and Palestinians, for immediate action to end the current tragic situation in the Gaza Strip. We pray for the victims, the wounded and the broken-hearted. May the Lord God Almighty grant all those who have lost loved ones consolation and patience. We pray for all those living in panic and fear, that God may bless them with calm, tranquility and true peace. We call on all to observe next Sunday, January 4, as a day for justice and peace in the land of peace. 11 + Patriarch Theophilos III, Greek Orthodox Patriarchate + Patriarch Fouad Twal, Latin Patriarchate. + Patriarch Torkom II, Armenian Apostolic Orthodox Patriarchate. Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm, Custody of the Holy Land + Anba Abraham, Coptic Orthodox Patriarchate. + Archbishop Swerios Malki Mourad, Syrian Orthodox Patriarchate. + Abune Matthias, Ethiopian Orthodox Patriarchate. + Archbishop Paul Nabil Sayyah, Maronite Patriarchal Exarchate. + Bishop Suheil Dawani, Episcopal Church of Jerusalem & the Middle East. + Bishop Munib Younan, Evangelical Lutheran Church in Jordan & the Holy Land. + Bishop Pierre Malki, Syrian Catholic Patriarchal Exarchate. + Bishop Youssef Zre’i, Greek Catholic Patriarchal Exarchate. Fr. Raphael Minassian, Armenian Catholic Patriarchal Exarchate. Jerusalem on 30 December 2008 12 Dalla Curia Custodiale Dal Discretorio Salvatore del 1-6 luglio - Gerusalemme/San Programma Martedì 1 luglio Mattino. Formazione iniziale. Incontro con il consiglio della Formazione Iniziale (i membri presenti in Terra Santa). Il Segretario per la Formazione Iniziale e gli studi ha presentato un rapporto riguardo al cammino fatto durante l’anno in tutti gli ambiti della formazione iniziale, i problemi, gli insuccessi, le difficoltà e le incomprensioni e naturalmente anche gli aspetti positivi. Valutazione, discussione e votazione della nuova Ratio Formationis, già brevemente presentata nel Discretorio precedente. Pomeriggio. Formazione permanente. Il Moderatore della Formazione Permanente, alla presenza del consiglio della FP (i membri presenti in Terra Santa), ha fatto un rapporto sul cammino fatto durante l’anno e presenterà un programma il più possibile dettagliato per il prossimo anno. Presentazione delle relazioni pervenute sulle singole fraternità e valutazione. Mercoledì 2 luglio Mattino. Incontro con la Segreteria per l’Evangelizzazione. Ascolto del cammino e delle iniziative svolte durante l’anno (parrocchie, scuole, Giustizia e Pace, ecc.). Bilancio e abbozzo programma per il prossimo anno. Pomeriggio. Incontro con la Segreteria per i Luoghi Santi. Ascolto, valutazione, bilancio e abbozzo di programma per il prossimo anno. Lettura e valutazione delle relazioni inviate dal Delegato dell’Italia. Giovedì 3 luglio Mattino. Prima parte: incontro con la Commissione Economica Custodiale. Ascolto, valutazione, abbozzo di programma. Seconda parte (solo il Discretorio): Valutazione del bilancio 2007. Pomeriggio. Proseguimento della valutazione del bilancio 2007. Venerdì 4 luglio Mattino. Incontri (separati) con la Franciscan Foundation for the Holy Land, i responsabili del Franciscan Multimedia Center (Cançao Nova), i direttori delle riviste, del sito internet, CIC, ATS. Aggiornamenti sulla situazione della FPP. Bilancio, valutazione e abbozzo di programma. 13 Pomeriggio. Sessione ordinaria. Sabato 5 luglio Mattino. Valutazione e discussione sul lavoro del Governo Custodiale, del Discretorio, le dinamiche interne. Decisione sulla scaletta degli incontri per il prossimo anno. Conclusione. Estratto dal verbale delle riunioni del 1-6 luglio - Gerusalemme/San Salvatore Gran parte del contenuto delle discussioni è stato presentato nella relazione finale, inviata a tutti i religiosi. Tra le altre cose, il Discretorio ha preso le seguenti decisioni. 1. Movimento di personale • fra Antoine Saliba: Nazareth, vicario parrocchiale • fra Bejamin Owusu: Tabgha, Vicario locale, economo locale, addetto al santuario • fra Francisco Matilde: San Giovanni del Deserto, Vicario locale, addetto al santuario • fra Gabriele Vormawah: Limasol, vicario parrocchiale, studente di greco • don Gabriele Bernardi: Santo Sepolcro, in servizio • don Xavier Kanatt (nuovo sacerdote diocesano in servizio prolungato): Getsemani, confessore, addetto al santuario 2. Affari economici Si autorizza l’istallazione a Betlemme di telecamere nel santuario e un nuovo bruciatore, con il contributo parziale dell’economato; l’aumento del mensile della comunità di San Salvatore; la ristrutturazione a certe condizioni del convento e dei locali parrocchiali di Giaffa - Sant’Antonio; l’autorizzazione alla vendita dell’ex-sede del Commissariato di Napoli; l’aumento del sussidio per le vacanze dei religiosi. 3. Convenzione Si decide stabilire un contratto con le suore del Verbo Incarnato per la scuola elementare e la parrocchia di Giaffa - Sant’Antonio. 4. Varia Aggiornamento sul problema della Colletta del Venerdì Santo e sull’Opera Pia. 5. Incontri del Discretorio per l’anno prossimo 18 settembre: San Salvatore 19 ottobre: Emmaus 4 dicembre: San Salvatore 15 gennaio: Gerico 14 18-19 febbraio: 18 marzo: 23 aprile: 14 maggio: 1-5 luglio: Nazareth San Salvatore Betlemme San Salvatore Valutazione di fine anno a San Salvatore Lettera del Custode dopo il Discretorio di fine anno Prot. B-0418/08 Gerusalemme, giovedì 10 luglio 2008 A tutti i religiosi Loro Sedi ----------------------------Fratelli carissimi, il Signore vi dia pace! Da pochi giorni è terminato la riunione del Discretorio di luglio che, com’è ormai consuetudine, è il momento in cui si verifica il lavoro svolto durante l’anno trascorso e si puntualizzano gli aspetti da migliorare per l’anno futuro. Dobbiamo prendere atto con soddisfazione che, nonostante tutto, si è lavorato molto, in tutti i diversi settori della Custodia. Desideriamo in particolare ringraziare tutti i membri delle varie Segreterie e Commissioni che hanno preso parte a queste riunioni. Ci auguriamo che per il futuro anche quanti non hanno potuto partecipare riescano a programmarsi meglio, così da partecipare più attivamente. Formazione Come avete potuto leggere dal programma degli incontri, la prima parte delle riunioni è stata dedicata alla formazione, sia iniziale che permanente. Formazione Iniziale. Nell’ambito della formazione iniziale, ancora una volta, dopo avere ascoltato i diversi responsabili presenti e letto le relazioni, abbiamo cercato di studiare meglio i nodi che non siamo ancora riusciti a sciogliere chiaramente. In particolare abbiamo preso atto che l’animazione vocazionale resta l’aspetto ancora fragile di tutto l’ambito della formazione iniziale. I responsabili dell’animazione nelle diverse regioni stanno poco alla volta preparandosi con corsi particolari, ma il cammino da fare è ancora lungo. Bisogna comunque ringraziare tutti i diversi animatori per l’impegno sincero e la positiva collaborazione che stanno dimostrando. Tra le altre cose va segnalato che, dopo attenta lettura e in seconda discussione, è stata approvata la nuova Ratio Formationis. 15 Abbiamo dibattuto anche degli studenti professi solenni con opzione clericale destinati presso piccole comunità limitrofe allo Studio Teologico. Una lettera ad hoc stabilirà le metodologie e i criteri con cui questa esperienza dovrà continuare. Quest’anno il Signore ci ha benedetti con molte vocazioni che giungono al termine del loro cammino formativo: 8 studenti della Custodia faranno la Professione Solenne; 4 sono stati ordinati diaconi e 4 sacerdoti. Bisogna veramente ringraziare il Signore per tutto questo, ma anche i nostri formatori che li hanno accompagnati fino a questi importanti traguardi. L’importanza del lavoro di promozione vocazionale diventa ancor più evidente ora, giacché negli anni prossimi non avremo eguale numero di vocazioni per la Custodia. Montefalco. Accogliendo una proposta della Provincia di Assisi, con la quale da qualche anno stiamo collaborando nell’ambito dell’animazione vocazionale, abbiamo accettato ad experimentum di aprire una fraternità interprovinciale presso il convento di San Fortunato, a Montefalco, non lontano da Assisi. La Provincia Serafica, con apposita convenzione, per tre anni metterà il convento a disposizione della Custodia, per le attività di animazione vocazionale e di preparazione al postulandato, di cui abbiamo necessità. Un religioso della Provincia di Assisi resterà a disposizione della casa, mentre la Custodia si impegna ad individuare almeno un superiore e a sostenere le spese ordinarie. In questi ultimi anni per le iniziative di animazione, di programmazione e di attività varie ci siamo appoggiati alla struttura della Provincia Serafica, con risultati positivi. La proposta della Provincia, che consideriamo un segno concreto di partecipazione, ci ha incoraggiati a stabilizzare di più tale collaborazione. Il convento farà da riferimento e coordinamento per gli animatori vocazionali e sarà la sede dell’animatore custodiale per le vocazioni. Nonostante i nostri problemi, non si deve perdere la speranza che il Signore invii giovani nelle nostre comunità. Seppur con la prudenza necessaria abbiamo perciò accettato serenamente di intraprendere quest’avventura, nella convinzione che il Signore benedice coloro la cui fiducia è il Signore (Ger 17,7). Perché questa esperienza sia veramente positiva, comunque, chiediamo nuovamente la preghiera di tutti, perché senza di essa, non ci sono vocazioni. Formazione permanente. Nell’ambito della formazione permanente abbiamo preso atto con piacere che le iniziative intraprese per l’anno trascorso sono state gradite. Anche per l’anno prossimo continueremo con un programma simile, secondo il progetto triennale presentato dopo il Capitolo dal Moderatore della Formazione Permanente. Rimane aperta la necessità di avere iniziative simili anche fuori dal territorio di Giudea e Galilea. Le relazioni dalle fraternità. Menzione particolare va fatta per le relazioni che sono pervenute dalle fraternità. Più della metà delle fraternità ha risposto al questionario inviato a suo tempo, che ci invitava tutti a riflettere sui diversi aspetti della vita 16 fraterna. Abbiamo letto una per una tutte le relazioni pervenute. È stata un’esperienza forte, che ci ha consentito di comprendere ancora meglio le fatiche e le gioie di tutti. Ci auguriamo che per l’anno prossimo, anche le fraternità che non hanno partecipato, siano più attive. Una lettera raccoglierà le diverse istanze emerse dalla lettura delle relazioni e le comunicherà a tutti i religiosi. Tale lettera servirà anche per elaborare nei diversi capitoli locali una riflessione sul programma per l’anno seguente. Luoghi Santi ed Evangelizzazione Fatta eccezione per le scuole, alle quali era già stato dedicata una riunione ad hoc, abbiamo anche discusso sulle diverse attività di evangelizzazione, a cominciare dalla nostra presenza nei Luoghi Santi. In questo settore fondamentale abbiamo visto che, nonostante il numero ridotto del personale, le diverse fraternità stanno lavorando moltissimo e con dedizione. Il numero dei pellegrini quest’anno è stato altissimo, e per questo l’attività nei santuari è stata sottoposta spesso a pressioni prima mai viste. Davvero sentiamo il bisogno di ringraziare tutti per la grande dedizione. Il Discretorio ha fatto propria, inoltre, la proposta della Commissione per i Luoghi Santi, cioè che ogni santuario presenti una relazione scritta con il numero delle celebrazioni svolte nei rispettivi santuari, dei celebranti e dei pellegrini. Sempre in quest’ambito si è discusso del ruolo dei volontari, senza arrivare a soluzioni condivise, dei lavori di adeguamento da fare in alcuni santuari, del coordinamento delle prenotazioni di messe, dei vari progetti in corso e delle necessità per il futuro. Durante il servizio nei santuari alcuni hanno sottolineato la necessità che tutti i religiosi indossino l’abito religioso francescano, che è segno della nostra consacrazione e che per secoli ha reso visibile l’amore del Padre San Francesco e dell’Ordine per i Luoghi Santi. Tale segno è ancora espressivo e deve essere visibile ancora oggi. Il responsabile di Giustizia, pace e salvaguardia del creato ci ha informato sulle sue iniziative, sui convegni ai quali ha partecipato, sui problemi che stiamo vivendo nel paese e sul ruolo possibile che possiamo avere in questo settore. Avremmo voluto che le attività delle parrocchie fossero più evidenziate. Solo una parrocchia ha presentato la relazione delle attività svolte. Ci auguriamo che per l’anno prossimo si mostri maggiore sensibilità. Non sono mancate le relazioni sui diversi settori di comunicazione e di fund raising: Associazione di Terra Santa, Franciscan Foundation for the Holy Land, Franciscan Multimedia Center, riviste, ecc. Abbiamo preso atto del cammino fatto riguardo alla comunicazione della Custodia e abbiamo comunque deciso di rafforzare maggiormente quest’aspetto importante, dandogli un’impostazione più chiara, unitaria ed efficace. 17 Economia Abbiamo analizzato i conti della Custodia e ascoltato con attenzione la relazione dell’Economo Custodiale, che ci ha ragguagliato sul processo di riorganizzazione della struttura dell’Economato. È un impegno molto rilevante che richiede tempo, energia e coraggio. Abbiamo discusso a lungo sui vari progetti in corso, sull’organizzazione dei conti, sulla complicazione della nostra struttura. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di essere sempre trasparenti e in ordine su uno degli aspetti più sensibili della nostra attività. Abbiamo preso atto che alcune amministrazioni, anche importanti, non hanno inviato i conti. Ad esse verrà chiesta ragione di tale omissione. Le amministrazioni non trasparenti non potranno essere sostenute dalla Custodia e, se necessario, si dovrà intervenire con decisioni chiare. Insistiamo circa la necessità di comunicare al Governo della Custodia i progetti presentati dalle diverse amministrazioni prima di essere presentati a benefattori o a enti internazionali. Altre considerazioni In alcuni casi abbiamo costatato con rammarico che i progetti personali prevalgono sulle necessità delle fraternità e che non sempre esiste spirito di sacrificio e di responsabilità nel compito affidato. Affinché questa verifica di fine anno sia più efficace e per evitare di ripeterci continuamente, sarebbe necessario fissare meglio e con più chiarezza gli obiettivi annuali nei diversi settori e attività della Custodia, con una chiara programmazione. In questo modo diventerebbe più facile e meno onerosa non solo la verifica annuale ma innanzitutto il cammino di tutta la fraternità nel corso dell’anno. Se nell’ambito della Formazione Permanente questo è stato fatto, in altri settori si deve ancora crescere. Una menzione particolare va fatta per il problema di personale. Se n’è parlato molto e forse ne siamo talmente abituati da non farci più caso. Tuttavia dobbiamo segnalare con energia che sta diventando sempre più difficile riuscire a mantenere in maniera qualificata tutte le nostre presenze. Spesso ci sentiamo impotenti di fronte ai problemi anche gravi che emergono e all’impossibilità ad affrontarli adeguatamente. Se vogliamo da un lato continuare sviluppare la nostra presenza come tutte le realtà vive necessitano, e dall’altro rimanere una entità qualificata dal punto di vista della vita fraterna, sarà inevitabilmente necessario fare scelte anche dolorose. Su quest’argomento si dovrà ritornare in futuro con chiarezza, perché la verità della nostra situazione ci costringerà a farlo. La preghiera per le vocazioni e la collaborazione di tutti nella promozione vocazionale, lo ribadiamo nuovamente, restano e devono essere veramente una priorità che deve coinvolgere tutte le nostre fraternità. 18 Al termine delle riunioni, abbiamo poi rivisto le delibere e i voti del Capitolo scorso, constatando con soddisfazione che molto è già stato fatto. Gli Atti del Capitolo, i nuovi Statuti di Terra Santa e i vari vademecum richiesti saranno pronti per il prossimo autunno. Gran parte delle relazioni e del contenuto delle discussioni sarà comunicato attraverso il prossimo numero de I frati della Corda. Il clima tra noi è sempre stato sereno ed è stato davvero bello lavorare insieme. Ci è mancata la preghiera comune. In futuro dovremo pregare di più, perché tutto quello che facciamo sia ancor più sostenuto e letto nell’ottica di fede. Ringraziamo infine tutti coloro che ci hanno aiutato e auguriamo a tutti ogni bene nel Signore Gesù. Fraternamente, a nome di tutto il Discretorio, fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa Dal Discreorio Salvatore del 10 e 18 settembre - Gerusalemme/San 1. Santuari Aggiornamento sulle ultime corrispondenze con le autorità civili israeliane riguardanti alcune situazioni legate ai Luoghi Santi, in particolare il Cenacolo, il Santo Sepolcro e Cafarnao. 2. Movimento di personale Il Discretorio ha accettato le dimissioni di fra Carmelo Mancuso dall’ufficio di Commissario di Terra Santa e Guardiano e di fra Vittorio Bosello dall’ufficio di Presidente del Santo Sepolcro. In seguito a tali dimissioni sono state decise le seguenti assegnazioni: • Fra Carlo Cecchitelli: Palermo; Guardiano, Commissario di Terra Santa, economo locale • Fra Najib Ibrahim: Flagellazione; Guardiano, economo locale, cronista, direttore della rivista As-Salam wal-Khair, addetto alla parrocchia, animatore della pastorale biblica, professore • Fra Fergus Clarke: Santo Sepolcro; Presidente, economo locale, cronista, prefetto di sacrestia; membro della Commissione Statu Quo • Fra Eduardo Sánchez: Ain Karem; Vicario locale, maestro dei postulanti, addetto al santuario; membro della Segreteria per la Formazione e gli Studi 19 • Fra Teophilo Kim: Vicario al Santo Sepolcro • Fra Witold Pelczar: Monte Tabor: Addetto al santuario • Fra Vittorio Bosello: Giaffa, San Pietro; Assistente spirituale dei pellegrini, addetto al santuario Si sono inoltre concluse le riflessioni per le seguenti assegnazioni: • Fra Bruno Varriano: Montefalco; Guardiano, animatore vocazionale custodiale, animatore vocazionale per l’Europa • Fra José Catalán: Montefalco; Vicario locale, economo locale • Fra Michel Shawki Fahim: San Giuseppe (Beirut); Addetto alla chiesa, a disposizione del superiore • Fra Haitham Yalda: Betlemme; Addetto alla parrocchia • Fra Jago Soce: Betlemme; Addetto al santuario, assistente organista • Fra Daniel Andres: San Salvatore; Infermeria custodiale • Fra Gabi Kalak: ottiene il permesso di vivere per un anno extra domum. 3. Affari economici Approvazione del bilancio economico della Custodia per l’anno 2007-2008. 4. Convenzioni Si prende atto che i frati cappuccini del Libano hanno deciso di restituire alla Custodia i due conventi di Deir Mimas e di Tiro. Dal Discretorio del 23 ottobre - emmaus 1. Nuove assegnazioni In seguito al rientro di fra Carlo Serri in provincia, sono state decise le seguenti assegnazioni: • fra Apolinary Szwed: Segretario per l’Evangelizzazione; • fra Artemio Vítores: vice direttore di Casa Nova di Gerusalemme; • fra Noel Musact: Moderatore per la Formazione Permanente; È inoltre stata decisa la composizione della Commissione dell’Ufficio Centrale delle scuole di Terra Santa, che sarà così composto: fra Abdel Masih F. Fahim (presidente); fra Marwan Di'des; fra Amjad Sabbara. 2. Rientro in Provincia È rientrato in Provincia: • fra Carlo Serri della Provincia di San Bernardino (Italia) dopo 2 anni di servizio. 20 • fra Hartwig Huckle della Provincia di Santa Elisabetta (Germania) dopo 14 anni di servizio. La Custodia ringrazia questi nostri confratelli e le loro province per la generosità verso la Terra Santa. 3. Affari economici È stata approvata la costruzione di una sala parrocchiale nel giardino del convento di Nicosia. Sono stati approvati alcuni lavori presso il commissariato di Terra Santa a Buenos Aires. 4. Varia Si è discusso sulla recente visita ufficiale del Visitatore per la Giordania, Libano e Siria, fra Manuel Blanco ofm. Discussione e prima elaborazione riguardo al futuro assetto dell’Ufficio Pellegrinaggi in Roma. Dal Discretorio del 4 dicembre - Nazareth 1. Movimento di personale • Fra Rafael Sube: rappresentante legale della scuola di Buenos Aires. • Fra Xavier Geiser: San Salvatore, infermeria custodiale. 2. Formazione • Fra Alessandro Coniglio viene ammesso al diaconato; • fra Petrus Schuler: membro del Cœtus formatorum di San Salvatore; • fra Samir Narouz: membro del Cœtus formatorum di San Salvatore; • fra DenysMaria di Monte Carmelo Gaston: Washington, in formazione. 3. Affari economici Si permettono l’acquisto a proprie spese: di un automobile alla parrocchia di Nazareth e al santuario di Tabgha, e l’acquisto di un pulmino al convento di San Salvatore. Viene concesso il budget annuale alla commissione Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato. Nuovo missionario Fra Petrus (Andreas) Schüler, Frat. laico sol. - Tedesco - da Erfurt, diocesi: Fulda, di Klaus Jürgen e Waltraud Löhning, nato il 23/11/1967; v.: 9/11/1987; pt: 8/11/1988; ps: 8/3/1994; serv.: 3/11/2008 - S. Francesco: Germania. 21 Vestizioni 1. Il 17 settembre, ad Ain Karem presso il santuario di San Giovani, hanno ricevuto l’abito francescano: • fra Alberto Joan Pari ofm Italia • fra Luai Bsharat ofm Giordania • fra Radames dos Passos Vieira ofm Brasile • fra Tomasz Dubiel ofm Polonia. 2. Il 4 ottobre, a Damasco, presso il Memoriale San Paolo, ha ricevuto l’abito francescano: • fra Samhar Ishac ofm Siria Professione semplice Il 31 agosto, presso il santuario di San Damiano ad Assisi, nelle mani del padre Custode fra Pierbattista Pizzaballa ofm, ha emesso la prima professione religiosa il novizio: • fra Ulise Zarza (Ramón Ulise), Nov. - Argentino - da Corrientes, diocesi: Santo Tomé, di Ramón Ulise e Esther Cándida Barreiro, nato il 2/9/1986; v.: 3/9/2007 - Custodia di Terra Santa. Professioni Solenni 1. Il 23 agosto, presso la chiesa di San Francesco di Assisi - New-York (USA), nelle mani di fra John O’Connor ofm, Ministro Provinciale della Provincia del Santissimo Nome (USA), ha emesso la professione solenne: • fra Fadi Salim Azar ofm, alunno della Custodia di Terra Santa. 2. L’11 ottobre, presso la chiesa di San Salvatore (Gerusalemme), nelle mani di fra Pierbattista Pizzaballa ofm, Custode di Terra Santa, emetteranno la professione solenne: • fra Alessandro Coniglio ofm, alunno della Custodia di Terra Santa; • fra Augustín G. Pelayo ofm, alunno della Custodia di Terra Santa; • fra Badie Elias ofm, alunno della Custodia di Terra Santa; • fra Carlos Molina ofm, alunno della Custodia di Terra Santa; • fra Haroutiun Samouian ofm, alunno della Custodia di Terra Santa; • fra John Savage ofm, alunno della Custodia di Terra Santa; • fra Oscar M. Marzo ofm, alunno della Custodia di Terra Santa. 22 Ordinazioni diaconali Il 27 dicembre, nella chiesa di San Salvatore, • fra Alessandro Coniglio ofm, Custodia di Terra Santa - Italia ha ricevuto l’ordinazione diaconale per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.B. Mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme. Ordinazioni sacerdotali 1. Il 24 luglio, nella chiesa del Terra Sancta College (Amman), • fra Shadi Bader, Custodia di Terra Santa - Giordania, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Sua Eccellenza Mons Ghaleb Bader, Vescovo di Algeri. 2. Il 16 agosto, nella chiesa parrocchiale di San Francesco - Azzizieh (Aleppo), • fra Bahjat Karakach ofm, Custodia di Terra Santa - Siria, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito armeno per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Bedros Miriatian, Arcivescovo armeno di Aleppo. 3. Il 12 settembre, nella chiesa parrocchiale di Karakosh (Iraq), • fra Haitham Francis Yalda ofm, Custodia di Terra Santa - Iraq, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito siriaco per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Basile Georges Casmoussa, Arcivescovo di Mossul dei Siriani. Uscita dal Postulandato Il 21 luglio 2008, il sig. Marcello Magoni ha lasciato la casa del postulandato di Ain Karem. Uscita dal noviziato Il 23 ottobre 2008, fra Radames Betlemme. Uscita dall’Ordine dos Passos Vieira ofm esce dal noviziato di 1. A norma del CIC 701, padre Ariel Tenti ofm ha ricevuto la dispensa dai voti religiosi; non è più quindi membro della Custodia di Terra Santa e dell’Ordine francescano. 2. Allo scadere dei voti temporanei, • fra Abdo Ghraieb, • fra Giovanni Battista Miller, • fra Ariel Dubé, hanno spontaneamente deciso di lasciare l’Ordine francescano. 23 Omelia del Custode per la professione solenne: 11 ottobre (Gen 12,1-4; Sal 99; Fil 3,8-14; Mt 19,16-26) 1. Stasera abbiamo il cuore colmo di gratitudine per i doni di Dio, che accogliamo nella professione solenne, nell’Ordine dei frati minori, di questi sette fratelli. Sperimentiamo quella gioia vera e feconda, che il mondo non può dare. Non si tratta dei piaceri del mondo, che rendono il cuore arrogante e meschino, ma della gioia di Dio, che brucia ogni egoismo, e che può essere condivisa totalmente, senza perdersi. Oggi sperimentiamo, in maniera quasi fisica, la presenza di Gesù, che continua a ripetere quelle parole che hanno sconvolto e trasfigurato, attraverso i secoli, la vita di tanti uomini: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi (Mt 19,21). È il Signore che passa. È ancora il suo amore che chiama. La sua voce, che invita alla sequela, ci rivela i desideri di Dio, e rende concrete le aspirazioni più profonde del nostro cuore. 2. Nel rito della professione solenne possiamo sentire la presenza divina, che ci interpella radicalmente, e che dona un senso nuovo alla nostra esistenza. Ci rendiamo conto che la vocazione cristiana non è un monologo, e nemmeno un’impresa compiuta in splendida solitudine. È un incontro con Qualcuno che ci ruba la vita, per trasformarla in un cammino di comunione. Cari fratelli, fra poco vi consacrerete a Dio per sempre, e vorrei che nel profondo della vostra anima sentiste l’impulso imperioso e violento del passaggio di Dio, che vi strappa a voi stessi per unirvi a Lui. Come il patriarca Abramo dovete essere rapiti dalla voce di Dio che tuona: Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò (Gen 12,1). Accogliere la vocazione di Dio vuol dire non appartenersi più. Vuol dire mandare in frantumi il circolo soffocante di una vita bruciata nella ricerca miserabile di piaceri effimeri. Ciascuno di voi, rispondendo alla vocazione, deve diventare in verità e coerenza, un uomo di Dio, qualcuno che non solo sa parlare di religione, ma, come i profeti, un uomo abitato dalla presenza santa ed esigente di Dio. Ormai gli appartenete in maniera esclusiva e totale, di modo che Egli possa vivere ed agire in voi liberamente, continuando nel mondo la sua opera di salvezza. 3. Sento in coscienza il dovere di dirvi, per il ministero che sono chiamato a svolgere nella nostra fraternità, che la nostra vocazione, così affascinante e avvincente, è tuttavia inesorabile nelle sue esigenze evangeliche. Il Signore non vi chiede solo di eseguire delle opere per Lui o di compiere onestamente i vostri doveri religiosi. Gesù vi chiede di donargli la vostra vita, orientando a Lui tutto quello che siete, che avete e che amate. L’apostolo Paolo esprime bene il senso profondo di una vita interamente centrata su Cristo e sulla sublimità della sua conoscenza: 24 …quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo […]E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti (Fil 3, 7-11). La sublime conoscenza di Cristo non è un puro atteggiamento spirituale, ma una conformità esistenziale, è la nostra partecipazione al mistero della sua persona. L’esortazione Apostolica Vita consecrata descrive efficacemente come il fine della consacrazione sia quello di plasmare un’esistenza cristiforme, quale frutto di un’intimità di vita con il Signore: Il fondamento evangelico della vita consacrata va cercato nel rapporto speciale che Gesù, nella sua esistenza terrena, stabilì con alcuni dei suoi discepoli, invitandoli non solo ad accogliere il Regno di Dio nella propria vita, ma a porre la propria esistenza a servizio di questa causa, lasciando tutto e imitando da vicino la sua forma di vita. Una tale esistenza cristiforme, proposta a tanti battezzati lungo la storia, è possibile solo sulla base di una speciale vocazione e in forza di un peculiare dono dello Spirito (Vita Consecrata 14). 4. Non abbiate paura dunque di consegnare la vostra vita nelle mani di Dio. Lo Spirito Santo è l’autore della vostra vocazione. Nella forza dello Spirito avrete il coraggio di lasciare tutto per seguire il Signore (Mt 19,27). Ed è solo nella gratuità dell’amore che, avendo lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il nome di Gesù, riceverete cento volte tanto e avrete in eredità la vita eterna (Cf Mt 19, 29). 5. La vocazione evangelica di Francesco d’Assisi, di cui siamo figli, e da cui deriviamo la nostra fisionomia spirituale, è interamente radicata in questa sequela di Cristo povero e crocifisso. In maniera limpida e immediata Francesco lo dice nel prologo della sua Regola non Bollata: Questa è la vita del Vangelo di Gesù Cristo, che frate Francesco chiese che dal signor papa Innocenzo gli fosse concessa e confermata. Ed egli la concesse e la confermò per lui e per i suoi frati presenti e futuri. Questa è la vita del vangelo di Gesù Cristo, che noi, come san Francesco, siamo chiamati a professare e vivere nel nostro tempo! Certamente il mondo contemporaneo, con i suoi ideali mediocri e il suo relativismo morale, non ci aiuta ad abbracciare il radicalismo evangelico. Ma anche noi, come Francesco, dobbiamo scegliere con decisione la lettera e lo spirito della parola evangelica, facendone non solo un riferimento culturale, ma la sostanza della nostra vita. Dobbiamo ridare spessore e sapore agli ideali evangelici, al vangelo vissuto come regola di vita, come il codice di un’alleanza d’amore, che ci fa vivere pienamente la libertà dei figli di Dio. 25 Non ci sia spazio nella nostra vita per la mediocrità, per i patteggiamenti meschini, per la ricerca furbesca di accomodamenti modani. Come voleva san Francesco, dobbiamo avere il coraggio di quell’offerta incondizionata, che è il frutto di un dono, più grande, già ricevuto: Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga colui che totalmente a voi si offre (Lettera a tutto l’Ordine, 28-29). 6. Nella vocazione francescana questo guardare l’umiltà di Dio è un atteggiamento basilare ed ineliminabile. Dalla contemplazione di questa povertà divina scaturisce tutta la dinamica dell’imitazione dei sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,5), e che ci rendono capaci di partecipare al suo sacrificio e alla sua gloria. Un frate minore che guarda, come Francesco, l’umiltà di Dio, sarà libero, povero, obbediente e gioioso. Per lui la rinuncia generosa e sollecita alla propria volontà non sarà un onere gravoso, ma una povertà liberante. Per lui l’accoglienza della fraternità, con le sue inevitabili limitazioni, sarà una scuola continua di misericordia e di umiltà. Questo vero frate minore avrà sviluppato, nella preghiera perseverante, uno sguardo contemplativo, capace di cogliere la presenza avvolgente e amorosa di Dio in tutte le cose e in tutti gli eventi. Egli sarà un povero non perché non ha nulla, ma perché riconosce che tutto è dono. Come dice san Francesco: E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui (Regola non bollata, XVII,17). Un frate così formato, esperto nel rendimento di grazie, e reso trasparente dalla restituzione, diventerà un annuncio vivente del vangelo, un uomo capace di riflettere nel mondo la seducente bellezza del Dio che egli ama. 7. Siete arrivati finalmente, cari fratelli, davanti all’altare di Dio, per consacrargli la vostra vita. Voglio ringraziare, in nome della Fraternità custodiale, i frati incaricati della vostra formazione, che vi hanno preparato a questo giorno. Voglio soprattutto ringraziare i vostri genitori e le vostre famiglie, che oggi vi offrono al Signore. Preghiamo per tutti i vostri cari, sia per quelli che sono sulla terra, sia per quelli che stanno partecipando a questa liturgia dal cielo. Possano ricevere ogni grazia e benedizione da Dio, che non si lascia vincere in generosità. 8. Voglio infine ricordarvi che fra poco assumerete delle responsabilità personali, ma che non siete soli. Una fraternità vi ha accolti, come dono di Dio, e in una fraternità concreta vivrete la vostra vocazione. Sarete al servizio di questa Terra Santa, benedetta in modo unico da Gesù, che qui si è incarnato, qui e morto e risuscitato, e che in questa Terra ha piantato le radici della sua Chiesa. Adempirete questa missione solo se sarete veri adoratori del Padre, in Spirito e Verità (Gv 4,23): 26 …nella santa carità, che è Dio, prego tutti i frati, sia i ministri che gli altri, che, allontanato ogni impedimento e messa da parte ogni preoccupazione e ogni affanno, in qualunque modo meglio possono, si impegnino a servire, amare, adorare e onorare il Signore Iddio, con cuore puro e con mente pura, ciò che egli stesso domanda sopra tutte le cose (Regola non bollata, XXII, 26). Nella nostra preghiera per voi imploriamo il dono della purezza di cuore, perché possiate sempre vedere Dio, e perché, attraverso l’esempio di una vita trasfigurata in Cristo, possiate indirizzare i fratelli sulla via della pace (Lc 1,79). Esercizi spirituali annuali Prot. B-0421/08 fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa Gerusalemme, mercoledì 16 luglio 2008 A tutti i Frati della Custodia di Terra Santa Loro sedi ---------------------------CORSI DI ESERCIZI SPIRITUALI 2008-2009 19-26 settembre: primo corso per gli Studenti al Monte Tabor; Predicatore: fra Francesco Piloni ofm - Coordinatore fra Raffaello Tonello ofm (italiano); 28 settembre-4 ottobre: secondo corso per tutti i frati al Monte Tabor; Predicatore: fra Dismas Bonner ofm - Coordinatore fra Athanasius Macora ofm (inglese); 5-11 ottobre: terzo corso per tutti i frati al Monte Tabor; Predicatore: fra Alojzy Warot ofm, Vice segretario OFM Formazione e Studi - Coordinatore fra Carlo Serri ofm (italiano); 12-18 ottobre: quarto corso per tutti i frati al Monte Tabor; Predicatore: fra Alojzy Warot ofm, Vice segretario OFM Formazione e Studi - Coordinatore fra Carlo Serri ofm (italiano); NOTA BENE I. I Confratelli che intendono partecipare ai corsi di esercizi sono pregati di comunicare la propria adesione ai rispettivi Superiori, non alla Segreteria della Custodia. I Superiori facciano pervenire non oltre il 18 settembre in Segreteria via fax (02-6274717) o via posta elettronica ([email protected]) l’elenco dei partecipanti ai singoli corsi. 27 II. A motivo dell’elevato numero di chierici che partecipano agli esercizi del 19‑26 settembre al Monte Tabor, non ci sono posti disponibili per altri religiosi. Per ulteriori informazioni rivolgersi al Maestro del Seminario di San Salvatore. III. È previsto che ci si trovi sul posto la sera precedente l’inizio degli Esercizi. Depliants della Custodia nei santuari fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa Gerusalemme, venerdì 13 settembre 2008 Prot. B-0510/08 A tutti i Guardiani e Superiori dei Santuari di Terra Santa ----------------------------Carissimi confratelli, Pace e Bene! Come certamente sapete (Lettera del Padre Custode e resoconto su Frati della Corda di luglio/agosto) il Discretorio tenutosi dall’1 al 5 luglio c.a., ha esaminato nel corso della verifica annuale i resoconti delle varie Segreterie, ivi compresa quella dei Luoghi Santi. Preso atto del documento che potete rileggere su Frati della Corda (pagg. 27-36) resta il problema riguardante l’adeguata distribuzione dei dépliants nei Santuari della Custodia. La necessità di questo servizio è tanto più urgente a causa della forte ripresa dei pellegrinaggi: carenza di tempo durante le visite, e di guide che sanno fornire spiegazioni complete, senza trascurare il lato spirituale e il messaggio che ogni Santuario racchiude, impedisce ai pellegrini di far tesoro del loro stesso pellegrinare. Se i dépliants vengono messi a disposizione, i pellegrini li prendono: li leggeranno con calma, una volta tornati a casa… Il nostro essere in Terra Santa è anche un servizio a loro, e servire loro è incrementare l’amore alla Parola di Dio, è svolgere il ministero della Parola aiutati dal Quinto Vangelo che abbiamo la grazia di custodire. Purtroppo abbiamo constatato che tanti Superiori di Santuari non si servono in modo adeguato dei dépliants che sono stati preparati con cura su richiesta esplicita dell’ultimo Capitolo Custodiale. Sono stati elaborati con la dovuta competenza, e sono aggiornati costantemente. Questi dépliants hanno una linea editoriale e rispon28 dono a un livello di informazioni omogeneo: il pellegrino vi trova una continuità che gli rende familiare l’impegno della Custodia, dei frati che servono i vari santuari. Si rende quindi necessario e urgente che ogni Guardiano/Superiore: • si rivolga in Segreteria per procurarsi il materiale informatico necessario per la stampa dei depliants; • la Segreteria è a disposizione per ogni aggiornamento che si renda necessario inserire e/o sostituire nel testo (variazione degli orari di apertura, di n. telefonici/e-mail, …); • l’Economato avrà cura di studiare e preparare i porta depliant da proporre ai Santuari; • l’Economato custodiale può agire da intermediario con la nostra Tipografia, per quanto riguarda prezzi da stabilire in relazione alla fornitura. • Ogni vostro suggerimento sarà gradito sia alla Segreteria che all’Economato per aiutarVi in questo impegno di diffusione dei dépliants. Avrete certamente capito che il problema di una più ampia ed incisiva informazione mi sta molto a cuore. I dépliants fanno parte di questa premura: per questo chiedo il vostro aiuto che considero necessario ed urgente. Fraternamente. fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa Copia: fra Dobromir Jasztal ofm, economo custodiale. Pellegrinaggio al Giordano Prot. B-0549/08 Gerusalemme, venerdì 26 settembre 2008 RR.PP. Guardiani RR.PP. Superiori Locali RR.PP. Parroci Loro sedi ---------------------------Reverendo Padre, il 30 Ottobre prossimo avrà luogo il tradizionale pellegrinaggio al fiume Giordano. Tutti siamo invitati a partecipare. 29 Se Lei è nel servizio di Parroco, la invito a promuovere quest’iniziativa anche presso i suoi fedeli, così da poter organizzare almeno un pullman di partecipanti: questa infatti è l'unica occasione che abbiamo per poter pregare sul luogo del Battesimo del Signore. I Confratelli che intendono partecipare alla Pellegrinazione, se non si uniscono ai gruppi parrocchiali, comunichino il proprio nome al Guardiano di San Salvatore entro e non oltre il giorno 20 ottobre. Programma del Pellegrinaggio Ore 07.45: partenza da Porta Nuova a Gerusalemme per Gerico. Tutti i mezzi di trasporto - sia quelli provenienti dalla Giudea che quelli provenienti dalla Galilea - raggiungano direttamente l'entrata della zona militare vicina al fiume e parcheggino nel piazzale da dove avrà inizio la processione. Ore: 08.45: inizio della processione diretta al fiume. Ore: 09.00: Solenne Concelebrazione presieduta dal S.Em.za Rev.ma Joseph Cardinal Zen Ze-kiun, S.D.B., Cardinale e Vescovo di Hong Kong. Ore 10.30 c.a: Dopo la Messa, visita al Monte della Quarantena e del Monastero greco-ortodosso. Al termine della visita, una breve sosta di raccoglimento e poi rientro a Gerusalemme con arrivo previsto per le ore 13.00. Mi permetto inoltre di ricordare che: 1. Le autorità civili e militari del luogo non gradiscono la presenza di auto private. Dovete quindi avvertire i vostri invitati che devono prenotare un posto sull’autobus della parrocchia (Abou Salim: telefono 6282994). Per i frati francescani, un autobus partirà dalla Porta Nuova alle ore 7.40. 2. I sacerdoti che desiderano concelebrare dovranno portare con sé il proprio amitto, camice, cingolo e stola bianca e indossarli: il caldo della zona non giustifica la concelebrazione con la sola stola sull’abito. 3. I confratelli che desiderano pranzare a San Salvatore sono pregati di comunicarlo prima del giorno della festa a fra Antoni Szlachta ofm, guardiano ([email protected]). 4. È obbligatorio avere con sé il documento di identità, e gli autobus dovranno portare il cartello con la scritta Custodia di Terra Santa che potrà essere ritirato presso la Segreteria di Terra Santa. 30 Per la migliore riuscita della Pellegrinazione si chiede a tutti precisione e puntualità, e di cercare di mantenere anzitutto il clima di pellegrinaggio e di preghiera che la ricorrenza richiede. Ringrazio per la Vostra collaborazione, a tutti rivolgo un fraterno saluto. Nomina per il Sinodo dei Vescovi fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa A norma di quanto previsto dall’Ordo Synodi Espiscoporum, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’approvazione del Sommo Pontefice, ha nominato Auditor Secretarii specialis (o Esperto) fra Frédéric Manns ofm, Professore di Esegesi del Nuovo Testamento e di Letteratura Antica Ebraica presso lo Studium Biblicum Franciscanum. Visitatore per la Giordania, Libano e Siria Prot. B-0558/08 Gerusalemme, giovedì 2 ottobre 2008 A tutti i frati di Giudea e Galilea Loro sedi ----------------------------Carissimi confratelli, Pace e Bene! La presente per comunicare a voi tutti che dal 6 al 17 ottobre sarà con noi il Visitatore per la Giordania, Libano e Siria, fra Manuel Blanco ofm. Vi invito quindi a prendere nota che: 1. Ad iniziare dal mattino al 7 e fino alla sera del 16 ottobre, egli sarà a disposizione tutti i religiosi che vorranno esprimersi riguardo alla proposta di ristrutturazione interna alla Custodia. I religiosi di effettiva nazionalità libanese, siriana, giordana ed irachena sono tenuti ad incontrare il Visitatore, mentre per tutti gli altri è lasciata libera facoltà. 2. Per una migliore organizzazione e per aver un’idea quanto più precisa possibile di quante persone desiderano incontrare il Visitatore, gli interessati sono pregati di comunicare in Segreteria Custodiale (02-6266.595) il proprio nominativo. Al suo arrivo il Visitatore stabilirà una tabella di marcia, che sarà comunicata tempestivamente. 31 3. Il programma sarà elastico e modificabile. Non si tratta, infatti, di una visita canonica formale, ma di una visita fraterna, il cui scopo è di ascoltare le diverse opinioni dei religiosi. 4. I primi giorni saranno trascorsi a San Salvatore, ma non sono esclusi spostamenti o visite nei diversi luoghi. Anche in quelle circostanze vi sarà possibilità di incontro. Padre Blanco si è raccomandato di far conoscere la sua totale disponibilità per i tempi e i modi di tale visita che, ripeto, sarà condotta con molta semplicità e fraternità. Certo della vostra collaborazione, e augurando a tutti una gioiosa festa di san Francesco, vi saluto fraternamente fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa Lettera ai professi solenni che si preparano agli ordini sacri Prot. B-0561/08 Gerusalemme, giovedì 2 ottobre 2008 A tutti i frati Professi Solenni in preparazione all’ordinazione presbiterale residenti fuori del seminario -----------------------------------------Carissimi fratelli, il Signore vi doni la Sua pace! Sono passati tre anni da quando abbiamo deciso di implementare la prassi ormai in vigore in tutto l’Ordine riguardo alla destinazione dei frati professi solenni che si preparano agli ordini sacri nelle case fuori degli ambienti di formazione iniziale. Siamo consapevoli che questa prassi ha incontrato qualche difficoltà e che non sempre abbiamo avuto dei criteri sufficientemente chiari. Tuttavia, sentiamo che questa prassi si deve continuare e migliorare, con qualche adattamento per la situazione particolare in cui viviamo nella Custodia. Con la presente, in ottemperanza alle decisioni prese dal Discretorio del luglio 2008, desidero chiarire quanto meglio possibile, le modalità in cui quest’esperienza continuerà. Certamente, in futuro, alla luce dell’esperienza di quest’anno, si potrà precisare ancora meglio il contenuto di tale esperienza. 32 (1) Il criterio fondamentale che regge l’esperienza di vita dei neo-professi nelle case fuori del seminario teologico, è quello di aiutarli ad inserirsi gradualmente nella vita della Custodia, assumendo le proprie responsabilità in un ambiente in cui danno prova di aver integrato i valori acquisiti negli anni di formazione iniziale. (2) Eccetto casi particolari, i neo-professi solenni non devono rimanere in situazioni di isolamento dopo la loro uscita dal seminario teologico. È bene invece che si trovino in piccoli numeri nelle fraternità di Gerusalemme e dintorni così da garantire un minimo di vita fraterna, con un numero sufficiente di frati e un programma giornaliero di preghiera e altri atti comuni. (3) Tutti i frati neo-professi solenni nelle case in cui vivono abbiano un accompagnatore agli ordini sacri come punto di riferimento. L’accompagnatore sia un frate che possibilmente vive con gli stessi professi nella stessa casa, e che è il riferimento abituale per la loro formazione. Dovrà cioè tenere colloqui mensili nei quali verificare che si tenga un incontro abituale con il direttore spirituale, la partecipazione alla vita di preghiera e alle attività liturgiche di Gerusalemme, la partecipazione alle lezioni e il ritmo degli studi, lo svolgimento delle eventuali attività pastorali e così via. Nello stesso tempo, gli stessi professi hanno il guardiano della casa come punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la vita comunitaria. Va da sé che la collaborazione tra l’accompagnatore agli ordini, il guardiano, e gli stessi professi nell’organizzazione della vita fraterna è fondamentale per la buona riuscita del programma formativo. (4) A questo proposito, all’inizio dell’anno, ogni Guardiano e accompagnatore si incontrino appositamente per definire insieme attività, ritmi, modalità e specifiche competenze per ogni singolo candidato agli ordini Sacri residente nella casa. Un secondo incontro tutti insieme (Guardiano, Accompagnatore e candidati) servirà per chiarire a tutti i presenti le decisioni prese. (5) Il fatto che un professo solenne risieda fuori del seminario teologico, non lo esonera dall’obbligo (che d’altronde pesa su tutti gli altri frati) di prestare il servizio liturgico nei santuari, specialmente (ma non unicamente) durante le feste principali e le pellegrinazioni. La partecipazione a queste liturgie - parte insostituibile della nostra tradizione - fa parte della formazione specifica della Custodia agli Ordini Sacri. Il coordinamento del servizio liturgico cade sotto la competenza del maestro del seminario teologico, sempre con la collaborazione degli interessati e la consultazione dei guardiani delle rispettive case dove risiedono i professi. È saggio incontrarsi all’inizio dell’anno o dei periodi forti, tutti insieme con il maestro, per coordinare più facilmente i diversi turni. In caso di possibili divergenze, su tale argomento, il maestro ha l’ultima parola. Gli stessi professi parteciperanno agli esercizi spirituali annuali del seminario teologico. 33 (6) Per meglio integrare gli sforzi a favore dei neo-professi e coordinarli in modo più organizzato, tre volte durante l’anno il Segretario per la formazione e gli studi convochi il maestro del seminario teologico, gli accompagnatori agli ordini, i guardiani delle case rispettive dove risiedono i professi, il moderatore del STJ ed eventualmente i responsabili delle attività pastorali nelle quali i candidati sono inseriti per programmare e verificare l’andamento dell’iter di formazione permanente e discutere come migliorarlo. (7) Dato che, durante questa tappa, i professi sono inseriti con più impegno nel lavoro pastorale, si deve dare attenzione da parte degli interessati a verificare le proprie attività e scelte con l’accompagnatore agli ordini, affinché questi siano compatibili con gli impegni di studio e di servizio liturgico richiesti dai professi. (8) La votazione per l’ammissione agli ordini del diaconato e del presbiterato è di competenza della fraternità in cui risiedono i professi. L’accompagnatore agli ordini, dopo avere ascoltato tutte le parti coinvolte, presenta la relazione su ciascun candidato agli ordini. Questi punti dovrebbero essere un aiuto guida per migliorare tale esperienza che intendiamo sostenere con tutti i mezzi di cui ci disponiamo, sempre nei limiti della nostra situazione particolare nella Custodia. Chiedo a tutti gli interessati di riflettere su come possiamo camminare insieme, tenendo in mente che la collaborazione fraterna, che non esclude qualche sacrificio da parte di tutti, è il segreto per riuscire a creare il nuovo, senza dimenticare le sane tradizioni che siamo chiamati a salvaguardare. Fraternamente, fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa Cc: Fra Noel Muscat, Segretario Formazione e Studi; fra Raffaello Tonello, maestro dei professi temporanei; fra Daniel Chrupcala, moderatore dello STJ; fra Claudio Bottini, decano dello SBF. Programma di Formazione Permanente in Custodia di Terra Santa per l’anno 2008-2009 Il programma di Formazione permanente per l’anno 2008-9, si svolgerà secondo le indicazioni offerte nel testo Dal Capitolo custodiale al cammino delle Fraternità. Programma di Formazione Permanente per gli anni 2007-10, presentato l’anno scorso dal Consiglio per la Formazione permanente e approvato dal Padre Custode. Le fonti principali del programma sono ancora il documento della Curia Generale OFM, La grazia delle origini, progetto per la celebrazione dell’8° centenario 34 dell’Ordine e i documenti conclusivi del nostro Capitolo Custodiale 2007, dedicato al tema Signore, cosa vuoi che io faccia in Terra Santa? 1. Obiettivo Particolare della Formazione Permanente nella Custodia di Terra Santa per gli anni 2008-2010 a. Il progetto La grazia delle origini indica così l’obiettivo particolare della FoPe nell’Ordine per gli anni 2008-2009: “Restituiamo tutto al Signore con le parole e la vita! Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il Signor Papa me la confermò (Test 14-15) Con stupore e gratitudine celebriamo il dono della nostra vocazione”. L’obiettivo generale della Formazione Permanente, che ci viene suggerito per quest’anno 2008 sarà dunque di celebrare il grande dono della nostra vocazione, perché lo restituiamo attraverso le parole e la vita. b. Secondo le indicazioni dell’ultimo Capitolo custodiale di Betlemme, concretizzeremo la celebrazione della vocazione riflettendo su La vita di fraternità e l’ impegno missionario, in riferimento alla nostra vita di frati minori in Terra Santa. La riflessione sarà illuminata dalle tematiche dell’anno paolino. L’anno successivo saremo impegnati nella celebrazione del Capitolo Custodiale elettivo. 2. Mezzi e iniziative della Formazione Permanente in Custodia per l’anno 2008-9. 2.1. All’inizio dell’anno, accogliendo il suggerimento del progetto La grazia delle origini, celebreremo l’eucaristia con il rinnovo comunitario della professione religiosa, davanti al Popolo di Dio, nelle mani del Padre Custode. I frati di Giudea si ritroveranno al Getsemani il 26 novembre, e quelli di Galilea a Nazareth il 27 novembre. In queste celebrazioni esprimeremo la nostra pubblica azione di grazie al Padre delle misericordie, per il dono della vocazione. 2.2. Incontri per i guardiani. Per i guardiani si è pensato a due incontri, di due giorni ciascuno, per riflettere insieme sul ruolo di animazione spirituale e di servizio autorevole. Questi incontri prevedono momenti di ascolto formativo e momenti di dialogo e condivisione fraterna. Tematiche: La vocazione missionaria in Francesco di Assisi. La fraternità al servizio della missione. 35 3. Incontri di Formazione permanente locali o zonali. Scopo di questi incontri fraterni sarà quello di sostenere il cammino di fede di ogni frate, nel suo rapporto vivo con Cristo e con la vocazione alla santità. Nello stesso tempo si cercherà di animare il cammino delle comunità, favorendo il dialogo e la cooperazione, in vista di una più efficace progettazione della vita fraterna. Gli incontri previsti dal calendario avranno luogo in Galilea e in Giudea, dove risiedono la maggior parte dei frati. Per altre regioni si potranno prendere ulteriori iniziative, al di fuori del calendario generale. Tematiche: Guai a me se non annuncio il vangelo. La vocazione apostolica di san Paolo. Diventare Vangelo. Fratelli nell’annuncio della salvezza. 4. Incontro per i Parroci e i Direttori di Scuola Si prevede un incontro formativo e di condivisione per questi frati, che svolgono servizi di notevole rilevanza per la vita di fede dei nostri cristiani e per il futuro della Terra Santa. 5. Incontro per sacristi e animatori di santuari Verrà organizzato un incontro per i santuaristi della Galilea e uno per quelli della Giudea, per favorire un miglior servizio nei santuari, rispondendo al desiderio del Capitolo, che La Custodia di Terra Santa abbia sempre a cuore l’accoglienza dei pellegrini... (La missione, voto 1b). 6. Animazione dei capitoli locali nelle comunità più piccole. Il moderatore della Formazione permanente sarà sempre disponibile per un eventuale servizio di animazione. 7. Conferenze culturali: verranno annunciate tempestivamente. 8. Cinque corsi di Esercizi Spirituali, come da programma. 9. Corso annuale di Aggiornamento Biblico-Teologico organizzato dalla Flagellazione ed eventuali iniziative legate alla celebrazione dell’Anno Paolino. 10. L’ultima tappa annuale prevede la celebrazione di un Capitolo Regionale in Giudea e uno in Galilea. Questi due incontri saranno momenti forti di fraternità, offrendoci la possibilità di una revisione critica del cammino percorso e di una progettazione consapevole del nostro futuro. Tutti i frati interverranno, per offrire il loro contributo personale alla vita della Custodia. Calendario degli incontri di formazione permanente 2008-2009 1. Rinnovazione della professione religiosa Date: mercoledì 26 novembre, Basilica di Nazareth; giovedì 27 novembre, Basilica del Getsemani. Orario: 18.00. 36 2. Incontri per i guardiani Date: 15-16 dicembre 2008 (Monte Tabor) e 28-29 gennaio 2009 (Ain Karem). 3. Incontri di Formazione permanente locali o zonali 4 novembre, a Nazaret: incontro di fra Massimo Fusarelli, Segretario Gen. Formazione e Studi OFM con tutte le comunità della Galilea. 5 novembre a San Salvatore: Conferenza di fra Massimo Fusarelli, Segretario Gen. Formazione e Studi OFM per le comunità di Gerusalemme e tutte le comunità limitrofe. 6 novembre: a Betlemme: incontro di fra Massimo Fusarelli, Segretario Generale Formazione e Studi OFM per Betlemme e comunità limitrofe. 10 dicembre: Incontro FoPe Getsemani (fra Nicolás Márquez) 11 dicembre: Incontro FoPe San Salvatore (fra Noel Muscat) 12 dicembre: Incontro FoPe Betlemme e Ain Karem (fra Nicolas Márquez, fra M. Badalamenti) 17 dicembre: Incontro FoPe Nazareth (fra Noel Muscat) 18 dicembre: Incontro FoPe Cafarnao (fra Noel Muscat) 8 gennaio: Incontro FoPe Nazareth (fra Noel Muscat) 9 gennaio: Incontro FoPe Cafarnao (fra Noel Muscat) 14 gennaio: Incontro FoPe Getsemani (Nicolas) 15 gennaio: Incontro FoPe San Salvatore (fra Noel Muscat) 16 gennaio: Incontro FoPe Betelemme e Ain Karem (fra Nicolás Márquez e fra M. Badalamenti) 11 marzo: Incontro FoPe Nazareth (fra Noel Muscat) 11 marzo: Incontro FoPe Getsemani (fra Nicolás Márquez) 12 marzo: Incontro FoPe Cafarnao (fra Noel Muscat) 13 marzo: Inctontro FoPe Betlemme ed Ain Karem (fra Nicolás Márquez e fra M. Badalamenti) 19 marzo: Incontro FoPe San Salvatore (fra Noel Muscat) Sarà dovere dei guardiani preoccuparsi perché tutti i frati partecipino agli incontri, in un luogo o nell’altro. Per la comunità del Santo Sepolcro le date degli incontri verranno stabilite volta per volta. 37 4. Incontri per i parroci e i direttori di scuola. Data: 10 Febbraio. Luogo: Ain Karem. 5. Incontro per sacristi e animatori di santuari. Data: 17 febbraio. Luogo: Ain Karem. 6. Animazione dei capitoli locali nelle comunità più piccole, su richiesta. 7. Conferenze culturali: in date che saranno annunciate volta per volta. 8. Esercizi spirituali: saranno offerti cinque corsi, come previsto dal programma: settembre 2008: per i frati professi temporanei. settembre 2008: in lingua inglese. 5-10 ottobre 2008 : per tutti i frati al Monte Tabor. 12-17 ottobre 2008: per tutti i frati al Monte Tabor. 2-7 febbraio 2009: per tutti i frati ad Ain Karim. 9. Corso di Aggiornamento Biblico-Teologico organizzato dalla Flagellazione dopo Pasqua 10. Celebrazione di due Capitoli Regionali, uno in Giudea e uno in Galilea. Date: 21 aprile al Monte Tabor e 23 aprile ad Emmaus. Questo documento è stato elaborato dal Consiglio per la Formazione Permanente, d’intesa con il Consiglio per la Formazione e gli Studi, ed è stato approvato dal Padre Custode. Eventuali correzioni, modifiche o arricchimenti di questo programma saranno comunicate tempestivamente. Grazie a tutti della collaborazione! Pace e bene! Formazione in Custodia Cognome fra Carlo Serri ofm Moderatore per la Formazione Permanente Nome Comunità Choucry sig. Tony Montefalco Libano CTS Grenier sig. David Ain Karem Canada CTS Moubarak sig. Albert Ain Karem Israele CTS Postulanti Felim Jadloz sig. Fabrice Ain Karem don Miroslaw Nazareth Orozco H. sig. Ricardo 38 Attività Montefalco Paese Francia Polonia Messicano Provincia CTS CTS CTS Novizi Bsharat sig. Luai Betlemme Giordania CTS Ishac sig. Samhar La Verna Siria CTS Dubiel Pari sig. Tomasz sig. Alberto Religiosi in formazione Betlemme Betlemme Polonia Italia CTS CTS Zarza fra Ulise San Salvatore1º filosofia - STJArgentina CTS Galdi fra Sergio San Salvatore2º filosofia - STJItalia CTS Abu Naffà fra Ibrahim San Salvatore2º filosofia - STJGiordania CTS Comparan A.fra Fernando San Salvatore1º teologia - STJMessico Prov. Kelmer fra Ivan San Salvatore1º teologia - STJRussia CTS Assaf fra Ziad Frascati Gruber fra Zdenko Makari fra William Frascati Maznicki fra Adrian San Salvatore2º teologia - STJPolonia Saad fra Roger San Salvatore2º teologia - STJLibano Espinoza G. fra Jorge H. Milazzo fra Antonino San Salvatore1º teologia - STJMessico San Salvatore1º teologia - STJItalia 2º teologia - STJLibano Prov. CTS CTS Burgos Leónfra Salvador San Salvatore2º teologia - STJMessico Prov. Krayem Frascati CTS fra Jihad San Salvatore2º teologia - STJCrozia 2º teologia - STJLibano 2º teologia - STJLibano Prov. CTS Marszalek fra Tymoteusz San Salvatore2º teologia - STJPolonia Prov. Rosas F. Prov. Thomas fra Salvador fra Carlos Loktionov fra Sergey San Salvatore2º teologia - STJMessico San Salvatore2º teologia - STJArgentina S. Sim. Anna studente ebraico Russia Al Haddad fra Ibrahim Betlemme Mgushi San Salvatore Gaston aiuto sagrestano Giordania fra DenysMariaWashington fra Etjen USA Albania Prov. CTS CTS CTS CTS CTS Prov. 39 Professi solenni con opzione clericale Samouian fra Haroutiun San Salvatore1º teologia - STJSiria Canto fra Romulo Araujo CTS fra John of GodSan Salvatore2º teologia - STJBrasile Prov. Elias fra Badie CTS Maia fra Paulo AndréAin Karem 3º teologia - STJ Brasile Paredes fra Donaciano San Salvatore3º teologia - STJ Messico Prov. Zimmer fra Vagner Ain Karem 3º teologia - STJ Brasile Prov. Al-Banna fra Nerwan San Salvatore4º teologia - STJ Iraq CTS Favela Marzo Pelayo Zubak fra Arturo San Salvatore2º teologia - STJBrasile Ain Karem 3º teologia - STJIsraele San Salvatore3º teologia - STJ Messico fra Oscar MarioS. Sim. Anna 3º teologia - STJItalia fra Agustín G. San Salvatore3º teologia - STJMessico fra Mario Andrijevic fra Igor San Salvatore3º teologia - STJCroazia CTS CTS Prov. San Salvatore4º teologia - STJSpagna CTS Washington 4º teologia-WTUGiordania Cichinelli fra Marcelo San Salvatore4º teologia - STJArgentina De la Fuentefra Silvio Prov. Prov. fra Fadi fra Aquilino Prov. San Salvatore4º teologia - STJ Croazia Azar Castillo Prov. Ain Karem 4º teologia - STJ Argentina CTS CTS CTS Ortiz fra Guillermo TS College 4º teologia - STJMessico Prov. Valdez fra José RefugioTS College 4º teologia - STJMessico Prov. Tlaxalo Verdote Molina fra José RodrigoSan Salvatore4º teologia - STJMessico fra Andrew fra Carlos San Salvatore4º teologia - STJCanada San Salvatorefuori corso - STJArgentina Religiosi in formazione superiore Bader fra Shadi Roma filosofia - PUA *Blajer fra Piotr Washington NT *Baranowskifra Pius TorontoAT e Ant Oriente Giordania Polonia Polonia Catania fra Nunzio Roma teol. orientale - PIO Italia Karakach fra Bahjat Roma teol. antropolog. Coniglio Sidawi 40 fra Alessandro Gerusalemmebibbia - SBF fra Ramzi Roma teol. - PUA Italia Siria Giordania Prov. CTS CTS CTS CTS/SBF CTS/SBF Prov. CTS CTS CTS Messaggio di Natale del fino a Betlemme!” Custode di Terra Santa: “Andiamo … i pastori dicevano tra loro: Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere (Lc 2,15). Cari fratelli e sorelle, è ancora Natale! Duemila anni fa un angelo apparve ad annunciare una grande gioia ai poveri pastori di Betlemme. La notte si accese di luce, mentre gli angeli annunciavano in cielo la gloria di Dio, e in terra la pace degli uomini che credono all’amore. La durezza della storia che viviamo cerca di inchiodarci una corazza di ferro sul cuore, per soffocare la vita. Ma come resistere alla provocazione di credere che l’annuncio sia vero, che davvero Dio sia entrato nel mondo, che esista una speranza anche per noi? E come i pastori corsero nella notte verso la grotta, così anche noi, a dispetto di tutto, diventiamo cercatori di gioia. Ci manca forse la ruvida semplicità dei pastori, ma l’ansia del cuore e il bisogno di luce sono gli stessi. Anche a noi è stato annunciato l’evento che cambia la storia. Anche noi dobbiamo andare fino a Betlemme, per trovare risposta ai problemi che ci stracciano l’anima. I tormenti che oggi angustiano più brutalmente la società sono di ordine economico. Tutti all’improvviso siamo minacciati da un vento d’insicurezza, che scuote dalle fondamenta ogni illusione di autosufficienza. La società materialista scopre con sgomento le sue fragilità più profonde. Essere poveri, o poterlo diventare, diventa per tutti una possibilità reale. Ma questo è solo il segno esteriore di una povertà più profonda, che affligge l’anima. Anche noi ci scopriamo pastori nella notte. Per i frati francescani che vivono in Terra Santa il pellegrinaggio a Betlemme, nella notte di Natale, è una tradizione carissima e preziosa. Ma quest’anno, più che mai, siamo certi di non essere soli a cercare il Bambino. Ci saranno con noi tanti pellegrini, che insieme ai cristiani di Betlemme e della Terra Santa, si uniranno alle nostre liturgie. Per tutti risuona la voce dei pastori, che invita al cammino: Andiamo fino a Betlemme! E sono sicuro che una folla infinita di pellegrini invisibili, nelle misteriose vie dello spirito, si metterà in cammino con noi, per cercare la gioia. Insieme troveremo quel Bambino indifeso che, nel freddo della grotta, non ha paura di essere povero, perché ci porta l’amore di Dio. A Natale, proprio da questa Terra Santa sofferente e lacerata, risuona il messaggio che può rinnovare il mondo. Venite tutti a Betlemme, con il cuore semplice, e l’incontro con il Bambino Gesù cancellerà ogni paura. C’è ancora speranza per tutti! Da Betlemme l’augurio fraterno di un Santo Natale! fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa 41 Nuovi Commissari o Commissariati di Terra Santa V.R. Carlos Arturo Restrepo ofm Comisaría de Tierra Santa Calle 16 n. 7-35 Apartado Aéreo 386 Santafé de Bogotá - Colombia Telefono: +57. 1 281.65.52 +57. 1 334.92.93 Fax: +57. 1 334.92.93 E-mail: [email protected] R.P. Roberto Mancinelli ofm Commissariato di Terra Santa Convento San Pasquale Baylon Via Santa Croce, 20 60010 Osta Vetere - AN - Italia Telefono: +39. 071 96.58.06 Fax: +39. 071 963.98.67 Cellulare: +39. 349 87.30.112 [email protected] E-mail: [email protected] R.P. Mario Mattu ofm Commissariato di Terra Santa Convento Maria dei Martiri 08023 Fonni - Italia Telefono: +39. 0784 57009 Fax: +39. 0784 57009 E-mail: [email protected] R.P. Jean-Marie Burnod ofm Commissariat de Terre Sainte 27, rue Sarrette 75014 Paris - France Telefono: +33. 1454.086.21 Fax: +33. 1454.086.21 E-mail: [email protected] [email protected] 42 Web: [email protected] http://terresainte.fr/ R.P. Antoine Collot ofm Vice Commissaire de Terre Sainte (France) Avenue du Chant d’oiseau, 2 1150 Bruxelles - Belgium Telefono: +32. 27614200 Fax: +32. 27614265 R.P. Ignacio de la Cruz Camarillo ofm Comisaría de Tierra Santa Casa San Francisco de Asís Andador Vergara Sur, 2 Centro Histórico 76000 Santiago de Querétaro, Qro. - Mexico Telefono: +52. 466 66.303.60 Fax: +52. 466 66.329.767 E-mail: [email protected] Apertura di un nuovo Commissariato Rev. Fr. Robert Wowor ofm Commissariat of the Holy Land Jl. Kramat 5 no 10 Jakarta 10430 - Indonesia Telefono: +61. 21 3909941 Fax: +61. 21 3101940 Cell: +61. 816 4802865 [email protected] E-mail: Chiusura di un Commissariato V.R. Florenz Graf ofm Franziskanplatz 4 1010 Wien - Austria 43 Agenda del Custode Luglio 1-5. San Salvatore: Discretorio, valutazioni di fine anno 6. Getsemani: solennità del Preziosissimo Sangue 15. Santo Sepolcro: solennità della Dedicazione della Basilica 20-25. Buenos Aires: visita fraterna Agosto 4. Galilea: incontro con la Marcia francescana 6. Monte Tabor: solennità della Trasfigurazione 8-14. Siria e Libano: visita alle comunità 15. Getsemani: solennità dell’Assunta 22. Giaffa: visita fraterna 23. Nazareth: visita fraterna 25-30. Italia, Montefalco: visita fraterna 31. Assisi: prima professione del novizio della Custodia Settembre 4-7. Cairo-Muski: visita alla fraternità 10. San Salvatore: Discretorio straordinario 14-15. Svizzera: visita all’ATS Svizzera 17. Ain Karem: vestizione dei postulanti 18. San Salvatore: Discretorio 24. Consolato francese di Gerusalemme: incontro con i capi di Missioni di Gerusalemme 25-27. Ritiro con i sacerdoti della comunità ebraica 26. Mugeidel: solennità di san Gabriele 28. Emmaus: solennità di san Cleofa Ottobre 3-4. San Salvatore: solennità di san Francesco 6. San Salvatore: apertura dell’anno accademico 6-10. Montefalco: Convegno dei Commissari 11. San Salvatore: professioni solenni 14. Venezia: Incontro con la regione Veneto per supporto al Magnificat 15. Padova: conferenza all’università degli Studi 16-19. Milano: conferenze varie 20-21. Jesi: presentazione Istituto Magnificat 23. Emmaus: Discretorio 27-31. Italia: per le cerimonie funebre di fra Michele Piccirillo ofm 44 Novembre 1. Monte Nebo: Funerale e sepoltura di fra Michele Piccirillo ofm 2. San Salvatore: Ognissanti e Festa dei Defunti 4. Gerusalemme: Incontro al Patriarcato greco ortodosso 8. San Salvatore: Prolusione anno accad. con la partecipazione del P. Generale 9. Getsemani: Messa di Duns Scot con il Ministro Generale 12-13. Betlemme: visita alle fraternità 14-17. Nicosia: convegno organizzato dalla comunità sant’Egidio 18-19. Gerusalemme: Assemblea degli Ordinari di Terra Santa 20. Monte delle Beatitudini: incontro con la Conferenza episcopale cilena 23. Lago di Tiberiade: visita alle comunità 24. Monte Tabor: visita alla comunità 25. Gerusalemme: Ricevimento del Presidente italiano Napolitani alla casa del Presidente di Israele 25. San Salvatore: messa di trigesima di fra Michele Piccirillo ofm 26. Nazareth: rinnovo professione, inaugurazione del Centro parrocchiale 27. Betlemme: Visita del Capo di Stato italiano; Getsemani: rinnovo professione 29-30. Betlemme: prima domenica dell’Avvento (Santa Caterina) Dicembre 1. Knesset: celebrazione dell’anno nuovo 3. Cafarnao: 4. San Salvatore: Discretorio 6. Camaldoli: convegno internazionale 7-9. Reggio Emilia: incontro con la cittadinanza: giornate pro Terra Sancta 10-11. Roma: incontro in Curia generalizia 15-16. Tabor: Incontro con i superiori 17. Gerusalemme: Università al Quds 18. Tantur: Conferenza 18. Betlemme: Inaugurazione del Memorial Hall 20. Betlemme: concerto per la pace 21. Betlemme: Messa alla Casa del Fanciullo 21. San Salvatore: concerto di fine anno del Magnificat 23. Gerusalemme: auguri di natale al Patriarca e al Nunzio 23. Gerusalemme: accoglienza delle due nuove suore clarisse 24-26. Feste di Natale 27: San Salvatore: auguri delle comunità orientali 27. San Salvatore: Ordinazione diaconale di fra Alessandro Coniglio 29. Gerusalemme: auguri del Presidente dello Stato alle comunità cristiane 45 Resoconto delle varie Segreterie per il Discretorio di fine anno Segretario per la Formazione e gli Studi Questa relazione vuole offrire una riflessione sul piano di formazione iniziale della Custodia, alla luce degli sviluppi verificatisi dopo l’ultimo Capitolo custodiale del 2007. Sarà completata dagli interventi dei singoli formatori che daranno il loro input alla discussione. Piano per la formazione e gli studi Nel Convengo dei Formatori dell’11-18 febbraio si è affrontato il lavoro di aggiornamento della Ratio Formationis Custodiæ in vigore dal 1996. Il lavoro era iniziato già nel 2005, con l’aiuto del Consiglio per la Formazione e gli Studi fino al Capitolo custodiale 2007. Il testo definitivo è ora all’esame del Discretorio per avere l’approvazione del Custode e la conferma del Segretariato Generale per la Formazione e gli Studi. Ringrazio tutti i frati che hanno contribuito per la stesura e la correzione del testo della Ratio. Animazione vocazionale Durante il Capitolo custodiale 2007 ci siamo resi conto dell’importanza di rafforzare il nostro impegno per organizzare meglio l’animazione vocazionale in Custodia. Per questo una priorità dell’attuale amministrazione custodiale è stata di indirizzare più personale per questo scopo, e prepararlo con metodi più professionali. Oltre all’Animatore vocazionale custodiale, che risiede in Italia, ogni regione della Custodia ha il suo Animatore (Israele-Palestina, Giordania, Siria, Libano, Washington, Buenos Aires). Quest’anno gli Animatori di Israele-Palestina, Siria e Buenos Aires hanno frequentato corsi semestrali di animazione vocazionale e pastorale giovanile alla Pontificia Università Salesiana di Roma, dove hanno anche partecipato al programma di animazione vocazionale della Provincia Serafica, con la quale l’Animatore custodiale lavora in stretto rapporto. La Ratio Formationis Franciscane vuole che ogni Fraternità provinciale elabori un piano organico per la pastorale vocazionale (RFF 165). Per raggiungere questo scopo il Convegno annuale dei Formatori e Animatori vocazionali, celebrato a Roma ed Assisi dall’11 al 18 febbraio 2008, ha avuto come tema L’Accompagnamento vocazionale personalizzato. I partecipanti hanno lavorato insieme nella redazione della Ratio Formationis Custodiæ, anche per quanto riguarda la pastorale vocazionale, e hanno stabilito i criteri di discernimento che possono rendere più chiare le idee e più organizzato il lavoro dei vari Animatori. 46 L’importanza del lavoro di animazione vocazionale chiede anche che ogni Fraternità provinciale disponga delle strutture necessarie per accogliere e coltivare le vocazioni alla vita francescana, per es. case di accoglienza, centri vocazionali, ecc. (RFF 167). Uno degli obiettivi da raggiungere è quello di stabilire le case di accoglienza della Custodia nelle varie regioni. Il raggiungimento di tale obiettivo non è ancora soddisfacente, perché non basta avere le strutture materiali di accoglienza, ma ci deve essere un ambiente fraterno in cui si respira un’aria di intesa e collaborazione reciproca. Credo che uno sforzo sincero sia stato fatto da tutti, nel senso che tutti siamo d’accordo che abbiamo a cuore l’importanza dell’accoglienza delle vocazioni. Se non siamo ancora arrivati ad un’intesa piena, dobbiamo continuare a lavorare per capirci meglio, e cercare le migliori soluzioni. Stiamo giocando il nostro futuro in questo campo. Tutti noi sappiamo che ogni frate ha il dovere ad essere promotore di nuove vocazioni. Tuttavia, “la cura pastorale delle vocazioni è coordinata dall’Animatore provinciale per le vocazioni, al quale spetta promuovere e dirigere il piano provinciale di pastorale vocazionale, sensibilizzare i frati, favorire la partecipazione di collaboratori locali, agire in unità con il Segretariato provinciale per la Formazione e gli Studi” (RFF 169). Questa volontà esplicita del nostro Ordine deve essere chiara, e ognuno di noi la deve rispettare. La pastorale vocazionale non può essere frantumata in sistemi diversi, con persone che lavorano individualmente, e con programmi disparati. In Custodia c’è già il problema di distanze e frontiere, e perciò è più che necessario che ci sia una guida che, sotto la direzione del Custode, moderatore supremo per la formazione, diriga tutto il cammino di discernimento vocazionale dei nostri candidati. Per adempiere bene questo compito, l’Animatore deve assumerlo come priorità assoluta e, con il dovuto rispetto e collaborazione con la fraternità di accoglienza, deve avere il tempo e i mezzi necessari per l’adempimento del suo lavoro. Occorre rafforzare l’impegno lodevole che ha dato buoni frutti, e capire che ogni vocazione è un dono che comporta necessariamente un mistero da scoprire gradualmente. Non dobbiamo avere paura di prendere dei rischi calcolati, nel seguire i candidati durante il periodo di discernimento e anche durante il postulato, che è la continuazione organica del primo approccio alla vita francescana trascorso nella casa di accoglienza. Un’ultima parola riguarda proprio le case di accoglienza. Dato che non esiste una legislazione che vincola ogni provincia a gestire le case di accoglienza in un modo determinato, è importante che ci siano dei criteri chiari al riguardo. La possibilità di offrire un periodo breve di discernimento intenso in un clima di vita fraterna reale, ma fuori dei condizionamenti propriamente conventuali e pastorali dei nostri santuari, ha bisogno di essere rafforzata, dal momento che la Custodia è troppo 47 sparsa. Un ambiente accogliente in Italia, dove tutti i candidati possono arrivare senza grossi problemi, mi pare che sia la migliore soluzione. Occorre pazienza e coraggio per sperimentare. In questo lavoro non sono tanto le strutture che contano, ma le persone. Ma un minimo di stabilità in strutture e mezzi a disposizione dell’equipe di animazione ci deve essere. Non possiamo continuare a mendicare spazi e mezzi per un lavoro così importante. Case di formazione e formatori Lascio ad ogni formatore di presentare la situazione in ciascuna casa di formazione iniziale della Custodia. Da parte mia mi fermo su alcune considerazioni frutto delle mie riflessioni personali. Abbiamo ribadito, durante l’ultimo Convegno dei Formatori, sul termine gradualità nell’iter formativo. Con questo termine intendiamo due cose. Prima di tutto, gradualità significa un cammino paziente e coerente di crescita al livello umano, cristiano e francescano, che mi pare sia la base dell’accompagnamento e discernimento vocazionale. Un candidato che dimostra questa capacità di andare avanti, ha diritto di essere aiutato a proseguire il suo cammino. Questo non significa che non ci saranno momenti di difficoltà, dubbi e incertezze sulla propria chiamata. Io non posso aspettare che un postulante sia così sicuro del proprio cammino quanto un professo temporaneo alla vigilia della professione solenne. Per questo ribadisco che occorre avere pazienza e costanza nell’incoraggiare i candidati nel loro cammino. Aggiungerei che ci vuole fede in Dio, che è il vero formatore e che conosce il cuore dell’uomo. Pur avendo diritto di conoscere le persone affidate alla nostra cura, non abbiamo diritto di pretendere di sondare il mistero della persona, specialmente se non riusciamo a creare un clima di fiducia e dialogo reciproco. Il secondo aspetto della gradualità riguarda la collaborazione tra noi formatori che consegniamo i candidati da una tappa formativa all’altra. Riconosco che, per raggiungere tale scopo, è mio dovere come Segretario per la Formazione e gli Studi organizzare più riunioni tra formatori, guardiani delle case di formazione, e docenti. Ho sempre guardato al mio ruolo come mediazione, di sostegno al dialogo tra le diverse parti. Studi La mia impressione durante questo anno è che il corpo docente dello STJ sia globalmente soddisfatto dell’impegno dei nostri studenti. Lascio agli interessati e al Maestro la conferma o altro di questa mia affermazione. Penso che il clima di intesa reciproca sia migliorato e questo ha contribuito molto per il bene degli studenti. Resta il problema di alcuni che ancora stentano a finire in tempo i lavori scritti e gli esami, ma mi pare che i responsabili abbiano individuato il problema e ci sia stato un miglioramento. Occorre discutere ulteriormente come armonizzare gli impegni di studio con gli altri impegni formativi e di servizio liturgico ai santuari, in modo che 48 non manchi la serenità psicologica necessaria per adempiere tutti i requisiti di natura accademica. È mio dovere organizzare due incontri l’anno tra il Maestro dei professi temporanei, il Decano e il Moderatore degli Studi. Questo anno non ho convocato gli interessati, eccetto che nel caso dei colloqui avuti con il Decano durante il Convegno dei Formatori. Per l’anno prossimo cercherò di non mancare. Conclusione Vedo di positivo che il cammino formativo iniziale ha prospettive abbastanza chiare. C’è ancora molto da migliorare, specialmente nel campo dell’animazione vocazionale, ma abbiamo già compiuto passi significativi. Grazie al Custode per l’appoggio e la fiducia, ai formatori per la collaborazione, ai guardiani delle case di formazione e ai docenti dello STJ. Mi da speranza la convinzione che tutti abbiamo a cuore il discorso della formazione e il futuro dei nostri candidati che è anche il nostro futuro. fra Noel Muscat ofm Segretario custodiale per la Formazione e gli Studi Report on the Postulancy 2007-2008 St. John the Baptist Ain Karem Six postulants arrived on Oct 2nd last and the postulancy period began on Oct 4th in the presence of the Custos. Of those six, three remain. The program followed was as called for in Ratio Formationis Francescanum in an attempt to begin to form the newcomers in the Gospel Life. The main elements therefore, that we tried to promote were fraternity, the spirit of prayer and devotion, both personal prayer and liturgical prayer, manual work, and an introduction to various aspects of the faith and Franciscan Spirituality. Fraternity: Their presence was required at all community functions whether meals, or prayer. After some hesitation this was extended to include regular recreation with the community. In addition to community recreation there were also some activities in common in the Aula of the postulancy on five evenings per week in order to promote a sense of fraternity among the postulants themselves and to observe how they interacted in a relaxed setting. On occasion the community was invited to participate in these activities. There were monthly retreats and a number of these were held in conjunction with visits to Holy Places. For example, in October there was as overnight retreat held in Nazareth, in November, the retreat was held at St John in the Desert. In January, it was held in Caphernaum, in May at the Sea of Galilee where we spent three days. In December and in February the monthly retreat was held here at St. John. The retreat in preparation for the ceremony of vesting, scheduled for Sept 1st, is tentatively set for August 25th -28th at Mt Tabor. Participation in the Liturgical life of the Custody also took an important place. So, the postulants celebrated many of the annual Franciscan 49 Pilgrimages together with the friars from the Province. For example, in October there was the Pilgrimage to the River Jordan, in November, in Bethlehem for the feast of St. Catherine and in January for the Epiphany. During Lent and afterwards (May 6th/7th for the Solemnity of the Finding of the Holy Cross, and the Solemnity of Corpus Christi) they took part in several of the Solemn Entries and Processions at the Basilica of the Holy Sepulchre as well as at one Saturday Night Vigil. Another important element of our life in the Holy Land is our service towards the pilgrims. With this in mind each postulant was assigned one afternoon per week, and during the summer this will be increased, to welcome the visitors to the sanctuary. Through these experiences we have tried to acquaint the postulants with just some aspects of the life of the Custody. Manual Work: This was explained and highlighted frequently as an expression of the total giving of oneself, body as well as soul, to God. Therefore, the postulants were assigned various roles regarding the daily maintenance of the house. Also, the weekly cleaning of the house in conjunction with other friars from the community formed part of this work. They were quite exceptional in this work as well as in their work in the garden. All told they have made an exceptional contribution to fraternal life in this regard. Study: Although the year of Postulancy is not one dedicated to study, some introduction to the basics of Christian faith and Biblical and Liturgical formation are expected. Since almost all of the postulants arrived well formed in their Christian faith, this year that course consisted of a study of the Liturgy of the Hours and the Eucharist. Then were courses presented on Introduction to the Bible, Introduction to the Life of St. Francis, Introduction to Franciscan Spirituality and the Grace of the Holy Places. Each week there was a meeting with the maestro often dealing with aspects of community living that needed adjustment, and also with elements of the liturgy. One of the professed friars transferred from St. Saviour’s, was very much involved in helping preparing the music for the Liturgies, usually alternating with the maestro every other week in holding a music practice. An experience of service and work with the poor is called for by the Ratio and each year in Ain Karem we are fortunate to be able to collaborate with the Sisters of St Vincent in their home for the handicapped. Each week some of the postulants are sent to spend an afternoon serving them while the others are assigned to service in the church. With the changing number of postulants throughout the year this has always been in need of adjustment. The daily schedule was arranged in such a way as to allow the postulant learn the proper use of freedom and time. Therefore, in addition to the daily routine of the friary and assigned task whether school, manual work or other service, each day allowed for personal time, time for study and time to be alone. fra Fergus Clarke ofm 50 Formazione permanente La Formazione Permanente in Custodia si è svolta secondo il programma Dal Capitolo Custodiale al cammino delle Fraternità. Programma di Formazione Permanente per gli anni 2007-10, elaborato dal Consiglio per la Formazione Permanente, d’intesa con il Consiglio per la Formazione e gli Studi, e approvato dal Padre Custode. Indichiamo solo gli eventi più significativi: 1. Rinnovazione della professione religiosa con il gesto simbolico della consegna ad ogni Frate della Regola, nella Basilica del Getsemani e nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth. 2. Si sono tenuti 8 incontri di Formazione per le comunità di Galilea (a Nazareth, Cafarnao e Tiberiade) e 20 per le comunità di Giudea (a San Salvatore, Getsemani, Santo Sepolcro, Betlemme e Ain Karem). 3. Incontri per i guardiani. Date: 15-16 novembre (Monte Tabor) e 24-25 gennaio (Ain Karem). Le tematiche trattate da me sono state La relazione fraterna in Francesco d’Assisi e L’esercizio dell’autorità al servizio della fraternità. Fra Dobromir Jasztal ha tenuto due conferenze sul tema: Il ruolo del guardiano e del capitolo locale nella vita della fraternità, e sul tema: Alcune questioni economiche di competenza del guardiano. Questi incontri sembrano essere stati positivi, sia per i contenuti formativi sia per il clima di fraternità e di condivisione. La partecipazione è stata buona, soprattutto nel secondo incontro. Alcune assenze restano difficilmente comprensibili. La preghiera è sempre stata al centro degli incontri. I partecipanti hanno manifestato interesse e passione per il loro ministero, pur manifestando con franchezza le difficoltà in cui si dibattono. La formazione dei guardiani appare un impegno ineludibile. Restano, in alcuni casi, un grande imbarazzo nell’animazione dei capitoli locali e una notevole fatica nel coordinamento delle diverse individualità. I guardiani hanno manifestato comunque una grande disponibilità verso il cammino formativo e una sincera dedizione al loro ministero. 4. Incontro per sacristi e animatori di santuari. Data: 26 febbraio. Luogo: Ain Karem. Argomento. Il Santuario, dimora di Dio. L’incontro sembra essere stato positivo, e la partecipazione apprezzabile, pur con la latitanza di alcune comunità. Non sempre appare facile coniugare le motivazioni spirituali del servizio ai santuari con la corrente impostazione turistica che sembra sempre più caratterizzare i visitatori dei nostri Luoghi Santi. Si cercano nuove modalità di gestione degli spazi sacri, per garantire autentiche occasioni di preghiera ai veri pellegrini. Il numero sempre più ridotto di frati rende talvolta problematico offrire un servizio sereno e continuato. 5. Incontri per i Parroci e i Direttori di Scuola. Data: 4 aprile. Luogo: Ain Karem. 51 Incontro positivo, che ha visto un’ottima partecipazione di frati. Fra Nagib Ibrahim ha tenuto la relazione L’annuncio del vangelo secondo san Paolo. Nutrito dibattito con il Custode e discussione ad ampio raggio sulle problematiche vitali della Custodia. 6. Celebrazione di due Capitoli Regionali. Date: 22 aprile al Monte Tabor e 24 aprile ad Emmaus. A questi due incontri ha partecipato la quasi totalità dei frati residenti in Giudea e in Galilea. Questo è certamente un segno positivo di identità e di appartenenza. L’atmosfera è stata gioiosa e impegnata. Nel corso della Celebrazione eucaristica abbiamo celebrato le feste di anniversario sacerdotale e religioso di alcuni confratelli. La riflessione è stata guidata da due interventi: La relazione di fra Carlo Serri: Il dinamismo della fede nella vita fraterna, e le Osservazioni e riflessioni del Padre Custode: Essere frati oggi in Terra Santa. Molto importante è stato il lavoro nei gruppi di studio, seguito da relazioni e dibattito in aula. 7. Redazione della relazione annuale delle fraternità. La relazione annuale della Fraternità è uno strumento di Formazione permanente. È un’occasione di revisione e di auto-valutazione del cammino della fraternità. È uno strumento di crescita nella comunicazione e condivisione all’interno della comunità. È un’attuazione concreta di collaborazione tra guardiano e comunità nell’ambito del capitolo locale. È uno strumento di aiuto alla programmazione, e può aiutare nella formulazione di un progetto sistematico di vita fraterna. È uno strumento di corresponsabilità e di collaborazione con il governo della Custodia. Le relazioni saranno prese in esame dal Discretorio Custodiale. 8. Tutti i sussidi utilizzati durante gli incontri di Formazione Permanente sono stati anche pubblicati su Frati della Corda: Carlo Serri, La Parola di Dio rivelatrice della vocazione (I e II). Idem, Diventare preghiera. Fratelli nell’esperienza di Dio. Idem, La relazione fraterna in Francesco di Assisi. Idem, L’esercizio dell’autorità al servizio della fraternità. Idem, Il santuario, dimora di Dio. Idem, Il dinamismo della fede nella vita fraterna. Nagib Ibrahim, L’annuncio del vangelo secondo san Paolo. Considerazioni finali 1. L’impegno di quest’anno ha portato frutti apprezzabili, ma siamo ancora lontani da un cammino di Formazione Permanente sistematico. È stato utilissimo incontrarsi, pregare insieme, vivere momenti di fraternità e di dibattito. La formulazione di un programma preciso sin dall’inizio dell’anno ha certamente aiutato lo svolgimento delle proposte formative, che hanno ottenuto, in genere, una cordiale e positiva accoglienza da parte dei frati. 52 2. I problemi restano legati alla vita ordinaria delle fraternità, spesso formate da un numero troppo ridotto di frati. È difficile pregare insieme, e talvolta il livello di comunicazione è mediocre. In alcuni casi non esistono mediazioni per risolvere i conflitti e le incomprensioni. 3. Devo ancora osservare che il mio lavoro di Formazione permanente si è limitato alla Giudea e alla Galilea, con una sola vista a Cipro. I territori di Italia, Giordania, Libano e Siria sono rimasti al di fuori del mio raggio di azione. Per essi sono solo stati pubblicati i sussidi su Frati della Corda. Viste le condizioni concrete in cui si trovano queste regioni, non saprei che cosa suggerire per migliorare la situazione. 5. Un’altra realtà che mi sembra necessario rilevare è quella dei giovani sacerdoti e professi solenni. Di fatto spesso vivono da soli, estranei alla vita di preghiera della comunità alla quale dovrebbero appartenere. Una vita così autogestita sembra poco sicura dal punto di vista religioso e vocazionale. A mio avviso è urgente pensare a comunità che garantiscono uno stile di vita più adatto a incarnare una stagione della vita così delicata. 6. Ringrazio infine fra Noel Muscat, fra Nicolas Marquez, fra Dobromir Jasztal, fra Ricardo Bustos e fra Nagib Ibrahim, per la loro valida collaborazione, e il Discretorio custodiale per la fiducia accordatami. fra Carlo Serri ofm Moderatore della Formazione Permanente Segreteria per l’Evangelizzazione Il giorno 17 giugno 2008, alle per 15.30, presso il Convento di San Salvatore, si è riunito il consiglio per l’Evangelizzazione. Erano presenti: • fra Carlo Serri, presidente della Segreteria • fra lbrahim Faltas, parrocchie • fra Apolinary Szwed, evangelizzazione missionaria • fra Frédéric Manns, dialogo ecumenico ed interreligioso • fra Louis Bohte, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato • fra Abdel Masih F. Fahim scuole, assente giustificato. Si è trattato di un incontro di condivisione e di valutazione del lavoro svolto dai responsabili dei vari settori. Riportiamo alcuni interventi: Incontri ed esperienze per una nuova evangelizzazione Fra Ibrahim Faltas ofm (parrocchie) Negli ultimi anni, mi sono occupato molto del progetto Educare alla Pace, inserendomi nel contesto che viviamo, qui in Terra Santa. 53 Ho avviato una serie di incontri con ragazzi israeliani, musulmani, cristiani, creando uno scambio ed una nuova apertura al dialogo. Ho fatto tesoro delle esperienze vissute durante i miei viaggi all’estero, dove ho notato che per avviare un processo di nuova evangelizzazione, è diventato necessario utilizzare nuovi strumenti che possano interagire ed interessare i giovani, quali: la scuola, la cultura, lo sport, i viaggi. Ho collaborato in questi anni con l’Università di Perugia, che si è messa a disposizione per accogliere giovani studenti, che avevano bisogno di completare i loro corsi universitari. Parecchi ragazzi cristiani e musulmani hanno avuto la possibilità di fare dei corsi preparatori insieme in lingua italiana, per poi accedere alle facoltà italiane di : Milano, Bologna, Verona, Padova, Napoli, Roma, Messina, Perugia. Questo progetto prosegue brillantemente, e recentemente 16 ragazzi palestinesi, hanno ottenuto la possibilità di partire per l’Italia per accedere a dei corsi preparatori in italiano in funzione dell’ ammissione alle varie facoltà. Spesso si pensa che i giovani siano superficiali o indifferenti, nonostante le difficoltà e i limiti umani non mancano, ma nel cuore di ogni giovane, si avverte il desiderio di spendere la vita per qualcosa di grande, di seguire la speranza che non delude, di donarsi senza riserve e condizioni, dove tutti dobbiamo porre un fermo intendimento ed un impegno costante, convinti, che la strada del vangelo è la più efficace per recare all’uomo, senza differenza di razze e culture la sua forza rinnovatrice. In fondo i nostri giovani hanno il desiderio di guardare al futuro con uno sguardo nuovo, di ripartire da Dio, ripartendo nella realtà e nel mondo che viviamo sempre meno religioso, e per tutti noi, qui in terra santa sempre più complesso a causa anche dei rapidi mutamenti. Parecchi giovani musulmani, cristiani, israeliani hanno partecipato nel 2005 e nel 2007 ad uno scambio in Giappone. Nel 2005 sono stati invitati in occasione dell’anniversario del disastro causato dalla bomba atomica. Si sono svolte numerose attività, ed è stato veramente interessante quando abbiamo affrontato il tema del Perdono e del perdonare, ascoltare le diverse linee di pensiero che i ragazzi hanno espresso, qualcuno non era nemmeno in grado di dare un giusto significato alla parola Perdono. Il progetto è proseguito con sezioni di lavoro e di dibattito tra le diverse parti anche qui a Gerusalemme, coinvolgendo anche le famiglie, e con l’accoglienza da parte nostra di un team giapponese, per proseguire nel lavoro intrapreso. L’esperienza si è ripetuta nel 2007. Per accedere a questo tipo di incontro i ragazzi israeliani, musulmani, cristiani si preparano qui nella loro terra, lavorando su percorsi specifici per aiutarli a comprendere le differenze religiose a cui ognuno appartiene, ma anche per condurre ad un cammino comune di condivisione. 54 Posso assicurare che dopo il primo impatto, spesso prevenuto da tanti pregiudizi, quando cominciano a camminare e a lavorare insieme nascono delle esperienze di amicizia e di solidarietà veramente profonde e belle, ma soprattutto durature. Altre esperienze simili sono state realizzate a Tarquinia, dove-giovani israeliani, cristiani e musulmani sono stati accolti per un periodo di vacanza, e abbiamo portato pubblicamente la testimonianza, partecipando a conferenze, a cui i giovani israeliani, palestinesi musulmani hanno dichiarato che, la convivenza e la pace sono possibili. Siamo stati ricevuti anche da Sua Santità Benedetto XVI. Anche i giovani universitari musulmani, israeliani e cristiani annualmente vengono accolti dalla Fondazione Giorgio La Pira, che si adopera per realizzare insieme a loro un periodo anche di vacanza, ma soprattutto di preghiera e di riflessione di come i giovani possano divenire protagonisti di pace. Ritengo importante anche il Progetto Bambini senza confini. È del tutto evidente che anche lo sport può attivarsi a sostegno della pace. Il rispetto e lo sviluppo della vita umana, che sono a fondamento anche dei principi etici dello sport, richiedono la pace. Lo sport può impegnarsi maggiormente ad educare, tutte le persone che gravitano attorno ad esso, al rispetto e alla stima reciproca, affinché si possa giungere a una solida coesistenza pacifica e solidale fra i membri delle varie etnie, culture e religioni diverse; condizioni primarie di una pace autentica. I bambini che oggi fanno parte di Bambini senza confini, sono cristiani, israeliani e musulmani e recentemente hanno trascorso una settimana in Italia, ospitati dalla Caritas di Vimercate in provincia di Milano, dove hanno disputato un torneo di calcio, ma hanno partecipato ai loro campi estivi, integrandosi bene poiché accolti all’interno di nuclei familiari. Nel mese di maggio sono stato invitato a portare la mia testimonianza ad un importante congresso del Rinnovamento dello Spirito a Rimini, dove il confronto nella fede, e la possibilità di parlare dei progetti di coesistenza tra le diverse religioni presenti in Terra Santa, sono stati accolti con attenzione ed entusiasmo. Sono stato invitato alla conferenza alla fiera del libro internazionale di Torino, ad una tavola rotonda alla presenza di un rappresentante della comunità ebraica italiana, l’esponente musulmano ed io come cristiano per portare l’annuncio dei progetti di sensibilizzazione su cui da anni stiamo lavorando. L’evento ha avuto un enorme successo. Anche le ACLI italiane mi hanno esortato ad essere presente alla loro conferenza internazionale dove ho presentato un progetto per fondare l’ACLIP, l’associazione cristiani lavoratori in Palestina. Hanno annunciato alla stampa la disponibilità ad appoggiare tale progetto. Al Forum Internazionale Universitario di Perugia, ho partecipato e portato la testimonianza di come la convivenza tra i giovani è possibile anche attraverso l’esperienza di studio. Alcuni giovani universitari presenti hanno reso testimonianza ai partecipanti. 55 In questi anni tutte le conferenze alle quali ho partecipato, hanno avuto come tema principale la progettualità di ripartire con una nuova evangelizzazione del dialogo tra i cristiani, musulmani ed ebrei soprattutto ricominciando con l’educazione sui bambini. Fra Apolinary Szwed (Evangelizzazione Missionaria) Sito web della Custodia anche in lingua ebraica. Esiste l’idea di un progetto di un Centro di Cultura Cristiana, forse con sede preso il Terra Santa College, che dovrebbe svolgere opera di evangelizzazione attraverso attività culturali di vario tipo: un Museo, la traduzione di testi in ebraico. Il centro si rivolgerebbe a persone di lingua ebraica, russa e araba. Fra Louis Bohte (Giustizia e pace) 1. JPIC last year After the appointment I want to choose friar Usama for the commission. So I had to wait until he was ordained and came to Bethlehem. The reason for this choice was that he is young and had a Palestinian background. When I asked him, he must say no because of a lot of work in the parish. He suggested to ask his brother. But finally, he hasn’t time either. Then I decided to continue with friar Noel Muscat and Maher Turjman, the director of Pontifical Mission and last November graduated with a research among the schools looking for the sustainability of Catholic schools and the impact of the current political, economic and social conditions schools prevailing in the Palestinian Territories on their developing mission: Catholic schools in the Palestinian Territories; facts, roles and challenges towards sustainability October 2007 by Maher Turjman. Meanwhile I wrote two articles about Islam: about Islam in our time and Islam and dialogue. From the first one I got a couple of reactions from all over the world: from Australia unto the USA, thanks to publishing on the website of the Custody. The last article is about the course for JPIC animators with a special topic: relation between different friars with a different cultural background because I discover how this issue played a role in our order during my stay in Rome. This issue seems to me also important for our Custody. On the 9th of May we had the first meeting. We discussed the possible approaches to support Palestinians in Palestine and Israel. One approach could be counseling of teachers with an outreach to Christian and Muslim youth. Later on I checked this approach with a good friend who belongs to our parish in Bethlehem and teaches on the Terra Santa School. He made me clear, that when you start with one problem, the teachers will add all other kind of problems. He concluded that they flee away for the problems. Probably they feel them selves not free enough to deal with problems if not inevitable: the wall in their mind. 56 A parallel problem with the same background is that it is almost impossible to collect honest people for a function in a board, because they are fed up by the whole situation and therefore they have a lot of things to do in their free time in order not to have time to think about their situation in a tunnel without a spark of light. Another target group could be the scouts by the young friars who are working with them in East Jerusalem. I have to start with this possibility. At the end of May I attended a meeting of the Israeli Committee Against House Demolitions. The theme of this evening was the work done by 38 intellectuals from the Palestinian Israelis. The paper has been called ‘future vision’. I think that this paper about different aspects of the Palestinian society in Israel can be helpful as a support for the friars who are working in Israel among the Christians. The full text is on: http://www.adalah.org/newsletter/eng/dec06/tasawor-mostaqbali.pdf 2. Associazione di Terra Santa Some months ago I got an email from our secretary about the Associazione di Terra Santa. About one and a half month ago the volunteer Vicenzo Bellomo for the parish in Bethlehem told me about the man who is working for this: Alexander Fröhlich. I visited him at his office. I have understood that the point is to start a project in Bethlehem like elsewhere. There is only one difference: a project can’t directly connect with the Nativity Church because of the Status Quo. Alexander suggested looking in the field of internet. I think that for Bethlehem it is important to have a project related to the future of the youth in Bethlehem. Taking in account the negativity among people in Bethlehem and the sometimes present tension between some Christians and some Muslims, it makes sense to look for a connection with the outside world, to which Christian youth from different Churches and Muslim youth can participate. I connect it with the following point. 3. Vierzehnheiligen The guardian in Vierzehnheiligen, belonging to the Bavaria province in the south of Germany, is looking for a connection with our community in Bethlehem. Vierzehnheiligen is called the Frankish Bethlehem. Gregor Geiger told me about this wish and asked me to contact the guardian of Vierzehnheiligen, a former provincial of the Bavarian province. I combined my participation to the course in Rome with a visit to Vierzehnheiligen just when there was the first annual meeting of the association of Vierzehnheiligen. I have spoken there about the situation of Bethlehem and what our friars are doing there. See attachment about what I have told in Vierzehnheiligen. The guardian proposed to support the Christian youth in Bethlehem. See my remark about this issue at point 2. 57 I have proposed to Alexander to visit Vierzehnheiligen in August. Then he is in Germany, because his wife will give birth. Maybe it is possible to combine both projects. Are there some suggestions for? 4. Education for parish priests I discovered that friars, who are ordained in order to work in a parish, get one semester pastoral theology as preparation for it. When I studied theology 40 years ago, every student, who wanted to be graduated for his theological study, had to follow three semesters practical work, supervised by a graduated supervisor and guided by a local worker. The three semesters had to be successful. At least one of the semesters had to be in a parish. Other possibilities were: school for catechism, hospital, prison. Also a training urban society was a possibility with work for six weeks for instance as a dockworker and six weeks work in the social field. The Dutch province sent three friars to Topeka, USA to be trained as supervisor and worked then for the young friars and other people in the field of pastoral work. One who wants to work in a hospital had to attend a course of pastoral clinical training for three months, usually in a psychiatric clinic. 5. Remarks ongoing formation During the course for JPIC in Rome there was also a meeting with the coordinators for Ongoing Formation and for Evangelization beside the coordinator for JPIC. It figured out that according to a questionnaire there is almost nowhere in the order a cooperation between JPIC and Ongoing Formation. They like to promote this cooperation. The friar responsible for Evangelization called it the way we live. I see this as putting RNB 16 as the core for our perception of Evangelization. 6. Holland House An interesting initiative by another Dutchman in Bethlehem is the start of a Dutch - Palestinian association aimed To strengthen the relationship between Dutch and Palestinians and to encourage exchange of information and cooperation on different social and cultural levels. One of the activities will be a so-called Holland House. The Dutch representative in Ramallah get regularly requests from young Dutch (wo)men who want to do something in the West Bank, also as a volunteer. I suppose that the most of them are not so religious, but maybe here is a chance for some cooperation. It is a matter of job description and précising of conditions for the eventual work. One of the participants of this initiative, supported by the resigned representative is a Dutch woman who works for the Protestant Church in the Netherlands with Sabeel. Do we cooperate with this theological organization or does it make sense to see how we can cooperate? 58 7. Youth centre and rap group; IEA I had to close the youth centre in Al Doha after a bomb attack on the centre in February. Meanwhile I continue as the manager of a young Palestinian from Al Doha, who I know thanks to the centre. He made the choice to call his group Generation of Peace. His father started to teach him Hebrew. He had worked with Israelis for many years. I participate also to meetings of Interfaith Encounter Association located in the Swedish institute. Louis Bohte ofm Fra Frédéric Manns (Commissione Pellegrinaggi, Dialogo inter-religioso ed ecumenico) EVANGELIZZAZIONE Guide di gruppi di pellegrini: fra Carlo Cecchitelli, fra Virginio Ravanelli, fra Tomislav Vuk, fra Lionel Goh, fra Marco Gudiño, fra Giovanni Bissoli, fra Claudio Bottini, fra Frédéric Manns, fra Stefano Cavalli, fra Massimo Luca, fra Eugenio Alliata; fra Carmelo Pappalardo, fra Nicolas Marques, fra Peter Vasco, fra Sergio Olmedo, fra Eleazar Wronski, fra Robert Jauch, fra Beda An, Fra Angelo Ison, don Antonio Alba, fra Eduardo Sanchez, fra Garett Edmunds, fra David Wathen Preparazione delle guide di Terra Santa fra Pietro. Kaswalder, fra Eugenio Alliata, fra Masismo Luca, fra Carmelo Pappalardo Partecipazioni a programmi di Tele Pace o Canção Nova fra C. Bottini, fra Lionel Goh, fra Frédéric Manns, fra Artemio Vitores, fra Peter Vasco, fra Michele Picirillo Sito Internet della Flagellazione: fra Eugenio Alliata. Conferenze Fra Lino Cignelli (religiose), fra Carlo Serri, fra Noel Muscat, fra Artemio Vitores, fra Michele Piccirillo Articoli per le riviste di Terra Santa: fra Michele Piccirillo, fra Eugenio Alliata, fra Artemio Vitores, fra Emilio Barcena, fra Paul Sylvestre, fra Vianney Delalande. Attività evangelizzatrice nel mondo di fra Ibrahim Faltas Assistenza a vari congressi (rinnovamento nello spirito) ecc. 59 IL DIALOGO INTERRELIGIOSO Diverse attività di fra Frédéric Manns Sito Internet: Dialogue a) conferenze Van Leer Institute, Jerusalem, with Rabbi A. Goshen-Gottstein and Cardinal Kasper, The lewish people and their sacred Scriptures in the Christian Bible. 21 octobre 2007 Il linguaggio relazionale nella Bibbia, Università MGIMO: Le religioni e la violenza, Mosca 24 settembre 2006. Jésus dans son contexte juif, Université catholique de Lisbonne, 6 mars 2006 Tavola rotonda con il Prof. Mordechai Rabello sulla Passione di Gesù, Centro culturale italiano, Haifa 26 aprile 2006 Le dialogue inter religieux à Jérusalem, Groupe canadien 7 juin 2006. Jesus the Jew, Hong Kong 2 conférences, 20 et 21 juin 2006 Jérusalem, dans la Bible, Conférence aux biblistes vietnamiens, Ho Chi Minh City 23 juin 2006 Il Giudaismo all’epoca di Cristo, Suore Salesiane, Gerusalemme 10 marzo 2007 Encore une fois les judaïsants de St Jean Chrysostome, Antioche sur l’Oronte, 29 juin 2007 Les traditions targumiques et leur importance pour le Nouveau Testament, Université de Split, Croatie, 24 septembre 2007 Il dialogo interreligioso in Terra Santa, Guide di Torino, 26 novembre 2007 Il dialogo interreligioso in Terra Santa, 4 ore, Università cattolica di Milano, 16 febbraio 2008 I luoghi di preghiera a Gerusalemme: Dialogo interreligioso: Torino 16 maggio 2008 L’haggadah di Pesah, 10 lezioni al seminario Redemptoris Mater di Gerusalemme, febbraio-aprile 2008 La Pâque juive et chrétienne, URTS, Tantour, 2 mars 2008 Con Amos Luzzato e M. Nobile, tesi di Leah Bartolini, Prospettive di universalismo nella promessa di Yhwh ad Abramo secondo l’interpretazione ebraica della scrittura. Partecipazione alla commissione sul giudaismo del Patriarcato latino b) Radio e TV Les racines juives du christianisme, Radio Présence protestante, Paris, 27 février 2006. 60 Tele Pace: Natale e Hanukah, 25 dicembre 2006 Il significato di Gerusalemme, Radio Circuito Marconi, 17 maggio 2007 La Pasqua dei Samaritani, Telepace, 26 aprile 2008. Shaoul l’ebreo, Canção nova, 14 giugno 2008 Attività di fra Marco Malagola Molte conferenze, dibattiti, incontri di vario genere, fra i quail va segnalato: Peace in the Middle East: A Key to the Advancement of the Dialogue between Cultures and Civilazations, 23 march 2007 United Nations international Meeting in Support of Israeli-Palestinian Peace. Relazione della Segreteria dei Luoghi Santi Con la presenza del Rev.mo Padre Custode di Terra Santa la Segreteria dei Luoghi Santi si è riunita il 2 Giugno 2008, lunedì, alle ore 15.30, nel Divano di San Salvatore. Erano presenti, oltre il Custode, fra Artemio Vítores, Presidente della Segreteria, fra Athanasius Macora, fra Nicolás Márquez, fra Ricardo Bustos, fra Enrique Bermejo, fra Stéphane Milovitch. Nel Discretorio di Terra Santa, celebrato l’8 Maggio 2008, erano stati nominati membri della Segreteria, fra Jerzy Kraj, Guardiano di Betlemme, e fra Ricardo Bustos, Guardiano di Nazareth. Nella riunione abbiamo rivisto tutti i temi dei quali si occupa la Segreteria, seguendo il seguente Ordine del Giorno: 1. Animazione ed informazione a) Valutazione dell’incontro dei Responsabili dei Santuari e dei Sagrestani, tenutosi il 4 marzo 2008. È stata pubblicata su Frati della Corda (marzo 2008, 39-43)la riflessione di fra Carlo Serri dal titolo: Il Santuario dimora di Dio. Non si è trovato niente sulle possibili concretizzazioni. Così come non ci sono state applicazioni pratiche che hanno seguito l’incontro del 23 febbraio 2006 (cf. Frati della Corda, n. 3, Marzo 2006, 28-34). È vero che sono incontri di informazioni e di condivisione, ma è importante che vengano date indicazioni operative, perché non resti tutto lettera morta. b) Le relazioni con i pellegrini: incontri del Custode, del Vicario, e di altri religiosi con i diversi gruppi di pellegrini. Come migliorarli? Cos’altro si può fare? Si sta facendo molto, sia il Custode che il Vicario custodiale incontrano continuamente tanti gruppi (diverse migliaia di pellegrini durante l’anno). Si dovrebbero estendere gli incontri ad altri gruppi linguistici (inglese, tedesco, polacco, francese - ultimamente si è fatto qualcosa). Per questo è necessario individuare le persone adatte per questa missione. È anche è importante che le guide e i tour61 leader (compresi i nostri frati) sentano l’urgenza e la necessità di incontrarsi con i francescani, il Custode o un suo rappresentante. In questi incontri si deve mettere in risalto il lavoro della Custodia francescana di Terra Santa e le sue opere (santuario, cristiani, ecc.), anche in vista degli aiuti per le nostre opere. Per una più diffusa informazione sull’attività della Custodia, è necessario tradurre il libro La Presenza Francescana in altre lingue: portoghese, polacco (già fatto, ma non stampato), in arabo, ebraico, ecc. c) I nostri strumenti di comunicazione (riviste, internet, Franciscan Multimedia Center; Christian Information Center); il nuovo DVD della Custodia? - Riviste: La Terra Santa in italiano è migliorata molto, almeno nella veste tipografica. In questi ultimi numeri risalta meglio il suo compito di essere strumento di comunicazione con i pellegrini e gli altri amici di Terra Santa per quanto riguarda gli studi biblici, l’archeologia, la storia, la situazione sociale... Senza dimenticare che è la rivista della Custodia Francescana di Terra Santa. Le altre due, La Terre Sainte e Tierra Santa, hanno migliorato, ma dovrebbero essere ancora perfezionate. Come fare? È importante, tuttavia, lavorare di più sull’aspetto tecnico e sulla diffusione. Le riviste in tedesco e in polacco seguono la stessa linea. Della rivista Holy Land, è uscito il 1º numero e sta per uscire il secondo. Adesso viene fatta e stampata a Washington, anche se la grafica viene fatta a Milano. La rivista in arabo è in fase di trasformazione. C’è sempre la questione irrisolta per alcune riviste: Dove stamparle? Nella propria nazione? Ci sono ancora molti problemi nella distribuzione. - Internet: È migliorato, senza dubbio: è in 6 lingue e si sta pensando di introdurne altre; ci sono i films, le fotografie sono di qualità… C’è ancora molto da fare per raggiungere l’ideale, e vorremmo che l’informazione fosse più ampia. Pensiamo che è necessario: creare una équipe che porti avanti tutto (non è sufficiente il lavoro di Marie-Armelle Beaulieu); non perdere agli antichi collaboratori; avere i traduttori nelle diverse lingue; fare un preventivo delle spese (non si può andare sempre alla buona); aggiornare la presentazione dei Luoghi Santi, seguendo un progetto editoriale. - Franciscan Multimedia Centre: È una grossa novità e pensiamo che sia importante per l’informazione della vita in Terra Santa, specialmente della Custodia. Come migliorare? Bisogna investire di più, con gente preparata, sempre secondo i progetti della Custodia Francescana di Terra Santa. - Christian Information Centre: L’edificio accoglie attualmente tre attività: - Pilgrims Office: per la prenotazione delle Sante Messe, Ora Santa al Getsemani, ecc…: bisogna studiare meglio l’assegnazione delle Sante Messe per evitare il monopolio di alcuni gruppi (prenotano sempre al Santo Sepolcro e magari usano 62 due ore, o il tempo di due Sante Messe). È conveniente, ogni anno, fare le statistiche delle Sante Messe, Sacerdoti e, possibilmente, pellegrini che partecipano. Per quanto riguarda agli ingressi solenni si dovrebbero limitare a due, massimo tre alla settimana, preferibilmente con la presenza di un vescovo. Dobbiamo pensare a fissare le S. Messe per gruppo linguistico. In quali Luoghi Santi? Come fare? Il tema è molto difficile. Si è discusso anche la possibilità di fissare un numero minimo di persone per concedere la possibilità di celebrare in un Santuario, specialmente in quelli grandi come Nazareth, Getsemani, ecc. - Christian Information Centre: chi entra nell’edificio lo vede quasi sempre vuoto, ad eccezione delle persone incaricate. Che tipo di informazione cristiana diamo? È importante il servizio e si è migliorato di molto il servizio telefonico. Pensiamo che nel Centro si possono organizzare altre attività. Il Centro di Nazareth ora funziona meglio. Sono centri da potenziare. - ONG della Custodia: è al piano superiore. Deve risaltare meglio la relazione della ONG con l’informazione sui Luoghi Santi, anche in vista di progetti, come quello di Cafarnao ed altri. Presentare i progetti nelle diverse lingue e in Internet. - Il nuovo DVD della Custodia: la versione per Israele e per i Paesi Arabi è già in vendita; anche in Italia e in Spagna è già in vendita. Per gli USA, è stato firmato il contratto. - Franciscan Corner: non c’è un grande afflusso di clienti. Cosa vendere? Soltanto i nostri libri? Pensiamo che deve essere allargata la vendita ad altre produzioni, compresi anche i dépliants dei Santuari, DVD, ecc. d) - Che informazione diamo ai Commissari di Terra Santa? È sufficiente? Come migliorare? Sono stati pubblicati gli Acta del Congresso dei Commissari con due testi separati che creeranno difficoltà (facilmente si perderà la seconda parte). Non è stato ancora fatto niente sul Vademecum, ma è necessario, prima di tutto, chiarirsi bene in cosa debba consistere: è un testo giuridico o deve contenere temi pratici per aiutare il Commissario (vecchio o nuovo) nel suo lavoro? Le domande dei Commissari chiedevano di avere chiarimenti su: Santa Sede e Commissari; compilazione dei moduli della Ratio Œconomica; Messe perpetue e diplomi per i benefattori; preparazione del poster per la propaganda del Venerdì Santo; invio della Colletta del Venerdì Santo. Pensiamo, inoltre, che quando si riuniscono i Commissari, ci debba essere la partecipazione di qualcuno della Custodia, sapendo però, con il dovuto anticipo non soltanto le date della riunione ma soprattutto l’Ordine del Giorno. Infine pensiamo che, a livello di Custodia o a livello di Economato, sia necessario avere dei frati incaricati a rispondere e a informare i Commissari, per gruppo linguistico. Non è un momento aureo nell’attività dei Commissari e si prospettano tempi difficili per questi ambasciatori della Custodia di Terra Santa nel mondo. 63 e) Comunicazione dei responsabili con i guardiani e i sacrestani, e di questi con i responsabili. Come fare? Relazione annuale dei responsabili? - La Segreteria dei Luoghi Santi propone che ogni Guardiano, con l’aiuto dei sacrestani, presenti ogni anno una breve relazione sull’attività del Santuario. La relazione deve comprendere: 1 - Quante S. Messe sono state celebrate e, se possibile, quanti pellegrini vi hanno partecipato (almeno una cifra approssimativa); 2 - Difficoltà e mezzi necessari per portare avanti questo lavoro pastorale; 3 - La partecipazione dei frati della Comunità alla vita del santuario (confessioni, accoglienza, ecc.); 4 - Il Capitolo Locale e il Santuario: si parla dell’attività del Santuario (accoglienza, confessione, servizio, ecc.?); 5 - Lavori per la conservazione e il miglioramento del Santuario: quelli fatti e quelli che si dovrebbero fare; 6 - Altre proposte. f) I parroci e i direttori delle scuole di Terra Santa e i Santuari: come arricchire questa comunicazione? Abbiamo costatato che non è stato dato molto seguito alle raccomandazioni e proposte fatte nella riunione del 25 aprile 2006 (cf. Frati della Corda, Maggio 2006, 11-13). È importante rendere operante la relazione tra parrocchia e santuario, tra guardiano e parroco, e tra questi e i direttori di scuola. g) Il portavoce della Custodia. Si sta cercando. h) Come migliorare la comunicazione in Custodia? La prima cosa da fare è prendere coscienza che l’informazione è importante: non soltanto è necessario informa ad extra sulle nostre attività, ma anche ad intra, in modo che i frati della Custodia sentano l’importanza di tutto ciò che si riferisce alla Custodia. Senza la conoscenza non c’è amore. È molto importante preparare qualche frate per questo servizio, oppure cercarlo in altre Province. Infine, per informare bene bisogna investire: usando mezzi sempre più adatti per questo scopo; avendo persone capaci di farlo. Ciò esige, quindi, di usare risorse per questo compito, sapendo che una buona pubblicità serve anche per raccogliere quello che si è seminato, in vista della nostra missione in Terra Santa. 2. Le celebrazioni dei pellegrini nei santuari a) L’eccezionale afflusso dei pellegrini sta creando grandi difficoltà per i nostri Santuari e per i nostri frati, e questo si riversa anche sui pellegrini. Anche se non abbiamo ancora statistiche complete, è evidente che l’afflusso dei pellegrini è incredibilmente aumentato: aumentano i gruppi, le celebrazioni sono molte, ciò produce stanchezza, tensione e qualche volta scontento sia per i frati che per i pellegrini. La Segreteria dei Luoghi Santi ha individuato alcuni problemi più urgenti che sono da studiare e, dov’è possibile, proporre qualche soluzione: - Come regolare la situazione, difficile, che si è creata a Betlemme e al Santo Sepolcro? È indubbio che questa massa di pellegrini mette a dura prova strutture organizzative ed orari… Pellegrini e guide si lamentano contro i greci che sono 64 diventati ormai padroni assoluti nei due santuari per ciò che si riferisce alle visite della Grotta della Natività e della Tomba di Cristo (non soltanto fanno pagare i pellegrini, ma li fanno passare per i loro luoghi, e ancor peggio, qualche volta danno la preferenza ai gruppi ortodossi, a scapito di quelli cattolici o protestanti). Come fare? Come regolare questo flusso? Cosa possono fare i nostri sacrestani o il personale ausiliare, specialmente quando c’è l’ingresso solenne di un gruppo cattolico con un vescovo/cardinale? Come comportarsi con gli ingressi solenni, specialmente se il gruppo è molto grande? Ci vuole più personale per le Sante Messe al Calvario, al Sepolcro e alla Grotta della Natività. Infine, abbiamo preso in esame l’orario continuo della Basilica della Natività e di Santa Caterina. A Nazareth sembra vada meglio; a Betlemme, non abbiamo risposte chiare e sicure. b) Si possono allungare gli orari dei Santuari, specialmente al pomeriggio. Non è possibile chiudere un Santuario alle 5 di sera, quando restano ancora più di due ore di sole, specialmente nei Santuari sul Lago. I gruppi non hanno la possibilità di realizzare il loro programma! L’esempio di Nazareth può essere esteso ad altri Santuari. Ma è necessario avere più personale. c) Si deve pensare più seriamente se non sia opportuno programmare celebrazioni secondo le lingue. I gruppi spagnoli, durante il triduo pasquale, fanno celebrazioni al Getsemani mettendo insieme fino a 15/16 gruppi. L’importante è che ci sia una buona animazione di queste celebrazioni collettive. Per adesso possiamo incominciare con le Messe a Nazareth, e le Ore Sante al Getsemani. d) I confessori nei Santuari. Valutazione positiva dei sacerdoti secolari o religiosi che sono venuti come confessori per il Santo Sepolcro. Anche se non c’è molto afflusso, resta una presenza e un servizio importante. Ci sono tanti casi delicati. È importante, specialmente nel Getsemani, creare confessionali appropriati. e) I responsabili dei Santuari e i pellegrini. Il sacrestano e gli altri che accolgono i pellegrini devono indossare l’abito: è un segno per tutti; sia in relazione sul Santuario (cf. sopra), sia per l’assistenza e l’accoglienza fraterna secondo lo stile e la tradizione francescana. e) Cosa c’è da dire sulla celebrazione della Festa di Santa Caterina a Betlemme: Cristo Re, Avvento, oppure Santa Caterina? Non è stato chiarito. Tutte le opzioni sono possibili. e) Cosa si fa nella Cappella dei Franchi? È necessario celebrare l’Eucaristia nella Cappella almeno una volta alla settimana. 3. Sussidi per le celebrazioni liturgiche nei Santuari - Sono stati fatti i depliants, ma pare che i superiori non li vogliono perché costano molto. I responsabili dei Santuari devono usare questi depliants. È una decisione della Custodia. 65 - Sussidi liturgici: ne sono stati fatti molti. È conveniente che ci sia qualche spiegazione, letture in diverse lingue (in quello dell’Ascensione, per esempio, mancano le letture), canti che possano essere cantati da tutti. - Uffici della Settimana Santa al Santo Sepolcro. Si è lavorato molto, e adesso è in fase di sperimentazione. Si dovrà valutare più avanti, una volta avuta l’approvazione definitiva della Chiesa. Libretti liturgici a cura della Segreteria custodiale Capitulum Under 10, Ordinis Fratrum Minorum, die 7 Iulii 2007 - hora 7.30, Missa, in basilica Resurrectionis Domini, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2007. Dominica Pentecostes, Sollemnitas, Ingressus Custodis et Secundæ Vesperæ sollemnes ad Sanctum Cœnaculum, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Dominica Pentecostes, Sollemnitas, Missa in die, Celebratio Eucharistica, in Ecclesia Sanctissimi Salvatoris, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. In Commemoratione Baptismatis Domini, Sollemnitas, feria V ultima mensis Octobris, Celebratio Eucharistica, ad Flumen Iordanum, Iericho, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. In Exaltatione Sanctæ Crucis, Sollemnitas, die 14 Septembris, Celebratio Eucharistica in Sancto Golgotha, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. In Nativitate Domini, Sollemnitas, diebus 24 -25 Decembris, Celebrationes in Civitate Bethlehem, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2007. In Nativitate Sancti Ioannis Baptistæ, Sollemnitas, die 24 Iunii, Ad Secundas Vesperas, in Deserto Præcursoris Domini, Ain Karem - S. Ioannes in Deserto, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. In Nativitate Sancti Ioannis Baptistæ, Sollemnitas, die 24 Iunii, Celebratio Eucharistica, in Ecclesia Nativitatis Præcursoris Domini, Ain Karem - S. Ioannes in Montana, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. In Visitatione, Beatæ Mariæ Virginis, Sollemnitas, die 31 Maii, Celebratio Eucharistica, ad sanctuarium Visitationis B.M.V., Ain Karem, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Ingressus Sollemnis in Basilica Nativitatis Domini, die 25 Iunii 2008, ab Ecc.mo ac Rev.do D.D. Fouad Twal, Novo Patriarcha Latino Hierosolymitano peractus, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Ingressus Sollemnis in Basilica Nativitatis Domini, die 27 Februarii 2008, a cardinale Leonardo Sandri, Præfecto Congregationis Ecclesiarum Orientalium peractus, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. 66 Ingressus Sollemnis in Basilica Sanctissimi Sepulcri, die 22 Iunii 2008, ab Ecc.mo ac Rev.do D.D. Fouad Twal, Novo Patriarcha Latino, Hierosolymitano peractus, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Ingressus Sollemnis in Basilica Sanctissimi Sepulcri, die 25 Februarii 2008, a cardinale Leonardo Sandri, Præfecto Congregationis Ecclesiarum Orientalium peractus, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Missa Sollemnis, in Basilica Sanctissimi Sepulcri, die 23 Iunii 2008, ab Ecc.mo ac Rev.do D.D. Fouad Twal, Novo Patriarcha Latino, Ierosolymitano celebrata, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Missa votiva in Annunciatione Domini, die 28 Februarii 2008, Celebratio Eucharistica, a cardinale Leonardo Sandri, Præfecto Congregationis, Ecclesiarum Orientalium celebrata, Nazareth - Basilica Annunciationis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Ordo benedictionis organi ecclesiæ Ssmi Salvatoris, a Ex.mo D.D. Francisco Lackner ofm Episcopo auxiliare Græcense-Seccoviense peracta, die 18 Aprilis 2008, Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ Ordo pro solemni ingressu Fratrum Capituli Under 10 in Basilicam Resurrectionis, 6 iulii 2007 - hora 11.30, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2007. Ordo Processionis quæ Bethlehem in Basilica Nativitatis D. N. Iesu Christi Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. fratribus minoribus peragitur, a Rinnovazione della Professione e consegna della Regola, nella Festa di Tutti i Santi dell’Ordine Serafico, Getsemani, 29 novembre 2007 Nazareth, 30 novembre 2007, Custodia di Terra Santa S. Marthæ Mariæ et Lazari, Hospitum Domini, Festum, die 29 Iulii, Missa Sollemnis in Ecclesia Bethaniæ, (Lazarium), Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Sancti Alberti Magni episcopi et Ecclesiæ doctoris, festum, die 15 novembris, Celebratio Eucharistica, in festivitate MR Alberti II, Regis Belgici, Ss.mi Salvatoris - Ierosolymis, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Sanctorum Innocentium Martyrum, Sollemnitas, die 28 Decembris, Celebrationes in Crypta Sepulcrorum Innocentium, Custodia Terræ Sanctæ, Ierusalem 2008. Sanctorum Simeonis et Cleophæ, martyrum, Sollemnitas, die 25 Septembris, Celebratio Eucharistica in Basilica Manifestationis Iesu, Emmaus - AlQubeibeh, Custodia Terræ Sanctæ 2008. Septem Dolorum Beatæ Mariæ Virginis, Sollemnitas, feria VI hebdomadæ V Quadragesimæ, Celebratio Eucharistica, ad altare B.M.V. Perdolentis. 67 4. Musica Sacra Fra Armando Pierucci, direttore dell’Istituto Magnificat e organista di San Salvatore e del Santo Sepolcro, ha presentato tre temi intorno alla musica sacra in Custodia: a) Il Coro della Custodia di Terra Santa: Il 17 settembre 2004 il Coro, sotto la direzione dei Maestri fra Armando Pierucci e Hania Soudah Sabbara, ha iniziato un nuovo periodo. Attualmente è formato da 25 membri che, per la maggior parte, sono giovani che hanno studiato musica per diversi anni al Magnificat e altrove. Dedicano cinque ore settimanali alle prove, sotto la direzione della Mº Hania Soudah Sabbara. Un’insegnante di canto, la Prof. Veronika Tonkonogov, li ascolta personalmente e li segue nell’insieme. Il Custode ha sempre incoraggiato il lavoro del Coro. Il Coro è impegnato nel servizio liturgico delle principali feste, celebrate sotto la responsabilità della Custodia di Terra Santa. A questo ha aggiunto la cooperazione con altri cori e gruppi musicali di altri paesi, al fine sia di reperire in loco altri componenti, sia di avere nuove e continue possibilità di sviluppo e di esecuzione. In questo senso il coro è stato in Italia nella Regione Marche (6-10 dicembre 2007) e, con il gruppo corale S. Cecilia di Fabriano, ha eseguito quattro concerti e animato due sante Messe (nel santuario di Loreto e a Fabriano). Il 25 e il 28 maggio 2008, inoltre, ha eseguito due concerti insieme al coro Israeliano Eli Gefen di Tel Aviv e all’orchestra dei Medici di Amburgo (Germania). b) Le prestazioni musicali degli Studenti del STJ meritano un grande apprezzamento. Le loro esecuzioni, specialmente durante la Settimana Santa 2008, quando molti brani venivano cantati per la prima volta, hanno dato grande decoro alle celebrazioni. c) La cura del patrimonio organario. La Custodia di Terra Santa, grazie alla generosità del Commissariato di Terra Santa dell’Austria, ha potuto risolvere l’ormai secolare problema dell’organo della chiesa di San Salvatore. Nel mese di aprile, infatti, si è inaugurato il nuovo organo Rieger (Austria) con quattro memorabili concerti. Quattro concertisti, venuti dal Conservatorio di Vicenza, il soprano Gloria Bruni (Germania), i due cori, Yasmeen e Magnificat della Custodia, un ensemble di ottoni (Vicenza), hanno fatto apprezzare grandemente il nuovo prestigioso strumento. Ai quattro concerti ha partecipato sempre un folto pubblico. Ciò non fa dimenticare la necessità di aver cura degli altri organi della Custodia, che esigono sempre un’assistenza periodica. Quello del Santo Sepolcro, soprattutto, soggetto alla polvere dei muri e al fumo delle candele, andrà ripulito nel prossimo mese di luglio 2008 dalla stessa ditta costruttrice, Rieger. 5. Santuari e arte sacra Fra Michele Piccirillo ha presentato la seguente relazione sui lavori fatti o da fare nei Luoghi Santi: 68 a) Santo Sepolcro. Rilievo Sismico. Tutto procede regolarmente. Anche sotto l’aspetto economico. Contributi finora ricevuti da Cavalieri Santo Sepolcro, San Miniato, Associazione Giovanni Paolo II Toscana. (Promessi: dal Ministero degli Esteri - Consolato Italiano). b) Santo Sepolcro. Affreschi nella Cappella dell’Invenzione. L’Istituto di Venezia sta procedendo alla documentazione e agli esami. c) Santo Sepolcro. Altare con ambone e sobria decorazione della Colonna nella Cappella dell’Apparizione alla Madonna. Il progetto iniziato per il 2000 con contributi vari, sta arrivando in porto. d) Betfage. Affreschi. L’Istituto di Venezia sta eseguendo la documentazione e gli esami. e) Getsemani Basilica. Mosaici. È iniziata la documentazione dei danni e la preparazione del progetto da parte di un mosaicista e di un architetto. Il problema principale riguarda la copertura in piombo che lascia passare l’acqua che a sua volta origina un movimento di dissesto nella struttura muraria e la caduta delle tessere del mosaico. Il vero problema perciò sono gli scarichi dell’acqua. Alcune sezioni della struttura vanno ripulite. L’architetto sta preparando il progetto di intervento sul tetto e sulla muratura che una volta terminato permetterà di intervenire sul mosaico (all’esterno sono 6/7 metri da staccare e riposizonare; all’interno si tratta di piccoli interventi). In preparazione del restauro del mosaico ho ordinato già le tessere vitree a Venezia. Sarebbe auspicabile fare un nuovo allestimento elettrico a luce fredda facendo venire una ditta specializzata per una proposta. Mi è stato telefonato che il progetto da me chiesto ad una ditta specializzata è già pronto utilizzando il Sistema LED. f) Visitazione. Edicola della Madonna della Bruna sulla scala che sale alla Chiesa Superiore. Da Bari fra Pio D’Andola mi ha accompagnato a Matera, su richiesta dell’Arcivescovo Salvatore Ligorio il quale mi ha assicurato l’intenzione di terminare l’edicola dono della Diocesi al santuario. La copia in mosaico che sostituirà l’affresco è già giunta alla Visitazione ed è stata posta al centro dell’edicola sostituendo l’affresco. Da Matera giungerà la cuspide dell’edicola che noi monteremo. L’inaugurazione/ benedizione dell’edicola è prevista durante il primo pellegrinaggio diocesano di Matera (1-8 agosto) che sarà seguito dal pellegrinaggio/esercizi dei Sacerdoti della diocesi (10-17 novembre). Per lo scavo dello scarico delle acque nel cortile antistante la chiesa. Dopo lo scavo condotto da fra Carmelo Pappalardo, abbiamo concordato con il Dipartimento la via da seguire. I lavori procedono. g) Magdala. Abbiamo presentato al Dipartimento la richiesta di rinnovo della licenza di scavo. 69 h) Monte Nebo. Tutto procede regolarmente con i micropali. Abbiamo incaricato una ditta di Amman per la rimozione del tetto (copertura di lastre di eternit, capriata in ferro e smontaggio dei muri aggiunti con smaltimento dei rifiuti). Non pagheremo ma riceveremo 2.000 JD della differenza tra valore della capriata e lavoro eseguito. i) Nazareth - Grotta dell’Annunciazione. Il Prof. Giorgio Malesani e la Dott. ssa Emma Cantisani mi hanno presentato il primo rapporto delle condizioni termoigrometriche ambientali e del materiale litoide rilevate tra il 22 Ottobre 2007 e il 13 Gennaio 2008. Gli altri esperti stanno definendo il metodo di intervento. Ho sollecitato la loro venuta prevista per la seconda settimana di luglio, dopo l’incidente della caduta (provvidenziale!) della mano di cemento aggiunto qualche anno fa. k) Nuovo progetto di segnaletica e ristrutturazione del Santuario dell’Annunciazione di Nazareth. Nuova segnaletica del Santuario; si prevede un nuovo percorso del santuario, con indicazioni precise, riguardanti sia i luoghi da visitare, sia le norme a seguire: 1) Postazioni per le guide, con disegni riguardanti la Grotta e Basilica inferiore, nelle sue diverse fasi, storico-architettoniche e archeologiche; 2) Nuovo ingresso alla chiesa di San Giuseppe, attraverso l’attuale giardino antistante la chiesa; 3) Sistemazione dei reperti archeologici dei diversi edifici sacri, ritrovati durante gli scavi, a seconda del luogo storico da visitare; 4) Nuova uscita del Santuario, dalla zona degli scavi, per arrivare al cortile antistante alla basilica; 5) Fonte e cascate di acqua, nella zona delle antiche terrazze e giardino, come espressione della pienezza di grazia, riversatasi in Maria a tutta l’umanità; 6) Ricollocazione dell’attuale statua della Madonna (ora nei pressi della chiesa di San Giuseppe), al centro del cortile d’ingresso della Basilica, entro un disegno particolare presente in vari luoghi di pellegrinaggio (il labirinto); 7) Nuova uscita del Museo del Santuario; 8) Nuovo Souvenir Shop, e stanza del guardiano, accanto all’Ufficio dei Pellegrini. l) Damasco - Cappella della Caduta di San Paolo. Si potrebbe pensare all’inaugurazione della nuova cappella oramai terminata in occasione dell’apertura dell’Anno Paolino, il 29 Giugno. Un gruppo di 5 scultori guidati dal Prof. Vincenzo Bianchi dell’Accademia di Firenze giunti a Damasco il 25 maggio sta realizzando alcune sculture nel santuario. m) Seforis e Naim. È in fase avanzata l’iter burocratico per l’approvazione dei progetti di Seforis (restauro della basilica crociata e realizzazione di una piccola casetta per i monaci ivi residenti) e di Naim (costruzione di un piccolo conventino a fianco della chiesa). n) Gerico. Chiesa del Buon Pastore. La chiesa e il conventino del Buon Pastore furono costruiti su progetto di Antonio Barluzzi nel 1924-5, contemporaneo perciò con le Basiliche del Tabor e del Getsemani. È un monumento storico che va conservato e restaurato. Dopo aver parlato con il Superiore e Parroco, mi sono attivato per preparare un progetto idoneo da presentare al Discretorio. 70 o) Colloquio sulla storia della Custodia. Dopo averne parlato con il Prof. Franco Cardini, martedì 1º Aprile abbiamo avuto una riunione a Firenze Palazzo Strozzi con il gruppo di studiosi mediovalisti fiorentini. Per ora stiamo mettendo insieme una lista internazionale di studiosi tra i quali scegliere quelli a cui affidare un tema prestabilito che fa al nostro scopo. Fra Stefano De Luca ha presentato la seguente relazione sui lavori fatti o da fare nei Luoghi Santi: a) Capernaum Project. Con il Capernaum Project la Custodia intende valorizzare il santuario di Cafarnao attraverso la realizzazione di un Visitor and Interpretation Center, la riorganizzazione delle aree di preghiera e meditazione e l’ampliamento dei percorsi di visita, che permettano ai pellegrini di sperimentare con maggiore efficacia la connessione tra i luoghi evangelici e i personaggi che vi agirono. Nel Visitor Center troveranno posto, oltre ad un’esposizione tradizionale di reperti provenienti dagli scavi di Cafarnao, anche una serie di supporti multimediali e interattivi secondo i più moderni criteri di musealizzazione, per consentire al visitatore un contatto immediato con la vita quotidiana e la cultura materiale del tempo di Gesù e per aiutarlo a comprenderne il messaggio. Gli interventi di riorganizzazione dell’area archeologica che si rendono necessari per la conservazione e per la sicurezza del sito, apporteranno un decoro degno dell’importanza del luogo evangelico. Allo stato attuale, il progetto ha superato l’approvazione locale, ma è stato bocciato a livello distrettuale perché ritenuto non conforme al Piano Regolatore Nazionale che prevede il Sentiero ciclabile lungo le spiagge di tutto il lago. Si è pertanto deciso di dividere il progetto in due blocchi: 1) l’ampliamento del percorso di visita nell’area archeologica; 2) la costruzione del Visitor Center e delle facilitazioni. Per procedere all’implementazione della prima fase sono stati ottenuti i permessi dell’Israel Antiquities Authority, ma si attende ancora quello dei Parchi Nazionali. 2. Magdala Project. Presso l’area archeologica di proprietà della Custodia di Terra Santa a Magdala si estende una zona ritenuta edificabile, dal nuovo piano regolatore, e dove è stata prevista la costruzione di un grande centro commerciale e di una serie di servizi e strutture alberghiere. Tutto ciò minaccia di alterare profondamente l’area cristiana. se non addirittura di confiscarne una buona porzione per usi pubblici. Per questo la Custodia, con il patrocinio dello SBF, e dopo aver risolto la vertenza legale con i precedenti vigilanti, ha deciso di rinnovare le sue cure al luogo santo procedendo al ripristino delle strutture messe in luce nei vecchi scavi, riprendendo lo studio e la conservazione dell’area e avviando nuove indagini archeologiche. Lo scavo del 2007, diretto da fra Stefano De Luca, ha riportato alla luce un grande quartiere residenziale disposto lungo un decumano. In ottemperanza alla legge sulla protezione delle antichità è stato così possibile difendere la parcella soggetta a confisca (3.500 mq) con una recinzione metallica. Nel frattempo, è stata eseguita 71 la pianta archeologica di tutto il sito e sono stati eseguiti importanti scavi nell’area delle terme. La campagna archeologica del 2008 è già cominciata con lo scavo lungo il muro di cinta per il cablaggio dell’energia elettrica e proseguirà nel settore ovest fino a dicembre. Si veda il sito web: www.magdalaproject.org. 6. Ufficio tecnico della Custodia e gruppo di controllo dei Santuari Ribadiamo quello detto al Capitolo: La Custodia aveva creato l’Ufficio Tecnico proprio per una supervisione continua dei santuari e dei conventi, per la manutenzione ordinaria a volte più urgente degli interventi straordinari. Se ne sente la necessità. Secondo il parere della Segreteria, sarebbero sufficienti un architetto e un geometra imprenditore che, sotto la supervisione di un frate, periodicamente o su richiesta del Superiore, vadano a dare un’occhiata ai santuari e alle case suggerendo, dove necessario, il da farsi e preparando, quando serve, un progettino di intervento. La Segreteria dei Luoghi Santi aveva nominato un gruppo che deve controllare le irregolarità presenti in altri Santuari, e, se ci sono, provvedere a norma degli Statuti Speciali della Custodia. Capitolo I. Santuari e Pellegrini, art. 11.12. e 14. Pensiamo che debba essere nominato questo gruppo e messo in grado di lavorare. 7. Le Case Nove e l’animazione dei pellegrini: situazione e problemi. Non essendo presente nessun responsabile delle Case Nove non abbiamo trattato questo tema, che consideriamo importante. fra Artemio Vítores ofm Presidente della Segreteria per i Luoghi Santi Franciscan Multimedia Center Il Franciscan Multmedia Center è stato inaugurato il 12 gennaio scorso. A breve celebreremo 6 mesi dal suo inizio. Riassumo le attività svolte in questo tempo dividendole in due distinte fasi: la prima fase ha visto concentrarsi la nostra equipe sulle prove tecniche delle attrezzature e del formato dei programmi; la seconda fase si sta avviando in questo momento e consiste nella produzione vera e propria. 1. La prima prova tecnica è stata realizzata in occasione della Pasqua. Durante la Settimana Santa abbiamo testato tutte le attrezzature sia in esterno che in studio. Il Giovedì Santo si è realizzata la prima trasmissione per il Brasile, in diretta dallo Studio del Terra Santa College mediante fibra ottica. La sera stessa al Getsemani si è tenuta un’altra diretta televisiva in esterno mediante link satellitare. Il collegamento é stato fatto da tre diversi satelliti i quali hanno diffuso il segnale in: America del Nord, America del Sud, Europa e Asia. L’esito è stato molto positivo. La seconda prova è avvenuta nel Santo Sepolcro, come trasmissione in differita. Era necessaria per verificare le condizioni di lavoro sul posto. La qualità dell’imma72 gine e il risultato finale del lavoro sono stati considerati dalle altre emittenti televisive di alto livello. La Messa di Pasqua è stata registrata e inviata in differita dallo Studio del Terra Santa College, mediante fibra ottica. La qualità dell’immagine delle Telecamere è molto buona. Anche le attrezzature (studio regia, montaggio, video) sono risultate perfettamente compatibili. La connessione tra Studio del Franciscan Multimedia Center e Satlink, tele porto satellitare, è molto soddisfacente. La terza prova: Le celebrazioni d’insediamento del nuovo Patriarca di Gerusalemme sono state ugualmente una prova e una sfida: fare le registrazioni complete e distribuirle alle altre televisioni. I servizi giornalistici sono stati resi disponibili negli stessi giorni in portoghese, italiano e arabo. Altre collaborazioni Telepace ha un ufficio nel Franciscan Multimedia Center. Essendo nella stessa struttura spesso ci capita di condividere il materiale girato. Televisione e Sito H20: agenzia italiana di distribuzione di film per le emittenti cattoliche con traduzione in 8 lingue e video in alta risoluzione. RomeReports: Agenzia di stampa che ha sede a Roma. Un suo corrispondente è presente saltuariamente nei nostri uffici. Télé Lumière: Abbiamo iniziato una collaborazione con fra Samuel Habib F. Fahim. Sito cinese: È in costruzione con fra Lionel Goh. Maria Vision, tv messicana, è stata nel Franciscan Multimedia Center nella Settimana Santa e ritornerà nel mese di agosto. Video per il Sito della Custodia: siamo alla ricerca del format (videoclip, news, catechesi) più adatto a chi frequenta il sito. Stiamo verificando l’indice di gradimento tramite i contatti avvenuti... L’altra sfida resta la traduzione nelle diverse lingue. Il numero di visite su Youtube è di: 102.056 Canção Nova: 5 milioni al mese Programmi realizzati da Canção Nova Terra Santa Noticias: un concentrato di notizie della settimana con trasmissione in Brasile e in Portogallo. Programma facilmente adattabile in altre lingue. Inside Holy Land: Programma di interviste in inglese. 2. Periodo di produzione: Entriamo ora, nel periodo di produzione del Centro. Stiamo elaborando materiale sia per la trasmissione nei vari canali televisivi sia per la distribuzione in DVD. Il primo lavoro in preparazione è la serie Paolo, Apostolo delle Genti in programma lungo tutto l’Anno Paolino, realizzato in formato HDV - alta risoluzione. La prima 73 parte è dedicata ai primi anni della vita dell’Apostolo, alla sua formazione giudaica nella scuola di Gamaliele, la persecuzione dei cristiani, l’incontro con Gesù sulla via di Damasco. La seconda parte sui viaggi, le lettere e il martirio. Documentario: Quando Dio chiede scrive. Mese di ottobre (Sinodo dei Vescovi). Obiettivo: aiutare la gente a ripercorrere il cammino dell’Annunzio della Parola, attraverso le immagini, risvegliando la loro curiosità, e suscitando il fascino sui secoli di storia. Il documentario inizia il suo percorso dai primi tempi fino a oggi; dall’incisione sulla pietra, argilla, scritti sui papiri, pergamene fino alla scoperta della carta e della stampa con Gutenberg e al micro film. Video istituzionale: Custodire i luoghi santi e preservare le pietre vive sarà fatto in collaborazione con l’Associazione di Terra Santa. Documentario: 800 anni della presenza francescana in Terra Santa (inizio prossimo anno). Il Franciscan Multimedia Center ha percorso il cammino del tempo televisivo che non é il nostro tempo reale, ma quello delle esigenze proprie del mezzo, con le sue tappe creative, ossia produzione, registrazione, pre-edizione e post-produzione. È un arduo lavoro di equipe, ma allo stesso tempo affascinante. Per noi Canção Nova è stata una sfida per capire il mondo dove siamo, come le novità del nuovo lavoro. Esperienza forte, esigente ma allo stesso tempo gratificante. È nostro desiderio collaborare per lo sviluppo del Centro di comunicazione perché questo arrivi alla sua meta e potenzialità. Essere sentinelle delle buone notizie della Terra Santa, attraverso tutti i mezzi, cattolici o non, e utilizzando tutti i tipi di media perché l’annuncio della Buona Novella arrivi a tutti. Maria Lurdes Nuñes Il sito internet della Custodia Dal 10 febbraio 2008 il sito internet si apre con una nuova presentazione. Non è un nuovo sito. Il 100% delle informazioni della Custodia della precedente versione sono state ripristinate, organizzandole in modo da essere immediatamente accessibili. Nuove pagine sono state aggiunte per sviluppare la presentazione della missione della Custodia (i siti legati alla Custodia sono rimasti identici). Oltre alla nuova presentazione è sostanzialmente cambiata la struttura tecnica. Molto più flessibile, permette anche a chi non conosce il linguaggio informatico di mettere articoli e fotografie in linea. Analisi delle visite Un codice analitico è stato inserito e permette un’analisi molto raffinata delle visite. Dal 10 febbraio ci sono state 77.000 visite, ossia una media di 660 al giorno. Più di 300mila pagine sono state viste. 74 I visitatori provengono da 138 Paesi. I primi dieci sono: Pagine Tempo medio Nuove visite tasso di per visita sul sito (en %) rimbalzo 1. Italia 18 301 5,35 00:04:04 38,54 % 15 080 5,00 00:06:03 22,69 % 2. Israele 4 854 5,75 00:05:01 36,79 % 3. Spagna 4. USA 3 294 4,84 00:04:42 60,72 % 5. Francia 3 078 4,98 00:04:20 54,52 % 6. Polonia 1 466 5,04 00:04:26 46,52 % 7. Territori Palestinesi 1 265 4,85 00:06:57 33,91 % 8. Canada 1 015 5,96 00:05:26 64,53 % 9. Brasile 981 4,54 00:05:28 41,90 % 10. Messico 779 5,53 00:06:54 49,17 % Visite 23,27 % 24,81 % 16,67 % 26,14 % 25,44 % 24,35 % 16,76 % 20,39 % 14,17 % 13,35 % Tempo medio di visita Un visitatore rimane in media 5 minuti sul sito, il ché è molto per un sito internet, e consulta in media 5 pagine per ogni visita. Le rubriche più visitate La rubrica informazioni attira il 70% delle visite con il 41,2% per le ultime notizie, il 19,8% per le SBF/news, e il 7,3% per le notizie video. Bisogna anche notare che il tasso di rimbalzo medio è del 24% (la media classica oscilla tra il 40 e il 60%; è totalmente negativo quando il tasso di rimbalzo è al 100%, è eccellente allo 0%; il nostro è da considerarsi buono). Cambiamenti notevoli Una delle novità maggiori è l’aggiunta della lingua ebraica: 4,5% degli internauti; La sistemazione della traduzione delle notizie della Custodia nelle sei lingue; Le fotografie in diaporama; La funzione Inoltra ad un amico. I costi tecnici del sito Oltre al costo delle traduzioni e dell’hosting (270 euro all’anno), le spese legate a questo sito in 18 mesi ammontano a 8mila Euro (500 Euro al mese). La spesa per le traduzioni, da gennaio 2008 è di +/- 12 000 euro (2000 Euro al mese). Gli sforzi da perseguire 1. Migliorare la reperibilità La nuova prima pagina è stata ottimizzata per Google. Ogni giorno viene letta dai motori di ricerca che ci trovano le parole chiave attraverso i titoli. I motori di ricerca leggono anche i links della prima pagina. Quindi ogni articolo viene letto e reso reperibile in ogni lingua. Altre modifiche tecniche sono ancora in corso per ottimizzare la visibilità del sito. 75 Attualmente il sito è molto frequentato dagli italiani. Dobbiamo concentrare i nostri sforzi verso gli altri Paesi. Entro fine anno il sito dovrebbe essere tradotto anche in polacco e in portoghese. Si pensa anche al tedesco e al cinese… Quale tipo di contenuto redazionale Da settembre 2008 verrà inviata una newsletter in ogni lingua. Ci si potrà abbonare on-line. Il che significa che dovremo continuare ad alimentare il sito settimanalmente. Ma con quali tipi di articoli? I dieci articoli più letti sono: • SBF Notizie. Magdala Project 2007 • SBF. 34° Corso di Aggiornamento Biblico-Teologico dedicato a San Paolo • SBF. Giornata di Studio: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chies • Lettre pastorale de Sa Béatitude le Patriarche Michel Sabbah • La Presenza Francescana in Terra Santa • La Presencia Franciscana en Tierra Santa • Msgr. Fouad Twal: I want to sow the joy of living • The Franciscan Presence in the Holy Land • SBF: Notiziario per l’anno accademico 2006-2007 • Mons. Fouad Twal: Voglio seminare la gioia di vivere Tutto il lavoro di messa in linea è svolto da fra Stéphane e da Marie Armelle. Bisognerebbe pensare ad infoltire questa equipe con un’assistenza per la messa in linea e il lavoro sulle fotografie. E con un/a giornalista. La rivista araba Marie Armelle Beaulieu Ho iniziato la direzione della rivista col numero di ottobre 2007, continuando il lavoro e la presentazione come ha sempre fatto fra Gabriele Brayer. La rivista araba è mensile: 10 numeri all’anno. I temi sono piuttosto nuovi: il primo articolo è biblico. Da ottobre fino a maggio ho scritto articoli tematici su Matteo. Normalmente scrivo un altro articolo di tematiche diverse: S. Francesco (due articoli), adattamento da riviste sulla famiglia, magistero della Chiesa. Preparo, inoltre, le notizie della Chiesa e cerco le foto e le immagini. Fra Gabriele: scrive o adatta articoli scritti precedentemente da lui. Joseph Hazboun collabora da tanti anni con fra Gabriele copiando i suoi articoli e impaginando la rivista, che si dà pronta alla tipografia per la stampa. Scrive un arti76 colo sui villaggi cristiani (traduzione di Bagatti) o sulle Chiese Orientali (traduzione dalla rivista One). Da aprile abbiamo anche la collaborazione di un autore noto per i suoi numerosi libri sulla Bibbia in lingua araba: P. Paul Feghali, che scrive per la nostra rivista un articolo tematico sulle Lettere paoline, per l’anno paolino. Anno paolino: col numero di giugno avremo regolarmente almeno due articoli su Paolo e le sue Lettere. Io scrivo una vita di Paolo e P. Feghali temi paolini. Fra Toufic collabora scrivendo un articolo sulla storia dell’Ordine (adattamento dalla rivista francescana La Squilla), e questo per celebrare l’ottavo centenario dell’Ordine. Fra Samuel collabora con una pagina di meditazione. Proposte: un ufficio centrale per le riviste dove si può accedere liberamente per scegliere foto, immagini. Per me è la cosa più difficile. Marie Armelle mi aiuta quando le chiedo delle foto, tuttavia sarebbe meglio mettere a disposizione dei direttori e del collaboratore, i database di tutte le foto disponibili. Internet: non abbiamo ancora messo on line la pagina della rivista araba. Amministrazione: non ci sono difficoltà per pagare le spese ordinarie. La rivista francese Luglio 2008: 10 500 copie. I due problemi notevoli sono le finanze e la redazione. Il problema della stampa deve anche essere sottolineato. 1. La redazione: Oggi: 50% degli articoli sono tradotti della rivista spagnola (Tierra Santa) di periodici italiani (Terrasanta e di Eco di Terra Santa) e altre. 50% sono scritti da fra Vianney Delalande, fra Paul Sylvestre e Marie-Armelle Beaulieu. 2. La redazione: Nel futuro prossimo Milano potrebbe provvedere nel tempo reale gli articoli e le fotografie e gli stessi articoli potrebbero apparire contemporaneamente nei due periodici. Rimarrebbero pagine proprie alla versione francese. È necessario quindi avere i mezzi di traduzione. 77 Formazione permanente Incontri di formazione permanente locali o zonali: Sussidi per la riflessione personale e comunitaria Tema generale per questo anno: Il progetto La grazia delle origini indica così l’obiettivo particolare della Formazione Permanente nell’Ordine per gli anni 2008-2009: Restituiamo tutto al Signore con le parole e la vita. Secondo le indicazioni dell’ultimo Capitolo custodiale di Betlemme, concretizzeremo la celebrazione della vocazione riflettendo su La vita di fraternità e l’impegno missionario, in riferimento alla nostra vita di frati minori in Terra Santa. La riflessione sarà illuminata dalle tematiche dell’anno paolino. Tematiche particolari: * Per gli incontri di dicembre 2008: Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la confermò (Test 14-15). Con stupore e gratitudine celebriamo il dono della nostra vocazione. * Per gli incontri di gennaio 2009: Guai a me se non annuncio il vangelo! (1Cor 9,16). La vocazione apostolica di san Paolo. * Per gli incontri di marzo 2009: Diventare Vangelo. Fratelli nell’annuncio della salvezza. Incontro del mese di dicembre 2008 Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la confermò (Test 14-15). Con stupore e gratitudine celebriamo il dono della nostra vocazione. Questi versetti sono la parte centrale del Testamento (Test) di san Francesco. Sono un ritratto della prima fraternità francescana. Ci fanno ricordare molti episodi della chiamata dei fratelli che si unirono a Francesco dal 1208 fino al viaggio verso Roma per chiedere l’approvazione pontificia della forma vitae evangelica nel 1209. Gli episodi che sono oggetto di analisi in questa nostra riflessione includono la consapevolezza della vocazione evangelica che Francesco ebbe alla Porziuncola il 24 febbraio 1208, quando ascoltò la spiegazione del brano evangelico della missione 78 degli apostoli11. Francesco si sente chiamato alla apostolica vivendi forma e ad accettare come dono del Signore i fratelli che vengono ad unirsi al suo stile di vita. Dopo questo fatto troviamo il racconto della vocazione di Bernardo da Quintavalle, di un certo Pietro (non sappiamo se fosse Pietro Cattani), di Silvestro e di Egidio. Queste narrazioni vocazionali entrano nel contesto del primo contatto che Francesco e i primi compagni ebbero con il libro dei Vangeli, o meglio, con il Messale usato nella chiesa di san Nicolò in Assisi. I primi compagni subito si mettono in viaggio per la loro missione di predicazione. Così fecero Francesco ed Egidio nell’estate 1208 quando partirono per le Marche di Ancona. Tornati alla Porziuncola trovarono altri nuovi postulanti che li aspettavano: Sabbatino, Morico, Giovanni della Cappella e Filippo Longo12. Una seconda missione dei fratelli seguì poco dopo. Bernardo ed Egidio andarono a Firenze e poi a Santiago di Compostella, mentre Francesco e Filippo andarono nella Valle Reatina13. Questa missione fornì l’occasione per i fratelli di affacciarsi al problema dell’identità della loro fraternità: Durante il viaggio, quando i devoti servi del Signore incontravano una chiesa officiata o abbandonata, oppure una croce lungo la strada, si inchinavano ad essa in devota orazione con queste parole: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, qui e in tutte le chiese che sono nel mondo intero, perché per mezzo della tua santa croce hai redento il mondo. E lì credevano e sentivano di trovare la presenza del Signore. Chiunque li vedesse, si meravigliava e diceva: «Mai abbiamo visto religiosi vestiti in questa maniera». Essendo dissimili per abito e per vita da tutti gli altri, parevano uomini boschivi. Quando entrarono in una città, in un castello, in una casa, annunciavano la pace […] C’era chi li stava a udire con simpatia e con gioia, c’era al contrario chi li prendeva in giro. Molti li tempestavano di domande, ed era una fatica per loro trovare risposte a tutti questi interrogativi […] Alcuni domandavano loro: Di dove siete? Altri invece: A che Ordine appartenete? Loro con semplicità li rispondevano: Siamo dei penitenti e siamo nati nella città di Assisi. La Religione dei frati, infatti, non era ancora denominato Ordine14. La questione dell’identità riguardava la forma di vita che i fratelli abbracciavano. Erano penitenti o religiosi? Dalle fonti si vede che Francesco non aveva nessuna intenzione di dare una struttura organizzata alla prima fraternità. La consapevolezza di essere fratres minores aveva bisogno di un periodo di maturazione, che passò attraverso la fase iniziale di essere pænitentes de civitate Assisii oriundi. Tommaso da Celano racconta l’origine del nome fratres minores, quando dice: Proprio lui [Francesco] infatti fondò l’Ordine dei frati minori, ed ecco in quale 11 1Cel 21-22 (FF 354-357). 12 Anper 10-17 (FF 1497-1507); 3Comp 27-35 (FF 1429-1439). 13 1Cel 30 (FF 368-370); Anper 19-24 (FF 1509-1514); 3Comp 36-40 (FF 1440-1444). 14 Anper 19 (FF 1509); cfr. 3Comp 37 (FF 1441). 79 occasione gli diede tale nome. Mentre si scrivevano nella Regola quelle parole: Siano minori, appena l’ebbe udite esclamò: Voglio che questa fraternità sia chiamata Ordine dei frati minori15. Il nome fratres minores, adottato già prima del 1216 quando il vescovo Jacques de Vitry identificava la nascente religio con questo nome16, passò nella storia come nome ufficiale dell’Ordine fondato da san Francesco ed esprime l’identità propria del nostro Ordine e la sua missione. Il nome appare per la prima volta nella Regola non bollata, ma sicuramente in uno strato più primitivo di essa, cioè quello che ha dovuto formare parte del testo approvato ordinariamente da Papa Innocenzo III nel 1209/10 […] Tale nome apparirà nella Regola bullata confermata il 29 novembre 1223 con la bolla Solet annuere del Papa Onorio III17. Appunti e domande per la riflessione comunitaria * Siamo chiamati a celebrare il dono della nostra vocazione, restituendo tutto al Signore con l’impegno della nostra vita. Francesco celebrò il dono della propria vocazione con l’incontro di Cristo che si rivelò a lui nel Vangelo. Questo dono Francesco lo sottopose al giudizio della Chiesa, la quale confermò l’apostolica vivendi forma. Riflettere sull’articolo 22 delle CC.GG.OFM: Poiché la vita e la Regola dei Frati consiste nell’osservanza del santo Vangelo, i frati attendano alla lettura e alla meditazione del santo Vangelo e delle altre Scritture, affinché, progredendo nella comprensione della Parola di Dio, possano conseguire con pienezza la perfezione del loro stato. Che posto ha la lettura e la meditazione del Vangelo nella nostra vita comunitaria? * Francesco celebrò il dono della propria vocazione, in secondo luogo, con l’accettazione dei fratelli come dono del Signore, nella consapevolezza della loro identità primitiva di una fraternità penitente, e poi di quella propria di fratres minores. Riflettere sull’articolo 40 delle CC.GG.OFM: Poiché ogni frate è un dono dato da Dio alla Fraternità, i frati, anche se forniti di carattere, cultura, costumi, talenti, attitudini e qualità diversi, si accolgano reciprocamente nella loro realtà propria, come sono ed in quanto uguali, di modo che l’intera Fraternità diventi il luogo 15 1Cel 38 (FF 386). La citazione della Rnb 7: Sed sint minores et subditi omnibus qui in eadem domo sunt. 16 Jacques de Vitry, Lettera scritta da Genova [ottobre 1216], 8 (FF 2205). 17 Fernando Uribe, “Omnes vocentur fratres minores (RegNB 6,3). Verso un’identificazione della minorità alla luce degli scritti di s. Francesco d’Assisi”, in “Minores et subditi omnibus”. Tratti caratterizzanti dell’identità francescana, a cura di L. Padovese, (Convegno tenuto il 26-27 novembre 2002 all’Istituto Francescano di Spiritualità, Pontificio Ateneo Antonianum), Collegio San Lorenzo di Brindisi, Laurentianum, Roma 2003, 149-190. 80 privilegiato dell’incontro con Dio. Come traduciamo queste parole in vita nella Custodia? • Infine, Francesco e i fratelli celebrarono il dono della propria vocazione uscendo subito ad evangelizzare il mondo, a due a due, annunziando a tutti gli uomini l’avvento del regno e la penitenza. Riflettere sull’articolo 84 delle CC.GG.OFM: I frati, dovunque si trovino e qualunque attività esercitino, si dedichino al ministero dell’evangelizzazione: tanto nelle Fraternità con la vita di contemplazione e di penitenza, nonché attraverso i vari lavori svolti per la Fraternità; quanto nella società umana mediante le attività intellettuali e materiali, e con l’esercizio del ministero pastorale nelle parrocchie e in altre istituzioni ecclesiali; e finalmente, annunziando l’avvento del Regno di Dio con la testimonianza della semplice presenza francescana. Come riconciliare il nostro lavoro di evangelizzazione (santuari, parrocchie, scuole, ecc) con il nostro essere evangelizzati nella fraternità e con la semplice presenza francescana in Terra Santa? Statistiche della Custodia di Terra Santa CURIA GENERALIS OFM Via Santa Maria Mediatrice 25 00165 Roma - Italia Fax: +39.06.68491364 eMail: [email protected] RELATIO DE STATU PERSONALI ET LOCALI die 31 Decembris 2008 Custodia Terræ Sanctæ PROVINCIA/CUSTODIA AUT. Entitatis Codex Directio Postalis Tel.1 Fax Mob/Cel. 090 Natio Terra Sancta (Israel et Palæstina) Convento San Salvatore - POB 186 91001 Jerusalem - Israel +972.2.6266595 Tel.2 +972.2.6266707 +972.2.6284717 eMail: [email protected] www www.custodia.org I. De Statu Personali 1. Sollemniter Professi: a) Cardinales 0 Archiepiscopi b) Sacerdotes c) Diaconi permanentes d) Fratres cum optione clericali 0 Episcopi 1 116 1 13 81 d) Fratres laici 2. Professi Temporarii: a) Fratres cum optione clericali b) Fratres sine optione clericali c) Fratres sine optione Novitii Postulantes Tertiarii seu Oblati Perpetui 35 Summa Professorum Sollemnium 166 11 2 Summa Professorum Temporariorium 13 4 Summa totalis omnium Fratrum cum Novitiis 183 6 II. Incrementum et Decrementum Provinciae/Custodiae Aut. 1. Admissi (hoc anno) a) ad novitiatum: b) ad professionem temporariam: c) ad professionem sollemnem: • fratres laici • fratres cum optione clericali d) ad sacros ordines • ad diaconatum permanentem • ad presbyteratum 5 1 2 7 0 4 2. Extra Claustra Commorantes hoc anno gratiam obtinuerunt: a) sacerdotes et diaconi a) laici Summa extra claustra 3. Egressi (hoc anno): a) novitii b) professi temporarii c) professi sollemnes: - fratres laici 1.fratres cum optione clericali - diaconi permanentes 2. sacerdotes saecularizati, qui hoc anno indultum obtinuerunt • sacerdotes, qui dispensationem ob obligationibus status clericalis hoc anno obtinuerunt vel de facto ministerium sac. reliquerunt Summa Egressorum 4. Defuncti: a) novitii b) professi temporarii c) professi sollemnes: 1. fratres laici 3. fratres cum optione clericali - diaconi permanentes 82 1 2 0 0 0 1 4 0 1 1 0 0 - - III. Distributio Fratrum Provinciae/Custodiae Aut. tiam iuxta residen- 1. In territorio Provinciae/Custodiae Aut.: 2. Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut.: a) In Custodiis dependentibus b) In Fundationibus c) In aliis locis Summa totalis omnium Fratrum cum Novitiis • 2 0 3 sacerdotes cardinales 0 archiepiscopi 0 episcopi 0 Summa Defunctorum 183 Numerus Domuum, Fratrum et Candidatorum Provinciae/Custodiae Aut. in diversis Nationibus, ubi vivunt et laborant. Natio (Regio politica) Episcopi Domus (C.A.E.) Diaconi perSacerdotes manentes Professi non sacerdotes Cum optione clericali Laici Sine optione Noviti a) In propria Na28 0 51 0 20 20 0 3 tione b) In aliis Natio- nibus Argentina 1 0 4 0 0 1 0 0 Ægyptus 1 0 5 0 0 2 0 0 Iordania 2 0 3 0 0 0 0 0 Græcia 2 0 1 0 0 0 0 0 Hispania 1 0 1 0 0 0 0 0 Italia 4 0 16 0 3 5 0 1 Libanus 3 0 4 0 0 1 0 0 Syria 9 1 13 0 0 1 0 0 Fœd. Civ. Ame1 0 12 1 1 8 0 0 ric. Septent. Cyprus 4 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 ignotus 1 Summa 56 1 116 1 24 37 0 4 Summa totalis omnium Fratrum cum Novit • De Statu Locali - Domus 1. Domus a) In territorio Provinciae/Custodiae Aut. 23 83 b) Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut. Summa 2. Domus Filiales a) In territorio Provinciae/Custodiae Aut. b) Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut. Summa Summa omnium Domorum 23 33 33 56 VI. Numerus Paroeciarum Ordini concreditarum 1. In territorio Provinciae/Custodiae Aut. a) Apud Domos nostras b) Extra Domos nostras 25 Summa 2. Extra territorium Provinciae/Custodiae Aut. a) Apud Domos nostras b) Extra Domos nostras Summa a) Alumni cursus Philosophiae Summa totalis omnium Paroeciarum 25 3 18 b) Alumni cursus Theologiae 4 c) Alumni ad Gradus Academicos VII. ...................................................................................................................... Cursum Institutionalem et ad Grados Academicos Fra Petrus Baptista Pizzaballa ofm fra Stephanus Milovitch Custos Custodiæ Secretarius 84 ofm Sorella Morte Fra Agostino (Vito Giovanni) Lovecchio ofm Santeramo (Italia) 21 aprile 1925 † Lanciano (Italia) 2 ottobre 2008 Provincia San Bernardino da Siena (Italia) Cari Confratelli, Il 2 ottobre, fra Agostino Lovecchio è tornato alla Casa del Padre. Era venuto in Terra Santa nel 1936, a 11 anni. Come appartenente alla Custodia di Terra Santa, aveva compiuto gli anni della formazione nei nostri seminari di Emmaus, Betlemme e San Salvatore. Ordinato sacerdote nel 1951, aveva svolto il suo ministero al Santo Sepolcro, al Collegio serafico di Roma, al Commissariato di Napoli e poi in Libano. Nel gennaio 1962 chiede e ottiene di essere incardinato nella Provincia Abruzzese di San Bernardino da Siena. Muore presso l’infermeria provinciale di Lanciano, la città del celebre miracolo eucaristico. E veramente fra Agostino è stato un’anima eucaristica. Raccolto nel Signore, poco appariscente davanti al mondo, ha servito la Chiesa di Dio con la semplicità e l’amabilità dei primi francescani che, lasciando tutto, irradiarono perfetta letizia intorno a sé. Fra Agostino aveva 83 anni di età, 62 di professione, 57 di sacerdozio. È appartenuto alla Custodia per 12 anni. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi. San Salvatore, 4 ottobre 2008 Solennità di Nostro Padre San Francesco fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa 85 Fra Kevin Kidd ofm Westmount (Canada) 14 giugno 1914 † Montréal (Canada) 9 ottobre 2008 Provincia San Giuseppe (Canada) Fra Kevin Kidd della Provincia di San Giuseppe in Canada, è tornato alla Casa del Padre. Egli ha dedicato dieci anni della sua lunghissima vita al servizio nella Custodia di Terra Santa. Si può tuttavia affermare che i Luoghi santi sono stati sempre al centro dei suoi pensieri e dei suoi desideri. Decise di venire in Custodia nel 1969, dopo un pellegrinaggio che lo aveva entusiasmato. La sua formazione era di un elevato livello accademico. Le sue preferenze erano, perciò, per l’insegnamento. Ma si adattò anche agli altri numerosi incarichi, affidatigli dall’obbedienza. Per qualche tempo fu pro-Vicario Apostolico a Cipro, a nome del Patriarcato latino. Nel 1975 fu inviato a Roma per i servizi richiesti dalla celebrazione dell’Anno Santo. In quell’anno scrisse al Custode: Io ho profittato molto di Roma quest’anno; però, voglio lavorare nel ministero sacerdotale tanto tempo quanto Dio dona la salute e la forza. Al termine di dieci anni tornò nella sua Provincia, ma nel 1986, ormai anziano di 72 anni, in occasione del 50º della sua professione, la nostalgia lo riportò nella Terra amata. Voleva rivedere, come scrisse, Gerusalemme, Gerico, la Galilea. Ora il Signore lo ha riportato nel Luogo Santo, dove è possibile contemplare eternamente il suo Volto. Esprimiamo la nostra gratitudine alla Provincia canadese di San Giuseppe e ringraziamo il Signore per il dono di fra Kevin Kidd. Fra Kevin aveva 94 anni di età, 73 di professione, 65 di sacerdozio e 10 di servizio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 2 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 2 sante messe e facciano 2 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi. San Salvatore, 10 ottobre 2008 fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa 86 Fra Luis Ángel de la Fuente ofm Villarin de Campos (Spagna) 16 settembre 1925 † Madrid (Spagna) 17 ottobre 2008 Provincia di San Gregorio Magno (Spagna) Cari Confratelli, Dal Commissariato di Terra Santa di Madrid ci giunge oggi notizia della morte del nostro confratello fra Luis Ángel de la Fuente Prieto. Per sei anni, dal 1973 al 1979, egli svolse il servizio di Commissario di Terra Santa: nella riconoscenza che gli dobbiamo per essersi prodigato generosamente a favore della Custodia e della Terra Santa vogliamo anche esprimere la nostra gratitudine alla Provincia spagnola di San Gregorio Magno che ha promosso e facilitato questo suo servizio. Fra Angelo aveva 83 anni di età, 66 di professione, 58 di sacerdozio e 6 di servizio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 2 sante messe e facciano 2 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi. San Salvatore, 22 ottobre 2008 fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa fra Michele Piccirillo ofm Casanova di Carinola (Italia) 18 novembre 1944 † Livorno (Italia) 26 ottobre 2008 Custodia di Terra Santa Cari Confratelli, È con grande sgomento che vengo a darvi la notizia che questa mattina è tornato alla Casa del Padre, fra Michele Piccirillo. Egli fra poco avrebbe compiuto 64 anni. Per quanto possa essere considerata breve, per uno studioso come lui, la sua esistenza è stata tuttavia piena per l’intensità con cui è stata vissuta, per le motivazioni spirituali che l’hanno animata per i frutti che ha potuto maturare. È impossibile riassumere in poche righe 40 anni di attività a servizio della Chiesa e della Terra Santa. Parlano per lui decine di pubblicazioni, scavi e indefessa attività. La memoria di fra Michele sarà tramandata a lungo tra noi e molti esperti faranno apprezzare quanto egli ha scritto, scoperto o illustrato. Qui ricordo le parole che il Presidente d’Italia, Onorevole Carlo A. Ciampi gli scrisse il 19 febbraio 2001: La ringrazio per averci ricevuto alla Missione Francescana del Monte Nebo e 87 di averci guidato nella visita al Memoriale di Mosè, alla chiesa e alla Missione Archeologica. Nessuno di noi ha potuto sottrarsi alla suggestione della memoria biblica e del messaggio contemporaneo di pace e di speranza che ci trasmette, oggi più necessario che mai. In settant’anni dall’inizio degli scavi sul Monte Nebo, la Missione archeologica francescana ha ridato vita ad una pagina della Storia Sacra che è alle origini della civiltà cristiana. Visitare il Monte Nebo è guardare a radici che conoscevamo ma credevamo invisibili e sepolte. La riscoperta del sito che si protende verso la valle del Giordano e il Mar Morto, di fronte a Gerico e a Gerusalemme, ha un significato profondo per chiunque. Credente o no. Vi convergono le tradizioni delle tre grandi fedi monoteiste, a testimonianza di un retaggio comune che ci deve spingere al rispetto reciproco e alla comprensione. Era trascorso poco più di un anno dalle emozioni del Santo Sepolcro a Gerusalemme, dove pure Ella ci aveva accompagnato facendoci da guida e illustrandoci l’intreccio di storia e di fede. Mi rallegro con Lei per la visione che ispira le ricerche archeologiche della Missione: riscoprendo il passato i Francescani di Terra Santa aiutano i governanti a costruire un avvenire di pace. È la meta alla quale intendevo contribuire con la mia visita in Giordania, come quella in Israele. Veramente, fra Michele ha onorato la Custodia di Terra Santa, anzi la Chiesa intera. Il suo lavoro oltre che essere apprezzato dalle Autorità della Giordania, ha avuto la forza di mostrare come le radici del popolo, che vive in Medio Oriente, sono soprattutto cristiane. Pochi altri, gli scriveva nel 1993 l’Associazione Giordana Amici dell’Archeologia nel consegnargli un premio, hanno lavorato in Giordania e in altri paesi come padre Piccirillo per promuovere l’eredità archeologica della Giordania… Con il suo entusiasmo, con il rigore della sua preparazione scientifica, con la pietà della sua fede in Dio, ci ha insegnato come trasformare un pezzetto di pietra colorata in un documento di storia e di umanità. Ci ha rivelato misteri, verità e messaggi dei nostri antenati: la loro vita e la loro religione. Nel dolore del distacco, ringraziamo il Signore per averci donato fra Michele Piccirillo: lo benediciamo per gli esempi di laboriosità e di pietà che da lui abbiamo ricevuto. La Custodia con fra Michele perde una figura esemplare di frate minore di Terra Santa. Lo benediciamo ancora per la dura malattia che ha sopportato con pazienza lasciandosi purificare. Un cordiale ringraziamento ai medici e infermieri dell’ospedale di Pisa-Cisanello dove è stato operato, del Policlinico Gemelli di Roma dove il suo tumore fu diagnosticato e inizialmente curato e dell’ospedale di Livorno dove è deceduto. Fra Michele aveva 64 anni di età, 47 di professione, 39 di sacerdozio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri 88 religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi. San Salvatore, 26 ottobre 2008 fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa signor Joseph Patrick Doyle † Newberry Port, MA (USA) 6 novembre 2008 Riposi in Pace. Amen. Cari confratelli, la Custodia di Terra Santa partecipa al lutto del Confratello fra Joshua per la morte del proprio padre, signor Joseph Patrick Doyle, ed offre le sue preghiere in suffragio del Defunto, chiedendo al Signore di accoglierlo, in attesa della risurrezione, fra i giusti che vivono alla sua presenza. In ogni Casa della Custodia di Terra Santa ci si unisca nella preghiera e si celebri una Santa Messa per il Defunto. San Salvatore, 7 novembre 2008. fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa Fra Eugenio (Cesare) Tonini ofm Camugnano (Italia) 25 novembre 1919 † Fiesole (Italia) 8 novembre 2008 Provincia San Francesco Stimmattizzato (Italia) Cari Confratelli, L’8 novembre 2008, presso l’infermeria della Provincia di San Francesco Stimmatizzato in Toscana, il nostro confratello fra Eugenio Tonini è tornato alla Casa del Padre. Fra Eugenio era giunto in Custodia di Terra nel dicembre 1950: per 22 anni vi ha svolto un servizio generoso e impegnativo prima di rientrare nella sua Toscana nel 1972. 89 Soltanto i più anziani possono, quindi, ricordare bene fra Eugenio. Sento il dovere di ringraziarla ancora una volta, gli scrisse fra Antonio Guerra, Presidente custodiale, nella lettera di commiato, per tutto il bene da Lei fatto alla Custodia, durante la sua permanenza tra noi; mi sembra superfluo ripetere che tutti conservano di Lei un ottimo ricordo, che difficilmente potrà essere cancellato. Si abbia quindi il nostro più fraterno ringraziamento. Gli incarichi che ha svolto in Custodia sono stati molti e impegnativi: un anno di servizio al Santo Sepolcro, maestro di formazione a San Salvatore (1952-1955), ha dato il meglio di sé come Segretario custodiale. Contemporaneamente a questo ultimo incarico dedicava la sua attività al servizio pastorale, in parrocchia, come predicatore alle comunità religiose, e scrivendo spesso sulla rivista La Terra Santa. Tornato in Provincia ha continuato a lavorare per la Terra Santa che gli è rimasta nel cuore. Fu infatti Commissario di Terra Santa e negli ultimi anni pubblicò un libro di alto valore letterario: Sulle orme di Gesù e Racconti della Terra Santa. Raccogliendoci in preghiera, ringraziamo il Signore per il dono di un così caro confratello; ringraziamo anche la sua Provincia toscana per averci concesso fra Eugenio: il suo esempio e la sua intercessione continueranno a sostenerci. Fra Eugenio aveva 89 anni di età, 71 di professione, 65 di sacerdozio e 40 di servizio (in Terra Santa e poi come Commissario). Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Preghiamo di celebrare con sollecitudine questi suffragi, perché il nostro fratello sia ammesso presto alla presenza del Padre celeste, memori che ciò che avremo fatto agli altri, sarà fatto anche a noi. San Salvatore, 9 novembre 2008. fra Stéphane Milovitch ofm Segretario di Terra Santa 90 Cronaca custodiale La professione solenne di fra Pierre Richa in Libano 29 giugno. Nel giorno della festa dei santi Pietro e Paolo, nella chiesa del villaggio di Assia-Batrun, fra Pierre Richa ha pronunciato la sua professione solenne nelle mani di fra Angelico Pilla. Realizzando il desiderio di fra Pierre, cioè di celebrare questa festa nel suo villaggio, tutta la comunità si è mobilitata perché riuscisse al meglio. Così abbiamo preparato la liturgia, l’addobbo della chiesa, l’animazione della Messa con canti in arabo, italiano e latino. Alla Celebrazione in rito maronita, presieduta da fra Ibrahim Sabbagh, erano presenti il Parroco di Assia, la comunità di Beirut, alcuni dei nostri confratelli Cappuccini chierici con il loro maestro, i familiari di fra Pierre e gli abitanti del villaggio. Tutti i sacerdoti si sono recati in corteo alla casa di fra Pierre e da lì alla chiesa di san Giorgio. Tutto si è svolto in un clima familiare e festoso. Nell’omelia fra Ibrahim ha ricordato la professione di fede di san Pietro e le parole di lode di Gesù per la sua fede diventata forma di vita. Allo stesso modo ha citato la conversine di san Paolo che ha incarnato la fede, portando ogni giorno la sua croce in mezzo alle difficoltà e alle persecuzioni. Rivolgendosi poi a fra Pierre lo ha incoraggiato a proseguire nel suo cammino, sull’esempio dei santi Pietro e Paolo, per intercessione di Maria santissima e del nostro Serafico padre san Francesco, perché possa trasformare la sua professione di fede, fatta attraverso i voti, in progetto di vita, portando ogni giorno la croce, vivendo il Santo Vangelo con generosità e gioia. Dopo l’omelia, fra Angelico ha rivolto a fra Pierre le domande, alle quali ha fatto seguito il canto delle litanie dei Santi, in arabo, e la lettura della formula della professione solenne. Terminata la celebrazione, per ringraziare gli intervenuti e proseguire la festa, c’è stato per tutti il ricevimento nella vicina sala parrocchiale. Per i soli familiari, i frati e qualche frequentatore abituale della chiesa di sant’Antonio ad Harissa, c’é stata poi, a conclusione della gioiosa giornata, la cena all’aperto presso un ristorante. Grati al Signore per il dono di fra Pierre, noi frati preghiamo perché il Signore ci mantenga tutti e sempre fedeli alla sua chiamata. fra Antonino Milazzo ofm 91 Il Presidente della Repubblica di medaglia d’oro del pellegrino. Malta decorato della Martedì 1º luglio. Il presidente della repubblica di Malta, Signor Edward Fenech Adam, è stato decorato dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, della medaglia d’oro del pellegrino. I Presidente maltese è venuto al Convento di San Salvatore nel corso della sua visita privata in Terra Santa. Se il linguaggio politico parla di visita privata, sta a significare che è in veste di pellegrino che il Presidente visita questo Paese. Il Presidente e sua moglie hanno chiesto di essere guidati dal Commissario di Terra Santa di Malta, fra Antony Chircop. E anche se il servizio presidenziale voleva loro riservare l’ospitalità nei migliori hôtels del Paese, il Presidente ha insistito per essere accolto alla Casa Nova francescana. È stato quindi fra Raffaele Caputo, direttore di Casa Nova di Gerusalemme, che ha accompagnato il Presidente ad incontrare il Custode, con tutti i membri del suo Discretorio, tra i quali fra Noel Muscat ofm, suo compatriota. La Repubblica di Malta è uno Stato insulare. Un arcipelago costituito da nove isole di cui quattro abitate: Malte (Malta in maltese), Gozo (Ghadex), Comino (Kummura) e Manoel; le restanti cinque sono inabitate: Cominoto (Kemmunett), Filala, le due isole di San Paolo (I-Gzejjer ta’ San Pawl) e Fungus Rock. L’arcipelago è situato al confine tra il mar Mediterraneo orientale e quello occidentale, a 93 km dalla Sicilia e a 288 a est della Tunisia, a circa 340 Km a nord della Libia e a 570 a ovest della Grecia (Cefalonia). La sua localizzazione strategica l’ha portata ad essere al centro, lungo i secoli, di molte civiltà. Il maltese è una lingua semitica proveniente dal fenicio, contaminato dall’arabo a motivo della presenza araba nel IX-XI secolo, ma anche da latino e italiano, nonché di altre lingue di Paesi cattolici parlate dai Cavalieri di Malta. L’alfabeto maltese è basato su quello romano con l’aggiunta delle lettere. Anche se la maggior parte dei vocaboli è di origine semitica, più del 40% dei vocaboli maltesi hanno un’origine latina; risultato, questo, delle forti influenze siciliane. I maltesi sono per la stragrande maggioranza cattolici e l’influenza della Chiesa è fortissima. Il cattolicesimo è religione di stato, ma viene comunque lasciata libertà di culto. Malta ha dato molte vocazioni alla Chiesa, e numerosi missionari alla Terra Santa. Ancora oggi molti tra religiose e religiosi maltesi operano nel Paese, e naturalmente l’Ordine di Malta, nato qui, è tutt’ora molto attivo. MAB 92 Benedizione dei nuovi appartamenti di Tripoli (Libano) luglio. L’economo custodiale, fra Dobromir Jazstal è venuto a Tripoli, in Libano, per benedire il secondo immobile di 5 piani, per le famiglie cristiane. Alle ore 18, con fra Halim Noujaim, ci ritroviamo nel cortile dei due immobili. Il primo immobile, di 11 piani, era stato benedetto dal Custode fra Pierbattista Pizzaballa due anni fa. Erano presenti fra Toufic, che aveva iniziato il progetto degli appartamenti quando era economo del Libano e direttore della scuola elementare di Tripoli El Mina (Marina); presenti pure dalla Siria fra Romualdo, fra Georges, fra Filippo, Delegato del Custode, e da Harissa fra Ibrahim. Si è iniziato la piccola cerimonia con una preghiera fatta da fra Halim e la benedizione degli appartamenti fatta dall’Economo della Custodia, fra Dobromir, e quindi si sono consegnate ai proprietari le chiavi di cinque dei dieci appartamenti costruiti. Il terzo immobile, non lontano, è in costruzione. Dovrebbe essere terminato a dicembre, per altre dieci famiglie cristiane. Così si mettono in risalto i 150 anni di presenza della Custodia a Tripoli Marina, con l’augurio che si possa rafforzare la nostra presenza a Tripoli, come promesso dal Custode due anni fa, durante la Messa celebrata in occasione della benedizione del primo immobile. In quest’occasione si è parlato con la signora Ibtisam, Segretaria della scuola di Terra Santa, dell’idea di costituire un gruppo di Terziari, come è stato chiesto da alcune signore dopo la celebrazione della festa di Sant’Antonio il 13 giugno scorso. Lo faremo nell’autunno prossimo, all’apertura dell’anno scolastico, affidando la formazione del gruppo dei Terziari a san Francesco, patrono della chiesa, e a sant’Antonio al quale la popolazione cristiana è molto devota. Così la Custodia continuerà la sua tradizione di servizio alla popolazione locale, nello spirito di san Francesco, che venne in Oriente e forse anche in Libano per annunziare il Vangelo. fra Joseph Constantin ofm Visita di Gordon Brown, Primo Ministro Bretagna, a Betlemme della Gran Il sig. Gordon Brown, Primo Ministro della Gran Bretagna, durante la sua prima visita ufficiale in Medio Oriente ha voluto farsi pellegrino alla Grotta della Natività. Domenica 20 luglio si è recato a Betlemme alla sede governativa dove ha incontrato il presidente dell’Autonomia Palestinese. Verso le ore 16.00 il sig. Brown è stato ricevuto dalle autorità civili e religiose davanti alla basilica della Natività. Un gruppo di bambini palestinesi ha sventolato le bandierine ed ha applaudito l’illustre ospite. I rappresentanti delle tre comunità cristiane, responsabili della basilica - greci, armeni e francescani - hanno accompagnato il Primo Ministro durante la vista. Fra Peter Vasko ofm ha fatto da guida nelle parti di proprietà della Custodia di Terra Santa. JK 93 Betlemme e Statu quo Nella Basilica della Natività, a Betlemme, le tre comunità cristiane [greci ortodossi, armeni, e francescani (per i cattolici latini)] collaborano insieme a custodire, curandone la manutenzione e l’accoglienza ai pellegrini, la Grotta e la Basilica bizantina seguendo il regolamento fissato dallo status quo nel 1852. Questi ultimi mesi hanno dimostrato che, al di là delle rigide norme del passato, le tre comunità sono capaci di una costruttiva collaborazione. All’inizio di maggio 2008, noi francescani, in accordo con i superiori greci ed armeni, abbiamo cambiato i tre quadri che ornano la Grotta della Natività, sostituendo quelli che vi erano stati collocati il 20 luglio 1885, come ricordato dall’incisione sulla cornice. I quadri rimossi erano segnati da bruciacchiature, cera, e ormai anneriti dal fumo delle candele. I tre dipinti che li vanno a sostituire rappresentano la natività di Gesù e la visita dei pastori, l’adorazione dei Magi, e il coro degli Angeli che reggono il cartiglio con l’annuncio evangelico Gloria in excelsis Deo - Pax hominibus bonæ voluntatis. Questi quadri furono preparati proprio per la Grotta della Natività: lo confermano le misure esatte, corrispondenti alle cornici della Grotta e soprattutto la scelta di dipingerli su una sottile lamina di ferro. Questo insolito materiale fu scelto proprio per impedire gli incendi provocati dall’accidentale contatto con la fiamma delle candele. I quadri furono dipinti in Germania nella seconda metà del XIX secolo da rappresentanti della scuola dei Nazareni. Il dipinto degli Angeli (205x36 cm), collocato sopra la Mangiatoia, è opera di Joseph Kehren ed è stato eseguito nel 1877. Gli altri due sono opera di Carl Clasen, morto nel 1886: la sua firma si legge sui dipinti, dove viene anche ricordata la città in cui sono stati eseguiti, Düsseldorf. Nella Mangiatoia è stato collocato quello che rappresenta la natività con l’adorazione dei pastori (91x57 cm); quello posto all’altare dove viene celebrata la santa Messa (122x55 cm), rappresenta l’adorazione dei Magi. Approfittando dell’occasione è stata cambiata anche la struttura di legno che regge il quadro degli Angeli. Lo spirito di collaborazione delle tre comunità trova un’altra evidente testimonianza nell’accordo raggiunto per il rinnovo del sistema elettrico. Lunedì 21 luglio, i Greci e gli Armeni hanno iniziato il grande lavoro di sostituzione di tutti i fili elettici nelle rispettive zone della Basilica, mentre noi abbiamo in progetto di rinnovare la rete elettrica nella parte di Grotta di nostra responsabilità. Ci auguriamo e speriamo che questa buona collaborazione continui, e che il fraterno dialogo ecumenico ci porti verso l’accordo comune che permetterà di affrontare il grande problema del tetto della Basilica. fra Jerzy Kraj ofm 94 Fra Shadi Bader ofm, sacerdote in Giordania 24 luglio. La Custodia francescana di Terra Santa gioisce per un suo figlio elevato all’ordine del presbiterato. Nella chiesa del Collegio di Terra Santa ad Amman in Giordania fra Shadi Hani Bader è stato ordinato ieri pomeriggio sacerdote, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Sua Eccellenza mons. Ghaleb Bader, da poco nominato Arcivescovo Metropolita di Algeri. Alla celebrazione hanno preso parte una quarantina di sacerdoti, tra cui molti confratelli della Custodia di Terra Santa e diversi sacerdoti della diocesi. Tra di essi anche molti parenti del neoeletto presbitero, che proviene da una famiglia con molte vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa: sette sono infatti i sacerdoti usciti dal seno di questa famiglia, e più di dieci le vocazioni alla vita religiosa. Anche il Vescovo consacrante è un parente di fra Shadi. Alla cerimonia hanno partecipato anche S. E. Mons. Salem Sayegh, Vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme per la Giordania, e fra Artemio Vítores, Vicario custodiale, in nome del Padre Custode, impossibilitato ad essere presente. La liturgia è stata animata dal canto di un bel gruppo di studenti del Collegio, guidati da fra Firas Lutfi ofm, che si stavano preparando da tempo a questa celebrazione. Il novello sacerdote è stato poi festeggiato da parenti e amici nel cortile della scuola francescana alla maniera tradizionale araba, con canti e danze in suo onore. L’indomani, nel suo villaggio di origine, al-Husson, fra Shadi ha celebrato la sua prima Santa Messa alle ore 11.00. Al nostro confratello gli auguri più sinceri di un ministero sacerdotale sul modello del dono totale di sé del sommo ed eterno Sacerdote, Gesù Cristo. AC Marcia francescana in Terra Santa 29 luglio-5 agosto. Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito santo. Ringraziamo il Signore che ci dà la forza e la grazia per continuare a proclamare il suo regno a tutto il mondo, seguendo l’esempio di san Francesco d’Assisi: così si è conclusa la diciannovesima marcia francescana. Vi hanno partecipato quest’anno 130 giovani, che con i volontari e i religiosi hanno formato il buon gruppo di 155 persone. Insieme abbiamo passato una settimana approfondendo nella preghiera e nella riflessione il dovere di cercare una più profonda riconciliazione con sé stessi, con Dio e con il prossimo. Questo è stato il tema della marcia, scelto in collaborazione con il padre animatore del Libano, coinvolgendo l’animatore della Siria. Ognuno ha raccolto e messo in comune i sussidi su questo argomento, poi abbiamo programmato insieme il lavoro da svolgere con i giovani. 95 La marcia francescana è proprio stata accompagnata dalla benedizione del Signore: è iniziata a Mujedel per raggiungere Nazareth-Reneh-Monte Tabor, sempre ben accolta con disponibilità e generosità dai frati di ogni convento/santuario che si sono via via toccati. Le diverse conferenze erano affidate ai frati, che presiedevano anche le Messe quotidiane, così come quotidiani sono stati i tempi di silenzio e di adorazione eucaristica… Ogni marcia vuole essere un tempo speciale offerto ai giovani per interrogarsi seriamente su come vogliono spendere la propria vita, ascoltando nel silenzio e nella preghiera, nella meditazione della Parola di Dio e aiutati da uno scambio fraterno, cosa il Signore chiede ad ognuno nell’intimo del proprio cuore. Tutti dobbiamo sentire l’esigenza di pregare per le vocazioni, perché così ci ha raccomandato Gesù, di pregare perché la messe è tanta e gli operai sono pochi… E noi abbiamo pregato perché i giovani che si interrogano sul loro futuro sappiano ascoltare la volontà del Signore e rispondere con generosità alla sua chiamata, anche se ci vuole tempo per capire bene come impegnarsi e tempo per il periodo di accompagnamento e di formazione che deve portare a scelte meditate e durature. Così ora chiediamo le vostre preghiere per un giovane di Gerusalemme che ha iniziato il cammino vocazionale e ora è in Italia, con fra Bruno. Un grazie, quindi, a tutti: da Dio che ha ancora una volta guidato questa marcia, ai giovani che vi hanno partecipato; dal Padre Custode a tutti i generosi confratelli che ci hanno mostrato simpatia e collaborazione, ai Religiosi e Religiose di altre congregazioni che ci hanno aiutato, incoraggiato, seguito…. E arrivederci all’anno prossimo… Pace e bene fra Rami Asakrieh ofm animatore vocazionale di Galilea e Giudea Convento di San Paolo Apostolo in Maarrat-Saidnaya 9 agosto 2008: Benedizione della prima pietra nell’anno giubilare paolino 1. Terreno e progetto di struttura per l’apostolato giovanile in Maarrat-Saidnaya Durante la visita del Custode ai conventi di Damasco (6-8 maggio 1996), i frati gli espressero la necessità di avere un luogo adatto all’apostolato della gioventù, dove si potessero vivere momenti di incontro e di ritiro. Il Custode ci incoraggiò a cercare un terreno, assicurandoci aiuto per la realizzazione del centro. Dopo tre anni di ricerche valutammo come idoneo un terreno di 5.395 mq a Maarrat-Saidnaya, in un’ottima posizione e affacciato su uno splendido paesaggio: esso disponeva di un pozzo e 96 di una casetta di 80 mq. ancora non finita. Il terreno venne acquistato dalla Curia custodiale nel 2000, ma si valutò necessario ingrandirlo con l’acquisto di altri pezzi limitrofi, e raggiunta un’area di 22.000 mq, il terreno venne registrato con numero unico al catasto col nome di Comunità Latina di Siria, Waqf dei religiosi francescani di Terra Santa. Alla fine di novembre 2004, il Discretorio visitò le case della Siria: una Visita storica per le nostre cronache. Il 24 Nov. 2004 ci si recò tutti insieme sul terreno, che quel giorno era tutto coperto di neve. A tutti i Discreti piacque molto sia il luogo che il progetto, e si poté quindi procedere alla costruzione del complesso di Maarrat Saidnaya. Da quella data il Consiglio Regionale si impegnò per arrivare alla migliore definizione del progetto, inviando a tutti i frati le coordinate del terreno e i requisiti minimi richiesti, così che ognuno potesse apportare le proprie idee e suggerimenti, misurandosi con i desideri di avere una struttura capace di accogliere un centinaio di giovani, avente una Cappella separata dal piccolo conventino, con una casetta per il portinaio… Il Consiglio, da parte sua, aveva affidato il lavoro di progettazione a tre architetti diversi perchè ognuno lo elaborasse secondo i propri criteri. Ma nessuno dei tre ci soddisfò. Durante la seconda visita del Discretorio (giugno 2006), venne presa in esame una bozza del progetto, che era stata preparata e preventivamente discussa nel mese di aprile in una riunione a Maarrat. Nel convento di Bab Touma, il Discretorio apprezzò il progetto illustrato dalla bozza e auspicò che se ne concretizzasse in cifre il preventivo. Il Consiglio Regionale in accordo con fra Michele Piccirillo, incaricò allora gli architetti italiani Luigi Leoni e Chiara Rovati, dello studio di fra Costantino Ruggeri, di elaborare un disegno definitivo e completo seguendo lo schema approvato dal Discretorio. Il loro progetto fu accolto con soddisfazione dai frati di Damasco e del Consiglio. Per accelerare l’adeguamento del progetto alle leggi sull’edilizia siriane, e fare un preventivo dettagliato, il Custode nominò il 29 maggio 2008 una commissione ristretta all’interno del Consiglio Regionale perchè terminasse tutti questi preparativi entro la fine del 2008, in modo da poter vedere iniziare i lavori non appena terminata la ristrutturazione del convento di Aleppo. 2. Il nuovo convento di san Paoloin Maarrat-Saidnaya e la Benedizione della Prima Pietra In occasione dell’anno giubilare di san Paolo il Discretorio nominò una commissione custodiale (marzo 2008) con l’incarico di dare indicazioni sulle iniziative 97 possibili da prendere come Custodia. Sottoposte queste indicazioni al Discretorio, vennero nominati cinque frati che risiedono in Siria, incaricandoli di realizzare quattro iniziative. L’iniziativa n. 2 dice: Porre la prima pietra e intitolare a san Paolo il Centro per la pastorale giovanile e la catechesi di Maarrat-Saidnaya. È per questo che il 9 agosto alle ore 11.30, noi frati di Damasco, attorno al padre Custode, in un festoso incontro animato dal gruppo Scouts della nostra parrocchia di Bab Touma, ci siamo trovati sul terreno di Maarrat-Saidnaya per la benedizione della prima pietra del nuovo centro giovanile e della lapide del nuovo convento. Erano presenti le suore della comunità del Memoriale di san Paolo. Una cerimonia semplice, che ha avuto inizio con la lettura di due brani del Nuovo Testamento. La preghiera dei fedeli e quella per le vocazioni hanno introdotto alla lettura di una pergamena scritta in latino, arabo e italiano e che è stata firmata dal Custode, dal Delegato custodiale per la Siria e il Libano, dall’Economo regionale, e da altri sei frati. La pergamena e la preghiera per le vocazioni, protette in un sacchetto di plastica, sono state quindi messe in un incavo della pietra, sigillato poi con cemento. La gioia di questo primo atto sulla strada della costruzione del Centro di pastorale giovanile è continuata in un ristorante di Saidnaya, dove abbiamo pranzato. Siano rese grazie al Signore e ai Benefattori se il progetto diverrà realtà: sarà di grande giovamento spirituale per la gioventù delle nostre chiese di Siria. I Ponti di Petra fra Romualdo Fernandez ofm Economo regionale L. Mbuyamba, presidente dell’IFCM (Federazione Internazionale della Musica Corale), ha salutato entusiasticamente i partecipanti al primo Festival delle Corali Arabe, Aswàtuna (le nostre voci), che si è svolto a Petra (Giordania) dal 19 al 22 agosto 2008. Egli ha detto L’universalità del compito dell’IFCM richiede che siamo particolarmente attenti ad una regione, in cui la pratica corale non è ancora piena. Questo evento ci offre l’occasione per scoprire e imparare nuove realtà, per costruire nuovi ponti fra progetti e culture diverse. Il Festival ci ha dato più di quanto potessimo aspettarci, ha detto Hania Soudah Sabbara, direttrice del Coro Magnificat della Custodia di Terra Santa, che ha partecipato all’evento. La musica corale è in espansione in Medio Oriente, continua a dire ed esemplifica. 98 Il coro venuto dalla Siria era formato dagli studenti del Conservatorio di Damasco. Sedici anni fa il Ministero della Cultura Siriano aveva invitato il M° Victor Babenko, un celebre direttore del Conservatorio di Mosca, e lo ha incaricato di formare un coro. Il Presidente Hariri alcuni anni fa ha contribuito con una forte somma di denaro al sostegno del coro venuto dal Libano. Il coro dell’Iraq si è fatto desiderare un po’: quei poveri ragazzi hanno aspettato 36 ore, prima di avere il permesso di varcare il confine. Il coro della Giordania che, animato da Shireen Abu-Khader, è stato l’organizzatore del Festival, ha avuto l’onore della presenza della Regina Madre; di conseguenza, tutti gli onori della TV e degli altri media. Infatti la rassegna corale ha suscitato un grande interesse popolare, proprio perché i cori hanno ripescato quei canti, vecchi di secoli, ma ancora vivi nella memoria della gente. Alcuni maestri vi hanno aggiunto delle varianti, delle risonanze, senza distruggerne l’originalità; le hanno ampliate con la ricchezza dell’armonia, una dimensione che l’Occidente ha maggiormente coltivato. E questo è il primo ponte costruito dai gruppi corali, un ponte che unisce felicemente le due culture. Non per nulla al festival era presente un coro della Svezia, l’unico non arabo. Da anni il governo svedese sostiene lo sviluppo della musica nei paesi in cui la gente ha più voglia di sparare che di cantare. Anche a Petra la Svezia è stata lo sponsor principale. Il coro Magnificat della Custodia di Terra Santa ha eseguito tutti i canti in arabo ma, dato il servizio liturgico che svolge in Terra Santa, ha presentato il meglio del suo repertorio sacro. Nonostante che l’esecuzione avvenisse in ambiente islamico, quei canti, composti o armonizzati da fra Armando Pierucci, sono stati accolti con grande rispetto, anche quando raccontavano il Natale a Betlemme, o la morte del Messia a Gerusalemme. È stato questo un altro ponte, quello che è tradizionalmente esistito in Medio Oriente fra le diverse religioni, almeno fino a quando il fanatismo non ha turbato le relazioni. …E poi, ha concluso Hania salutando i cori, ci sarebbe da costruire un ponte che ci faccia incontrare di nuovo tutti insieme a Betlemme per la Notte di Natale. Un lungo applauso ha accolto la proposta. fra Armando Pierucci ofm La Marcia francescana 2008 in Libano 26 agosto - 2 settembre. È ripresa la Marcia Francescana, dopo un’interruzione di due anni a causa della situazione politica del paese. Si è trattato di iniziare quasi da capo, come se fosse la prima volta per il Libano… Vi hanno partecipano complessi99 vamente 54 persone, e si è svolta nella regione di Kissirwan-Ftouh Kissirwan, sviluppando il tema Sulle vie della riconciliazione (Itinerario umano e spirituale sulla riconciliazione con sé stessi, con l’altro e con Dio). Le giornate, che prevedevano due ore e mezza di cammino, facilitato dal clima buono, erano ritmate dalla Santa Messa, dalla preghiera del mattino e della sera, l’incontro di riflessione e il tempo dell’animazione con i canti religiosi. La sera c’era sempre la festa con gli abitanti dell’intorno, che includeva spesso la presentazione di scenette sulla vita di San Francesco. Da sottolineare la bella esperienza della missione fatta nelle case, e l’intensità con la quale si è celebrato il sacramento della Riconciliazione. La condivisione dei pensieri e delle emozioni suscitate dall’accostarsi alla Confessione hanno messo in evidenza la gioia delle tante guarigioni operate dalla grazia. Una ragazza ha testimoniato di essersi confessata per la prima in modo completo, senza nascondere niente davanti al Signore: La Santa Messa cui ho poi partecipato è stata la più bella che ho vissuto in tutta la sua vita. Ho gustato veramente - diceva - quanto è buono il Signore. Per noi frati l’esperienza della Marcia ci riporta alla missione di pescatori di uomini, e i giovani ci sono sembrati contenti di essere pescati da Lui. Durante l’incontro finale, i giovani hanno chiesto la nostra preghiera per sostenere la perseveranza con la quale vogliono curare e accrescere la vita nuova nata nei loro cuori dall’esperienza di questa Marcia. Di più, tanti hanno chiesto di poter impegnarsi in attività che li aiutino a mantenere lo stesso spirito, consolidando così i buoni propositi espressi. E io ho promesso loro tutte e due le cose. Subito dopo questa Marcia in Libano, insieme a fra Rami Asakrieh, e con un piccolo gruppo formato da giovani libanesi e giordani, progettiamo e ci impegniamo a sostenere la Marcia che inizierà il 6 Settembre in Siria, al termine della quale si farà il programma per l’anno pastorale con i giovani libanesi. Affido a voi, cari Confratelli vicini e lontani, la mia missione come Animatore vocazionale e tutti questi giovani che hanno iniziato con Francesco un cammino nuovo, e chiedo umilmente la vostra forte preghiera per me e per ognuno di loro. Ringraziamo di cuore il Custode, fra Pierbattista; tutti i Provinciali che hanno inviato Frati e Suore a collaborare per questa Marcia; e le sorelle Clarisse di Yarzeh per le preghiere con le quali ci hanno accompagnato. E grazie anche a fra Rami Asakrieh e a tutti i giovani che hanno partecipato! fra Ibrahim Sabbagh ofm Animatore vocazionale per il Libano 100 La quarta marcia francescana in Siria 5-11 Settembre. Paolo, da persecutore ad apostolo di Gesù Cristo: questo è il tema che ha guidato la riflessione della quarta marcia francescana in Siria. E chi, come San Paolo, ci poteva essere di guida per conoscere, amare e seguire il nostro Dio! La figura e la teologia di San Paolo sono molto suggestivi come tema di riflessione e di approfondimento in questo tempo in cui tutta la Chiesa, su invito del papa Benedetto XVI, celebra il giubileo per i duemila anni dalla nascita dell’Apostolo delle genti. E noi, giovani della Siria, paese in cui avvenne il più grande avvenimento nella vita di San Paolo - la chiamata sulla via di Damasco - non potevamo non camminare riflettendo sull’importanza di questo evento anche in riferimento alla nostra storia personale. Un noto studioso contemporaneo ci spiega che, per comprendere la teologia di Paolo, non è sufficiente partire da Tarso, città nella quale egli è nato e ha ricevuto la sua prima formazione; non basta partire da Gerusalemme, città nella quale Saulo è stato educato e ha potuto confrontarsi con gli apostoli e con Pietro in modo speciale; non è sufficiente partire da Antiochia, città che è stata punto di riferimento di tutti i suoi viaggi missionari. Certo, queste città hanno avuto tutte la loro importanza nella formazione di San Paolo, e hanno contribuito alla sua crescita morale e spirituale. Ma per entrare nel pensiero di Paolo, e per comprendere il suo approccio a Cristo e al mistero della salvezza è assolutamente necessario partire da Damasco, perchè Damasco costituisce il momento della sua prima illuminazione e il cambiamento di rotta che ha determinato tutto il resto della sua vita (Carlo Ghidelli, Un anno con San Paolo). Sono stati dunque giorni di gioia e di preghiera durante i quali, accompagnati dall’Apostolo delle genti, abbiamo percorso la zona della nostra missione del Nord, Ghassanieh, Yacubieh e Knayeh, luoghi che ricordano le nostre origini come Chiesa apostolica in Siria, distanti dalla famosa città di Antiochia solo pochi chilometri. La partecipazione dei giovani, quest’anno, è stata davvero significativa, sia per l’alto numero che per la varietà delle provenienze, dentro e fuori i confini siriani (Giordania, Libano, Iraq, Egitto). I molti colori nazionali dei partecipanti hanno offerto un elemento di ricchezza e scambio di doni culturali. Anche la partecipazione dei 5 frati minori (fra Bahjat Karakash, neo presbitero, fra Rami Asakrieh, fra Ibrahim Sabbagh, fra Rami Petraki e fra Firas Lutfi), e di 4 suore (due Missionarie di Maria, una di Santa Dorotea, e una francescana del Cuore immacolato di Maria), ha reso il clima più fraterno ed edificante. Per celebrare l’anno giubilare di San Paolo, mons. Giuseppe Nazzaro, Vicario Apostolico della Siria, ha concesso ai marciatori un’indulgenza plenaria. 101 Un cordialissimo grazie a tutti i frati che ci hanno sostenuto con ogni genere d’aiuto, spirituale e materiale, in particolar modo a fra Ibrahim Younes, fra Antoine Louxa, fra Hanna Jallouf, fra Georges Abou-Khazen. La marcia vuol essere, sopratutto un’occasione di promozione vocazionale, aiutando i giovani a prestare ascolto alla voce del Signore e invitandoli alla generosità della risposta: Signore, cosa vuoi che io faccia? Quindi vi chiedo di unirci alle nostre preghiere perché il Signore ci benedica con tante vocazioni, secondo il suo Cuore. fra Firas Lutfi ofm animatore vocazionale per la Siria Parlamentari italiani pellegrini in Terra Santa Lunedì 8 settembre. Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha incontrato un gruppo di una sessantina di parlamentari italiani in pellegrinaggio in Terra Santa. Per la quinta volta, i parlamentari italiani che lo desiderino possono realizzare un pellegrinaggio in uno dei luoghi santi della Cristianità (Turchia con Efeso, Santiago di Compostella in Spagna, la Grecia con il Monte Athos…). Il primo pellegrinaggio, organizzato nel 2004 da S.Ecc. mons. Salvatore Rino Fisichella, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, aveva già come meta la Terra Santa. Mons. Fisichella rispondeva così al Franciscan Media Center che l’interrogava circa il successo crescente di tale pellegrinaggio parlamentare: Ci sono quest’anno il doppio di pellegrini in rapporto al primo pellegrinaggio del 2004. Si tratta di un viaggio di meditazione proposto loro da mons. Fisichella che conoscono bene visto che pellegrina con loro da circa dieci anni nell’approfondimento della fede. Quest’anno, di ritorno in Terra Santa, questo pellegrinaggio riunisce Parlamentari appartenenti alla maggioranza ed all’opposizione con, alla loro testa, il Presidente del Senato Renato Schifani, ma anche il Ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano. Si tratta di una delle belle esperienze di questo pellegrinaggio il consentire ai deputati di tutte le tendenze del Parlamento di condividere la loro fede. Ciascuno a suo modo, ricco dell’esperienza stessa del pellegrinaggio, ne tradurrà i frutti nella sua riflessione e nel suo impegno a livello locale e nazionale, spiega mons. Fisichella. Arrivati in aereo nel deserto del Neghev il 4 settembre, i parlamentari, alcuni accompagnati dalla loro famiglia, si sono recati in autobus al Monastero Santa Caterina nel Sinai. Di ritorno ad Eilat, sono saliti in Galilea per visitarne i Luoghi Santi. Benché il loro arrivo a Tiberiade fosse ad ora tarda, hanno onorato il programma che prevedeva un incontro con fra Stefano De Luca ofm dello Studium Biblicum Franciscanum. La stanchezza non ha impedito loro di essere attenti e di dimostrare tutto l’interesse che nutrivano nel capire l’importanza della città di Cafarnao, che avrebbero visitato l’indomani, come quella del progetto di un centro di accoglienza per i pellegrini che veniva loro presentato. 102 L’indomani, il Presidente del Senato, il vice presidente della Camera Maurizio Lupi, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e mons. Fisichella hanno condiviso il loro pasto con fra Stefano e Tommaso Saltini dell’Onlus ATS (Associazione di Terra Santa) che hanno avuto l’opportunità di presentare più in dettaglio il progetto della Custodia su Cafarnao. Questi Onorevoli ed altri Deputati, interessati all’iniziativa, hanno espresso il proprio desiderio di impegnarsi a promuoverlo e di vederlo realizzato. Tabgha, con il primato di San Pietro, e Cana, altri luoghi santi serviti della Custodia, facevano parte, anche loro, delle soste del gruppo. Nel programma di domenica e lunedì si prevedeva la visita di Betlemme, dove il gruppo ha celebrato Messa nella cappella dei Crociati, e quella dei Luoghi Santi cristiani di Gerusalemme; della spianata del Tempio, dominata dal Duomo della Roccia e dalla moschea El Aqsa; del Kotel o Muro occidentale, nonché la visita del museo della Shoa, lo Yad vaShem. Domenica, il sen. Renato Schifani, con sua moglie ed un piccolo seguito, hanno visitato privatamente la basilica del Santo Sepolcro, con la guida di fra Raffaello Tonello e di fra Alessandro Coniglio prima di avere un incontro, anch’esso privato, con il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa. Alla fine della mattinata di lunedì, quest’ultimo si è recato al Centro Notre Dame per condividere il pasto con tutto il gruppo prima di incontrarlo in modo più formale nell’auditorium Giovanni Paolo II. In quest’incontro, durato una quarantina di minuti, fra Pierbattista ha brevemente presentato le attività della Custodia prima di rispondere alle domande dei deputati. Facciamo come alla Camera, ha lanciato Maurizio Lupi che aveva organizzato il dibattito. Questo perché ai parlamentari premevano delle domande di ogni tipo: “Qual’è la libertà di spostamento nel paese?”; “E possibile l’evangelizzazione dei non cristiani nel paese?”; “Usufruite di sovvenzioni da parte del Ministero israeliano per il Turismo?”; “Qual è la qualità dei rapporti esistenti tra la Custodia, lo Stato d’Israele da una parte e l’Autorità palestinese dall’altra?”; “Soffrite anche voi della crisi delle vocazioni?”; “Quali sono i progetti della Custodia in termini di ricerche archeologiche e di sviluppo del patrimonio?”; “Chi sono i pellegrini che vengono in Terra Santa?”; “Avete delle relazioni con la cooperazione italiana?”; “Esistono degli incontri tra capi religiosi ebrei, cristiani e musulmani?”; “Quale è la situazione dei Cristiani in Terra Santa?”; “Ci sono dei cristiani italiani che vivono qui?” Il Custode è stato calorosamente ringraziato dall’assemblea per il suo intervento e per l’accoglienza riservata ai pellegrini nei santuari della Custodia durante il loro soggiorno, ringraziamento che si è tradotto nella consegna di una targa rappresentante la Camera dei Deputati, il Palazzo di Montecitorio. 103 Come ogni pellegrino che viene ad incontrare il Custode di Terra Santa, ciascuno dei partecipanti è ripartito con un piccolo dono:un rosario, il libretto Presenza Francescana, una meditazione della Via Crucis e un foglio di presentazione dell’Onlus ATS. Il Custode di Terra Santa è stato nuovamente invitato a raggiungere i parlamentari durante la serata per una Cena di Gala, occasione per i pellegrini di incontrare l’Ambasciatore d’Italia, interlocutore dello Stato d’Israele, nonché il Console generale d’Italia, interlocutore dell’Autorità palestinese. Gli italiani in Israele sono un po’ più di 10.000. Per la stragrande maggioranza, si tratta di ebrei e di qualche cristiano volontario, impiegati presso le ambasciate ed i consolati, nonché religiosi e religiose. Martedì 9 settembre, un incontro con il Patriarca di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, ha segnato la conclusione del viaggio dei parlamentari, pellegrini quasi ordinari. MAB Uno sguardo diverso e particolare su Giaffa-Tel Aviv Vivere a Giaffa, per noi frati, è come stare a contatto con tutto il mondo. E questo per i francescani è un elemento importantissimo per poter esercitare lo spirito di accoglienza e di servizio verso tutti quelli che approdano alle strutture messe a disposizione dalla nostra cara Custodia di Terra Santa: chiesa, convento, scuola. Ci sono state due celebrazioni in questo mese che hanno messo particolarmente in risalto questa universalità della nostra comunità. Il 30 agosto è stato accolto il gruppo filippino di ispirazione carismatica, Couples for Christ, che ha organizzato - sotto l'influenza dei giochi olimpici di Pechino - i propri giochi olimpici, con la partecipazione di più di 200 partecipanti, per la maggioranza donne, badanti che lavorano in Israele, che seguono il corso catechetico offerto dal movimento. Tra di loro ci sono gruppi di sposati, di singoli, di adolescenti, di bambini. L'elemento essenziale è quello di fare tutto per Gesù Cristo. È stato veramente qualche cosa di eccezionale. I poveri, quelli che amano il Signore, hanno fantasia, grande gioia e sanno come divertirsi anche con pochissimi mezzi. Sono stati messi a loro disposizione, come al solito, i locali della nostra scuola di Terra Santa. Le gare sono finite verso le ore 24.00. Il sabato 13 settembre, invece, tutta la nostra proprietà si è trasformata in una piccola India. Circa 2000 indiani della zona di Kerala e Goa, del sud dell'India, si sono riversati nella nostra chiesa per festeggiare la festa della nascita della Madonna. La festa è stata posticipata per poter avvantaggiarsi della visita di S. E. mons. Berbard Moures, vescovo di Bengalore, che ha incontrato la comunità e ha celebra104 to la Messa in lingua Konkani. Onorando la loro tradizione che vuole questa festa come espressione di grande gioia, ne hanno dato segno partecipando poi al pranzo in comune offerto da tutti quanti loro, soprattutto mangiando il riso benedetto dal sacerdote prima della Messa solenne. Fin dalla prima mattina una ventina di giovani indiani - solo uomini! - hanno preso possesso della scuola. Carichi di sacchi di riso, verdure, bombole di gas, enormi casseruole e ogni altra attrezzatura, piatti e tutto l’occorrente, essi hanno preparato il cibo per tutte le duemila persone che hanno partecipato alla festa. Un gran lavoro! Alle ore 17, al termine della Messa, tutti si sono riversati nei cortili della scuola stringendosi attorno al loro Vescovo ed al parroco fra Toufic Bou Merhi, per festeggiare la nascita della Vergine: il più bel dono che il Signore poteva fare all'uomo. Il cortile della scuola si è trasformato in un prato di fiori dai bellissimi colori esaltati dai coloratissimi sari indossati con tanta signorilità dalle donne indiane. Davvero un enorme, preziosissimo mazzo di fiori presentato alla Vergine. fra Arturo Vasaturo ofm L’esaltazione della Santa Croce sotto una nuova luce Domenica 14 settembre. La festa del giorno, l’esaltazione della Santa Croce, celebrata sull’altare del Calvario al Santo Sepolcro, ha brillato quest’anno di luce nuova. La liturgia, presieduta da fra Artemio Vítores, vicario custodiale, ha seguito la liturgia tradizionale. E in senso proprio, però, che si deve intendere l’espressione luce nuova. Come Guardiani dei Luoghi Santi, i Francescani hanno una triplice missione: la preghiera, l’animazione spirituale e la manutenzione. È questa tutela del patrimonio che li ha spinti quest’anno ad iniziare i lavori di restauro nella cappella del Calvario. Il Santo Sepolcro è simile ad un condominio costituito di spazi comuni e di spazi privati. Lo Statu Quo potrebbe essere considerato come il suo regolamento. Se tutti i lavori, tutte le sistemazioni, e, persino i tempi di pulizia nei luoghi comuni - nonché, naturalmente, i loro usi - sono strettamente codificati, i luoghi privati, i loro usi e la loro manutenzione sono lasciati alla discrezione dei proprietari. I lavori realizzati nella cappella del Calvario riguardano l’illuminazione spiega Giuseppe Bellucci, direttore dell’impresa di famiglia Bellucci Echi e Luci di Martina Franca, in Italia. Sono stati commissionati da fra Michele Piccirillo ofm, della Commissione custodiale di arte sacra, il quale si era reso conto che il mosaico si deteriorava qua e là sotto l’effetto del calore emesso da due delle lampade. Questa è stata la motivazione principale dei lavori. Tutta l’illuminazione è stata rivista. Abbiamo istallato delle lampade di tipo LED (Lampada a diodo elettroluminescente) che, oltre alla peculiarità di un consumo elettrico molto basso, hanno il vantaggio 105 di non rilasciare calore. Tutto l’impianto di illuminazione, inoltre è stato pensato per valorizzare l’architettura stessa del luogo. Ed è vero che la cappella del Calvario, interamente illuminata, presenta un aspetto nuovo. I mosaici che ne ornano le volte usufruiscono adesso di una luce diffusa in modo uniforme, diventando, così, leggibili come non mai. Si percepisce in Giuseppe la soddisfazione professionale dell’artigiano che ha fatto un buon lavoro, ma, se ne parla con tanta emozione, è anche perché è cavaliere dell’Ordine del Santo Sepolcro, e, che, in questo modo, ha potuto, con discrezione, portare la sua pietra all’edificio. E con questa nuova illuminazione che la celebrazione ha avuto inizio, davanti ad un’assemblea numerosa e raccolta. Nella sua omelia, fra Artemio Vítores ha ricordato le origini della festa, ricordando il 14 settembre 335 quando ebbe luogo la dedicazione della basilica costantiniana della Risurrezione. Una festa che, nella Chiesa primitiva ancora impregnata di cultura ebraica, si iscriveva nel solco spirituale della festa di Sukkot (festa delle capanne o dei Tabernacoli, spesso chiamata Festa delle Tende). È, però, sulla follia della Croce, trono di Gesù Nazareno re dei Giudei, che fra Artemio ha voluto centrare la sua riflessione. La croce sembra essere una totale assurdità, un ‘suicidio della ragione’ secondo l’espressione del filosofo Nietzsche. È questa croce, tuttavia, che sfoggiamo, che esaltiamo perché è il fondamento della nostra fede. Gesù regna mediante la croce. Il Cristo è stato crocifisso per la tua salvezza, per la mia. Proprio questa salvezza ottenuta non con la spada ma con il legno della croce che l’assemblea ha festeggiato oggi. Non c’era, dunque, nell’adorazione della croce che ha concluso la celebrazione, la venerazione del dolore ma il riconoscimento della salvezza che ha ottenuto al genere umano. È questo che consente ai cristiani di cantare O croce, unica nostra speranza. MAB Tre mesi di fraternità nel convento di Latachieh Abbiamo vissuto tre mesi di fraternità con un gruppo di giovani della nostra parrocchia, i più legati alle nostre attività parrocchiali. Nel nostro convento e nel nostro giardino si sono radunati dal mattino alla sera tutti i bambini con i loro maestri, e il tempo trascorreva così velocemente che per tutti sono stati una gioia questi tre mesi nella parrocchia del Cuore di Gesù. Quasi 80 ragazzi hanno partecipato ai corsi che sono stati organizzati dalla nostra GIFRA. I ragazzi sono stati divisi in cinque gruppi di attività: palestra, calcio, disegni, ballo, musica. Tutti hanno vissuto l’esperienza della vita comunitaria, come un periodo intenso in cui sperimentare la gioia dello stare insieme, come occasione straordinaria di crescita. Un’esperienza di vita comune ha un suo punto forza proprio nel riuscire a dare un volto nuovo al quotidiano, almeno per un determinato tempo, dopo la chiusura dell’anno scolastico. fra Salem Younes ofm 106 Cinque giorni di esperienza francescana a Knayeh Aiutati dagli esempi che ci vengono dai fioretti, insieme ai giovani di san Francesco abbiamo vissuto in un campo del nostro convento a Knayeh, un’esperienza sotto le tende. Maestro è bello per noi stare qui; facciamo tre tende…: ci dice il vangelo della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, e noi seguendo la via di san Francesco verso Cristo abbiamo fissato il programma in cinque temi: La grazia del lavoro secondo san Francesco; la difficoltà nella nostra vita quotidiana; la pace interiore; la via e la verità. Abbiamo sviluppato e approfondito questi argomenti in alcuni giorni in cui, aiutati dai responsabili della GIFRA, ognuno ha verificato la sua esperienza personale per vedere come migliorare la propria vita quotidiana. L’accento è caduto sulla necessità di raggiungere un sapiente equilibrio tra le dimensioni ordinarie della vita e gli elementi straordinari legati all’esperienza di vita comune. La vita comune risulta un valore aggiunto che arricchisce e può modificare la vita quotidiana. Importante è essere consapevoli che la vita comune non è una dimensione della vita ordinaria, questa considerazione ci ha aiutato a non cadere nell’illusione che quello che pensiamo di vivere o abbiamo vissuto in esperienze del genere possa essere la nostra condizione ordinaria di vita. Di solito, ci si rende immediatamente conto, al termine della nostra esperienza che abbiamo vissuto insieme. fra Salem Younes ofm Una festa Francesco per vivificare l’attrattiva per Cristo e san Per la Custodia di Terra Santa, la solennità di san Francesco riveste sempre un carattere particolare. Oltre le grandi pulizie che presiedono ai ricevimenti, pulizie rese un po’ difficili a San Salvatore di Gerusalemme dai lavori che si continuano a svolgere dall’infermeria alla Curia, è soprattutto nella preghiera che i frati si sono preparati già da qualche giorno a festeggiare il Poverello alla sequela del quale si sono messi. I primi vespri, presieduti dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, sono tradizionalmente l’occasione in cui i professi temporanei rinnovano i loro voti. Erano dieci quest’anno. Prima di avanzare verso il Custode, quest’ultimo si è loro indirizzato per ricordar loro, come a tutti i numerosi frati presenti, a che cosa s’impegnassero. Basandosi sul messaggio del Ministro Generale dell’Ordine, ha ricordato loro che san Francesco invita a scegliere radicalmente tra Dio ed il mondo. Si è francescano nella Chiesa e lo si è nella vita conventuale anche se numerose comunità della Custodia sono composte da tre frati al massimo. Un fratello, è un dono di Dio. 107 Dopo i vespri, si è fatta memoria del Transito di san Francesco prima che la festa proseguisse tra i seminaristi francescani ed i loro invitati, i seminaristi del Patriarcato latino, i seminaristi salesiani ed i seminaristi dei Padri bianchi. Se, alla vigilia, per i vespri, la chiesa era piena, era colma per la santa messa del 4 ottobre. Presieduta secondo la tradizione da un domenicano, fra Guy Tardivy op, priore del convento di santo Stefano, in presenza di Sua Beatitudine il Patriarca di Gerusalemme Fouad Twal, del Custode di Terra Santa, con circa 90 sacerdoti, la santa messa ha riunito dalle più importanti personalità fino ai più umili, dai più giovani ai più anziani, dai Consoli generali delle quattro Nazioni latine protettrici dei Luoghi santi (Francia, Spagna, Belgio ed Italia) o dai loro rappresentanti fino ai parrocchiani di Gerusalemme ed ai religiosi e alle religiose di numerose congregazioni presenti a Gerusalemme. Tutti erano uniti in un cuor solo per rendere grazie al Signore per il dono alla Chiesa di san Francesco. Il coro Magnificat della Custodia ha assicurato i canti ai quali l’assemblea si è unita con una sola voce. Il nuovo direttore dell’École Biblique, fra Hervé Ponsot op, ha tenuto l’omelia. Ha invitato l’assemblea a guardare al di là della poesia dei Fioretti per seguire san Francesco sul cammino della rinuncia all’immagine di sé. Questa rinuncia non è solo pena, si tratta anche di riposo con Gesù, di gioia con Francesco, di pace e misericordia con Paolo. (…) Accettiamo di rinunciare a quello che crediamo di essere, per ritrovarci tali quali Dio ci vuole e ci conosce. Rimaneva solo, durante il seguito della celebrazione, di riconoscere Cristo nella sua Eucaristia. Tutti, ancora una volta sedotti da Cristo e dal cammino aperto da san Francesco per seguirlo, si sono ritrovati dietro l’invito di fra Pierbattista per un rinfresco; poi la comunità di San Salvatore e i suoi invitati hanno condiviso un pasto fraterno. MAB Inaugurazione della nuova College di Amman, Giordania cappella del Terra Sancta 1948: In Medio Oriente avvengono cambiamenti importanti. Dopo la spartizione della Palestina e dopo la prima guerra arabo-israeliana, Gerusalemme, la Città Santa, viene divisa in due parti: la zona araba e quella israeliana. Tra le conseguenze più importanti che coinvolgono la Custodia di Terra Santa ci sarà la chiusura della più prestigiosa scuola di tutto il Medio Oriente: il Terra Sancta College di Gerusalemme, dove studiavano insieme - in buona armonia e rispetto reciproci - ebrei, cristiani e musulmani. I francescani, fiduciosi nella Provvidenza, affrontano questa difficoltà, e coscienti dell’importanza di una buona educazione anche come azione pastorale verso le 108 comunità cristiane locali, subito, già nel 1948, apriranno un nuovo centro di studi ad Amman e, un anno dopo, un altro Collegio di Terra Santa nella Città Vecchia di Gerusalemme. Alla fine di maggio del 2008 il Collegio di Terra Santa di Amman ha celebrato solennemente il 60º anniversario della sua fondazione, alla presenza del Custode e di numerosi francescani, di molte alte personalità della Giordania insieme al principe Hassan, alcuni ministri del Governo, e degli ex allievi del Collegio. 10 ottobre 2008: A coronamento di questa festa e ad appena un mese dell’inaugurazione del nuovo corso, è stata benedetta la nuova cappella del Collegio. Accanto a quella già esistente, molto più grande e che viene riservata agli avvenimenti di rilievo e con grande partecipazione di allievi e fedeli, la nuova cappella ha una capienza più limitata, destinata ad accogliere un massimo di 50 persone, allo scopo di offrire un ambiente adatto anche all’insegnamento della religione cristiana. Gli allievi dei diversi corsi avranno così la possibilità di approfondire la loro fede cristiana in momenti e tempi speciali, guidati dal direttore del collegio. La cappella, costruita dall’architetto Maher Ghanam, è abbellita dalle vetrate della ditta Domus Dei, di Albano Laziale (Roma), eseguite da Analise Calì. La cappella è stata benedetta durante l’Eucaristia presieduta da fra Rashid Mistrih, Direttore del College di Amman; tra i concelebranti fra Artemio Vítores, Vicario della Custodia di Terra Santa, e Mons. Michael F. Crotty, Chargé d’Affaires della Nunziatura Apostolica della Santa Sede ad Amman. Il Vicario custodiale, che ha tenuto l’omelia in italiano, tradotta in arabo da fra Bernardo, Vicedirettore del Collegio, ha ricordato ai presenti la celebrazione in questi giorni del Sinodo dei Vescovi che ha per tema la Bibbia nella vita del cristiano e della Chiesa, mettendo in risalto la necessità di trasmettere e di far amare la Parola di Dio. Il Collegio di Terra Santa ha un dovere speciale verso i suoi allievi in questo campo, perchè conoscendo il Vangelo si conosce Cristo. La fede in Cristo, poi, deve essere testimoniata con la vita, perché tutta la comunità circostante possa essere edificata dall’amore che i cristiani sono tenuti a manifestare, e tutti possano trasmettere la pace e il bene augurato da San Francesco. Benedetta la cappella, al termine della Santa Messa, il Direttore del Collegio, fra Rashid Mistrih, ha ringraziato tutti i presenti e specialmente coloro che hanno collaborato al buon andamento di questo progetto, invitando tutti a continuare la festa con un’agape fraterna. fra Artemio Vítores ofm Celebrazione del 60º di ordinazione di fra Giuseppe Incelli Beirut 1º novembre. È stato un piacevole dovere celebrare il 60º anniversario di ordinazione sacerdotale del nostro confratello fra Giuseppe Incelli, in Custodia da 109 73 anni, molti dei quali passati nel convento di Beirut. Ci ha aiutato il gruppo degli amici italiani che partecipa regolarmente alla santa Messa il sabato sera, che fra Giuseppe celebra in italiano. Finita l’estate e dopo la festa di San Francesco, ripreso il ritmo consueto della vita parrocchiale, abbiamo scelto insieme di festeggiare questo importante anniversario il 1° novembre, festa di tutti i Santi. Gli amici si sono passati la voce e tutti hanno collaborato con gioia e buona volontà. I confratelli di Harissa sono stati invitati a partecipare; si è fatto fronte ad alcuni imprevisti, ma alla fine, sabato 1° novembre, dopo la Messa in lingua francese, si è preparata la chiesa per la celebrazione del giubileo. La partecipazione dei numerosi convenuti è stata affettuosa e devota. Tra i fedeli si notavano alcuni militari del contingente italiano della forza dell’ONU, incaricati della sorveglianza del porto, non lontano dal convento. Fra Giuseppe Incelli, commosso, ha celebrato la Messa con voce ferma nonostante gli ottantasei anni, ringraziando il Signore per la lunga vita che il Signore gli ha concesso di spendere a servizio della Terra Santa, comprendendo in essa il Libano e la Siria. Durante la liturgia della Parola, ci ha sorpreso l’ingresso dell’Ambasciatore d’Italia. Sapevamo che era in patria, ma - ci spiegherà più tardi - appena sceso dall’aereo si è diretto subito verso la nostra chiesa. Ci teneva ad essere presente per onorare un frate italiano che ha servito per tanti anni il Medio Oriente! Fra Giuseppe, al termine della Messa, ha voluto ricordare le principali tappe del suo servizio in Terra Santa, dal suo arrivo dall’Italia a 13 anni. Non ha mancato di ringraziare la Custodia di Terra Santa, soprattutto i confratelli che lo hanno accompagnato durante tutto questo tempo. Il suo discorso, che è allegato a questa cronaca, è stato salutato da un sentito applauso espressione dell’affetto nostro e delle tante persone convenute. E poi, con un altro applauso abbiamo salutato fra Angelico Pilla che quest’anno ha celebrato i 50 anni di sacerdozio. L’atmosfera di festa non ha distolto la nostra mente dal ricordo di fra Michele Piccirillo, che è stato richiamato alla casa del Padre in questi giorni. Per il Signore mille anni sono come un giorno. L’importante è renderli fecondi con la grazia di Dio. Dopo la Messa la festa è proseguita nel divano del convento, dove la tavola è stata imbandita con diversi piatti preparati a casa, e condivisi per la gioia di tutti, stretti affettuosamente intorno al nostro carissimo fra Giuseppe. fra Joseph Costantin ofm Fra Giuseppe Incelli ci racconta i suoi 60 anni di sacerdozio Nel lontano 1948, il 4 luglio fui ordinato Sacerdote insieme ai cinque compagni del Corso di Teologia, nella nostra Chiesa parrocchiale di Santa Caterina a Betlemme, da Mons. Vincenzo Giallad. 110 Sono trascorsi, da allora, 60 anni di attività varie al servizio della Custodia nella quale ero entrato con altri otto compagni di Ferentino nell’ottobre dell’anno 1935, come aspiranti nel collegio serafico di Emmaus-Koubeibeh. Dopo la quarta ginnasio, giudicati già maturi dai Superiori, fummo mandati a Nazareth per l’anno di noviziato: era il primo di ottobre del 1939. Nel giugno del 1940, 1’Italia entrò in guerra unendosi alla Germania, contro l’Inghilterra e la Francia. Dagli Inglesi, padroni della Palestina, fummo dichiarai Personæ non grate. Rastrellarono tutti gli Italiani della Galilea unendoli sul piazzale della polizia di Nazareth e nel pomeriggio del 12 giugno ci spedirono su quattro autobus scortati da poliziotti armati, Inglesi e Arabi. a Gerusalemme. Noi francescani, secondo ordini presi dai Superiori maggiori, fummo accompagnati nel nostro convento di San Salvatore. Il giorno dopo, festa di Sant’Antonio, protettore della Custodia, fummo portati nel convento di Emmaus, che divenne il nostro Campo di Concentramento N.12 e qui rinchiusi. Eravamo sotto l’ordine e la sorveglianza di due Ufficiali inglesi e sette poliziotti arabi. Fummo registrati e schedati. Il mio numero in ordine alfabetico era 66. Confesso che fummo fortunati, perché - tolta la libertà politica, e la presenza della polizia - eravamo a casa nostra. La nostra situazione venne ad essere quella del più grande convento di Terra Santa. Con i ragazzi del collegio eravamo 150 persone, con a capo un Padre Guardiano, fra Podagrosi Pierpaolo. La vita religiosa riprese subito il suo aire con tutti i doveri ad essa inerenti. Noi i novizi potemmo continuare il nostro noviziato, e iniziare gli studi di filosofia. Anche gli altri studenti proseguirono i loro studi fino alle rispettive consacrazioni sacerdotali secondo le nostre Costituzioni. Poi, finalmente, terminata la guerra, ciascuno tornò al suo convento di prima. Io ed i miei compagni passammo un anno ad Ain-Karem e gli ultimi quattro anni a Betlemme per lo studio della Teologia. La domenica del 4 luglio del 1948, fummo ordinati Sacerdoti dal Vescovo di Gerusalemme, mons. Vincenzo Giallad. Da allora, come vi ho detto, sono passati 60 anni di sacerdozio a servizio della Custodia di Terra Santa, ed ora sono in attesa del suono della campana… che mi annuncia il tempo di tirare in barca i remi e rimettermi nelle mani misericordiose del Signore che personalmente ringrazio infinitamente del bel dono della vocazione religiosa e della chiamata al suo servizio. Il cristiano deve sempre ringraziare il Signore. Il ringraziare è sentirsi coscienti del dono ricevuto. Chiedo anche perdono per tutte le volte che non ho saputo corrispondere alla sua grazia. Voglio ringraziare tutti i Frati della Custodia di Terra Santa, specialmente quelli che mi hanno guidato ed aiutato. In modo speciale, ringrazio il Guardiano fra Joseph Costantin che ha tenuto tanto a voler commemorare con una festa questo mio anniversario. Io personalmente avrei preferito lasciar passare sotto silenzio questa data, come hanno fatto gli altri tre compagni vivi. Uno di noi è gia da diversi anni in 111 riposo nella casa del Signore. Naturalmente un grande ringraziamento va a tutti voi qui presenti, che vi siete uniti a noi religiosi nel ringraziare il Signore per quanto ha fatto per me. Lo prego con tutta sincerità perchè faccia scendere copiosa su di voi la sua grazia e la sua benedizione. Professioni solenni: l’Amore di Dio li ha chiamati Sabato 11 ottobre 2008, sette frati hanno emesso la Professione Solenne nell’Ordine dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa nelle mani di fra Pierbattista Pizzaballa, Custode. Non abbiate paura dunque di consegnare la vostra vita nelle mani di Dio. Lo Spirito Santo è l’autore della vostra vocazione. Nella forza dello Spirito avrete il coraggio di lasciare tutto per seguire il Signore (Mt 19, 27). Ed è solo nella gratuità dell’amore che, avendo lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il nome di Gesù, riceverete cento volte tanto e avrete in eredità la vita eterna (cf Mt 19, 29), ha loro detto fra Pierbattista nell’omelia. Lasciare i loro paesi l’hanno già fatto; fra di essi infatti si contano: due italiani, un americano, un siriano, un messicano, un argentino, e anche un arabo israeliano. Lasciare le loro famiglie, l’hanno fatto; eppure le loro famiglie o qualche familiare, hanno potuto circondarli alcuni di loro con il loro affetto durante la celebrazione. Quanto agli altri, dal cielo o sulla terra, che non hanno potuto esserci, essi erano ben presenti nel cuore di ciascuno dei Professi. Per quanto riguarda il centuplo, i sette giovani frati non sono stati delusi: anticipo del cielo, la chiesa era piena. Piena di frati francescani che sono venuti da tutte le comunità per unirsi alla preghiera; piena di fratelli e sorelle di tutti i continenti, laici o religiosi, ma anche di tutte le realtà della Terra Santa a servizio delle quali essi si sono impegnati per sempre. In effetti, a fianco dei parrocchiani arabi palestinesi pregavano anche alcuni membri della comunità cristiana di espressione ebraica, ebrei israeliani o no. Senza contare quanti si sono voluti unire spiritualmente a questa celebrazione, innanzitutto le Clarisse di Gerusalemme e in maniera tutta particolare suor Geneviève che questa stessa mattina ha festeggiato i suoi settant’anni di professione solenne, Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga colui che totalmente a voi si offre (Lettera a tutto l’Ordine, 28-29). I frati hanno prolungato la gioia del loro dono accogliendo tutti gli ospiti per un buffet nel salone dell’Immacolata a San Salvatore. I canti di festa, arabi e messicani, si sono mescolati alla gioia, al riso, allo scambio di auguri. MAB 112 Questi i nomi dei professi solenni: - fra Agustín Guadalupe Pelayo - fra Alessandro Coniglio - fra Badie Elias - fra Carlos Gabriel Molina - fra Haroutiun Simonian - fra John Savage - fra Oscar Mario Marzo. Festa nazionale spagnola: problematiche circa i valori religiosi Pochi sanno, al di fuori della Spagna, che la tradizione riconosce a Saragozza il privilegio di essere il più antico luogo di culto europeo dedicato alla Madonna. Numerosi santuari mariani sono sorti a seguito dell’apparizione della Madre di Dio ma nessuno ha il carattere antico o la particolarità di quello di Saragozza. Questa data commemora anche la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492. Ed è stata scelta come festa nazionale e giorno dell’ispanidad. A Gerusalemme, è tradizione celebrare questo giorno in preghiera con una messa solenne presenziata dal Console generale di Spagna. Il suo connazionale, fra Artemio Vitores, il Vicario custodiale, ha presieduta la Santa Messa del giorno alla presenza di alcuni rappresentanti della comunità spagnola. Nella sua omelia, ha anche ricordato che questo giorno commemora l’incendio che devastò, 200 anni or sono, il Santo Sepolcro. Quest’incendio ha segnato l’inizio dell’allontanamento delle Nazioni cattoliche dalla causa dei luoghi santi poiché la politica anticlericale dell’occidente, frutto della Rivoluzione francese, ha loro inoculato il virus della laicità. In teoria, non dovrebbe esistere alcuna antinomia tra religione e Stato perché la laicità dello Stato è un principio legittimo se è concepita come distinzione tra comunità politica e comunità religiosa ed i cristiani sono i discepoli di Colui che pronunciò questa frase lapidaria: Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, ha proseguito fra Artemio prima di continuare e di auspicare, come il Santo Padre, una laicità aperta. È, dunque, in un raccoglimento religioso e pacificato che è potuto risuonare nella chiesa di San Salvatore l’inno nazionale spagnolo, la Marcha Real (la Marcia reale). Si tratta sempre di una festa molto commovente, ha dichiarato il Console Generale, il sig. Ramon Ansoain. Questa festa ci ricorda la storia del nostro paese, come ha sottolineato il vicario custodiale, nonché il suo ruolo nell’evangelizzazione dell’America e la diffusione della cultura ispanica. Secondo il Console Generale, la 113 comunità spagnola posta sotto la giurisdizione del Consolato Generale di Gerusalemme (che comprende Gerusalemme ed i territori palestinesi) conta tra i 4 e i 5.000 membri. La maggior parte ha dei legami con delle comunità religiose. C’è, però, anche a Gerusalemme ed in Israele, una comunità ebrea spagnola. In Spagna, ebraismo, cristianesimo ed islam hanno lasciato una profonda impronta nella cultura. Oggi, giorno della festa nazionale, non è il momento di dividerci ma quello di unirci. Non c’è posto per dei muri ma solo per dei ponti, ha concluso fra Artemio. MAB Presidente FIFA a Betlemme Lunedì 27 ottobre. Nella tarda mattinata, la Piazza della Mangiatoia si è popolata di giornalisti. Verso le 10.30 davanti alla basilica della Natività è arrivato il corteo di automobili della polizia e di rappresentanti governativi dell’Autonomia Palestinese. L’interesse di tutti era rivolto verso un personaggio con la kefia, cioè il copricapo in colori palestinesi, tenuto sulle spalle. A Betlemme è arrivato un altro presidente! ma questa volta non si è trattato di un capo di Stato ma del presidente della FIFA, Federazione Internazionale delle Associazioni Calcistiche. Joseph Blatter. in visita privata per la prima volta in Terra Santa, entrava nel santuario della Natività. Con altri membri della delegazione, accompagnato dai rappresentanti delle tre comunità dello Status quo, ha visitato la basilica e la Grotta della Natività, la chiesa di Santa Caterina e le grotte appartenenti ai francescani. Uscendo dalla chiesa un giovane palestinese ha presentato al Presidente della FIFA un pallone chiedendogli un autografo. Al termine della breve visita tutta la delegazione è entrata nel salone del convento francescano dove agli ospiti è stato offerto un caffé. JK Il Cardinale Zen, vescovo di Hong pellegrinaggio annuale al Giordano Kong, ha presieduto il Un diacono croato che prega in italiano, un argentino in arabo, un cinese in latino, un messicano in italiano, un russo in ebraico… state assistendo ad una liturgia della Custodia di Terra Santa. Questo giorno, l’ambiente è meno solenne del consueto poiché la Santa Messa è celebrata sotto la tenda sulle rive del Giordano. Questo giovedì 30 ottobre, circa 700 pellegrini si sono recati in pellegrinaggio, a cadenza annuale, sul luogo del battesimo di Cristo. Il Cattolicesimo mostrava tutti gli aspetti variegati del suo viso con un centinaio di cristiani di Bombay (India), quasi 200 portoghesi, un gruppo di italiani che percorrono 15-20 chilometri a piedi ogni giorno nell’ambito del loro pellegrinaggio, degli Spagnoli, dei Belgi, dei Polacchi, dei Coreani, degli Africani ecc. senza dimenticare i cristiani del paese che rappresentano alcune parrocchie di Betlemme, Beit Sahour, Cana, Nazareth, Gerusalemme. 114 Tutti erano uniti nella preghiera presieduta dal Cardinale Joseph Zen sdb, vescovo di Hong Kong, assistito da Mons William Slattery ofm, vescovo di Kokstad, in Sud Africa e dal vicario custodiale, fra Artemio Vitores, in presenza dei rappresentanti dei Consolati Generali del Belgio, d’Italia e di Spagna. Il cardinale ha iniziato la sua omelia con le parole: Sono felice di rappresentare qui tutto il popolo cinese. 1 400 000 000 di anime!!! Una popolazione dove la cristianità è molto minoritaria, 1,7 %, ovvero all’incirca 25 milioni di persone - cifra che induce comunque a riflettere. Ha, di seguito, sviluppato una breve meditazione sul battesimo di Gesù. I pellegrini abituali di quest’evento hanno notato una novità quest’anno: i lavori in corso, realizzati dal ministero israeliano del turismo, per sistemare il sito nella prospettiva di un’apertura più ampia ai pellegrini in questa zona di confine che si trova sotto stretta sorveglianza militare. Rimane solo da riqualificare il fiume Giordano proprio per restituirgli la sua dignità e la purezza delle sue acque. Dopo la Santa Messa, una parte dei pellegrini si è recata al Monte della Tentazione dove, dopo la preghiera, i monaci ortodossi hanno loro offerto un meritato rinfresco. MAB Abbiamo conosciuto la tomba di fra Michele Piccirillo Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l’ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet- Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba (Dt 34, 6) Sabato 1° novembre, nella festa di Tutti i Santi, noi abbiamo saputo il luogo della tomba di fra Michele Piccirillo. Non l’avremmo voluto. Non così velocemente. Vederlo, però, inumare lì, alla sommità del Monte Nebo ci ha donato un po’ di conforto. Come per fra Girolamo Mihaic (Abuna Germana - † 1960), all’origine della rinascita del Memoriale di Mosè nel 1935 e sepolto, anche lui, nel cortile del convento, seppellire fra Michele sul Monte Nebo è come riunirlo al suo grande amore. Sarebbe semplicistico ridurre l’opera di fra Michele al lavoro compiuto su questa collina di Giordania ma questo posto lo riassume bene, sia per quanto riguarda il suo lavoro, sia per quanto riguarda la sua persona. Là, egli viveva il suo amore per la Terra Santa, attraversata ma anche contemplata; là, la passione per la ricerca archeologica che ha tradotto in realtà qui come in altri luoghi; là, il fascino per le Sacre Scritture, quello che svelano e quello che ancora nascondono; là, l’amore per l’arte, per tutte le arti, di tutti i tempi; là l’amore per gli uomini, tra i quali, al primo posto veniva la sua famiglia, i suoi fratelli francescani che amava accogliere (e far lavorare); là, l’amore delle sue squadre di operai, come 115 di tutti i volontari venuti ad aiutarlo e quello degli alunni delle scuole di mosaico (quella di Madaba e quella di Gerico). Là, l’amore per il Signore che ha celebrato nella liturgia di questo santuario unico e del quale i lavori in corso gli stavano tanto a cuore al punto che furono sospesi aspettando il suo ritorno. Amava. Era e rimane amato. A riprova, le molteplici chiamate telefoniche e testimonianze che arrivano da ogni dove allo Studium Biblicum della Flagellazione, alla Custodia, alla Delegazione di Roma. Ad ulteriore riprova, in Italia le chiese piene, sia alla camera ardente sia ai funerali nella basilica di Sant’Antonio ed in questo giorno in Giordania, nella parrocchia di Sweifieh. Dall’operaio ai ministri fino al Principe, avrà, ancora una volta, radunato attorno a sé tutti quelli che ha toccato. Un relazionarsi che poteva a volte essere un po’ rude, come l’ha scritto uno dei suoi amici, Franco Cardini: Era un uomo caritatevole, ma odiava il compromesso e amava la verità: non era raro, dunque, vederlo essere polemico con chiunque cercasse di alterarla. All’occorrenza, visto che era dotato di una personalità prorompente e indomabile come ha ricordato il Custode, Pierbattista Pizzaballa, a Roma, poteva anche avere qualche attrito con i suoi amici od i suoi confratelli della Custodia. I suoi fratelli della Custodia sono venuti numerosi, provenienti da tutta la Terra Santa ma anche dalla Giordania, dalla Siria, dimostrando così il loro affetto, il loro rispetto e la loro ammirazione. Numerosi sono coloro che gli hanno ceduto il primo posto. Alcuni, come fra Eugenio Alliata e fra Carmelo Pappalardo sul Monte Nebo, come fra Stefano De Luca a Magdala, proseguiranno la sua opera scientifica come egli stesso aveva proseguito quella dei suoi pari, fra Sylvester Saller († 1975), fra Bellarmino Bagatti († 1990) e fra Virgilio Corbo († 1991). Senza dimenticare l’attuale lavoro di fra Stanislao Loffreda e di fra Giovanni Loche, anche loro archeologi della Custodia. Alla frontiera di Beit Shean, c’è un gruppo di una quarantina di persone, in maggioranza francescani, che si presenta. Sono arrivate proprio all’ora d’apertura. Ma li si fa aspettare con il pretesto di un guasto del computer. L’attesa di prolunga e mette in pericolo la presenza alla celebrazione eucaristica. Dopo due ore di attesa, si sa che si arriverà a metà messa. Un gruppo rinuncia e torna indietro, la morte nel cuore. Ventiquattro persone rimangono. Impiegheranno, da controllo a controllo, da un lato e dall’altro del confine altre due ore, malgrado gli interventi presso i Ministeri israeliani e giordani e malgrado l’intervento del Palazzo reale. I naufraghi di Beit Shean, però, tengono duro, vogliono essere presenti almeno all’inumazione sul Monte Nebo, a due ore di macchina da lì. In linea d’aria, la distanza che separa Gerusalemme dal Monte Nebo è di 47 chilometri. Impiegheranno otto ore per recarsi da un punto all’altro. 116 Ad Amman, per la messa, furono aspettati fintanto che fu possibile far attendere le personalità, tra le quali il Ministro della Cultura, il rappresentante, a Madaba, del Ministero dell’archeologia e delle antichità giordane, il rappresentante del Principe Hassan, un rappresentante del Waqf, gli Ambasciatori d’Italia e di Spagna. E stato S.B. Mons. Fouad Twal che ha presieduto la celebrazione, circondato dal Custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa, dal vicario custodiale, fra Artemio Vítores, dai sacerdoti francescani arrivati dalla Giordania e dalla Siria e da un consistente gruppo di preti del patriarcato tra i quali fra Michele si era fatto degli amici in 40 anni di servizio in Terra Santa ed in Giordania. Ugualmente, tutte le Chiese orientali erano presenti con uno o più loro membri. La messa è stata celebrata in arabo; è stata la Messa del giorno della Festa di Tutti i Santi, ma i canti sono stati quelli adatti ad una messa funebre. La chiesa era gremita e la devozione era la stessa da parte dei cristiani e dei musulmani. Dopo la celebrazione, il corteo funebre ha preso la strada di Madaba e del Monte Nebo, andando il più lentamente possibile, sempre in attesa dell’autobus proveniente da Beit Shéan. Con più di un’ora di ritardo sull’orario previsto, quando è finalmente arrivato l’autobus, dalle porte della proprietà si è potuto alla fine portare fra Michele nella sua ultima dimora. L’inumazione si è svolta in privato, nella pena ma anche nella speranza. Quella che fra Michele aveva visto in Mosè, scrivendo di lui: [è stato] seppellito con negli occhi la visione di speranza che aveva contemplata dall’alto della montagna. Fra Michele riposa, ormai, nella terra del Monte Nebo, accanto a fra Girolamo Mihaic sulla tomba del quale deponeva sempre dei fiori malgrado il caldo che spesso opprime il luogo. Prima di questo, ha percorso un’ultima volta i viali del santuario, portato a spalle dai suoi amici. Un momento particolarmente commovente. Un’ultima volta, ha fatto una sosta ai piedi dell’immensa croce che domina il sito e la valle. E là che il Custode, Pierbattista Pizzaballa, ha benedetto una prima volta il feretro. Un’ultima volta è entrato nel convento. Era circondato da tutti e circondato non è una vana parola. Gli abitanti dei villaggi dei dintorni, gli operai con i quali ha tanto lavorato si stringevano attorno alla sua bara sia per mostrargli il loro affetto, sia perché erano incapaci di separarsene. Per un lungo momento, né la famiglia, sua sorella ed i suoi fratelli presenti, né la sua famiglia francescana hanno potuto avvicinarla. Michele era loro, il loro maestro, il loro fratello, il loro Abouna. Far entrare il corpo di fra Michele Piccirillo in Giordania non è stato uno scherzo. È stata la prima volta che uno straniero, morto in terra straniera, ha dovuto essere inumato in Giordania. I Ministeri interessati non conoscevano dunque la procedura, non sapevano nemmeno se questo fosse possibile. Ci è voluto un intervento del Palazzo reale e del Re in persona per venire a capo degli ostacoli amministrativi. 117 All’uscita del convento, il Custode, il vicario custodiale, la famiglia di fra Michele, il sindaco del villaggio aspettavano i partecipanti per ricevere le condoglianze. Malgrado l’ora tarda, però, si ripartiva solo con il contagocce. La sua famiglia e i suoi fratelli francescani sono rimasti anche loro. Si scambiavano dei ricordi. Difficili da testimoniare di fronte alle telecamere ed ai microfoni. Ci sono gli occhi arrossati dalle lacrime, le voci contratte dall’emozione. “Era un vulcano sempre in eruzione”. “Impiegheremo dieci anni per portare a termine tutto quello che aveva intrapreso: gli scavi, i lavori, i progetti, gli articoli, i libri”. “E una perdita immensa per la Custodia”. “Non si tratta solo di una perdita per la Custodia, si tratta di una perdita per la visibilità, la conoscenza ed il riconoscimento della Terra Santa. Ha talmente contribuito in diverse maniere a farla conoscere ed amare!”. “Bisogna andare avanti. - dichiarava il Custode - Un nuovo periodo si apre per la Custodia. Dobbiamo testimoniare l’amore che padre Piccirillo portava alla Terra Santa. Dobbiamo mantenere viva la sua opera e proseguirla, nello stesso spirito, con lo stesso entusiasmo, la stessa passione, anche se questo deve essere in un modo nuovo perché padre Piccirillo è insostituibile”. I naufraghi di Beit Shean hanno celebrato la Messa nella cappella del convento. La santa Messa della festa, quella di Tutti i Santi, tutti quelli che sono oggi presso Dio. Nel frattempo, la tomba di fra Michele era visitata senza sosta, in silenzio. Di là si poteva vedere, con il calar del sole, le colline ammantarsi di colori, paesaggio di inebriante bellezza. Mosè è morto sulla bocca di YHWH dice letteralmente il testo ebraico. Mosè è morto su ordine di Dio traducono gli uni, in un bacio di Dio interpreta il Talmud. In un bacio, Dio ha ordinato a Michele Piccirillo di tornare a casa. Con il Salmista vogliamo dire: Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi (Salmo 19). MAB Da una montagna dalla quale Mosè gettò uno sguardo di speranza sul futuro, anch’io provo a guardare avanti vedendo tanti giovani pronti a vivere in pace in un mondo che non ne può più di guerre e di odio. fra Michele Piccirillo, Francescano Grandi lavori a San Salvatore: L’infermeria Iniziati al principio dell’estate, i lavori dell’infermeria custodiale nel convento di San Salvatore a Gerusalemme sono giunti a termine. Lunedì 3 novembre. La benedizione dei locali nuovi di zecca ha avuto luogo alla conclusione dei vespri celebrati nella cappella dell’infermeria. L’infermeria è stata installata al terzo piano del convento 50 anni fa’. Meritava quindi un rinnovo. Ma queste spese, come ha sottolineato il Custode Pierbattista 118 Pizzaballa, sono state sostenute per il conforto dei frati anziani che vivono lì. Infatti tutte le stanze sono state completamente rifatte e adattate a fini medici. La necessità della evacuazione completa dell’infermeria durante i lavori è stata uno sconvolgimento per i frati anziani, spostati a un piano inferiore, così come per il personale di assistenza e la comunità di San Salvatore. Tutti hanno dovuto adattarsi e sopportare qualche disagio. Ma il disagio ha avuto anche i suoi lati positivi, il meglio dei quali deve essere conservato, ha sottolineato il Custode. Ha permesso sia ai frati anziani che ai giovani di vivere gli uni con gli altri, creando uno spazio per una maggiore interazione e per il reciproco ascolto. I nostri anziani sono il nostro tesoro ha sottolineato fra Pierbattista. A questo punto della vita la loro forza può diminuire, ma c’è una ricchezza di esperienza, di vita umana e spirituale, di relazione con il Signore, che deve essere condivisa prima di tutto con i più giovani. Il nostro tesoro consiste nell’esperienza di tutti i frati che ci hanno preceduto, nella loro passione e nel loro amore per questa terra. Un amore che continua ad essere vissuto in questa età della vita, in questa infermeria, certo in modo differente - nella preghiera, nell’offerta del sacrificio - e siamo certi che questo non sia meno prezioso rispetto all’attività di molti altri. Il Custode ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato al rinnovo dell’infermeria: l’architetto, il responsabile dei lavori, tutti gli operai, il personale di assistenza che ha dimostrato tanta capacità di adattamento, il Guardiano di San Salvatore, fra Antoni Szlachta. I fratelli dell’Infermeria sono parte di questa comunità ha ricordato ad ognuno. Dopo la benedizione i dodici frati ospiti permanenti dell’Infermeria e fra Jad, il responsabile di questo servizio, hanno fatto gli onori di casa nella visita dei locali. Tutti i frati si sono riuniti poco dopo per cenare insieme nel refettorio al piano terra, gustando una ricca cena araba offerta dall’architetto e dalla compagnia che ha diretto i lavori. I frati anziani hanno riguadagnato i loro locali ma, grazie all’ascensore costruito lo scorso anno, quelli che vogliono possono continuare ad andare al refettorio e al divano conventuale. Quanto ai frati più giovani, sono caldamente invitati a non mancare di visitare regolarmente i loro confratelli più anziani per condividere con loro momenti di scambio fraterno. MAB Il carisma francescano in tempo di cambiamento epocale L’Ordine dei Frati Minori sta vivendo da qualche anno un’esperienza di rinnovamento, riflettendo sulle proprie radici spirituali e cercando maniere originali d’incontro con il mondo contemporaneo. La riscoperta della grazia delle origini vuole essere uno stimolo a guardare in avanti, per costruire un futuro migliore. Per ricevere impulsi efficaci in questa direzione la Custodia ha accolto la vista 119 di fra Massimo Fusarelli, Segretario Generale Formazione e Studi dell’Ordine dei Frati Minori, per un breve ma intenso ciclo di conferenze. A Nazareth e Betlemme fra Massimo ha animato due incontri con le comunità religiose locali, sul tema Restituire con la vita il dono della vocazione, in cui ha offerto una riflessione penetrante e avvincente sul tema della vocazione francescana. A Gerusalemme invece fra Massimo ha tenuto una conferenza su un argomento di più ampio respiro, e la Sala della Madreperla è stata appena sufficiente ad accogliere il numeroso uditorio. Moltissimi frati, religiose e laici sono intervenuti, attratti dall’argomento e dalla fama dell’oratore. La riflessione, molto avvincente, si è focalizzata sul tema Il carisma francescano nell’attuale cambio d’epoca. Comprendiamo l’attualità del carisma francescano solo se lo intendiamo come una forma particolare di accesso e di comprensione del Vangelo, a partire non tanto da un’idea, sia pure teologica, quanto da un’esperienza vissuta. A partire da questa intuizione iniziale l’oratore ha descritto la visione francescana del mondo come uno sguardo capace di una lettura positiva del mondo e delle culture che lo abitano. San Francesco ha visto il mondo alla luce dell’amore evangelico, tanto da essere un uomo dell’altro mondo, pienamente inserito nel suo tempo proprio perché pellegrino e forestiero verso la città futura, costruita da Dio stesso e non da mani d’uomo. Da quest’attitudine profetica a vedere il mondo alla luce di Dio deriva la capacità francescana di abitare le diverse situazioni storiche, assumendo le sfide che successivamente si presentano. Sono stati indicati, tra i tanti possibili, alcuni nuclei della spiritualità francescana, necessari per abitare il nostro tempo e fecondarlo di vita evangelica. L’incontro con il lebbroso, determinante per la vocazione del giovane Francesco, appare come paradigmatico dell’incontro con Dio attraverso i fratelli. Anche l’esperienza del lavoro appare tipica della novità francescana. Il lavoro era per i primi frati un modo di vivere la dimensione sociale ed offrire un esempio illuminante di vita nella fede. Così pure la sensibilità francescana verso il creato, lungi dal ridursi a un banale ecologismo alla moda, deve rivelare la ricchezza del cosmo inteso come città dell’uomo, occasione di vivere il perdono e la riconciliazione. La vera armonia con il creato passa attraverso la pace con gli uomini. Per questo la dinamica della pace passa attraverso la penitenza, che appare come quel capovolgimento che porta l’uomo da una vita istintiva incentrata sul proprio Io a una vita interamente soggetta e abbandonata alla signoria di Dio. Un vivace dibattito ha fatto seguito alla conferenza, dimostrando come tutti questi temi appaiano vitali per il futuro della vita francescana e per una comunicazione sempre più efficace del vangelo. Nel cammino della fede nessuno può illudersi di essere arrivato alla meta. Per questo è salutare sapersi rimettere in discussione, cercando stili di vita più autentici e creativi. fra Carlo Serri ofm 120 La Custodia ha celebrato il settecentesimo anniversario della morte del beato Giovanni Duns Scoto Su iniziativa dello Studium Biblicum, si sono svolti i festeggiamenti per l’inaugurazione dell’anno accademico. Ogni anno, tale inaugurazione ha luogo in occasione della festa del beato Duns Scot. Essa assume, in questa fine 2008, una veste più solenne in virtù del settecentesimo anno della sua morte. Sabato 8 novembre, in mattinata, la sala dell’auditorium di San Salvatore era gremita di frati francescani, cappuccini, religiosi e religiose, venuti per ascoltare le tre conferenze della giornata. Quella, magistrale, di Paolo Martinelli ofmcap su San Francesco d’Assisi e la fede: attualità di una esperienza cristiana. Quella di fra José Carballo ofm, Ministro Generale dell’Ordine, Il Beato Giovanni Duns Scoto (1266-1308) segno profetico per l’Ordine Francescano e per la Chiesa (1266-1308). E quella di fra Frédéric Manns ofm, Echi dal Sinodo sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Il giorno seguente, domenica 9 novembre, al Getsemani ha avuto luogo la Messa solenne presieduta dal Ministro Generale, fra José Rodriguez Carballo ofm, accompagnato dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, dal vicario custodiale fra Artemio Vítores e dal provinciale della provincia di Santa Edvige di Polonia, fra Waclaw Stanislaw Chomik. Oltre ai frati della Custodia, insegnanti o studenti dello SBF, e ai seminaristi francescani, erano presenti anche 48 frati francescani polacchi, in pellegrinaggio con il loro provinciale, e sotto la guida di fra Eleazar Wronski, loro compatriota proveniente dalla medesima provincia e in servizio presso la Custodia. L’eucaristia è stata dunque concelebrata da un centinaio di sacerdoti. Nell’omelia, il Ministro Generale ha ricordato che Duns Scot è stato in grado, grazie allo studio, di alimentare il dialogo tra la conoscenza e la devozione, la contemplazione e la ricerca, la scienza e la carità. In questo senso, può essere considerato ancora oggi, sia per i francescani sia al di fuori dell’Ordine, un maestro e una guida. La presenza dei frati polacchi della provincia di Santa Edvige, invitati per il pranzo a San Salvatore, è stata un’occasione per il Custode di Terra Santa di consegnare la medaglia del pellegrino al loro provinciale, fra Waclaw Stanislaw Chomik. Il Custode si è anche rivolto ai frati, dopo il pranzo, per presentare loro la realtà della Custodia. Attualmente, 22 frati francescani polacchi sono presenti in Terra Santa, dei quali 4 appartengono alla Provincia di Santa Edvige. MAB 121 Una Domus Ecclesiæ a Kfar Shemhariahu (Herzelia) No, non è un reperto archeologico, ma una realtà quanto mai viva. Si tratta della residenza dell’ambasciatore nigeriano Mr. Dada Olisa che - dal 2 giugno 2007 egli mette a disposizione per la comunità cattolica, in maggioranza composta da filippini ed indiani che prestano servizio nella zona di Herzelia, Herzelia Ha Pituah e Nof Yam. Per tanti anni il servizio pastorale si è svolto nella palestra dell’American International School (AIS), che si trovava a Kfar Shemhariahu. Alcuni sabati, a quel tempo, si registrava la presenza di 2-300 fedeli, e nelle feste erano 400 e più. Da quando l’AIS si è trasferita nella zona di Netania, è difficile e costoso da raggiungere per gli immigranti dai paesi del cosiddetto terzo mondo. L’ospitalità dell’ambasciatore nigeriano è giunta quindi come una provvidenza di cui ringraziamo il Signore. Desidero fare notare che anche senza strutture materiali, questa comunità, che è veramente in continuo cammino, si raduna alla vigilia del giorno del Signore, il sabato sera, animata da profonde motivazioni di fede. Un frate o chi per lui, passa a prendere la signora Jossy Fabros: lei è puntuale, con una valigia dove c’è l’occorrente per la celebrazione della santa Messa. Si arriva a casa dell’ambasciatore, si prepara l’altare da campo, molto povero, si trasportano le sedie dalla rimessa al bellissimo prato della residenza. Mentre la signora Jossy dà lezione di catechismo a qualche bambino di lingua inglese, il coro prova i canti che devono essere eseguiti; i lettori intanto si preparano a leggere bene le Letture del giorno. Parecchi, aspettando l’inizio della Messa, fanno la loro preparazione remota seduti sui gradini del giardino. La Messa viene celebrata con tutta solennità. È interessante notare come questo popolo in cammino, soprattutto quelli che hanno preso a cuore questo servizio, continuano a compierlo col dovuto distacco umano, cioè fanno tutto per il Signore, senza considerare ed essere influenzati dal numero variabile delle presenze. Al termine della Messa tutti tornano alle case delle famiglie dove prestano sevizio. Molti di loro, hanno avuto solo alcune ore libere, che hanno voluto dedicare con tutto il cuore al Signore come azione di grazie. I frati di Giaffa, da che è stata spostata l’AIS hanno fatto tutto il possibile per trovare un altro posto per accogliere queste riunioni di preghiera. Si sono rivolti ai vari centri sociali, al Municipio di Herzelia, al ministero degli interni tramite l’ufficio delle religioni, perché venisse messo a disposizione un posto per questi cristiani. E questo con l’approvazione e a conoscenza dei superiori. Purtroppo, fino ad ora, non vi è stato nessun risultato positivo. Queste mie parole, vogliono essere un ringraziamento al Signore per la fede e la perseveranza di questi poveri che ci insegnano a pregare anche senza strutture stabili. E nello stesso tempo manifestare una sincera riconoscenza al Signor ambasciatore della Nigeria S. E. Dada Olisa che con tanta disponibilità ha aperto la sua casa a 122 questi fedeli, andando contro l’attuale corrente del politicamente corretto. Che il Signore benedica lui e tutta la sua famiglia e soprattutto benedica il suo paese, la Nigeria. Per la cronaca questo servizio di celebrazione della santa Messa a Kfar Shemhariahu è prestato generalmente dagli attuali frati di Giaffa. Sarebbe però ingiusto non ricordare gli altri frati che per tanti anni hanno offerto il medesimo servizio, spinti dall’amore verso i poveri, operando questo ministero senza sentirlo come un di più anche se si aggiunge agli impegni ufficiali. Ricordo fra Antonio Luto, fra Philip Pavich, fra Raffaele Bonanno, fra Mark Hurst, fra Brian McTommoney, fra Peter Vasko, fra David M. Jaeger, fra Abdel Masih F. Fahim, fra Cormac McAtteer, fra Stanko Perovich, fra Fabian Thom, fra Malaky Brogan, fra Athanasius Macora, fra Benjamin Owusu, fra Andrew Arhin. Spero proprio di non omettere nessuno. Qualcuno già sta nella gloria beata. Il frate di Terra Santa deve essere testimone dell’amore di Dio e prestare il servizio della carità a 360 gradi a tutta la Chiesa, senza tener conto di nazionalità, etnie e gruppi. Questo è il suo DNA. Questo è il desiderio di San Francesco, totus catholicus, soprattutto qui in Oriente. fra Arturo Vasaturo ofm direttore della scuola secondaria di Terra Santa a Giaffa Gli ulivi del Getsemani sono pieni di vita I pellegrini li veneranno, i turisti li ammirano. Si stima che abbiano più di 2.000 anni. Sono gli ulivi del Getsemani. Dietro i loro cancelli, trascorrono i giorni tranquilli e felici che meritano vista la loro veneranda età. Protetti nel loro recinto, guardano passare decine di migliaia di pellegrini ogni anno. Delle mani, delle braccia si tendono - malgrado cancelli e grate - ma loro rimangono impassibili alla pietà concupiscente dei pellegrini che desiderano cogliere un piccolo ramoscello dai loro rami. I pellegrini, preda di un tale desiderio, si dicono che, in fronde così belle, un ramoscello in meno non si noterà. Sono in migliaia, però, ad avere la stessa cattiva idea e tutti i ramoscelli non riuscirebbero a soddisfare la loro pietà distruttrice e gli alberi stessi non sopravivrebbero molto a lungo. Sarebbero, dunque, vissuti tanto per finire sotto gli assalti ripetuti di pellegrini incoscienti? Intoccabili, sono più venerabili e meglio venerati. In questa mattinata di novembre, però, gli alberi frusciano, si scuotono e si divertono dell’assalto che è fatto loro. E giorno di festa. Loro, gli antichi vegliardi, rivelano tutto il loro vigore. Consegnano i loro frutti che gravavano così tanto da qualche settimana. Sotto lo sguardo meravigliato dei passanti, tutto l’anno, hanno lavorato in silenzio per prepararli. Oggi, si uniscono alle risa, alle discussioni e danno a profusione le loro olive. 123 Tradizionalmente, è dopo le prime piogge che si raccolgono le olive in Terra Santa. Nonostante la scarsa pluviometria di Gerusalemme - è piovuto solo quattro o cinque volte da settembre - i membri della comunità Vita Nuova di Nazareth (New life) si attivano, approfittando della festa che rappresenta questa raccolta un po’ eccezionale. Sono in cinque e hanno l’onore di procedere alla raccolta. Allora, scuotono, accarezzano i rami per raccoglierne i frutti. Scalano questi alberi millenari i cui tronchi nodosi per la vecchiaia si prestano facilmente a questo gioco. Ancora otto anni fa, erano degli operai, cristiani e musulmani, a lavorare al posto loro. Facevano la raccolta come in un qualunque oliveto. Noi lo facciamo nella gioia e nella preghiera, spiega Nabil, il portavoce della comunità. Abbiamo chiesto ai francescani di poter fare questa raccolta perché si tratta del segno della nostra incarnazione e noi che viviamo a Nazareth, viviamo di questa spiritualità dell’incarnazione. A Nazareth, Maria ha detto: Fiat, sia fatta la tua volontà. Qui, in questo giardino, Gesù ha detto: Fiat, sia fatta la tua volontà. Questi due Fiat, questi due abbandoni alla volontà di Dio, ci sono valsi la Salvezza. La nostra spiritualità è fondata su questa frase del Vangelo di san Giovanni: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Incarniamo, non solo in modo spirituale, in questo Luogo Santo, questo desiderio di donarsi interamente, fino all’ultima goccia, come l’oliva dà tutto il suo olio. Vita Nuova è una piccola comunità composta di arabi cristiani di differenti confessioni. Grazie al mistero dell’Incarnazione, operano e pregano per l’unità della Chiesa. Un’unità senza confusione, ciascuno è rispettato nella diversità del suo rito e le celebrazioni che animano con i loro canti, lo sono sempre nella tradizione della Chiesa che li accoglie. Si fanno tutto a tutti perché sono dappertutto a casa loro. Sono loro ad animare la preghiera della processione settimanale, il sabato sera alla Basilica di Nazareth, accompagnati dalla comunità brasiliana Shalom. A mezzogiorno, Nabil, Denise, Nisriin, Samia, Farhah s’interrompono. In cerchio, ai piedi di un albero, cantano la preghiera dell’angelus, una preghiera a loro particolarmente cara. I pellegrini di passaggio non credono ai loro occhi e le macchine fotografiche sono sempre più sollecitate. No, la Terra Santa non è un museo, ma un luogo di vita e che vita! Ci vorranno cinque giorni per finire la raccolta della decina d’olivi del piccolo giardino. Non sono gli unici che la Custodia di Terra Santa possiede sul pendio della collina. Qualche giorno prima, sono i membri del gruppo ecumenico di Teologia della Liberazione palestinese (Sabeel) che hanno raccolto i frutti degli alberi del giardino che si trova dell’altro lato della strada che accoglie numerosi gruppi di protestanti in occasione di celebrazioni all’aria aperta; ci sono anche quelli del Romitaggio. Che si farà di quelle olive? La sorte è diversa a seconda che provengano dagli alberi più vecchi o dal resto della proprietà. Queste ultime saranno in parte torchiate 124 presso l’abbazia cistercense di Latroun ed il loro olio servirà alle lampade dei santuari. I noccioli delle olive del giardino degli ulivi propriamente detto serviranno ad alcune famiglie di Beit Sahour per farne dei rosari che verranno in seguito offerti dal Custode di Terra Santa a qualche pellegrino di riguardo. Il lavoro di snocciolatura è interamente manuale. Con quel che rimane della polpa, si farà dell’olio, anch’esso destinato ad essere offerto in piccolissime boccette. Tesori altamente ambiti. Nei viali intorno al giardino degli ulivi, i pellegrini elemosinano un ramoscello, un’oliva, una foglia, a coloro che vedono darsi da fare nel sacro recinto. Sono, però, in centinaia a susseguirsi: per questo a tutti si deve dire di no. I portinai del sito vigilano in modo implacabile, con grande disperazione dei pellegrini, ma perché coloro che li seguiranno abbiano ancora la felicità di contemplare degli alberi pieni di vita. Per la strada, un ragazzino spera di far felice la gente vendendo dei rami, pescati non si sa dove, in cambio di alcune monete. MAB I cattolici di Terra stessa preghiera Santa, latini e orientali, uniti in una 19 novembre. In conclusione del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, l’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa (A.O.C.T.S.), riunita in occasione della sua Assemblea generale, ha invitato i seminaristi e gli studenti degli istituti biblici e dei seminari, i religiosi e le religiose, i novizi e il clero diocesano, a una celebrazione eucaristica in onore di san Paolo, in quest’anno a lui consacrato. La Messa ha avuto luogo nella Basilica di Santo Stefano, il solo luogo in Terra Santa1, come ha ricordato nella sua omelia padre Guy Tardivy op, priore del convento domenicano, che reca traccia di una cappella consacrata all’Apostolo delle Nazioni. L’invito degli Ordinari ha suscitato una risposta molto positiva, visto che ad accompagnare Sua Beatitudine mons. Fouad Twal, presidente dell’A.O.C.T.S., durante la bellissima liturgia animata dai seminaristi salesiani, vi erano oltre 70 preti e 12 vescovi, tra cui il nunzio apostolico mons. Antonio Franco. I sacerdoti di ciascun rito sono stati invitati ad indossare gli ornamenti liturgici a loro propri. È stato il latino ad accomunare i celebranti nella preghiera eucaristica, mentre i canti e le letture hanno risuonato in altre lingue. Al termine della celebrazione, c’è voluto un po’ di tempo prima che l’atrio della basilica si svuotasse completamente: tutti erano entusiasti e felici per il fatto di essere riuniti insieme. L’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa riunisce la Chiesa cattolica di rito latino, greco, maronita, siriano, armeno, caldeo. La Custodia di Terra Santa ne è un membro a pieni diritti. 125 In questi due giorni di Assemblea generale, il programma degli Ordinari, oltre un punto sulle attività legate alla celebrazione dell’anno paolino, comprendeva anche un punto sui mezzi di comunicazione sociale. Un aspetto, questo, caro all’Assemblea degli Ordinari, che ha messo in opera, nel 2008, un sito internet dell’Holy Land Catholic Communications Centre. È stata quindi l’occasione, per la Custodia di Terra Santa, per presentare il lavoro realizzato dal Franciscan Multimedia Center. MAB 1 I francescani si ricorderanno che san Paolo è stato imprigionato nella fortezza Antonia e che nella chiesa della Flagellazione si trova uno dei rari altari in Terra Santa dedicato a san Paolo (cfr. Att 22,24 - 23,30). Esercizi spirituali della Conferenza Episcopale del Cile in Terra Santa 15-21 novembre. La Conferenza Episcopale del Cile è venuta in Terra Santa per fare gli esercizi spirituali prima di compere la visita romana ad limina Apostolorum. Tra i vescovi cileni erano presenti S.E. il Cardinale Francisco Javier Errazuriz, arcivescovo di Santiago e il Presidente della Conferenza Episcopale cilena S.E. Rev. ma mons. Alejandro Goic Karmelic. Il 20 novembre nel santuario delle Beatitudini, i vescovi hanno incontrato il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa. L’incontro è durato un’ora e mezza. La Conferenza episcopale si è dettagliatamente informata sulla realtà della Custodia, allo scopo di coinvolgere sempre di più la Chiesa cilena a favore delle iniziative della Terra Santa. Da notare che secondo gli ultimi studi in Cile ci sono almeno 400 mila palestinesi emigrati da Betlemme, Beit Jala e dintorni, aumentando l’immigrazione dopo il 1948. In Cile questa scelta dei vescovi ha suscitato grande interessamento da parte dei mass-media e di tutta la popolazione, dal momento che coinvolge due realtà molto vive in Cile, quella palestinese e quella ebraica, anche se è una minoranza. Ovviamente i vescovi hanno dato a questa visita un’impostazione del tutto spirituale. fra Sergio Olmedo ofm Dialogo interreligioso in Israele Alla fine di novembre 2008 si è tenuta una conferenza che ha visto riuniti attorno alla stessa tavola i rappresentanti di tutte le principali religioni presenti in Israele. È stata la seconda volta che tutte queste autorità, ebree, cristiane, musulmane e druse, si sono riunite con un fine comune: lottare contro la violenza sul territorio di Israele. 126 Ciascuna di queste religioni è divisa al suo interno in più correnti, e le correnti principali di ciascuna di esse si trovava rappresentata. Aldilà dei discorsi, l’aspetto più sorprendente dell’ incontro è stato senza dubbio il clima positivo nel quale si sono trovati i rappresentanti di tali religioni. Dispiace soltanto il vuoto mediatico attorno all’avvenimento… Per i cristiani ha preso la parola Sua Beatitudine il Patriarca greco-ortodosso Theophilos III. È per gentile concessione del patriarcato greco-ortodosso che possiamo pubblicare questo testo. Mab Un’Eucaristia Piccirillo di Ringraziamento per fra Michele Martedì 25 novembre. La chiesa di San Salvatore era gremita per la messa celebrata 30 giorni dopo la morte di fra Michele Piccirillo. Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, alla presenza del nunzio apostolico, mons. Antonio Franco, è stato accompagnato da un centinaio di preti. La celebrazione ha riunito cristiani, ebrei e musulmani, religiosi e laici, stranieri provenienti da molti paesi, palestinesi e israeliani, sapienti illustri e semplici amici. Nella sua omelia, fra Claudio Bottini, Decano della Facoltà dello Studium Biblicum Franciscanum, ha ricordato che fra Michele era noto per essere un contestatore, ma che ancora una volta ha saputo creare unanimità intorno a sé. L’omelia, dopo gli omaggi alla levatura intellettuale di padre Piccirillo, di cui fa eco anche la stampa internazionale, ha fatto rivivere il frate minore, l’uomo feriale e la testimonianza di una vita religiosa altrettanto edificante. Per tutti coloro che comprendevano l’italiano, questo ricordo è stato commovente. Ha rivelato a molti lo spirito di fede con il quale fra Michele ha vissuto le sue ultime settimane. Per tutti gli altri, al termine della celebrazione e sulla via della sala dell’Immacolata, è stato distribuito un libretto in cui viene ripercorsa, a grandi tratti, in inglese o in arabo, la vita di fra Michele Piccirillo. Nella sala dell’Immacolata, dopo le condoglianze, una gran parte dell’assemblea si è ritrovata per rivedere le opere di padre Piccirillo grazie al film italiano Tessere di Pace di Luca Archibugi. Un film dedicato al suo lavoro di restauro di mosaici e a come padre Piccirillo ha voluto farne un veicolo di pace in un medio oriente senza frontiere. Un documentario magnifico, che ha ricevuto, nel terzo festival internazionale di film archeologico capitello d’oro, il capitello d’argento. Era come se fosse qui, la sua voce, il suo volto, le sue mani callose, la sua passione per l’arte del mosaico, e il risultato del suo lavoro: dei mosaici restaurati, che rivelano il loro splendore dall’Egitto alla Siria, passando per la Giordania, Israele e i territori palestinesi. 127 Potremmo noi dire se l’uditorio fu più affascinato dal suo lavoro oppure da questo nuovo insegnamento di padre Piccirillo? Lasciandolo e allontanandosi malvolentieri, non resta che riprendere le parole di padre Bottini: La sua vita è stata piena di senso e vissuta intensamente. (…) Possiamo affermare che, per lui, valgono le parole di Gesù morente sulla croce: - Tutto è compiuto -, malgrado la sensazione d’incompiutezza di fronte ai tanti progetti in cantiere e alle prospettive ancora aperte. Il vuoto non potrà non sentirsi, ma la nostra tristezza troverà consolazione e il nostro cammino riceverà vigore dal ricordo e dalla speranza di ritrovarci tutti un giorno nel Regno di Dio. Questo è ciò che speriamo. Che l’Onnipotente e il Misericordioso ce lo conceda. Amen! Alleluia! MAB Consiglio Internazionale dei Formatori dell’Ordine francescano sul tema: L’integrazione tra la Formazione iniziale e gli Studi oggi nell’Ordine 24 novembre - 3 dicembre. I Segretari per la Formazione e gli Studi delle Conferenze dell’Ordine dei Frati Minori si sono incontrati a Murcia, Spagna, per il dodicesimo Consiglio Internazionale per la Formazione e gli Studi, al fine di riflettere sul tema dell’integrazione tra la Formazione iniziale e gli Studi. La Custodia, che è una Conferenza ad instar, è stata rappresentata da fra Noel Muscat, Segretario custodiale per la Formazione e gli Studi. La prima parte del Consiglio ha visto la presentazione delle relazioni di ognuno dei Segretari delle 14 Conferenze dell’Ordine, insieme con un aggiornamento statistico per ogni Entità. È abbastanza chiaro che oggi, nell’Ordine, c’è una diminuzione numerica di candidati per la vita francescana, evidente anche in molte Entità che normalmente non hanno mai sofferto per mancanza di vocazioni. Tuttavia i partecipanti hanno anche notato che nella maggior parte delle Province e Custodie i criteri per il discernimento vocazionale vengono applicati con sempre maggior cura, e che la qualità delle formazione e degli studi migliorano grazie a un sincero sforzo da parte di tutti i responsabili. I Segretari hanno poi visitato l’Istituto Teologico di Murcia, affiliato alla Pontificia Università Antonianum, e che offre la specializzazione in Teologia Fondamentale. Ed è stato presentato da un suo rappresentante l’Istituto Teologico Francescano di Petropolis, in Brasile, che offre la specializzazione in Teologia dell’Evangelizzazione. Al Consiglio ha partecipato il Rettore Magnifico dell’Antonianum, fra Johannes Baptist Freyer, presentando una riflessione dettagliata sulla situazione degli studi e dei centri di studio nell’Ordine, sottolineando la struttura internazionale dell’Antonianum, che oltre al centro di Roma, ha altre facoltà sparse per il mondo, tra cui la 128 nostra Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia di Gerusalemme. Il Rettore ha parlato dettagliatamente sul processo di Bologna, valido nei paesi dell’Unione Europea, che garantisce un iter di studio uniforme e riconosciuto da tutti i paesi firmatari. Il Vaticano ha firmato l’accordo a favore di tutte le Università Pontificie, incluso l’Antonianum. Il sistema, chiamato anche European Transfer Credits System garantisce un metodo di insegnamento nuovo e dinamico, che distribuisce il numero di ore per ogni credito in modo che l’insegnamento in classe comprenda un terzo del tempo, lasciando al docente e agli studenti l’impegno di programmare gli altri due terzi in letture, ricerca, lavori scritti e seminari. L’implementazione di tale accordo sarà un processo difficile che richiederà una vera conversione di mentalità da parte dei docenti e degli studenti. Per integrare il lavoro di formazione e studi in modo sempre più efficace, alcuni relatori hanno offerto delle piste di azione. I relatori, provenienti dall’Università di Murcia o da altri centri accademici dell’Ordine, hanno parlato della formazione dei giovani di oggi, degli elementi della tradizione intellettuale francescana nella cultura attuale, della formazione iniziale e studi con uguali opportunità per frati chierici e laici, e dello studio nell’Ordine a partire dall’approfondimento della Ratio Studiorum OFM e della lettera Il sapore della Parola. fra Noel Muscat ofm Nazareth: inaugurazione del nuovo centro parrocchiale Che cosa fai? Ma vieni! Te lo giuro, è magnifico, raggiungici! Prima che cominciasse l’inaugurazione, le porte del nuovo centro parrocchiale erano aperte. Le signore della Legio Mariæ, come un flusso inarrestabile di formiche operaie, continuavano a portare tutte le pietanze che avevano preparato per il buffet. Alcuni curiosi avevano approfittato di questa apertura per visitare il centro. E non ne uscivano più. Uno di questi, incollato al telefono, invitava gli amici: vieni, non crederai ai tuoi occhi! E sono circa 700, se non di più, coloro che sono accorsi e non hanno creduto ai loro occhi. Il nuovo centro parrocchiale di Nazareth è splendido. È magnifico! È troppo! Veramente, ringraziamo il Santo Padre e tutti i cristiani tedeschi e la Custodia. Era da molto tempo che la parrocchia latina di Nazareth aspettava questo centro di Azione Cattolica. Pur essendo la più grande parrocchia latina del Medio Oriente, essa disponeva solo di una casa parrocchiale, ampia ma tuttavia insufficiente per i suoi 7000 fedeli. Erano i locali della scuola di Terra Santa a supplire tale carenza, senza poter offrire però tutte le comodità del nuovo centro, spiega il parroco, fra Amjad Sabbara. Come è stato ricordato nei discorsi, la parrocchia e i suoi ultimi due parroci, fra Arturo Vasaturo e fra Maroun Younan, avevano richiesto personalmente e lavorato per questa costruzione, mentre la Custodia aveva messo a disposizione il terreno e 129 supervisionato i progetti. Restavano da regolare due questioni, e non di poco conto: il permesso di costruire, per il quale il sindaco di Nazareth, il sig. Ramez Jaraisy spinse a favore - cosa che non pare essere andata da sé - e il denaro, più di un milione e mezzo di euro... La quasi totalità della somma è frutto della generosità congiunta dei fedeli tedeschi e del Santo Padre Benedetto XVI. I primi, in occasione del viaggio del Papa in Germania, avevano fatto una colletta, mentre il secondo, non appena ebbe ricevuto questo regalo dai suoi compatrioti, pensò di donarlo, specificando di voler destinare tale donazione ai cristiani di Terra Santa che vivono in Israele. Così è avvenuto che un milione di euro è stato messo a disposizione di tale progetto, e inviato al Custode nel dicembre 2006. Quando poi una delegazione di Vescovi tedeschi venne a posare la prima pietra, nel febbraio 2007, sapendo che il milione di euro non sarebbe bastato a coprire l’intera spesa del progetto, aggiunse un’ulteriore donazione, di circa 300.000 euro. La Custodia, che ha in carico la parrocchia di Nazareth, ha provveduto a completare le spese. Ma anche i cristiani di Nazareth hanno voluto partecipare: hanno infatti raccolto, tramite una colletta, 200.000 shekel (40.000 euro), che hanno permesso l’acquisto di attrezzature sportive High Tech. Spero che il Papa venga a visitare il suo centro! ha detto una parrocchiana entusiasta. Nell’attesa, è una sua foto a renderlo presente nel pensiero pieno di gratitudine della folla che si accalca. Difatti, senza bisogno di chiamare tanta gente per telefono, la gente è già qui. Arrivata in anticipo e già impaziente. Uomini, donne, bambini, religiosi e religiose, venuti ad accompagnare il Custode di Terra Santa per l’inaugurazione. Lui, il Custode… ha saputo, mentre era in viaggio verso Nazareth, che la sua presenza era richiesta per una riunione importante la sera stessa, a Betlemme, con il Presidente dell’Autorità Palestinese. È stato così sostituito dall’economo della Custodia, fra Dobromir Jasztal. Anche il vescovo greco-cattolico per la Galilea, mons. Elias Chacour, ci teneva a partecipare alla cerimonia. Il centro parrocchiale, infatti, sarà aperto ai cristiani senza distinzione di confessione, come già avviene per il centro di Betlemme. In Galilea come nei Territori palestinesi, i cristiani sono la minoranza delle minoranze, e ciò favorisce l’avvicinamento. Mons. Elias Chacour ha preso parte attiva nella cerimonia d’inaugurazione. Dopo che fra Dobromir ha pronunciato le preghiere di benedizione e che l’assemblea ha recitato il Padre Nostro, lui, insieme al parroco fra Amjad e al Sindaco, hanno sciolto il nodo, inaugurando così ufficialmente il centro. Poi, mentre fra Dobromir procedeva alla benedizione di tutti i locali, che sono parecchi, la gente si è spostata nell’auditorium, dove avrebbero avuto luogo i discorsi. La sala era talmente piena che si doveva guardare dalle finestre o cercare di ascoltare dalle porte. E la gente era raggiante di gioia. Nessuno è stato dimenticato nei ringraziamenti, men che meno il Santo Padre, sempre presente in foto. 130 Ora non resta che arredare il centro, poiché ben presto questo accoglierà ogni sorta di gruppo, di tutte le età, per la formazione spirituale, così come umana, o artistica. È importante, per i nostri giovani, disporre di un luogo d’incontro dove possano frequentarsi nelle condizioni migliori, spiega fra Amjad. E prosegue: La parrocchia di Nazareth è molto attiva: entro breve partirà un nuovo gruppo, la fraternità di Maria di Nazareth, per l’accompagnamento spirituale delle giovani coppie. Appena sposati, avranno un incontro mensile sul modello delle équipes Notre Dame. Contiamo già tre fraternità, vale a dire trenta coppie. E poi ci sono la scuola del Bambino Gesù, e, per i più grandi, i Fioretti di san Francesco. Il Cristianesimo qui è molto vivace, e sta aumentando di numero. Le sfide non mancano, per questi cristiani arabi palestinesi di nazionalità israeliana, come si qualificano loro stessi. Il nuovo centro parrocchiale sarà la testimonianza della loro capacità di vivere e difendere questa identità multipla, nella gioia e nella fede. MAB Visita del presidente della repubblica italiana a Betlemme 27 novembre 2008. Un pomeriggio assolato ha accolto il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e la moglie Clio in una Betlemme in festa. Napolitano ha iniziato la giornata tenendo una lectio magistralis all’università ebraica di Gerusalemme e ha concluso la mattinata incontrando il leader dell’Autorità Palestinese a Betlemme, giungendo nel primo pomeriggio alla Basilica della Natività. Il Custode fra Pierbattista Pizzaballa ha accolto all’ingresso della piazza della Natività la coppia Presidenziale. Il piazzale era gremito di gente con bandiere palestinesi e italiane e primi ad attendere e dare il benvenuto al Presidente sono stati i bambini delle scuole e i loro insegnanti. Napolitano e la signora Clio li hanno salutati, stringendo numerose mani e ricambiando i saluti che gli studenti hanno rivolto in lingua italiana, prima di arrivare all’ingresso della Basilica. Qui ad attenderli c’era Malak (Angela in italiano) una piccola palestinese che ha accompagnato il Presidente e la moglie per tutta la visita alla Basilica, vestita con il tipico abito palestinese e i colori nazionali. Il Guardiano, fra Jerzy Kraj, e le altre due autorità religiose rappresentanti delle comunità che condividono la Basilica della Natività hanno accolto ufficialmente gli illustri italiani; fra Raffaele Caputo li ha guidati all’interno della basilica. Con devozione hanno visitato la grotta della Natività e l’altare della mangiatoia, interessandosi alla stella e dell’altare dei Magi; poi sono entrati nella chiesa di Santa Caterina incontrando i frati del convento di Betlemme e tante religiose italiane. Fra Marcello Badalamenti ha offerto agli illustri ospiti, a nome del Noviziato, un piccolo presente. All’altare del Bambino Gesù e della Vergine hanno acceso, come è tradizione, una candela e hanno sostato un istante in raccoglimento. Usciti nel chiostro c’è stata occasione 131 per una foto con i frati della Custodia. Un breve saluto agli italiani presenti in città e che operano nel territorio nella sala delle conferenze a Casa Nova, con semplici parole per ogni italiano incontrato: così è conclusa la breve ma molto familiare visita betlemmita. L’atmosfera è stata di vera festa, come se una coppia di amici venisse ad incontrare i propri vicini e per i religiosi e religiose italiani lontani da casa da decine di anni è stato certamente un gioioso incontro di famiglia. A. & M. I francescani di Terra Santa rinnovano tutti insieme i loro voti Il 2009 sarà l’ottocentesimo anno dalla fondazione dell’Ordine dei frati Minori da parte di san Francesco d’Assisi. Per il terzo anno consecutivo, i francescani della Custodia di Terra Santa si sono ritrovati nelle proprie regioni, per una celebrazione in preparazione di questo giubileo. Per la Terra Santa, il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, ha presieduto due celebrazioni; una per la Galilea, l’altra per Gerusalemme e dintorni. Nazareth, che ha inaugurato la festa, ha riunito una trentina di frati di fronte ad una ventina di fedeli e religiose legati alla spiritualità del Poverello di Assisi, tra cui la comunità Shalom che ha animato i canti. La disposizione dell’antico abside bizantino, la presenza di Maria e dell’Annunciazione, la gioia del suo Fiat, hanno conferito alla recitazione dei vespri e alla Messa un carattere familiare e intimo. Contrasto tangibile con il Fiat del Getsemani. Un buon centinaio di francescani, qualche raro fedele, i canti della Messa in latino e la roccia dell’Agonia si sono aggiunti alla solennità. Non c’è stato nemmeno lo stesso spirito di festa a caratterizzare la celebrazione che ha visto riunito tutti i frati attorno al Vangelo. Loro ai quali è donata la grazia di vivere in Terra Santa, il quinto vangelo. Il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa ha rivolto loro qualche parola: In questa celebrazione, noi pensiamo a quei due Fiat, quello di Maria e quello di Gesù, che hanno inaugurato la storia della nostra Salvezza e, in certo senso, la nostra storia personale. Di sicuro abbiamo detto, all’inizio del nostro cammino, il nostro Si con passione, forse con un po’d’incoscienza, non sapendo esattamente ciò che significava. E ci sono stati di sicuro, nella nostra vita, dei richiami al Fiat del Getsemani, più doloroso, nell’obbedienza che la fede richiede. Tre anni fa abbiamo ricevuto il Tao, che è il segno della conversione di Francesco; l’anno scorso abbiamo ricevuto la Regola; quest’anno riceviamo il Vangelo che ha illuminato la conversione di Francesco e che ha radicalmente cambiato la sua vita, e la nostra. Vogliamo anche, questa sera, rinnovare il nostro Fiat, la nostra professione. 132 Se guardiamo alla nostra vita, ai nostri occhi appariranno sicuramente tante debolezze. Tuttavia, fermarsi là sarebbe una mancanza di fede. Dobbiamo infatti guardare le nostre vite con gli occhi di Dio stesso. Non siamo stati scelti in quanto perfetti. E non siamo qui perché la vostra vita è perfetta. Siamo qui semplicemente perché Lui ci ha scelti e chiamati, malgrado le nostre debolezze, e siamo invitati a rimanere fedeli a questa chiamata. Il Signore non ha bisogno di strumenti perfetti, Lui ha bisogno di cocci, noi siamo tutti limitati, ma siamo qui perché qui Dio ci ha condotti. Ed è questo l’oggetto della nostra gratitudine. Noi non siamo qui perché siamo bravi, o perché le nostre fraternità sono perfette, ma perché nel suo disegno d’amore e di gratuità, Lui ci ha scelti e ci ha messi qui. Possiamo ora rinnovare i nostri voti con passione, con il desiderio di rinnovare questo Si, questo dono, questa consacrazione che ci rimette all’esempio di san Francesco d’Assisi. Con le nostre paure, le nostre fatiche, le nostre incomprensioni, le nostre e anche quelle delle nostre fraternità. Ma allo stesso tempo con la nostra gratitudine. Il Signore può trasformare l’acqua in vino, e se qualcuno diceva non c’è più vino, ecco che il Signore ci trasforma. Dopo queste parole, tutti i frati presenti, in ginocchio, hanno rinnovato con forza e a una sola voce i loro voti, in un momento di grande intensità. Al termine della celebrazione, hanno ricevuto un libretto preparato dagli studenti, che simboleggiava il dono del vangelo. Per noi Frati minori al servizio della Terra Santa, questo impegno è ancora più coinvolgente e più appassionante, per il fatto che possiamo seguire le orme di Cristo non solo in spirito, ma vivendo nei luoghi storici della Salvezza. Buon giubileo a tutti i frati! MAB Visita pastorale a Tiro e Deir Mimas 30 novembre. Inizia il tempo dell’avvento, tempo di preparazione al Santo Natale. Fra Maroun Bassil, dei Padri Cappuccini, viene a cercarmi al mattino presto a Beirut per una visita a Tiro e Deir Mimas. Secondo quanto deciso dalla Custodia, dopo le feste di Natale, fra Joseph Costantin, sottoscritto!, prenderà l’incarico di queste due parrocchie e questa visita mi permette quindi di rendermi conto della situazione sul posto. Conosco bene la piccola parrocchia di Deir Mimas, avendola servita per circa 15 anni. Mentre di Tiro conosco solo il convento nella vecchia città, dove facevo visita a fra Luca, che era allora il curato e direttore della piccola scuola. Il viaggio fino a Tiro dura quasi un’ora, con un tempo molto bello. Il Padre mi fa visitare i locali, il convento e la scuola. Come per tutti gli edifici della zona, i 133 danni della guerra del 2006 sono stati riparati con gli aiuti dell’emirato del Qatar. Restano da fare alcune riparazioni. Il piccolo convento è stato ristrutturato dai Padri Cappuccini. Alle 8.30 si celebra la Messa, partecipata da un piccolo gruppo di fedeli. I cristiani frequentano le loro Chiese, ciascuno secondo il proprio rito. Dopo la Messa si riprende la strada per recarci a Deir Mimas, un’oretta di tragitto. Si celebra la Messa alle 11. Anche qua pochi fedeli, ma è forse perché il vescovo greco cattolico celebra i sei mesi di anniversario della morte del curato melchita Abouna Samir. Con fra Maroun, si visita il piccolo convento restaurato dai Padri Cappuccini, dopo i danni subiti durante la guerra del 2006. Prima di riprendere la strada del ritorno si passa a salutare alcune famiglie in lutto, e si dimostrano molto contente della nostra visita. Così verso l’una si rientra a Beirut, ciascuno nel suo convento. È il primo contatto dopo 6 anni di assenza: i bambini sono cresciuti, e ho trovato il villaggio di Deir Mimas con un aspetto migliore. Non ho potuto incontrare molta gente, ma conto di farlo alla prossima circostanza, riunendo i parrocchiani per partecipare con loro alcuni problemi e discuterne insieme. fra Joseph Costantin ofm Il ciclo di Natale inaugurato a Betlemme Andando a prendere la luce al presepe nella grotta della Natività, e accendendo con quel fuoco la prima candela della ghirlanda dell’Avvento, il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, ha inaugurato il ciclo di Natale a Betlemme. La festa del giorno era cominciata con l’entrata solenne del Custode di Terra Santa nella città della Natività. Il corteo, dopo gli auguri d’usanza, è partito da San Salvatore, ha fatto una tappa a Mar Elia, è passato davanti alla tomba di Rachele e ha raggiunto l’Azione Cattolica, da dove tre gruppi di scout, due di Betlemme e uno di Nazareth, lo hanno accompagnato. Sul luogo della mangiatoia lo attendeva la folla, i frati francescani, e, nelle prime file, il parroco fra Samuel Fahim, accompagnato dal Ministro del Turismo Khouloud Doubaibes, dal Governatore del distretto il sig. Salah Al Tamari e dal sindaco di Betlemme, il dottor Victor Batarseh. In questa giornata assolata, già l’attesa è stata gioiosa, e l’entrata non è stata da meno. Si potevano scorgere sorrisi su ogni viso. Sotto la chiesa parrocchiale, il Custode ha indossato gli ornamenti liturgici viola. Stupore dell’assemblea: Siete in lutto?; No, stiamo per recitare i primi vespri d’Avvento. Quest’anno, in effetti, santa Caterina ha definitivamente lasciato la prerogativa al Signore. 134 L’antica tradizione voleva che questo tipo d’entrata si facesse in occasione della festa della parrocchia, di cui la patrona è santa Caterina d’Alessandria. Ma il 25 novembre cadeva spesso durante la settimana, e quindi l’aspetto pastorale era meno evidente. Così, nel 1982, con il permesso delle Chiese prendenti parte allo Statu Quo, greca ortodossa e armena, così come con quello delle autorità civili, è stato deciso che la festa venisse celebrata la prima domenica dopo santa Caterina. Ora, la liturgia dedicava già questa domenica sia al Cristo Re, sia alla prima domenica d’Avvento. Da quest’anno in avanti, si rende a santa Caterina ciò che è di santa Caterina, e la comunità francescana canta i primi vespri della sua festa il 24 novembre, e a Cristo ciò che è di Cristo, celebrando in questo giorno, conformemente al calendario liturgico, i primi vespri della prima domenica d’Avvento. È d’altronde l’attualità della città di Betlemme, decisamente già orientata verso il Natale. In settimana, il Custode di Terra Santa ha infatti incontrato il Presidente dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen (Mahmoud Abbas) per invitarlo, come vuole la tradizione, alla Messa di Natale, il 24 dicembre. Al termine di questo incontro, il Presidente ha fatto una sorta di regalo alla Basilica della Natività. Dopo più di 200 anni che viene trascurato, il tetto della Basilica è decisamente malmesso. Poiché le Chiese non hanno saputo trovare un accordo per la sua riparazione, è stato il Presidente dell’Autorità Palestinese, in qualità di autorità civile del luogo e prendente parte allo Statu Quo, che ha spinto per un’intesa sulla questione. A tal proposito, le ha convocate tutte. E l’accordo tanto auspicato da tutti è stato raggiunto all’unanimità. Ci si può dunque attendere, nei prossimi mesi, di vedere l’inizio dei lavori nella Basilica. Per il momento, è la municipalità di Betlemme che si dà da fare per dare alla città i colori del Natale, e per accogliere i pellegrini e i turisti, attesi numerosi in questo periodo. Le attività civili e religiose si moltiplicano, nell’attesa di poter celebrare la nascita del Signore nella stessa città in cui venne alla luce. Prima di lasciare Betlemme, per la stessa strada da cui era venuto, il Custode ha celebrato la Messa della prima domenica d’Avvento, questa volta con la parrocchia, presiedendo la Messa delle 9. Santa Caterina non è stata comunque dimenticata, poiché, al momento dell’incensazione all’inizio della liturgia, è stato incensato il suo altare. In chiesa, la candela accesa della corona di Avvento brilla per ricordarci che qui è sorta la luce che brilla nelle tenebre. Fra quattro settimane, la festa raggiungerà il suo culmine. MAB 135 Giornata di studio sui francescani in istituti di cultura israeliani Terra Santa per due Ogni anno il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme, in collaborazione con l’istituto culturale Yad Ben Zvi, organizza un paio di giornate di studio sulle realtà cristiane di Gerusalemme. L’iniziativa è rivolta a un pubblico selezionato di israeliani, impegnati nel campo dell’educazione. Le giornate si articolano in conferenze al mattino, organizzate in coordinamento con le realtà cristiane coinvolte, ed incontri e visite che occupano il resto della giornata, per dar modo ai partecipanti di avvicinare dal vivo la realtà presentata. L’anno scorso è stata la volta del Patriarcato Greco Ortodosso e delle altre comunità ortodosse meno numerose. Quest’anno il programma prevede uno studio sulla Custodia di Terra Santa e sul Patriarcato Latino. La giornata dedicata alla Custodia si è svolta il 2 dicembre scorso. Eccone la cronaca redatta da una delle organizzatrici. *** Il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme (Jcjcr) si occupa della promozione della reciproca comprensione tra la popolazione israeliana e quella cristiana in Terra Santa: organizza incontri di carattere culturale-educativo, congressi sulle diverse realtà cristiane e ricerche. Lo Yad Ben Zvi è, invece, un ente governativo che prosegue la tradizione del secondo Presidente dello Stato di Israele, Yizhaq Ben Zvi, ed è impegnato nella ricerca su Erezt Israel (la Terra di Israele), sulla comunità ebraica e sulla sua vita a Gerusalemme e in tutto il Paese. I due enti stanno collaborando a un progetto comune - articolato in diverse giornate - riguardante le varie comunità cristiane in Terra Santa. Le giornate di studio comprendono conferenze ed escursioni presso le istituzioni cristiane, in piena collaborazione con le loro autorità ecclesiastiche e comunitarie. Martedì 2 dicembre scorso ha avuto luogo la giornata di studio dedicata alla Custodia di Terra Santa. Vi hanno preso parte circa 200 persone e sarebbero state molte di più se non fosse stato posto un limite alle iscrizioni. La prima parte della giornata - presso la sede dello Ben Zvi nel quartiere di Rehavia, a Gerusalemme - è stata occupata dalle conferenze. Fra Oscar Marzo, che già aveva collaborato all’organizzazione del congresso, ha parlato della storia della Custodia e delle sue attività, dando rilievo alla custodia dei Luoghi Santi, all’accoglienza e alla cura dei pellegrini, all’azione pastorale in favore della locale comunità cristiana, al lavoro nelle scuole, all’Istituto Musicale Magnificat e ai nuovi progetti relativi al convento di San Salvatore, agli alloggi ed altro. Yisca Harani, ricercatrice e studiosa del cristianesimo, ha invece presentato i francescani come promotori di cultura - hanno portato la cultura occidentale in Medio 136 Oriente - ed anche come veri e propri creatori di norme culturali in Terra Santa. La Harani ha messo in risalto l’importanza dei francescani nella creazione di una mappa della Terra Santa (per il numero elevato di Luoghi Santi riscattati e custoditi dai frati) e della loro influenza su fenomeni come, ad esempio, la pratica della Via crucis, diffusasi poi anche presso popolazioni cristiane non cattoliche. Parallelamente i francescani hanno portato in Terra Santa modernità, tecnologia, medicina, architettura. Sono stati tra i primi a trasmettere in diretta televisiva la Messa della notte di Natale su un canale internazionale, così come recentemente hanno realizzato un centro multimediale e un sito internet all’avanguardia. Yisca ha anche affrontato il tema del grande cambiamento nei rapporti dei francescani con gli ebrei avvenuto dopo la costituzione dello Stato di Israele (1948) e all’indomani del Concilio Vaticano II (1962-1965). A riprova di questo ha citato le parole innovative pronunciate dal Custode di Terra Santa tre anni fa a Tel Aviv durante un convegno sulla Shoà. Il dott. Amnon Ramon ha parlato dei legami della Custodia con lo Stato di Israele. Ramon ha descritto sia le tensioni e le difficoltà nei rapporti prima che nascesse lo Stato, sia i timori di carattere teologico riguardanti la collocazione degli ebrei nella teologia preconciliare. Vi era poi anche un timore concreto circa il destino delle pietre vive (cioè i membri, palestinesi, della locale comunità cristiana) sia per quanto riguardava la loro condizione in seno allo Stato ebraico, sia la loro situazione in tempo di guerra. I timori erano anche dettati dal fatto che inizialmente l’ideologia socialista e comunista erano molto diffuse in Israele e venivano percepite come una minaccia per l’esistenza stessa della Chiesa in questa terra. Amnon ha anche descritto le offese e i danneggiamenti subiti dalle chiese nel corso della guerra arabo-israeliana del 1948. Ha inoltre messo in evidenza il mutamento verificatosi nei rapporti IsraeleCustodia a partire dal 1967, quando molti dei siti della Custodia passarono in zona sottoposta al controllo israeliano e nella vita della Chiesa cattolica si diffondevano i cambiamenti teologici introdotti dal Concilio da poco concluso. La Custodia è cosciente dell’importanza fondamentale che riveste lo Stato di Israele. Dagli Accordi di Oslo (1993) in poi, e particolarmente negli ultimi anni - ha rimarcato Ramon -, si è verificato un cambiamento significativo tra Custodia, da un lato, e Israele ed ebrei dall’altro. La Custodia ha numerose sfide da affrontare: cura delle scuole e delle comunità cristiane, ma anche cura dei molti religiosi che operano all’interno della Custodia stessa. Oltre a ciò Amnon ha sottolineato le sfide per Israele, segnalando che è interesse israeliano - e nostro obbligo in quanto israeliani - prendersi cura e sostenere la presenza cristiana e francescana, il loro contributo economico in campo turistico e, ovviamente, quello nel campo della ricerca archeologica nel Paese. La prima parte della giornata si è conclusa con l’intervento della dott.ssa Nitsa Yarum, psicoanalista, che ha tentato di presentare la complessa figura di san Fran137 cesco attraverso due eventi significativi della sua vita, la conversione del cuore e la ricezione delle ferite della crocifissione (le stimmate). La seconda parte della giornata si è svolta nel convento di San Salvatore e presso altre istituzioni della Custodia. Il padre Custode ha accolto i 200 partecipanti presentando un antico firmano turco in possesso della Custodia, il registro dei pellegrini del 1561 e altri documenti d’archivio. Poi ha parlato delle attività della Custodia presenti e future, descrivendo anche la cooperazione con le autorità politiche israeliane e palestinesi. Il Custode ha sottolineato la dedizione dei francescani verso la popolazione locale e la loro preoccupazione per la gestione dei santuari e la promozione dei pellegrinaggi. Dopo la calorosa accoglienza, i partecipanti si sono divisi in sei gruppi, ognuno dei quali è stato accompagnato da una guida dello Ben Zvi e da un frate. I gruppi hanno visitato diversi ambienti di San Salvatore, come il refettorio, la sala delle Madreperle, la chiesa, il terrazzo e la biblioteca conventuale, dove è stato possibile visionare alcuni rari manoscritti di epoche diverse. Altri gruppi hanno visitato Casa Nova, il Christian Information Center, il Cenacolino, il Museo dello Studium Biblicum Franciscanum al convento della Flagellazione e il romitaggio del Getsemani. In ogni luogo l’accoglienza del frate responsabile è stata davvero calorosa e fraterna. Non ci sono parole per ringraziare per questa accoglienza emozionante e la disponibilità ad aprirci le porte di ogni luogo che abbiamo visitato. L’investimento di tempo e la dedizione nell’organizzazione degli incontri e delle visite sono stati notevoli. Poter vedere gli antichi documenti d’archivio, la biblioteca e il museo è stata una esperienza che ha toccato il cuore. I partecipanti alla giornata di studio hanno lasciato il convento contenti ed emozionati per l’indimenticabile esperienza. Mille grazie al Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, e a tutti i religiosi coinvolti nell’evento; in particolare a fra Oscar, fra Stefano, fra Agustín, fra Antonino, fra Aquilino, fra Carlos, fra Harout e fra Ivan che hanno accompagnato i gruppi nei vari luoghi. Hana Bendcowsky Catechesi a Gerusalemme Verso la fine di maggio finiva il corso di teologia pastorale tenutosi nello Studium Theologicum Jerosolymitanum. La professoressa, Suor Virginie Habib, responsabile del catechismo per tutte le scuole cristiane di Terra Santa, aveva chiesto oltre l’esame, un piccolo progetto pastorale. Tre dei suoi studenti sono andati ben oltre e insieme a lei hanno preparato un programma da svilupparsi nel corso seguente, dopo l’estate. Questo progetto consisteva nel fondere le lezioni del catechismo delle scuole, con la guida che i frati della Custodia di Terra Santa fanno da secoli con i pellegrini. Lo scopo principale di tale 138 iniziativa, era quello di far conoscere agli studenti, cristiani locali, ciò che è accaduto più di duemila anni fa nella loro terra. In questo modo l’equipe di Suor Virginie, formata da lei stessa, con i catechisti Samir Fuad Hodaly, ‘Adel Elias Mughrabi e altri professori, con i frati francescani, fra Badi’e Elias, fra Antonino Milazzo, fra Marcelo Cicchinelli e fra Aquilino Castillo, si sono messi a coordinare le visite. Sono state scelte le domeniche d’Avvento, per visitare i luoghi uniti storicamente alla nascita di Nostro Signore, per rendere più comprensibile ai giovani il vero significato del Natale. Ogni domenica, gruppi di 60 o 100 bambini, delle diverse scuole, di una età che va tra gli otto e gli undici anni, sono stati portati da Gerusalemme verso Beit Sahour, al Santuario del Campo dei Pastori, proprio alle grotte dove gli angeli annunciarono ai loro antenati che il Messia era nato nelle loro vicinanze, nella Città di Davide, a Betlemme. La visita alle grotte, le spiegazioni fatte dai frati in sito, erano accompagnate da un foglietto, che con un disegno, illustrava il percorso fatto dalla Sacra Famiglia, da Nazareth a Betlemme, il Campo dei Pastori e la venuta dei Re Magi dall’Oriente, e la fuga in Egitto. Sul retro del foglio, le letture bibliche concernenti ogni posto hanno reso comprensibile ai nostri ragazzi come sono avvenuti i fatti, secondo la narrazione degli evangelisti. Come i pastori poi, anche noi, abbiamo lasciato il Campo e siamo andati verso Betlemme, alla Basilica della Natività, dove i bambini sono stati suddivisi in gruppetti di 30, perché potessero ascoltare meglio le spiegazioni. Arrivati in Basilica, il nostro percorso è cominciato con un breve accenno storico sulla Chiesa della Natività, spiegando il significato dei mosaici e per poi sostare all’interno della Grotta dove Gesù è nato. Una volta lì, tutti hanno potuto toccare con le loro piccole mani la Stella d’argento che segnala il luogo dove Gesù è nato da Maria Vergine, poi si sono inginocchiati per baciare il Santo Presepio o Midguar in arabo, dove fu deposto il santo Bimbo da sua madre, appena nato. In seguito la proclamazione del Vangelo ha reso presente ciò che è avvenuto la notte di Natale nella Grotta, a duemila anni di distanza. Questi momenti sono stati indescrivibili, i bambini sono rimasti senza parole. Per la maggioranza di loro, era la prima volta che venivano alla Grotta e che qualcuno spiegava loro cosa era accaduto lì, nella loro terra (ciò vale anche per i professori). Dopo la visita ci siamo uniti alla parrocchia per celebrare l’eucaristia, al termine della quale, siamo andati all’Azione Cattolica di Betlemme, per condividere i nostri panini, le patatine e non solo; infatti abbiamo dovuto rispondere a una infinità di domande, tipo su come era Gesù, se noi frati lo avevamo visto qualche volta nella 139 Grotta, perché Gesù amava i frati, se San Francesco e Gesù erano amici… Insieme abbiamo anche cantato, giocato, insomma ci siamo divertiti. Nel pomeriggio per finire il nostro programma, siamo andati alla Grotta del Latte per conoscere questo santuario, le cui origini sono legate alla santa Famiglia, e lì abbiamo salutato il Bambino Gesù, Maria e Giuseppe che partivano per l’Egitto. Oramai, i bambini celebreranno il Natale sapendo dove fu, e come fu quel meraviglioso evento. Per noi frati è stata una bella esperienza. Abbiamo potuto realizzare un lavoro pastorale programmato con il Centro Catechetico Patriarcale, col quale abbiamo insegnato ai nostri piccoli, con la nostra esperienza di guida dei pellegrini e custodi dei Luoghi Santi, un cammino per riscoprire i misteri dell’Incarnazione di Cristo, proprio nella loro terra. Inoltre, queste uscite, sono state un modo per rispondere all’iniziativa nata nel Capitolo Regionale per i frati della Giudea dell’aprile scorso, nel quale si proponeva di incrementare l’avvicinamento della popolazione locale ai Luoghi Santi. La Madonna di Guadalupe festeggiata a Gerusalemme Sabato 13 dicembre. Alle 15.30, la chiesa conventuale di San Salvatore a Gerusalemme è stata allietata da canti latinoamericani in onore della Vergine di Guadalupe. Con un giorno di ritardo sul calendario liturgico, la chiesa di Gerusalemme ha infatti solennizzato la memoria della Madonna con una Santa Messa presieduta dal Patriarca latino Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal. Il 12 dicembre 1531 la Vergine Maria apparve per l’ultima volta al santo indio Juan Diego (la cui memoria cade il 9 dicembre, primo giorno delle apparizioni) e impresse miracolosamente la sua immagine sulla tilma, cioè il povero mantello, che Juan Diego indossava. Ancora oggi il santuario della Madonna a Città del Messico conserva questa preziosissima immagine, unico autoritratto autentico di Maria che possediamo. Sua Beatitudine il Patriarca Twal nella sua omelia ha ricordato come il continente americano sia un continente mariano. Ha definito la miracolosa immagine impressa sul manto di Juan Diego come la Santa Sindone d’America e ha sottolineato il messaggio che proviene dall’apparizione: un invito a non temere mai, nonostante ogni situazione difficile, perché la Madonna è con noi, il Signore è con noi, e questa gioia non può esserci tolta. Alla celebrazione erano presenti, oltre a fedeli del continente americano e delle isole Filippine, che onorano la Vergine di Guadalupe come loro speciale Patrona celeste, molti fedeli della locale Chiesa gerosolimitana e tanti religiosi e religiose, devoti della Madonna. Per onorare degnamente la Vergine Maria non poteva mancare dopo la cerimonia religiosa una festa con piatti tipici della tradizione latinoamericana. AC 140 Il Custode ha aiutato Babbo Natale a Betlemme 21 dicembre. Tra qualche giorno si celebreranno a Betlemme le solennità cristiane della festa di Natale. Con un po’ d’anticipo, il Custode è andato a festeggiare gli inizi del tempo di Natale nella semplicità familiare della Casa del Fanciullo. La Casa del Fanciullo è un’opera sociale della Custodia che accoglie ragazzi esclusivamente maschi - provenienti da famiglie disagiate. In questo suo secondo anno di vita, la Casa ha già raggiunto i suoi limiti di accoglienza. Dall’inizio dell’anno scolastico, sono 30 i ragazzi, di cui 16 alloggiati. Dai 6 ai 18 anni. E in questo giorno sono tutti presenti, accompagnati da qualche membro delle loro famiglie, per vivere la messa dell’ultima domenica d’Avvento. È il Custode di Terra Santa che presiede la celebrazione, accompagnato da fra Peter Vasko della Fondazione Francescana per la Terra Santa, che cofinanzia la Casa, insieme all’ONG francescana italiana Associazione Terra Santa, e da fra Marwan. Commentando i testi della liturgia del giorno, domanda: Di dove è il re Davide?. I ragazzi, intimiditi, esitano. Allora? Di dove è il re Davide?… e iniziano ad alzarsi cori, in un gioioso disordine: di Betlemme! E che cos’ha fatto Davide? Ha costruito la sua casa. E poi? Una chiesa! Ecco una risposta del tutto cattolica!! Il Custode sorride, così come l’assemblea. Ha costruito una casa per Dio, un tempio. E Dio era d’accordo? Siiiiii Davvero??? Silenzio… uno dei più svegli capisce che forse era meglio rispondere No. I ragazzi ascoltano più attenti che possono il Custode, che continua spiegando loro che quando il Signore l’ha ritenuto, si è scelto lui stesso una dimora, facendo nascere Gesù grazie al Si di Maria, e che se anche noi diciamo Si al Signore, allora, grazie a noi, Gesù continuerà a nascere nel mondo. La messa prosegue, animata dai canti dei bambini stessi, un piccolo coro in cui le voci non sono tutte pienamente intonate, ma sono tuttavia unanimi nella gioia e nel trasporto. Al termine della messa, una bibita e un dolce riunisce tutti quanti nell’amicizia, e nell’attesa di Santa Claus, Babbo Natale. Che alla fine arriva, portando la magia e tanti regali. Il Padre Custode e fra Peter lo aiutano nel suo lavoro, e i bambini sono confusi e contenti di essere così coccolati. Qui regna un’atmosfera positiva dice il Custode. Fra Marwan, dal canto suo, esulta 141 circondato dai suoi ragazzi. Direttore della scuola della Custodia al mattino fino alle prime ore del pomeriggio, e della Casa il pomeriggio e la sera, le giornate si sono ancora un po’ allungate quest’anno. Prima mettevo i ragazzi a letto verso le 20.30, e nel giro di 10 minuti dormivano tutti. Quest’anno, le mie serate continuano in un tempo di condivisione con un ragazzo di 18 anni. Non era previsto di accogliere un giovane della sua età. Ma è stato il suo migliore amico che è venuto a parlarmi, poi i suoi genitori. Alla fine, il ragazzo stesso è venuto a chiedermi aiuto. Era tentato da tutte le cattive strade che si aprono molto facilmente alla sua età. Tentato, e forse qualcosa di più. Gli ci voleva una struttura che lo tenesse lontano. Il suo migliore amico è venuto a vivere qui la prima settimana con lui, per aiutarlo e sostenerlo nella sua volontà di riprendersi. Oggi, è pienamente coinvolto nella vita della Casa, aiuta molto gli educatori e i bambini. È il fratello grande. Abita qui da 3 mesi. Il distacco da ciò che rischiava di alienarlo è avvenuto. Gli resta ancora di prendere coscienza delle sue responsabilità, a cominciare da quella di impegnarsi negli studi. Affronterà la maturità quest’anno. Ma io ho buone speranze, è un bravo ragazzo. La Casa del Fanciullo è certamente una goccia nell’oceano dei bisogni di Betlemme, ma essa risponde alla sete di questi bambini. Ed è proprio questo che le dà valore, agli occhi della Custodia. MAB Il Patriarca di Gerusalemme, Mons. la visita del Papa in Terra Santa Fouad Twal, conferma 23 dicembre. In occasione della conferenza stampa che si è tenuta al patriarcato latino, Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal ha confermato la visita del Santo Padre Benedetto XVI in Terra Santa nel maggio prossimo, senza tuttavia precisarne le date. Nel suo messaggio di Natale, il Patriarca, rivolgendosi a tutti gli abitanti della Terra Santa che sono in Giordania, Palestina e Israele: cristiani locali, ebrei, musulmani, drusi, pellegrini, e tutti gli amici della Terra Santa, ha esordito con un messaggio di speranza, cui ha subito aggiunto: questo ottimismo, però, non ci fa dimenticare l’instabilità, la mancanza di prospettive chiare per l’avvenire, la mancanza di sicurezza. Ha quindi lanciato un vibrante appello per Gerusalemme: La Città Santa soffre per gli insediamenti illegali, e per l’emorragia di emigrazione dei suoi figli cristiani verso l’estero, a causa della mancanza di pace e del deterioramento della situazione politica. Tutto ciò non fa altro che suscitare in noi una forte apprensione per il futuro delle nostre comunità cristiane e per le loro condizioni. E, costatando che la gravità della situazione non tocca soltanto Gerusalemme, ha aggiunto: abbiamo, invece, un estremo bisogno di tranquillità, serenità, fiducia reciproca e collaborazione. 142 Dopo questo appello, il Patriarca ha proseguito: La seconda tragedia, davanti alla quale non possiamo rimanere in silenzio, è quella dell’Iraq. Il messaggio si è concluso poi con una preghiera: O Bambino della Grotta […], fa della tua patria una terra di benedizione e di prosperità, una terra d’incontro tra i fedeli di tutte le religioni. Nessuna nazione alzi più la spada contro un’altra nazione. Il tuo Natale sia la nascita di un’era nuova, ricca di pace, stabilità e sicurezza. Amen! Il Patriarca, in seguito, ha risposto alle domande dei giornalisti Avendo evocato a più riprese, nel suo messaggio, la questione dell’emigrazione dei cristiani, il Patriarca, alla domanda dei giornalisti, ha precisato: Noi ci rimettiamo direttamente al Vangelo, che ci chiede di essere, malgrado l’esilità dei numeri, il sale della Terra. Noi l’accettiamo, e faremo del nostro meglio per rinfocolare la speranza e l’amore, presso i nostri cristiani, così che restino. È necessario ridare loro fiducia, anche in loro stessi. È necessario che comprendano che la loro presenza qui è una missione. E come ogni missione, ogni vocazione, comporta dei sacrifici. Il Signore ci ha detto: Chi vuole seguire me, prenda la sua croce e mi segua. Quindi noi cristiani dobbiamo accettare il sacrificio di restare in questo luogo, malgrado le difficoltà che incontriamo. Com’è la situazione a Betlemme? Non è diversa da quella di Gerusalemme, noi soffriamo allo stesso modo. Ci auguriamo che l’anno nuovo sia nuovo in tutti i sensi: che porti più speranza, più gioia, più contatti, più dialogo, più giustizia e unità. Speriamo che questa visita del Santo Padre ci aiuti, ci incoraggi, e incoraggi tutti quanti. Dobbiamo avere più fiducia gli uni negli altri, e compiere atti coraggiosi per la pace e la giustizia. E Gaza, siete preoccupati per la situazione dei cristiani? A preoccuparmi è la sorte di tutta la popolazione di Gaza, non soltanto quella dei cristiani. Questi ultimi fanno parte integrante della popolazione, soffrono delle stesse difficoltà e se si avesse qualcosa di positivo, questo sarebbe per tutta la popolazione, compresi i cristiani. Questo blocco è ingiusto? Se voi pensate a tutte le sofferenze, certo che è ingiusto! E non penso che sia una soluzione, anzi, non fa che aumentare il risentimento, la disperazione. È una fabbrica di terroristi, non è il rimedio. Lei ha fatto un appello affinché si compiano gesti coraggiosi per la pace… Certo: che si aboliscano tutti i check point, che si abbatta questo muro. Abbiamo bisogno di dialogo, di ponti tra di noi, non di separazioni, di chiusure, di muri! Riguardo la visita del Santo Padre, ha poi precisato che essa è stata decisa in seguito all’invito in primo luogo dei vescovi cattolici della Terra Santa, e poi di quello 143 delle autorità civili coinvolte, Giordania, Israele e Palestina. I giornalisti lo hanno interrogato su eventuali condizioni preliminari che questa visita esige, e che non saranno assolte, come la firma di un accordo tra Israele e Vaticano, le condizioni di ottenimento del visto per i religiosi, ecc. Il Patriarca, senza negare l’importanza di questi punti, ha risposto: Non abbiamo fatto uno scambio. Ogni visita del Papa è una visita pastorale, ma il Papa è anche un capo di Stato, e noi speriamo che la sua visita possa far avanzare le natura delle relazioni tra tutti noi, e che essa porti a delle risoluzioni. È noto che la commissione per gli accordi si riunirà quattro volte, da qui alla fine di marzo, avendo poi un incontro generale nel mese di Aprile. C’è qualcosa che potrà mettere in causa questa visita? No. Il Santo Padre vuol venire, verrà, non abbiate paura. Avete intenzione di metterlo al corrente della situazione? Lui sa già tutto di ciò che noi viviamo. Non farà altro che constatarlo con i propri occhi. Marie-Armelle Beaulieu Le celebrazioni di Natale sono iniziate con l’entrata solenne del Patriarca Fouad Twal a Betlemme 24 dicembre. Le immagini della notte di Natale a Betlemme faranno il giro del mondo. La messa di mezzanotte, celebrata qui, simbolizza di per sé la festa della Natività. Ecco perciò che gli occhi, e ancor più i cuori, dei cristiani del mondo intero sono rivolti verso la città; e la gioia del Natale non ha aspettato il cuore della notte per far vibrare le strade dell’antica città di Davide. Alle 9 del mattino le fanfare degli scouts sfilano già per la città, i giornalisti vagano alla ricerca di testimonianze e di fotografie, i tecnici televisivi sono indaffarati, i francescani della Custodia di Terra Santa si adoperano per fare gli ultimi preparativi nella chiesa di Santa Caterina. È il raccoglimento dei pellegrini che continuamente si accostano alla grotta, che dà alla giornata la sua intensità di preghiera. Tra di essi, un’albanese, Isabella, che non ha trovato una stanza in hotel, ed ha così dormito accolta nell’atrio di Casa Nova. Dopo la veglia, prega in chiesa e questa mattina la troviamo ancora inginocchiata. Non sa trovare le parole in italiano per esprimere la sua gioia interiore, ma è raggiante di pace. Grazie alla sua fede, è riuscita a ottenere il lasciapassare con il quale potrà partecipare alla messa pontificale, e prevede di continuare con le messe dell’aurora, celebrate nella Grotta. La piazza della Mangiatoia è gremita di gente già da dopo mezzogiorno, quando il Patriarca Fouad Twal, preceduto dagli scouts e da un imponente corteo di automobili, vi arriva alle ore 15. Il corteo, partito due ore e mezzo prima da Gerusalemme, ha 144 percorso la strada a passo d’uomo, dopo il monastero di Sant’Elia, che segna l’inizio dell’abitato di Betlemme, passando per la tomba di Rachele, e percorrendo l’antico cammino dei Patriarchi. Quest’anno, la folla degli scout ha provocato un ritardo. Si sono messi in moto al solito orario, iniziando dall’Azione cattolica: erano tuttavia 25 i gruppi, venuti dalla Cisgiordania e da Giaffa, che hanno sfilato nelle strade strette della Città Vecchia di Betlemme. L’automobile del Patriarca è bloccata nel cuore di Betlemme con le 200 automobili del corteo che la precedono. Sulla piazza, i seminaristi del Patriarcato latino e i francescani aspettano pazientemente nel vento fresco e sotto il sole. Quando il Patriarca arriva finalmente sullo spiazzo della chiesa, è accolto dal parroco di Betlemme, fra Samuel Fahim, dal sindaco, il dottor Victor Batarseh, dalle autorità civili e militari, mentre davanti alla porta dell’Umiltà, sarà fra Jerzy Kraj a presiedere la liturgia dell’accoglienza. I vespri celebrati nella chiesa di Santa Caterina sono immediatamente seguiti dalla processione in Grotta. Sono le ore 17, la folla di disperde. Il sole tramonta. Betlemme si offre una piccola tregua prima di animarsi di nuovo quando il Presidente dell’Autonomia Palestinese, Mahmoud Abbas, si presenterà in Città per condividere la cena della comunità francescana. Le porte della basilica sono chiuse dalle ore 17.15, riapriranno alle ore 22 per la grande notte del Natale. MAB È Natale a Betlemme, qui e ora 25 dicembre. È quasi mezzanotte quando padre Georges Daaboud, del Patriarcato latino, annuncia solennemente la grande notizia, cantando: Quando in tutto il mondo regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua venuta, essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce qui in Betlemme di Giudea dalla Vergine Maria, fatto uomo: Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la natura umana. Allora fra John Bomah ofm solleva il velo che copriva la parte anteriore dell’altare. Posato su un grande evangelario, con intorno le parole E il verbo si è fatto carne, Gesù Bambino troneggia nella sua umiltà. Sua Beatitudine il Patriarca mons. Fouad Twal, s’inginocchia davanti al divin Bambino, le campane di ogni chiesa risuonano, la Gloria di Dio riecheggia. È Natale a Betlemme. Sono migliaia a essere accorsi qui per vivere quest’istante. C’è chi partecipa alla messa solenne della chiesa di Santa Caterina trasmessa per televisione. Ci sono poi 145 quelli che vengono ai campi dei Pastori a Beit Sahour, nella grotta della Natività, all’altare del Presepe, quello di san Giuseppe o di san Gerolamo. Tutta la notte, in queste due città, le messe si sono susseguite senza pause. E questo avverrà anche domani. Mentre il Patriarca celebra per i fedeli della parrocchia una messa in arabo, i pellegrini vanno e vengono nella chiesa della Natività e alla Grotta per raccogliersi in preghiera. È Natale a Betlemme, qui e ora. Nella sua omelia, il Patriarca ricorda l’importanza di questa notte: In questa notte, il Cristo divide la storia in due: d’ora in poi c’é un prima di Lui e un dopo di Lui. Quel che era impossibile prima di Lui diviene possibile. Questa Notte benedetta che ha cambiato il corso della storia, la celebriamo oggi, il cuore colmo di gioia. Noi che siamo venuti da paesi diversi, da vicino e da lontano, come i pastori, stiamo questa notte attorno al Bambino della Grotta per adorarlo e ringraziarlo di avere illuminato con la sua Incarnazione la nostra storia umana. Diamo il benvenuto a questo divin Bambino! Benvenuto al messaggio di Natale, alla gioia di Natale e ai regali di Natale che riportano il sorriso sui volti dei piccoli e dei grandi. Questo nuovo Bambino è il frutto dell’amore dell’Eterno Padre per il genere umano, amore che vuole per noi più di quanto vogliamo per noi stessi: la pace, che abbiamo perduto e che ci eravamo rassegnati di aver perduto; l’ amore reciproco, che non esiste più, al punto che è scomparso dal nostro vocabolario; il rispetto e la dignità, che sono stati troppo spesso derisi dai cattivi comportamenti, gli insulti e il sangue. Si, benvenuto a questo Bambino che ci ricorda l’infanzia, la dolcezza e la tenerezza, in un mondo che ama la crudeltà, disprezza la debolezza e la paura, e prova piacere a odiare e a mancare di rispetto. (…) Betlemme, città di pace, dell’amore divino e della riconciliazione. Colui che ha potuto guarire i malati e risuscitare i morti è anche capace di riunire i popoli nella pace e nella sicurezza. Colui che ha insegnato l’amore, la giustizia e l’uguaglianza, è capace di fare della povera grotta una scuola di riconciliazione, dove i dirigenti e i responsabili dei destini dei popoli sono istruiti sul senso del bene, della giustizia e della stabilità. (…) In questa notte benedetta, lanciamo alle nazioni, agli individui e alle famiglie un appello al perdono. E che Dio, che perdona i nostri peccati, ci dia il coraggio, la forza e l’amore di perdonare coloro che ci hanno offeso. La Pace sia su Betlemme e su tutti gli abitanti della Terra Santa. La Pace sia su tutti i pellegrini e i visitatori. La Pace sia su tutti coloro che cercano la pace. Gli occhi del mondo intero sono rivolti verso Betlemme, e il cuore di Betlemme si dona al mondo intero. È Natale a Betlemme, qui e ora. Buon Natale a tutti! MAB 146 Giaffa: I Natale ragazzi della scuola secondaria festeggiano il Come i ragazzi musulmani aspettano la festa di fine Ramadan, i nostri attendono le festività Natalizie! I ragazzi sono contenti dei momenti di gioia, che vengono a distendere la tensione scolastica e disciplinare. Le feste offrono il momento per fraternizzare: gli studenti fra di loro, ma anche tra i maestri, e tra questi e gli allievi. Nella nostra scuola abbiamo allievi musulmani e cristiani di tutte le confessioni, anche il corpo insegnante è misto, costituito cioè da cristiani occidentali ed orientali, da musulmani ed anche da maestri ebrei. Abbiamo quindi tutti insieme festeggiato il Natale. I ragazzi hanno portato dalle loro case cibo a sufficienza dalle loro case per poter condividere una cenetta insieme, dopo avere - nella mattinata - addobbato la sala della scuola con decorazioni natalizie e con l’immancabile albero di Natale. Dopo la parola di benvenuto di fra Arturo - direttore della scuola - e una preghiera al Signore, la festa si è svolta allietata dalla musica eseguita dagli stessi allievi. Si sono tenute gare di cultura universale, indovinelli, giochi con la macchina della verità; per finire con l’estrazione di numeri fortunati che davano diritto a piccoli doni. Ma il momento più atteso è stato… il ballo, fino alle ore 10.00 di sera. È questa una testimonianza di fiducia che i genitori ripongano nella direzione scuola, perché è molto difficile che qui a Giaffa i ragazzi possano divertirsi ballando senza la presenza dei genitori. La gioia dei ragazzi è stata immensa. Si sono proprio scatenati. Alla festa hanno partecipato tutti i ragazzi e tutto il corpo insegnante, dando così un ottimo segnale di appartenenza alla scuola. È stata una vera festa di famiglia. Pur nella diversità ci siamo sentiti tutti uniti perchè animati dalla carità e dallo spirito di servizio. Così come scaturisce dall’insegnamento di San Francesco. Nella situazione politica così delicata di oggi è importantissimo conservare queste nostre scuole, isole di vera convivenza ed amicizia dove ognuno rispetta l’altro come fratello, offrendo un bell’esempio nella società in cui viviamo. Alla fine, come nota educativa da mettere in risalto, gli allievi bravi e responsabili hanno ripulito il salone, lasciandolo pulito così come l’avevano ricevuto. fra Arturo Vasaturo ofm Festa di martirio Santo Stefano: pellegrinaggio al luogo del suo 26 dicembre. Sul luogo della morte di Santo Stefano, nel giorno della sua festa, numerosi francescani e fedeli si sono riuniti per commemorare la lapidazione del primo martire della Chiesa. 147 Il luogo si trova al livello inferiore rispetto alle mura di Gerusalemme, nel convento ortodosso di Santo Stefano. Dopo la lettura degli Atti degli Apostoli relativa alla predicazione che valse la lapidazione al martire, fra Eugenio Alliata, dello Studium Biblicum, invitando a ammirare e imitare santo Stefano, ha spiegato anche le diverse tradizioni che circondano la festa. Il martirologio romano celebra Santo Stefano come un uomo di fede pervaso di Spirito Santo, primo di sette diaconi, e primo anche ad aver versato il suo sangue a Gerusalemme. Il calendario armeno, più antico, menziona la data del 26 dicembre come quella della sua festa. Un altro calendario di Gerusalemme, invece, chiamato il grande lezionario agiopolita, del VIII secolo, presenta per il 27 dicembre le letture associate alla festa: la lettura degli Atti ma anche quella del vangelo di San Giovanni Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. (Gv 12, 24-25) Dopo un tempo di raccoglimento, l’assemblea si è poi ritrovata al convento del Getsemani, poco distante, per salutarsi attorno a una bevanda calda. MAB Ordinazioni diaconali a San Salvatore 27 dicembre. Nella continuità delle celebrazioni di Natale, i francescani della Custodia e i membri della comunità cattolica di lingua ebraica si sono ritrovati, sabato 27 dicembre, per l’ordinazione diaconale di fra Alessandro Coniglio ofm (francescano italiano della Custodia di Terra Santa) e Roman Kaminski (polacco ordinato per il vicariato cattolico di lingua ebraica). Sua Beatitudine il Patriarca Fouad Twal ha presieduto la celebrazione, accompagnato da mons. Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare per Israele, e dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, così come da una cinquantina di preti, davanti ad un’assemblea numerosa. In questa giornata drammatica per gli avvenimenti di Gaza, arabi ed ebrei, cristiani e stranieri residenti a Gerusalemme, hanno pregato insieme. Nella sua omelia, Sua Beatitudine il Patriarca, rivolgendosi specialmente ai due futuri diaconi, ha detto: Non abbiate paura! Mettetevi al servizio della Parola di colui che vi ha chiamato. Non è possibile né seguirlo né vivere su questa Terra senza portare la sua croce. Ma non abbiate paura, Lui è con voi come ha annunciato. Al termine dell’omelia, l’ordinazione, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria; quindi i diaconi, aiutati dai loro confratelli, hanno indossato i paramenti sacri. Roman è stato aiutato da fra Apolinary Szwed, francescano e parroco 148 della parrocchia di lingua ebraica di Gerusalemme, mentre ad aiutare Alessandro hanno provveduto fra Guillermo e fra José, ordinati diaconi nel giugno scorso. I due nuovi diaconi, che fino a quel momento erano stati in mezzo ai fedeli, hanno quindi preso il loro posto all’altare, dove hanno servito messa. Dopo la celebrazione, tutti sono stati invitati a felicitarsi con i nuovi diaconi, durante il rinfresco preparato nel salone dell’Immacolata. MAB 149 Fra Michele Piccirillo ofm in memoriam Necrologio ufficiale del decesso Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nella terra di Moab, secondo l’ordine del Signore Deut 34,5 Padre Michele Piccirillo Frate Minore, Archeologo, Docente dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme Casanova di Carinola, 18 ottobre 2000 † Livorno 26 ottobre 2008 La Custodia di Terra Santa e la Famiglia Piccirillo annunciano che nelle prime ore della notte di domenica 26 ottobre Sorella Morte ha accompagnato alla Casa del Padre Fra Michele Piccirillo, Frate Minore di Terra Santa. I confratelli, riconoscenti per la sua infaticabile attività di professore e archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, lodano e ringraziano il Signore per il dono di questo loro amatissimo confratello, e pregano perché il Cristo Risorto gli conceda la luce e la pace nella comunione eterna con il Padre. La liturgia esequiale verrà celebrata nella Basilica di Sant’Antonio di Padova in Roma, via Merulana 124, mercoledì 29 ottobre alle ore 10.30. Martedì 28 ottobre verrà allestita la camera ardente presso la Delegazione di Terra Santa in Via Matteo Boiardo 16 a Roma. Lettere di condoglianze Da Sua Maestà Abdullah II, ibn El Hussein, Re di Giordania Amman 1st Thou elQida 1429 H. 29 October 2008 Your beatitude Patriarch Fouad Twal Latin Patriarch of Jerusalem Most Reverend Fr. Pierbattista Pizzaballa Custos of the Holy Land --------------------------------------------Mercy blessing and peace of God be with you, We have received with sorrow and sadness the news of the passing away of Fr. Michele Piccirillo, who had passed to the mercy of the Lord last Sunday, after a life lived doing good generously and projecting principles of forgiveness. 150 We have known the deceased personally and have learned of his piercing insights as well as his constant attention to incarnate noble human beliefs of the Catholic Church. We assure you of the great respect the Jordanian people have to Fr. Piccirillo as a specialized archeologist, and we value the great contributions he has given over a course of forty years in discovering Christian holy sites in Jordan and Palestine. We recall his gracious services and his constant interaction with the Jordanian society. Fr. Piccirillo’s positive contributions will continue to inspire forgiveness and fraternal dialogue between Muslims and Christians. He planted the virtues of love between the two religions as they became more united and a point of respect and appreciation. Her Majesty queen Rania El-Abdullah shares my expressions of heartiest condolences and sympathy to you and the family of the great deceased for this painful loss. We ask God to rest him in peace and grant you all patience and tolerance. We come from God and return to God Abdullah the second, ibn El Hussein, King of the Hashemite Kingdom of Jordan. Dal Presidente emerito della Repubblica italiana, Senatore Carlo Azeglio Ciampi La notizia della scomparsa di fra Michele Piccirillo mi ha profondamente addolorato. avevo già avuto modo di conoscere la sua attività di archeologo, attraverso i libri da lui scritti. successivamente, incontrandolo, ho potuto sperimentare di persona la grande energia e la disponibilità sincera e totale che caratterizzavano l’uomo, il sacerdote, lo studioso, l’archeologo. conservo il ricordo di quando, nell’ottobre del 1999, fece da guida a me e a mia moglie nella visita ai luoghi santi di gerusalemme e di quando ci accolse, un anno dopo, nella missione francese di monte nebo il luogo da lui preferito per la riflessione, la preghiera e i suoi studi. egli lascia all’italia, dove era nato e dove ha vissuto gli ultimi mesi di sofferenza, un nobile esempio di spiritualità e di levatura morale. in quest’ora di profonda tristezza ed emozione desidero manifestare ai congiunti di fra michele, alla custodia di terrasanta e all’ordine dei francescani l’espressione del mio cordoglio e della mia vicinanza Carlo Azeglio Ciampi Presidente emerito della Repubblica senatore Carlo Azeglio Ciampi Senato della Repubblica 00186 roma senato 151 Dal Presidente della Camera italiana dei Deputati Con profonda commozione ho appreso la notizia della scomparsa di padre Michele Piccirillo, straordinario archeologo della custodia francescana di terra santa e noto biblista. Giunto a gerusalemme in giovanissima età in qualità di novizio francescano, la sua figura rimane indissolubilmente legata agli inestimabili scavi sul monte nebo ed al suo alto impegno a difesa della memoria e dell’identità cristiana. A nome mio personale e di tutta la camera dei deputati, desidero esprimerle, reverendo padre, i sentimenti del cordoglio più profondo, pregandola di volerli estendere alla comunità cristiana della Terra Santa, che con la scomparsa di padre piccirillo perde una delle sue voci più autorevoli ed importanti gianfranco fini Segreteria del Presidente della Camera dei Deputati 00186 roma Dalla Segreteria di Stato Vaticana Segreteria di Stato - affari generali prima sezione Reverendo padre José Rodríguez Carballo Ministro Generale Ordine Frati Minori via santa Maria Mediatrice 25 00165 roma Informato notizia dipartita padre michele piccirillo sommo pontefice desidera esprimere at confratelli familiari et amici profonda partecipazione at dolore per scomparsa benemerito religioso francescano conosciuto in tutto il mondo per apprezzata et competente attività di archeologo volta at riscoperta studio et illustrazione importanti segmenti radici civiltà cristiana culturalmente significativi anche per popolazione non cristiana. nel ricordare intensa et feconda opera at servizio chiesa et terra santa di così appassionato studioso bibbia et zelante San Francesco Sua Santità ne affida anima eletta at divina bontà et di cuore invia at quanti piangono sua morte confortatri,ce benedizione apostolica figlio di Cardinale Tarcisio Bertone Segretario di Stato di Sua Santità 152 Dal Delegato apostolico in Gerusalemme, Mons. Antonio Franco Gerusalemme, 29 ottobre 2008 Caro Padre Custode, È con grande pena che le scrivo per presentare a lei ed alla Custodia di Terra Santa le mie più vive condoglianze per la scomparsa del caro Padre Michele Piccirillo. Lei si ricorderà che durante la sua recente visita in delegazione Apostolica le avevo chiesto notizie del Padre Michele e tutto sembrava andare meglio, secondo le notizie ricevute dai dottori. Invece la dipartita è stata fulminea. Il decesso del compianto Padre Michele è una grande perdita, non solo per la Custodia di Terra Santa e per lo Studio Biblico Francescano, ma per tutta la Chiesa di Terra Santa. Egli si congiunge ora ad uno stuolo di altri illustri Padri Francescani che, come lui, hanno dato prestigio alla Custodia ed alla Chiesa con lo studio delle scienze bibliche in generale, e dell’archeologia e della storia del Cristianesimo in particolare. Il suo contributo di studioso e di archeologo che ha riportato alla luce testimonianze splendide sulla storia del cristianesimo in Terra Santa e particolarmente in Giordania, gli hanno guadagnato una fama internazionale ed una alta stima negli ambienti accademici e scientifici. Oggi, mentre rimpiangiamo il caro Padre Michele, e preghiamo per il riposo eterno, chiediamo anche al Signore che non tardi ad inviare alla Custodia altri religiosi zelanti che possano prenderne il posto. La prego di partecipare il mio dolore e le mie vive condoglianze a tutti i membri della Custodia di Terra Santa e di assicurarli del mio ricordo al Signore. Con fraterni saluti in Cristo. + Antonio Franco Nunzio e Delegato Apostolico Dal Nunzio apostolico in Giordania, Mons. Francis Chullikatt Baghdad, 27 ottobre 2008 Reverendissimo Padre, Con molta tristezza ho appreso la notizia della morte di p. Michele Piccirillo ofm, al seguito della grave malattia che l’aveva colpito. Mi associo al lutto della Custodia di Terra Santa per la perdita di un Frate che, non solo con le sue alte qualità accademiche, ha onorato la Famiglia Francescana e servito con dedizione appassionata i Luoghi di Gesù. La sua presenza ed il suo ministero sacerdotale in Giordania, presso il Convento del Monte Nebo, ha lasciato in molti il ricordo della giovialità, dell’acutezza di spirito e di una calda ed accogliente ospitalità, di cui anch’io ho potuto godere. 153 Il Signore non mancherà di trarre buoni frutti anche dalle sofferenze che negli ultimi mesi p. Michele ha sopportato, accogliendolo nella Sua casa ed accordando la benedizione del conforto a quanti qui in terra sono addolorati per l’assenza di un caro fratello. Con sentimenti di distinta stima mi confermo, della Paternità Vostra Reverendissima devotissimo + Francis Chullikatt Dal Ministro Generale, fra José Rodríguez Carballo ofm Roma, 26 ottobre 2008 Carissimo fra Pierbattista, Custode, il Signore ti dia Pace! Desidero esprimere a te, a tutti i Frati della Custodia, ai parenti e agli amici di fra Michele Piccirillo la mia vicinanza in questo momento di dolore e assicurarvi la mia preghiera e quella di tutto l’Ordine, perché il Signore lo accolga nella pace e nella gioia senza fine. Insieme a questa supplica sale spontaneo dal cuore anche il grazie al Signore per averci fatto dono di un tale Fratello e maestro. Vero figlio della Custodia di Terra Santa, amò fino in fondo la martoriata terra, in cui ancora oggi le pietre sono testimonianza viva della Parola di Dio donata all’umanità. Con la sua ricerca sul campo ci ha aiutati a riscoprire le origini cristiane di queste terre, come testimoniano i numerosi scavi da lui diretti e, in particolare, quelli sul monte Nebo e in terra di Giordania. Ho avuto la fortuna di avere fra Michele come professore nella Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia dello Studio Biblico di Gerusalemme, dove per lunghi anni trasmise la sua passione per la Sacra Scrittura, l’archeologia e la vita francescana a intere generazioni di studenti. Svolse sempre il suo lavoro considerandolo una grazia e i risultati delle sue ricerche superarono gli angusti confini di Gerusalemme e della Terra Santa, venendo apprezzati in tutto il mondo per l’apporto scientifico che ogni volta portavano. Da vero figlio di san Francesco si impegnava sempre per far diventare realtà i suoi grandi sogni e noi, che lo abbiamo conosciuto, sappiamo che quello più grande era di trasformare il monte Nebo, a lui così caro, da un arido cumulo di rovine in una verde oasi di pace. Vogliamo ricordarlo così, mentre ancora lavora a questi scavi e volge il suo sguardo sul panorama della Terra Promessa, in cui ora vive per l’eternità. fra José Rodríguez Carballo ofm Ministro Generale 154 Dal Patriarca greco di Gerusalemme, S.B. Mons. Theophilos III Jerusalem Monday, November 03, 2008 No. 1109 Most Rev. Fr. Pierbattista Pizzaballa ofm Custos of the Holy Land of the Order of Franciscans Jerusalem --------------------------------Most Rev. Fr. Pierbattista, Please accept Our deepest condolences on the passing away of the Most Rev. Fr. Piccirillo. Knowing Fr. Piccirillo personally not only as a friend but as an academic in his field, We truly believe his presence and his work will be remembered throughout the centuries. His love and devotion for the Holy Land was felt by all who had the honour of being associated with him, whether on a personal level or as colleagues promoting what Palestinians (regardless of religion) had to offer to the Holy Land. His books gave a great insight into the history of Christianity in the Holy Land through the eyes not only of a Christian but throughout the eyes of an archaeologist. Thanking you for kindly sending to Us his last publication La Nuova Gerusalemme, We pray for the rest of his soul in Our Lord Jesus Christ. With brotherly love in Christ, + Theophilos III Patriarch of Jerusalem Dal Patriarca latino di Gerusalemme, S.B. Mons. Fouad Twal Gerusalemme, 27 ottobre 2008 Prot. N (1) 1719 / 08 Rev.mo Padre Pierbattista Pizzaballa, Con vivissimo dolore abbiamo appreso la notizia della morte di Padre Michele Piccirillo. La chiamata improvvisa del Signore ha lasciato profonda commozione in tutti noi. La personalità, il lavoro di archeologo e di scrittore di Padre Michele rimarranno vivi ed apprezzati in quanti lo hanno conosciuto a Gerusalemme, in tutta la Terra Santa e nel mondo della cultura. A nome dei Vescovi e del Clero del Patriarcato Latino, porgo le più sentite condoglianze a Lei, alla Famiglia Religiosa ed ai Famigliari di Padre Piccirillo. + Fouad Twal, Patriarca 155 Dal Patriarca latino emerito di Gerusalemme, S.B. Mons Michel Sabbah Washington, 26 Ottobre 2008 Qui a Washington, nel monastero dei Padri Francescani, ho saputo la notizia della morte del caro P. Piccirilo. Partecipo al vostro dolore per la sua partenza, per me inattesa, e alle vostre preghiere per il riposo della sua anima. P. Piccirillo ѐ stato un fedele servitore della Terra Santa, della Cristianità e dei Cristiani. A Gerusalemme e sul Monte Nebo e dovunque ha riscoperto le radici della fede in questa terra, egli sarà ricordato con gratitudine. Voglia gradire, Reverendissimo Padre, le mie sincere condoglianze con l’assicurazione delle mie preghiere. Requiescat in Pace. + Michel Sabbah Patriarca em Da Monsignor Rodolfo Cetoloni ofm, Vescovo di Montepulciano Domenica 26 ott. 2008 Caro Padre Custode, insieme a tanti pellegrini della mia Diocesi, a tanti sacerdoti e anche a nome di mons. Giovanetti di Fiesole, esprimo a te e a tutta la Custodia la nostra vicinanza e la nostra tristezza per la morte di Padre Michele Piccirillo. Per tanti di noi è stato fratello, amico, maestro. Specialmente questa parola maestro… nell’amore preciso, attivo, continuo a codesta Terra Santa. Ce l’ha fatta conoscere ed amare di più perché la faceva parlare della storia di Gesù e della Chiesa primitiva. Anch’io personalmente devo molto a lui, oltre l’amicizia sempre pronta e forte. Lo penso con i suoi cari Bagatti, Saller… e specialmente di fronte a quel Signore che ce lo ha donato e che egli ci fatto intuire e conoscere più profondamente. Questa sua scomparsa ci impegna tutti ancora di più verso codesta Terra e voi che la custodite con ogni amore e mezzo. Il Signore ci dia Pace! + Rodolfo Cetoloni ofm Vescovo Messaggio del sig. Giacomo Piccirillo per il trigesimo della morte di suo fratello Al Rev.mo Padre Custode di Terra Santa ai confratelli e a tutti i convenuti. Come voi siete riuniti nella Città Santa anche noi lo siamo a Casanova di Carinola, insieme al nostro amato Vescovo. Siamo tutti riuniti per lo stesso motivo: elevare preghiere al Signore per l’anima del nostro amato Padre Michele. È in momenti come questo che comprendiamo la nostra fortuna di essere cristiani. Pronunciando le stesse preghiere nella celebrazione della stessa funzione come ci 156 apprestiamo a fare, anche a migliaia di chilometri di distanza ci sentiamo insieme a voi e sentiamo allo stesso modo voi con noi. Che le nostre comuni preghiere aiutino l’anima di Padre Michele ad essere accolta alla presenza del Signore e da là continui ad amarci tutti come ha fatto in vita. Salvatore, Giacomo, Maria e famiglie. Le parole del funebre: Roma Padre Custode all’inizio della liturgia Cari fratelli, stiamo vivendo, con fede commossa e riconoscente, un evento dal profondo significato umano e cristiano. Affidiamo alla misericordiosa benevolenza di Dio il nostro caro fratello, padre Michele Piccirillo. In questi giorni la stampa e la televisione hanno evidenziato, giustamente, i suoi immensi meriti in campo scientifico e archeologico. Ma in questa sede preferisco sottolineare un altro aspetto, non meno vero, della sua esistenza. Pensando alla personalità prorompente e indomabile di padre Michele, mi balena in mente un episodio significativo della giovinezza di san Francesco. Sappiamo che il giovane mercante assisano, alla ricerca della volontà di Dio, era entrato nella chiesa fatiscente di San Damiano, condotto dalla misteriosa azione della grazia. Qui il crocifisso gli aveva parlato, indicandogli la sua missione evangelica: Va’ Francesco, e ripara la mia chiesa, che come vedi, va tutta in rovina. Tremante e stupefatto, il giovane aveva risposto: Lo farò volentieri, Signore! Da quel momento tutte le cose mondane persero valore ai suoi occhi, ed egli visse solo per amore del Signore crocifisso e della sua Chiesa. La Leggenda dei Tre Compagni, una delle più antiche narrazioni della vita di san Francesco, descrive l’impegno ardente con cui il giovane eseguì l’ordine divino: Francesco, rientrando in città, incominciò ad attraversare piazze e strade, elevando lodi al Signore con l’anima inebriata. Come finiva le lodi, si dava da fare per ottenere le pietre necessarie al restauro della chiesa. Diceva: “Chi mi dà una pietra, avrà una ricompensa; chi due pietre, due ricompense; chi tre pietre, altrettante ricompense!” (3Comp 21). E così, per tutta la sua vita, con passione ed umiltà, Francesco ha continuato a cercare pietre, per costruire la casa di Dio; non soltanto l’edificio materiale, ma la dimora spirituale, Corpo di Cristo e Madre dei Santi. In questo momento mi piace vedere così Padre Michele, impegnato a cercare pietre, come san Francesco, per costruire una casa di Gesù, dove tutti gli uomini potessero entrare e trovare la pace. 157 E quante pietre ha raccolto fra Michele, in tutta la sua vita! E con quanta fatica, dedizione e amore appassionato! E quante ricompense, ne sono sicuro, potrà adesso ricevere dal suo Signore! Pietre che sono servite a far conoscere Dio e la sua storia d’amore, pietre che hanno permesso di ricostruire i passaggi di Dio nei sentieri degli uomini… pietre vive di sapienza e di fede profonda. Padre Michele non ha percorso solo le piazze e le strade delle città, ma ha scalato aspre montagne, si è immerso nei deserti più infuocati, in una ricerca tenace e paziente, che non ha conosciuto soste o esitazioni. Un fuoco gli ardeva nel cuore, e lo spingeva verso missioni sempre più generose. La sua non è stata solo una ricerca accademica. Anche lui, come Francesco, si caricava di pietre elevando lodi al Signore con l’anima inebriata dalla preghiera e dalla fede. Sapeva bene, con profonda attitudine evangelica, di lavorare per la Chiesa, per un’opera più grande, fondata sulla roccia insostituibile che è Cristo. Come Custode di Terra Santa voglio benedire e ringraziare il Signore che ci ha dato questo fratello nella fede, questo maestro nella scienza, questo esempio di vita francescana. Preghiamo perché il suo esempio illumini il nostro cammino, nella gioiosa umiltà del servizio. Basilica di Sant’Antonio, Roma, 29 ottobre 2008 fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa. Omelia di fra Frédéric Manns al funerale: Roma Poi Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo, cima del Pisga, che è di fronte a Gerico. Il Signore gli mostrò tutto il paese: Gàlaad fino a Dan, tutto Nèftali, il paese di Efraim e di Manàsse, tutto il paese di Giuda fino al Mar Mediterraneo e il Negheb, il distretto della valle di Gerico, città delle palme, fino a Zoar. Il Signore gli disse: Questo è il paese per il quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: Io lo darò alla tua discendenza. Te l’ho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai! Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l’ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a BetPeor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. Mosè aveva centoventi anni quando morì; gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni; dopo, furono compiuti i giorni di pianto per il lutto di Mosè. Questo passaggio del libro del Deuteronomio Padre Michele lo ha meditato tante volte mentre lavorava al Monte Nebo in Giordania. La figura di Mosè gli era familiare a tal punto che ha marcato il suo carattere. La sua forza, il suo dinamismo, la sua fede somigliavano a quelle di Mosè. 158 Padre Michele quando si presentava ai giornalisti ripeteva volentieri: sono un padre francescano di Gerusalemme. Essere professore ed archeologo era per lui secondario. La sua vocazione era di essere un francescano a Gerusalemme. In questa definizione era contenuta la sua fede, la sua visione del mondo e la sua teologia. Sabato scorso il sinodo dei vescovi che trattava il tema della Bibbia finiva i suoi lavori. La notte tra sabato e domenica, Padre Piccirillo, che aveva finito da alcuni mesi il suo ultimo libro sulla Nova Gerusalemme partiva per la Gerusalemme celeste. Ho voluto ricordare questo legame tra il sinodo sulla Bibbia e la Pasqua di Padre Michele perché egli stesso era un innamorato della Bibbia. In una conferenza fatta a Torino nel 2004 egli scriveva: Esistono molti modi per accostarsi alla Bibbia e per ricavarne il messaggio; oggi vi parlerò di un modo tutto particolare: è quello di chi, come me, svolge la professione di geografo - archeologo. Secondo il punto di vista di chi si occupa di queste discipline, la Bibbia è un libro dell’antichità di cui si può dare una lettura materiale, che accantona per un momento il racconto e dà la priorità allo studio dei luoghi e dei fatti storici: la raccolta dei dati inerenti luoghi e fatti permetterà poi di intendere con maggiore esattezza il significato del testo biblico. Il testo biblico può essere studiato come storia della salvezza, ma anche come storia, e la storia per essere tale deve essere legata a un territorio e a tempi precisi. Certamente questa è la parte iniziale del discorso biblico, sul quale poi l’esegeta lavorerà per capire correttamente il testo. Il sinodo dei vescovi ha trattato lo stesso problema, quello delle diverse letture della Bibbia. C’è di più: Padre Michele era innamorato di Gerusalemme. Con il Salmista ripeteva: È mia madre, là sono nato. Nonostante le difficoltà politiche e le tensioni che esistono in quella parte del mondo che tutti voi conoscete, Padre Michele nel dialogo quotidiano faceva tutto quello che poteva per essere uno strumento di pace, come lo voleva San Francesco. Dialogo con i musulmani e dialogo con gli archeologi ebrei che conosceva e con i quali discuteva spesso. La vocazione di Gerusalemme è di fare di due popoli un solo popolo di figli di Dio. Essere figli di Dio significa rispettare l’altro, la sua cultura, le sue tradizioni. Essere figli di Dio significa ricordare che tutti saremo giudicati sull’amore concreto e quotidiano che avremo dimostrato. Dal 1960 Padre Michele viveva in Medio Oriente fra Gerusalemme presso il Convento della Flagellazione, dove insegnava la storia e la geografia biblica nello Studio Biblico, e il Monte Nebo in Giordania. Era direttore del Museo archeologico nel quale sono conservati importanti materiali ritrovati negli scavi archeologici effettuati in Terra Santa. Al Monte Nebo, dove ogni anno arrivano migliaia di pellegrini padre Michele dirigeva le opere di scavo ed i progetti di recupero del Memoriale di Mosè. 159 Dal Monte Nebo prendevano avvio le campagne di scavi nel deserto della Giordania dove egli aveva fatto importanti scoperte quali i monumenti bizantini dell’antica città cristiana di Madaba e le rovine di Umm al-Rasas identificata con l’antica città di Mefàa (fortezza moabita citata nella Bibbia nei libri di Geremia e Giosuè) dove nel complesso delle chiese di Santo Stefano sono stati riportati alla luce alcuni splendidi mosaici risalenti ad un periodo compreso fra il sesto e l’ottavo secolo. In Giordania padre Michele aveva anche contribuito a far nascere una scuola per il restauro del mosaico antico. Per queste sue conoscenze padre Michele veniva chiamato a tenere conferenze in tutto il mondo; partecipava a numerosi congressi sull’archeologia cristiana e bizantina della quale era uno dei massimi esperti mondiali. Padre Michele era autore di numerosi volumi dove vengono pubblicati i risultati dei suoi lavori di scavo. Libri preziosi per la comunità scientifica internazionale in quanto riportano scoperte che spesso costringono a riscrivere la storia o confermano documentalmente fatti solo intuiti. Nella presentazione del libro Abuna Michele francescano di Gerusalemme di Franco Scaglia si legge: Figura affascinante come la terra in cui ha scelto di vivere per esplorarne i molteplici enigmi e contribuire a trasformarla in un luogo universale di vera pace, Abuna Michele, francescano di Gerusalemme, è la massima autorità archeologica della Terra Santa. Padre Michele, da esperto archeologo, criticava spesso la falsa archeologia che cerca solo scoop televisivi: Ogni anno - scriveva - siamo di fronte a qualche falso ritrovamento importante: prima la tomba di Caifa, poi quella di Giacomo, adesso quella di Gesù. Il fatto è che quando arrivano notizie di questo tenore dalla Terra Santa vengono subito gonfiate dai giornali. Ma sono solo cose commerciali senza nessun fondamento scientifico. Duemila anni fa, un uomo, Gesù di Nazareth, figlio di un falegname, professò parole di pace, dialogo, fratellanza, tolleranza… e venne riconosciuto da molti come il messia, da altri come profeta, da altri ancora venne messo in croce perché rivoluzionario. Oggi, i luoghi della sua predicazione sono teatro di guerra, incomprensione, ostilità, chiusura. Luoghi sacri alle tre religioni monoteiste unite e al tempo stesso divise da quel lembo di terra così arido e così spirituale. In questo contesto Padre Michele ha voluto seminare la pace di Cristo. Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullo omo vivente po’ scampare. Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali! Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li farrà male. Laudate e benedicite mi Signore, e rengraziate e serviteli cun grande umiliate. Mi permetterete di concludere con un altra preghiera: a Gerusalemme, quando il Signore richiama a se un suo servo, si dice questa benedizione: 160 Sia innalzato e santificato il nome del Signore, nel mondo da lui creato secondo la sua volontà. Faccia regnare il suo regno nella vostra vita e nei vostri giorni, e nella vita di tutta la stirpe di Giacobbe, ora e sempre. Benedetto il nome del Signore, sulla terra e nell’eternità. Sia benedetto, lodato, onorato, esaltato, magnificato e glorificato il Nome del Santo, sia egli benedetto, oltre ogni benedizione e ogni canto, oltre ogni lode e ogni consolazione che si pronunciano in questo mondo. Grazie, Padre Michele, per tutto quello che hai fatto per lo Studio Biblico di Gerusalemme e per la Chiesa madre della città santa. Basilica di Sant’Antonio, Roma, 29 ottobre 2008. fra Frédéric Manns ofm Omelia di fra Claudio Bottini durante la trigesimo: Gerusalemme 25 novembre Messa nel Letture bibliche: Prima lettura: Dt 34,1-12: Mosè morì nel paese di Moab, secondo l’ordine del Signore; Vangelo: Gv 19,17-18.25-30: E, chinato il capo, spirò. Chi poteva immaginare che un giorno la Provvidenza mi avrebbe riservato la sorte di parlare di padre Michele Piccirillo non più tra noi? Le vie di Dio sono davvero misteriose e imperscrutabili. Padre Michele, più giovane di me di qualche mese, è stato per me confratello, collega e amico di una vita. Michele Piccirillo è stato onorato in misura eccezionale anche nella sua morte. Ne hanno parlato i mezzi di comunicazione di tutto il mondo. Molti - specialmente quelli che lo hanno conosciuto nei momenti di successo o di esposizione mediatica - hanno messo in luce il suo coraggio e l’ardimento, che lo tenevano sempre in movimento, e le fortunate scoperte archeologiche, specialmente al Nebo e Umm al-Rasas, che ha fatto. Non pochi hanno sottolineato la sua capacità organizzativa nel portare avanti mostre, animare congressi, progettare e realizzare iniziative, nel pubblicare volumi imponenti per contenuti e bellezza editoriale. Altri hanno scritto della carica di entusiasmo col quale ha raccolto intorno a sé studiosi di fama mondiale, giornalisti e fotografi, ragazze e giovani desiderosi di fare esperienze di scavi archeologici sul campo. Altri infine hanno detto della capacità che aveva di attirare stima, simpatia e ammirazione di personalità politiche ed ecclesiastiche. Alla Custodia di Terra Santa e allo Studium Biblicum Franciscanum è arrivato un fiume di messaggi di cordoglio. Io sono l’ultimo a rendergli omaggio e lo faccio per incarico del padre Custode, che ringrazio per l’onore, anche a nome di tutti membri della Facoltà di Scienze bibliche e archeologia che tanto deve a padre Michele. Era il più giovane della generazione cui appartengo anch’io e con lui si conclude un tratto importante della nostra vita. Ringraziamo il padre Custode e i suoi collaboratori soprattutto per l’impegno profuso perché padre Michele riposasse per sempre sul monte Nebo. Così lo sentiremo 161 ancora vicino e per noi, e soprattutto per i giovani che Dio e San Francesco vorranno attirare dopo di noi in Terra Santa, sarà più facile accogliere la grazia e la fatica di far parte di una storia che Dio stesso va realizzando e che ha fatto tappa sul Nebo dove Mosè, uomo di Dio e profeta, si addormentò nel bacio del Signore e sul Golgota, dove il Signore Gesù morì sulla croce per riunire tutti i figli di Dio dispersi. Mio compito ora non è fare un elogio di padre Michele; ne ha ricevuti tanti e ben meritati. Io voglio parlare con affetto e rispetto di un padre Michele minore o feriale, della umanità e religiosità che io ho colto in lui vivendogli accanto per oltre trent’anni. Ci conoscemmo nei primi anni settanta, ambedue studenti a Roma. La conoscenza divenne poi fraterna vicinanza quando anch’io venni a Gerusalemme e mi trovai inserito nella famiglia dello Studium Biblicum Franciscanum alla Flagellazione condividendo la vita fraterna fatta di studio, di lavoro, di responsabilità, di progetti, di gioie, di silenzi e anche di momenti di sofferenza. Spero di non peccare di presunzione affermando che nella vicenda di questo amico e fratello si coglie il disegno della Provvidenza di Dio da cui lui si è lasciato portare passandovi dentro con l’umanità e la fede che aveva avuto in sorte dalla sua famiglia e dalla Chiesa. Alla luce della Parola di Dio appena ascoltata voglio offrire la mia testimonianza di fratello e compagno di strada. Non è stata casuale la scelta delle due pagine bibliche appena proclamate. Abbiamo ascoltato il racconto della morte di Mosè, servo del Signore e per noi cristiani prefigurazione del Cristo (Eb 3,1-6; Gv 5,45-47). È stato proclamato il racconto della morte di Gesù, Figlio di Dio e di Maria, sul monte Calvario. Quanto queste due pagine hanno illuminato il cammino terreno di padre Michele lo sappiamo un po’ tutti. Ora rischiarano il mistero della sua morte e confortano noi ancora pellegrini nel mondo. Da quando padre Michele si ammalò gravemente, pochi mesi addietro, non ho cessato di pensare e riflettere sul senso di quello che stava accadendo. Alla sua morte, cui pure avevo cercato di prepararmi conoscendo la gravità della sua malattia e vedendo di persona in ospedale fino a che punto il male lo aveva fiaccato, ho scoperto il bene che gli volevo io, e tanti di voi con me. Del resto, la collaborazione degli anni più recenti e le cose che mi diceva nelle nostre ultime conversazioni telefoniche, l’ultima di soli sei giorni avanti la sua morte, mi avevano fatto capire che egli ricambiava cordialmente stima e affetto. Non dimenticherò mai la commozione che ci prese quando lo vidi, per l’ultima volta nell’ospedale di Pisa Cisanello, sofferente ma pieno di dignità e fiducia, il 1º settembre scorso accompagnato dall’amico comune don Alfredo Pizzuto. Questa premessa per dire che io desidero dire qualcosa di padre Michele come uomo di genuina umanità e di fede solida. Ciò che dirò certamente non è tutto, ma ha forse il pregio di venire da una esperienza personale. Solo qualche informazione 162 riguardante i primi anni della vita di padre Michele proviene dai documenti della sua cartella personale che ho potuto consultare nella Segreteria della Custodia di Terra Santa. Michele ha fatto da ragazzo la vita semplice e nascosta di tutti i ragazzi della nostra generazione che portavamo nel cuore una scintilla vocazionale. A poco più di dieci anni nell’ottobre 1955 lasciò il suo paesino, Casanova di Carinola, in provincia di Caserta o Terra di Lavoro, per frequentare le scuole medie nel Collegio Serafico di Terra Santa al Quarto Miglio di Roma. Motivato dal desiderio di diventare Frate di Terra Santa si applicò con interesse e profitto allo studio dell’arabo. Quindi passò nel Collegio Serafico di Monteripido presso Perugia per il biennio del ginnasio. Il Rettore del tempo scriveva che il ragazzo aveva un’intelligenza vivace ed era attaccatissimo alla Terra Santa. E aggiungeva: sarà un buon religioso. Nel 1960 lasciò l’Italia e a San Giovanni Battista di Ain Karem vestì l’abito francescano, divenendo fra Michele e facendo l’anno di Noviziato senza fatti particolari. Durante i quattro anni di studi liceali e filosofici a Betlemme amava la letteratura e si lasciò attirare all’arte, affascinato dall’artista francescano padre Alberto Farina († 2005), che negli anni 1962-1964 lavorava al restauro e alla decorazione delle Grotte di San Girolamo a Betlemme. Alla sua morte ne scrisse un commosso ricordo che si legge nel sito web dello Studium Biblicum Franciscanum, e nel suo studio si conservano alcuni disegni e opere donatigli da padre Farina. Questo primo amore per l’arte non lo dimenticò più e lo coltivò sempre attraverso amici e libri, ma non fu l’amore della sua vita. A Betlemme il giovane fra Michele nell’ultimo anno di studi liceali ebbe la sua crisi vocazionale. Fu tentato di lasciare la vita francescana per fare altre esperienze all’aria aperta dopo dieci anni di vita in convento e al riparo da venti contrari... I pensieri che andava scrivendo nel suo diario e che lui stesso trascrisse per farsi aiutare rivelano che la crisi non fu facile e non durò poco. Probabilmente la saggezza del padre Custode di Terra Santa del tempo - padre Lino Cappiello († 1971) - che andò due volte a Betlemme per parlargli da padre e fratello e il discernimento del suo padre spirituale lo sostennero ed evitarono che lasciasse il cammino vocazionale intrapreso. Gli fu concesso in via straordinaria di tornare per un mese in famiglia e da lì rientrò rinfrancato. Intanto nel mese di ottobre 1965 passò al Seminario di San Salvatore per il quadriennio teologico. Certamente non tutto era chiaro per lui; le relazioni dei suoi formatori dicono che era un po’ contestatore e tendente all’autonomia, ma fedele allo studio e alla vita di preghiera comunitaria, amava la liturgia e partecipava volentieri a quella che si svolgeva nei santuari. A Gerusalemme fece un’esperienza un po’ particolare che certamente giovò alla sua maturazione. Lui e i suoi compagni la raccontarono in Voci d’Oriente, la rivista ciclostilata del Seminario della Custodia di Terra Santa. Subito dopo la Guerra dei 163 sei giorni con altri sei francescani e qualche altro religioso di Gerusalemme dal 10 giugno al 5 luglio 1967 fece parte di una Squadra volante di carità portando soccorso alle vittime della guerra da Gerusalemme al Giordano, da Hebron a Genin. L’iniziativa era stata voluta dal generale israeliano Haim Herzog, comandante delle operazioni militari della zona di Gerusalemme durante la guerra arabo-israeliana, il quale la propose ai Capi religiosi di Gerusalemme per evitare epidemie e aiutare la popolazione nelle sue necessità urgenti. Si conservano foto che lo ritraggono mentre trasporta dei malati in barella. Nello stesso periodo si impegnò per sempre a vivere da francescano facendo la professione solenne e ricevendo gli Ordini minori previsti per accedere al presbiterato. Lo studio delle discipline teologiche lo misero a contatto con due frati dello Studium Biblicum Franciscanum che influenzarono definitivamente il suo cammino. Fra Emanuele Testa lo invogliò a studiare Bibbia e padre Bellarmino Bagatti († 1990) lo appassionò all’archeologia al punto che, terminato il corso teologico e ordinato sacerdote il 5 luglio 1969, andò a studiare Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico di Roma e quasi nello stesso tempo Archeologia all’Università La Sapienza di Roma. Licenziatosi in Bibbia, iniziò a lavorare in Giordania prima per la sua tesi in archeologia e poi, certamente per l’autorevole iniziativa di padre Bagatti, che chiamava padre Michele sempre affettuosamente Picci, venne incaricato di restauri e scavi al monte Nebo. Di questo per vari anni era stato responsabile padre Virgilio Corbo († 1991), che però era sempre più occupato con altri scavi al di qua del Giordano. Padre Bagatti, conoscendolo da vicino, sapeva che il giovane archeologo francescano aveva bisogno di spazio e libertà di azione. Per questo con la discrezione e, perché no, con la furbizia toscana che gli era congeniale fece di tutto perché a padre Michele si aprisse senza restrizioni l’orizzonte archeologico della Giordania. Intanto nell’ottobre 1974 lascia Roma per la Flagellazione diventando docente allo Studium Biblicum Franciscanum. Qui, esuberante com’era, scalpita per aggiornare e innovare in vari campi, a cominciare dal Museo che gli viene affidato. I confratelli gli perdonano qualche intemperanza, perché si capisce che padre Michele vuole bene e vuole fare perché si sente parte integrante della famiglia religiosa e accademica. Intanto allo Studium Biblicum cominciano ad arrivare forze nuove e si costituisce un gruppo di persone diverse ma con una formazione biblica omogenea. Si rinnovano programmi di studio e strutture, grazie anche alla magnanimità dei Custodi di Terra Santa che si succedono e dei loro collaboratori più stretti. Da allora in poi per padre Michele è un crescendo di impegni: docenza, scavi durante i mesi estivi, partecipazione a congressi. Riceve anche incarichi e responsabilità nell’ambito della Custodia. Viene da pensare che quel bisogno di muoversi e di fare, che a volte poteva apparire eccessivo, fosse solo il riscontro di un intuito spirituale che gli faceva percepire la brevità del tempo concesso. 164 Padre Michele si fa conoscere per il carattere forte e deciso e, come si può facilmente comprendere, questo non piace sempre e non piace a tutti. Ma egli non è persona disposta a cedere facilmente. In ogni caso, anche quando protesta o si lamenta, non perde troppo tempo in critiche sterili. Rifugge dalle conventicole e dai compromessi di comodo. Quando il suo carattere e i suoi modi di vedere lo portano a scontrarsi con gli altri, egli resta sulle sue posizioni ma non identifica le persone con il contrasto di idee. Se gli capitava di offendere, a modo suo, con un gesto o un dono era capace di rimediare e farsi perdonare. In padre Michele colpiva un’altra cosa. Nonostante gli impegni e le scadenze, la mole di lavoro che si assumeva o che gli veniva affidata, quando era in convento, non mancava mai alla celebrazione di Lodi e Eucaristia il mattino e dei Vespri la sera. Chi vive in comunità sa che assiduità e fedeltà agli atti comuni richiedono visione di fede e spirito di sacrificio. A padre Michele non mancavano. Periodicamente poi scendeva al Romitaggio del Getsemani per il sacramento della Penitenza; aveva cura della sua vita spirituale. Chi guardava le cose superficialmente poteva avere un’impressione diversa, ma bisogna dire che padre Michele vedeva il suo lavoro in un orizzonte geografico e umano sempre più vasto e riusciva a trasmettere questa passione. I mosaici e la loro storia, gli scavi e le antichità li vedeva come fattori di civiltà e di pace soprattutto per il Medio Oriente da troppi anni afflitto da non pochi conflitti. Questa nota l’hanno colta di più gli osservatori esterni che non noi che gli siamo stati accanto. Riteneva uno dei momenti più belli della sua vita il giorno in cui vide la sua opera monumentale The Mosaics of Jordan diventare dono e segno di pace in occasione della firma del trattato di pace tra Giordania e Israele il 26 ottobre 1994. Il re Hussein infatti ne fece dono al Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, al Presidente di Israele Ezer Weizman e al primo Ministro di Israele Yitzhak Rabin. Pochi giorni prima di lasciarci per sempre mi chiese per telefono che alla presentazione a Roma del suo ultimo libro La Nuova Gerusalemme. Artigianato Palestinese al servizio dei Luoghi Santi io rendessi noto il suo sogno: vedere il giorno in cui questo libro, testimonianza bella di laboriosità e di amore alla Terra Santa dei francescani e dei palestinesi cristiani e musulmani, specialmente di Betlemme, potesse diventare un dono e un augurio di pace dei capi del futuro Stato Palestinese alle autorità dello Stato di Israele. La sua non è stata una carriera fatta solo di trionfi e successi. Non gli sono mancati delusioni e dispiaceri. In qualche caso era lui stesso a confidarsi. Così, ad esempio, per il trafugamento di cimeli esposti in alcune mostre, per la mancata realizzazione di un progetto da lui molto accarezzato per il santuario del Battesimo oltre il Giordano, per la scomparsa del re Hussein († 1999) dal quale aveva ricevuto quasi una promessa per il riconoscimento del monte Nebo e dei dintorni come Parco naturale o 165 Parco archeologico e per altre situazioni più personali e delicate. Uomo di umanità sincera e di fede, padre Michele non si ripiega su se stesso né si lascia schiacciare dalle difficoltà. Le sconfitte fanno parte dell’esistenza umana, ma la persona è di più delle proprie vittorie e delle possibili delusioni. Tuttavia, io penso che non gli sia bastata la sua profonda consapevolezza umana; certamente è stata la fede ad aiutarlo ad entrare nel disegno inatteso e doloroso della malattia per lui disposto dalla Provvidenza divina. Chi gli era più vicino gli leggeva sul volto la sofferenza e la sorpresa, lui che aveva sempre goduto finora di ottima salute. Siamo stati testimoni dell’affinamento umano e spirituale di padre Michele che traspariva dalle ultime conversazioni e dai messaggi. Quando alla vigilia dell’intervento chirurgico cui fu sottoposto in agosto andarono a trovarlo due nostri amici presbiteri, don Antonio Canestri e don Benedetto Rossi, chiese loro se avessero portato per lui l’Olio degli infermi. Volle confessarsi e ricevere il sacramento dell’Unzione. Qualche settimana prima di morire ci scrisse che si era sentito avvolto dalla preghiera di tante persone come da una nube di misericordia che lo aveva aiutato ad abbandonarsi alla volontà di Dio. Nel santuario della Flagellazione, grazie alle nostre suore e ad altre persone buone, da quando padre Piccirillo si ammalò non vi è stato giorno in cui non si sia pregato per lui. Abbiamo letto il Vangelo del Golgota. In tante domeniche dell’anno, quando era a Gerusalemme, padre Michele lo si trovava sul Calvario verso le 16.30 in attesa che vi giungesse la processione quotidiana dei nostri Frati per unirsi a loro. Contemplava intensamente la scena di Gesù che muore sulla croce con accanto la Madre e godeva dei mosaici per i quali negli ultimi mesi aveva fatto fare una nuova illuminazione. Possiamo pensare che, sull’esempio e per la grazia di Cristo Signore, si è potuto abbandonare alla volontà di Dio. E la Madre di Gesù, data in madre al discepolo Giovanni e a tutti i discepoli del Signore Crocifisso e Risorto, lo ha aiutato amorevolmente ad entrare nell’obbedienza di fede. Padre Michele anche nella sofferenza e nella morte è stato accompagnato da calore umano e spirituale. Negli ultimi mesi è stato circondato da tanta fraternità amicizia e solidarietà da parte della sua famiglia e da una schiera di persone amiche. Noi che lo avevamo forzatamente lontano siamo stati confortati nel sapere che un nostro fratello in San Francesco, padre Gabriele Bezzi, a Livorno gli era accanto quando ha chiuso gli occhi a questo mondo, ha pregato per lui e lo ha benedetto; poi lo ha rivestito dell’abito francescano per l’ultimo viaggio terreno ponendogli fra le mani la Bibbia e il crocifisso e sul petto il Tau, simbolo dei salvati. Mi pare di poter dire che la sua vita è stata ricolma di senso e vissuta pienamente. A una visione superficiale, dalla quale siamo tutti tentati, la sua morte, avvenuta a 64 non ancora compiuti, può apparire immatura e lasciare una sensazione di drammatica interruzione. La fede ci dice che non è così. Padre Michele è morto, come 166 abbiamo sentito di Mosè nella prima lettura, per ordine del Signore e contemplando nella fede e nella speranza quella Terra promessa che per tutti è il regno dei cieli. Nella stessa visione di fede possiamo affermare che anche per lui valgono le parole di Gesù morente sulla croce: Tutto è compiuto, nonostante l’impressione di incompiutezza dinanzi a tanti progetti avviati e a prospettive ancora aperte. Nel suo misterioso disegno Dio ha dato a padre Michele di realizzare tanto, ma gli ha chiesto di lasciare a Lui il compimento di tutto e il futuro. Non ha fatto così con il suo servo Mosè a cui diede di condurre il popolo per il deserto fino alla soglia della Terra Promessa e di contemplarla dal monte Nebo ma non concesse di entrarvi? Non ha chiesto Dio Padre al Figlio diletto di entrare nella gloria della risurrezione attraverso la passione e la croce? A noi è chiesto di adorare la sua misteriosa sapienza che ogni cosa dispone per il bene di coloro che si lasciano amare da Lui e lo riamano con cuore sincero. Per questo la nostra è un’Eucaristia in memoria di padre Michele in un duplice senso: è Eucaristia, cioè rendimento di grazie a Dio a causa di lui, per la sua vita vigorosa e intensa vissuta bene da uomo cristiano e francescano; è Eucaristia, cioè ringraziamento per lui, a suo favore: offriamo a Dio Padre per il suo riposo eterno il sacrificio di Cristo morto e risorto per tutti. Nella sua morte e risurrezione sono espiati i nostri peccati e ci è data la vita senza fine. Per i confratelli dello Studium Biblicum e della Custodia Terra Santa, per me stesso e per tutti quelli che hanno voluto veramente bene a padre Michele e con noi ne sentono la mancanza rivolgo una preghiera. Dio ci aiuti a fare, con la fede, della sua morte non una perdita ma una rinuncia volontaria e umile, anzi un’offerta. Il vuoto non potrà non sentirsi ma il nostro sconforto potrà trovare consolazione e il nostro cammino ricevere vigore dal ricordo e dalla speranza di ritrovarci tutti un giorno nel regno di Dio. Così speriamo. L’Onnipotente e il Misericordioso ce lo conceda. Amen! Alleluia! Padre Piccirillo, Nebo l’archeologo francescano del monte Non c’è nulla che sia meno obiettivo e più disomogeneo del tempo. Fernand Braudel ha detto una volta che se uno sostiene che il tempo è un’entità omogenea, obiettiva, perfettamente misurabile significa che non ha mai fatto all’amore e non è mai stato dal dentista. C’è gente che campa mille anni e più ed è come se non fosse mai esistita, come se fosse nata morta. E gente che vive pochissimo e che sa riempire la sua vita di tante di quelle cose da renderla lunghissima. C’è una longevità spirituale che, quando la incontri in un familiare o in un amico, illumina anche la tua vita, per sempre. 167 Michele Piccirillo se n’è andato a sessantaquattr’anni, e le necrologie dei giornali hanno sostenuto concordi che la sua è stata una scomparsa immatura. La vita si è senza dubbio allungata di parecchio, negli ultimi tempi: e tuttavia, si può davvero sostenere che un ultrasessantenne sia poi così giovane per morire? Stando alle statistiche, sì. Ma qui le statistiche non c’entrano. Il fatto è che Michele ha riempito la sua vita di tante cose, di tanti tesori, di tanta luce, che tutto sembra esser passato in un attimo. E non ci si rassegna all’idea che sia morto. E pensando a quel che ha realizzato, a quel che ha scritto, a quel che ha scoperto, a quel che ha vissuto, si ha la sensazione che sia ancora tra noi, che non possa andarsene, che non sia morto. Che non morirà mai. Che sia immortale. È questa la sensazione che ho provato lunedì pomeriggio, il 27 ottobre, nella chiesa livornese della Madonna - la chiesa dei francescani e della Custodia di Terrasanta -, mentre assistevo alle esequie di Michele. Quando è entrata la sua semplice bara di legno chiaro, ho avuto una stretta al cuore. Mi è dispiaciuto di non poterlo vedere un’ultima volta, di non poterlo sfiorare in un estremo saluto. Avevo rimandato di giorno in giorno un incontro con lui: in fondo, la distanza tra Firenze e Livorno è breve. Così, rinviavo all’occasione di poterlo vedere più a lungo, di poterci parlare con calma: si hanno sempre tante cose da fare. E, nell’attesa, lui se n’è andato. Inaspettatamente, certo: sapevamo che la sua malattia era grave, ma nessuno prevedeva una fine tanto rapida. In fondo, è stato meglio così, hanno detto i medici: ma di non averlo abbracciato un’ultima volta, io non potrò mai perdonarmi. Eppure, mentre l’ufficio funebre procedeva, sentivo la tristezza gradualmente attenuarsi: non dico certo fino a scomparire, tuttavia una progressiva calma m’invadeva. Ho ripensato alla bellezza della liturgia latina, a quell’altissimo, trionfale In Paradisum deducant te angeli, e me lo sono quasi figurato, padre Michele, il mio fratello Michele, nella gloria di Dio. Il Cristo ha sconfitto la morte; e nel Cristo anche Michele l’ha sconfitta. In quella bara non c’è altro che una povera spoglia che un giorno risorgerà trasformata in un Corpo di Gloria. Non dobbiamo più cercare tra i morti chi vive e vivrà per sempre. Non dobbiamo più avere paura. Michele Piccirillo era nato a Carinola di Caserta, nel 1944. Era legatissimo al suo bel paese natale, alla sua numerosa e rumorosa, cordialissima famiglia: e, quando tornava da Carinola a Gerusalemme, al suo convento della Flagellazione dove ha sede lo Studium Biblicum Franciscanum, non mancava mai di portarsi dietro una bella valigiata di mozzarelle fresche del suo paese. Ma non dimenticava mai di essere uno studioso: e, per meglio onorare Carinola, le dedicò la preziosa edizione del diario di viaggio che alla fine del Trecento era stato scritto da un suo concittadino, il notaio Nicola Martoni, che aveva peregrinato fino a Gerusalemme. L’interesse per la storia del pellegrinaggio alla Città Santa e per gli edifici sacri di essa, a cominciare dalla basilica gerosolimitana della Resurrezione e per l’edicola 168 del Santo Sepolcro ch’essa custodisce, era una parte cospicua del suo lavoro di storico, di filologo e di archeologo; aveva mutuato tale interesse dal suo Maestro, padre Bellarmino Bagatti, attento editore di testi trecenteschi di pellegrinaggio come quello del suo confratello francescano, Nicolò da Poggibonsi. E allo studio della storia della basilica affiancava anche quello della devozione dei Luoghi Santi in Occidente, dove la grande chiesa detta del Santo Sepolcro era stata più volte riprodotta, specie in età medievale, in più modi e fatta oggetto di un culto sostitutivo del pellegrinaggio. Questo specifico aspetto della spiritualità cristiana occidentale lo aveva molto attratto specie negli ultimi tempi: e in tale studio lo aveva affiancato una sua brillante allieva italiana, Renata Salvarani. L’ultimo libro di Michele Piccirillo parla proprio di questo, ed è un libro curioso oltre che prezioso: il suo principale argomento, difatti, è costituito dai modellini in legno d’olivo e madreperla della chiesa e dell’edicola del Sepolcro, da sempre gloria dell’umile e raffinatissimo artigianato dei palestinesi soprattutto di Betlemme. Ora che le circostanze politiche hanno reso tutto più duro, e che il turismo langue, quell’artigianato rischia di perdersi e con esso rischia di svanire la prosperità di tante famiglie, la maggior parte cristiane, ma anche musulmane. Il libro di Michele era destinato a far conoscere questo problema, a sostenere quegli artigiani, a far sopravvivere quella tradizione. È solo un esempio, tra i molti che si potrebbero fare, di una passione scientifica e intellettuale che non era mai andata disgiunta dall’impegno sacerdotale, dall’apostolato francescanamente inteso anzitutto come testimonianza, da un coraggio civico che talvolta gli aveva procurato anche qualche problema nella difficile situazione della Gerusalemme dei tempi d’oggi. Piccirillo era uomo di carità, ma odiava il compromesso e amava la verità: non era dunque raro che entrasse in polemica con chiunque cercasse di adulterarla. Eppure, non aveva nemici: al contrario. Lavorava in un ambito geografico amplissimo, tra Israele, Libano, Siria, Giordania e anche Egitto. Circolava sempre liberamente, anche nei tempi di tensione: conosceva tutti ai passi di confine e ai posti di blocco; era amico di uomini politici arabi e di uomini di governo israeliani e li trattava da pari a pari, era di casa alla corte del re di Giordania, era stato amicissimo dell’indimenticabile re Hussein e molti membri della casa reale avevano imparato da lui gli elementi di base della storia e dell’archeologia. Ma insomma, chi era Michele Piccirillo? Per rispondere adeguatamente, sarebbe necessario fare la storia della prestigiosa Custodia Francescana di Terra Santa, che dalla metà del Trecento opera nel Vicino Oriente facendo opera di testimonianza cristiana e di carità, studiando, assistendo i cristiani locali, i pellegrini, gli ammalati, e mantenendo al tempo stesso relazioni strette e cordiali con le comunità cristiane locali, con gli ebrei, con i musulmani. 169 A partire dai primi del secolo scorso, il lavoro scientifico in seno alla Custodia è andato precisandosi e facendosi più rigoroso. Merito precipuo di ciò è stato di una splendida pattuglia di frati studiosi e avventurieri, veri e propri pionieri dell’archeologia cristiana di Terra Santa. Loro guida un francescano nato presso Pisa, Bellarmino Bagatti, vissuto tra 1905 e 1990. Studioso straordinario dell’archeologia del Nuovo Testamento, delle comunità giudeo-cristiane, del cristianesimo vicinoorientale dell’età patristica. Accanto a lui, si dovrebbe fare una lunga serie di nomi: i padri Corbo, Alliata, De Sandoli e tanti altri, che hanno gestito nei molti e non sempre facili decenni del secolo scorso, e continuano a farlo, una quantità incredibile di scoperte in campo archeologico e storico. Michele Piccirillo, arrivato giovanissimo in Terra Santa, fu l’allievo prediletto di padre Bagatti. A Piccirillo si deve la scoperta di una quantità di chiese protocristiane soprattutto dei secoli V-VIII in tutto il Vicino Oriente e addirittura di un’intera, favolosa città carovaniera perduta, Castrum Mefa’a, quella che per gli arabi era Umm ar-Razas. L’aspetto più affascinante e per così dire scenografico delle scoperte di Piccirillo è costituito da centinaia di metri quadrati di preziosi tappeti musivi, la pubblicazione dei quali lo ha reso famoso in tutto il mondo. Ma il suo capolavoro è stato il cantiere del Monte Nebo, l’imponente sperone roccioso che domina il deserto giordano, le steppe di Moab, e dal quale si domina la meravigliosa oasi creata dal Giordano che si getta nel Mar Morto. Da lì, nelle sere limpide, si scorgono da lontano le luci di Gerusalemme. Fu dal Nebo (il Monte del Profeta, in arabo al-Jabal an-Nabi) che secondo la tradizione il profeta Mosè contemplò prima di chiudere gli occhi la Terra Promessa. Lì, in età costantiniana, sorse una grande basilica a lui dedicata. Padre Piccirillo stava lavorando da molti decenni a far rinascere quella basilica: ne aveva fatto uno splendido santuario-museo, attorno a cui aveva raccolto decine e decine di mosaici restaurati e accanto al quale aveva organizzato un convento-ospizio-laboratorio-biblioteca sotto la vigna adiacente la quale, nelle sere d’estate, ricordo di aver consumato con Michele molte lunghe, semplici, bellissime cene spesso allietate dalle mozzarelle di Carinola, dal pecorino e dal vino che ci eravamo portati dalla Toscana […]. Fu proprio al Nebo che una sera d’inizio settembre, tardi, davanti all’ultimo goccio di vino prima di andare a dormire (al mattino, verso le sei, ci svegliava il rombo di due caccia israeliani ai quali avevamo ormai fatto l’abitudine), dissi a Michele che se avessi potuto scegliere un posto dove trascorrere gli ultimi anni della mia vecchiaia, quello sarebbe stato proprio lì, sulla montagna di Mosè, vicino alla sua uva e ai suoi mosaici. Gli chiesi: Mi aiuterai a venir qui? Guarda che dico sul serio. Mi guardò, sorrise e rispose: Bisogna andare dove Dio ci manda. Dio ha disposto che lasciasse questa vita qui, nella mia Toscana, a pochi chilometri dal paese di Perignano dove, più di un secolo fa, era nato il suo Maestro Bellarmino 170 Bagatti. Che gran tessitore di trame esistenziali, che gran romanziere, è il Signore! Ma le spoglie di Michele torneranno là. Credo che a Michele dedicheranno delle piazze e delle strade. Mi adopererò per far sì che accada. Ma il suo monumento sarà per sempre là, sulla montagna del Nebo. Ricordate la scritta che a piazzale Michelangiolo ricorda Giuseppe Poggi? Volgetevi intorno. Questo è il suo monumento. Quando salirete il Nebo, quando sarete sulla cima del monte di Mosè, volgetevi intorno. Quello è il monumento a Michele Piccirillo, studioso, archeologo, prete, francescano. Grazie Michele Franco Cardini Da quando questa mattina mi è stata data la triste notizia della tua morte, continui a starmi sempre davanti con il tuo brioso sorriso. È vero o non è vero? No, non è possibile che una quercia come te possa essere caduta così in fretta. Eppure proprio questa è la realtà e quanto è dura da accettare! Sai, la prima volta che ho sentito il tuo nome, Michele Piccirillo, fu nell’ottobre del 1961, quando entrai nel collegio serafico di Terra Santa del IV Miglio, a Roma. Sotto il grande eucalipto nel cortile del collegio, seduto su una panchina, c’era un ragazzo, Pasquale Nozzolillo, credo proprio del tuo paese o sicuramente delle vicinanze, che piagnucolava ad alta voce: Voglio Michele Piccirillo, io qui non ci sto. Qui non c’è Michele! Ma chi è questo Michele Piccirillo? Dicevo tra me. Il giorno dopo, insieme ai nuovi arrivati, partii alla volta di Città di Castello, cittadina che si trova nel punto più alto della regione, cuore d’Italia, la verde Umbria. Là, la Custodia di Terra Santa, come ben sai, ospitava gli aspirantini in un vecchio convento francescano dei frati zoccolanti, appartenente alla provincia serafica di Assisi. Pasquale Nozzolillo non riusciva a capacitarsi: Michele Piccirillo era già da qualche anno in Terra Santa e quindi era impossibile che potesse stare con lui. Così, dopo qualche mese, Pasqualino, coerente con se stesso, tornava a casa sua, nel casertano. E io continuavo ancora a domandarmi chi fosse mai questo Michele da poter condizionare la scelte di un ragazzino. La prima volta che ti vidi, Michele, fu dopo molti anni, in quelli di teologia. Tu arrivavi, fresco laureato, da Roma, ad insegnare nel seminario internazionale di San Salvatore. Divoravi, correndo, i corridoi di San Salvatore; facevi la spola tra la Flagellazione e San Salvatore con una borsa sempre piena di libri. Arrivavi spesso vestito in borghese, con jeans di qualche misura più grande per godere piena libertà nei movimenti, con scarpe militari e la camicia sbottonata in alto 171 di un bottone o due. Il tuo collo non sopportava alcuna abbottonatura e tanto meno la camicia del clergyman che immancabilmente restava aperta, con il colletto non ti si donava proprio! Quando prendevi note, la Bic scompariva nella tua destra massiccia da lavoratore della terra laboris e a stento riusciva a controllare la scrittura che a fatica seguiva la fulminea rapidità del tuo pensiero. Davi il meglio di te stesso come brillante professore, fresco di studi. Ancora oggi ricordo la spiegazione di Giobbe: chinare la propria intelligenza davanti davanti al mistero di Dio. Come pure quella del ricalcitrante profeta Osea che avrebbe preferito fare il pastore contadino pur di liberarsi del fardello di farsi portavoce della parola di Dio. Andavi diritto all’essenziale. Nell’intervallo fra le lezioni si beveva un espresso nella cameretta di Vincenzo. Era, però, un vero momento di fraternità e di divisione di lavoro per la preparazione delle escursioni. Vincenzo aveva il compito di stampare, di ciclostilare con l’allora sofisticata matrice a carbone che si serviva di un sistema elettrico che oggi ci fa sorridere. Io avevo il compito di preparare le mappe del percorso o le carte geografiche. Insomma, un lavoro che fatto per la prima volta, poteva essere ritenuto bello ed interessante. Considerando però i mezzi che avevamo a disposizione era pur sempre pesante. Il computer non era ancora arrivato. Tu dettavi i tempi di lavoro! È chiaro che non piacevi a tutti. Eri un piccolo capo che si imponeva. Con la semplicità di un fratello maggiore ci rendevi partecipi del tuo ideale, della strada del lavoro che avevi intuito, della necessità urgente di riprendere gli scavi al Nebo. Quanta gioia ed euforia procurò a tutti quanti noi la tua prima scoperta, il mosaico della zebra e del cammello, trovato sotto uno meno significativo nella basilica del Nebo. Se non erro era il 1976. Eri veramente pieno di entusiasmo. Volevi che tutti partecipassero a questo tuo progetto, che hai sempre ritenuto essenziale per la natura stessa della Custodia. Avevi un tuo compito da svolgere. Invitavi tutti ad unirsi a te per portarlo a compimento. Chi non l’accettava o proferiva lavorare in altro campo lo lasciavi tranquillamente scegliere la sua strada. L’importante era fare qualche cosa per il Signore, che per noi frati terrasantini consiste, tra l’altro, nel dire il suo messaggio attraverso la voce di questa terra. Non rompevi mai i contatti con quelli che non la pensavano come te o che sceglievano un altro tipo di attività. Il rispetto dell’altro è stato per te sempre basilare, anche se qualche volta poteva apparire il contrario per il tuo carattere solare e deciso. Dicevi sempre: lascialo fare; l’importante è che faccia qualche cosa di utile e che sia soddisfatto! Sai Michele, credo che tu abbia condensato in te il desiderio fortissimo di quel gruppetto di frati che alla fine della II guerra mondiale si sentivano tutti un po’ archeologi. Tu l’hai fatto preparandoti e studiando. Erano quelli che erano stati nel campo di concentramento degli italiani, organizzato dagli inglesi nel santuario di Emmaus. Allora P. Bagatti, per tenere occupati e distrarre i frati dalla monotonia e dalle ristrettezze della vita del campo dava loro lezioni di archeologia. Aveva entusiasmato 172 parecchi. Tutti si davano da fare per trovare qualche oggetto da portare al museo della Flagellazione. Non mancano sull’argomento divertenti aneddoti e qualche fioretto puramente francescano. Però, è in questa febbre di essere utile, nel voler fare parlare questa terra che l’indimenticabile fra Michelangelo Tizzani di Massalubrese di Salerno, chiamato bonariamente Caronte, di virgiliana e dantesca memoria, trovò, scavando al Dominus flevit, quelle preziosissime monetine che diventarono delle vere perle per il P. Spijkerman e gli altri frati studiosi della Flagellazione. Sei stato, caro Michele, figlio preparatissimo delle motivazioni entusiaste e francescane dei frati tuoi predecessori. Hai sempre ritenuto che i lavori e le scoperte dei frati fatti in questa terra benedetta con umiltà ed abnegazione dovessero essere oggetto di conoscenza per il mondo intero. Questo patrimonio di dati eccezionali doveva esser messo a disposizione di tutti perché si potesse leggere in questo quinto vangelo, il messaggio del Dio entrato nella storia: Gesù nella sua realtà, attraverso studi biblici accompagnati da accurata e seria archeologia. Certamente il sottoscritto è l’ultimo che può dare un parere sul tuo lavoro scientifico. Lascio agli altri questo compito. Però so che sei stato un motore che ha camminato sempre al massimo dei giri, senza mai fermarti e pensare alla tua salute. Tutto per annunciare la verità. Non hai trovato contraddizione tra ragione e fede. Non disdegnavi la compagnia dei frati che non condividessero il tuo lavoro. Ti sei sempre sentito prima di tutto frate, fratello tra fratelli. Quando passavo per la Flagellazione, oltre che essere subito messo al corrente dei tuoi ultimi progetti e dei lavori effettuati, parlandomi come a uno che fosse stato sempre al tuo fianco e conoscesse tutto quello che tu avevi in testa in quel momento, ero obbligato quasi per forza a passare nella tua sala di accoglienza, la camera di fronte alla tua, zeppa di libri, carte e fotografie disordinatamente ordinate. Camera impregnata di aroma di caffé. Era d’obbligo gustare un buon caffé espresso. Un’accoglienza tutta napoletana. Quando ti chiesi ultimamente qualche foto, da ingrandire su tela da porre nella restaurata scuola secondaria di Giaffa perché potessero indicare il carattere della scuola ai ragazzi cristiani e musulmani, ai maestri - cristiani, musulmani ed ebrei - ti sei messo subito a disposizione e mi hai aiutato. A tutto tondo, come sapevi fare tu: dalla scelta delle fotografie alla loro affissione. Tra le fotografie c’è anche la tua, quella dove mostri dal monte Nebo la terra promessa a papa Giovanni Paolo II. Questa terra è un dono di Dio per tutti gli uomini e per poter entrarvi bisogna veramente vivere secondo la sua volontà. Dicevi sempre, che ognuno di noi deve essere come l’anello di una catena legato al passato, presente e futuro con il compito di trasmettere alle generazioni future integro e senza contraffazione il messaggio del Signore. E di questa catena tu hai costituito un anello ben saldo. 173 Ora che sei nel regno della realtà, nella vera terra promessa, insieme a tutti i santi frati che hanno servito in questi luoghi santi, prega il Signore di ravvivare le motivazioni di apostolato dei frati di Terra Santa, perché siano sempre fedeli al compito affidato loro dalla Chiesa; in particolare prega per i confratelli del nostro caro istituto biblico della Flagellazione perché continuino senza sosta a far parlare questa terra ed annunziare a tutti quanti gli uomini le promesse e le meraviglie del Signore. Allora, ciao Michele: tutto questo discorso è perché volevo dirti, con tutto il cuore, semplicemente Grazie. fra Arturo Vasaturo ofm Omelia funeraria di S. B. di fra Michele Piccirillo Mons Fouad Twal per il funerale Con tutti i sentimenti di fiducia e di fede nella provvidenza divina, e con la rassegnazione completa nella volontà di Dio, per la perdita di nostro fratello P. Piccirillo verso la vita eterna… La perdita di una persona cara, ci pone in una dimensione d’inquietudine e mette nel cuore un senso di profonda tristezza, che viene ripagato dalla certezza che ci incontreremo nella casa di Dio, perchè «nella casa del Padre mio ci sono molte dimore» «…dove non c’è tristezza nè pianto ma felicità e consolazione…» Ci ritroviamo per la preghiera ringraziando Dio per le grazie concesse al nostro fratello defunto, e chiediamo a Cristo in questo momento triste di renderlo partecipe nel Cielo, e il suo posto a Madaba, sul monte santo, in compagnia di Mosè amico e interlocutore di Dio. Il nostro caro defunto Padre Michele, scienziato di grande fama, di archeologia, storia e cultura,per tutti noi è una grande perdita! Un sacerdote che ha dato alla scienza il suo significato, che il libro della parola, mediante la sabbia hai ravvivato. O frate e monaco ascetico per Dio, Uomo di storia che i paesi hanno bandito e dei libri sei il riferimento. Amico della terra e della sabbia, o Abuna Piccirillo a chi piango la tua morte A chi piango la tua morte! La tua fama ha superato i limiti dello spazio e del tempo. La tua morte è gloria per i paesi e le patrie. L’Italia e la tua città natale ti hanno pianto, I mass media e i giornali internazionali hanno parlato della tua scienza e le tue virtù umane e francescane. Sei nato in Italia nel 1944, sei venuto a Gerusalemme nel 1960. Hai studiato le sacre scritture, nella Terra Santa che hai amato come l’ha amata Cristo. Ti sei laureato in archeologia nello studio archeologico francescano, di cui sei diventato il direttore. E questo Studio è diventato per te un incontro con la scienza e con la storia. I frati francescani della Custodia di Terra Santa, diffusi in tutto il mondo ti hanno amato, perchè eri per loro un buon esempio, buon consigliere e buon fratello. 174 Dal 1973 hai diretto gli scavi archeologici e i lavori di restauro al santuario di Mosé sul Nebo, e hai diretto scavi in tutta la Giordania, particolarmente sui resti dell’epoca bizantina a Madaba. Hai acquistato il rispetto, la protezione e l’amore sia da parte della famiglia reale Hashimita, che dai ministeri della cultura e del turismo. Le tue mani erano sempre piene d’amore sincero per la amata Giordania. Hai pubblicato nel 1978 a Gerusalemme, il libro di Padre Sperkman, e nel 1981 il libro «le chiese ed i mosaici di nord Giordania» e nel 1986 i mosaici della Giordania, e riguardo al tuo libro «Chiese e mosaici di Madaba» pubblicato nel 1989, è stato tradotto dal Patriarca Michel Sabbah con l’aiuto di P. George Saba e P. Anton ’Oda. È il più bel regalo e il ricordo sublime che rimarrà dopo la scomparsa di un sacerdote scienziato che ci ha amato e ha piantato la sua tenda tra di noi ed ivi ha stabilito la sua dimora. Ti ricordiamo ora. La storia ti ricorda, che a marzo del 2000, ti ha visto il mondo mentre eri accanto al Papa Giovanni Paolo II durante il suo santo pellegrinaggio, gli spiegavi il posto e mostrando la Terra Santa al Papa che stai ora con lui nel cielo. Gli hai disegnato la mappa del passaggio nel tempo verso Gerusalemme. La tua posizione era storica e rimarrà eternamente nelle menti, e il tuo Nebo rimarrà luminoso, cosi come era la tua vita, per accogliere capi di stato e amanti della Giordania con sincerità di cuore e affetto. I tuoi favori verso la Giordania sono grandi, Ti dobbiamo amore e fedeltà. Questo lo annunciamo oggi senza ipocrisia per tutto quello che le tue mani hanno fatto. La Giordania oggi ti rende omaggio perchè eri uno dei suoi scienziati fedeli, hai lavorato sodo e onestemente, e hai scolpito il tuo nome sulla cartina turistica internazionale. Madaba ti ricorda che per lei hai fondato una società per la conservazione della sua storia, ed è attraverso te che essa è diventata famosa, a causa tua hanno prosperato il monte Nebo, Umm ar-Rasas, la Cartina di Madaba e Al Makhit cosi come cattedrali, chiese e campane. L’arte bizantina e i reperti a cui hai dedicato la tua vita hanno prosperato attraverso te. Mancherai alla tua scuola di mosaico e il Viale dei Re che i primi pellegrini hanno percorso, da Gerusalemme al luogo del battesimo verso il Santuario di Mosè. Mancherai pure a Damasco attraversando il deserto di Amon andando al Santuario di San Paolo. Dalle chiese di Asia Minore fino al Vaticano dove la Tomba di San Pietro. Abuna amato O Piccirillo degli arabi. Sei un vero giordano, buono di cuore e di parole. Caro beduino premuroso che ci hai insegnato ad amare le pietre, le rovine, il deserto ed i mosaici, O amante del suolo del mio paese come nessuno mai prima, sulla sua terra ti sei inginocchiato, e con le tue dita hai spazzato la polvere dei tempi, e hai rimosso la crudeltà dell’ oblio e le tenebre della storia e la brutalità del uomo. 175 La tua mancanza ha toccato il cuore della famiglia Hashemita, Sua Maestà il Re Abdullah ha dato le sue sincere condoglianze e il cordoglio della regina ed i principi e di tutti i giordani. Mancherai al Ministero del Turismo e Antichità e all’Organizzazione della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace che ha espresso il suo cordoglio profondo, in primo luogo il principe Hasan che ti ha conosciuto quando hai dedicato mente e cuore preparando la strada per la convergenza dell’uomo nel dialogo interreligioso. Ma noi cittadini giordani, ci ricorderemo sempre del tuo testamento che hai lasciato nel tuo libro cioè la conservazione dei beni culturali: « il danno che subiscono le antichità a Madaba è la mancanza di risponsabilità nei confronti dei beni culturali» Ti ricordi ad esempio della distruzione della fonte battesimale nel cortile della Cattedrale di Madaba, tu stavi là a guardare e non hai potuto evitare il danno. Alla fine della tua vita hai chiuso gli occhi e voluto essere sepolto a Madaba che sta sul monte. Madaba ti considera uno dei suoi, perchè hai nel cuore di chi ti ha conosciuto e amato cimiteri d’amore ed altari di fedeltà. Infine, Faccio le condoglianze a me stesso e ai miei fratelli Vescovi e al Custode di Terra Santa e ai frati francescani, che hanno lavorato e mantenuto le antichità cristiane in Giordania. Non dimentichiamo la prima generazione di archeologi francescani; P. Bagatti, P. Saller e P. Corbo che hanno lavorato nel campo degli scavi archeologici e dell’esplorazione. Ringrazio Dio e Lo glorifico che ci ha donato un sacerdote scienziato e devoto, che ha arricchito la Chiesa e la Giordania con il suo amore e la sua scienza e fede, e attraverso la sua grande modestà ed il dono di sè illimitato. † Fouad Twal Patriarca di Gerusalemme 176 Varia Nuova sede del Vicariato apostolico di Aleppo 17 luglio. Dopo 24 mesi dalla data di inizio lavori, alla presenza delle autorità civili e religiose, il Nunzio Apostolico tagliava il nastro di apertura della nuova sede del Vicariato Apostolico di Aleppo. Erano presenti all’avvenimento molte persone che hanno plaudito al lavoro fatto. Possiamo dire che la comunità di rito romano cattolico (che in oriente si dice latina perché una volta si usava la lingua latina nella liturgia), dallo scorso luglio ha finalmente un punto di riferimento nella sede del Vescovo Vicario Apostolico. Sua Eccellenza il Nunzio Apostolico ha simbolicamente installato la croce di San Damiano nel grande salone che, per il momento, funzionerà da Chiesa per i fedeli che vivono nella zona. La casa è stata dedicata a Maria Vergine del Soccorso, perché ci protegga sempre da ogni pericolo e da ogni male. La casa sorge su un terreno a forma di triangolo rettangolo. Essa comprende, oltre la residenza del Vescovo, gli Uffici della Curia e la casa delle religiose che dirigeranno la casa. Le religiose del Verbo Incarnato sono arrivate il 10 luglio e hanno iniziato subito il loro lavoro. È loro affidata anche la direzione del pensionato, con quaranta posti letto, per le giovani universitarie, situato nei due piani inferiori della casa. Sul frontone della casa una targa reca scolpito lo stemma dell’attuale Vescovo, che rappresenta nella parte superiore lo stemma francescano e in quella inferiore la facciata della basilica di San Simeone lo Stilita. Vi è poi in rilievo una M, per Maria nostra Madre celeste, e il motto episcopale Iustitia in caritate. Il 17 luglio vi è stata l’apertura ufficiale, ma molte cose restano ancora da fare, affidate alla buona volontà delle persone che intenderanno dare il proprio aiuto specialmente per l’attrezzatura del pensionato per le giovani cristiane, provenienti dai villaggi dell’interno del paese e che tante volte non dispongono di tutto il necessario per affrontare gli studi. Questa opera è stata progettata e realizzata dall’ingegnere Antoine Sckifeh, già allievo del Collegio di Terra Santa di Aleppo, con il contributo del Comitato per gli Interventi caritativi del Terzo Mondo della CEI, presieduto da mons. Piergiuseppe Vacchelli: a loro un grazie profondo e sincero. Un altro grazie è doveroso rivolgere a tutte le persone incontrate durante i miei viaggi in Italia, e che hanno voluto dare il proprio contributo per questa opera. Ma soprattutto, dobbiamo dire grazie al Signore che ci ha dato la forza di iniziare e completare i lavori. A lui sia sempre levato il nostro inno di ringraziamento. + Giuseppe Nazzaro ofm Vescovo e Vicario Apostolico 177 Fra Louis Bohte partecipa all’incontro GPIC a Nairobi Durante il mese di settembre ho partecipato come rappresentante della Custodia di Terra Santa, unitamente alla Conferenza africana OFM, all’Incontro della Commissione Africana per la Giustizia, Pace e salvaguardia del Creato (GPIC) a Nairobi, in Kenya. Ho portato ai frati delegati le informazioni sulla situazione attuale in Terra Santa, sullo sfondo del conflitto che coinvolge i due Popoli che l’abitano. È stato proiettato il documentario sull’assedio di Betlemme del 2002. Un frate del Mozambico ha spiegato come la popolazione del suo paese subisca l’influsso della xenofobia che sta invadendo il Sud-Africa. I due temi più rilevanti dell’Incontro hanno riguardato la violenza in Kenya e la malattia HIV/Aids in Kenya e nell’Africa in generale. Per quanto riguarda la situazione del Kenya, l’informazione sul conflitto generato in occasione delle elezioni di dicembre 2007 è abbastanza contraddittoria. Resta la speranza in un futuro migliore. L’ex giudice Krieger che ha guidato la commissione d’inchiesta sul conflitto, ha espresso chiaramente il suo monito: se non si cambia la legge elettorale prima delle prossime elezioni, il conflitto dello scorso anno sarà da considerarsi un fenomeno di poca importanza a confronto di quanto potrebbe ancora succedere. Da dieci anni la popolazione del Kenya chiede il cambiamento della costituzione. Attualmente il presidente può abusare facilmente dell’attuale costituzione a proprio vantaggio, assumendosi il potere di nomina per molte cariche dello stato. Oltre a questo esistono altri problemi, e il divario fra ricchi e poveri del paese sta crescendo, a causa del capitalismo e della corruzione. Il salario normale arriva a 100 euro al mese. Più del 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Il divario si manifesta in ogni aspetto della vita: nei salari, nell’accesso all’educazione, nella distribuzione dell’acqua, nei servizi sanitari; si ripercuote sulla lunghezza della vita e nella prevalenza dei malati di HIV/Aids. Il divario fra ricchi e poveri si è acuito dal 1964, anno in cui il Kenya divenne un paese indipendente. I kenyani ricchi compravano tutte le migliori terre della Rift Valley, originariamente appartenute ai Kalenji e ai Maasai, tribù che ora non possono più vivere in quelle regioni. La resistenza contro la dominazione britannica, la Mau Mau, ha le sue radici in queste terre, e molte persone che erano tenute prigioniere dagli Inglesi non poterono tornare alle proprie case dopo la liberazione. In queste regioni si sono contate molte vittime al termine del conflitto del dicembre scorso. Ci hanno parlato di politici che incitavano i giovani a creare rivolte, corrompendoli con il denaro. Molti giovani, al termine degli studi, non trovano lavoro e diventano facili prede di questo abuso politico che li trasforma in membri di bande armate. 178 Appoggiano un politico per guadagnare soldi. Ho sentito che vengono loro offerti 5 $ per bruciare una casa, e 10 $ per uccidere un uomo. Il frate cappuccino che ha introdotto l’incontro, ci ha spiegato che il sistema politico kenyano permette a questi politici che vogliono il potere, di mobilitare le etnie locali facendo loro credere che verranno premiati se li votano. Esiste in Africa l’evidenza che suggerisce che ogni conflitto etnico è sorto a causa di una macchinazione politica. La corruzione è un problema che riguarda tutti i livelli della società, e assorbe tutte le energie finanziarie, così che non esistono investimenti per creare posti di lavoro. Non si può dimenticare l’influsso del colonialismo che introdusse un sistema diverso da quello locale basato sulle tribù governate da un re, stabilì confini artificiali che divisero le tribù e crearono istituzioni a modello europeo. La violenza della polizia è un altro grande problema: non è possibile organizzare una dimostrazione pacifica. La polizia interviene subito pesantemente. Recentemente la polizia kenyana è stata accusata dal Kenyan Human Rights Organisation di aver ucciso più di 500 detenuti negli ultimi cinque anni. La violenza fa parte della società in Kenya. Questo non significa che tutti sono violenti. Ho incontrato il fondatore di un gruppo di preghiera per la pace e che ora è a capo di un’organizzazione che lavora in tutta l’Africa per promuovere una cultura di pace: People of Peace in Africa. I rapporti tra le varie tribù si ripercuotono sulla popolazione che esse controllano. La diffusione dell’HIV/Aids esaspera la situazione sociale. Penso che la pratica della stregoneria sia ancora come una forza oscura che influenza tante gente, e è difficile capirlo fino in fondo. A causa di questo ultimo periodo di grande violenza ci sono persona senza casa, ed esiste il problema dei rifugiati. Ho incontrato alcuni di loro nei bassifondi di Nairobi. Questa difficile situazione non è purtroppo esclusiva per il Kenya. Il 60% della popolazione di nairobi, una città di 3 milioni di abitanti, vive nelle baracche. La popolazione complessiva del Kenya è di 34 milioni di persone. Sono andato a visitare queste baraccopoli con l’aiuto di frate Francesco. Dappertutto ci sono molti bambini. Non hanno posti per giocare; ho notato che non ci sono adolescenti e giovani. Non ho visto né fili per l’elettricità né rubinetti per l’acqua. Ho visto diverse chiese. Il contatto con tanti bambini è stato bello, e i rapporti con loro sono semplici: un bimbetto mi ha detto che i miei occhiali erano sporchi e mi ha chiesto di pulirli. Parlando dell’HIV/Aids una dottoressa ci ha invitato a uno sguardo ottimista, insistendo che dobbiamo aiutare ad incrementare la vita. È un problema etico, che coinvolge la morale della Chiesa e la posizione dei vescovi kenyani sul tema dei profilattici. Le donne sono esposte in proporzione tre volte superiore agli uomini alla possibilità di essere infettate dall’HIV/Aids. Secondo le leggi tribali esse non 179 possono rifiutare l’atto sessuale, con tutte le conseguenze per quanto riguarda la diffusione del contagio. Le persone infettate possono contare su uno o due esami medici all’anno. Da circa quattro anni tuttavia la situazione va migliorando: le persone che riescono a fare uso dei farmaci per combattere la malattia è passato da 5mila persone nel 2005, alle 200mila del 2008. Chi ha bisogno della cura la può trovare, e la dottoressa ci ha citato la storia di una persona che nata contagiata dal virus vive ancora e ha, oggi, 22 anni. In Africa c’è una sensibilità particolare riguardo al tema dell’HIV/Aids. Per i seminaristi il testo medico della malattia è obbligatorio. I Cappuccini hanno dato vita ad un progetto chiamato Damiette: è un’iniziativa che non solo promuove il dialogo con i musulmani, ma prende iniziative a favore della pace. Esiste un piano per dare inizio al progetto Damiette anche in Egitto, con l’aiuto dei nostri frati. Durante il mio soggiorno ho incontrato un frate indiano, Fabian, maestro di novizi della provincia Est Africana in Uganda, che ha cura di dieci novizi. Ci ha chiesto di pregare per il cristiani di Orissa, vittime delle violenze contro i cristiani che stanno insanguinando quella parte dell’India a causa di fanatici Indù che vedono minacciato il sistema delle caste. Il vescovo di Orissa ha dovuto chiudere temporaneamente 30 mila tra chiese, scuole ed ospedali. Fra Fabian ci ha parlato dell’Uganda, paese ricco di materie prime, e del pericolo che vengano spostate le popolazioni che vivono nelle regioni dove si vogliono sviluppare le estrazioni dei materiali da esportare. Un frate della comunità che mi ospitava è medico e ci raccontava dei molti e a volte grossolani errori che vengono compiuti negli ospedali, non escludendo l’influsso di riti magici. Il giorno prima della partenza da Nairobi mi è capitato di assistere ad un episodio positivo: si stava parlando di Islam con due frati quando uno di loro ha ricevuto la telefonata del nuovo Imam dalla vicina moschea. Lo invitata per una visita durante il periodo di Ramadan. Il frate ha accettato, contento di poter stare con questo Imam che conosceva come ex cattolico ora divenuto musulmano, che ha a cuore il dialogo tra le religioni. Quello che ho esposto sono le circostanze in cui lavorano i nostri confratelli del Kenya. L’incontro è stato diretto da fra Gianfrancesco Sisto, che lavora per tutta l’Africa orientale. Tutti questi nostri confratelli meritano il nostro appoggio in questo tempo che fa prevedere un futuro così incerto. fra Louis Bohte ofm 180 Intervista del Custode: lo scandalo della rissa tra cristiani Santo Sepolcro al Resta teso il clima a Gerusalemme dopo le tensioni tra monaci armeni e grecoortodossi degenerate ieri in rissa nella Basilica del Santo Sepolcro. Lo scontro è avvenuto durante la cerimonia annuale del ritrovamento della Croce di Gesù, portata in processione dai monaci armeni bloccati poi, davanti all’Edicola, da un monaco ortodosso. Un’atmosfera che è il segno di una difficile convivenza. Noi siamo purtroppo un po’ abituati a queste situazioni ma ogni volta creano un senso di sconcerto e disagio profondo per quanto sta accadendo, che è anacronistico, però succede. È vero che a Gerusalemme il passato non passa mai, però c’è un limite a tutto e questo è stato abbondantemente superato. Molti vivono come uno scandalo quanto accaduto in un luogo santo che dovrebbe essere proprio un luogo di unità… Sì, è uno scandalo, dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. Oggi i conflitti, le incomprensioni, che sono inevitabili nel nostro ambiente, non possono essere superate con la violenza, assolutamente. Che credibilità avremmo, soprattutto noi cristiani, quando invitiamo tutte le parti soprattutto israeliani e palestinesi ad un dialogo e poi facciamo queste cose? Detto questo, bisogna anche comprendere che le culture qui sono molto diverse ed è anche vero che l’unità è una realtà alla quale aspiriamo ma che purtroppo ancora non c’è. Come mai ogni turbamento dello Statu quo è poi così carico di tensione? Diciamo che, soprattutto negli ultimi due anni, tra la comunità greco-ortodossa e armeno-ortodossa, c’è una sorta di incomprensione su tutto, ma che è più che altro sentimentale e viscerale che ragionevole e razionale. Così tutte le cose anche i più piccoli fraintendimenti vengono esagerati e degenerano soprattutto quando ci sono di mezzo questi giovanotti seminaristi un po’ focosi. Ormai sono quattro o cinque mesi che succede sempre qualcosa. Mi auguro che, dopo quest’ultimo episodio così scandaloso, tutti facciamo un passo indietro. Il nostro compito è anche quello di aiutare in questo. Come è strutturato e diviso il Santo Sepolcro? Le confessioni principali sono tre: la greco-ortodossa, la cattolica con i francescani e l’armeno ortodossa. Poi ci sono altre tre chiese: i copti, i siriani e gli etiopi che però hanno minori diritti, diciamo così, almeno secondo la terminologia dello Statu quo. La Chiesa è divisa, è frazionata ma generalmente nelle proprie zone non accade nulla. I problemi ci sono nelle zone comuni come l’Edicola, la Rotonda che sono gestite insieme, i problemi sorgono anche quando ci sono le liturgie, su chi deve fare cosa e dove. Lo Statu quo non è una legge scritta ma un insieme di consuetudini che, ultimamente almeno, vengono interpretate in maniera diversa tra queste due comunità. 181 Qual è il ruolo della custodia francescana, anche rispetto a quanto accaduto ieri? Noi, grazie a Dio, siamo fuori da questa contesa, abbiamo anche noi i nostri fraintendimenti che però risolviamo in maniera diversa. Il nostro ruolo adesso è quello di mediare in questo caso tra l’uno e l’altro, incontrarli, aiutarli a ricomporre il dissidio. Ho in programma un incontro con il Patriarca greco ortodosso, poi vedremo cosa potremo fare con gli armeni. È chiaro che, dopo questi episodi, bisogna continuare; la vita è più forte di tutto, si deve ricominciare a vivere insieme. Quale il suo auspicio? Il mio auspicio è che, con sano realismo cristiano come lo chiamo io, i dissidi si risolvano parlando insieme e non con la forza. Intervista di Radio Vatican http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=243761 Giaffa: I giovani della parrocchia aiutano a costruire due case nelle Filippine Come ogni anno, alla fine di novembre, il grande salone del convento di Giaffa si trasforma completamente per accogliere il bazar natalizio. Quest’anno rimarrà aperto dal 28 novembre al 7 dicembre. È un servizio offerto alla popolazione, cristiana e non, per dar modo di acquistare ornamenti e oggetti natalizi come presepi, candele, stelle, alberelli, ecc. Il guadagno verrà poi diviso in due parti: la prima andrà a sovvenzionare parte delle attività della scuola della domenica, e la seconda è inviata a Roma e messa nel canestro delle offerte che arrivano da tutte le comunità cristiane del mondo per la pontificia opera dell’Infanzia Missionaria, e va a sostegno dei bisogni dei bambini delle Chiese più povere. Com’è nata questa attività? Ecco la storia: Nella parrocchia di Giaffa da anni esiste un gruppo giovanile, gli Animatori della scuola della domenica, fondato nel 1989 da fra Abdel Masih, ed incoraggiato dal parroco successivo, fra Ibrahim Najib. I giovani che ne fanno parte sono ragazzi delle ultime classi liceali, e frequentano la scuola secondaria di Terra Santa. In tutti questi anni hanno servito e continuano ancora a servire, i bambini cristiani di Giaffa: i Latini (ossia i romano cattolici), gli ortodossi, melchiti, maroniti, copti e protestanti. L’attività è quella normale di catechesi e di attività sociali per bambini, offerta soprattutto nella giornata di domenica e nel periodo delle vacanze estive, organizzando campi scuola che generalmente riescono molto bene. Fin dall’anno 2000, come direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie e poi, dal 2001, come parroco di Giaffa, ho cercato di allargare gli orizzonti di questi giovani mettendo alcuni di loro in contatto con Roma, attraverso le varie riunioni 182 missionarie tenute dall’Infanzia Missionaria in Italia e in altre parti d’Europa. Il mio scopo è stato di indirizzare le grandi potenzialità di elementi della Chiesa del Medio Oriente verso un’azione missionaria che per me, come per il resto della Chiesa consiste nell’uscire dal ghetto della propria parrocchia, della propria comunità religiosa-sociale, la cosiddetta ta’ifa in lingua araba, per guardare verso gli orizzonti della missione universale, nel significato genuino di testimonianza, perchè il cristiano è testimone di Gesù davanti a tutto il mondo, esercitando soprattutto il servizio della carità. Questa idea è parte integrante dell’insegnamento di san Francesco. Il tutto, nella sincera convinzione che i nostri cristiani, soprattutto i giovani, ricchi della loro esperienza storica di chiesa di Terra Santa hanno qualche cosa da dire al mondo intero. Questo di Giaffa è un gruppo di giovani che ha spezzato le barriere della ta’ifa, attraverso il servizio e l’esercizio della carità innanzitutto verso i bambini di tutte le chiese cristiane della Terra Santa che stanno peggio di loro. Poi il salto di apertura, attraverso l’Infanzia missionaria, al mondo intero. Questi giovani hanno maturato l’esperienza di Gesù che è diventato veramente loro amico e parte fondamentale della loro vita. Nel corso di questi anni hanno portato avanti alcuni progetti come: 1. Sud Africa: acquisto di letti per un ospedale per bambini. 2. Liberia: fornitura di arredo scolastico per ragazzi scampati dalla guerra. 3. Betlemme: acquisto di apparecchi acustici per sordomuti. 4. Filippine: costruzione di una casetta per una famiglia povera nelle Filippine. Amo ricordare l’ultimo progetto che mi è stato molto a cuore: la preparazione e la vendita del calendario 2009. Il ricavato servirà a costruire una seconda casetta per un’altra famiglia povera delle Filippine, attraverso il piano di aiuti gawad kalinga del gruppo di preghiera Couples for Christ attivo nella parrocchia di Giaffa. La prima casetta era stata consegnata nel 2007. È questo un segno di vero amore non soltanto verso la famiglia delle Filippine, cioè un aiuto dato a veri poveri, ma anche un profondo avvicinamento in Gesù tra la comunità filippina di Giaffa - lavoratori stranieri, ricca di migliaia di persone - e la comunità cristiana araba, chiesa madre. È stato un tentativo di comunione parrocchiale attraverso un progetto di condivisione nella carità. In Gesù, con Gesù e per Gesù vengono distrutte tutte le barriere sociali e culturali esistenti tra le varie etnie. Dal 2000 fino ad ora questo gruppo giovanile parrocchiale di Giaffa ha inviato a persone bisognose nel mondo 90.482 shekel (più o meno il corrispettivo di 23.200 dollari americani). E, per quanto conosco io, questo è un dato di fatto più unico che raro, considerando il nostro contesto giovanile. Ringrazio il Signore, il Segretario P. Patrick della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria e tutti gli amici del segretariato di Roma per l’appoggio fraterno dato alla realizzazione dell’Infanzia missionaria qui a Giaffa Tel Aviv. Per me è una prova 183 che anche in Terra Santa si possono eseguire progetti piloti di chiesa viva e che i nostri giovani possano fare miracoli quando riescono a vedere Gesù nei poveri. Pace e bene e Buon Natale. fra Arturo Vasaturo ofm Direttore POM di Terra Santa Notizie dal romitaggio del Getsemani 8 novembre, ore 5.45 del mattino: un brusco inizio di giornata per il Romitaggio. Fra Giorgio Colombini scivola sulle rocce dietro la Basilica e compie un volo per poteva essere mortale. L’Angelo del Getsemani lo ha salvato! Ricoverato all’ospedale San Giuseppe di Gerusalemme gli vengono praticati tutti i controlli del caso e …la testa ha resistito, nonostante la gran botta, pare proprio non ci siano gravi conseguenze: un piccolo guaio al piede destro, ingessato per un mese. Il 13 novembre viene trasferito all’ospedale italiano di Haifa dove viene ancora controllato da specialisti con un’accurata visita all’ospedale Rambam. Rientra al Romitaggio il 30 novembre: con l’aiuto della fedele Daria e di altre persone riesce sia a muoversi che ad animare alcuni momenti di preghiera che caratterizzano la vita del Romitaggio. Ed è fra Giorgio che l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, presiede la celebrazione eucaristica durante la quale Daria Severgnini* conferma in modo solenne e definitivo la sua consacrazione nell’Ordo Virginum. Erano presenti - oltre a Rosa, generosa e devota ospite impegnata al Romitaggio - un gruppo di Ospiti ed Amici che hanno collaborato alla riuscita di una gioiosa giornata di festa. Si spera che prima del santo Natale, fra Giorgio possa - all’ospedale di Haifa - essere liberato dall’ingessatura che gli rende faticoso muoversi, sottoporsi ai controlli medici, e ristabilirsi prontamente in salute in modo da ritornare a dedicarsi serenamente al Romitaggio. Perché se fra Giorgio è necessario al Romitaggio, è altrettanto vero che a noi è necessario questo Luogo così pieno di fascino e di raccoglimento che sa dispensare grazie e benefici spirituali a tante persone che vogliono venire a Gerusalemme a pregare per Gerusalemme. * Daria Severgnini, è una laica consacrata al Signore. Proviene ed è della diocesi di Bergamo, il cui Vescovo l’ha inviata in missione al Romitaggio, che essa serve ormai da molti anni, collaborando attivamente con fra Giorgio. Il suo Vescovo, mons. Roberto Amadei, ha delegato fra Giorgio ad accogliere la consacrazione solenne di Daria nell’ Ordo Virginum. 184 Dalle nostre consorelle Clarisse di Gerusalemme Monastère Sainte Claire - Gerusalemme Avvento - Natale 2008 Carissimi, il Signore Gesù che viene a visitare il suo popolo vi doni la sua pace! In questi giorni la sapiente pedagogia della Chiesa ci ripete incessantemente parole di vigilanza, di conversione e, ancor più, di consolazione per volgere il nostro sguardo a Colui che viene, a Gesù che incessantemente sceglie e risceglie la sua dimora nella povera carne della nostra umanità, nel grembo fragile della nostra libertà. Dio che poteva fare a meno delle sue creature per dimorare tra loro, chiede il loro concorso per rinascere e crescere in ogni anima. Così scrive la nostra - e vostra! - sr. Marie de la Trinité! E continua nel suo Colloquio interiore (n. 188): Per crescere gli occorre il silenzio e la luce interiore. È di questa luce e di questo silenzio che abbiamo bisogno per ascoltare la parola della consolazione che ha attraversato i secoli e che è giunta fino a noi: essa si è manifestata nel gemito di un Bambino, nel germogliare della Vita. È silenzioso questo germogliare, questo venire alla luce di Dio - ora come allora; è quotidiano, ordinario, profondamente umano… È questo mistero nascosto di Incarnazione - opera dello Spirito e concorso umano - che ci sorprende in questa nuova stagione della vita della nostra comunità di Gerusalemme. Il progetto di aiuto da parte delle sorelle della federazione umbra Santa Chiara sta lentamente prendendo corpo con l’arrivo, il 22 settembre, di madre Chiara Cristiana e di sr. Mariachiara; il 23 dicembre, antivigilia di Natale, avremo poi la gioia di accogliere le due sorelle ruandesi suor Fransiska Mariya e suor Mariya Rita e i primi mesi del prossimo anno suor Chiara Letizia e suor Chiara Annagrazia. Le visite in febbraio-marzo e in ottobre-novembre della madre presidente Angela Emmanuela Scandella hanno ulteriormente rafforzato il legame di comunione con l’intera federazione e favorito il delicato innesto dell’aiuto. Il clima di comunione lo abbiamo respirato anche con il polmone francese in particolare in occasione dell’Assemblea della Confederazione della clarisse a Chevilly-Laroue, cui ha partecipato Madre Chiara Cristiana in qualità di attuale responsabile della comunità, accompagnata da suor Marie Yeshoua. Prima del rientro a Gerusalemme, madre Cristiana ha visitato fraternamente la comunità di Nantes che da novembre ospita la nostra suor Marie de la Croix per un anno sabbatico. Anche con la comunità delle sorelle di Nazareth abbiamo il dono di condividere più da vicino il cammino grazie alla presenza tra noi di suor Pascal-Françoise e, nei mesi scorsi, di suor Épiphanie, ambedue alle prese con il corso di ebraico. Nel mese di marzo abbiamo salutato suor Claire Edith, che a conclusione del tempo di professione temporanea, ha lasciato la nostra comunità per una forma di conscrazione eremitica e che continuiamo ad accompagnare con la preghiera. 185 La mano provvidente del Signore ci sta ora guidando attraverso l’aiuto e la vicinanza fraterna dei frati della Custodia di Terra Santa e di tanti fratelli e sorelle che in diversi modi sono per noi aiuto concreto e luogo privilegiato in cui gustare il dono di una comunione viva che incoraggia e sostiene; in modo speciale il Custode fra Pierbattista, i frati di San Salvatore, della Flagellazione, e della parrocchia ebraica per la liturgia; Ettore e i volontari italiani, gli scout francesi, le Suore francescane del Cuore Immacolato di Maria, le Suore Dorotee, vicine di casa, che da metà novembre condividono con noi la Messa quotidiana… La carità ha davvero un volto molteplice e parla diverse lingue! Tanta sollecitudine abbiamo trovato anche per le nostre sorelle Marie Paul e Marie Gabriel ricoverate in questo mese di dicembre all’ospedale di Haifa. Particolare gratitudine abbiamo per fra Carlo Serri ofm e per padre Pino di Luccio sj per il loro discreto e delicato accompagnare i passi della comunità in questo periodo di passaggio. Il 6 novembre ci ha visitate anche fra Massimo Fusarelli ofm, Segretario dell’Ordine per la Formazione e due giorni dopo abbiamo avuto la gioia della visita (a sorpresa!) del Ministro Generale fra Josè Rodriguez Carballo, accompagnato da fra Paolo Martinelli ofm capp, segno di una sollecitudine che ci accompagna e di una parola che sempre ci sprona a vivere con fedeltà la nostra vocazione. Nel segno di questa fedeltà, l’11 ottobre abbiamo celebrato con solennità il 70° anniversario di professione di Suor Geneviève raggiante e vivissima con la freschezza dei suoi 96 anni! Fiducia nel Signore e nelle sorelle è la parola che ci ha consegnato come dono dei giorni di preparazione a questo suo rinnovato Si. Da questa Terra resa santa dal mistero grande e piccolissimo di Gesù, vi affidiamo alle Sue mani bambine capaci nella loro fragilità di contenere ogni cosa e di cambiare le sorti dell’umanità. In modo specialissimo affidiamo a queste mani la causa della pace tra i due popoli fratelli in mezzo ai quali viviamo condividendo le loro angosce e speranze, gioie e sofferenze. Questa intercessione la affidiamo anche al vostro cuore e alla vostra preghiera. Buon Natale del Signore! madre Chiara Cristiana e le vostre sorelle di Gerusalemme La Terra Santa a Montefalco La bellezza dell’Umbria ha fatto di Montefalco una città turistica. E lo spirito del Poverello, ha legato questa città alla storia di un Ordine che è stato da sempre testimone della vivacità della parola Evangelica, e custode dei luoghi santi. Questi fatti ci pongono una domanda: Chi siamo? 186 Una piccola domanda, ma che nel profondo di noi stessi investe un grande spazio; ognuno di noi se l’è posta, e da quel momento ha iniziato a cambiare la propria vita. Dio ha amato l’uomo al di sopra di tutte le sue creature. Per salvare questa creatura così amata ha mandato il suo unico figlio Gesù Cristo, segno della nuova ed eterna alleanza. E Gesù ha dato all’uomo una nuova identità, un nuovo modo di essere davanti al Creatore: lo ha trasformato da schiavo in figlio, figlio di Dio, erede del cielo. Con questo spirito siamo arrivati a Montefalco, nella casa dei frati minori della Custodia di Terra Santa. Cinque postulanti e due aspiranti di differenti nazioni, lingua e cultura. Uniti dalla stessa fede, guidati dallo Spirito Santo, per iniziare insieme un cammino verso la santità nella sequela del Cristo, umile e povero, con l’impegno di vivere una vita fraterna, secondo gli insegnamenti di san Francesco d’Assisi, un colosso della vita religiosa e apostolica. Il suo modo di vivere ha mostrato che la Parola di Dio è viva e dà vita. Il papa Giovanni Paolo II diceva: C’è un messaggio che dobbiamo proclamare al mondo moderno, guardate a Gesù Cristo per vedere chi sei realmente agli occhi di Dio. Il santo padre ci invita a portare la buona novella ai popoli, come gli apostoli, perchè noi cristiani, in virtù del nostro Battesimo siamo missionari, e quindi è nostro dovere annunciare la Parola. Così a Montefalco, nel convento di San Fortunato, come frati minori in formazione, cerchiamo di vivere la nostra vita quotidiana, in comunione con i contadini. Facciamo anche noi come loro: vendemmiamo per fare il vino, raccogliamo le olive per fare l’olio, e con loro ci uniamo nella devozione ai loro santi, nell’adorazione a Dio Creatore. E viviamo con Dio lo spirito della nostra chiamata, l’ascolto quotidiano della Parola, nella preghiera, nella meditazione, coltivando costantemente la grazia che il Signore ha donato a ciascuno di noi. Come francescani, figli e fratelli del Poverello, custodi dei suoi insegnamenti e della sua spiritualità, siamo chiamati ancora oggi dopo ottocento anni a testimoniare con il nostro essere - non con il dire: con la concretezza della nostra vita, non con parole - come ha fatto Francesco, il Vangelo del Signore. Guardate Gesù come uno specchio, diceva santa Chiara, egli rifletta davanti al Creatore la sua immagine e la nostra. Ecco che così scopriamo chi siamo realmente agli occhi di Dio! siamo suoi figli, eredi del regno dei cieli, figli della luce. Siamo francescani minori e soprattutto una fraternità in formazione. Tony Choucry, postulante per la fraternità di San Fortunato a Montefalco 187 Da Rodi, un bilancio del 2008 Natale di fra John Luke accompagna gli auguri di quest’anno è stato particolarmente laborioso e fruttuoso. A maggio abbiamo partecipato al pellegrinaggio ad Assisi per la festa di Nostra Signora del Fileremo. Questa volta eravamo accompagnati dal Sindaco, alcuni consiglieri e circa cinquanta dei nostri fratelli greco-ortodossi incluso un coro. È stato meraviglioso ed il coro straordinario. Nella basilica, durante la santa Messa, hanno cantato due inni: uno in latino e uno in greco. Vi era un vero senso di ecumenismo. Eravamo veramente circondati dalle preghiere del nostro amato padre san Francesco. Durante il 2008 abbiamo avuto la gioia di accogliere molti religiosi e prelati, come il segretario del Cardinale di Krakovia (la nostra comunità polacca aumenta sempre di più). Il Padre provinciale della provincia francescana Albanese ha trascorso con noi due settimane. La numerosa comunità albanese della nostra parrocchia è stata contenta di incontrarlo e di sentire leggere e pregare nella lingua comune. La scuola offerta dalla parrocchia ai bambini albanesi e che funziona ogni sabato, ha un enorme successo. Quest’anno anche la comunità filippina ha fatto funzionare, la domenica, una scuola estiva per i bambini. Loro hanno imparato la loro lingua e gli usi della loro cultura. Si è conclusa con una recita, molto bene organizzata, e con una festa. Anche la comunità latino-americana ha formato un’associazione che si spera segua la stessa idea di promozione della propria lingua e cultura. Qui abbiamo molte nazionalità e penso che questa reciproca cooperazione sia di giovamento all’intera parrocchia. Il teatro Oriens ha una grande struttura, e fu il primo cinema-teatro a Rodi. Costruito negli anni ’30, è un teatro parrocchiale, purtroppo in stato molto decadente e rimasto chiuso per sessant’anni circa. Molti volontari, in quest’ultimo tempo, sono venuti ad aiutare e lentamente abbiamo cominciato a rinnovarlo per un futuro uso da parte della parrocchia e della comunità locale. Si è mostrato molto interresse in questo progetto ed è una gioia vedere tutti insieme lavorare per il giovamento che verrà poi per tutti noi. Abbiamo, nel teatro, una scena natalizia della Natività, che occupa circa 50 metri: essa è ben conosciuta dalle passate generazioni di rodiesi. È stata trascurata per molto tempo, ma ora in molti sono venuti ad aiutare per il suo restauro. Si è formato un gruppo e si è deciso di coinvolgere anche i bambini perché con le loro idee e i loro suggerimenti si possa creare di nuovo questa viva scena della Natività. Sarà una gioia per le generazioni future. Quest’anno il nostro cartoncino d’auguri mostra la funzione ecumenica che celebriamo ogni Natale. Tutte le diverse Chiese e nazionalità partecipano con inni e letture; la celebrazione si conclude con la benedizione, cui segue una festa in cui ci scambiamo festosamente gli auguri. Lo scorso anno tutti i bambini facevano a gara ad accendere le candele (naturalmente con la dovuta sorveglianza) e tutti hanno rice188 vuto una piccola confezione di cioccolatini che, ve lo posso assicurare, venne molto apprezzata. L’interno della chiesa di Santa Maria è stato ridipinto grazie al figlio di Margaret Ellis e della sua famiglia. L’organo della chiesa di San Francesco fu restaurato due anni fa, quest’anno è stata la volta di quello di Santa Maria. Il lavoro è stato compiuto dalla stessa ditta italiana, e abbiamo festeggiato la fine dei restauri con un concerto del Maestro Stefano Pellini. Il progetto è stato finanziato da uno dei nostri fratelli greco-ortodossi. Che il Signore benedica il suo cuore generoso. Una delle visite più memorabili di questo anno è stata quella del Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Abbiamo celebrato l’Anno santo Paolino. Insieme al nostro Arcivescovo di Atene, i Vescovi greco-ortodossi di tutte le parti della Grecia, molti sacerdoti e fedeli, abbiamo compiuto il pellegrinaggio alla baia di san Paolo a Lindos, obbedendo alla tradizione che dice che qui sbarcò san Paolo nella sua visita a Rodi. È stato un momento davvero meraviglioso: abbiamo avuto l’occasione di un colloquio privato con lui e ne abbiamo condiviso la tavola due volte. Da ricordare anche la visita di mons. Andrew Thanya-Anan del Consiglio Pontificio per il dialogo interreligioso. È giunto con il Vescovo greco-cattolico della Grecia: i loro giorni qui sono stati molto fruttuosi e queste visite aiutano molto ad incrementare le nostre relazioni con la Chiesa ortodossa. Padre Mark Drew si unirà a noi qui a Rodi per i prossimi due anni: è stato al servizio dell’arcidiocesi di Atene e dividerà il suo tempo fra Rodi e Kos. Monsignor Yousef Swaif, che è stato con noi la scorsa estate a Kos, è stato eletto Arcivescovo dei maroniti a Cipro. Per tutte queste molte ragioni noi ringraziamo Dio per la sua grande bontà verso di noi, qui a Rodi. Lo ringraziamo per la generosità di molte persone capaci e di buona volontà che offrono il loro lavoro qui, per la nostra parrocchia. Lo ringraziamo per tutte quelle ci vengono a trovare, e per le moltissime che ci sostengono dall’estero. A tutti un sincero buon Natale e felice Anno nuovo. fra John Luke Gregory ofm FFHL’s First Annual ‘Children Peace March’ Bethlehem to The Custody’s foundation, FFHL, has enthusiastically accepted to establish and to sponsor a yearly march for peace by the Christian children of Jerusalem to the Christian children of Bethlehem. This march is in conjunction with Children without Borders, an organization headed up by Fr. Ibrahim Faltas ofm, Pastor of St. Saviors Catholic Church in Jerusalem and sponsored by FFHL. Ever since the Separation Wall was built, the children of Jerusalem and the children of Bethlehem have been prevented from meeting with each other despite the 189 fact that they share the same cultural, religious and ethical origins. We can truly say that there are really no walls strong enough to separate the hearts of people who truly want to be connected. The children of the Holy Land belong to this land and through this march they will be able to reconnect with each other and to perhaps reunify that which has been divided. FFHL is hoping that through this yearly march, consciousnesses will be raised in regards to the reality that they are living in while at the same time strengthening their identity. The Children March for Peace took place on Saturday, December 21, 2008 where some 200 children were bused into Bethlehem at the checkpoint by special permission from the Israeli Military authorities. At 3:00 p.m., some 200 children, including some 20 adult staffers from Jerusalem, began the march with great fanfare, music and singing to meet the 350 children from Bethlehem. Some of the children were carrying signs both in Arabic and English with simple words such as fraternity, love, forgiveness, understanding, tranquility and friendship. Each of the children was carrying balloons followed by a 60 foot Palestinian flag. The march was lead by Fr. Ibrahim Faltas, Director of Children without Borders, Fr. Samuel Fayim, Pastor of the Church of the Nativity, and Fr. Peter Vasko, President of FFHL. As the two groups of children met near Manager Square, Fr. Pizzaballa, Custos of the Holy Land, Mrs. Dabais, Minister of Tourism for the P.A., and Mayor Batarseh of Bethlehem greeted the children amidst hundreds of local spectators. The children of Bethlehem then gave bags of chocolate and sweets to the children of Bethlehem. A small ceremony followed where speeches of peace and hope were made by the children of Jerusalem to the children of Bethlehem in various languages. FFHL dedication of ‘memorial hall’ in Bethlehem On December l8, 2008, Fr. Pierbattista Pizzaballa, Custos and Chairman of FFHL, dedicated the new Memorial Hall at the Church of the Nativity in Bethlehem amidst a large gathering of local parishioners and civic dignitaries. The Hall has been under renovations for the last six months and was recently opened. Its walls are beautifully paneled in mahogany and houses hundreds of plaques paid for by those wishing to have their name or the names of their loved one’s marked in perpetuity along its walls. In the center of the room lies a beautiful mahogany altar holding a large leather bound book called the Book of Remembrance where individuals can in perpetuity also place their names or of others in this massive which is covered by a glass case. At the ribbon cutting ceremony, Fr. Custos was accompanied by the Mayor of Bethlehem together with Mr. Levy and Mr. Shemesh. Fr. Custos then blessed the entire compound. In his address, Fr. Custos stated that this new Memorial Hall, was a great achievement for the Custody’s foundation (FFHL) as yet another means of 190 raising funding for the many projects and programs that FFHL has been implementing to help stem the exodus of our local Christians. Fr. Samuel Fayim, Pastor of the Church of the Nativity, then stated how pleased he was with this project which began under Fr. Amjad Sabbara, former pastor of Bethlehem and that it was a wonderful opportunity for fellow Catholics as well as fellow Christians to have the possibility of memorializing one’s name near the place of Christ’s birth. Fr. Peter, President of FFHL concluded the ceremony by thanking those who came for the dedication and for Fr. Custos who gave his approval for this endeavor. Lastly, Fr. Peter thanked Mr. Ronny Levy, his business colleague and personal assistant at FFHL for overseeing the project to its completion and for Mr. Avi Shemesh and Mr. Doron Halpern of Nativity Holy Land, Ltd for their important work of fully financing this project. “Cradling Christianity” Benefit Dinner for FFHL The Third Annual Cradling Christianity Benefit Dinner took place in Columbus, Ohio this past fall at St. Andrew Parish Center. A thanksgiving mass was initially concelebrated with priests from the diocese and with the Most Reverend Thomas J. Paprocki, DD, Auxiliary of Chicago presiding. After mass, the event began with cocktails and a silent auction at the Center. Towards the end of the dinner, Mr. Gene Alfonsi, co-chairperson for the dinner called upon the Guest Speaker for the evening, His Excellency, Bishop Paprocki. In his talk, Bishop Paprocki spoke about the importance of making a pilgrimage to the Holy Land and how it can enhance our Christian faith and spirituality. He also stressed the importance of interacting with the local Catholic/Christian faithful when one is over there. They need to be given a sense of hope and dignity as well as solidarity in their crisis that they are now facing- the crisis of the on-going emigration of the young Christians from this land. He praise the Franciscans in the Holy Land and their foundation (FFHL) for taking up the challenge of not only bringing awareness of this problem to the faithful of the United States but in actually providing the needed motivation for those young Christians to remain through various programs in the fields of education, job opportunities and housing. He also thanked that initial group of pilgrims who went to the Holy Land, saw the problems facing the Christian population first hand and began to organize this worthwhile endeavor called Cradling Christianity so as to bring about awareness to the Catholic and Christian faithful in the Columbus region. Before the evening was over, Fr. Peter Vasko, President of FFHL, thanked Bishop Paprocki for his remarks and for the 200+ participants for this evening’s event. He also thanked the major sponsors and underwriters who were so generous in their support of this important mission as well as the Co Chairpersons for this event, Mr. 191 and Mrs. Gene Alfonsi and their planning committee who spent many long hours of dedication and hard work. The planning committee consisted of Monica and Don Brown, Susan and Charles Hickey, Elizabeth and John Roach, Norma and Walter Johanni, Ardith and Chuck Mers, Jan and Foster Moffo, Julie and Andrew Naporano, Shirley and James Powers, Libby and Dick Steadman and Fran and Ken Weise. 192 Indice Dalla Curia Generalizia 3 Approvazione dei nuovi Statuti particolari della Custodia 3 8 novembre: celebrazione del Beato Giovani Duns Scoto: Omelia del Ministro Generale fra José Rodríguez Carballo ofm al Getsemani 4 Nomina di fra G. Claudio Bottini a Decano dello SFB 6 Nomina di fra Najib Ibrahim a Moderatore dello STJ 7 Approvazione della nuova Ratio Formationis Custodiæ 8 Dai Capi delle Chiese di Gerusalemme 9 Messaggio di Natale 9 Statement by the Patriarchs and Heads of the Churches in Jerusalem On the current devastating situation in Gaza 11 Dalla Curia Custodiale Dal Discretorio del 1-6 luglio - Gerusalemme/San Salvatore Lettera del Custode dopo il Discretorio di fine anno Dal Discreorio del 10 e 18 settembre - Gerusalemme/San Salvatore Dal Discretorio del 23 ottobre - Emmaus Dal Discretorio del 4 dicembre - Nazareth Nuovo missionario Vestizioni Professione semplice Professioni Solenni Ordinazioni diaconali Ordinazioni sacerdotali Uscita dal postulandato Uscita dal noviziato Uscita dall’Ordine Omelia del Custode per la professione solenne: 11 ottobre Esercizi spirituali annuali Depliants della Custodia nei santuari Pellegrinaggio al Giordano Nomina per il Sinodo dei Vescovi Visitatore per la Giordania, Libano e Siria Lettera ai professi solenni che si preparano agli ordini sacri Programma di Formazione Permanente per l’anno 2008-2009 Formazione in Custodia Messaggio di Natale del Padre Custode di Terra Santa Nuovi Commissari o Commissariati di Terra Santa Apertura di un nuovo Commissariato Chiusura di un Commissariato Agenda del Custode Resoconto delle varie Segreterie per il Discretorio di fine anno Segretario per la Formazione e gli Studi Formazione permanente 13 13 15 19 20 21 21 22 22 22 23 23 23 23 23 23 27 28 29 31 31 32 34 38 41 42 43 43 44 46 46 51 193 Segreteria per l’Evangelizzazione Segreteria dei Luoghi Santi Franciscan Multimedia Center Il sito internet della Custodia La rivista araba La rivista francese 53 61 72 74 76 76 Formazione permanente 78 Incontri di formazione permanente locali o zonali: Sussidi per la riflessione personale e comunitaria 78 Incontro del mese di dicembre 2008 78 Statistiche della Custodia di Terra Santa 81 Sorella Morte Fra Agostino (Vito Giovanni) Lovecchio ofm Fra Kevin Kidd ofm Fra Luis Ángel de la Fuente ofm fra Michele Piccirillo ofm signor Joseph Patrick Doyle Fra Eugenio (Cesare) Tonini ofm 85 85 86 87 87 89 89 Cronaca custodiale 91 La professione solenne di fra Pierre Richa in Libano 91 Il Presidente della Repubblica di Malta decorato della medaglia d’oro del pellegrino. 92 Benedizione dei nuovi appartamenti di Tripoli (Libano) 93 Visita di Gordon Brown, Primo Ministro della Gran Bretagna, a Betlemme 93 Betlemme e Statu quo 94 Fra Shadi Bader ofm, sacerdote in Giordania 95 Marcia francescana in Terra Santa 95 Convento di San Paolo Apostolo in Maarrat-Saidnaya 96 I Ponti di Petra 98 La Marcia francescana 2008 in Libano 99 La quarta marcia francescana in Siria 101 Parlamentari italiani pellegrini in Terra Santa 102 Uno sguardo diverso e particolare su Giaffa-Tel Aviv 104 L’esaltazione della Santa Croce sotto una nuova luce 105 Tre mesi di fraternità nel convento di Latachieh 107 Cinque giorni di esperienza francescana a Knayeh 107 Una festa per vivificare l’attrattiva per Cristo e san Francesco 107 Inaugurazione della nuova cappella del Collegio di Amman, Giordania 108 Celebrazione del 60º di ordinazione di fra Giuseppe Incelli 108 Professioni solenni: l’Amore di Dio li ha chiamati 112 Festa nazionale spagnola: problematiche circa i valori religiosi 113 Presidente FIFA a Betlemme 114 Il Card. Zen, vescovo di Hong Kong, ha presieduto il pellegrinaggio al Giordano114 Abbiamo conosciuto la tomba di fra Michele Piccirillo 115 Grandi lavori a San Salvatore: L’infermeria 118 Il carisma francescano in tempo di cambiamento epocale 119 194 La Custodia ha celebrato il settecentesimo anniversario della morte del beato Giovanni Duns Scoto 121 Una Domus Ecclesiæ a Kfar Shemhariahu (Herzelia) 122 Gli ulivi del Getsemani sono pieni di vita 123 I cattolici di Terra Santa, latini e orientali, uniti in una stessa preghiera 125 Esercizi spirituali della Conferenza Episcopale del Cile in Terra Santa 126 Un Eucaristia di Ringraziamento per fra Michele Piccirillo 127 Consiglio Internazionale dei Formatori dell’Ordine francescano 128 Nazareth: inaugurazione del nuovo centro parrocchiale 129 Visita del presidente della repubblica italiana a Betlemme 131 I francescani di Terra Santa rinnovano tutti insieme i loro voti 132 Visita pastorale a Tiro e Deir Mimas 133 Il ciclo di Natale inaugurato a Betlemme 134 Giornata di studio sui francescani in Terra Santa per 2 istituti di cultura israeliani136 Catechesi a Gerusalemme 138 La Madonna di Guadalupe festeggiata a Gerusalemme 140 Il Custode ha aiutato Babbo Natale a Betlemme 141 Mons. Fouad Twal, conferma la visita del Papa in Terra Santa 142 Le celebrazioni di Natale sono iniziate con l’entrata solenne del Patriarca Fouad Twal a Betlemme 144 È Natale a Betlemme, qui e ora 145 I ragazzi della scuola secondaria feteggiano il Natale 145 Festa di Santo Stefano: pellegrinaggio al luogo del suo martirio 147 Ordinazioni diaconali a San Salvatore 141 Fra Michele Piccirillo ofm in memoriam Necrologio ufficiale del decesso Lettere di condoglianze Le parole del Padre Custode all’inizio della liturgia funebre: Roma Omelia di fra Frédéric Manns al funerale: Roma Omelia di fra Claudio Bottini durante la Messa nel trigesimo Padre Piccirillo, l’archeologo francescano del Monte Nebo Grazie Michele Omelia funeraria di S.B. F. Twal per il funerale di fra Michele Piccirillo 150 150 150 157 158 161 167 171 175 Indice 193 Varia 177 Nuova sede del Vicariato apostolico di Aleppo 177 Fra Louis Bohte partecipa all’incontro GPIC a Nairobi 178 Intervista del Custode: lo scandalo della rissa tra cristiani al Santo Sepolcro 181 Giaffa: I giovani della parrocchia aiutano a costruire due case nelle Filippine 182 Notizie dal romitaggio del Getsemani 184 Dalle nostre consorelle Clarisse di Gerusalemme 185 La Terra Santa a Montefalco 186 Da Rodi, un bilancio del 2008 accompagna gli auguri di Natale di fra John Luke188 FFHL’s First Annual ‘Children Peace March’ to Bethlehem 189 FFHL dedication of ‘memorial hall’ in Bethlehem 190 Cradling Christianity Benefit Dinner for FFHL 191 195