tutti sull`arca per una nuova avventura!
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tutti sull`arca per una nuova avventura!
“TUTTI SULL’ARCA PER UNA NUOVA AVVENTURA!” Lettera di benevenuto a tutti i genitori de L’arca di Noè “Buongiorno, ho letto il volantino che mi hanno consegnato all’uscita della scuola: vorrei qualche informazione sul minibasket!” A volte comincia tutto così, una semplice telefonata. Eppure quel gesto apparentemente banale può rappresentare l’inizio di una storia…di un’avventura nuova che segna l’approssimarsi di un intrecciare di esperienze e rapporti nuovi per quei bambini che avranno l’opportunità di salire sull’Arca per giocare al Minibasket. Ma quali sono le prime dinamiche che si muovono e con le quali necessariamente occorre fare i conti ogni anno? Semplice! Un bambino con delle aspettative, a volte chiare ed altre volte confuse, una mescolanza tra desiderio di divertimento, paura di doversi confrontare con nuovi coetanei, nuovi insegnanti, l’incertezza di “saper fare” e di non essere “di meno” degli altri, l’ansia, a volte, di non scontentare quei genitori che hanno già deciso di ipotecare la carriera da “campione” per i propri piccoli. Ma non è tutto. Infatti, poi, ci siamo noi, quelli de L’Arca di Noè, e soprattutto loro, gli Istruttori, quelli che accompagneranno per mano i bambini che avrete deciso di affidarci. Anche per loro una preoccupazione: quella di rispondere alle aspettative dei bambini, le stesse che accennavamo prima, e ai bisogni reali che essi manifesteranno. L’esperienza di quasi vent’anni di attività ci insegna che spesso, ma potremmo anche affermare “sempre” c’è un bisogno che è comune a tutti e che viene prima di tutti gli altri bisogni e che non è legato alla preoccupazione di riuscire a fare dieci o cento canestri, e che non è quello di vincere dieci o cento partite, eppure dalla risposta ad esso è possibile vivere tutto con più consapevolezza e da protagonisti. E’ il bisogno di essere voluti bene, di essere presi sul serio non a partire dal numero dei canestri che si fanno ma per quello che si è. E’ la possibilità di mettere in moto la “libertà” e la diversità di risposta di ogni bambino. Partendo da questo tutto è possibile costruire…anche un vero campione. Non è quindi la quantità di esercizi impartiti, non è la durezza o meno dell’istruttore che altrimenti correrebbe il serio rischio di trasformarsi in “addestratore”, che determina la riuscita del futuro giocatore, ma è soprattutto quello di dare l’opportunità ai bambini di appropriarsi di ciò che imparano e quindi verificare continuamente ciò che imparano per capirlo veramente. E quindi è dentro il tentativo di rispondere al manifestarsi di questo bisogno, per come sopra accennato, che si riconosce la validità e l’efficacia del processo educativo che si innesca attraverso lo strumento del minibasket. “Educare giocando”: questa è la pretesa, la sfida che pone oggi il minibasket a tutti coloro che sono implicati in esso (istruttori, genitori, bambini, dirigenti, ecc.), così come ribadito ultimamente da Maurizio Cremonini, responsabile nazionale del “settore minibasket e scuola” della Federazione Italiana Pallacanestro. E’ a partire da questo che giornalmente ci sentiamo giudicati nelle cose che facciamo. Naturalmente, non deve essere perso d’occhio il fatto che, comunque, tutto ciò non può essere visto come uno scollamento dall’obiettivo di favorire la crescita di ragazzi che s’innamorino prima del “gioco sport” minibasket ma, come inevitabile conseguenza, anche della “Pallacanestro”. Ciò, coscienti che rimane affidata a noi la responsabilità di riconoscere che sia quanto meno opportuno che arrivino a quel punto con le capacità motorie e psicofisiche consone a continuare il percorso di crescita sportiva. E’ con questo spirito che ci accingiamo a vivere questa nuova stagione sportiva nella speranza che possiamo soddisfare le esigenze di tutti e scontentare meno persone possibili. Buon divertimento. Il Presidente Maurizio Bellia