Rassegna stampa

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10 ottobre 2016
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INDICE
ANICA - ANICA CITAZIONI
06/10/2016 www.e-duesse.it 19:34
Anica, soddisfazione per l'ok del Senato alla DDL cinema
7
07/10/2016 hitechweb.info 09:58
Il Senato approva il ddl Cinema
8
06/10/2016 www.cinemaitaliano.info 19:38
ANICA: grande soddisfazione per il voto al Senato sul ddl Cinema e audiovisivo
9
09/10/2016 Il Messaggero - Nazionale
Più risorse per il cinema
10
10/10/2016 DailyMedia
Mercato Festa del Cinema di Roma: Gene Kelly "testimonial" 2016; Pomilio Blumm
si aggiudica il bando per il MIA
11
ANICA - ANICA SCENARIO
10/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale
«La mia Bovary delle borgate romane»
13
10/10/2016 La Repubblica - Nazionale
Spielberg, il grande patto con la Cina
15
10/10/2016 Il Messaggero - Nazionale
Come conquistare i cinema cinesi con tre storie e un fiume di "Caffè"
16
09/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale
E dall'«Inferno» di Firenze spunta la legge per il cinema
18
09/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale
«Domani», il documentario ecologista che non annoia
20
08/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Il film della discordia
22
08/10/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Oyelowo accusa: il cinema inglese dimentica noi neri
24
10/10/2016 Corriere Economia
Lux Vide L'eredità di Bernabei E l'idea di un socio industriale
25
10/10/2016 Corriere Economia
Streaming Telefonino, la nuova tivù
27
09/10/2016 Corriere della Sera - La Lettura
Il Piccolo fiore va alla Grande guerra
29
09/10/2016 Corriere della Sera - La Lettura
Imprenditori locali e leggi amiche Brescia vuole tornare un set
31
09/10/2016 Il Sole 24 Ore
IL CINEMA CHE CI RESTA DA VENEZIA
32
09/10/2016 Il Sole 24 Ore
Da Venezia senza amore
34
08/10/2016 La Repubblica - Nazionale
Warren Beatty
36
09/10/2016 L'Espresso
La libertà di essere Stone
38
10/10/2016 La Stampa - Nazionale
Castellitto: "Macché futuribile il 3D è già una storia vintage"
42
09/10/2016 La Stampa - Nazionale
Matteo affronta l'Inferno a casa sua Serata speciale con Dan Brown
43
09/10/2016 La Stampa - Nazionale
"In versione Iena o da karaoke svelo di me il lato più infantile"
44
08/10/2016 La Stampa - Nazionale
Mastronardi "Woody Allen ha convinto mio papà a farmi fare l'attrice"
45
10/10/2016 Il Messaggero - Nazionale
La casa di Sordi si apre alla città prima i concerti poi la villa-museo
47
10/10/2016 Il Messaggero - Nazionale
Westworld il mondo dei robot
49
08/10/2016 Il Messaggero - Nazionale
Werner Herzog «Per il mio film sui vulcani ho scelto Roma»
50
08/10/2016 Il Fatto Quotidiano
" Finalmente la tv ha imparato a fare a meno del bene "
51
10/10/2016 Il Tempo - Nazionale
Anthony Hopkins in cerca di giustizia nel thriller «Go with me»
53
08/10/2016 Il Tempo - Nazionale
La Orlandi, i misteri e ora il film Famiglia Cristiana non ci sta
54
10/10/2016 Corriere di Viterbo
Apre una scuola per attori in erba
56
ANICA WEB - ANICA WEB
07/10/2016 www.adnkronos.com 15:44
Torna il cinema a 2 euro, mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento
58
06/10/2016 www.cinematografo.it 12:57
Due euro un film
59
09/10/2016 Il Mattino - Nazionale
Torna il cinema a due euro di mercoledì
60
09/10/2016 Il Tempo - Nazionale
Mercoledì al cinema a soli 2 euro
61
08/10/2016 www.ilvelino.it 12:58
Mibact, torna mercoledì 12 ottobre l'appuntamento con Cinema2day
62
09/10/2016 Corriere Adriatico - Ascoli
I musei aprono le porte alle famiglie
63
09/10/2016 Eco di Bergamo
Mercoledì «Cinema2day»
64
07/10/2016 www.liberoquotidiano.it 15:30
Cinema: il 12/10 torna ingresso a 2 euro; Mibact, grande successo
65
08/10/2016 www.e-duesse.it 16:16
Cinema2Day, verso il secondo appuntamento
66
08/10/2016 www.milanotoday.it 02:29
Mercoledì 12 ottobre torna il cinema a 2 euro: ecco tutte le sale che aderiscono
all'iniziativa
67
07/10/2016 www.politicamentecorretto.com 09:56
CINEMA: MERCOLEDÌ 12 OTTOBRE TORNA CINEMA2DAY, IN SALA A DUE EURO
3.000 cinema coinvolti in tutta Italia. Tutte le info su www.cinema2day.it
68
07/10/2016 askanews.it 15:18
Mibact: mercoledì 12 secondo appuntamento con Cinema2day
69
08/10/2016 corrierequotidiano.it
Mercoledì II appuntamento col cinema a 2 euro
70
06/10/2016 rbcasting.com 11:52
Cinema2Day torna il 12 ottobre, vai al cinema a 2 euro ogni secondo mercoledì del
mese
71
07/10/2016 spettacoli.tiscali.it 15:44
Mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento con il cinema a 2 euro
72
08/10/2016 www.radiowebitalia.it 11:32
Cinema2day: mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento
73
ANICA - ANICA CITAZIONI
5 articoli
06/10/2016 19:34
Sito Web
www.e-duesse.it
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Anica , soddisfazione per l'ok del Senato alla DDL cinema
pagerank: 5
06/10/2016 19:34
Per l'associazione delle industrie audiovisive, è la dimostrazione che il settore è centrale per il Paese
L'approvazione del DDL cinema in Senato ha suscitato approvazione nel mondo associativo. "Anica
esprime grandissima soddisfazione per il voto di oggi in Senato sul disegno di legge di riforma del sistema
cinematografico e audiovisivo. La discussione articolata ed esaustiva e il voto favorevole a così ampia
maggioranza (solo 6 i voti contrari, ndr) indicano quanto il settore sia considerato centrale e strategico per il
Paese da tutte le forze politiche. Una coesione di intenti e di obiettivi che l'industria apprezza e che fa
propria, confidando in una rapida conversione del testo in Legge."
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
7
07/10/2016 09:58
Sito Web
hitechweb.info
diffusione:2
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Il Senato approva il ddl Cinema
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07 ottobre 2016
9:58
Il Senato approva il ddl Cinema
Roma - Il disegno di legge Cinema ha ricevuto ieri il via libera del Senato. Il ddl, collegato alla manovra
finanziaria, è stato approvato dall'aula di Palazzo Madama con 145 sì, 6 no e 30 astenuti. Ora passa
all'esame della Camera dei Deputati. Tra i provvedimenti contenuti nel testo, predisposto dalla senatrice del
Pd Rosa Maria Di Giorgi, particolarmente rilevante è il nuovo Fondo per il cinema e l'audiovisivo di 400
milioni l'anno, a fronte degli attuali 260 milioni. Il ddl prevede inoltre il riordino del sistema dei crediti
d'imposta, una sezione speciale presso il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese e
l'istituzione del Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo. Soddisfazione per il voto in Senato è stata
espressa da Anica, che in una nota ha sottolineato "una coesione di intenti e di obiettivi che l'industria
apprezza e che fa propria, confidando in una rapida conversione del testo in legge", e dal ministro dei Beni
culturali Dario Franceschini, che ha sottolineato come questa legge sia "attesa da qualche decennio nel
mondo del cinema".
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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06/10/2016 19:38
Sito Web
www.cinemaitaliano.info
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ANICA : grande soddisfazione per il voto al Senato sul ddl Cinema e
audiovisivo
pagerank: 2
ANICA esprime grandissima soddisfazione per il voto di oggi in Senato sul disegno di legge di riforma del
sistema cinematografico e audiovisivo. La discussione articolata ed esaustiva e il voto favorevole a così
ampia maggioranza indicano quanto il settore sia considerato centrale e strategico per il Paese da tutte le
forze politiche. Una coesione di intenti e di obiettivi che l'industria apprezza e che fa propria, confidando in
una rapida conversione del testo in Legge.
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
9
09/10/2016
Pag. 27
diffusione:123081
tiratura:170229
Più risorse per il cinema
Prima della presentazione di "Inferno" a Firenze Renzi e Franceschini illustrano la nuova legge per il
settore: raddoppiato il fondo a disposizione, meccanismi automatici di assegnazione
Gl. S.
uel grande progetto di una legge sul cinema organica non è più un sogno ma una realtà». Lo ha detto il
premier Matteo Renzi illustrando a Firenze, insieme con il ministro Dario Franceschini, la nuova legge sul
cinema che, dopo l'approvazione al Senato (145 sì, 6 no e 30 astenuti) è ora più vicina al varo definitivo: il
testo torna alla Camera dove, si spera, dovrebbe venire approvato prima della legge di bilancio. «Sembrava
un sogno difficile da realizzare. Ora ha detto Renzi - siamo ad un passo dall'approvazione. Non c'è ancora
il bicameralismo non paritario.... ma in qualche settimana la legge sarà approvata». E cosa prevede questa
riforma che il cinema attendeva dal lontano 1965? Innanzitutto le risorse per il settore appaiono pressoché
raddoppiate: nasce un fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo, che non potrà
mai scendere sotto i 400 milioni ed è destinato a sostenere interventi nel settore attraverso incentivi fiscali e
contributi automatici (vengono abolite le commissioni ministeriali, fino a ieri incaricate di attribuire i
finanziamenti) che unificano le attuali risorse del Fus Cinema e del Tax Credit. I meccanismi di questo
fondo, ha detto il premier, «superano la commissione e si basano su un automatismo per chi rispetta certi
requisiti». «È una logica che sta segnando tutta l'attività del governo - ha precisato - un meccanismo che
supera quello degli amici degli amici, non daremo soldi ai filmacci». «Il miliardo creato dai 170 milioni di tax
credit - ha detto invece Franceschini - é andato talmente bene che l'anno scorso abbiamo dovuto integrarlo
e anche quest'anno avremo la stessa situazione». INCENTIVI Una quota del fondo (tra il 15 e il 18%)
sosterrà ogni anno le opere prime e seconde, giovani autori, start up, piccole sale, festival e rassegne di
qualità, i contributi per Biennale di Venezia, Istituto Luce- Cinecittà e Centro Sperimentale di
Cinematografia. Verranno potenziati il credito d'imposta, gli incentivi per chi investe nella produzione e per
le nuove sale (120 milioni in 5 anni). Nasce il Consiglio superiore per cinema e audiovisivo composto di 11
membri. E verrà, dopo decenni, abolita la censura di Stato: i film non verranno più valutati da commissioni
ministeriali, ma la legge delega il governo a definire un nuovo sistema di classificazione che responsabilizzi
i produttori e i distributori, salvo punire gli abusi. La relatrice Rosa Maria Di Giorgi, che si è spesa tanto per
la legge, parla di riforma che «modernizzerà il comparto». Soddisfatti Anica, Agis, Anec e Fice, le
associazioni di settore. «Finalmente una legge di sistema per il cinema» applaude il produttore di Cattleya
Riccardo Tozzi, presidente dell'Anica. Ma le critiche non sono mancate: da parte di Sel («contenuti non
all'altezza»), M5s («l'ennesimo regalo ai big»). L'Anac, l'associazione degli autori, chiede più risorse per il
cinema di qualità e auspica correttivi.
400
15-18
120 In milioni, la dotazione del fondo previsto dalla legge sul settore che dovrà sostenere interventi La
percentuale del fondo che sosterrà ogni anno le opere prime e seconde, i festival di qualità I milioni di euro
in 5 anni destinati a incentivi per chi investe nella produzione e nelle nuove sale
Foto: Gianfranco Rosi durante le riprese di Fuocoammare, candidato italiano all'Oscar
Foto: IL PREMIER: «NON DAREMO SOLDI AI FILMACCI» VICINA L'APPROVAZIONE: DOPO IL SÌ DEL
SENATO IL TESTO PASSA ALLA CAMERA
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
10
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LA RIFORMA
10/10/2016
Pag. 14
L'organizzazione della rassegna, che si svolge dal 13 al 26 ottobre, ha ideato la campagna in OOH intorno
a una popolare immagine del celebre attore, mentre lo sviluppo dello spot è a cura di Sabina Leoni.
L'assegnazione di quella a sostegno del Mercato Internazionale dell'Audiovisivo è avvenuta dopo una gara
a cinque
Vittorio Parazzoli
La comunicazione dell'undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, prodotta dalla Fondazione
Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis e che si svolgerà dal 13 al 23 ottobre 2016 presso
l'Auditorium Parco della Musica e in altri luoghi della capitale, celebrerà la leggerezza, la forza e la fantasia
di Gene Kelly, a vent'anni dalla scomparsa. L'artista americano, che ha lasciato un segno indelebile nella
storia della settima arte grazie al suo immenso talento e alla sua incredibile versatilità, è il protagonista
della nuova campagna del Festival, "subentrando" a Virna Lisi, "testimonial" dell'edizione 2015.
L'immagine, scelta direttamente dal team di comunicazione interna dell'organizzazione guidato da Serena
Parpaglioni, viene declinata su dinamica e statica e nei cinema e sul web con uno spot in partenza nei
prossimi giorni che sviluppa in modo dinamico la citata immagine. L'ideazione del video è a cura di Sabina
Leoni, la creativa romana che, dopo quella di qualche anno fa, ha firmato anche lo spot dell'edizione 2015.
Si tratta di uno scatto del fotografo di LIFE magazine J. R. Eyerman, che cattura un istante magico sul set
di "Singin' in the Rain", durante le prove di una delle scene più memorabili del film: nel corso di una festa,
Kelly immagina di danzare con Cyd Charisse e la foto ritrae, con grazia e armonia, il loro incontro onirico.
Per la comunicazione del MIA - Mercato Internazionale dell'Audiovisivo, è invece stata scelta Pomilio
Blumm al termine di una gara a 5, per un valore d'appalto di circa 70.000 euro. Il MIA si terrà dal 20 al 24
ottobre, ed è una vera e propria piattaforma per far convergere domanda e offerta e potenziare il "sistema
Italia" tra coproduzioni ed esportazioni, che vede coinvolte tutte le realtà più consolidate e attive del
panorama produttivo e distributivo italiano: Anica, Fondazione Cinema per Roma, Agorà e APT
(Associazione Produttori Televisivi). MIA si svolge alle Terme di Diocleziano e in altre location romane.
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Mercato Festa del Cinema di Roma: Gene Kelly "testimonial" 2016;
Pomilio Blumm si aggiudica il bando per il MIA
ANICA - ANICA SCENARIO
26 articoli
10/10/2016
Pag. 35
diffusione:256969
tiratura:369226
«La mia Bovary delle borgate romane»
Castellitto regista di «Fortunata»: una storia d'amore piena di conflitti profondamente attuale Il film è tratto
da un racconto di mia moglie Margaret Mazzantini dove i maschi non ci fanno una grande figura
Stefania Ulivi
ROMA Le arcate dell'acquedotto Alessandrino, una fila di cipressi centenari, un murale con il volto di
Stefano Cucchi, palazzi degli anni Trenta e abusi edilizi recenti. È nel triangolo tra via Casilina, via
Torpignattara, e Parco Sangalli, in quella Roma che non cancella le tracce degli imperatori né delle borgate
narrate da Pasolini mescolandoli alla stratificazione edilizia e esistenziale, che Sergio Castellitto sta girando
il suo film Fortunata , scritto dalla moglie Margaret Mazzantini.
Fortunata è Jasmine Trinca, in versione bionda con le mèches , trentacinquenne separata con una figlia
(Nicole Centanni) e il sogno di aprire il suo negozio di parrucchiera che per amore rischia di perdere tutto.
«L'ex marito la perseguita, è uno stalker - racconta Castellitto -. Lei desidera affrancarsi, diventare
indipendente economicamente. Ma liberarsi è un cammino più complicato. Una Bovary di periferia alle
prese con complicazioni dei sentimenti e della psiche». Con Jasmine Trinca aveva già lavorato in Nessuno
si salva da solo («Una persona speciale, la mia Gelsomina»).
Si gira in un ristorante cinese dove, attorno a un grande tavolo rotondo, si ritrovano gli interpreti della storia.
L'occasione è la festa di compleanno della mamma di un amico tossico di Fortunata, Chicano, un
Alessandro Borghi con capelli lunghi fino a metà schiena e il volto della mamma tatuato sul braccio: è
Hanna Schygulla, nel film ex attrice malata di Alzheimer («ho capito che era dei nostri la prima sera che l'ho
portata a cena e ha ordinato con gran piglio: 'Amatriciana'», scherza il regista). C'è Stefano Accorsi, lo
psicoterapeuta che ha in cura la bambina ma che ha colpito al cuore la madre. E ci sono le amiche della
protagonista, «il coro delle coatte». Manca Edoardo Pesce, l'ex marito.
La storia è nata da un racconto inedito di Margaret Mazzantini. «Ci siamo accorti della sua attualità non
cronachistica ma profonda. La nostra scommessa è fare un film emotivo, disturbante e pure romantico. Si
sente che è stato scritto da una donna». È, ma non solo, una storia d'amore. «Tra uomo e donna e anche
tra madre e figlia. L'amore è interessante se vive dentro ai conflitti non nell'armonia. Come fare Bergman a
Torpignattara», scherza, ma non troppo, Castellitto. «Certi temi sembra debbano essere proprietà
intellettuale e emotiva solo di una certa borghesia, invece qui ci sono segreti, sofferenze. E anche delitti».
Prodotto da Indigo Film e HT Film uscirà in primavera, distribuito da Universal. «I maschi non ci fanno una
grande figura - racconta in una pausa tra i ciak -. Ma i personaggi sono quasi tutti orfani. Chicano non sa
chi sia il padre, neanche lo psicoterapeuta, lei non ha conosciuto la madre. Sono persone che fanno fatica
a sapere chi sono». L'ambientazione romana è molto forte. «Sono felice di girare in questa strana provincia
di periferia. Un condominio fascista del 1930, l'acquedotto romano, un piazzale di cemento armato, il
murale di Cucchi. Icone della cronaca recente, segni del passato». Uno dei quartieri meta dell'immigrazione
italiana degli anni Cinquanta dal sud e dal centro, dall'Abruzzo. «Da cui è venuta anche la mia famiglia.
Oggi popolato da cinesi, bengalesi, arabi, un mondo mescolato. Ci trovi una "perbenità" profonda, antidoto
al perbenismo imperante».
Un luogo, racconta il regista - pronto a girare da attore con Margherita Buy Piccoli crimini coniugali diretti da
Alex Infascelli e la terza stagione di In treatment - , nutrito da forte romanità. «L'anima di Roma è come
specchio andato in mille pezzi, migliaia di anime esacerbate, spappolate, frantumate tra di loro. Roma è
una specie di magazzino che nessuno mette a posto, una specie di cantina a cielo aperto che nessuno
vuole sistemare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'anticipazione
10/10/2016
Pag. 35
diffusione:256969
tiratura:369226
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il cast
Jasmine Trinca e Stefano Accorsi (nelle foto) sono tra i protagonisti
del film «Fortunata» diretto da Sergio Castellitto
Nel cast anche Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla e la piccola Nicole Centanni
Foto: Sul set Sergio Castellitto con la piccola Nicole Centanni durante le riprese del suo nuovo film
«Fortunata»
10/10/2016
Pag. 33
diffusione:251862
tiratura:369812
Spielberg, il grande patto con la Cina
L'annuncio: il gruppo Alibaba di Jack Ma entra nella società di produzione del regista Usa
ANGELO AQUARO
PECHINO TELEFONO, Cina. È Hollywood che sbarca a Pechino o Pechino che invade Hollywood? Il
matrimonio tra Steven Spielberg, il regista di E.T. e tanti successi da Oscar, e Jack Ma, il padrone di
Alibaba, è già storia, e non solo del cinema. I termini non sono ancora noti ma è Alibaba Pictures Group
entrerà in Amblin Partners, la società del regista che ha inglobato la mitica DreamWorks, fondata vent'anni
fa per liberare Hollywood dalla schiavitù delle major e poi travolta da una serie di vicissitudini finanziarie.
Oggi, finalmente, il regista di Amistad, il film che raccontava la tratta degli schiavi, ha spezzato le catene:
grazie ai miliardi dei cinesi che siederanno nel consiglio d'amministrazione soccorrendo una creatura che si
regge su 800 milioni di prestiti. «Possiamo portare più Cina in America e più America in Cina», ha detto
Spielberg volato a Pechino per l'uscita di Il GGG - Il grande gigante gentile, il film tratto dal romanzo di
Roald Dahl, che però al botteghino Usa non è riuscito a recuperare i costi. «Io non vedo nessuna differenza
di valore tra Oriente e Occidente», gli ha risposto il suo salvatore: «A parte il fatto che l'Occidente sa
raccontare le storie meglio».
All'Oriente toccherà soltanto venderle? Non proprio. Il mercato cinese è già il secondo al mondo dietro agli
Usa, 6,8 miliardi di dollari contro 11,1, con il piccolo particolare che l'America rallenta mentre qui siamo
balzati del 49%. L'accordo prevede adesso la realizzazione «tra i 6 e i 9» film all'anno: destinati al mercato
cinese, ma anche a quello Usa. Per il re dell'Amazon made in China è un sogno che si avvera. «È stata
Hollywood a darmi un sacco di ispirazione», aveva detto al principe della tv americana Charlie Rose. «E il
cinema è la cosa migliore che c'è per aiutare i cinesi a crescere». Proprio quello che teme il Congresso
Usa, che in questi giorni sta pensando a regolamentazioni più severe per impedire che Pechino si infiltri in
settori a rischio per la sicurezza nazionale: media, telecomunicazioni, aerospaziale. La sfida dell'ex prof di
inglese diventato paperone (28.9 miliardi di dollari) è anche un pugno nello stomaco di Wang Jianlin, l'ex
palazzinaro oggi a capo dell'impero di Wanda che gli ha soffiato il primato di uomo più ricco di Cina: 33.3
miliardi di dollari.
Wanda possiede la più grande catena di cinema al mondo (compresi gli americani Amc) e dopo aver
realizzato un accordo miliardario con Sony ora è in trattativa per comprarsi la Dick Clark Production che
realizza i Golden Globe. La storia della rivalità tra Jack e Jianlin è un pezzo di storia della Cina di questi
anni: anche per le accuse rivolte a entrambi di aver fatto carriera all'ombra della politica. L'uomo che sogna
i Golden Globe è stato premiato con vari riconoscimenti di partito. L'uomo che adesso è in affari con il
regista pluri-Oscar è amico del presidente Xi Jinping da quando entrambi erano due giovani emergenti e
sconosciuti.
Chi l'avrebbe mai detto: in quella lontana provincia di Zhejiang l'imprenditore lanciava la sua start up
mentre il funzionario di partito chiamava a investire Motorola, McDonald's, Citibank.
Sembra una storia da film: appunto. Dalla DreamWorks di Spielberg al "China Dream" che è diventato lo
slogan di Xi? «Il film che ho amato di più», ha confessato Jack, «è Forrest Gump. Lì ho imparato una cosa
fondamentale per il mio business. Ricordate il suo slogan? Non arrendersi mai». C'era anche quell'altro, di
slogan: stupido è chi lo stupido fa. Spielberg e gli altri sono avvisati: Telefono, Cina, essì che è Pechino che
invade Hollywood.
FOTO: ©REUTERS
Foto: L'INCONTRO Steven Spielberg e, a destra, Jack Ma durante l'annuncio a Pechino dell'accordo tra la
Amlin Partners e Alibaba Pictures Group
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
R2
10/10/2016
Pag. 23
diffusione:123081
tiratura:170229
Come conquistare i cinema cinesi con tre storie e un fiume di "Caffè"
Fabio Ferzetti
Nel 1966 Jean-Luc Godard trovò il cosmo in una tazzina di caffè. Il cucchiaino girava e nel liquido scuro
apparivano nubi, stelle, galassie, mentre la voce fuori campo sussurrava parole d'amore e di filosofia. Il film
era Due o tre cose che so di lei e quella della tazzina è una delle scene più famose della storia del cinema.
Cinquant'anni dopo l'italiano Cristiano Bortone ha fatto l'inverso. Ha preso il mondo di oggi con tutte le sue
emergenze, crisi, inquinamento, migrazioni, globalizzazione, e lo ha messo dentro una tazzina. In un film
fatto di tre storie parallele legate da un solo elemento che si intitola appunto Caffè (in sala da giovedì 13).
Dettaglio chiave: girato tra Cina, Belgio e Italia, Caffè è anche la prima coproduzione ufficiale tra Italia e
Cina. E secondo il suo autore (e produttore) dovrebbe fare da rompighiaccio nelle relazioni
cinematografiche tra il nostro paese e Pechino, sempre più affamata di storie e modelli di racconto, per
alimentare un mercato in crescita tumultuosa ma ancora molto diffidente nei confronti di tutto ciò che viene
da fuori. Le cifre parlano chiaro: con un box office da 6,78 miliardi di dollari (più 49% nel 2015), il mercato
cinese è destinato a superare quello Usa nel 2017. E se i colossi orientali come il gruppo Wanda stanno già
stringendo alleanze con le Majors, che non esitano a modificare trame e cast per compiacere il pubblico
cinese, «l'Europa ha ottime carte da giocare, purché cerchi di capire una cultura lontanissima dalle nostre»,
dice Bortone. Che parla mandarino fin dall'adolescenza e dopo Caffè ha in cantiere altre coproduzioni fra
cui un remake di Buongiorno papà, la commedia di Edoardo Leo con Raoul Bova e Marco Giallini (in
società con Lucisano). E un fantasy prodotto dai danesi ispirato alle fiabe di Andersen ma diretto da un
regista cinese CENSURA Bisogna aprirsi, rischiare, pensare ai nostri figli che vedranno un mondo
completamente diverso dal nostro», teorizza Bortone, popolarissimo in Cina grazie a un piccolo film su un
ragazzo che diventa cieco, Rosso come il cielo , che lì è stato un immenso successo. «La Storia va in
quella direzione, inutile opporsi». Ma bisogna trovare i temi e i toni. «L'idea del caffè nasce così. In Cina la
cultura del tè ha 5000 anni, ma il caffè è un simbolo di modernità. Le piantagioni dello Yunnan, come quella
in cui si svolge il segmento cinese, sono la nuova frontiera per colossi come Starbucks e Nestlè. Offrono
ottima qualità e tempi rapidi di raccolta, anche se questo crea problemi di sostenibilità, come si vede nel
film». Con cautela, per superare la censura cinese: il disastro ecologico che nella prima stesura era già
accaduto, ora è solo un rischio che il protagonista cinese affronta. «Ma spesso dialogando si trovano le
soluzioni migliori: nata per evitare la censura, la modifica paradossalmente ha vivacizzato la storia». Poi c'è
il retroterra storico-mitico del caffè. «Qui devo tutto al mio amico Roberto Ricci», sorride Bortone,
«proprietario di uno storico caffè torrefazione romano dietro il Pantheon, un'autorità in materia. Basti
ricordare che quando gli americani si staccano dall'Inghilterra, la prima cosa che fanno è buttare a mare le
balle di tè per segnare la rottura. O che il primo caffè d'Europa viene aperto a Vienna usando i sacchi di
caffè abbandonati dai turchi dopo l'assedio. Una data storica anche in questo senso». TERRORISMO Nel
film invece il peso della Storia cade sulle spalle dell'arabo immigrato in Belgio che in una notte di saccheggi
si vede rubare un'antica caffettiera d'argento. «Altra storia curiosa. Quando abbiamo scritto il film, il Belgio
non era ancora la capitale del terrorismo. Ma al momento di girare abbiamo rischiato di non farcela. La
polizia non dava il permesso di inscenare manifestazioni, temevano fossero prese per vere, o che ci
attaccassero i fondamentalisti». E quando uscirà Caffè in Cina? «In primavera probabilmente, dopo il loro
capodanno». Rigorosamente in originale con sottotitoli mentre i pubblico italiano, come quasi sempre,
sentirà italiani, fiamminghi, arabi e cinesi parlare tutti italiano. La Cina è lontana, altro che. Fabio Ferzetti
CRISTIANO BORTONE RACCONTA IL SUO FILM, PRIMA COPRODUZIONE CON PECHINO, IN SALA
IN ITALIA DA GIOVEDÌ
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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IL CASO
10/10/2016
Pag. 23
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Foto: CAFFÈ A sinistra Dario Aita, a destra Ennio Fantastichini
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09/10/2016
Pag. 37
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tiratura:369226
E dall'«Inferno» di Firenze spunta la legge per il cinema
Renzi: «Non è stata ancora approvata ma siamo vicinissimi»
Marco Gasperetti [email protected]
FIRENZE Ci sono due red carpet a illuminare la serata e la nottata più cinematografiche della storia di
Firenze. Il primo, più tradizionale, è quello che si srotola davanti al Teatro dell'Opera a due passi dalle
Cascine, il parco dove i Medici amavano cacciare, per la «prima» mondiale del film Inferno . Il secondo,
invece, allestito nella straordinaria Sala delle Udienze di Palazzo Vecchio, è lì pronto ad accogliere il
premier Matteo Renzi e il ministro Dario Franceschini per una conferenza stampa in cui si annuncia
ufficialmente la «nuova e rivoluzionaria legge» sul cinema, che a dire la verità ancora non è stata approvata
«però siamo vicinissimi dopo decenni di attesa», assicura il capo del governo.
Ma in realtà i due tappeti rossi su uniscono, se pur metaforicamente in un unico percorso ideale, perché il
film di Ron Howard tratto dal romanzo di Dan Brown (anche lui presente alla tre giorni fiorentina) sembra
essere diventato un gran bello spot non solo per il capoluogo toscano ma anche, appunto, per la nuova
normativa che verrà. Così mondanità, politica e spettacolo si fondono in un mix unico.
Pieno di annunci sfavillanti (che i detrattori chiamano effetti speciali), passerelle reali e virtuali, vip e contro
vip. Perché mentre al Teatro dell'Opera duemila invitati si preparano all'evento cinematografico dell'anno,
nel palazzone della Signoria, si racconta (come dice Renzi) una settimana straordinaria per il cinema.
«Domani a Roma (oggi per chi legge, ndr ) c'è il Giovane papa di Paolo Sorrentino - spiega il premier giovedì la "prima" della Festa del Cinema di Roma, e venerdì la presentazione di un'altra grande serie "I
Medici" che ci permette di ricordare uno straordinario uomo di tv comunicazione e di cinema: Ettore
Bernabei».
E poi, grazie alle slide elettroniche, ecco i dati sull'imminente legge con risorse pressoché raddoppiate,
meno burocrazia, stop «agli amici degli amici» e con un fondo che non potrà mai scendere sotto i 400
milioni di euro. «E meno burocrazia con criteri di selezione automatici e più efficienti», spiega Renzi.
E ancora 120 milioni per le nuove sale (e salvare quelle in disuso) e soprattutto un diverso modo di
intendere il cinema, non giocattolino, ma elemento essenziale della cultura «e uno straordinario strumento
di promozione per le città». Tanto che fu proprio Renzi, allora sindaco di Firenze, a concedere all'autore di
Inferno (che in una email inviata al Comune di Arezzo ha espresso il desiderio di voler «vedere l'Archivio
Vasariano di Arezzo») tutte le richieste per poter scrivere il proprio libro che sarebbe poi diventato film, ma
anche chiedendo e ottenendo riprese nella città del Giglio e infine la «prima» mondiale di ieri.
Che procede secondo copione. Sul red carpet sfilano il regista Ron Howard, applauditissimo (qualcuno gli
canta persino Happy Days) seguito dall'intero cast del film con Tom Hanks e Felicity Jones in testa. Non
mancano personalità del mondo della politica e dello sport. Il più applaudito è l'allenatore del Leicester,
Claudio Ranieri, che a Firenze è stato uno dei migliori mister. Un po' in ombra, invece, il collega Paulo
Sousa, l'attuale allenatore viola.
Poi, pochi minuti dopo l'inizio della proiezione, i super vip si trasferiscono in centro al museo dell'Opera del
Duomo per la cena di gala, senza però Matteo Renzi. La cena, a base di carne e pesce con servizio alla
francese, si consuma nel grande salone museale in mezzo a capolavori di Donatello e Arnoldo di Cambio,
dove è riprodotta in dimensioni reale la facciata medievale del Duomo oggi perduta. I commensali si sono
seduti su un lunghissimo tavolo di cristallo con candelabri anch'essi di cristallo. Dopo tutto questo Inferno ci
voleva un po' di Paradiso.
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Il progetto
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La «prima»
09/10/2016
Pag. 37
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Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi è tornato ieri a Firenze, a Palazzo Vecchio, con il ministro dei Beni
e le attività culturali e del turismo, Dario Franceschini per annunciare la nuova legge sul cinema Anche se
non è stata ancora approvata («però siamo vicinissimi dopo decenni di attesa», ha detto Renzi), prevede
risorse raddoppiate «e meno burocrazia con criteri di selezione automatici e più efficienti»
Foto: Red carpet Da sinistra, Tom Hanks, Felicity Jones, Ana Ularu e Omar Sy ieri sera durante la
passerella
09/10/2016
Pag. 37
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«Domani», il documentario ecologista che non annoia
Stefano Montefiori
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI Cyril, Mélanie, Alexandre, Laurent, Raphäel e Antoine partono in un viaggio intorno al mondo per
conoscere le persone che vivono e lavorano cercando di rispettare il Pianeta. I primi due sono i registi del
film, Mélanie Laurent è anche l'attrice celebre per Bastardi senza gloria di Tarantino e Il concerto di
Mihaileanu. Viaggiano dalla Francia all'India, dagli Usa alla Svezia per raccontare le storie di orticoltori bio,
educatori sperimentali, campioni delle energie alternative e studiosi delle monete locali. Il principio di base
è che «ovunque nel mondo delle soluzioni esistono».
In Francia oltre 100 mila persone hanno dato soldi per finanziare Domani , più di un milione lo hanno visto,
poi sono cominciate le proiezioni nelle scuole e i dibattiti pubblici. Un inaspettato fenomeno di società, forse
perché per una volta il futuro di agricoltura, energia, economia, democrazia e educazione viene affrontato
senza lagne. Prima che l'umanità si estingua come i dinosauri c'è molto da fare, e alcuni hanno già
cominciato.
Il suo documentario parla del futuro del Pianeta, ma si esce dal cinema fiduciosi. Era questa la sfida?
Realizzare un «feel-good movie» su un tema di solito associato alle catastrofi?
«L'analisi della realtà è in effetti piuttosto allarmante - spiega Laurent -. Quindi può paralizzarci e
rinchiuderci in un pessimismo che non è costruttivo. La nostra idea è stata quella di fare il contrario. Sì, le
cose vanno male. Che cosa possiamo fare e, soprattutto, che cosa già fanno le persone? Ridare un senso
a tutto questo è stato uno dei nostri principali obiettivi».
Qual è stata l'importanza del crowdfunding? Ha favorito la libertà del film?
«È stato fondamentale, come un punto di svolta. Le persone hanno donato così tanto e in modo così
veloce che questo ci ha dato una energia supplementare. Abbiamo avuto la libertà di fare quel che
volevamo ma ci ha dato soprattutto più soldi per andare a girare in più Paesi».
Quando le è venuto l'interesse per l'ambiente?
«Più o meno sette o otto anni fa, ho fatto degli incontri che mi hanno fatto scoprire la possibilità di
consumare in modo più responsabile, mangiare meglio... È qualcosa che è arrivato lentamente, è un
cammino lungo».
Che cosa pensa della proposta dello storico belga David Van Reybrouck, che parla del sorteggio come di
una possibile uscita alla crisi in cui versa la democrazia?
«Trovo che il suo approccio e i suoi interrogativi siano interessanti e hanno il merito di metterci di fronte alle
vere questioni. Forse il contributo dei cittadini presso gli uomini politici potrebbe apportare un po' di buon
senso. Le esperienze condotte in alcuni Paesi meritano di essere studiate da vicino».
In Francia il film ha ottenuto un successo imprevisto per un documentario. Perché, secondo lei?
«Non ce lo aspettavamo. Siamo stati sommersi dal successo intorno a questo documentario. Soprattutto
sono le iniziative nate intorno al film che ci hanno commosso. Credo che gli spettatori abbiano apprezzato il
fatto che non facciamo sentire le persone colpevoli, ma piuttosto diciamo loro che ci sono cose grandi o
piccole che si possono fare».
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Donazioni
Mélanie Laurent e Cyril Dion hanno realizzato «Domani» andando in giro per il mondo e intervistando
agricoltori e altre figure che lavorano cercando di rispettare il Pianeta È stato possibile realizzare il
documentario attraverso le donazioni di oltre 100 mila persone e già più di un milione lo ha visto: un
successo
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Successo in Francia per il lavoro di Mélanie Laurent
09/10/2016
Pag. 37
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Foto: Credo che la gente abbia apprezzato il fatto che non facciamo sentire le persone colpevoli
Foto: L'analisi della realtà spaventa ma è sbagliato rinchiuderci in un pessimismo che non è costruttivo
Foto: Insieme Mélanie Laurent e Cyril Dion sono i due registi di «Domani»
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08/10/2016
Pag. 53
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Il film della discordia
Il regista Parker e il vecchio caso di stupro «Fui assolto, lei disse che era consenziente» Proteste Attesa
alla Festa di Roma, la pellicola ha debuttato negli Usa tra le polemiche
Giovanna Grassi
LOS ANGELES Mentre sugli schermi Usa sono presenti, in nome della diversità, molti film interpretati da
attori di colore, si ingrossa la polemica per The Birth of a Nation diretto, scritto, prodotto,interpretato da
Nate Parker. Perché, scavando nel passato dell'uomo, è stato reso pubblico che, con il co-sceneggiatore
haitiano Jean McGianni Celestin, fu accusato di aver stuprato una ragazza nel 1999.
Il film narra la storia di un ragazzo schiavo, Nat Turner, al quale viene insegnato a leggere per diventare un
predicatore per i suoi compagni di schiavitù. Nel 1831, Nat guiderà una sommossa per tutelare i diritti degli
afroamericani in Virginia. La pellicola ha vinto il Gran Premio della giuria e del pubblico al Sundance ed è
stato accolto in settembre da una standing ovation al Festival di Toronto. Era nel cartellone dell'imminente
American Film Institute Festival, ma per ora è stato rimosso. Nessuno aveva voluto produrlo, Parker ha
investito denaro proprio e la pellicola è stata acquistata dalla Fox per più di 17 milioni di dollari(in Italia si
vedrà alla Festa del Cinema di Roma).
Nate Parker per ora non entra pesantemente nelle polemiche. Il suo film, che veniva dato nella rosa dei
favoriti ai prossimi Oscar e si attende il responso dell'Academy, è stato scelto intanto dal London Film
Festival dove Nate, però, manderà alcuni dei suoi protagonisti, Armie Hammer e Aja Naomi King. Dice il
regista : «A Toronto ho accettato ogni incontro perché dovevo rispetto a quanti hanno lavorato al mio
fianco. Ora vorrei lasciar parlare solo il film. Sono addolorato e mi chiedo se dopo l'esclusione dal Festival
di Los Angeles altri faranno la stessa scelta specie nelle Università dove erano previste proiezioni. È un
momento di forti tensioni razziali in Usa, l'attualità del mio lavoro è indiscutibile. Posso ribadire che fui
ripulito legalmente da ogni accusa perché la giovane donna confessò la consensualità».
Si sfoga, Parker: «Non ho avuto una vita facile come figlio di una donna single. Al mio padre biologico sono
stato vicino da ragazzo sino alla sua morte per un cancro. Conosco la violenza delle strade, la "cultura"
della rabbia contro ogni emarginazione e mi sono mantenuto facendo incontri di wrestling. Con una borsa di
studio del Sundance ho iniziato a lavorare al copione dopo che all'Università dell'Oklahoma in un corso di
studi sulla cultura afroamericana ero venuto a conoscenza della vicenda di Nat Turner. I primi ad aiutarmi
sono stati i giocatori di basket Tony Parker e Michael Finley».
Il suo desiderio? «Vorrei che il mio film desse al pubblico di ogni età il coraggio di vivere e la voglia di
creare opportunità per chi nasce senza vantaggi. Ho sempre dato tutto ciò che serviva alla mia
sopravvivenza ad associazioni che aiutano i giovani senza futuro e oggi insegno gratuitamente wrestling a
ragazzini che non hanno alcunché».
Sta crescendo una cineproduzione attenta agli afroamericani: saranno proiettati al Festival di Londra A
United Kingdom di Amma Asante con David Oyelowo e Rosamund Pike, che affronta nella Londra del 1947
un matrimonio interraziale e la lotta di una coppia per l'integrazione, e Moonlight (che aprirà la Festa di
Roma) di Barry Jenkins, che narra a Miami di un ragazzo cresciuto in strade dominate da droga e violenza
e che scopre la sua identità, i suoi orientamenti sessuali gay .
Osserva Parker : «È una tendenza che crea aggregazioni, dibattiti e affronta la storia dell'America. Sta
crescendo una leadership black anche nel cinema: il film Hidden Figures con Octavia Spencer parla di
afroamericani che aiutarono la Nasa al tempo dell'astronauta John Glenn».
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Chi è
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Il colloquio Escluso dall'Afi di Los Angeles, «The Birth of a Nation» è nel programma di Londra
08/10/2016
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ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Nate Parker (nella foto), 36 anni, debutta alla regia con «The Birth of a Nation», in cui recita anche Nella
foto grande una scena del film sulla rivolta degli schiavi
Foto: Non ho avuto una vita facile come figlio di una single Sono addolorato e non vorrei che venissero
annullate altre proiezioni del mio lavoro
08/10/2016
Pag. 53
diffusione:256969
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Oyelowo accusa: il cinema inglese dimentica noi neri
Paola De Carolis
LONDRA «È come se le persone di colore fossero state eliminate dalla storia di questo Paese». Il cinema
britannico non riflette la multietnicità del Regno Unito. Stando a uno studio del British Film Institute, il 60%
dei film del Regno Unito non ha ruoli per neri. Solo il 13% ha un protagonista di colore e sono quasi tutti film
con temi come schiavitù, colonialismo, criminalità. Non sorprende allora lo sfogo di David Oyelowo,
interprete di Salma (foto) , che al festival del cinema di Londra ha spiegato di essersi trasferito negli Usa
perché professionalmente si è sentito «abbandonato». «Sono un africano occidentale, orgoglioso di essere
africano, ma anche orgoglioso di essere britannico. Se la mia storia non viene esplorata dal cinema, qual è
il mio posto?». L'industria, ha aggiunto, ha il dovere di bloccare la «fuga del talento» all'estero. Per farlo ha
bisogno di più diversità ai vertici. Per Heather Stewart, direttrice culturale del British Film Institute, il
problema è che ai neri vengono date le parti che specificano il colore, ai bianchi tutto il resto. Per
aumentare la visibilità degli attori neri il Bfi presenta questo mese un festival dedicato a loro. Ma per
Oyelowo non basta. «Bisogna cambiare come pensa la gente».
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ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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La ricerca
10/10/2016
Pag. 16 N.33 - 10 ottobre 2016
Lux Vide L'eredità di Bernabei E l'idea di un socio industriale
In settimana a Firenze l'anteprima mondiale dei Medici. Mentre Don Matteo... Produzioni sempre più
internazionali. A cui contribuirà il nuovo accordo con Sky
maria silvia sacchi e stefania ulivi
L'appuntamento è per venerdì 14, a Firenze. Per l'anteprima mondiale del primo episodio della serie I
Medici diretta da Sergio Mimica-Gezzan - che la Lux Vide di Luca e Matilde Bernabei ha prodotto con Rai
Fiction, la Big Light Productions di Frank Spotnitz e Wild Bunch Tv - a Palazzo Vecchio. Insieme a Dustin
Hoffman e al resto del cast, ci sarà anche Skin, l'interprete di Renaissance scritta da Paolo Buonvino che fa
da sigla per i titoli di testa e di coda di quello che viene presentato come «un dramma familiare, un thriller
politico, un'epopea storica». Certo, la saga di una casata guidata da un capostipite carismatico, Giovanni,
interpretato da Hoffman.
Un nuovo inizio
Ma quello che andrà poi in onda a partire dal 18 ottobre su Raiuno è anche il nuovo capitolo di un'altra
storia familiare, quella dei Bernabei che con questa coproduzione, un kolossal da 25 milioni di euro all'indomani della scomparsa, nell'agosto scorso, del capostipite, Ettore, uno dei padri della tv pubblica
italiana, direttore generale della Rai dal 1961 al 1974 -, fanno un ulteriore passo verso il mercato
internazionale. «I risultati si sono già visti - fa notare Matilde Bernabei, presidente del gruppo -. La fiction è
già stata venduta ovunque, dall'Europa alla Nuova Zelanda, da Israele al Giappone, dall'India all'Australia.
Per Usa, Gran Bretagna e Canada stiamo concludendo in questi giorni un accordo internazionale
distributivo importante». Un prodotto ad alto tasso strategico. « I Medici è stato pensato per il nuovo
mercato mondiale, per competere in uno scenario fatto di grandi media company e di operatori globali
come Amazon e Netflix, che muovono budget enormi, su un concetto produttivo che arriva da una lunga
esperienza internazionale». Esperienza cominciata con le 52 ore della «Bibbia», già co-prodotte con
partner americani, che con Giuseppe portò in casa Lux Vide un Emmy Award, l'Oscar della tv americana.
Unica italiana ad averlo vinto.
L'organizzazione
Al modello americano, d'altronde, Lux si ispira. «Siamo un piccolo studio all'americana che gestisce tutta la
catena, dall'ideazione alla postproduzione, controllata integralmente in azienda. Nella nostra sede, all'ultimo
piano, sta il cuore del pensiero, sceneggiatori e editor che sono la controparte degli sceneggiatori nello
sviluppo dell'idea, più di venti persone che sono state formate negli anni, facendo crescere i giovani. Una
fabbrica del pensiero con l'attenzione rivolta a selezionare target molto variegati, dai più piccoli alle
famiglie, agli adulti. All'esterno appare un prodotto semplice, ma per costruirlo hai bisogno di incroci di
target che vengono studiati e gestiti a tavolino», spiega Luca. Dal punto di vista finanziario, nessun
pensiero di quotazione ma semmai l'idea di un partner internazionale «per fare una sinergia industriale.
Non pensiamo a un fondo, ma a un operatore internazionale del settore. Su questo saremmo disposti a
riflettere», spiegano i fratelli.
L'eredità di Ettore
Un percorso in linea con quello impresso dal padre Ettore, del quale non è uno scherzo affrontare l'eredità.
«Mi ha insegnato a guardare al futuro con grande speranza operativa, consapevole che nel lavoro di
contenuti per la comunicazione anche nelle situazioni più difficili si possono creare nuove opportunità per
migliorare la qualità della vita del pubblico», sostiene Matilde. «A me ha lasciato la capacità di avere sogni
infiniti e di pensare in grande, con in testa il bene comune e il rispetto dei telespettatori», rilancia Luca, ad
di Luv Vide. Sul piano operativo, l'eredità paterna si è tradotta nell'allargare lo sguardo anche oltre
l'interlocutore fino a oggi privilegiato, la Rai. Ovvero Mediaset e Sky. «Con Mediaset stiamo producendo
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Cinema La società controllata dai figli dello storico direttore Rai, scomparso in agosto. Tra i soci il Vaticano
10/10/2016
Pag. 16 N.33 - 10 ottobre 2016
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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una fiction con Gianni Morandi e pensiamo di fare altre serie, con Sky stiamo lavorando a uno spy-thriller
sul mondo della finanza, dal titolo I Diavoli », aggiungono. Ma, certo, il rapporto con viale Mazzini resta
centrale. La Lux Vide nel 2015 si è aggiudica il 15% dell'investimento complessivo di Rai Fiction (ma nel
2013 era il 18%) ben ripagato in termini di ascolti. Don Matteo è il prodotto di punta. La decima stagione ha
segnato il record d'ascolti, con 9,6 milioni di telespettatori. «Sicuramente ci sarà una nuova stagione. Ma
non c'è solo Don Matteo : nel 2015 e 2016 Un passo dal cielo e Non dirlo al mio capo sono la seconda, la
terza e la quarta serie più vista in Italia». E se Terence Hill, come si dice, lasciasse? «Terence farà Don
Matteo fin quando lo vorrà. Negli anni il format è cambiato seguendo le evoluzione della tv che è mezzo per
sua natura dinamico. Come i cambiamenti di generazione di aziende vanno preparati, anche quelli delle
serie vanno impostati per tempo. Terence è uscito da Un passo dal cielo e con Daniele Liotti abbiamo
costruito nuova drammaturgia».
Prodotti pensati in casa e realizzati in casa, quelli Lux Vide. «Avere studi ci permette di diminuire i costi.
Oltre alla nostra sede, che è la fabbrica del pensiero, abbiamo una fabbrica della produzione e una fabbrica
della postproduzione, ovvero montaggio, suono colore. Tenere tutto in casa ci permette di controllare la
qualità e contenere i costi anziché disperdere risorse in affitto». Un modo per «essere competitivi sul
mercato globale restando indipendenti», sottolinea Matilde. «Cosa che ci permette di avere buoni rapporti
con le banche che ci concedono la fiducia», aggiunge Luca.
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L'ASSETTO Holland Coordinator & Service Company O media holding Gb Bernabei Luca (1) (3) (52 anni)
Bernabei Roberto (64 anni) Bernabei Matilde (62 anni) 40% 18% 42% 68,91% 31,09% RML
COMUNICAZIONE SRL Pellegrino Capaldo Silvia Chinni 70% 30% RICERCHE E CONSULENZE
AZIENDALI FONDAZIONE SCIENZE E FEDE STOQ 16,99% 51,77% 15,53% 10,88% 1,84% 1) in pegno a
Ge capital; 2) 3% di azioni proprie: 3) società che fa capo a Tarak Ben Ammar -1,9 milioni 2015 -28.886
euro 2014 626.014 euro 44,8 milioni 41 milioni 41,2 milioni 2013 Valore della produzione Risultato netto
LUXVIDE FINANZIARIA2 La struttura del gruppo Luxvide s.F. PRIMATV 80% Fondazione comunicazione e
cultura 20% Fondazione San Francesco d'Assisi
10/10/2016
Pag. 22 N.33 - 10 ottobre 2016
Streaming Telefonino, la nuova tivù
Non solo i filmati gratuiti di YouTube, ma anche quelli lunghi e in abbonamento Sette internauti su 10 li
guardano ogni settimana sul «mobile». E arriva Amazon...
CHIARA SOTTOCORONA
Schermi ultra-luminosi e sempre più grandi, da 5 o 5,5 pollici. Processori più rapidi. Maggiore autonomia e
connessioni veloci con il 4G. Grazie a queste evoluzioni lo smartphone si sta trasformando nella nuova
televisione. Fa concorrenza non solo allo schermo piatto da salotto, ma anche ai tablet. Per la prima volta
quest'anno oltre la metà dei video online nel mondo (il 51%) sono stati guardati sugli schermi mobili.
Lo rivela il Global Video Index 2016 di Ooyala, indagine diffusa il 30 settembre che ha tracciato il consumo
di 3,5 miliardi di video visti in streaming da 220 milioni di internauti. Non solo i video brevi condivisi gratis su
YouTube e Facebook, ma anche quelli più lunghi, on demand : l'indagine indica che i «power user», i più
assidui, sono gli abbonati ai servizi Svod ( Subscribers video on demand, il video online in abbonamento)
come Netflix o Amazon Prime Video. Nel 76% dei casi guardano contenuti televisivi, serie o show sul
dispositivo mobile almeno due o tre volte alla settimana.
Fenomeno SkyGo
Le nuove abitudini stanno contagiando anche gli italiani: sono 2 milioni e 250 mila gli utenti di SkyGo, il
videostreaming su tablet e smartphone per i clienti abbonati da un anno a Sky che permette di vedere 40
canali e migliaia di titoli on demand di cinema o serie tv. «Sui canali prevale lo sport visto dal 70% degli
spettatori, nell' on demand il 50% delle scelte è invece sulle serie tv», precisano in SkyItalia. A spingere la
visione sul mobile non sono solo l'immediatezza e la comodità, ma anche la possibilità di commentare in
tempo reale con gli amici sul telefonino ciò che si guarda. «La spesa dei consumatori italiani per i contenuti
di video online in abbonamento, o Svod, è cresciuta del 27% nell'ultimo anno e vale la metà del mercato
totale Internet, ossia circa 50 milioni di euro - spiega Andrea Lamperti, direttore dell'Osservatorio Internet
Media del Politecnico di Milano -. Sono oltre 3 milioni gli italiani che hanno utilizzato almeno un servizio
Svod, considerando gli utenti paganti e quelli che sono nel periodo di prova, secondo la nostra ricerca in
collaborazione con Doxa».
L'arrivo di Netflix ha dinamizzato il mercato con un duplice effetto: ha spinto i player già presenti a
migliorare la loro offerta e ha aumentato l'interesse dei consumatori. Il modello Svod piace non solo per la
facilità di connessione e l'offerta a basso costo (7,99 euro al mese quella di base su Netflix, 5,99 su Infinity,
9,99 il pacchetto Serie tv o il pacchetto Cinema sulla NowTv di Sky, lanciata a giugno), ma anche per la
scelta personalizzata e la flessibilità.
L'istituto di ricerche Nextplora ha condotto sullo Svod un sondaggio nazionale in giugno (600 intervistati dai
18 ai 55 anni). «Il 15% degli internauti adulti in Italia nell'ultimo anno ha consumato contenuti video sulle
piattaforme di streaming a pagamento - dice il manager director Massimo Nicolini -. È un mercato nuovo,
ancora molto variegato e dinamico. Al primo posto tra le ragioni di scelta c'è la convenienza. Segue la
possibilità di accedere ovunque al servizio, anche in mobilità, quindi la mancanza di un vincolo
contrattuale».
Le serie
Oltre la metà degli intervistati è ricorsa al videostreaming per vedere serie-tv o film e la scelta del servizio
vede al primo posto Netflix (48%), seguito da Infinity (Mediaset) al 40% e Skyonline (ora NowTv) al 37 per
cento.
Francia, Italia e Spagna sono i mercati più promettenti per lo Svod in Europa, dopo quelli già consolidati di
Gran Bretagna e Germania. «La spesa per gli abbonamenti Svod nell'Europa occidentale, che nel 2015 è
stata di 2 miliardi di euro, arriverà a 3 miliardi di euro a fine 2016», prevede Ihs Technology, che indica
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Effetto Netflix Così lo smartphone sta sostituendo televisori e tablet per i video on demand. Spesa salita del
30% in un anno
10/10/2016
Pag. 22 N.33 - 10 ottobre 2016
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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anche un possibile raddoppio del mercato spagnolo e di quello italiano.
A un anno dall'arrivo di Netflix in Italia, si prepara lo sbarco del suo principale concorrente: Amazon Prime
Video. Dovrebbe lanciare il servizio in contemporanea in Francia, Spagna e Italia prima di Natale, scrive Le
Figaro , e crescenti rumor in Rete lo danno in arrivo per fine novembre. Sarà l'occasione anche per noi di
vedere Crisis in six scenes ? È la prima serie firmata e interpretata da Woody Allen, sei episodi da 30
minuti, prodotta e lanciata da Amazon il 30 settembre. Per ora, solo per gli anglosassoni.
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09/10/2016
Pag. 36 N.254 - 9 ottobre 2016
Corriere della Sera - La Lettura
Il Piccolo fiore va alla Grande guerra
laura zangarini
«Solo sulle sponde del Piave e nelle trincee del Carso, la Grande guerra lasciò 700 mila vite», racconta il
regista Leonardo Tiberi, appassionato di storia e documentarista di lungo corso. Da non molto ha smontato
il set di Noi eravamo , secondo lungometraggio dopo Fango e gloria. La Grande guerra , con cui nel 2015 si
è aggiudicato il Nastro d'Argento speciale. Il film incrocia le storie di due ragazzi figli di emigrati, giunti in
Italia come volontari dall'Argentina, una giovane crocerossina (Beatrice Arnera) e un pilota d'eccezione,
Fiorello La Guardia, futuro sindaco di New York. «Anche in questo film, come in Fango e gloria , ho
alternato immagini d'archivio, colorate e sonorizzate, e fiction - racconta Tiberi -. Lo sfondo è sempre quello
della Prima guerra mondiale; ad affascinarmi è stato un aspetto poco noto di quel conflitto, una pagina di
storia in cui i migranti eravamo noi».
Tra il 1915 e il 1918 la Grande guerra pose migliaia di italiani emigrati soprattutto in Sudamerica di fronte a
una scelta: rispondere alla «chiamata» della patria e tornare in Italia o restare al riparo dai rischi di un
conflitto che avrebbe sicuramente portato con sé morte, rovina, distruzione, lutto. «Migliaia di nostri
connazionali residenti stabilmente dall'altra parte dell'Atlantico investirono i loro pochi risparmi per tornare
nel Paese che li aveva costretti ad andarsene per sopravvivere alla fame e alla miseria, e combattere
quella guerra sanguinosa e spietata. Un esercito di ragazzi (oltre 200 mila volontari) che, invece di rimanere
al sicuro, lontano dal conflitto che stava bruciando l'Europa, risposero alla chiamata della madre Patria. E
decisero di partire per arruolarsi volontari». Scuote la testa: «Che vincolo avevano con la terra che li aveva
costretti a lasciare gli affetti perché non aveva niente da offrire loro? Eppure per essa tornarono,
combatterono, morirono». Erano per lo più figli di immigrati nell'America del Sud (Argentina, Brasile, Cile),
persone semplici, umili. Agricoltori, operai. «Ma non solo - precisa Tiberi -. Tra quei valorosi ci fu anche
Fiorello La Guardia, sindaco di New York (il primo di origine italo-americana: il padre, Achille, era originario
di Cerignola; la madre, Irene Coen Luzzatto, era nata a Trieste) per dodici anni consecutivi, dal 1933 al
1945: il secondo italo-americano più famoso di sempre negli Usa dopo Rodolfo Valentino».
Irascibile, energico, carismatico, «The Little Flower» (interpretato nel film dall'attore Yari Gugliucci), come
veniva chiamato giocando sul suo nome (e perché non arrivava nemmeno al metro e sessanta di altezza),
sbarcò in Europa nel 1917 con l'American Expeditionary Force, il primo corpo di spedizione americano,
destinato in Francia. «Chiese però di essere inviato in Italia, dove divenne il comandante dei piloti Usa
addestrati e di stanza nel nostro Paese, che erano inquadrati all'interno dei reparti da bombardamento
contro gli austriaci. Reparti equipaggiati con i famosi trimotori Caproni. Sembra strano, vero? Eppure un
secolo fa le migliori scuole di aviazione erano qui da noi, non in America... Dopo aver combattuto tutta
l'estate sul fronte del Piave, nei primi giorni dell'ottobre 1918 La Guardia ricevette l'ordine di rientrare negli
Stati Uniti, per assumere l'incarico di formare nuove squadriglie da equipaggiare con Caproni costruiti in
America».
Il futuro sindaco di New York non è la sola stella di Noi eravamo . Nella trama del film hanno un ruolo
importante anche le crocerossine, «esempio - spiega ancora Tiberi - di improvvisa e inaspettata
emancipazione femminile se si pensa a quale era la condizione della donna nel 1908, anno in cui venne
fondato il Corpo». Giovani donne, per lo più ragazze, abbandonarono il ricamo e il tombolo per arruolarsi.
«Il primo compito che toccò loro fu soccorrere i feriti del terremoto di Messina, la peggiore catastrofe
naturale in Europa per numero di vittime». Nel corso della Grande guerra operarono sul fronte italiano oltre
20 mila crocerossine (in alto a destra in una foto dell'archivio storico di Istituto Luce; a sinistra, Beatrice
Arnera in una foto di scena del film, dove interpreta una studentessa in medicina che decide di arruolarsi
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Novecento Leonardo Tiberi dedica una pellicola alle crocerossine e agli emigranti che rientrarono in patria
per combattere. Come Fiorello La Guardia, detto The Little Flower, futuro sindaco di New York
09/10/2016
Pag. 36 N.254 - 9 ottobre 2016
Corriere della Sera - La Lettura
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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nel corpo delle infermiere volontarie): grazie a impegno e abnegazione divennero parte integrante della
Sanità militare, riuscendo a operare persino negli ospedali militari. «Furono eroiche. Penso a Margherita
Parodi, morta a 21 anni, decorata con la medaglia di bronzo al valor militare: è l'unica donna sepolta nel
Sacrario militare di Redipuglia (Gorizia), dove riposano centomila soldati caduti sulle pietre del Carso,
sull'Isonzo e sul Piave durante quello spaventoso conflitto; a Emilia Anselmi Malatesta, decorata con la
medaglia d'argento al valor militare; a Tommasina Giulia Baldi, testimone diretta del bombardamento di
Cormons del 10 gennaio: nonostante il pericolo delle bombe che cadevano vicino all'ospedale, rimase al
suo posto provvedendo a feriti e mutilati».
Il set del film «è stato allestito in un aeroporto veneto completo di hangar e officina. Accanto alla pista conclude Tiberi - abbiamo ricostruito un autentico ospedale da campo dell'epoca, quegli ospedali dove
medici e crocerossine cercavano di strappare quanti più soldati possibile alla morte».
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Foto: In alto: Leonardo Tiberi, regista; sopra: Fiorello La Guardia (1882-1947), sindaco di New York per 12
anni
09/10/2016
Pag. 36 N.254 - 9 ottobre 2016
Corriere della Sera - La Lettura
Imprenditori locali e leggi amiche Brescia vuole tornare un set
enrico caiano
Arrivano con il loro furgoncino. Piazzano il grande schermo, lo montano. La gente si raduna, prende posto
sulle seggiole. Scende la sera, lo schermo si accende, parte la musica: è cinema. No, Brescia non è
Giancaldo, il paesino siciliano anni Quaranta di Nuovo Cinema Paradiso . Le immagini non sono tremolanti
su un lenzuolo teso alla buona, quello della rinomata ditta Stagnoli è un vero schermo. Eppure le emozioni
di quella scena di Tornatore si sono riaffacciate alla memoria in una sera del giugno scorso sulla terrazza
dello storico hotel della città, il Vittoria. Si proiettava il Pasolini di Abel Ferrara, protagonista Willem Dafoe,
stella del cinema, che si era appena concesso alle domande del pubblico. No, Brescia non è Giancaldo.
Eppure è sembrato di ritrovare su quella terrazza la voglia di condividere una storia, riflettendo,
emozionandosi. La voglia di tornare al rito del cinema.
Brescia ci prova. Prova a prendersi il cinema. Spinta dagli animatori di un progetto nazionale che comincia
proprio dove è finito Nuovo Cinema Paradiso . Nel senso che, padrino lo stesso Tornatore, il progetto Old
Cinema è nato con la pazza idea di recuperare quei locali di provincia ormai abbandonati. E l'ha fatto. Dal
Trentino a Cefalù ha riportato alla vita tante sale. Poiché però un'idea tira l'altra, la fondatrice Ambra
Craighero e il suo vice Roberto Dotti, fotografo e direttore artistico, hanno proposto a Brescia di diventare
city lab del cinema. La sfida è notevole, l'ultimo film con la città protagonista è del 1973: La polizia sta a
guardare con Enrico Maria Salerno. Era a colori, ma figlio di un'Italia oggi percepita in bianco e nero: agenti
contro la malavita, un cinema che non c'è più. L'idea per portare i ciak dei registi a Brescia è coinvolgere
l'imprenditoria locale evolvendo dal sistema Film Commission e puntando a un 80% di finanziamenti privati
con quelli pubblici ridotti al 20. La legge Franceschini, che dà sgravi fiscali attraverso il tax credit a chi
produce, è di grande aiuto. Ma la strada è lunga e passa dal coinvolgimento della città. E allora ecco
moltiplicarsi gli incontri con i protagonisti. Walter Veltroni ha presentato il suo film, I bambini sanno , con
tanti scolari in sala; Pupi Avati ha rievocato le sue storie che tanto spesso incrociano la provincia italiana; il
newyorkese neoitaliano Abel Ferrara ha tenuto lezioni di cinema; il suo amico Willem Dafoe ha portato
Pasolini e i documentari sull'arte della moglie regista Giada Colagrande. Infine, Carlo Verdone: si è
raccontato ai cittadini sulla metropolitana e ci tornerà venerdì e sabato prossimi, 14 e 15 ottobre,
accompagnato dagli Stadio che suoneranno in viaggio con lui le colonne sonore dei suoi film. Proprio
l'azienda Brescia Mobilità della metropolitana, la più recente realizzazione della Brescia orientata al futuro,
ha abbracciato con entusiasmo il progetto Old Cinema diventandone primo sponsor.
Il city lab è insomma in marcia, i cittadini si spostano entusiasti tra gli incontri dimostrando di saper
cambiare pelle alla città in fretta, come avvenne con il successo delle grandi mostre di Goldin nei musei di
Santa Giulia che fecero di Brescia il luogo dell'arte italiano per eccellenza. Ora il miracolo è pronto a
ripetersi con il cinema.
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Foto: A sinistra: un selfie
del regista e attore Carlo Verdone (1950) tra i suoi fan nel metrò di Brescia;
a destra: il regista Abel Ferrara (1951) nel fotoritratto di Roberto Dotti, vicepresidente di Old Cinema; qui
sopra: l'attore Willem Dafoe (1955)
e la moglie regista Giada Colagrande (1975)
visti ancora da Dotti
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City lab Il programma per il (ri)lancio nella città dove l'ultimo film fu girato nel 1973
09/10/2016
Pag. 21
diffusione:124550
tiratura:183852
emiliano morreale
| pag. 36 Asettembre e ottobre le sale "smaltiscono" i film italiani presentati a Venezia, in concorso e nelle
sezioni collaterali. Di solito con magri incassi, si tratti di film con qualche appeal o con divi internazionali
(Guadagnino l'anno scorso), o di documentari costati due lire; sia che la critica li abbia stroncati, sia ne
abbia parlato bene. C'è, oggettivamente, un problema di pubblico per il cinema d'autore, e non solo in Italia
(per la Francia lo notava l'ultimo numero dei «Cahiers du cinéma»). In giro, una nuova leva di autori sonda
una propria strada: con esitazioni, in cerca di un qualche rapporto con un pubblico che non sembra esserci.
Tra un po' usciranno altri due esordi "veneziani", La ragazza del mondo di Marco Danieli e Il più grande
sogno di Michele Vannucci: film fragili ma generosi, non pigri, tutt'altro che privi di curiosità. Anche se gli
incassi non sembrano esorbitanti, alle "Giornate degli autori" veneziane era stato benissimo accolto
Indivisibili di Edoardo De Angelis, che poi si è giocato il posto come candidato italiano agli Oscar, poi
ottenuto da Fuocoammare di Rosi. Il film è dapprima una sorpresa, perché i lavori precedente di De Angelis
puntavano in maniera eclettica sul genere, dalla commedia al noir. In realtà anche Indivisibili tratta, per così
dire, il "film d'autore" come se fosse un genere, con le sue regole e i suoi stilemi all'interno dei quali variare.
Il modello prossimo, evidentissimo, è il Garrone di Reality, ma senza il pathos promiscuo con cui Garrone si
immergeva nel mondo raccontato (anzi, all'opposto, con un certo estetismo), ma con la stessa idea di unire
fiaba e iper-realismo. La cifra stilistica del film è già contenuta nella prima scena, un lungo sinuoso pianosequenza che ci porta, da una spiaggia all'alba, dentro la stanza in cui dormono le due protagoniste. Le
protagoniste Daisy e Viola sono due gemelle siamesi che cantano in feste private o pubbliche e sono
considerate un po' sante. L'ambiente è quello del litorale domizio, con mare, casermoni, alberghi kitsch
inquadrati in campo lungo o col grandangolo. Il soggetto è originale, cerca modelli nuovi e nuove strade,
risalendo magari da Garrone a Marco Ferreri (citato esplicitamente nel nome di un personaggio). Almeno
per la prima ora, prima che la storia si perda, guardando il film si oscilla tra l'irritazione e la sorpresa: da un
lato figure spurie (il prete, lo zio omosessuale delle ragazzine con il compagno) e momenti di teatrino tra i
genitori con battute troppo scritte (che solo il dialetto riscatta); dall'altro una eleganza di regia non comune,
specie quando contempla quasi estaticamente scartando dal realismo; e soprattutto la presenza magica
delle due protagoniste. Sono loro a salvare e "portare" il film, liberando le battute da ogni falsità appena le
pronunciano, riempiendo le inquadrature con le loro espressioni e i loro movimenti. Era stato ben accolto a
Venezia anche l'esordio presentato alla "Settimana della critica", Le ultime cose di Irene Dionisio, che parte
da un luogo forte (il banco dei pegni) e vi costruisce intorno delle storie incrociate, a cominciare da quella
del giovane impiegato timido che si ritrova a contatto con la durezza del mondo. L'impianto è
dichiaratamente da teatro, il modello sembrano certi bozzetti del tardo neorealismo zavattiniano, magari a
episodi. Alcuni personaggi hanno una loro forza, e si apprezza lo sforzo dell'autrice di lavorare a una
costruzione drammaturgica e nello stesso tempo a una ricerca di stile. Il risultato è ancora un po' esile,
come se il film non partisse mai davvero, come se le storie fossero solo pudicamente accarezzate, seppure
con sincerità e gradevolezza. Verrebbe da dire che col documentario certe cose vengono meglio, che esso
permette anche una tenuta estetica e una precisione di sguardo che la drammaturgia della fiction
annacqua, steccando in dialoghi, personaggi, insomma su sceneggiature mai davvero credibili, o in regie
talvolta troppo attente a far bene il compitino d'autore, in versione minimale o esibizionista. Certo, Liberami
di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione "Orizzonti" e anch'esso in sala, risulta molto più
appassionante, e con personaggi più potenti, di molto cinema di finzione. E la sua "scrittura", ottenuta
attraverso l'incontro con i personaggi e il montaggio, è assai più sicura e cogente di un copione filmato.
Eppure alla costruzione di storie, al dialogo tra la realtà e l'invenzione, alla visionarietà, alla metafora,
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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IL CINEMA CHE CI RESTA DA VENEZIA
09/10/2016
Pag. 21
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
all'apologo e al paradosso, non si può rinunciare. Una responsabilità dei critici e dei media sarebbe quella
di ascoltare, coltivare, litigare anche, con una generazione di registi che appare sempre più senza referenti.
09/10/2016
Pag. 36
DOMENICA
diffusione:124550
tiratura:183852
Da Venezia senza amore
La critica non sa né sostenere, né litigare con i nostri registi che non riescono a crescere. In sala arriva la
Mostra: il meglio è «Indivisibili»
Emiliano Morreale
A settembre e ottobre le sale "smaltiscono" i film italiani presentati a Venezia, in concorso e nelle sezioni
collaterali. Di solito con magri incassi, si tratti di film con qualche appeal o con divi internazionali
(Guadagnino l'anno scorso), o di documentari costati due lire; sia che la critica li abbia stroncati, sia ne
abbia parlato bene. C'è, oggettivamente, un problema di pubblico per il cinema d'autore, e non solo in Italia
(per la Francia lo notava l'ultimo numero dei «Cahiers du cinéma»). In giro, una nuova leva di autori sonda
una propria strada: con esitazioni, in cerca di un qualche rapporto con un pubblico che non sembra esserci.
Tra un po' usciranno altri due esordi "veneziani", La ragazza del mondo di Marco Danieli e Il più grande
sogno di Michele Vannucci: film fragili ma generosi, non pigri, tutt'altro che privi di curiosità. Anche se gli
incassi non sembrano esorbitanti, alle "Giornate degli autori" veneziane era stato benissimo accolto
Indivisibili di Edoardo De Angelis, che poi si è giocato il posto come candidato italiano agli Oscar, poi
ottenuto da Fuocoammare di Rosi. Il film è dapprima una sorpresa, perché i lavori precedente di De Angelis
puntavano in maniera eclettica sul genere, dalla commedia al noir. In realtà anche Indivisibili tratta, per così
dire, il "film d'autore" come se fosse un genere, con le sue regole e i suoi stilemi all'interno dei quali variare.
Il modello prossimo, evidentissimo, è il Garrone di Reality, ma senza il pathos promiscuo con cui Garrone si
immergeva nel mondo raccontato (anzi, all'opposto, con un certo estetismo), ma con la stessa idea di unire
fiaba e iper-realismo. La cifra stilistica del film è già contenuta nella prima scena, un lungo sinuoso pianosequenza che ci porta, da una spiaggia all'alba, dentro la stanza in cui dormono le due protagoniste. Le
protagoniste Daisy e Viola sono due gemelle siamesi che cantano in feste private o pubbliche e sono
considerate un po' sante. L'ambiente è quello del litorale domizio, con mare, casermoni, alberghi kitsch
inquadrati in campo lungo o col grandangolo. Il soggetto è originale, cerca modelli nuovi e nuove strade,
risalendo magari da Garrone a Marco Ferreri (citato esplicitamente nel nome di un personaggio). Almeno
per la prima ora, prima che la storia si perda, guardando il film si oscilla tra l'irritazione e la sorpresa: da un
lato figure spurie (il prete, lo zio omosessuale delle ragazzine con il compagno) e momenti di teatrino tra i
genitori con battute troppo scritte (che solo il dialetto riscatta); dall'altro una eleganza di regia non comune,
specie quando contempla quasi estaticamente scartando dal realismo; e soprattutto la presenza magica
delle due protagoniste. Sono loro a salvare e "portare" il film, liberando le battute da ogni falsità appena le
pronunciano, riempiendo le inquadrature con le loro espressioni e i loro movimenti. Era stato ben accolto a
Venezia anche l'esordio presentato alla "Settimana della critica", Le ultime cose di Irene Dionisio, che parte
da un luogo forte (il banco dei pegni) e vi costruisce intorno delle storie incrociate, a cominciare da quella
del giovane impiegato timido che si ritrova a contatto con la durezza del mondo. L'impianto è
dichiaratamente da teatro, il modello sembrano certi bozzetti del tardo neorealismo zavattiniano, magaria
episodi. Alcuni personaggi hanno una loro forza, e si apprezza lo sforzo dell'autrice di lavorare a una
costruzione drammaturgica e nello stesso tempo a una ricerca di stile. Il risultato è ancora un po' esile,
come se il film non partisse mai davvero, come se le storie fossero solo pudicamente accarezzate, seppure
con sincerità e gradevolezza. Verrebbe da dire che col documentario certe cose vengono meglio, che esso
permette anche una tenuta estetica e una precisione di sguardo che la drammaturgia della fiction
annacqua, steccando in dialoghi, personaggi, insomma su sceneggiature mai davvero credibili, o in regie
talvolta troppo attente a far bene il compitino d'autore, in versione minimale o esibizionista. Certo, Liberami
di Federica Di Giacomo, vincitore della sezione "Orizzonti" e anch'esso in sala, risulta molto più
appassionante, e con personaggi più potenti, di molto cinema di finzione. E la sua "scrittura", ottenuta
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
all'italiana
09/10/2016
Pag. 36
DOMENICA
diffusione:124550
tiratura:183852
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
attraverso l'incontro con i personaggi e il montaggio, è assai più sicura e cogente di un copione filmato.
Eppure alla costruzione di storie, al dialogo tra la realtà e l'invenzione, alla visionarietà, alla metafora,
all'apologo e al paradosso, non si può rinunciare. Una responsabilità dei critici e dei media sarebbe quella
di ascoltare, coltivare, litigare anche, con una generazione di registi che appare sempre più senza referenti.
Foto: alla garrone «Indivisibili» di Edoardo De Angelis
08/10/2016
Pag. 56
diffusione:251862
tiratura:369812
Warren Beatty
"Che fortuna: dopo la grande Hollywood la mia felicità è la più grande delle donne"
SILVIA BIZIO
AHOLLYWOOD è una leggenda: Warren Beatty (80 anni il prossimo 30 marzo) torna a dirigere, per LOS
ANGELES la prima volta da Bulworth (1998), la commedia romantica Rules don't apply ("L'eccezione alla
regola" sarà il titolo italiano) che aprirà il festival dell'American Film Institute prima della sua uscita sugli
schermi americani il 23 novembre. Beatty, 14 candidature e una vittoria all'Oscar come regista per Reds,
una carriera lunga 60 anni come attore, regista, sceneggiatore e produttore (per non parlare della sua fama
di donnaiolo impenitente prima del matrimonio con Annette Bening, 25 anni fa), ha scritto e prodotto la
sceneggiatura di questo film, ambientato nel 1958 a Hollywood, i cui lui stesso interpreta l'eccentrico
miliardario Howard Hughes accanto a Lily Collins (figlia di Phil) nei panni della giovane aspirante attrice
Marla, e Alden Ehrenreich (Han Solo del nuovo film antologico Guerre Stellari) in quelli di un autista
impiegato da Hughes - che proibisce relazioni romantiche fra i suoi impiegati. Due giovani intensamente
religiosi e allo stesso tempo intensamente attratti uno all'altra. Del cast fanno parte anche Bening nei panni
della madre protettiva di Marla, Alec Baldwin, Matthew Broderick, Candice Bergen, Ed Harris, Oliver Platt e
Martin Sheen.
«Non è esattamente un biopic di Hughes», dice Beatty, incontrato al Four Seasons Hotel di Beverly Hills,
riferendosi al film che offre anche uno sguardo satirico sulla Hollywood di cui Hughes faceva parte.
«Affronta il puritanesimo sessuale degli anni 50 e 60, più o meno il periodo in cui sono arrivato a Hollywood
, effetti collaterali compresi: a volte tristi, a volte comici». Puritanesimo che non appartiene a Beatty, che
proprio nei giorni scorsi ha pubblicamente difeso il figlio transgender Stephen Ira in un'intervista con Vanity
Fair: «È un rivoluzionario, un genio e il mio eroe, come sono tutti i miei figli» (quattro, che vanno dai 16 ai
24 anni, avuti da Annette Bening), dice l'attore, da sempre convinto democratico. Signor Beatty, il suo è
anche un film autobiografico? «In un certo senso. Trovo divertenti le cose che si son dette a proposito di
Howard Hughes. Francia e Italia hanno sempre irriso il puritanesimo americano: ridevano di noi per il modo
in cui affrontavamo - o meglio non affrontavamo - il sesso. Esito a usare quest'immagine (ride), ma per me
fare un film è come vomitare.
Non che mi piaccia vomitare, ma funziona così: hai un'idea che ti frulla in testa, a volte ti diverte, a volte ti
tortura, poi a un certo punto è meglio se esci fuori e la vomiti». Com'è stato il suo arrivo a Hollywood nel
1958? «Feci subito Splendore nell'erba con Elia Kazan, fu un successo che mi mise in ottima luce con la
generazione dei William Wyler, Billy Wilder e George Stevens e Freddie Zimmerman e produttori come
Selznick e Zanuck e Sam Goldwyn. Ho imparato tanto da loro e mi sono reso che persone della loro età
non erano molto diversi dai ragazzini che arrivavano a Hollywood. Venivo dalla Virginia, da una famiglia
battista del sud, mio padre e mia madre erano insegnanti, non esattamente puritani, ma sono cresciuto in
quell'atmosfera. Arrivai a Hollywood che in un certo senso era (ed è ancora) l'emblema dell'amore e inevitabilmente - del sesso. Pensi che divertimento per me parlare di un giovane metodista e di una
ragazza battista entrambi alle dipendenze di Howard Hughes: uno che non aveva regole, aveva ereditato
una fortuna e poteva fare quello che voleva».
Come mai tutto questo tempo per tornare su un set? «In questi anni ci sono stati i figli, e io sono sempre ai
loro ordini: scuole, viaggi, vacanze. Posso passare tanto tempo felicemente senza inciampare sui cavi di un
set, ma ora che i figli sono praticamente tutti via di casa c'è qualcosa in quel nido vuoto che mi incoraggia a
uscire, a fare film, a riprendermi la mia vita professionale». Che relazione ha con i suoi figli? «Vede questa
cosa? (dice, mentre solleva il cellulare dal tavolo, ndr ). I miei figli mi hanno insegnato a usarlo. Li chiamo i
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Leggenda del cinema alle soglie degli 80 anni, torna in un film ai tempi di Howard Hughes. La vita con
Annette Bening e i loro quattro figli/LE GUIDE DI REPUBBLICA
08/10/2016
Pag. 56
diffusione:251862
tiratura:369812
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miei 4 paesi dell'Europa dell'Est, porto avanti negoziati con loro, a volte mando anche gli ambasciatori. Per
lo più passo il mio tempo ad aspettare che rispondano ai messaggi, e resto malissimo se non lo fanno
subito, o se rispondono a monosillabi».
Qual è il segreto del suo matrimonio? «Non ha conosciuto Annette?... Direi la perfezione della donna con
cui sono sposato. Che è anche la miglior attrice al mondo, a mio avviso».
Lei è produttore da 50 anni, regista da quasi 40. Com'è cambiata Hollywood? «E sono attore da 58, per
essere precisi. La mia vita è cambiata definitivamente per via di quella cosa chiamata fama. È un'enormità
a cui ci si deve adattare. Ti cambia come attore, come regista, come uomo. Da regista ho trovato difficile
adeguarmi al digitale e alle uscite di massa nei cinema. Improvvisamente il destino di un film dipendeva
dalla reazione alla prima uscita del venerdì sera...». Cosa ha imparato dalla sua famiglia? «Mio padre
aveva un dottorato in psicologia dell'educazione, mia madre era professoressa, sua madre direttrice di
un'università in Nova Scotia, mio zio ha integrato la prima scuola in Virginia, erano tutti insegnanti... è
chiaro che da loro ho imparato tutto. E conoscete tutti mia sorella maggiore, Shirley MacLaine...». Avrebbe
fatto qualcosa di diverso? (Riflette in silenzio): «No».
Le mancano le fan impazzite di quando era più giovane? (Ride): «No».
Vorrebbe fare altri film? «Nel mio futuro c'è tanto tempo da passare con Annette...».
Qualcosa che ancora vuole fare nella vita? (Ride): «Perché pensa che lo racconterei a lei?».
LA CARRIERA SPLENDORE NELL'ERBA (1961) L'esordio a 24 anni è accanto a Natalie Wood per un
classico diretto da Elia Kazan REDS (1981) Beatty dirige e interpreta la storia del giornalista comunista
John Reed. Oscar alla regia IL PARADISO PUÒ ATTENDERE (1978) Il debutto alla regia con il film (codiretto da Buck Henry) che gli valse nove nomination agli Oscar L'ECCEZIONE ALLA REGOLA (2016) A
15 anni dalla regia di "Bulworth" dirige un film su Howard Hughes Il 23 novembre nelle sale Usa
IL RITORNO
In questi anni c'è stata soprattutto la famiglia, ma ora che sono tutti grandi il nido vuoto mi
incoraggia a uscire
IL FILM
In "Rules don't apply" mostro il mio paese puritano, quello che italiani e francesi hanno sempre
preso in giro
Foto: FOTO: © GETTY IMAGES
Foto: COPPIA Warren Beatty, 80 anni nel 2017, con la moglie, l'attrice Annette Bening
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La libertà di essere Stone
Con "Platoon", "Salvador", "JFK" ha raccontato le pagine più brucianti della storia americana. Ora dedica
un flm a Snowden e alla battaglia contro la violazione della privacy. E a chi lo biasima risponde: critico gli
Usa perché li amo
Marco Consoli
QUANDO USCÌ "1984" di George Orwell "Time" gli dedicò la copertina e scrisse: siamo la migliore società
del mondo e non ci trasformeremo mai in uno Stato totalitario. Ep pure è proprio ciò che è accaduto». Le
parole di Oliver Stone pesano come macigni mentre analizza la situazione che ha dato il la al suo
ventesimo flm da regista in 42 anni di carriera: "Snowden", al cinema dal primo dicembre, racconta lo
scandalo che ha coinvolto la National Security Agency, accusata dalle rivelazioni del suo ex brillante
impiegato Edward Snowden (l'attore Joseph Gordon-Le vitt), di aver creato un sistema informatico per la
sorveglianza globale. L'autore di tanti controversi spaccati della Storia americana, da "Platoon" a "Wall
Street", e poi "JFK", "Assassini Nati" e "W.", è lucido ma un po' stanco: la pro mozione del flm,
praticamente affdata in toto al suo carisma in assenza della potente macchina del marketing degli Studios,
lo ha costretto a viaggiare dal festival di Toronto a quello di Zurigo, le due occasioni in cui lo abbiamo incon
trato. La prossima tappa è la Festa del cinema di Roma il 14 ottobre. «È diffcile esercitare il diritto di
critica», racconta a "l'Espresso" Stone, «Il flm è stato rifiutato da Hollywood che lo considerava troppo
rischioso, perché negli Usa Snowden non è visto bene come in Europa, ma con sospetto; perciò abbiamo
dovuto realizzarlo con soldi tedeschi e francesi». Sul caso Snowden esisteva già il bel documentario di
Laura Poitras, "Citizenfour". Perché tornarci sopra? «Il film della Poitras ha guadagnato solo tre milioni al
box offce, quindi l'hanno visto in pochi. All'inizio ero dubbioso, ma poi sono andato a Mosca, dove Snowden
si trova in esilio, per in contrarlo tre volte e mi sono innamorato della sua storia. Il documentario era ottimo,
ma si concentrava sull'incontro a Hong Kong in hotel con la Poitras e il giornalista del "Guardian" Glenn Gre
enwald, mentre per me bisognava raccontare gli anni precedenti e successivi». Perché? «Per far capire
l'evoluzione di Snowden. È cresciuto in North Carolina, dove suo nonno lavorava per l'Fbi e suo padre per
la Guardia costiera. Dopo gli attentati dell'11 settembre si era arruolato per servire il Paese. Non ci riuscì
perché le sue gambe erano fragili, ma trovò il modo di farlo come informatico. La scoperta che i programmi
di sorveglian za cui lavorava erano usati per esercitare un controllo economico e sociale sulle persone, gli
ha fatto cambiare idea, ma credo che abbia contribuito anche la relazione con la fdanzata Lindsay Mil ls
(nel flm è Shailene Woodley, ndr)». Snowden ha collaborato volentieri? «All'inizio era cauto, come me
d'altronde. Nessuno sapeva come sarebbe fnita: avrebbero potuto bloccarci con una causa o sguinzagliare
degli hacker per danneggiare il flm. Ma sapeva che pri ma o poi qualcuno avrebbe raccontato la sua storia
anche contro la sua volontà, e magari lo avrebbe dipinto negativamente. Perciò dopo aver visto alcune
puntate del mio documentario tv "Usa, la storia mai raccontata", si è convinto». Nessuna richiesta da parte
sua? «Gli interessava che fossero sottolineati il concetto di libertà di parola e di protezione della privacy dei
cittadini». Che impressione le ha fatto di persona? «Non è molto espansivo, come tanti altri hacker che ho
conosciuto. Ma penso che Lindsay lo abbia aiutato molto: attraverso di lei, ha preservato la propria anima,
mentre la Nsa voleva rubargliela. È proprio nella loro coppia che questa vicenda diventa profonda mente
umana, e credo che senza Lindsay, avrei girato un film diverso, più freddo e tecnico». Come si crea un
thriller a partire da eventi che hanno già avuto un esito? «Uno degli elementi del genere è il tempo che
incalza chi è in pericolo. Quin di nello scriverlo con Kieran Fitzgerald ci è venuta l'idea di creare un thriller
attorno alla pubblicazione delle sue rivelazioni da parte del "Guardian". Perché è chiaro che la Cia, venuta
a conoscenza del loro piano, avrebbe potuto sfondare la porta di quella camera d'albergo e fare sparire
tutti. Non credo che Snowden avrebbe ottenuto lo stesso impatto se si fosse rivolto a uno dei più importanti
media americani». Perché? «La loro politica è quella di occultare molte verità: è sempre stato così ma
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Culture Intervista
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adesso questa tendenza è aumentata in questa atmosfera di insano patriotti smo. Per questo non si deve
mollare mai: abbiamo bisogno di persone che mettano in discussione l'establishment. Io ho sempre cercato
di fare la mia parte. Se guarda i miei flm, "JFK", "Nato il quattro luglio" o "Platoon", troverà sempre lo stesso
tema: mettere in discussione l'autorità. Non ci si dovrebbe mai fdare del Governo, e penso che gli
americani siano molto stupidi nel rinunciare ai propri diritti civili in cambio della falsa promessa che il
Governo li proteggerà». Quando è iniziata questa narrazione della realtà? «Dopo l'11 settembre George W.
Bush ha dichiarato guerra al mondo e ha detto: chi non è con noi è contro di noi. Un'idea che ha riportato
l'America agli anni '50, quando John Foster Dulles disse che essere neutrali era immorale». Secondo lei
utilizzo della tecnologia e democrazia possono coesistere? «È molto diffcile sfuggire al controllo, perché
tutti abbiamo uno smartphone, però si può tentare di combatterlo, per esempio utilizzando programmi di
crittografa. Purtroppo viviamo in uno Stato totalitario che ci domina attra verso la tecnologia, ma questa può
essere usata in modo positivo o negativo. Il Governo dice che tutto viene fatto in nome della nostra
sicurezza, ma io vorrei prove che sorvegliarci abbia prodotto effetti positivi. In realtà è accaduto il
contrario». Vale a dire? «Il lavoro investigativo richiede un'intelligence umana oltre che tecnologica e usata
limitatamente può essere molto effcace, ma con la loro sorveglianza a tappeto, più volte i servizi americani
si sono lasciati sfuggire potenziali terro risti, come gli attentatori di Boston o di San Bernardino. La Nsa
prima dell'11 settembre aveva tracciato due futuri dirottatori, scoprendo che chiamavano il telefono
dell'appartamento ritenuto il covo di Bin Laden in Yemen. E nono stante poi i due si siano spostati a San
Diego, l'Nsa non ha avvertito l'Fbi. L'11 settembre è stato un disastro dell'intelligence, e il paradosso è che
invocano più sorveglianza, mentre già spendono 52 miliardi di dollari l'anno. Fanno come i nazisti nel 1933,
quando iniziarono a promulgare leggi con la scusa che la Germania era minacciata dall'esterno». Adesso
l'America si prepara ad un cambio di guida. Che ne pensa di Trump e Clinton? «Non sono candidati seri,
non parlano di Stato di sorveglianza, né di cambiamento climatico o di argomenti fondamentali: si occupano
solo di stronzate. Entrambi sono affossati dagli scandali: non c'è democrazia nella scelta tra uno e l'altro.
Bernie Sanders era la migliore espressione di un cambiamento radica le, soprattutto economico, voluto dal
popolo, ma il leak di e-mail del Comitato nazionale democratico ha rivelato il sabotaggio nei suoi confronti.
Uno scandalo paragonabile al Watergate, ma ovviamente i democratici hanno spostato l'attenzione su
fantomatici hacker russi, per evitare che si parlasse a fondo del contenuto di quelle comunicazioni. È la
stessa tecnica usata con Snowden». In che senso? «Snowden è dispiaciuto che tutti si concentrino su di lui
anziché sul contenuto di quanto rivelato. Ma è più facile occuparsi della persona anziché del messaggio,
soprattutto se è complesso». Che ne pensa del Presidente uscente? «Obama ha promesso che avrebbe
fermato le intercettazioni abusive e che la sua amministrazione sarebbe stata la più trasparente. Al
contrario è la più segreta di tutte e la più effcace nell'op primere i giornalisti liberi. Ha oppresso come
nessuno mai prima anche quelli che hanno spifferato la verità, e pur odiando i leak, promuove rivelazioni
che gli fanno comodo. I media più im portanti d'altronde si sono trasformati in organi di comunicazione del
Governo e hanno smesso di investigare, perché è poco profttevole e molto pericoloso». Quindi come se ne
viene fuori? «In America abbiamo bisogno di un terzo partito, come è accaduto in Europa con i 5 stelle o
con Podemos. Oggi il partito democratico sostiene la guerra quanto quello repubblicano, anche Hil lary ne è
una sostenitrice, mentre sarebbe interessante vedere i democratici spingere per la pace. Anche Sanders
era spaventato a parlare di pace perché non voleva mettersi contro i media che lo avrebbero bollato come
uno fuori dalla realtà». Da poco ha compiuto 70 anni. Al suo ventesimo film se la sente di fare un bilancio?
«Sono molto felice di essere vivo e lavorare, e di poter dire ancora qualcosa con i miei flm. Credo che
anziché raccontare il sogno americano, mi sono dedicato all'incubo americano: sono stato in Vietnam e ho
visto le mostruosità che abbiamo compiuto, i bombardamenti, i milioni di morti. "Salvador", il flm che ho
girato al mio ritorno, parlava delle stesse cose: ho visto con i miei occhi le truppe americane che aiutavano
le squa dre della morte, mentre il nostro Governo negava ogni cosa. Ovunque siamo andati abbiamo fatto
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danni, come in Nicaragua e in Honduras, dove Hillary Clinton ha responsabilità nella recente cacciata del
presidente democratico da parte dei militari. E io cosa dovrei fare: mentire?». Per questo l'hanno tacciata di
essere anti-americano... «Gli stati autoritari usano parole come questa, è un'espressione fascista usata per
mettere in cattiva luce. Io amo il mio Paese e proprio per questo mi sento in dovere di criticarlo: non è che
se faccio una critica a mia madre, divento anti-madre!» Crede che il cinema svolga ancora un ruolo
importante di critica sociale? «Negli anni Settanta, il cinema americano è stato plasmato dalla disillusione
del Vietnam e ha prodotto sceneggiature critiche della politica americana. Ma almeno dai tempi di Reagan,
questo tipo di cinema è progressivamente scompar so. La maggior parte dei flm oggi è pro America, e Cia
e militari sono gli eroi, al cinema e in tv, da "24" a "Homeland", da "Lone Survivor" ad "American Sni per".
Per me il cinema è un meccanismo per ricercare la verità e superare la soglia del politicamente corretto. E
riesce ad essere più effcace di qualsiasi discorso». Quindi può cambiare il mondo? «Sono molto realista:
molto spesso un flm crea un grande rumore intorno a un argomento ma poi non accade pro prio niente, non
c'è nessun cambiamento. Anzi molto spesso si ottiene il risultato contrario. Purtroppo si è avverata la
profezia di Jim Garrison, procuratore dell'inchiesta sull'assassi nio di JFK: il fascismo si mostrerà in
America con un volto amichevole, quello di potenti corporation amichevoli e di guerre giuste da combattere.
Però ho la speranza che da qualche parte ci sia la giustizia e che ogni tan to torni ad apparire, come è
accaduto con Martin Luther King. Spero che la gente ab bia a cuore l'avvenire dei propri fgli. Anche se nel
futuro di chi nasce oggi una sola cosa è certa: la privacy non esisterà più».
«Il Governo dice che i controlli avvengono per la nostra sicurezza. Ma in realtà con la sorveglianza a
tappeto i servizi si sono lasciati spesso sfuggire potenziali terroristi»
Salvate il soldato Edward prima delle elezioni
di Fabio Chiusi Barack Obama dovrebbe concedere la grazia a Edward Snowden, prima del termine del
suo mandato. Permettergli di rientrare in patria non da criminale, ma da cittadino innocente, riconoscendo
una volta per tutte l'enorme servizio che l'ex contractor Nsa ha reso al paese. Nel farlo, non sarebbe certo
da solo. Le inchieste scaturite dai suoi documenti hanno consegnato un premio Pulitzer al "Guardian" e al
"Washington Post". Gli abusi dettagliati al loro interno, in termini di sorveglianza, manipolazione e intrusioni
informatiche, hanno condotto a riforme dell'intelligence, sia in patria che fuori, e a un più ampio dibattito su
come riequilibrare le esigenze della sicurezza con quelle delle libertà civili che lo stesso presidente ha
giudicato indispensabile. Corti giudiziarie e rapporti delle più prestigiose entità internazionali hanno
riconosciuto il valore in termini di utilità pubblica del gesto di Snowden; ci è riuscito perfino l'ex Procuratore
generale Eric Holder. Di contro, gli argomenti avversi alla grazia sono inconsistenti, basati su fonti anonime,
supposizioni e sul puro e semplice odio riservato dai patrioti a ogni costo ai "traditori". Lo si accusa di
essere una spia russa, senza prove. Di avere taciuto le politiche repressive del Cremlino sulla rete, quando
invece le ha ripetutamente criticate. Di avere provocato "danni" e pericoli alla sicurezza nazionale, tuttavia e contrariamente a quelli dovuti alle inefficienze dei programmi Nsa - mai dimostrati. Gli si dice: «Dovevi
denunciare secondo procedure interne, non alla stampa», nonostante lo abbia fatto senza esito alcuno. O
anche: «Dovevi farti processare qui, negli States»; ma nessuno vuole essere giudicato da una norma del
1917 che, di fatto, non prevede innocenza. Per Obama la scelta dovrebbe dunque essere semplice. Del
resto, la grazia a Snowden è un'ultima occasione per non passare alla storia come il presidente che, partito
con le migliori promesse, ha invece punito più "whistleblower" di tutti i suoi predecessori insieme. Amnesty,
Human Rights Watch e Aclu hanno lanciato un'iniziativa, pardonsnowden.org, per sollecitare un intervento
della Casa Bianca, e dovremmo firmarla tutti. La speranza è venga ascoltata subito, perché è difficile che
dalle elezioni di novembre esca alcunché di buono per Snowden. Da un lato Hillary Clinton lo ha definito
«imperdonabile»; dall'altro Donald Trump ha menzionato il ricorso alla pena di morte. Esiti inadatti non solo
a una "grande", ma a una qualunque democrazia.
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Alla Festa di Roma si proietta la diversità
di Oscar Cosulich L'offerta dell'undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma (13-23 ottobre) segue
il mantra «discontinuità, varietà, qualità» del direttore Antonio Monda, che promette «film su diversità
(sessuale, razziale, religiosa e di genere), lavoro, politica, Olocausto, guerra». Non c'è solo lo «Snowden»
di Stone tra i film proposti all'Auditorium: ecco altri dieci titoli imperdibili. "NAPOLI'44" di Francesco Patierno
espande la formula narrativa sperimentata in "La guerra dei vulcani" (sulla rottura tra Roberto Rossellini e
Anna Magnani nel 1949) e, mescolando materiale di repertorio, fotografie, spezzoni di film d'epoca e
riprese della Napoli d'oggi, fa rivivere l'omonimo volume di Norman Lewis. Il tutto impreziosito dalla voce di
Benedict Cumberbatch. "THE ACCOUNTANT" di Gavin O'Connor è un thriller serrato, dove un sontuoso
Ben Affleck è Christian Wolff, autistico genio matematico che lavora sotto copertura come contabile di
organizzazioni criminali. "THE BIRTH OF A NATION" di e con Nate Parker, fin dal titolo è la risposta
all'omonimo film muto di David Griffith, che nel 1915 glorificava il Ku Klux Klan. Parker è Nat Turner,
schiavo diventato predicatore che nel 1831 guidò la rivolta dei neri in Virginia. "THE SECRET
SCULPTURE" di Jim Sheridan, trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Sebastian Barry.
Vanessa Redgrave è l'anziana Roseanne McNulty e deve andar via dall'istituto di salute mentale dov'è
ricoverata da oltre cinquant'anni, perché questo sta per essere demolito. Eric Bana (lo psichiatra) e Rooney
Mara (Roseanne giovane) conducono lo spettatore nel passato della donna. "MANCHESTER BY THE
SEA" di Kenneth Lonergan. Casey Affleck è Lee Chander, idraulico a Boston che, alla morte del fratello,
torna nella città natale e scopre di essere stato nominato tutore del problematico nipote sedicenne.
"DENIAL" di Mick Jackson, con Rachel Weisz e Timothy Spall mette in scena il processo tra la storica
Deborah Lipstadt e il negazionista David Irving, che l'aveva querelata. La Lipstadt deve dimostrare in
tribunale che l'Olocausto è avvenuto e che lui ha falsificato i dati. "THE LAST LAUGH" di Ferne Pearlstein
si interroga se il tema dell'Olocausto possa diventare commedia: una riflessione attuale su libertà
d'espressione e satira. "THE ROLLING STONES Olè Olè Olè!: A Trip Across Latin America" di Paul
Dugdale. Documenta il tour 2016 dei Rolling, concluso con un concerto all'aperto all'Avana: «It's Only Rock
'n Roll (But I Like It!)». "TRAIN TO BUSAN", del coreano Yeon Sang-ho, rivisita gli zombie cari a George
Romero. La lotta per la sopravvivenza si combatte sul treno per Busan, città che ha arginato l'epidemia. Nei
453 chilometri che separano Seul da Busan si decidono le sorti dei protagonisti. "LOUISE EN HIVER" è il
nuovo poetico lungometraggio del cartoonist JeanFrançois Laguionie dopo "Le Tableau" del 2011. Alla fine
dell'estate l'anziana Louise perde l'ultimo treno e resta da sola in una piccola località balneare. Tra sogno e
realtà si misura con la natura e i suoi ricordi, in un viaggio onirico di raffinata poesia.
Foto: colloquio con Oliver Stone di Marco Consoli
Foto: Joseph Gordon Levitt in una scena di "Snowden"
Foto: Il red carpet della Festa del Cinema di Roma
10/10/2016
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Castellitto: "Macché futuribile il 3D è già una storia vintage"
FULVIA CAPRARA ROMA
La scoperta più importante è che il 3D non è a f fat t o u n a n ov i t à : «Pensiamo tutti che questa sia la
nuova frontiera tecnologica del mondo delle immagini e invece è vecchia quanto il cinema, visto che lo
accompagna da quando è nato». Fino al 16 ottobre, su Sky 3D Vintage (canale 150), Sergio Castellitto è la
voce narrante di un viaggio che, attraverso 20 titoli, descrive «l'evoluzione del linguaggio e della tecnologia
3D». Si va dalla Maschera di cera, del 1953, con Vincent Price e Charles Bronson poco più che debuttanti,
al Delitto perfetto di Alfred Hitchcock, dal celebre horror di Roger Corman La Piccola Bo tte ga de gli Or rori
al blockbuster Top Gun con Tom Cruise giovanissimo, senza trascurare due capostipiti, Il calderone
infernale e L'oracolo di Delphi girati nel 1903 da Georges Méliès e L'arrivo di un treno alla stazione di La
Ciotat, realizzato da Louis Lumière: «Pensavo di dover parlare di una dimensione futuribile - spiega
Castellitto - e invece racconto una storia vintage perché il 3D, mettendo in scena la terza dimensione, non
fa altro che avvicinarsi il più possibile allo sguardo umano. L'immagine del treno di Lumière che sembra
travolgere il pubblico ci restituisce la purezza di un'emozione che prima non c'era». Insomma, non è vero
che tutto sia iniziato con Avatar: «La cosa più straordinaria di quel film erano le sale cinematografiche piene
di gente con gli occhialetti sul naso, quella sì che e ra fantascienza, semb rava 1984 di Orwell». Da
spettatore Castellitto confessa di non avere un buon rapporto con i film in 3D: «Mi fanno venire il mal di
testa, credo sia un fatto antropologico, faccio parte di una generazione che ci è poco abituata». Da regista,
non va meglio: «A me interessa che lo spettatore segua il racconto e ci si immerga non tanto fisicamente
quanto dal punto di vista emozionale». L'esperimento interessante sarebbe «vedere in 3D un film di
Bergman oppure una puntata di In Treatment, insomma applicare la tecnica all'intimità delle emozioni». Sul
set di «Fortunata» Di sicuro non è in 3D Fortunata, il film che Castellitto sta girando nella periferia romana,
con Jasmine Trinca protagonista e poi Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Hanna Schygulla. Scritto da
Margaret Mazzantini, Fortunata racconta la vicenda di una giovane madre (Trinca) reduce da un
matrimonio fallito, decisa a realizzare il sogno di aprire un negozio di parrucchiera: « Fortunata - spiega il
regista - è un aggettivo qualificativo femminile singolare. Ma è anche il nome di una donna, e soprattutto di
un destino. E non è detto che quel destino uno se lo meriti. Ci sono uomini, in questa storia, che non sono
d'accordo sulla felicità di Fortunata. Vedremo...». c
Foto: Il viaggio Sergio Castellitto in sala registrazione, voce di un viaggio attraverso venti titoli di film che
ripercorrono l'evoluzione del 3D sul canale Sky 3D Vintage
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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L' attore voce narrante di un ciclo di film su Sky Colloquio
09/10/2016
Pag. 9
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Matteo affronta l'Inferno a casa sua Serata speciale con Dan Brown
Il premier a Firenze tra i fan della saga del prof. Langdon La ricerca dell'affresco perduto " la Battaglia di
Anghiari"
MARIA CORBI INVIATA A FIRENZE
Matteo Renzi come Robert Langdon, il protagonista di Dan Brown, che deve sempre scappare perché
qualcuno lo vuole (politicamente) morto. Il premier ieri ha partecipato alla prima di "Inferno" il film made in
Hollywood, regia di Ron Howard, tratto dall'ultima fatica dello scrittore di best seller statunitense. Un film la
cui trama affonda in presagi, segnali, trame, colpi di scena, un po' come la scena politica italiana. E se
Robert Langdon deve riportare la pace nella sua vita e in quella di Firenze, guardandosi bene anche Renzi
deve sopravvivere al Referendum, ma anche all'ombra di Ignazio Marino che torna a farsi reale, ai suoi
compagni di partito, proprio come il professore di Dan Brown che deve guardarsi le spalle anche dal suo
governo. Chissà se ci avrà pensato Matteo Renzi ieri sera, seduto in prima fila al teatro dell'Opera, seduto
accanto a Dan Brown e a Ron Howard ma anche al cast stellare del film, Da Tom Hanks a Felicity Jones,
Irrfan Khan, Omar Sy, Ben Foster, Sidse Babett Knudse e Ana Ularu. Una anteprima mondiale del film che
è un grande spot per la città dove ieri è stata presentata anche la nuova legge per il cinema, a palazzo
Vecchio, presente il ministro della cultura Dario Franceschini. Renzi torna a casa, a Firenz e, per il Cinema
, per Dan Brown e per il referendum. Sulla nuova legge del Cinema il premier ha detto che «non è per
addetti ai lavori». «Non stiamo accontentando una fetta di persone, i professionisti del settore, loro vengono
dopo, perché attraverso l'industria cinematografica ci sono emozioni che sono un pezzo del paese». «Quel
grande progetto di una legge sul cinema organica non è più un sogno ma una realtà" - ha spiegato -.
Sembrava un sogno difficile da realizzare. Ora siamo ad un passo dall' approvazione. Non c'è ancora il
bicameralismo non paritario.... ma in qualche settimana la legge sarà approvata».Previsti finanziamenti per
400 milioni di euro all'anno, fondi che verranno assegnati a chi avrá i requisiti, in modo automatico, ha
spiegato il premier, «un meccanismo che supera quello degli amici degli amici...». Niente red carpet per il
premier che è entrato in sala da un ingresso laterale lasciando la scena a Tom Hanks ed evitando cosi un
test di popolarità a casa sua. Certo Matteo Renzi delle trame magiche e misteriose di Dan Brown è un fan
tanto da applicarsi da sindaco di Firenze nella ricerca della "Battaglia di Anghiari" affresco di Leonardo
coperto dal Vasari nel 1577 quando dipinse nel salone dei cinquecento La battaglia di Marciano. Nella parte
superiore dell'affresco, una delle bandiere dei soldati in campo riporta la misteriosa scritta "Cerca trova".
Uno degli enigmi che ha un ruolo importante nella fantasia di Dan Brown. E certo Renzi deve continuare a
cercare per trovare elettori che scrivano "si" sulla scheda del referendum. L'ultima battaglia. c ANSA Red
carpet Matteo Renzi, presidente del Consiglio, con la moglie Agnese alla prima del film Inferno a Firenze,
tra Dan Brown (sinistra) e Ron Howard
La nostra nuova legge sul cinema è un meccanismo che supera quello degli amici degli amici
I professionisti del settore vengono dopo, dall'industria del cinema passano le emozioni di un Paese Matteo
Renzi presidente del Consiglio La prima Il premier ieri ha partecipato alla prima di «Inferno», il film made in
Hollywood, regia di Ron Howard, dall'ultima fatica dello scrittore di best seller Usa In sala Renzi ieri sera
era seduto in prima fila al teatro dell'Opera, accanto a Dan Brown e a Ron Howard ma anche al cast
stellare del film
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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La storia
09/10/2016
Pag. 29
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"In versione Iena o da karaoke svelo di me il lato più infantile"
Morelli volto nuovo nello show di Italia 1, poi conduttore per Rai1
ADRIANA MARMIROLI MILANO
Dal set dei film «doppio» di Sydney Sibilia Smetto quando voglio 2 e 3, Reloaded e Revolution, alla platea
de Le Iene, alle vie di Vienna in compagnia di Zucchero, dove ha registrata una delle puntate di Fan Caraoke, programma musical-automobilistico che conduce (Rai1, dal 16 ottobre). Giampaolo Morelli è, con
Frank Matano, il nuovo volto s celto per affianca re Ilary Blasi nel programma di Italia 1 ideato da Davide
Parenti. Domani lo show, con i tre che lanciano i servizi, e martedì la versione più reportage, a conduzione
collegiale affidata Nadia Toffa, Andrea Agresti, Paolo Calabresi, Giulio Golia e Matteo Viviani. Un giudizio
su «Le Iene»? «È un programma che ho sempre amato, complicatissimo da realizzare con quel mix di
comicità, leggerezza e lo spessore e l'impegno dei servizi». Prime impressioni su Blasi e Matano? «Lei è
deliziosa. Di g rande autoironia. Il punto di appoggio di noi esordienti. Frank lo sento umanamente affin e.
Napoletano come me, siamo uniti dalla stessa passione per il Napoli». Due Azzurri contro la Giallo-rossa
Ilary? «Per la Roma quest'anno non ce n'è». Il Napoli senza Higuain? «Abbiamo scoperto che non c'era poi
così bisogno di lui». Sì, ma con l'Atalanta... «Capita che si inciampi. L'importante è sapersi rialzare. Resto
ottimista: è una grande squadra» Per il pubblico tv lei è Coliandro, ovvero uno ingenuo e un po' goffo.
Abbiamo visto una Iena tutta diversa... «Coliandro è un personaggio, ossia una maschera che mi metto.
Nelle Iene invece mi espongo per quello che sono: è me che vedete, la mia parte più infantile. Ed essere
me stesso è anche tra le prime indicazioni che ho ricevuto dagli autori». Lei e Matano: i nuovi Luca e Paolo
made in Sud? «Con lui ho una bella sintonia: direi che siamo complementari. Forse anche Parenti pensava
a una cosa del genere quando ci ha messi insieme». Per quanto tempo «Le Iene» si sovrapporranno ai film
di Sibilia? «Un mese buono. Poi però non è che mi metterò a riposo: a novembre iniziano le riprese dei
nuovi episodi di Coliandro». Ancora Manetti? «Ora e sempre. Abbiamo da poco finito di girare un musical
napoletano, che in realtà è una sceneggiata in chiave moderna, un po' Grease e un po' Merola. Canti, balli
e sparatorie, e il classico triangolo - Isso, Essa e o'Malamente. Nel cast Serena Rossi, Carlo Buccirosso,
Claudia Gerini e Raiss degli Almamegretta. Musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, testi di Nelson, altro
napoletano doc (aveva vinto il David di Donatello per «Song'e Napule», altro film dei Manetti con Morelli,
ndr)». Canterà anche in «Fan Car-aoke»: a che punto siete? «Stiamo an co ra regist rando le puntate: puro
cazzeggio inte rcal ato a canzoni. L'ultim a re g i s t rat a a Vi e n n a , co n Z u cc h e ro, d ove e ra p e r u
n co n ce r t o. No n è semp re facile ave re la disponibilità dei cantanti a sali re sulla mia aut o, anc h e p e
rc h é vo gl i a m o i big». Zucchero! Momento clou? «L'ho convinto a cantare Donne. Che lui non vuole più
fare, penso imbarazzato da quel "dududu". Abbiamo raggiunto un compromesso. Il "dududu" lo faccio io».
È anche nel cast della miniserie «C'era una volta Studio Uno». «Una partecipazione: nel ruolo di un
funzionario Rai che ai tempi si oppose alla realizzazione di quello che sarebbe diventato il più importante
show della nostra tv. Scopri che le cose non cambiano mai. Anche la prima serie di Coliandro restò per due
anni e mezzo in un cassetto: c'era chi credeva nel progetto e chi pensava che il pubblico non apprezzasse
un poliziotto così fuori dagli schemi. E neppure la Polizia». La fiction Molto noto in televisione come
ispettore Coliandro, vedremo Giampaolo Morelli anche nella mini serie tv «C'era una volta Studio Uno»
3film Morelli è nei capitoli 2 e 3 di «Smetto quando voglio», di Sydney Sibilia E nel prossimo film dei Manetti
Bros.
Finalmente non recito un personaggio ma mi espongo per quello che sono Giampaolo Morelli
Giampaolo Morelli, classe 1974, attore, sceneggiatore e scrittore con all'attivo due libri: l'ultimo è uscito nel
2013, titolo: «7 ore per farti innamorare» Sotto, da sinistra, Giampaolo Morelli, Ilary Blasi e Frank Matano, i
tre conduttori della «Iene» in onda stasera su Italia 1
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Intervista
08/10/2016
Pag. 1
diffusione:163662
tiratura:241998
Mastronardi "Woody Allen ha convinto mio papà a farmi fare l' attrice "
Fulvia Caprara
A PAGINA 30 Un misto di malizia e app a re n t e f rag i l i t à , un'aria da signorina della porta accanto che
da un momento all'altro potrebbe rivelarsi il contrario di quello che sembra. Un pizzico di ironia e una vaga
tristezza. E poi il tono schietto di una ragazza nata a Napoli e cresciuta a Roma, da genitori che con il suo
lavoro non c'entrano niente e ch e, quando l'hanno vista mu ove re i primi passi nel mondo dello spettacolo,
erano p reo ccup ati e sp avent ati. Trent'anni, fidanzata con l'attore i rlandese Liam McMahon (con cui vive
da cinque), lanciata dalla serie I Cesaroni, scoperta da Woody Allen che le ha affidato un ruolo clou in To
Rome with Love, Alessandra Mastronardi è la piccola Audrey Hepburn italiana. Elegante e briosa, «con i
piedi ben piantati per terra». Ha cominciato presto e ha avuto subito soddisfazioni. C'era il pericolo di
montarsi la testa. «Purtroppo sono sempre stata molto rigida, onesta, e severa con me stessa. Se faccio un
errore non me lo perdono. E poi sono concreta, per esempio, per me, il valore degli affetti è fondamentale,
e forse è proprio quello che mi aiuta a mantenere sempre vivo il rapporto con la realtà». Che ricordi ha dei
suoi inizi? «Mentre le mie amiche prendevano lezioni di danza, io, nel week end, andavo sui set. Dopo la
maturità ho seguito per un anno Psicologia, ma ho deciso presto che volevo fare questo lavoro sul serio.
Ho cominci ato con pi ccole parti, poi mi hanno presa per I Cesaroni. Sono andata a fare il provino, insieme
a tante altre persone, sapevamo solo che si trattava di una serie sp agnola. Non spe ravamo nulla, nessuno
avrebbe mai scommesso una lira su di me, e invece andò bene». I suoi genitori come la presero? «Non
sono figlia d'arte, loro sono professionisti, mio padre ha due lauree, è psichiatra, l'idea di una figlia che si
mettesse a fare l'attrice era una follia, una macchia nella famiglia... Ma quella era la mia passione. Proibita
e fortissima. Quando ho iniziato i miei erano terrorizzati». Fa l'attrice, ma non è mai stata iscritta al Centro
sperimentale o ad altre scuole di recitazione. Mai avuto paura di fare errori? «Eccome. Sbagliare per me è
terribile e io di sbagli ne ho fatti tanti, e davanti alla macchina da presa, che è come una lente di
ingrandimento, quindi una vera tragedia. Recitavo nelle fiction e sapevo di sbagliare davanti a milioni e
milioni di italiani. O mi si amava o mi si odiava, e io sono venuta su restando aperta alle critiche e ai giudizi.
Non ho fatto scuole, appena potevo seguivo corsi e stage... Poi, però, non c'è più stato tempo». Dopo «I
Cesaroni» è successo tutto. L'ha scelta Woody Allen. Come andò? «È stato come vivere un sogno, Woody
Allen è uno dei miei più grandi miti, un grande maestro. Quando tornavo a casa dal set mi sedevo sul
divano e restavo lì muta almeno per un'ora. Ho un ricordo meraviglioso di quella esperienza, agli attori
Allen diceva pochissimo, ma quando parlava sul set tutto si rivoluzionava. E poi, dopo From Rome with
Love, mio padre ha accettato la mia professione». Come mai? «Ho raccontato a Woody Allen che mio
padre fa lo psicoterapeuta, il giorno dopo lo ha invitato sul set, si sono conosciuti e parlati, ma non so cosa
si siano detti, è un segreto tra loro. Però, da quella volta, mio padre ha cambiato atteggiamento». Una
fiction seguitissima, un film con un regista venerato. Così è arrivata la popolarità. Che è bella, ma anche
difficile da gestire. Lei come la vive? «Quando I Cesaroni andarono in onda l'ho vissuta come un problema,
direi che è stata uno shock. Ho capito che stavo perdendo la mia normalità, andare a passeggio con le
amiche, in centro a fare shopping. Mi ha aiutato la mia famiglia, con la sua solidità. Adesso ho imparato
che, purtroppo, il mio è un mestiere cinico, ti leva spesso la possibilità di partecipare alla vita dei tuoi cari. E
questo è il rovescio della medaglia che a me fa più male». E il lato che le piace di più? «Quando mi
fermano per strada per dirmi che mi hanno vista e magari si sono commossi. Mi è successo quando sono
stata Micol, nelle Sorelle Fontana, una signora mi disse che l'avevo fatta piangere. E questo è l'onore più
grande, perché noi lavoriamo per il pubblico». Adesso è in tv, protagonista de «L'allieva», tratto dal
best-seller di Alessia Gazzola. Che tipo è Alice Allevi? «Una studentessa di medicina legale, perennemente
insoddisfatta, incerta tra due amori, quello stabile e sicuro per Arthur che però fa il reporter di guerra e
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CARTELLONE
08/10/2016
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quindi non c'è mai, e quello per Carlo, insensibile e indomabile, ma sempre presente perché lavora con
lei». Che cosa l'ha attratta di questo progetto? «Conos cevo i romanzi della Gazzola, mi piace il suo modo
di scrivere molto cinematografico e mi ha affascinato il carattere della protagonista, un'antieroina umana,
piena di difetti, sempre fra le nuvole. La difficoltà stava proprio nel rendere la sua fragilità, e poi lei ha un
suo look molto speciale, si veste malissimo, assembla robe tremende, pantaloni color pesca... Insomma, un
gran divertimento». La fiction sta andando molto bene, ma lei è già altrove, a New York. Per fare cosa? «È
un progetto americano, una serie Netflix che mi terrà per qualche mese in America, con alcune scene a
Modena. Si chiama Master of None ». Che effetto le fa lavorare in un ambito così nuovo? «Mi fa
impressione, è molto emozionante e anche divertente perché sono alle prese con un linguaggio diverso,
con un modo di raccontare che non avevo ancora sperimentato. E poi per la prima volta ho partecipato alla
sceneggiatura di alcuni episodi, mi è piaciuto tanto». È anche apparsa in un servizio fotografico firmato dal
regista cult Nicolas Winding Refn. «Sì, mi è sembrato di stare in una specie di sequel del suo film Neon
Demon, un'esperienza allucinante. Refn è un pazzo visionario, bisogna seguirlo e basta, io ho fatto così». c
Chi è Alessandra Mastronardi è nata nel 1986, dall'età di 5 anni vive a Roma È nota per i ruoli nella serie «I
Cesaroni» e «To Rome with Love» di Woody Allen Ieri Ora è su Rai 1 nella fiction «L'allieva», il programma
più visto della serata di martedì, con 4 milioni e mezzo di spettatori Domani Sta girando la serie «Master of
None» per Netflix, perlopiù a New York, con alcune scene in Italia
Per i miei avere una figlia attrice era follia, una macchia; per me era una passione, proibita e
fortissima
Quando mi ha scelto Allen è stato un sogno, tornavo dal set e me ne stavo seduta, muta sul divano per
un'ora
Il successo è stato uno choc, mi ha aiutato la famiglia. Però è bello quando uno ti dice che l'hai fatto
piangere Alessandra Mastronardi Attrice, 30 anni, ora in tv con la fiction «L'allieva»
Foto: STEFANO COLARIETI / LAPRESSE Alessandra Mastronardi alla presentazione de «L'allieva»: «Il
mio personaggio è un'antieroina molto umana, piena di difetti, sempre fra le nuvole» Con Claudio
Amendola nei «Cesaroni» Con Antonio Albanese in «To Rome with Love» In una scena della serie di Rai 1
«L'allieva»
10/10/2016
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diffusione:123081
tiratura:170229
La casa di Sordi si apre alla città prima i concerti poi la villa-museo
Gloria Satta
Satta a pag. 23 esta di Roma nel segno di Albertone. Sabato 15 ottobre verrà presentato, alla Casa del
Cinema, Fumo di Londra , il primo film diretto (e ovviamente interpretato) da Alberto Sordi nel 1966, appena
restaurato dalla Cineteca Nazionale con Augustus Color. Quello che si vedrà è il cosiddetto final cut , cioè
la versione rimaneggiata dallo stesso attore nel 1981. Presso la Cineteca sono però conservati i
fotogrammi tagliati e, attraverso una serie di sofisticati interventi digitali, verranno presto reintegrati nel
negativo per ricostituire la prima versione del film, proiettata in pubblico 50 anni fa. «Sordi teneva molto a
Fumo di Londra perché rappresentava la sua prima regia, ma il film è anche un documento importante che
testimonia un cambiamento storico e sociale», spiega Walter Veltroni che, da presidente onorario della
Fondazione Alberto Sordi e grande amico dell'attore, ha fortemente appoggiato il restauro. «Il film», spiega
ancora, «racconta in modo irresistibile l'impatto di Sordi, che era un uomo del dopoguerra, con la nuova
società identificata nella città dei Beatles e della minigonna».
SATIRA Il pubblico ritroverà dunque l'attore nei panni dell'esilarante antiquario Dante Fontana che sbarca
nella capitale britannica armato di regolamentare bombetta, completo scuro e ombrello per uniformarsi ai
"locali" e deve vedersela con duchi, castelli, perfino bande di Mods e Rockers. Il film è una satira feroce
dell'esterofilia, un tema molto caro a Sordi che con la sua ironia corrosiva aveva cominciato a cavalcarlo fin
dal 1954, l'anno della mitica commedia di Steno Un americano a Roma . «Albertone, con Totò e Massimo
Troisi, è rimasto radicato nel cuore della gente», dice Veltroni che ricorda gli incotri con l'attore (uno in
particolare: «la cena a casa mia con lui e Ettore Scola, il 10 settembre 2001»). E, da sindaco di Roma, nel
2003 fu testimone diretto e molto emozionato del grandioso funerale dell'attore con la folla in Piazza San
Giovanni, «un momento terribile e al tempo stesso meraviglioso», spiega, «in cui la Capitale sottolineò con
forza la propria identità di cui Sordi, con il suo spirito, le sue battute e il suo disincanto, ha rappresentato la
parte migliore». Fumo di Londra è il primo di una serie di restauri destinati a riportare agli antichi splendori il
lavoro di Albertone che nella sua lunga carrierà interpretò oltre 200 film. «Il prossimo potrebbe essere
Polvere di stelle , un'altra regia riuscitissima in cui accanto a Sordi recita una grande Monica Vitti»,
annuncia Veltroni che lavora a braccetto con il presidente della Fondazione Italo Ormanni e con il
presidente della Fondazione Alberto Sordi Giovani, Carlo Verdone. Un team non solo di esperti ma anche
di amici che, in nome del rispetto e dell'affetto, continua a tenere viva la memoria dell'artista che meglio di
chiunque altro ha interpretato e documentato le trasformazioni dell'Italia.
MUSEO Prossimo traguardo è la creazione del Museo Alberto Sordi, destinato a sorgere nella villa dell'
attore a Caracalla: il bando per il progetto verrà lanciato dalla facoltà di Architettura della Sapienza il 15
novembre e i lavori potrebbero iniziare già nel 2017. La grande casa con piscina dove fino a due anni fa ha
vissuto Aurelia, la sorella amatissima di Alberto, custodisce non solo arredi, quadri, oggetti e suppellettili
preziosi appartenuti all'attore ma anche la documentazione completa del suo lavoro. «Sordi aveva
conservato tutto: negativi dei film, registrazioni radiofoniche, documenti: è un materiale preziosissimo sul
quale continueremo a lavorare e che il pubblico potrà conoscere da vicino quando il museo vedrà la luce»,
dice Veltroni.
CONCERTI Intanto, dal 30 ottobre, i romani potranno entrare eccezionalmente a casa Sordi per assistere a
6 concerti da camera vocali e strumentali a cura di Cesare Scarton e Luca Verdone. Eseguiti dai giovani
talenti di Santa Cecilia, si terranno la domenica mattina alle 12 nel teatrino-gioiello della villa e saranno
gratuiti. Ottanta spettatori alla volta potranno assistere previa prenotazione e, dopo la musica, visitare la
casa in cui tutto, dagli arredi ai vestiti, parla ancora di Albertone. Regalando una grande emozione.L'EX
SINDACO VELTRONI RICORDA I COMMOVENTI FUNERALI DEL 2003 «UN MOMENTO TERRIBILE E
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L'evento
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ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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MERAVIGLIOSO»DAL 30 OTTOBRE NELLA STORICA DIMORA OGNI DOMENICA SI TERRÀ UN
CONCERTO PER OTTANTA SPETTATORI ALLA VOLTA
Foto: TESTIMONE A sinistra Sordi e Monica Vitti in "Polvere di stelle" Sopra, dall'alto Sordi nel suo "Fumo
di Londra" e il teatro privato nella villa di Caracalla
10/10/2016
Pag. 24
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tiratura:170229
Westworld il mondo dei robot
UN PROGETTO AMBIZIOSO E UN CAST D'ECCEZIONE, CON ANTHONY HOPKINS NEI PANNI DEL
DOTTOR FORD
Manuela Santacatterina
a Fargo , serie antologia ispirata all'omonimo film dei fratelli Coen, ad Hannibal , thriller horror Nbc più volte
trasposto sul grande schermo, la lista delle produzioni televisive ispirate da pellicole cinematografiche
continua ad allungarsi di stagione in stagione. Ultimo titolo, in ordine di tempo, ad approdare sul piccolo
schermo: Westworld - Dove tutto è concesso . La serie evento, ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy per la
HBO, basata su Il mondo dei Robot , film scritto e diretto da Michael Crichton nel 1973, descritta come
"un'oscura odissea sull'alba della coscienza artificiale e sul futuro del peccato". Una produzione tra le più
attese della serialità americana che, dopo essere stata presentata in anteprima nazionale durante la IV
edizione del Roma Web Fest, di cui Sky è media partner, arriva finalmente in televisione. Dopo il primo
episodio, The Original , firmato e diretto da Nolan stesso, trasmesso in contemporanea con gli Stati Uniti
nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 ottobre, in versione originale sottotitolata in italiano, Westworld parte
ufficialmente da oggi, alle 21.15, in versione italiana su Sky Atlantic HD. Ambientata in un futuro distopico
all'interno di un parco dei divertimenti a tema per facoltosi turisti chiamato Delos e suddiviso in tre sezioni una ambientata nell'Antica Roma, una nel Medioevo e la terza, per l'appunto, nel Far West -, la serie,
mostra l'interazione tra i numerosi androidi (Host), che il progresso tecnologico ha permesso di rendere
indistinguibili dagli esseri umani, e i ricchi visitatori (Newcomer) legittimati a compiere qualsiasi fantasia, in
virtù della libertà di azione promessa loro dalla grande avventura chiamata Westworld fino a quando, a
seguito di una riprogrammazione, le intelligenze artificiali non iniziano a sviluppare una coscienza. Prodotta
da Nolan, già co-sceneggiatore di Memento e Interstellar , J.J. Abrams e Bryan Burk, il dramma sci-fi della
HBO, non è un remake dell'omonimo film di Crichton. Il punto di vista esplorato, infatti, è quello dei robot e
della nascita di una consapevolezza inedita che porterà al frantumarsi del sogno promesso dal resort di
lusso. Jonathan Nolan e Lisa Joy costruiscono un progetto ambizioso, stratificato su più livelli narrativi e
morali. Una scatola cinese di significati che oscillano tra il fittizio passato polveroso dei Saloon e le
futuristiche architetture dei laboratori ma che parlano del presente, delle azioni e delle loro conseguenze.
Due mondi agli antipodi ma equilibrati da sceneggiatura e regia capaci di creare dinamismo senza
schiacciare il racconto con il peso del suo stesso andamento frammentato. EVENTO L'atmosfera di evento
che accompagna il debutto di Westworld non si limita al soggetto trattato o all'adattamento cinematografico
di una pellicola anticipatrice e seminale di un classico del cinema di fantascienza. Annunciata nel 2014 e
rallentata da stop della produzione recentemente giustificati dalla volontà dell'emittente televisiva di mettere
in cantiere altre cinque stagioni della serie, Westworld vanta un cast di talenti ricchissimo. Da Anthony
Hopkins nel panni del Dott. Robert Ford, fondatore e direttore creativo del parco, a Ed Harris in quelli dello
spietato e misterioso Uomo in nero passando per Evan Rachel Wood nel ruolo di Dolores, giovane ragazza
del Vecchio West che scopre la bugia sulla quale poggia la sua esistenza, fino a James Marsden, Thandie
Newton, Jeffrey Wright, Jimmi Simpson, Rodrigo Santoro, Ben Barsen e Shannon Woodward.
Foto: IL DEBUTTO Evan Rachel Wood nei panni di Dolores l'androide che scopre la bugia sulla quale si
basa la sua esistenza
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Al via da stasera, su Sky Atlantic Hd in versione italiana, la nuova serie ispirata al film di Crichton e
ambientata in un parco a tema. Popolato da androidi "troppo umani" TELEVISIONE
08/10/2016
Pag. 1
diffusione:123081
tiratura:170229
Werner Herzog «Per il mio film sui vulcani ho scelto Roma»
Marco Lombardi
Festa del cinema Werner Herzog «Per il mio film sui vulcani ho scelto Roma» a pag. 24 Tutto il cinema di
Werner Herzog ha sempre cercato di fotografare il tentativo (disperato, e inutile) dell'uomo di dominare la
Natura. Questa chiave di lettura emerge in maniera particolarmente nitida quando i suoi racconti sono filtrati
dalla chiave documentaristica come dimostra Into the Inferno , il documentario sui vulcani che - dopo
l'anteprima di Toronto - verrà presentato domenica 16 ottobre alla Festa di Roma e poi distribuito da Netflix
il 28 ottobre. Di cosa parla "Into the Inferno"? «Il tema dei vulcani non è nuovo nel mio cinema. Mi hanno
sempre affascinato, ma non tanto da un punto di vista scientifico, quanto per la magia che emanano: mi è
sempre sembrato che potessero essere la sede dei demoni, cioè dei nuovi Dei contemporanei. È cosi che è
nata l'idea del film. Ma senza Clive Oppenheimer non avrei potuto realizzarlo». Chi è Clive Oppenheimer?
«È un celebre vulcanologo dell'università di Cambridge. Ci siamo incontrati dieci anni fa quando ero in
Antartide per il mio film Encounters at the End of the World e subito abbiamo deciso che avremmo fatto
insieme un altro film sui vulcani più importanti al mondo. Into the inferno lo abbiamo girato insieme». In
quali paesi siete stati? «In Indonesia, in Australia, in Etiopia, in Islanda e a Guadalupe. In ciascun posto
abbiamo ripreso i rispettivi vulcani in azione, ma soprattutto abbiamo cercato di capire che cosa
rappresentassero per gli abitanti di quelle terre. In Australia, ad esempio, è una specie di entità
soprannaturale che parlerebbe solo con poche persone. Persone che poi sono tenute a non dire quello che
ha rivelato loro il vulcano». Le riprese sono state difficili? «Molto, qualche volta ci siamo serviti dei droni
perché il calore era elevatissimo. Una volta, a causa delle correnti atmosferiche create dalla massa lavica,
un drone è stato sul punto di collassare con la telecamera!» Come mai non avete pensato di girare anche
in Italia? «Clive ha preferito concentrarsi sui vulcani più imponenti, e ancora molto attivi. In effetti lui ama
Vulcano, nelle isole Eolie, e anche la storia del Vesuvio lo ha affascinato. Senza dimenticare l'Etna, un
posto in cui si reca spesso, perciò non è escluso che si giri un secondo film sul tema. Magari Clive da solo,
con me ha dimostrato di avere tutti i numeri per poter fare il filmaker». A Toronto ha presentato un altro film
che ha a che vedere con i vulcani, "Salt and fire". Ce ne vuole parlare? «È la storia di un imprenditore e uno
scienziato che, di fronte alla minaccia di un vulcano pronto ad esplodere, saranno costretti a ribaltare le
proprie convinzioni. Insomma, è un thriller in parte surreale, non un documentario». È curioso che lei abbia
presentato insieme due film che parlano di vulcani. «Diciamo innanzitutto una cosa: io non faccio dei
documentari e delle fiction, io giro sempre e solo dei film, basti dire che anche nei cosiddetti documentari
faccio dire le battute almeno cinque volte, e un minimo di sceneggiatura c'è quasi sempre. Detto questo, si
tratta di due film che cercano di approfondire lo stesso argomento, ma da due angolazioni profondamente
diverse. Con due stili diversi, proprio come uno scrittore che a volte scrive romanzi, altre volte poesie:
quando racconto in modo documentaristico indosso lo spirito di un qualunque spettatore che si approccia a
un tema perché vuole conoscerlo». Allora per lei è il documentario la forma espressiva più vicina al reale...
o è d'accordo con chi pensa che, paradossalmente, sia la fiction - nel dichiarare esplicitamente la propria
finzione - a essere più veritiera? «Nessuna delle due: la realtà è ancora una terza dimensione che sia i
documentari, sia le fiction, a mala pena sfiorano. Non è roba per il cinema. È roba di cui si occupa la vita».
Ma lei si emoziona di più girando un documentario o una fiction? «Io non mi emoziono. Io sono solo un
regista. Svolgo semplicemente un mestiere».
Foto: Werner Herzog nel suo "Into the Inferno" NON DISTINGUO TRA CINEMA DAL VERO E DI
FINZIONE: SONO COME UNO SCRITTORE CHE ALTERNA ROMANZI E POESIE
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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Festa del cinema
08/10/2016
Pag. 18
diffusione:39484
tiratura:90556
" Finalmente la tv ha imparato a fare a meno del bene "
» NANNI DELBECCHI
Narratori si nasce, head writer di serie Tv si diventa. Stefano Bises, nato a Roma 52 anni fa, lo è diventato
dopo 15 anni di giornalismo quando qualcuno in Rai gli propose di collaborare alla sit-com B u ttafuori di
Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre (quelli di Boris ), " e fu un tale flop che mi volevo ammazzare: ormai mi
ero licenziato da Telemontecarlo e ho rischiato seriamente di rimanere in mezzo a una strada " . Fortuna
che si era licenziato, altrimenti non sarebbero arrivati i successi di Distretto di polizia , S qu a dr a anfimafia
e Gomorra-la serie di cui Bises è appunto capo degli sceneggiatori, e su cui questo weekend terrà un
workshop allo spazio Acqua su Marte di Milano. Co m ' è scrivere per la tv? Bellissimo. La possibilità di un
arco narrativo così ampio, di sviluppare trame e personaggi in profondità oggi te la dà solo la serie Tv.
Siamo in un momento magico, paragonato all ' età dell ' oro del romanzo d ' a pp e n d ice . È così, non ci
inventiamo mica niente. Pensi al Conte di Montecristo: hai appena finito un capitolo e stai avvelenato per
leggere quello successivo. Al di là del valore letterario, un modernissimo esempio di narrazione seriale.
Gomorra ha capovolto la tradizione edificante della nostra fiction. Quali criteri avete seguito nella scrittur a?
L ' unico criterio è stato fare ciò che ci convinceva fino in fondo. Abbiamo sviluppato la faida di Scampia
perché ci è parsa la parte più interessante del libro di Saviano. E poi ci siamo inventati dei personaggi
nuovi, partendo dall ' idea di un boss che sente di diventare troppo vecchio per il suo ruolo. Vi hanno
accusato di rappresentare un modello negativo; è un problema che vi siete p o st i ? Sinceramente no,
perché mi sembrano critiche infondate. Forse ci si poteva rimproverare qualcosa se avessimo restituito un '
immagine di un ambiente criminale alla S oprano o alla Scorsese, dove ci sono personaggi che vivono nel
lusso, in qualche misura seducenti ... Ma noi non abbiamo costruito così nessun personaggio. I nostri sono
personaggi realistici che però conducono un ' esistenza spaventosa, e non ce n ' è uno che non faccia una
brutta fine. Eppure è innegabile che le loro vicende emanino un certo fa s c i n o. Quello è il fascino eterno
del male. Purtroppo dove abbiamo girato la foto di Paolo Di Lauro sui telefonini i ragazzini ce l ' avevano
prima di G om o rr a . E allora il problema non è chi racconta certe cose, ma perché avvengono. Forse non
vi si rimprovera la presenza del male, ma l ' a ssenza del bene. Questo è un nodo irrisolto della fiction di
casa nostra, l ' i de a che accanto al male debba esserci sempre il contraltare positivo, come se lo
spettatore non fosse in grado di discernere da solo. Quando abbiamo scritto Il capo dei capi , accanto a
Totò Riina abbiamo dovuto mettere una figura in cui ci si potesse identificare come il poliziotto Biagio, che
però impallidiva di fronte alla potenza del boss. Alla fine è come se avessimo reso Riina ancora più forte.
Identificarsi non è obbligatorio, ci hanno insegnato le serie americane. E nemmeno scontato. In G omorra
non ci sono modelli in cui identificarsi; tuttavia in quei personaggi puoi riconoscere tratti umani che ti
appartengono, e aderisci a quelli, come accade nella vita. Ha appena finito di lavorare alla serie La mafia
uccide solo d ' estate tratta dal film di Pif. Com ' è stato? Divertimento folle. Abbiamo tratteggiato una
parabola sulle conseguenze globali della mafia concentrandoci sui piccoli eroi, e conservando quel tono di
commedia che è stata l ' intuizione geniale di Pif. Di Zero Zero Zero invece ha scritto il soggetto di serie
insieme a Saviano. Dobbiamo prepararci a un ' a ltra Go mo rr a ? Per nulla. Z er o Zero Zero sarà il
racconto di tutte le figure che possono ruotare attorno alla cocaina, dalla fogna, all ' i ns ospettabile
sniffatore della porta accanto. Rispecchia la tesi del libro: la cocaina sostiene l ' economia mondiale e i
consumatori sono ovunque. Il bianco è il vero colore della p a u ra? Certo. Bisogna temere più il bianco che
il nero. A quando il primo romanzo di Stefano Bises? Mi piacerebbe, ma non l ' ho ancora scritto per viltà.
Con le sceneggiature sei in una botte di ferro. Se arriva il fiasco, è troppo bello poter dare la colpa agli attori
o al regista.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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L'INTERVISTA STEFANO BISES Lo sceneggiatore di " Gomorra - la serie " : " Il problema non può essere
la rappresentazione del male "
08/10/2016
Pag. 18
diffusione:39484
tiratura:90556
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Foto: La prossima sarà ' La mafia uccide solo d ' e s t a te " , p a rab ol a sugli effetti globali di Cosa Nostra
Foto: La serie cult Marco D ' Amore, tra i prot agon i st i di " Gomorra la serie " trasme ssa da Sky
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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10/10/2016
Pag. 20
diffusione:14229
tiratura:29645
Anthony Hopkins in cerca di giustizia nel thriller «Go with me»
Giulia Bianconi
«Quando la legge non può nulla, devi farti giustizia da solo» recita la locandina del nuovo thriller di Daniel
Alfredson con il premio Oscar Anthony Hopkins, Julia Stiles, Ray Liotta e Alexander Ludwig. «Go with me»
(in uscita giovedì 13 ottobre con Microcinema, in collaborazione con Minerva Pictures) affronta i temi della
violenza sulle donne, fisica e psicologica, e dello stalking, già in passato al centro di molte pellicole
straniere e italiane: da «A letto con il nemico» con una giovanissima Julia Roberts al nostrano «Un giorno
perfetto» di Ferzan Özpetek. Oltre all'intrattenimento e alla spettacolarità, il cinema seppur attraverso la
finzione sa indagare su tematiche così delicate, come la violenza sulle donne, negli ultimi anni sempre più
al centro di drammatici fatti di cronaca. Presentato in concorso nella sezione Orizzonti alla 72esima
edizione della Mostra del cinema di Venezia, «Go with me» è tratto dall'omonimo romanzo di successo di
Castle Freeman Jr. del 2008 e ambientato nelle aspre terre di una comunità boscaiola del Canada. Lillian
(Stiles) è da poco tornata nella sua città natale, quando incontra Blackway (Liotta), ex poliziotto oggi dedito
al crimine che da tempo terrorizza gli abitanti della località ai margini della foresta. L'uomo inizierà a
tormentare la donna, fino a quando la protagonista non deciderà di sporgere denuncia. La legge sembra
però non volerla aiutare, tanto che lo sceriffo le consiglia di andarsene. Ma Lilian è decisa ad affrontare a
ogni costo il suo stalker. Lester (Hopkins) e Nate (Ludwig), un ex taglialegna e il suo giovane aiutante,
saranno gli unici due uomini della città a volerle dare una mano, spinti dal coraggio e dal senso di giustizia.
Lo svedese Daniel Alfredson - che ha diretto i due ultimi capitoli cinematografici della Trilogia Millennium
«La ragazza che giocava con il fuoco» e «La regina dei castelli di carta - ha scelto di raccontare una storia
di "eroi" che "si trovano vicini all'oscurità più totale". Un viaggio alla ricerca di giustizia, e ai limiti della
legalità, di una donna stanca del suo stalker (interpretata da una Stiles più matura) che agisce indisturbato
in una comunità silente. Hopkins è stato considerato dall'American Film Institute il miglior cattivo
cinematografico di tutti i tempi per la sua inquietante interpretazione di Hannibal Lecter ne ìIl silenzio degli
innocenti», che gli fece conquistare l'Oscar. Stavolta i ruoli si capovolgono e in «Go with me» è l'attore
britannico a dare la caccia a un malvagio, interpretato da Ray Lotta che nella sua carriera ha già vestito i
panni di un agente di polizia violento in «Abuso di potere», thriller di quasi venticinque anni fa. Nel corso
della storia del cinema, di pellicole che hanno affrontato racconti di violenza sulle donne, stalking e
femminicidio, ce ne sono state molte. Nel 1991 una neanche 25enne Julia Roberts in «A letto con il
nemico» era una giovane costretta a scappare da un marito violento, fingendosi morta per ricominciare una
nuova vita. Jennifer Lopez è stata protagonista di due film americani del genere: «Via dall'incubo» e il più
recente «La ragazza della porta accanto». Anche in Italia sono stati affrontati gli stessi temi sul grande
schermo. Marco Risi ne «Il branco», tratto dall'omonimo romanzo di Andrea Carraro e ispirato a un fatto di
cronaca accaduto in una cittadina laziale, ha raccontato nel 1994 di un gruppo di ragazzi che compie uno
stupro collettivo di cui sono vittime due autostoppiste tedesche.
Foto: Il premio Oscar Anthony Hopkins
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Cinema L' attore reduce dai successi di «A letto con il nemico» con la Roberts affronta il tema della
violenza sulle donne nel film in uscita giovedì prossimo
08/10/2016
Pag. 4
diffusione:14229
tiratura:29645
La Orlandi, i misteri e ora il film Famiglia Cristiana non ci sta
La polemica Critiche al docufilm «La verità sta in cielo» Il settimanale smonta la tesi della Banda della
Magliana «Testaccini» Il potente gruppo di Enrico De Pedis Dossier Emanuela Familiari e regista convinti
che esista
Stefano Liburdi
La parola fine sul rapimento di Emanuela Orlandi l'ha scritta nel maggio scorso la Cassazione archiviando
l'indagine su richiesta della Procura. La triste vicenda della ragazzina quindicenne torna però a far
discutere con l'uscita nella sale cinematografiche del film «La verità sta in cielo» di Roberto Faenza in
proiezione da giovedì scorso e già al centro di accesi dibattiti. Particolarmente forte la reazione del
settimanale «Famiglia Cristiana» che in un articolo pubblicato sul proprio sito afferma «Della vicenda della
ragazza quindicenne, figlia di un commesso della Famiglia Pontificia e cittadina vaticana, scomparsa il 22
giugno 1983 dopo essere uscita dalla scuola di Sant'Apollinare, a due passi dal Senato, dove andava a
lezione di musica, sono dedicate poche scene. Raccontano l'angoscia in cui precipita la famiglia e gli
ostacoli riscontrati fin dalle prime ricerche, anche perché Emanuela è cittadina vaticana. Faenza preferisce
concentrarsi sulla trama delle indagini e sceglie la tesi precostituita. Delle decine di piste inseguite dagli
investigatori in oltre 30 anni di inchieste, tutte concluse con un nulla di fatto, il regista intreccia quelle che
finiscono direttamente dentro il Vaticano. Le più improbabili, ma anche le più adatte a costruire una trama
sostanzialmente ideologica, ferocemente anticlericale». Il regista infatti si sofferma poco sugli stati d'animo
dei familiari nelle lunghe ore che seguono la scomparsa di Emanuela, preferisce da subito analizzare le
piste che vengono seguite dagli addetti alle indagini. A ricostruire l'intera storia, sono ai giorni nostri due
giornaliste, una inviata a Roma da un giornale londinese che vede legami tra il rapimento e il recente
scandalo di «Mafia Capitale», l'altra è Raffaella Notariale, giornalista di «Chi l'ha visto» che ha raccolto le
dichiarazioni di Sabrina Minardi, amante di Enrico De Pedis, detto Renatino, il potente boss dei
«Testaccini», l'ala più potente e legata ai poteri forti della «banda della Magliana» che nella pellicola ha il
volto di Riccardo Scamarcio. Faenza passa velocemente in rassegna le numerose vie che le indagini
hanno seguito: dalla pista bulgara dei Lupi Grigi che volevano la liberazione di Alì Agca, l'attentatore di
papa Giovanni Paolo II, a quella di un tipo che si è autoaccusato del rapimento portando come prova il
flauto della giovane, soffermandosi invece sulle uniche due ipotesi ritenute almeno verosimili e al centro del
suo film. «Famiglia Cristiana» punta il dito proprio su questo: «La prima ipotesi si basa sostanzialmente
sulle deposizioni di un pentito della banda della Magliana, seconda il quale la povera Emanuela fu rapita
per far pressione sulla restituzione di capitali mafiosi affidati allo IOR di Marcinkus; la seconda attinge alle
rivelazioni rilasciate alla giornalista di Chi l'ha visto Raffaella Notariale da Sabrina Minardi» e poi ancora
«Ne "La verità sta in cielo" si è preferito ricostruire le presunte reponsabilità del Vaticano nel sequestro di
una cittadina vaticana, pescando nel torbido e mescolando prelati, porpore, malavitosi, cortigiane,
faccendieri, grandi affaristi, mafiosi e il solito repertorio di sacro e profano, angeli e demoni che ormai da
decenni ruota intorno allo IOR. Un grande classico, potremmo dire, quasi un genere letterario». Il
settimanale si sofferma poi su tre persone che nel film assumono un ruolo molto importante: Paul
Marcinkus, presidente dell'Istituto per le Opere di Religione, il famoso IOR, Roberto Calvi, presidente del
Banco Ambrosiano e il segretario di Stato Agostino Casaroli: «La Minardi, oltre a sostenere che Emanuela
fu uccisa e gettata in una torbiera, sostenne che Marcinkus e Roberto Calvi frequentassero un giro di
prostitute e festini a base di sesso, droga (e forse rock and roll) cui partecipavano altri prelati e persino il
segretario di Stato Agostino Casaroli, uno dei principi della Chiesa di tutti i tempi, l'uomo dell'Ostpolitik
vaticana. Ma del coinvolgimento di Casaroli frequentatore - a detta delle fantasmagoriche rivelazioni della
Minardi di orge e festini - anziché della sua comunità romana dove si rifugiava a tarda sera, dove assisteva,
tra gli altri, i ragazzi del carcere minorile di Casal Del Marmo - il film di Faenza non parla, si ferma a
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La scomparsa della studentessa
08/10/2016
Pag. 4
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Marcinkus e Calvi (che - sia detto sempre per inciso - sarà stato anche un riciclatore e un bancarottiere, ma
tutti conoscevano come un uomo riservato e fedele alla moglie, legatissimo alla sua famiglia). Comunque
Faenza questa parte del libro della Minardi la omette. Forse perché a quel punto, leggendo le cose irriferibili
su Casaroli il lettore avrebbe potuto cominciare a sospettare che il quadro offerto dal film fosse un tantino
esagerato». E poi ancora «Così come pesano dubbi di autenticità sulla lettera, citata nel film, che Calvi
scrive a Giovanni Paolo II ricordandogli di aver sovvenzionato Solidarnosc (ma - detto per inciso dei
finanziamenti a Solidarnosc non c'è mai stata traccia da nessuna parte nonostante sia ormai stata detta
tante di quelle volte da faccendieri, giornalisti e pseudoscrittori che è ritenuta ormai una verità, a furia di
ripeterla)». Nel film si parla anche dell'esistenza di un fascicolo Orlandi sempre nascosto dal Vaticano. È lo
stesso Pietro Orlandi che nel film interpreta se stesso a colloquio con la giornalista londinese ad accusare
la chiesa. Il settimanale replica:«Tra tanti demoni nel film compare e scompare qualche angelo, nei panni
immaginari di un anonimo prelato o di un reverendo che gioca a rimpiattino. Questi prelati "buoni" sono una
sorta di "deus ex machina" cinematografico per sostenere l'assunto del film, che è quello di una Chiesa
"pre" e una Chiesa "post" Bergoglio, una rigorosamente opaca, torbida e corrotta, l'altra carica di speranza,
che poi è l'interpretazione conformista mainstream di molti laici che la Chiesa non la conoscono e
soprattutto non la capiscono. Nel dialogo immaginario (che il regista però assicura essersi verificato
davvero, e concediamoglielo pure) tra un cardinale e un procuratore su un presunto dossier Orlandi
custodito entro le Mura Leonine, il film suggerisce che la verità non stia in cielo ma in Vaticano. Il che
sarebbe gravissimo, anzi mostruoso, perché presuppone il fatto che la Santa Sede sapeva la verità sulla
povera Emanuela ma non l'avrebbe mai rivelata nemmeno in camera caritatis ai poveri genitori e ai fratelli,
straziati da tanta pena. Roberto Faenza ha nella sua filmografia numerosi film che prendono spunto da fatti
di cronaca, come «Alla luce del sole» del 2005, tratto dalla vera storia di don Pino Puglisi che il 15
settembre del 1993 è stato assassinato dalla mafia a Palermo nel quartiere Brancaccio. Il sacerdote sfidò
«cosa nostra» e non si piegò neppure al momento della morte. Strano il destino di Faenza, da narratore di
un eroe della Chiesa nel primo decenio di questo secolo, all'anticlericale dei giorni nostri.
[email protected]
Foto: Cupolone La giornalista interpretata da Maya Sansa, parla con un prelato
10/10/2016
Pag. 13
Apre una scuola per attori in erba
VITERBO Il Centro preformazione attoriale sbarca a Viterbo. Si tratta di una scuola unica nel suo genere
rivolta a tutti i giovani che vogliono coltivare i propri sogni facendoli diventare realtà, proprio, come è
successo al suo ideatore e direttore artistico, Stefano Muroni, un vero e proprio vulcano di idee e bellissimi
progetti. Ferrarese, 27enne, oltre ad aver creato questa scuola così particolare, ed essere il conduttore del
Giffoni Film Festival, ha vinto il Premio Telesio d'Argento come rivelazione cinematografica del cinema
italiano nel 2015. La sua è una carriera giovane ma intensa: attore protagonista del film che parla della
morte sul lavoro durante il terremoto dell'Emilia "La notte non fa più paura", sempre protagonista lo
ritroviamo nel film di produzione italo-americana "Amore tra le rovine - Love among the ruins" presentato in
alcune città americane come Denver, Seattle, Vancouver e Montreal. Ha vinto poi, nell'ambito del Napoli
Cultural Classic, il premio come miglior attore per "Tommaso", corto che affronta il delicato tema
dell'eutanasia dove recita a fianco di Monica Guerritore e Giulio Brogi. "Il Centro preformazione attoriale spiega - avrà la sede viterbese in via Monti Cimini e sarà gestita da Massimo D'Alessio. Apriamo le
selezioni per un massimo di venti posti per l'ammissione ai corsi ordinari per il biennio 2016 - 2018 con un
bando che scade in questi giorni". I programmi didattici si articolano nell'arco di un biennio e si prefiggono
l'obiettivo di una preformazione quanto più completa degli allievi che coniughi tradizione e innovazione,
sperimentazione e ricerca, stimolando al massimo grado i processi di collaborazione tra tutte le componenti
tecniche e artistiche che concorrono alla creazione dell'opera teatrale-cinematografica e audiovisiva. Il
programma didattico comporta la frequenza obbligatoria. La seconda annualità, oltre a specifici corsi di
approfondimento, è dedicata ai "lavori di diploma", ovvero alla realizzazione di un'opera audiovisiva, che
entrerà fuori concorso al Giffoni Film Festival. Gli allievi del secondo anno, in questo modo, possono
creare, girare e interpretare un cortometraggio che avrà una platea di valore mondiale. L'obiettivo è fornire
agli studenti la corretta grammatica espressiva che li metta in grado di esprimere il loro talento attraverso il
linguaggio della scena. "Questa è la scuola che sognavo di frequentare fin da piccolo - dice ancora Stefano
Muroni - apre la mente e costituisce senz'altro una grande possibilità di crescita sul piano umano, culturale,
creativo e artistico. Sarà finalizzata in primis alla preparazione degli esami di ammissione delle grandi
scuole del settore in ambito italiano ed europeo. Paola Pucciatti
Foto: zDirettore artistico Stefano Muroni, ferrarese 27enne, conduttore del Giffoni Film Festival
Foto: Stefano Muroni, nonostante la giovane età, ha alle spalle una carriera molto intensa
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Corsi di due anni con l'obiettivo di una preformazione completa degli allievi che coniughi tradizione,
innovazione e sperimentazione
ANICA WEB - ANICA WEB
16 articoli
07/10/2016 15:44
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Torna il cinema a 2 euro, mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento
Pubblicato il: 07/10/2016 15:44
Secondo appuntamento mercoledì prossimo con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal ministero dei Beni
culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale italiane al prezzo
di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese.
"C'è grande entusiasmo anche questo mese per cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto
promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al
cinema" ha dichiarato il titolare del Mibact, Dario Franceschini.
L'invito a riempire le sale questo mercoledì di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti presidente
distributori Anica che ha spiegato: "I dati sono stati molto incoraggianti ma soprattutto c'è stata la
percezione che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema, e questo significa aver centrato
veramente l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca sempre di più e si consolidi".
Per il presidente di Anec, Luigi Cuciniello: "Siamo entrati una fase più calda della stagione in cui finalmente
vengono proposti titoli importanti di richiamo insieme a tante proposte d'autore e di qualità, confidiamo
dunque in un altro mercoledì positivo per proseguire nell'allargamento del pubblico e nel consolidamento
della fruizione del cinema in sala".
Anche per Carlo Bernaschi "senz'altro sarà un successo maggiore del primo mercoledì anche perché alcuni
distributori - ha spiegato il presidente di Anem - hanno anticipato le uscite dei propri film: ci saranno tre film
di nuova uscita oltre a quelli previsti e questo farà bene alla manifestazione".
Francesca Cima, presidente dei produttori Anica ha sottolineato "l'entusiasmo con cui il pubblico ha aderito
all'iniziativa, è stata la cosa più bella. Abbiamo saputo di gruppi WhatsApp creati da alcuni ragazzi per
decidere cosa andare a vedere, perché improvvisamente andare al cinema è diventata una cosa semplice
e alla portata di tutti - e ha concluso - il successo è stato il frutto evidente di un lavoro di comunicazione che
ha reso l'iniziativa più forte. Mi auguro che si possa continuare, e che l'atteggiamento del pubblico verso il
cinema si alimenti con questa e anche altre iniziative".
Entusiasmo anche da parte del presidente di Medusa, Giampaolo Letta, che ha annunciato "a conferma
della validità dell'iniziativa constatata dalla prima giornata abbiamo aderito anche con la nostra prossima
uscita del film 'Baby Sitter' che sarà nelle sale una settimana prima del previsto". L'elenco di tutte le sale
che hanno aderito all'iniziativa è disponibile sul sito www.cinema2day.it
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Torna il cinema a 2 euro, mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento
06/10/2016 12:57
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Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa del MiBACT per tutelare "la
magia della sala"
Due euro un film
Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale
italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese.
Dopo il grande successo di settembre che ha portato nei cinema quasi 600.000 spettatori, circa un italiano
su dieci, crescono le adesioni delle sale in tutta Italia che ad oggi sono 3.000. La lista completa, in costante
aggiornamento, è disponibile sul sito www.cinema2day.it. E il successo si raddoppia anche per la
campagna social che con l'hashtag #cinema2day sta creando nuovamente il passaparola su Facebook,
Twitter e Instagram, insieme alle centinaia di migliaia di visualizzazioni dello spot video realizzato dal
Centro Sperimentale di Cinematografia, con la regia di Maurizio Nichetti e la voce di Giancarlo Giannini
che, per il mese di ottobre, accompagna le immagini più celebri delle scene di cinema al cinema.
"Cinema2day è un'iniziativa per riavvicinare le persone alla magia della sala" ha dichiarato il Ministro dei
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
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Due euro un film
09/10/2016
Pag. 44
diffusione:42999
tiratura:66152
Torna il cinema a due euro di mercoledì
Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale
italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese. «C'è grande
entusiasmo anche questo mese per Cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto
promozionale, ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al
cinema» dice il ministro Dario Franceschini. L'invito a riempire le sale questo mercoledì di ottobre arriva
anche da distributori e produttori.
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L'iniziativa
09/10/2016
Pag. 22
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tiratura:29645
Mercoledì al cinema a soli 2 euro
Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale
italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese. «C'è grande
entusiasmo anche questo mese per cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto
promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al
cinema», ha dichiarato in una nota il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario
Franceschini.
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Mibac
08/10/2016 12:58
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In sala anche "Baby Sitter" che anticipa l'uscita per aderire all'iniziativa
Cinema
Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale
italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese. "C'è grande entusiasmo
anche questo mese per cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto promozionale ma anche
come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al cinema" ha dichiarato il
ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini. L'invito ad andare al cinema
questo secondo mercoledì di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti presidente distributori Anica che ha
spiegato: "I dati della scorsa edizione sono stati molto incoraggianti ma soprattutto c'è stata la percezione
che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema, e questo significa aver centrato veramente
l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca sempre di più e si consolidi".
Per il presidente di Anec Luigi Cuciniello: "siamo entrati una fase più calda della stagione in cui finalmente
vengono proposti titoli importanti di richiamo insieme a tante proposte d'autore e di qualità, confidiamo
dunque in un altro mercoledì positivo per proseguire nell'allargamento del pubblico e nel consolidamento
della fruizione del cinema in sala". Anche per Carlo Bernaschi "senz'altro sarà un successo maggiore del
primo mercoledì anche perché alcuni distributori - ha spiegato il presidente di Anem - hanno anticipato le
uscite dei propri film: ci saranno tre film di nuova uscita oltre a quelli previsti e questo farà bene alla
manifestazione". Francesca Cima, presidente dei produttori Anica ha sottolineato "l'entusiasmo con cui il
pubblico ha aderito all'iniziativa, è stata la cosa più bella. Abbiamo saputo di gruppi WhatsApp creati da
alcuni ragazzi per decidere cosa andare a vedere, perché improvvisamente andare al cinema è diventata
una cosa semplice e alla portata di tutti - e ha concluso - il successo è stato il frutto evidente di un lavoro di
comunicazione che ha reso l'iniziativa più forte. Mi auguro che si possa continuare, e che l'atteggiamento
del pubblico verso il cinema si alimenti con questa e anche altre iniziative". Entusiasmo anche da parte del
presidente di Medusa Giampaolo Letta che ha annunciato "a conferma della validità dell'iniziativa
constatata dalla prima giornata abbiamo aderito anche con la nostra prossima uscita del film Baby Sitter
che sarà nelle sale una settimana prima del previsto".
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Mibact, torna mercoledì 12 ottobre l'appuntamento con Cinema2day
09/10/2016
Pag. 15 Ed. Ascoli
diffusione:16092
tiratura:22635
GLI APPUNTAMENTIASCOLI La città al centro di numerosi appuntamenti tra oggi e mercoledì che
riguardano l'arte ma anche la salute. La prima iniziativa avrà luogo oggi, organizzata a livello locale dalla
gestione dei Musei Civici di Ascoli.
I musei
Stiamo parlando della Giornata nazionale delle Famiglie al Museo che vedrà invitare ascolani di tutte le età
a partecipare a giochi e gare all'interno delle due più gettonate strutture cittadine. Il programma della
giornata prevede numerose attività e performance da svolgere, attraverso un cartellone varato a livello
nazionale in occasione della data creata a beneficio delle famiglie al museo. In programma ci sono lezioni,
visite e laboratori da effettuare presso la Pinacoteca Civica e il Forte Malatesta. In particolare, i disegni che
verranno creati dai bambini partecipanti,realizzati all'interno del concorso denominato F@Mu, quest'anno
saranno successivamente inviati ai piccoli di Amatrice, i quali non potranno partecipare a questa edizione
nel loro museo, divenuto inaccessibile per via della parziale distruzione causata dal terremoto dello scorso
24 agosto.
La ricerca
Martedì anche Ascoli celebrerà la XIV campagna nazionale per la ricerca, promossa dalla fondazione per la
ricerca sulla fibrosi cistica. In particolare, il capoluogo piceno sarà una delle tappe italiane della Pedalata
Charity effettuata dal vicepresidente e cofondatore dell'associazione, Matteo Marzotto. Il figlio
dell'indimenticata Marta, alla guida della carovana Bike Tour FFC e in compagnia degli amici e campioni
delle due ruote Iader Fabbri, Max Lelli e Fabrizio Macchi, approderà in centro. Infatti, a metà della mattinata
dell'11 ottobre, le Cento Torri saranno coinvolte nell'avventura, nel nuovo capitolo dell'iniziativa ciclistica
solidale che dal 2012 accompagna l'affiatato gruppo di campioni e appassionati lungo la penisola per
accrescere la consapevolezza nei confronti della malattia genetica grave più diffusa, che interessa 2 milioni
e mezzo di portatori sani: una persona ogni 25, in larga parte inconsapevoli. Partito col suo gruppo ieri da
Verona, con l'obiettivo di arrivare il 12 a Lecce, Matteo Marzotto si fermerà con il tour ad Ascoli, per
incontrare la popolazione e salutare le autorità cittadine. In particolare, alle ore 10.30, presso la Sala Cola
d'Amatrice del complesso monumentale di San Francesco, verrà presentato il suo ultimo libro, dal titolo
Volare alto: quel che ho imparato fin qui dalla vita, biografia di un uomo che ha alzato sempre la posta in
palio ogni volta raggiunto un obiettivo.
Al cinema con un euro
Mercoledì 12, invece, la città prenderà nuovamente parte al progetto Cinema2day, iniziativa promossa dal
ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica, che consentirà
l'ingresso nelle sale dell'Odeon e del Multiplex delle Stelle con un biglietto di soli due euro. La giornata in
particolare, oltre a permettere di poter essere spettatori di varie pellicole amatissime dal pubblico in questo
periodo- dal cartoon Alla ricerca di Dory all'ultimo Woody Allen - consentirà di far partecipare gli ascolani
alla proiezione della pellicola dell'ascolano Massimo Cappelli, Prima di Lunedì, alla presenza del regista e
del cast, oltre che di gran parte dei giocatori della squadra dell'Ascoli Picchio. I calciatori bianconeri, con
Martina Stella e Fabio Troiano, interpreti del film, sono coinvolti nell'asta benefica a favore della
popolazione vittima del sisma.
Filippo Ferretti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANICA WEB - ANICA WEB - Rassegna Stampa 10/10/2016 - 10/10/2016
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I musei aprono le porte alle famiglie
09/10/2016
Pag. 56
diffusione:37445
tiratura:46026
Secondo appuntamento mercoledì con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale italiane al
prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese. Info: www.cinema2day.it.
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Mercoledì «Cinema2day»
07/10/2016 15:30
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(AGI) - Roma, 7 ott. - Il 12 ottobre torna 'Cinema2day', l'iniziativa promossa dal Mibact (ministero dei Beni e
delle Attivita' culturali) che consente di entrare nelle sale cinematografiche a qualsiasi orario,ogni secondo
mercoledi' del mese, pagando soltanto due euro. ' "C'e' grande entusiasmo anche questo mese per
'Cinema2day' - ha dichiarato il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini -. L'ingresso a 2 euro ha un
valore non soltanto promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare
tutte insieme al cinema". L'invito a riempire le sale questo mercoledi' di ottobre arriva anche da Andrea
Occhipinti, presidente distributori Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematograficbe Audiovisive e
Multimediali) che ha spiegato: "I dati sono stati molto incoraggianti ma soprattutto c'e' stata la percezione
che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema". "Abbiamo saputo di gruppi WhatsApp creati da
alcuni ragazzi per decidere cosa andare a vedere - dicono all'Anica - perche' improvvisamente andare al
cinema e' diventata una cosa semplice e alla portata di tutti". Per il presidente di Anec (Associazione
Nazionale Esercenti Cinema), Luigi Cuciniello "siamo entrati in una fase piu' calda della stagione in cui
vengono proposti titoli importanti di richiamo insieme a tante proposte d'autore e di qualita'". Secondo il
presidente di Anem (Associazione Nazionale Editori Musicali), Carlo Bernaschi, "senz'altro sara' un
successo maggiore del primo mercoledi', anche perche' alcuni distributori hanno anticipato le uscite dei
propri film". (AGI) Red/Noc
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Cinema: il 12/10 torna ingresso a 2 euro; Mibact, grande successo
08/10/2016 16:16
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08/10/2016 16:16
Cinema2Day, verso il secondo appuntamento
Il ministro Franceschini "iniziativa per le famiglie"
Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale
italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese. "C'è grande entusiasmo
anche questo mese per Cinema2Day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto promozionale ma
anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al cinema" ha dichiarato il
ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
L'invito a andare al cinema questo secondo mercoledì di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti
presidente distributori Anica che ha spiegato: "I dati della scorsa edizione sono stati molto incoraggianti ma
soprattutto c'è stata la percezione che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema, e questo
significa aver centrato veramente l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca sempre di più e si
consolidi". Per il presidente di Anec Luigi Cuciniello "siamo entrati una fase più calda della stagione in cui
finalmente vengono proposti titoli importanti di richiamo insieme a tante proposte d'autore e di qualità,
confidiamo dunque in un altro mercoledì positivo per proseguire nell'allargamento del pubblico e nel
consolidamento della fruizione del cinema in sala". Anche per Carlo Bernaschi "senz'altro sarà un successo
maggiore del primo mercoledì anche perché alcuni distributori - ha spiegato il presidente di Anem - hanno
anticipato le uscite dei propri film: ci saranno tre film di nuova uscita oltre a quelli previsti e questo farà bene
alla manifestazione". Francesca Cima, presidente dei produttori Anica ha sottolineato "l'entusiasmo con cui
il pubblico ha aderito all'iniziativa, è stata la cosa più bella. Abbiamo saputo di gruppi WhatsApp creati da
alcuni ragazzi per decidere cosa andare a vedere, perché improvvisamente andare al cinema è diventata
una cosa semplice e alla portata di tutti - e ha concluso - il successo è stato il frutto evidente di un lavoro di
comunicazione che ha reso l'iniziativa più forte. Mi auguro che si possa continuare, e che l'atteggiamento
del pubblico verso il cinema si alimenti con questa e anche altre iniziative". Entusiasmo anche da parte del
presidente di Medusa Giampaolo Letta che ha annunciato "a conferma della validità dell'iniziativa
constatata dalla prima giornata abbiamo aderito anche con la nostra prossima uscita del film Baby Sitter
che sarà nelle sale una settimana prima del previsto". L'elenco di tutte le sale che hanno aderito
all'iniziativa è disponibile sul sito www.cinema2day.it
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Cinema2Day, verso il secondo appuntamento
08/10/2016 02:29
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Sala
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continua
Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale
italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese.
"C'è grande entusiasmo anche questo mese per cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto
promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al
cinema" ha dichiarato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
L'invito a riempire le sale questo mercoledì di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti presidente
distributori Anica che ha spiegato: "i dati sono stati molto incoraggianti ma soprattutto c'è stata la
percezione che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema, e questo significa aver centrato
veramente l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca sempre di più e si consolidi".
ECCO LA LISTA COMPLETA DEI CINEMA DI MILANO
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Mercoledì 12 ottobre torna il cinema a 2 euro: ecco tutte le sale che
aderiscono all'iniziativa
07/10/2016 09:56
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Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale
italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese. Dopo il grande
successo di settembre che ha portato nei cinema quasi 600.000 spettatori, circa un italiano su dieci,
crescono le adesioni delle sale in tutta Italia che ad oggi sono 3.000. La lista completa, in costante
aggiornamento, è disponibile sul sito www.cinema2day.it.
E il successo si raddoppia anche per la campagna social che con l'hashtag #cinema2day sta creando
nuovamente il passaparola su Facebook, Twitter e Instagram, insieme alle centinaia di migliaia di
visualizzazioni dello spot video realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia, con la regia di
Maurizio Nichetti e la voce di Giancarlo Giannini che, per il mese di ottobre, accompagna le immagini più
celebri delle scene di cinema al cinema.
"Cinema2day è un'iniziativa per riavvicinare le persone alla magia della sala"" ha dichiarato il Ministro dei
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
Roma, 6 ottobre
Ufficio Stampa MiBACT
Redattore: RENZO DE SIMONE
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CINEMA: MERCOLEDÌ 12 OTTOBRE TORNA CINEMA2DAY, IN SALA A
DUE EURO 3.000 cinema coinvolti in tutta Italia. Tutte le info su
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07/10/2016 15:18
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askanews.it
Ingresso nelle sale a soli 2 euro
Roma, 7 ott. (askanews) - Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa
promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che
consente l'ingresso nelle sale italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del
mese. "C'è grande entusiasmo anche questo mese per cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non
soltanto promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme
al cinema" ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
L'invito a riempire le sale questo mercoledì di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti presidente
distributori Anica che ha spiegato: "i dati sono stati molto incoraggianti ma soprattutto c'è stata la
percezione che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema, e questo significa aver centrato
veramente l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca sempre di più e si consolidi". (Segue)
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Mibact: mercoledì 12 secondo appuntamento con Cinema2day
08/10/2016
Sito Web
corrierequotidiano.it
Inviato da desk5 il 8 Ottobre, 2016 - 11:58
L'invito a andare al cinema questo secondo mercoledi' di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti
presidente distributori Anica
Secondo appuntamento mercoledi' 12 ottobre con "Cinema2day", l'iniziativa promossa dal Ministero dei
Beni e delle Attivita' Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle
sale italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledi' del mese. "C'e' grande
entusiasmo anche questo mese per cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto
promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al
cinema", ha dichiarato il Ministro dei Beni e delle Attivita' Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
L'invito a andare al cinema questo secondo mercoledi' di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti
presidente distributori Anica che ha spiegato: "i dati della scorsa edizione sono stati molto incoraggianti ma
soprattutto c'e' stata la percezione che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema, e questo
significa aver centrato veramente l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca sempre di piu' e si
consolidi". Per il presidente di Anec Luigi Cuciniello: "siamo entrati una fase piu' calda della stagione in cui
finalmente vengono proposti titoli importanti di richiamo insieme a tante proposte d'autore e di qualita',
confidiamo dunque in un altro mercoledi' positivo per proseguire nell'allargamento del pubblico e nel
consolidamento della fruizione del cinema in sala". Anche per Carlo Bernaschi "senz'altro sara' un
successo maggiore del primo mercoledi' anche perche' alcuni distributori - ha spiegato il presidente di
Anem - hanno anticipato le uscite dei propri film: ci saranno tre film di nuova uscita oltre a quelli previsti e
questo fara' bene alla manifestazione".
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Mercoledì II appuntamento col cinema a 2 euro
06/10/2016 11:52
Sito Web
rbcasting.com
Cinema2Day-2016
Mercoledì 12 ottobre, in tutti i cinema d'Italia aderenti all'iniziativa Cinema2Day, il costo del biglietto offerto
al pubblico sarà pari a 2 euro.
L'iniziativa, promossa dal MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in
collaborazione con ANEM - Associazione Nazionale Esercenti Multiplex, ANICA - Associazione Nazionale
Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali e ANEC - Associazione Nazionale Esercenti Cinema,
sarà valida ogni secondo mercoledì del mese.
Grazie alla promozione, in vigore nelle giornate del 14 settembre, 12 ottobre, 9 novembre, 14 dicembre
2016, 11 gennaio e 8 febbraio 2017, si potranno acquistare al costo unitario di 2 euro tutti i film in
programmazione, in ognuno degli orari previsti, con la sola esclusione delle visioni in 3D, che godranno
comunque di una tariffa agevolata, comunicata direttamente alla cassa.
Per maggiori informazioni: www.cinema2day.beniculturali.it
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Cinema2Day torna il 12 ottobre, vai al cinema a 2 euro ogni secondo
mercoledì del mese
07/10/2016 15:44
Sito Web
spettacoli.tiscali.it
Mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento con il cinema a 2 euro
Roma, 7 ott. (AdnKronos) - Secondo appuntamento mercoledì prossimo con Cinema2day, l'iniziativa
promossa dal ministero dei Beni culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente
l'ingresso nelle sale italiane al prezzo di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese.
"C'è grande entusiasmo anche questo mese per cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non soltanto
promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme al
cinema" ha dichiarato il titolare del Mibact, Dario Franceschini. L'invito a riempire le sale questo mercoledì
di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti presidente distributori Anica che ha spiegato: "I dati sono stati
molto incoraggianti ma soprattutto c'è stata la percezione che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al
cinema, e questo significa aver centrato veramente l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca
sempre di più e si consolidi". Per il presidente di Anec, Luigi Cuciniello: "Siamo entrati una fase più calda
della stagione in cui finalmente vengono proposti titoli importanti di richiamo insieme a tante proposte
d'autore e di qualità, confidiamo dunque in un altro mercoledì positivo per proseguire nell'allargamento del
pubblico e nel consolidamento della fruizione del cinema in sala". Anche per Carlo Bernaschi "senz'altro
sarà un successo maggiore del primo mercoledì anche perché alcuni distributori - ha spiegato il presidente
di Anem - hanno anticipato le uscite dei propri film: ci saranno tre film di nuova uscita oltre a quelli previsti e
questo farà bene alla manifestazione". Francesca Cima, presidente dei produttori Anica ha sottolineato
"l'entusiasmo con cui il pubblico ha aderito all'iniziativa, è stata la cosa più bella. Abbiamo saputo di gruppi
WhatsApp creati da alcuni ragazzi per decidere cosa andare a vedere, perché improvvisamente andare al
cinema è diventata una cosa semplice e alla portata di tutti - e ha concluso - il successo è stato il frutto
evidente di un lavoro di comunicazione che ha reso l'iniziativa più forte. Mi auguro che si possa continuare,
e che l'atteggiamento del pubblico verso il cinema si alimenti con questa e anche altre iniziative".
Entusiasmo anche da parte del presidente di Medusa, Giampaolo Letta, che ha annunciato "a conferma
della validità dell'iniziativa constatata dalla prima giornata abbiamo aderito anche con la nostra prossima
uscita del film 'Baby Sitter' che sarà nelle sale una settimana prima del previsto". L'elenco di tutte le sale
che hanno aderito all'iniziativa è disponibile sul sito www.cinema2day.it
7 ottobre 2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento con il cinema a 2 euro
08/10/2016 11:32
Sito Web
www.radiowebitalia.it
Cinema2Day
Secondo appuntamento mercoledì 12 ottobre con Cinema2day, l'iniziativa promossa dal ministero dei Beni
Culturali e del Turismo insieme ad Anec, Anem e Anica che consente l'ingresso nelle sale italiane al prezzo
di due euro, a qualsiasi orario, ogni secondo mercoledì del mese.
"C'è grande entusiasmo anche questo mese per Cinema2day. L'ingresso a 2 euro ha un valore non
soltanto promozionale ma anche come sostegno concreto per le famiglie che possono tornare tutte insieme
al cinema" ha dichiarato il titolare del Mibact, Dario Franceschini.
L'invito a riempire le sale questo mercoledì di ottobre arriva anche da Andrea Occhipinti presidente
distributori Anica che ha spiegato: "I dati sono stati molto incoraggianti ma soprattutto c'è stata la
percezione che sono venuti ragazzi che vanno pochissimo al cinema, e questo significa aver centrato
veramente l'obiettivo. Mi auguro che questa giornata cresca sempre di più e si consolidi".
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Cinema2day: mercoledì 12 ottobre secondo appuntamento