Biografia di Eva Cantarella
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Biografia di Eva Cantarella
Eva Cantarella: una vita per la ricerca e per l’insegnamento (liberamente tratto da Le musiche della vita: Eva Cantarella – Radio Tre – 08.03.2009) di Angela Todisco Eva Cantarella nasce a Roma nel 1936. Figlia del grande grecista e bizantinista siciliano, Raffaele Cantarella, vive i primi anni della sua infanzia a Salerno, città in cui ancora oggi trascorre i mesi estivi. Il legame con Salerno e con Roma è così profondo che, quando le si chiede di dove sia, con naturalezza risponde: «Di Salerno». E poi aggiunge: «Bé, in realtà, sono anche milanese, ma Salerno è “casa mia”. Ho radici “doppie”, meridionali e settentrionali, ma, mai conflittuali. Non ho mai avuto il problema di conciliare un Nord e un Sud dentro di me». A Milano giunge bambina, all’età di 4-5 anni, quando suo padre è chiamato all’Università Cattolica ad insegnare letteratura greca. L’infanzia milanese è segnata dai tragici eventi della seconda guerra mondiale: i bombardamenti in città, in particolare quello del 24 ottobre del 1942; la morte di un suo coetaneo, vittima di una bomba; il trasferimento dell’intera famiglia a Villa Giovio, a Breccia, in provincia di Como, residenza che l’Università Cattolica di Milano mette a disposizione dei suoi docenti, perché siano lontani dalla guerra; i racconti dei partigiani. «Subito dopo la guerra, impiegammo tre giorni per raggiungere Salerno. La trovammo distrutta. La biblioteca del nonno era stata saccheggiata. Mio padre ci raccontava che al Teatro Verdi di Salerno aveva cantato il coro del Nabucco». Eva Cantarella cresce in una famiglia borghese, ma illuminata, che alle sue figlie non insegna a pensare il matrimonio – cosa niente affatto scontata all’epoca – come l’unico e naturale momento di realizzazione femminile: «A noi non hanno mai detto “ti devi sposare”» - ricorda - «Da ragazza, ciò che mi era chiaro era che volevo lavorare». Il lavoro sognato dalla giovane Cantarella è certamente di tipo intellettuale, come quello di suo padre. L’illustre grecista è per sua figlia il massimo esempio di dedizione al lavoro e di passione per la ricerca. «Stava seduto alla scrivania», così racconta, «e lavorava, dalla mattina alla sera, tutti i giorni, ivi compresa la domenica, Natale, Pasqua. Non ho mai visto mio padre (che è morto ad 80 anni), neppure un solo giorno, non sedersi a lavorare». Un padre sempre a lavoro, chino sui libri, che, però, non dimentica mai, ogni sera, di raccontare qualche bella storia alla sua bambina, prima che si addormenti. E le storie, ovviamente, sono quelle dell’Iliade e, soprattutto, dell’Odissea: Circe, le Sirene, il Ciclope e così via. Storie che, non appena ha imparato a leggere, Eva ritrova in un libro, che ricorda come il suo «primo libro», il bellissimo volume di Laura Orvieto, Storie della storia del mondo. La lettura accompagna la formazione scolastica di Eva Cantarella. Le sue preferenze sono per la poesia, soprattutto, di Montale e di Ungaretti. Frequenta il Liceo Classico “Cesare Beccaria” di Milano, che non suscita in lei particolari entusiasmi ed interessi. Ecco il giudizio che l’illustre professoressa esprime sulla sua esperienza scolastica: «Ero una pessima studentessa, non ero particolarmente brava. Quando, prima del liceo, ero passata dalle Suore Marcelline alla scuola pubblica, il primo anno ero stata respinta, perché, anziché andare a scuola, spesso andavo a giocare a boccetta, me ne andavo in giro oppure al cinema. Al liceo studiavo quel tanto che mi serviva per essere promossa. Ho cominciato a studiare veramente all’università». Frequenta la facoltà di Giurisprudenza all'Università di Milano e le lezioni di Istituzioni di Diritto Romano di Giovanni Pugliese, «straordinarie per la logica stringente del ragionamento e per la chiarezza», accendono in lei la passione per il diritto. Nel 1960 si laurea in Giurisprudenza e completa la sua formazione presso prestigiose Università tedesche e statunitensi. A Berkeley, in California, ha la fortuna di studiare negli anni in cui «succedeva tutto: Ferlinghetti e Corso segnavano la nascita della Beat Generation; muoveva i primi passi il movimento dei diritti civili; si camminava scalzi. Era un altro mondo». Gli USA sono per Eva Cantarella «l’America delle libertà», una grande «scuola di anticonvenzionalità, il luogo in cui «ho imparato a conoscere il movimento pacifista». Ma non solo. È proprio in California che matura l’interesse per il diritto greco e romano. «Devo la scelta di occuparmi di diritto greco agli USA e alla grande scoperta delle biblioteche americane, aperte, con i libri a vista, che si potevano prendere, posare su uno sgabello e ritrovare il giorno dopo pronti per la lettura. E’ stato nella biblioteca dell’Università, che, un giorno, mentre studiavo per il mio primo articolo sul matrimonio romano, ho scoperto che c’erano dei libri sul matrimonio greco nell’età periclea». Al rientro in Italia, Eva Cantarella dà inizio ad una lunga carriera di insegnamento universitario presso Camerino, Parma, Pavia e Milano, dove ancora oggi insegna Diritto greco antico. A partire dal 1976 è iscritta al Partito Comunista Italiano. Gli anni della militanza politica costituiscono una «esperienza fondamentale», e la vita di sezione è «una grande scuola di ordine e disciplina e occasione di amicizie “interclassiste”, ancora oggi importanti». La passione per l’insegnamento, già trasmessale dal suo maestro Giovanni Pugliese, è strettamente collegata all’altra sua passione, quella che suo padre aveva saputo comunicarle, la passione per la ricerca. «Se ti piace studiare, capire, ti viene voglia poi di comunicare ciò che hai appreso». L’attività accademica e di ricerca si svolge parallela all’impegno divulgativo. Alla fine della Premessa al volume Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto (Feltrinelli, Milano 2002, p. 16), così scrive l’autrice: «Ho pensato, anche questa volta, di organizzare il libro in modo che si presti ad una duplice lettura. La prima si basa sul solo testo ed è dedicata ai lettori che non hanno competenze specialistiche in materia. La seconda prevede la lettura delle note, ed è destinata agli specialisti e agli studenti». La prosa chiara ed elegante di Eva Cantarella è funzionale ad un obiettivo precipuo, quello che così lei stessa sintetizza: «il mio obiettivo, sia a lezione sia negli scritti, è che devo farmi capire e da tutti. Certo, non ho difficoltà di scrittura, ma, correggo tante volte, riscrivo tante volte, attenta all’armonia e alla musicalità delle parole». La passione per l’insegnamento e la passione per la ricerca di Eva Cantarella non potrebbero esistere senza il rapporto «fondamentale» con gli studenti, di ogni ordine e grado, con i quali sa intrattenere un dialogo sempre improntato a leggerezza e squisita profondità. Il suo magistero presso l’Università Statale di Milano e presso la New York University, le sue conferenze nelle scuole, nelle biblioteche, nei festival e in ogni luogo, dove alla parola si riconosce l’alto valore civile, sono imprescindibili dal rapporto diretto con gli interlocutori, soprattutto, se giovani e curiosi e sempre pronti a discutere e a interrogarsi. A proposito del diverso modo di insegnare in Italia e negli USA, Eva Cantarella così commenta: «In America non fai lezione parlando per un’ora, ma, al massimo, per venti minuti. Il resto della lezione è tutto dedicato alla discussione con gli studenti e, ovviamente, il rapporto con i ragazzi è molto più ricco».