Filastrocche, cartoni e tablet L`inglese si impara con il gioco
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Filastrocche, cartoni e tablet L`inglese si impara con il gioco
34 CRONACHE Mercoledì 14 Gennaio 2015 Corriere della Sera Le iniziative del Corriere Disney English Filastrocche, cartoni e tablet L’inglese si impara con il gioco (sfruttando capacità innate) Le uscite 1 Oggi Numbers Unisci un altro punto 2 21 gennaio Colors Mischiare i colori 3 28 gennaio Shapes Segnali e guai 4 Fino ai sei anni apprendere le lingue è naturale, basta farlo divertendosi Ma per ogni età è necessario un progetto educativo senza forzature 4 febbraio Art Le uova pasquali 5 11 febbraio Food Operazione Muffin 6 18 febbraio Birthday Una sorpresa di Scattina 7 25 febbraio Farm Swimmy ha fame 8 4 marzo Season La festa di primavera 9 11 marzo Pets Una carezza canina 10 18 marzo Camping Drillo per un giorno 11 25 marzo Days Un’escursione in montagna 12 1 aprile Magic L’incredibile Granchi-Udini 13 8 aprile Space Saltavia Astronauta 14 15 aprile Playtime Non farti prendere, scappa 15 22 aprile Music Nella vecchia fattoria 16 29 aprile School L'esercitazione antincendio 17 6 maggio Family Il Club Di Tutti Tutti 18 13 maggio Sport Operazione basket 19 20 maggio Sea Il tesoro della grande giungla 20 27 maggio Health Pulire e medicare 21 3 giugno Time A Ognuno Il Proprio Compito 22 10 giugno Tidy Up Solo per il tuo letto 23 17 giugno Transportation La grande corsa 24 24 giugno Taking Care Elecamion Dice No 25 1 luglio Christmas La notte di Natalsprint 26 8 luglio Halloween Kevin e la festa di Halloween I bambini hanno la capacità di dividere i diversi suoni linguistici Nella prima infanzia apprendere una lingua è naturale e privo di sforzi La capacità di imparare parole straniere decresce a partire dai 5-6 anni Se imparare significa anche giocare, i piccoli sono felici di farlo di Elvira Serra I bambini si confondono quando intorno a loro si parlano più lingue? «No, hanno la capacità innata di discriminare i diversi suoni linguistici». Apprendere due lingue richiede uno sforzo eccessivo per un bambino? «No, l’apprendimento delle lingue durante la prima infanzia è qualcosa di naturale e privo di sforzo. Questa capacità decresce a partire dalla fine della prima infanzia, verso i 5-6 anni, fino all’adolescenza, intorno ai 12». Non a caso, quella è l’età in cui le lingue straniere diventano materie scolastiche al pari di matematica, storia, geografia e italiano: difficile, a quel punto, trovarle «simpatiche». A meno che non siano state vissute, prima, come un gioco. Dubbi e curiosità sul bilinguismo: quello vero, di chi ha un genitore di un Paese straniero, e quello acquisito, di chi arriva alle scuole medie disinvolto come un principe ereditario grazie a corsi, lezioni private, vacanze ed esperienze all’estero. Le prime due domande del nostro articolo sono tra le ventidue più frequenti del sito www.bilinguismoconta.it. La responsabile della sede milanese è la psicolinguista Maria Teresa Guasti. È lei a spiegarci Il plurilinguismo Se si uniscono le lezioni ai supporti «smart» si aggiungono altri codici: è il plurilinguismo Il senso profondo Con i figli è meglio sempre l’italiano, Apprendere usare altrimenti si perde è un nuovo il senso profondo modo di vedere le cose, un quale deve essere, sempre, il altro punto punto di partenza: la motivazione. Quella dei genitori si indi vista tuisce facilmente: vogliono dare ai figli una marcia in più, uno strumento capace di aiutarli a farsi strada nel mondo. Difficile, però, farlo capire ai bambini, per i quali l’obiettivo principale nel loro germoglio di vita (oltre a quello di essere molto amati da mamma e papà) è mangiare, dormire e giocare. Ecco perché Guasti avverte: «Se imparare una nuova lingua significa giocare, allora i piccoli saranno felici di farlo». Filastrocche e canzoni sono alleate infallibili. Ma non bisogna sottovalutare l’effetto di una qualsiasi Peppa Pig in lingua originale. E se esercizi, puzzle, giochi a tema vengono fatti su un tablet o su uno smartphone, tanto meglio. «In questo caso il bambino sarà instradato non soltanto al bilinguismo, ma a quello che a me piace chiamare plurilinguismo: Il decalogo Motivare con il gioco 1 Anche i bambini hanno bisogno di una motivazione per fare le cose. Nel caso dell’apprendimento di una lingua straniera, non c’è miglior motivazione del gioco. Dunque impareranno facilmente se avranno la sensazione di giocare e basta Usare le nuove tecnologie 2 Utilizzare iPad, telefonino, computer e Internet ha un doppio vantaggio: permette ai bambini di imparare anche i codici della comunicazione digitale e di essere avviati non soltanto al bilinguismo ma anche al plurilinguismo Guardare la tv in lingua originale 3 Peppa Pig oppure un qualsiasi altro cartone, purché in lingua originale. Diventa un modo semplice e divertente per imparare. Del resto, negli altri Paesi europei i film vengono trasmessi sempre in lingua originale con i sottotitoli: a vantaggio di tutti Sì ai laboratori artistici 4 Vale per l’arte, per la musica, per la scienza o per la cucina: fare queste attività con un insegnante madrelingua rende molto naturale per i bambini l’apprendimento dei loro gesti, che sono universali ma comunicati in una lingua straniera Il progetto educativo in primis 5 Paradossalmente, è meglio un buon insegnante dalla pronuncia imperfetta che un madrelingua «difettoso» sul piano pedagogico: devono essere chiari gli obiettivi. Un bimbo di due anni non può seguire lo stesso programma educativo di uno di 5 o di 7 Mai imparare a memoria 6 Si può anche provare: far ripetere allo sfinimento i numeri o i nomi dei frutti. Dopo un po’, però, il bambino si stufa. Diverso è se, giocando, impara a contare o a dare un nome nuovo alla frutta; non si stancherà mai di farlo, per lui sarà naturale Spazio a canzoni e filastrocche 7 Ottime alleate in qualunque lingua: sono le canzoni e le filastrocche, da cantare da soli o in gruppo. E qui ritorniamo ancora una volta al concetto del gioco: il bambino impara quasi senza rendersi conto, divertendosi mentre lo fa Evitare le forzature 8 Ci sono le mamme italianissime che parlano ai figli in un’altra lingua, per vezzo o per un eccessivo intento educativo. Ma non è consigliabile. Un bambino ha bisogno di relazionarsi con i genitori nella lingua madre, appunto. La mamma non è una maestra Scegliere contesti di vita vera 9 Una seconda lingua prende significato all’interno di una realtà di comunicazione di vita vera. Ecco perché è poco funzionale «fingere», mentre è del tutto naturale per i bambini imparare nuovi codici interagendo con altri che parlano una lingua straniera Come trovare l’età «giusta» 10 Un bambino può imparare un’altra lingua anche subito, purché in modo naturale. C’è chi ritiene che sia meglio aspettare che almeno la lingua madre sia stata appresa. Però in genere se il bilinguismo causa rallentamenti all’inizio, poi la distanza viene colmata dove c’è l’aggiunta, cioè, del codice digitale. Per tacere del fatto che nella galassia Internet non accedere all’inglese significa restare esclusi da almeno il 90% dei contenuti per l’infanzia», chiosa Paolo Ferri, autore di I nuovi bambini (Rizzoli). Oltre alla motivazione di cui abbiamo scritto sopra, ci vuole metodo. «Serve un progetto educativo specifico per ogni età», avverte Susanna Mantovani, psicopedagogista dell’Università Bicocca di Milano. Proprio per questo, a suo dire, è meglio un insegnante dalla pronuncia un po’ così, ma dalle ottime doti di educatore, di un perfetto madre lingua che non sa entrare in relazione con i bambini. Aggiunge: «Un’ottima soluzione è affidare i laboratori di arte, musica, scienze o tutte le attività ricreative a persone straniere, perché saranno credibili e naturali: per dire, un cuoco inglese può essere molto efficace. Non amo, per esempio, quelle italiane che per vezzo o eccesso pedagogico parlano ai figli in inglese o francese: è forzato, un bambino ha bisogno di relazionarsi con i genitori nella lingua madre, appunto. La mamma non è una maestra, la lingua ha a che fare con l’identità e con il profondo». Imparare l’inglese o il francese o lo spagnolo o il tedesco vuol dire apprendere un modo Con i genitori I bimbi hanno bisogno di relazionarsi con i genitori nella lingua madre, non in altre L’esperienza Inutile studiare meccanicamente: serve un’esperienza stimolante di emozionarsi, di esprimersi, di comunicare. «Si impara una lingua da un punto di vista pratico, ma anche mentale: e coincide con l’apprendimento di un nuovo modo di vedere le cose, un altro punto di vista», aggiunge la psicologa Federica Mormando. Ma è fondamentale farlo in un contesto preciso. «È inutile imparare meccanicamente: una seconda lingua prende significato all’interno di una realtà di comunicazione di vita vera», puntualizza Carla Rinaldi, presidente di Reggio Children, network educativo ormai presente in oltre 120 Paesi del mondo che prese ispirazione dalla «teoria dei cento linguaggi» del pedagogista Loris Malaguzzi. «Tanti sono i modi per esprimersi dei bambini», conclude Rinaldi. «È una nostra responsabilità stimolarli e aiutarli a sperimentarli tutti». @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 8727381