Itinerari culturali del medioevo siciliano
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Itinerari culturali del medioevo siciliano
Ministero per i Beni e le Attività Culturali Istituto Centrale per il Catalogo ciclo pittorico chiesa e la Documentazione del priorato di sant’andrea Itinerari culturali piazza armerina (EN) del medioevo siciliano Soggetto: Martirio di Sant’Andrea; Trasporto del corpo di Sant’Andrea; Sant’Andrea; Madonna con Gesù Bambino e un Santo Materia e Tecnica: affresco staccato - Misure: Martirio di Sant’Andrea: cm 193x296; Trasporto del corpo di Sant’Andrea: cm 95x265; Sant’Andrea: cm 87x211; Madonna con Bambino e un Santo: cm 233x186 Datazione: 1270-1280 circa Collocazione: Chiesa del Priorato di Sant’Andrea Comune: Piazza Armerina - Provincia: Enna istemati su pannelli mobili all’interno del Priorato di Sant’Andrea a Piazza Armerina, sono stati conservati, dopo il distacco ed il restauro degli anni 1958-1962, numerosi brani di pittura a fresco risalenti ad epoche diverse. Nascosti da uno strato di calce steso, secondo alcuni critici, intorno alla metà Settecento o nel 1830, secondo il parere di altri, essi si presentano del tutto avulsi dall’originario contesto, malgrado la loro collocazione sede originaria dopo la ventennale permanenza in Palazzo Abatellis a Palermo. La superficie pittorica è in più parti del tutto abrasa ed è emergente il “rigatino” di restauro che integra le estese lacune presenti nei diversi nuclei tematici (figure di Santi, episodi della vita di Sant’Andrea, di Gesù Cristo e della Madonna) esposti nella navata senza un vero criterio filologico-figurale. Nella parte superiore delle pareti si conservano sei croci rosse patenti e inscritte. Lo stato frammentario della stesura pittorica nonchè la mancanza di documentazione relativa al restauro operato, non consentono una chiara lettura delle sequenze iconico-narrative all’interno di un piano decorativo, che originariamente è lecito immaginare assai articolato, così che esso può essere dedotto soltanto dal riscontro del modus operandi caratterizzato dalla stesura larga di terre rosse e brunite accoppiate a tonalità verdi, azzurre e rosa, oltre che dalla scelta, comune a tutto il ciclo, di un sistema decorativo fondato su schiette fasce di colore. La configurazione stilistica delle tipologie facciali appare alquanto uniforme, proponendo bocche di piccole dimensioni entro larghi ovali ed occhi segnati da sottolineatura scura lungo la palpebra inferiore. Per quanto illeggibili, le iscrizioni didascaliche delle diverse immagini risultano assai simili dal punto di vista paleografico. Non altrettanto si può dire per le lumeggiature, talora dense e risentite, talaltra semplificate e stilizzate, né per l’uso del chiaroscuro, inesistente in certi casi, fortemente sottolineato in altri con evidenti effetti plastici. Proprio quest’ultima osservazione induce a ritenere che almeno due diverse mani abbiano operato in Sant’Andrea, con compiti ben Enna S Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – Annunciazione Fausto Sanseverino, archivio dell’autore Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – Santi Fausto Sanseverino, archivio dell’autore distinti ma incontrandosi a tratti in uno stesso riquadro e rimanendo comunque legate all’identica cultura figurativa, propria della metà del XIII secolo, come peraltro sembrerebbe suggerire il quadro storico relativo all’edificio. Già dal 1148 infatti esso era “Gran Priorato” del patriarcato di Gerusalemme, retto da canonici regolari di Sant’Agostino, tra i cui compiti istituzionali vi era quello di assistere i pellegrini e i Cavalieri dell’Ordine diretti e/o provenienti dalla Terrasanta. In tale condizione non apparirebbe fuori luogo una committenza da parte di militanti dell’Ordine, come inducono a ritenere le croci dipinte di rosso nella parte superiore delle pareti, in tutto simili a quelle segnate sull’abito talare nero degli Agostiniani. Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – Sant’Andrea Fausto Sanseverino, archivio dell’autore Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – San Martino - Fausto Sanseverino, archivio dell’autore Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – Scena sacra Fausto Sanseverino, archivio dell’autore Tali considerazioni consentono di circoscrivere ulteriormente la datazione dell’intero ciclo pittorico ad un lasso di tempo compreso tra il 1270 ed il 1280, quando, tra l’altro, Papa Gregorio X concede la sua indulgenza con la motivazione dell’abbondante denaro ricevuto per la crociata proprio dalla chiesa di Sant’Andrea. Nell’affresco raffigurante il Santo titolare del ciclo – malgrado l’assenza della capigliatura bianca che tradizionalmente lo caratterizza – Sant’Andrea, “Apostolo della Croce”, è comunque riconoscibile dalla croce astile che tiene nella sinistra oltre che, ovviamente, per l’intitolazione della chiesa e per la presenza di alcuni episodi agiografici sul piano della decorazione. Nella sua impostazione solenne e ieratica la raffigurazione mostra qualità pittoriche ben distinte da quelle che informano l’episodio del suo Martirio. Il solo brano leggibile è quello del volto, caratterizzato dall’allungamento degli occhi e dall’accentuazione del setto nasale. L’attenzione riservata nella stesura di toni caldi ed in più parti del bianco, lascia supporre una conoscenza diretta di modelli pittorici a fresco e su tavola circolanti in area pugliese e meridionale. Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – Martirio di Sant’Andrea - Fausto Sanseverino, archivio dell’autore Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – San Gregorio Fausto Sanseverino, archivio dell’autore Chiesa del Priorato di Sant’Andrea • Piazza Armerina (EN) Affresco staccato – Madonna con Gesù Bambino e Santi Fausto Sanseverino, archivio dell’autore Nella scena del martirio, il Santo – con la barba bianca, nudo e disteso su una croce latina – viene legato tramite funi da tre aguzzini mentre a sinistra, si intravedono i frammenti di un volto e di un personaggio, con tutta probabilità il proconsole Egea che ordinò il martirio. La scena, che si svolge alla presenza della folla che, sulla destra, protende enfaticamente le braccia sotto la croce, risulta assai aderente al racconto agiografico non solo nella nudità del martire ma anche per la sua collocazione per transversum sulla croce stessa, confermando la capacità attentamente descrittiva dell’ignoto artista. Di ardua leggibilità, stante la lacunosa frammentarietà del brano, l’episodio del trasporto del corpo di Sant’Andrea lascia appena intravedere la presenza di tre figure che reggono il corpo di un uomo: due sorreggono le spalle e i piedi mentre la terza, probabilmente Massimilla, moglie di Egea convertita da Andrea, provvede, come narrano le fonti, al seppellimento del corpo del santo. La presenza di questo episodio, molto meno rappresentato del seppellimento, conferma le precise conoscenze dell’artista del quale, considerato il forte contrasto di luci ed ombre qui presenti, non è azzardato riconoscere la stessa mano del precedente Sant’Andrea. Nella raffigurazione della Madonna con Bambino affiancata da Santi, il Bambino, lievemente appoggiato sul braccio materno, con la sinistra tocca il velo secondo una formulazione alquanto usuale nella pittura di Terrasanta. La tessitura cromatica, per quanto fortemente danneggiata, non impedisce di riconoscere espliciti richiami alla pittura pugliese mentre il panneggio delle vesti, privo delle lumeggiature rilevate nella scena del Trasporto, appare scolasticamente consueto. Bibliografia essenziale Bellafiore G., Architettura in Sicilia in Età islamica e normanna, 1990, pp. 79, 172, n. 150; Bellafiore G., La civiltà artistica della Sicilia dalla Preistoria ad oggi, 1963, p. 256; Bongiovanni G., Maestro degli Affreschi di Piazza Armerina, in Sarullo L., “Dizionario degli Artisti siciliani. Pittura”, 1993, p. 310; Bottari G., L’architettura della Contea. 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