Diario di viaggio in Brasile, al seguito di Benedetto XVI in Brasile
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Diario di viaggio in Brasile, al seguito di Benedetto XVI in Brasile
Diario di viaggio in Brasile, al seguito di Benedetto XVI in Brasile Viaggiare con il papa è emozionante perchè seguendo i suoi passi si diventa testimoni della storia. Il viaggio in Brasile, che si è svolto dal 9 al 14 maggio ha avuto una particolare importanza. Sarà nel “Continente della Speranza”, nel paese cattolico più grande al mondo (156 milioni di fedeli), con una popolazione in percentuale giovanissima, che si giocherà il futuro della chiesa cattolica. Una priorità per ogni papa e anche per Benedetto XVI, che si è preparato spiritualmente a questo grande incontro con il subcontinente latino americano, ma anche personalmente, curando tutti i discorsi e i dettagli dei vari incontri previsti nel viaggio. Il viaggio in aereo verso San Paolo Il Boeing 777 dell’Alitalia parte puntuale da Fiumicino il 9 maggio mattina. Subito dopo il servizio della prima colazione dove tra l’altro vengono serviti dei piccoli pretezel (pane tipico bavarese), è previsto un incontro tra il Santo padre e i giornalisti al seguito. Molti colleghi si affollano tra i primi posti per cercare di porgli delle domande, io rimango in fondo, preferisco osservare. Mentre sorvoliamo il Sahara, il papa arriva con il suo caratteristico passo leggero, ha un volto disteso e si concede con generosità per circa 26 minuti. Inizia a parlare soffermandosi su alcuni momenti fondamentali di questo suo primo pellegrinaggio intercontinentale. L’incontro con i giovani ardentemente voluto, la canonizzazione del primo santo brasiliano: Frà Antonio di Sant’Anna, la visita alla Fattoria della Speranza dove si combattono droga e alcol anche con la fede, la Conferenza generale con i vescovi del Celam . Ricorda di aver visitato più volte il Sud America da cardinale e di conoscerne i problemi e le ricchezze, di aver conservato diverse amicizie. Poi insiste nel parlarci della forza guaritrice della fede. Malgrado i grandi problemi sociali e politici del Continenete sud americano, secondo il papa la chiesa non può fare politica ma deve assolutamente promuovere la conoscenza di Dio per essere testimone di Cristo e del messaggio evangelico. Le sfide di oggi sono sempre le stesse: la difesa della vita dal concepimento alla fine, la famiglia come cellula vitale della società e la giustizia sociale. “ La vita è un dono e anche in condizioni difficili rimane tale”, afferma con convinzione il Santo padre in piedi davanti ad un microfono tenuto con la mano da uno degli addetti alla sicurezza . Qualcuno gli chiede se non sente un pò di mancanza della sua Germania. La risposta arriva con un sorriso “amo la mia terra, amo anche Roma, ma ormai sono un cittadino del mondo e mi sento a casa ovunque vado”. All’arrivo a San Paolo, il presidente Lula lo riceve con tutti gli onori. Il cielo è coperto e fa freddo. Il papa raggiunge il Monastero di Sao Bento (San Benedetto) e ha il primo impatto con la popolazione in festa per il suo arrivo. Si affaccia poi dal balcone per benedire e salutare i fedeli prima di ritirarsi per la notte. E’ protetto da una gabbia di vetro blindato. Ciò mi fa ricordare che siamo in un paese dove ogni anno muoiono in maniera violenta circa 50,000 persone, più che in Irak. L’atteso incontro con i giovani a San paolo e nella Fazenda della Speranza Ai giovani Benedetto XVI dedica due momenti molto intensi, uno a san Paolo e l’altro alla Fattoria della Speranza. In quello nello stadio Pacaembu a San paolo, Benedetto XVI vive da protagonista una vera festa brasiliana. Viene in un certo senso travolto da un atmosfera da Sambodromo (luogo dove si svolge il carnevale di Rio de Janeiro) con canti, balli, testimonianze e preghiere. I brasiliani in effetti amano ballare e per loro è del tutto naturale intercalare un passo di samba con un Ave maria. Questo loro lato gioioso ed entusiasta ha contagiato il papa pianista amante della bella musica classica e di Mozart. All’arrivo allo stadio affollato da 40,000 giovani pervenuti da molti paesi del sud e centro America il volto del papa era sorpreso e compiaciuto per un accoglienza cosi calorosa, colorata e allegra. Dopo aver ricambiato salutandoli “con un grande abbraccio brasiliano”, è tornato però ad essere il maestro della fede. Colui che pone domande, a volte provocatorie, per stimolare un approfondimento dei temi trattati. Eccolo intento ad interrogare i giovani sul vero senso della vita, proponendo la strada di Gesù Cristo come unica vera risposta. “Essere aperto alla bontà significa conoscere Dio... Il futuro dipende da come si vive l’oggi della giovinezza... Siate protagonisti di una società nuova, non sperperate il dono la vostra vita...Un educazione alla fede è la più sicura garanzia contro il crescere della violenza”. Poi parla loro del sacramento del matrimonio, dell’importanza della fedeltà, della castità, dell’aiuto al prossimo, del vero amore che si dona. Ma come fare per combattere le insidie di una società che propone scelte apparentemente più facili, libere ed amancipate? La risposta è chiara: “contate sull’aiuto di Gesù Cristo che con la sua grazia renderà tutto possibile”. Il giorno dopo sempre davanti a dei giovani, in particolare un gruppo che combatte contro la droga e l’alcol alla Fattoria della Speranza fondata da Frà Hans Stapel, denuncia invece senza mezzi termini gli spacciatori “che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto”. Le storie di violenza, di droga, di anoressia e di sofferenze raccontate da alcuni giovani fanno rabbrividire. Il papa le ascolta con amore paterno e dopo stringe al petto uno ad uno i testimoni che hanno deciso di recuperare la loro vita. Frà Antonio Galvao, il Santo brasiliano e il richiamo alla società e agli uomini di chiesa. Venerdì 11 maggio, nel Campo di Marte a san Paolo, il papa celebra, davanti ad un milione di fedeli orgogliosi e felici, la canonizzazione del primo santo brasiliano nella storia. Frà Antonio è erede del carisma francescano, un autentico conoscitore e promotore della pace da un punto di vista sociale e umano. Dopo aver parlato dell’importanza del sacramento dell’eucarestia, “ la vita della chiesa è essenzialmente eucarestia” e di quello della riconciliazione “per purificare l’anima da ogni peccato grave”, papa Benedetto afferma che “il mondo ha bisogno di vite limpide, di anime chiare, di intelligenze semplici, che rifiutino di essere considerate creature oggetto di piacere”. Un chiaro appello ad andare controtendenza per ricercare i valori veri della vita. Ma come? Per il papa “la Madonna è la garanzia di protezione materna nell’ora della tentazione”. Una giovane ragazza avvolta in una bandiera brasiliana mi dice che “il papa da quando è arrivato da loro sorride di più, è felice”. Un’altra donna mostra un giornale che racconta la nascita nella città di San Paolo del sedicesimo bambino che porta il nome di Benedetto dal tempo dell’elezione di papa Ratzinger. Nel pomeriggio il papa richiama invece all’ordine i vescovi brasiliani. Lo fa nell’incontro per i vespri nella Cattedrale da Sè, una delle cinque più monumentali chiese gotiche al modo che può contenere fino ad 8000 persone. La preoccupazione del papa è la drammatica crisi della fede anche in questa parte del mondo. L’avanzata delle sette è un grande smacco per la teologia della liberazione perchè i poveri sui quali loro contavano hanno scelto la teologia dei paradisi della fede a buon mercato. E’ iniziata così una emorragia di fedeli cattolici. Per questo Benedetto con la chiarezza che lo distingue afferma che “la finalità della chiesa è la salvezza delle anime, una a una. La chiesa deve essere il luogo privilegiato per incontrare Dio, se si da preferenza alle questioni ideologiche e politiche, anche partitiche, la struttura della totale consacrazione a Dio comincia a perdere il suo significato più profondo”. Per il papa il successo delle sette dimostra che c’è una sete di Dio. Tocca percio´ai vescovi essere più incisivi, più missionari, più convincenti. Come? “Riportando lo sguardo su Gesù Cristo, mantenendo l’unità tra loro e la fedeltà al successore di Pietro”. Il Santuario di Aparecida e il saluto ai Vescovi del Celam (Conferenza generale dell’episcopato dell’America Latina e Caraibi) Questo sontuoso santuario, visitato da circa sette milioni di fedeli l’anno e´il cuore mariano del Brasile. Da noi in Europa Lourdes raggiunge i sei milioni. La storia narra di una pesca miracolosa avvenuta nel XVII secolo nel Rio Paraiba vicino a San paolo. Dalle reti dei pescatori emerge una piccola immagine della Madonna di colore nero e spezzata. Per 15 anni la statua viene conservata nella casa di un certo Felipe Pedroso dove ci si riunisce per pregare il rosario. Iniziano così ad arrivare le prime grazie e il culto si diffonde in tutto il Brasile. Un luogo ideale secondo papa Benedetto per incontrarsi, pregare insieme e dare le linee direttive al grande episcopato del Celam, ma anche per unirsi ancora una volta, prima di tornare a casa, con il festoso popolo brasiliano. Per il papa <solo la carita´di Cristo effusa dello spirito puo´rendere questa riunione un autentico evento ecclesiale>. E´interessante notare che il 13 maggio, in maniera forse provvidenziale e´anche il 90 anniversario delle Apparizioni a Fatima dove la Madonna ha chiesto < conversione e penitenza>.In effetti il papa aveva gia´magistarlmente indicato l´essenziale del messaggio cristiano con la sua Enciclica Deus Caritas Est, perche´ <solo la verita´unifica e la sua prova e´l´amore>. Indubbiamnento Benedetto e´venuto per analizzare con i vescovi l´indebolimento della vita cristiana nella societa´. Emerge cosi una urgente necessita´di approfondimento e formazione nella fede dei bambini dei giovani e degli adulti per confrontare una societa´spesso indifferente e, specialmente da questa parte del mondo attirata da espressioni pseudo religiose. Il papa e´pero´fiducioso perche´ha visto il fallimento di tutti quei sistemi che hanno messo tra parentesi Dio (dal comunismo al capitalismo). Per lui solo l´incontro con Gesu´Cristo puo´dare un vero senso all´esistenza di ognuno di noi, per questo chi lo ha incontrato e´chiamato a testimoniarlo. Il ritorno a casa Lo stesso aereo che ci aveva portato a San poalo atterra a Ciampino verso le 12 di lunedì 14 maggio. Il viaggio del papa si è concluso con un bilancio pastorale, sociale e umano positivo. Per riposare dal fuso orario e da tanto impegno Benedetto XVI passerà la settimana a Castel Gandolfo per poi tornare di nuovo al lavoro con i vescovi italiani. Il popolo brasiliano ricorderà per molto tempo i bei momenti con il “loro papa, il papa brasiliano” con la saudade (un sentimento tipico nazionale) nel cuore. Al papa rimarranno per sempre incise le manifestazioni di profonda allegria e pieta´dei pellegrini incontrati. I vescovi del Celam dovranno meditare sulle direttive date dal successore di Pietro cercando di metterle in pratica tra le varie insidie e difficoltà. Papa Benedetto ha confermato ancora una volta uno stile che propone e mai impone, per questo è considerato un uomo del dialogo e dell’ascolto. Un instancabile servitore della verità che convince non solo intellettualmente ma anche con affabilità e dolcezza. Un papa che ama parlare della bellezza di essere cristiani. Alessandra Borghese