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“ Testo arduo, tragedia mascherata e vibrante. Bella scommessa (...) Gioele Dix si sacrifica fino a una quasi estrema immobilità beckettiana. Mirabile, è un attore che sa far ridere, non un comico che si improvvisa attore (...) merito della regista, come al solito impeccabile: Ruth Shammah (…). Gioele attento, recettivo, sornione (…) e soprattutto, vero attore drammatico, ottimamente accompagnato: bravi Anna Della Rosa, Marco Balbi, Valentina Bartolo...tutti. E le solite luci magiche di Gigi Saccomandi. Roberto Mussapi, Avvenire sulle ambiguità dei personaggi. (...) le eleganti scene di Gianmaurizio Fercioni che disegnano lo spazio in una geometria di linee convergenti sulla poltrona rossa di Argan. Tutto è in luce, ma sull’orlo del nero. (...) segnaliamo Anna Della Rosa, nel ruolo di Tonina che fu di Lucilla Morlacchi: strepitosa. E l’esordiente Francesco Brandi. Sara Chiappori, La Repubblica teatr o c o m u nale c l a u dio a b b ado ferrara we associates preziose mantelle e lampadari luccicanti che, non a caso, compaiono sul palco così come in platea. Affianca i due bravi protagonisti un ottimo il cast (...) ben affiatato, dal perfetto tempismo comico, ma mai gigionesco, nonostante le risate del pubblico e gli applausi a scena aperta.” Camilla Tagliabue , Il Fatto Quotidiano p r o sa stag i o ne 2 0 1 5 / 2 0 1 6 “ La Shammah ci regala uno spettacolo vivido e calibrato, imperniato sulla bravura di Gioele Dix: un memorabile Argan in cuffia e calzerotti (...) Bene anche gli altri, con Anna Della Rosa che spicca nei panni mutevoli della serva Tonina”. Roberto Barbolini, Il Giorno d a l 1 3 a l 1 5 nove m b r e i l m a l ato i m m a g ina r io “ foto Fabio Artese Magnifica traduzione di Cesare Garboli. Nel segno di una pulizia classica fuori dal tempo, la regia di Shammah lavora sul peso specifico di ogni parola, Il prossimo spettacolo Dal 18 a l 2 0 dic e m b r e jurj ferrini CYRANO DE B E RG E R A C INFO E VENDITA Biglietteria T 0532 202675 [email protected] www.teatrocomunaleferrara.it con il sostegno di Comune di Ferrara Regione Emilia Romagna Ministero per i Beni e le Attività Culturali foto Fabio Artese p r o sa stag i o ne 2 0 1 5 / 2 0 1 6 G IO E L E D I X / A N N A D E L L A R O S A I L M A LATO I MM A GI N AR I O di MOLIÈRE / traduzione e adattamento CESARE GARBOLI regia ANDRÉE RUTH SHAMMAH personaggi e interpreti Argan Gioele Dix Belina Linda Gennari Angelica e Luisona Valentina Bartolo Beraldo Pietro Micci Cleante Francesco Sferrazza Papa Professor Purgon Marco Balbi Tommaso Purgon Francesco Brandi Professor Fecis Piero Domenicaccio Dottor Aulenti e Signor Bonafede Alessandro Quattro Antonietta, o Antonia, o Tonina Anna Della Rosa scene e costumi GIANMAURIZIO FERCIONI luci GIGI SACCOMANDI musiche MICHELE TADINI e PAOLO CIARCHI Durata 120 minuti con un intervallo coproduzione Teatro Franco Parenti Il Teatro Franco Parenti propone il capolavoro di Molière partendo da quel Malato immaginario che agli inizi degli anni ’80 irruppe nel teatro italiano confermando Andrée Ruth Shammah come regista, insieme a uno straordinario Franco Parenti nel ruolo di Argan. Nei panni del malato confinato in una sorta di limbo odoroso di unguenti e medicinali, la regista sceglie oggi Gioele Dix - già in scena nel Molière di allora - attore in grado di interpretare con intelligenza e ironia, la paura e la solitudine del nostro tempo. Accanto a lui Anna Della Rosa, nei panni di Tonina capace di amare il padrone secondo i suoi umori e subirne le invettive: la quotidianità tra immaginazione e nevrosi. Shammah propone un Malato immaginario “senza tempo e di tutti i tempi”, privo di convenzioni, in tensione continua, e costruisce con la parola e la sua densità tragicomica, un doppio livello di angoscia esistenziale e gioco teatrale. Un omaggio al grande attore, ma anche una necessità della regista di riprendere oggi il “suo” Malato per rappresentare le fragilità dell’uomo, la consapevolezza del disagio, del bisogno di difendersi dal mondo esterno e di fuggire le responsabilità dell’esistenza, in una consonanza col presente, con l’irreversibile condizione della perdita di fiducia in se stessi e nei propri simili. L’impianto scenico resta quello di Fercioni: privo di tendaggi, di segnali di benessere borghese e di eleganze barocche. Una stanza di tulle nero, inscatolata in una cornice grigia e dominata dalla rossa poltrona del malato, è il luogo in cui si consuma il vizio maniacale di Argan. Accanto a Gioele Dix e Anna Della Rosa una compagnia d’eccezione. DALLA STAMPA “ Nel limpido spettacolo di Shammah, che riallestisce la trasparente, asettica scenografia di Gianmaurizio Fercioni del 1980 (...), eccellono alcuni interpeti minori, da Francesco Brandi a Pietro Micci e Valentina Bartolo. Eroico Gioele Dix”. Franco Cordelli, Corriere della Sera “ “ Bravo Gioele Dix (…) conquista il teatro esaurito che lo applaude calorosamente come un eroe. Anna Bandettini, La Repubblica La regia della Shammah conserva quelle geometrie sottilmente metafisiche che caratterizzavano la versione originale (…) Sono ancora elegantissimi i costumi senza tempo di Gianmaurizio Fercioni, ed elegantissima è la sua scenografia (…) Svetta una maiuscola Anna Della Rosa nel ruolo della Tonina un po’ infermiera un po’ monaca-guerriera: la scena in cui si traveste da medico è un pezzo di bravura. Da citare, fra gli altri, anche i collaudati Marco Balbi e Piero Domenicaccio – a cui tocca la grandiosa invettiva del professor Fecis – nonché l’esilarante giovane Purgon di Francesco Brandi”. Renato Palazzi, Il Sole 24 ore “ Non c’è niente di più comico degli intestini: lo sanno i bambini, lo sa il teatro, dalla “merde” di Ubu Roi a ritroso fino al dottor Fecis di Molière. Non può che essere, quindi, spassoso, ilare e saggiamente infantile il “Malato immaginario” diretto da Andrée Ruth Shammah. (…). Gioele Dix, nei panni dell’ipocondriaco Argan, e Anna Della Rosa nel ruolo della domestica intrigante, una perfetta coppia di serva e padrone, a volte bonariamente sboccata, a volte lucidamente beckettiana. La messinscena, pur trastullandosi con il gioco della recita nella recita, maliziosamente stressato anche da Molière, è imbastita con eleganza e sofisticheria, grazie anche alle scene e ai costumi di Gianmaurizio Fercioni, tra tulle e velluti,