certificazione di sistema e rintracciabilità per valorizzare il
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certificazione di sistema e rintracciabilità per valorizzare il
CERTIFICAZIONE QUALITÀ Il caso emblematico dell’”APICOLTURA VIA CASTEL THUN” CERTIFICAZIONE DI SISTEMA E RINTRACCIABILITÀ PER VALORIZZARE IL MIELE TERRA TRENTINA A 20 È tra le poche aziende apistiche certificate in Italia ed è la prima ad avere ottenuto la certificazione dell’intera filiera produttiva. Ora potrebbe chiedere il marchio comunitario di attestazione di specificità “Miele integrale” Vittoria Fellin a Agenzia per la garanzia della qualità S. Michele all’Adige l di là delle differenti e a volte fantasiose definizioni della figura dell’apicoltore (hobbista, piccolo professionista o altro), parlare d’apicoltura oggi significa occuparsi di un’attività di allevamento che rientra nella normativa generale che disciplina la zootecnica. L’apicoltura, quindi, è a tutti gli effetti un’attività importante e da reddito, e come tale va trattata anche parlando di sistemi di gestione per la qualità, spesso abbinati solo a realtà produttive significative o di maggior prestigio economico. Ma avviare una riflessione sulla validità e l’utilità dei sistemi di gestione per la qualità nell’ambito agricolo, non è certo facile, e risulta anche meno facile se il comparto di riferimento è proprio quello apicolo, il quale si trova in forte difficoltà ad interpretare le sollecitazioni ed i segnali che arrivano dal mondo della certificazione, oltre a vivere un clima di allarme se non di crisi. Per scongiurare le crisi o per mettere in campo strumenti atti a risolverle potrebbe essere utile, se non indispensabile, pensare proprio in termini di gestione organizzata e di soddisfazione del cliente, così come viene configurato dalle norme ISO. Sul miele si sono già versati fiumi d’inchiostro, disquisendo sia in termini di qualità del prodotto, sia ragionando in termini di legislazione. Poco, o niente, invece è stato dibattuto sull’organizzazione dell’azienda apicola, sui problemi connessi alla pro- duzione o alla rintracciabilità del prodotto, tanto invocata invece per altri. Viene quindi spontaneo elogiare un’azienda come l’apicoltura Paternoster di Vigo di Ton che ha saputo organizzarsi in termini gestionali, ha trovato una sua collocazione sul mercato nazionale e lo ha fatto seguendo un modello di riferimento dato dalle norme ISO. È arrivata, infatti, in questi giorni la certificazione rilasciata dall’Agenzia per la Garanzia della Qualità in Agricoltura di San Michele all’Adige, secondo la norma ISO 9001:2000. Un’azienda giovane, l’apicoltura Paternoster, a conduzione familiare, che produce e vende miele e composte alimentari da esso derivate, e che ha saputo dare al proprio prodotto, caratteristiche ottimali sia in termini di qualità che di rintracciabilità. In Italia le aziende certificate operanti in tale comparto sono pochissime, solo quattro secondo quanto emerge dalla banca dati del Sincert, anche se si contano più di settantamila produttori, di cui 7500 professionisti. Tra questi, quelli che hanno scelto lo strumento della certificazione sono riconducibili a grandi realtà economiche con interessi di business in vari comparti, oltre al prodotto miele, limitato comunque alla sola fase di trasformazione. L’apicoltura Paternoster si differenzia tra tutte per essere stata la prima ad ottenere la certificazione secondo la nuova ISO 9001:2000 per l’in- 7.5.3), sia per quanto concerne la norma ISO 9004 (par. 7.5.2). Quest’ultima, in particolare, prevede che: “L’organizzazione [possa] predisporre un processo per l’identificazione e la rintracciabilità”. Tutto questo lo troviamo ampiamente applicato ed enfatizzato nel caso specifico. Attraverso l’identificazione sul barattolo di un numero di lotto si può risalire alle diverse localizzazioni e produzioni di miele sul territorio. Si può, inoltre, aggiungere che il sistema messo a punto dall’azienda anticipa i tempi di realizzazione di quanto richiesto dal Regolamento comunitario 178/2002, ovvero la messa a punto di un sistema di rintracciabilità obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari entro il gennaio del 2005. C’è da dire, inoltre, che la base sistemica offerta dalle ISO 9000 è un punto di partenza privilegiato per acquisire ulteriori specifiche qualificazioni della produzione, tra le quali potrebbe essere, per esempio, quella del marchio comunitario dell’Attestazione di Specificità “Miele vergine integrale”. Il riconoscimento europeo, tanto atteso dal comparto apicolo, è nato per distinguere una varietà di miele con caratteristiche di qualità e requisiti di lavorazione superiori a quelle previste dalla legge per la denominazione di base (miele). Il Vergine Integrale, vale ricordarlo, è una modalità qualitativa che pone stretti vincoli alla produzione e trasformazione del miele (nata ed affermatasi in Italia) che non consente surriscaldamento (solo temperature di lavorazione come quelle dell’alveare), con tempi di lavorazione e commercializzazione tali da garantire al consumatore un prodotto fresco, completo ed integro. SISTEMA DI RINTRACCIABILITÀ DELL’AZIENDA CONDUZIONE APIARIO (REGISTRO APIARIO) CONFERIMENTO MELARI (PEDANA MELARI) (codice postazione provenienza pedana) SMIELATURA (REGISTRO SEMILAVORATI) (identificativo pedana utilizzata) PRODUZIONE/CONFEZIONAMENTO (REGISTRO PRODUZIONE) (lotto vasi, capsule e fusti utilizzati) VENDITA (REGISTRO GESTIONE LOTTI) (data vendita lotto prodotto finito) CONSUMATORE MIELE (lotto) In tal senso, un Sistema Qualità può diventare un efficace strumento per pianificare tecniche ed attività per conseguire una qualità superiore del prodotto, così come prescritto dal disciplinare che regolamenta l’Attestazione di Specificità. Alla luce di quanto emerso sopra, si auspica una crescita di interesse da parte degli operatori del settore apicolo verso il mondo della certificazione, in modo da permettere il raggiungimento, per l’intero comparto, di un livello di qualità altamente competitivo nei confronti delle produzioni estere, attraverso l’adozione di specifici e peculiari criteri gestionali delle singole organizzazioni aziendali. TERRA TRENTINA tera filiera produttiva, dalla preparazione e conduzione dell’apiario, fino alla vendita del prodotto finito. Proprio la gestione dell’apiario, circa 900 arnie sparse su tutto il territorio nazionale, dal Trentino alla Basilicata, risulta essere l’attività più interessante e certamente impegnativa per l’azienda. La scelta ragionata di includerla nel campo di applicazione della certificazione, conferma l’impegno dell’azienda nei confronti della qualità, e soprattutto della garanzia di provenienza del prodotto. Il comparto apicolo, al momento attuale, non ha specifici strumenti legislativi che garantiscano la riconoscibilità del prodotto di qualità rispetto a produzioni che arrivano da paesi extraeuropei, e questo ha contribuito al dilagare, nel settore, di problemi e crisi. Si pensi, per esempio, alle problematicità insorte dall’importazione di miele dalla Cina, il maggiore fornitore europeo, o la diversa legislazione igienico-sanitaria vigente in numerosi paesi extraeuropei, certamente meno attenta di quella italiana e comunitaria. La strada da percorrere per salvaguardare il miele nazionale è, quindi, quella di una gestione più oculata ed attenta dei processi produttivi e una rintracciabilità del prodotto finito. Oggi la scelta di un sistema di gestione qualità che possa assicurare condizioni igienico sanitarie ottimali e una rintracciabilità del prodotto, si può dimostrare la scelta più indovinata per un’azienda orientata al mercato. Ed il sistema implementato nell’apicoltura Paternoster conferma appieno questa scelta. I temi dell’identificazione e della rintracciabilità dei prodotti e dei materiali trovano uno spazio specifico all’interno del testo normativo, sia per quanto riguarda la norma ISO 9001 (par. 21