SM 02-2016 Parte 1
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SM 02-2016 Parte 1
Head Prestige MP il test in anteprima La nuova versione al Graphene di un classico telaio agonistico LA RIVISTA Anno XII - n.2 - 20 gennaio 2016 Pag.20 Epocale: 5 milioni a tasso zero per gli impianti La FIT lancia un Fondo Rotativo per i circoli Pag.15 FIT-Tpra: nuove regole dai 50 ai 65 anni Ammessi ai tornei anche giocatori classificati in passato più di 4.2 Pag.18 Il servizio-bomba parte dal tronco Un esperto di biomeccanica spiega i segreti della battuta Pag.19 Australian Open 10 pezzi da non perdere Le storie e i personaggi più curiosi da seguire sin dal primo Grande Slam dell’anno GLI ALTRI CONTENUTI L’algoritmo del sospetto Pag.3 - Batch-point Pag.5 Tendenze: bastano solo 4 colpi Pag.6 - Focus: Lleyton Hewitt Pag. 8 - Terza pagina: Roy Emerson Pag. 10 I numeri della settimana Pag.12- Il tennis in tv Pag. 14 Pag.4 La regola del gioco: cambio palle... mancato Pag.22 prima pagina L’algoritmo del sospetto DI scommesse può significare qualcosa. Ebbene sulle 25.933 partite analizzate questo elemento ne coinvolgeva l’11%. Che non significava che fossero partite truccate ma partite che andavano analizzate più in profondità. Facendolo, l’analista ha sviluppato un algoritmo che l’aiutava nella ricerca di giocatori che fossero stati coinvolti nel periodo osservato in almeno 10 partite di questo genere. In tutto 39. Restringendo la ricerca ai match tra quelli che avessero visto un discreto movimento di scommesse e a giocatori che, indicati come perdenti, avessero poi effettivamente perso quasi sempre (anche talvolta contro pronostico) si arrivava a 15 nominativi. Ridotti a 4, se si considerassero quelli che avevano sempre perso. ENZO ANDERLONI B BC e BuzzFeed News hanno vinto la scommessa. L’inchiesta preparata con oltre un anno di lavoro, confezionata alla perfezione sul piano dell’impaginazione e della crossmedialità, e calendarizzata con perfetta scelta di tempo sulla giornata inaugurale del primo Grande Slam del 2016 è deflagrata su tutte le prime pagine e homepage del pianeta: scandalo scommesse nel tennis. Match sospetti anche a Wimbledon e Roland Garros. 16 giocatori tra i primi 50 del mondo coinvolti. Alcuni sarebbero in campo agli Australian Open. In Russia, Nord Italia e Sicilia i computer coinvolti nella rete di scommesse. I nomi. Nessuno. Lo stesso John Templon, il reporter specializzato in analisi di dati che ha firmato l’inchiesta e ha passato gli ultimi 15 mesi facendo analisi fini al computer su 25.993 partite dei circuiti professionistici dal 2009 al 2015, afferma in conclusione che non si faranno nomi. Perché senza poter accedere ai tabulati telefonici dei sospetti e ai loro movimenti bancari non esistono indizi o prove che partite dall’esito diverso dalle attese siano in qualche modo da considerarsi truccate. E quindi? Quei titoli sui quotidiani tipo “Addio alla favola dello sport pulito”, “Dal Grande Slam alla Grande truffa”? Sono il premio giornalistico allo scoppiettante scoop di BBC/ BuzzFeed. Ma hanno letto bene l’inchiesta? “The tennis racket”, questo il titolo impreziosito da illustrazioni di gran classe (persino da divertenti gif animate in cui John Templon, che si professa digiuno di tennis, si fa riprendere in maglietta, pantaloncini, racchetta in pugno, mentre in uno studio fotografico interpreta una sorta di sketch a tema), non fa nomi e muove una sola sostanziale accusa: chi governa il gioco (in particolare l’ATP, visto che il fenomeno al femmiDIRETTORE Angelo Binaghi COMITATO DI DIREZIONE Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina DIRETTORE RESPONSABILE Enzo Anderloni nile praticamente non esiste) non controlla abbastanza. Alla luce di alcuni episodi eclatanti nelle passate stagioni (su tutti il classico Davydenko-Vassallo Arguello di Sopot 2007, che vide più di 3 milioni di sterline di puntate e obbligò Betfair, la casa di scommesse online coinvolta, ad annullare il match restituendo le puntate) secondo BBC/ BuzzFeed si sarebbe dovuto fare di più. Si sarebbe dovuto fare quello che hanno fatto John Templon e Heidi Blake. Raccogliere e analizzare dati e su questi indagare. L’idea davvero forte di questa vicenda è che i giornalisti si siano sostituiti agli organi di controllo. Coinvolgendo un esperto che ha raccolto dati sulle quote di quasi 26.000 partite e studiandoli. Stabilendo che da approfondire erano quelli in cui tra le probabilità di vittoria di un giocatore all’inizio delle puntate e quelle alla fine c’era una differenza superiore al 10%. Una variazione che secondo gli esperti di COORDINAMENTO REDAZIONALE Angelo Mancuso SUPER TENNIS TEAM Antonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica) FOTO Getty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli HANNO COLLABORATO Giovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio A CURA DI Sportcast srl Via Cesena, 58 - 00182 Roma [email protected] 3 Neanche questi nomi saltano fuori, sempre nella consapevolezza di BBC/ BuzzFeed che senza altre prove sia impossibile certificare la frode. E ben sapendo che anche Davydenko e Vassallo Arguello furono assolti. Dunque grazie ai colleghi di BBC/ BuzzFeed che dimostrano come sia ancora possibile a tutti i livelli fare del giornalismo investigativo, investendo su uomini e risorse e, come si diceva un tempo, consumandosi le suole andando a parlare con le persone coinvolte, raccogliendo elementi, scavando. Grazie per aver obbligato, speriamo, tutti gli organismi internazionali di governo del tennis a tenere alta la guardia e a riconsiderare l’entità degli sforzi per combattere il fenomeno. Che poi “il fenomeno” invece di “distruggere la favola dello sport pulito”, ne rappresenti un aspetto deteriore ma socialmente purtroppo fisiologico (15 giocatori sugli oltre 1894 presenti nell’attuale ranking sono un numero che nemmeno se accertato consentirebbe generalizzazioni) è altra questione. Che, infine, chiunque venisse (o verrà) beccato andrebbe preso a calci nel sedere, come ha dichiarato schiettamente il presidente della FIT, è un dato di fatto inequivocabile. E quantomai condivisibile. PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONE Edisport Editoriale Srl REDAZIONE E SEGRETERIA Stadio Olimpico - Curva Nord Ingresso 44, Scala G 00135 Roma Info: [email protected] Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004 dell’ 8 gennaio 2004 Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www. federtennis.it e www.supertennis.tv e spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected] circuito mondiale 10 pezzi da non perdere agli Australian Open Dalla stazza di Vika Azarenka ai sorrisi di Maria Sharapova, dal rovescio delle cinesi allo psicodramma di Nadal. Fino a baby Murray e Robertina Vinci. Abbiamo scelto dieci cose (non banali) da tenere d’occhio. A Melbourne e non solo... DI PIERO VALESIO - C FOTO GETTY IMAGES 10 ome per tutti i viaggi che si rispettino anche l’Australian Open prima e la stagione poi meritano una piccola guida per orientarsi nel gran mondo del tennis. Se gioca Federer è ovvio che andiamo tutti a vedere Federer; ma ci sono anche dettagli (più o meno dettagli) che valgono la pena di essere tenuti sotto osservazione. Eccoli in ordine decrescente. 10 La stazza della Azarenka. Vika (nella foto) pare tornata quella dei bei tempi andati. Ma il suo fisico possente è in progressiva espansione. Sarà curioso osservarne le mutazioni, una settimana dopo l’altra. Sperando per lei che esploda (non in quel senso, su). 9 Lo psicodramma di Nadal. Verdasco l’ha cacciato fuori da Melbourne, come sapete: i fantasmi dell’anno scorso ci sono ancora e forse si sono pure ingigantiti. Da aspettare il momento in cui all’angolo di Rafa (nella foto), al fianco di Zio Toni e del manager Benito, si materializzerà il Dottor Mari di “In Treatment”. E succederà, uh se succederà. 7 8 Il ritorno di Tommy Haas. Che forse ci sarà, forse no. Ma che importa: il simpatico e acciaccatissimo Tommy è la personificazione dell’eterno ritorno. Lui gioca e noi andiamo con lui oltre il limite. Bello. 7 Il gioco delle cinesi. Può essere un’ottima idea per vivere in gruppo le notti australiane ma anche per il prosieguo della stagione. Non sarà politically correct ma diciamoci la verità: a parte Li Na che è in tutt’altre faccende affacendata, riconoscere le altre è un problema. 4 9 circuito mondiale Il gioco può strutturarsi ricalcando il vecchio format di chi la spara più grossa. Stupire l’amico dicendo: hai visto Zhang Shuai contro la Halep? Ammazza quanto è migliorata col rovescio. Ricorda Shuai Peng tre anni fa. E via così. Vince chi sfinisce prima gli altri. Il bonus arriva quando si riesce a convincere gli altri partecipanti dell’efficacia del servizio di una che non esiste. 6 Il derby Piatti-Ljubicic. Uno è nel box di Raonic, l’altro (praticamente suo fratello) in quello di Federer. Difficile che a Ivan lo stress faccia ricrescere i capelli; ma è possibile che invece la goduria per i progressi di Clark Gable Raonic doti Riccardo di una capigliatura gioiosamente fluente, tipo Sandy Marton in People From Ibiza. Situazione da monitorare. 5 L’avvento del piccolo Murray. Il primo figlio di Andy 2 Scoprire se Eugenie Bouchard... ha re-imparato a giocare a tennis. 2 1 Seguire sempre e comunque Roberta Vinci. Ma senza darlo troppo a vedere. Sperare nel proprio intimo che in forza della consapevolezza di sé, del suo ruolo de facto di leader azzurra e del piacere che può provare solo una del suo livello che non deve dimostrare nulla e può godere di tutto tiri fuori dal cilindro altri momenti pazzeschi come quelli di New York. Lungo tutto il 2016. Sperare senza farsi vedere però, che il miglior aiuto che possiamo trasmetterle è quello di non farle sentire il fiato sul collo. 1 Murray dovrebbe nascere a febbraio ma potrebbe pure succedere la settimana prossima, con l’Australian Open in corso. Scoprire quanto la paternità condizionerà la concentrazione di Andy sarà interessante. Federer e Djokovic, diventati genitori, sono addirittura migliorati. Il delicato Andy seguirà la stessa via oppure darà ragione a Enzo Ferrari che sosteneva, come sapete, che una volta diventato padre un tennista prof abbassa la percentuale delle prime in campo? (Non era esattamente così ma nel nostro caso funziona meglio). 4 Scoprire analogie fra Andoni Gaudì e Grigor Dimitrov. L’architetto catalano creatore della Sagrada Familia divenne suo malgrado l’archetipo dell’incompiuto: quanto al bulgaro, dedicherà lo Slam australiano e la sua carriera a superarlo? Cioè non già a vincere uno Slam che questo è cosa da tutti ma a diventare nel tennis l’equivalente di Gaudi e trasformarsi egli medesimo nel paradigma del tennis bellissimo e incompiuto. Ce la farà? 3 Controllare lo status sentimentale di Maria Sharapova. Farlo prevalentemente se- conda delle condizioni del suo volto e della profondità dei suoi colpi. Nonostante tutto lei è ancora l’unica vera killer app del tennis femminile. Un suo sorriso ha un valore commerciale pazzesco. Una volta smesso di giocare a “riconosci la cinese” ci si può dunque dilettare nel: ha tirato questo splendido passante, con chi si sarà fidanzata? batch-point E se chiudessimo i siti di betting? Il vecchio Batch non vuole entrare nel merito della vicenda delle partite di tennis truccate per fare i soldi con le scommesse. È argomento troppo scivoloso, come d’altronde dimostra il limitatissimo numero di illeciti dimostrati e sanzionati. E poi, dai tempi in cui il giornale in cui Batch lavorava, “Il Messaggero”, scoperchiò per primo il verminaio delle scommesse clandestine sul calcio italiano (1980), egli è talmente di parte che non sarebbe sereno. Pensate che da allora, guardando gli highlights della Serie A su Sky Sport 1 o su “La Domenica Sportiva”, non può fare a meno di arricciare dubbiosamente il naso per almeno tre o quattro episodi da gol alla settimana... Ciò premesso, Batch sente di poter fare lo stesso almeno una considerazione, ponendosi una domanda: chi è che denuncia gli illeciti nel tennis? E sulla base di quali elementi di giudizio? La risposta è facile: a denunciare sono le agenzie che gestiscono le scommesse quando si verificano quelli che definiscono “flussi anomali”, cioè quando perdono soldi anziché guadagnarli. Come dire: finché intasco tutto regolare ma quando ci rimetto qualcuno sta barando... Ora, dice Batch, visto che le agenzie di scommesse non stanno lì per filantropia né tantomeno per salvaguardare la moralità dello sport, ma ci stanno per guadagnare soldi a spese degli scommettitori, non vi sembra che - se fosse possibile, il che non è, perché del business beneficiano tutti, dagli Stati che incamerano tasse sulle giocate ai media che vendono loro spazi pubblicitari - l’unico modo per tagliare veramente la testa al toro sarebbe mettere i sigilli ai siti di betting? Batch 5 circuito mondiale Bastano solo 4 colpi Ci restano in mente gli scambi lunghi, spettacolari. Ma le partite si vincono sui punti brevi, perché se ne giocano di più sia a livello Atp che Wta. A dirlo è uno studio sulle statistiche dello scorso Australian Open: il 70% dei punti non supera i quattro colpi... DI ANDREA NIZZERO - FOTO GETTY IMAGES S iamo abituati a pensare che i tennisti in campo e i loro stili di gioco decidano il modo in cui si risolve un match. Se guardiamo un incontro tra Nadal e Djokovic, ci sediamo sul divano aspettandoci una partita fatta di scambi estenuanti. Se prendiamo uno scontro tra Federer e Feliciano Lopez, un punto fatto da oltre sei colpi ci sorprende. Nello stesso modo, tendiamo a credere che i giocatori come Rafa e Nole facciano la loro fortuna sullo scambio lungo, e viceversa per Roger e Feliciano. I numeri non mentono La verità è che la nostra memoria ci inganna. E inganna anche i giocatori, non solo noi spettatori. Secondo i dati raccolti dalla IBM durante gli Australian Open 2015, il 70% dei punti giocati nell’intero torneo maschile non ha superato i quattro colpi. Le categorie in cui l’IBM divide la lunghezza dei punti sono tre: da 0 a 4 colpi, da 5 a 9, più di 9. Quest’ultima - sempre riferendoci agli Aus Open 2015 - ha avuto un’incidenza del 10% tra gli uomini e dell’11% tra le donne, mentre la categoria intermedia raggiunge rispettivamente il 20% e il 23% dei punti giocati. Dominante, come anticipato, la categoria degli scambi brevissimi: 7 punti su dieci tra gli uomini, 66% tra le donne. Facendo la media complessiva, il tennis femminile è però ancora più veloce: 6 la lunghezza media dello scambio tra gli uomini è di 4,2 colpi (totali, quindi circa due colpi a testa), nelle donne addirittura 3,7. A mettere insieme le statistiche, in un interessante approfondimento pubblicato sul sito degli Australian Open alla vigilia del torneo, è stato Craig O’Shannessy, coach ed esperto australiano che con il suo approccio scientifico agli schemi e ai numeri del tennis si è guadagnato una reputazione da guru. Il risultato è che tutti i giocatori, Ferrer e Simon compresi, vincono e perdono le loro partite nei punti brevissimi. L’australiano cita a mo’ di esempio gli Australian Open 2015 di Nadal, raccontando come lo spagnolo abbia giocato il 65% del suo torneo su scambi brevissimi, gli stessi circuito mondiale Il 70% del totale degli scambi si decide su 4 colpi Lunghezza scambio 0-4 colpi scambi corti 5-8 colpi scambi medi 9+ colpi scambi lunghi Uomini 70% 20% 10% Donne 66% 23% 11% giocatori si allenano per cose che si verificano con una frequenza di molto inferiore all’uno percento. L’essenziale è invisibile che poi gli sono costati l’eliminazione per mano di Tomas Berdych nei quarti di finale: il ceco ha vinto 23 punti brevi in più del suo avversario, pareggiando su quelli da 5-9 colpi. Altro che scambi lunghi un palleggio in allenamento, un giocatore professionista cercherà di colpire la pallina almeno una dozzina di volte: significa giocare uno scambio da 25-30 colpi, significa - secondo O’Shannessy - che, per la gran parte del tempo, i Il tennis è cambiato, il tennis è diventato uno sport di resistenza fisica, il tennis dell’era iniziata dopo Pete Sampras è fatto di intensità e scambi lunghi: sono tutte cose che più o meno tutti siamo abituati a dire e a sentire. Ma la realtà è che anche oggi il tennis è uno sport deciso dai colpi di inizio gioco. Meglio: è uno sport fatto dai colpi di inizio gioco. Gli scambi da 14 colpi capitano una volta ogni 100 punti, più o meno. Eppure, in allenamento, colpire sette palline di fila è considerato lo standard (se non il minimo). Gli scambi da 30 colpi o più, agli Us Open del 2014, sono stati dieci su un totale di 45.900 punti: nel torneo maschile nove su 29.038, nel femminile uno (!) su 16.862. Le percentuali girano intorno allo 0,0002: sì, quelli sono tre zeri dopo la virgola. Allenarsi sul breve È la memoria, dunque, a farci vedere il tennis in modo diverso da ciò che in realtà è: uno scambio di una quindicina di colpi rimane in testa a chi lo guarda e a chi lo gioca. Di più: tendiamo ad attribuirgli un valore diverso, anche se chiaramente un quindici rimane un quindici, e a confondere una mezza dozzina di lunghi scambi nel leitmotiv di una partita costituita in realtà da punti brevissimi. L’ulteriore tesi di O’Shannessy, che può essere condivisa o meno, è che gli allenamenti e le routine di preparazione tecnica e fisica dei tennisti non considerano a sufficienza questo dato di fatto. Durante 7 Le conclusioni che si possono trarre dai dati appena analizzati sono molte, e possono essere compatibili o meno con quella dell’australiano. Ciò che appare indubbio è che le nuove tecniche di raccolta delle statistiche, ormai capaci di agglomerare una mole di dati e rilevazioni in precedenza impensabili, possano aprire prospettive inedite su uno sport che pensavamo di conoscere già bene. Del resto, “l’essenziale è invisibile agli occhi”... è una verità che esisteva ben prima dell’IBM. focus Lleyton Hewitt e l’ultimo “Come On” Numero 1 del mondo a fine 2001, due Slam e 30 titoli Atp vinti, più due Davis, Rusty compie 35 anni in febbraio. Melbourne è l’ultimo palcoscenico della sua carriera, cominciata proprio lì nel 1997 la conquista del suo primo titolo: predestinato. Il resto è storia. Numero 1 del mondo a fine 2001, due Slam (Us Open 2001 e Wimbledon 2002) e 30 titoli Atp complessivi. ALESSANDRO NIZEGORODCEW FOTO GETTY IMAGES DI I l ventesimo Slam “down under” per dirsi addio. L’ultimo “C’Mon” da regalare ai suoi tifosi. Lleyton Hewitt saluta il circuito Atp agli Australian Open 2016, nel torneo che ha amato più di ogni altro. Carismatico, talentoso, grintoso sino all’eccesso ma profondamente sportivo, “Rusty” lascerà un enorme vuoto. Neo capitano ‘aussie’ di Coppa Davis, Hewitt non abbandonerà il tennis nemmeno per un secondo, ma i campi di ogni torneo del mondo già lo rimpiangono. Perché Hewitt ha sempre avuto una dote straordinaria: rendere ogni suo match avvincente e mai banale. nell’arco del tabellone cadetto, battendo Stewart, Kratochvil e Petchey. All’esordio nel main draw non sfigura affatto contro Sergi Bruguera, che si impone 6-3 6-4 6-3. Nel 1998 la stagione si apre con il successo all’Atp di Adelaide, dove Lleyton è nato il 24 febbraio del 1981, durante il quale supera Draper, Woodforde, Spadea, Stoltenberg e un certo Andre Agassi. Una sola parola accompagna Hewitt dopo Lleyton Hewitt si fa notare per la prima volta agli Australian Open 1997, quando superò - appena sedicenne - le qualificazioni Slam L’Esordio - È il 1997, Hewitt è già conosciuto in patria per potenzialità e grinta da vendere. Un punto in classifica e sedici anni ancora da compiere, si presenta al via del suo primo Australian Open pronto a disputare le qualificazioni: tredici giochi persi 8 Melbourne, amore e odio - Hewitt è riuscito raramente a esprimersi al meglio sui campi degli Australian Open, dove l’emozione l’ha più volte tradito. Ne sono testimonianza le sconfitte con giocatori come Alberto Martin o Juan Ignacio Chela, in annate in cui ci si attendeva molto dal campione di Adelaide. Se si esclude la finale del 2005, persa contro un irresistibile Marat Safin (1-6 6-3 6-4 6-4), Hewitt non è mai riuscito ad andare oltre il 4° turno, tra amare delusioni e sconfitte cocenti. Ogni sua partita a Melbourne, però, è rimasta negli occhi di chi l’ha vissuta, perché un lottatore del suo calibro, profondamente innamorato del tennis e del sano agonismo, riusciva a coinvolgere ogni singolo spettatore in quella che diveniva una vera e propria battaglia sportiva. Futuro - “Non torno indietro, la decisione è presa”. Ha risposto così Lleyton Hewitt qualche mese fa, dopo la sconfitta in Coppa Davis contro la Gran Bretagna, quando qualche giornalista aveva paventato un suo possibile dietrofront. “Non giocherò mai più in Davis”, aveva sentenziato. Non sarà in campo, è vero, ma i suoi “C’mon” riecheggeranno dalla panchina australiana, che lo vedrà più coinvolto che mai. “Aver avuto il privilegio di lavorare con alcuni dei più grandi capitani della storia della Davis mi aiuterà a trasmettere la mia esperienza ai ragazzi”, ha chiosato Rusty. Il cui addio a Wimbledon, lo scorso anno, dopo un match maratona con Jarkko Nieminen, va inserito di diritto tra i momenti più emozionanti del 2015. Un giocatore storico, da leggenda, per gli australiani. Proprio come alcuni suoi match e come tutti i suoi Come on. terza pagina Il grande Emerson, ragazzo di campagna Vincitore di 12 titoli del Grande Slam (tra cui 6 Open d’Australia) Roy è uno dei tennisti più titolati di sempre. Imparò a giocare su un campo recintato con la rete da pollaio. E al suo primo Roland Garros scambiò l’avversario in pantaloni lunghi per un giudice DI ALESSANDRO MASTROLUCA GETTY IMAGES FOTO H a 18 anni, Roy Emerson. È la sua prima volta al Roland Garros. È un ragazzo di campagna che ha munto centinaia di mucche e, come il grande Rod Laver, ha imparato su un campo di campagna, a Blackbutt: l’aveva costruito livellando la terra dietro casa, con un recinto per i pollai per delimitarlo e una corda a segnare la rete. Entra in campo e il suo sguardo si posa su un gentleman distinto che indossa ancora i “long creams”, i pantaloni lunghi di flanella, l’abbigliamento d’ordinanza nel tennis dei gesti bianchi. Emmo ancora non lo riconosce, lo scambia per uno degli ufficiali del torneo, finché non gli stringe la mano: “Sono Joszef Asboth”. Prima della partita Emerson si era avvicinato sorridendo a Ken Rosewall, convinto di aver avuto in sorte un avversario comodo. “Che posso aspettarmi?”, gli chiede. Muscles alza la mano con le cinque dita aperte. “Che vuoi dire?”, gli chiede, un po’ meno sicuro adesso. “Sono i game che vincerai”. Asboth, infatti, è il primo ungherese ad aver vinto uno Slam, proprio su quegli stessi campi del Roland Garros, nel 1947. “Quella partita mi ha insegnato tutto quello che dovevo fare per giocare bene sul rosso - dirà Emerson anni dopo -. Comunque, Muscles si era sbagliato. Non arrivai nemmeno a cinque game”. Singolo e doppio Il Roland Garros però Emerson lo vincerà due volte, nel 1963 e nel 1967, l’ultimo dei suoi 12 Slam in singolare (in finale su Tony Roche), che si abbinano ai 16 in doppio, con cinque partner diversi (quattro con il mancino Neale Fraser): Roy è l’unico ad aver vinto tutti i quattro major sia in singolo sia in doppio almeno due volte. Per il suo primo major in singolare, in Australia nel 1961, batte Rod Laver, il suo più grande rivale, che l’anno successivo, l’anno del suo primo Grande Slam, lo supera in tre finali su quattro. “E’ stato il più grande ostacolo di tutta la mia carriera - ammetterà Laver - perché l’idea di perdere non lo sfiorava nemmeno”. Roy Emerson vincerà altri cinque titoli, di fila, in Australia, prima su Fletcher (1963), poi due volte su Fred Stolle (1964 e 1965), un amico che lo soffriva in campo ma ne gradiva la compagnia per una birra o due dopo la partita. Gli ultimi due, in finale su Arthur Ashe. Il suo anno di grazia, comunque, rimane il 1964, quando vince 109 partite su 115 e conquista 17 tornei, compresi tre major: conquista il primo Wimbledon e gli ultimi Us Championships, ancora in finale su Stolle dopo il trionfo del 1961 su Laver, ma Nicola Pietrangeli, proprio al Roland Garros, spegne il suo sogno del Grande Slam. L’uomo della Davis Gli resta il rimpianto per un terzo titolo consecutivo a Wimbledon, nel 1966, per una scivolata negli ottavi contro Owen 10 Davidson, e l’orgoglio per lo status di miglior dilettante degli anni Sessanta e soprattutto di miglior giocatore nella storia della Coppa Davis (21 vittorie su 23 in singolare, 13 su 15 in doppio). Nella manifestazione a squadre, gioca tutte le finali dal 1959 al 1967, nella nazionale più forte di tutti i tempi, battuta solo dagli Stati Uniti, nel 1963. Come scriveva Herbert Warren Wind sul New Yorker a metà degli anni ‘60, “non posso pensare a nessun altro, dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi, che vorrei in squadra in un quinto, decisivo singolare in finale di Coppa Davis”. i numeri della settimana Noah Rubin, il gioiellino I primi 25 del ranking Atp DI GIORGIO SPALLUTO - FOTO GETTY IMAGES 328 il ranking di Noah Rubin (nella foto qui sopra), il 19enne statunitense in grado di eliminare il numero 18 del mondo Benoit Paire. Rubin è il 2° teenager fuori dalla Top 300 a battere un Top 20 in uno Slam negli ultimi 30 anni. L’unico a riuscirci in precedenza era stato Andy Murray a Wimbledon 2005. 69 le presenze in un torneo dello Slam per Venus Williams, seconda tennista nell’Era Open in quanto ad apparizioni nei major. La “Venere Nera” è ad appena 2 presenze da Amy Frazier, primatista con 71. 20 le edizioni degli Australian Open a cui ha preso parte Lleyton Hewitt, il tennista ad aver giocato più volte nella storia il primo slam stagionale. Seguono Santoro con 18 e, appaiati a quota 17, Federer e Alexander. 40 gli anni trascorsi dall’ultimo successo di un tennista australiano nello Slam di casa, con Mark Edmondson che nel 1976 si impose da numero 212 del mondo. Gli Australian Open sono lo Slam che attende da maggior tempo un campione autoctono. 37 gli anni di Radek Stepanek, il tennista più anziano a qualificarsi per gli Australian Open da quando nel 1977 approdò nel main draw il 42enne Mal Anderson Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Nome (nazionalità) Novak Djokovic (SRB) Andy Murray (GBR) Roger Federer (SUI) Stan Wawrinka (SUI) Rafael Nadal (ESP) Tomas Berdych (CZE) Kei Nishikori (JPN) David Ferrer (ESP) Richard Gasquet (FRA) Jo-Wilfried Tsonga (FRA) John Isner (USA) Kevin Anderson (RSA) Marin Cilic (CRO) Milos Raonic (CAN) Gilles Simon (FRA) David Goffin (BEL) Bernard Tomic (AUS) Benoit Paire (FRA) Feliciano Lopez (ESP) Dominic Thiem (AUT) Roberto Bautista Agut (ESP) Jack Sock (USA) Fabio Fognini (ITA) Ivo Karlovic (CRO) Gael Monfils (FRA) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 16790 8945 8165 6865 5230 4560 4235 4145 2850 2725 2495 2475 2405 2270 2145 1835 1720 1703 1690 1645 1640 1525 1515 1485 1485 Nome (nazionalità) Serena Williams (USA) Simona Halep (ROU) Garbine Muguruza (ESP) Agnieszka Radwanska (POL) Maria Sharapova (RUS) Angelique Kerber (GER) Petra Kvitova (CZE) Flavia Pennetta (ITA) Lucie Safarova (CZE) Venus Williams (USA) Carla Suarez Navarro (ESP) Karolina Pliskova (CZE) Belinda Bencic (SUI) Timea Bacsinszky (SUI) Roberta Vinci (ITA) Victoria Azarenka (BLR) Madison Keys (USA) Caroline Wozniacki (DEN) Sara Errani (ITA) Svetlana Kuznetsova (RUS) Elina Svitolina (UKR) Jelena Jankovic (SRB) Ana Ivanovic (SRB) Ekaterina Makarova (RUS) Andrea Petkovic (GER) 12 Rank. 23 29 57 64 92 105 145 160 181 199 222 233 244 253 254 257 262 286 324 325 329 335 338 364 375 Nome Fabio Fognini Andreas Seppi Paolo Lorenzi Simone Bolelli Marco Cecchinato Luca Vanni Thomas Fabbiano Andrea Arnaboldi Matteo Donati Filippo Volandri Gianluca Naso Salvatore Caruso Roberto Marcora Riccardo Bellotti Alessandro Giannessi Federico Gaio Lorenzo Giustino Matteo Viola Alessandro Bega Erik Crepaldi Gianluca Mager Flavio Cipolla Edoardo Eremin Francisco Bahamonde Lorenzo Sonego Punti 1515 1270 795 765 618 560 411 360 280 256 235 228 218 214 213 210 206 176 148 148 146 140 138 123 119 Le prime 25 italiane del ranking Wta Le prime 25 del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Punti 9945 5965 5101 4670 4542 3710 3642 3621 3590 3511 3175 3090 3030 2954 2825 2745 2600 2571 2525 2475 2465 2445 2341 2300 2230 Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome Punti 8 Flavia Pennetta 3621 15 Roberta Vinci 2825 19 Sara Errani 2525 36 Camila Giorgi 1325 59 Karin Knapp 943 115 Francesca Schiavone 541 256 Martina Caregaro 177 289 Giulia Gatto-Monticone 148 311 Alberta Brianti 136 330 Alice Matteucci 122 356 Cristiana Ferrando 107 358 Gioia Barbieri 105 366 Georgia Brescia 101 376 Martina Trevisan 98 377 Anastasia Grymalska 98 390 Nastassja Burnett 93 434 Corinna Dentoni 69 442 Claudia Giovine 68 463 Bianca Turati 64 477 Jessica Pieri 61 484 Jasmine Paolini 59 486 Alice Balducci 59 495 Stefania Rubini 56 496 Anna Giulia Remondina 56 499 Gaia Sanesi 55