Una finestra sulla Biblioteca - Biblioteca Statale di Montevergine

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1° maggio 2015 in Biblioteca [1]
(di Domenico D. De Falco)
Il 1° maggio 2015 la Biblioteca Statale di Montevergine ha partecipato all'apertura straordinaria indetta dal
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con una piccola esposizione di alcuni dei suoi tesori in
testimonianza della trasformazione dell'antico Scrittorio Verginiano nella moderna Biblioteca; per questo motivo la
mostra è stata significativamente intitolata Dallo Scriptorium alla moderna biblioteca: alcuni tesori in mostra.
prezioso
In apertura della mostra si è collocato il
codice n. 1 della Biblioteca, la Legenda de vita et obitu Sancti Guilielmi, che per quanto sia ormai più che noto, per
essere stato studiato e pubblicato in numerosi saggi, rimane sicuramente un documento dal quale non si può
prescindere, sia perché è la fonte principale che consente di ricostruire non solo la vita del fondatore di
Montevergine, san Guglielmo da Vercelli, patrono d'Iipinia, ma dell'intera Congregazione Verginiana, sia per le sue
caratteristiche intrinseche che sono proprie dei codici miniati medioevali, sia infine perché è proprio bello da
guardare, nella sua scrittura regolare e nelle sue (poche) miniature: azzardiamo addirittura (e non ce ne vogliano
gli studiosi) che la bellezza di questo codice è tale che è apprezzata finanche da chi non è in condizione di leggerlo
in latino (comunque basta consultare l'edizione con la traduzione italiana curata dal padre Giovanni Mongelli).
Com'è noto, il codice si compone di due parti, in due diverse scritture, la beneventana e la gotica, unite
insieme -per iniziativa dell'abate Giovanni Giacomo Giordano nel secolo XVII- in una bellissima rilegatura in
marocchino rosso con al piatto anteriore lo stemma di Montevergine e su quello posteriore le insegne di Giordano.
La Legenda è uno dei codici sicuramente usciti dallo Scrittorio Verginiano, la cui attività dové essere avviata sin da
subito, contestualmente alla fondazione della nuova famiglia monastica.
Già pochi anni dopo, infatti, una pergamena del 1210 , la n. 1297, conosciuta anche come lo Statuto dell'abate
Donato, reca tra le sue sottoscrizione una, particolarmente significativa, di tale Landulfus scriptor monasterii: «Ego
frater Landulfus humilis monachus et scriptor me subscripsi». Nonostante la professione di umiltà, peraltro scontata
in chi aveva scelto una vita mistica votata all'adorazione della Madonna, l'annotazione ci conferma che non poteva
esistere uno scriptor senza uno Scriptorium.
Questa piccola mostra del 1° maggio è stata allestita con un criterio cronologico e facendo comunque una scelta
tra il vasto patrimonio documentario e archivistico e quello non meno esteso bibliografico. Nella bacheca
successiva abbiamo infatti collocato quattro edizioni del XVI secolo, tutte di storici verginiani famosi, che ebbero
accesso al codice e ne curarono ciascuno di loro un'edizione. Si tratta di Felice Renda (Vita, et obitus sanctissimi
confessoris Guilielmi..., Napoli 1581); Paolo Regio (Le vite del santo padre Guglielmo..., Vico Equense 1584);
Vincenzo Verace (La vera istoria dell'origine, e delle cose notabili di Montevergine...; Napoli 1585); Tommaso
Costo (Istoria dell'origine del sagratissimo luogo di Montevergine..., Venezia 1591).
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Infine, due documenti, rispettivamente del 1694 e del 1763, che rappresentano i primi tentativi di redigere dei
cataloghi organici della Biblioteca di Montevergine.
La mostra è stata visitata da numerosi gruppi, per un totale di poco meno di 100 persone, che hanno iniziato la
visita dal palazzo abbaziale di Loreto con la farmacia e il chiostro e poi hanno proseguito per la Biblioteca: un
itinerario che è stato pertanto come un viaggio in un passato ricco e quasi sfarzoso (il giro attraverso i corridoi e le
sale del settecentesco palazzo di Loreto) e in uno ancora più lontano del quale si sono mostrati i prodotti
dell'operosità e della laboriosità dei monaci che si ritiravano a vivere da eremiti sulle montagne più remote e che, a
dispetto del loro volontario isolamento, hanno lasciato documenti importantissimi che ci consentono di ricostruire
dettagliatamente la storia di cui sono stati testimoni e al tempo stesso ci recano conforto in questi tempi in cui
sembrano smarriti anche i più elementari valori umani e sociali.
Nella sezione Mostre di questo sito è possibile consultare una versione virtuale di quest'esposizione [2] .
Nella sezione Documentazione --> Video, si può visionare un video commentato alla mostra [3] .
Di seguito alcuni dei gruppi che hanno visitato la mostra e che hanno simpaticamente autorizzato la pubblicazione
di queste foto.
Postato da: Domenico D. De Falco | 02/05/2015 | Una finestra sulla Biblioteca [7]
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Capriglia Irpina: una monografia di Agostina Spagnuolo [6]
Sulla presentazione del volume di Agostina Spagnuolo Capriglia Irpina, appunti di storia di vita quotidiana dalle
origini ai nostri giorni, che la Biblioteca di Montevergine ha ospitato giovedì 29 gennaio 2015, riceviamo e volentieri
pubblichiamo un resoconto di Armando Saveriano
Agostina Spagnuolo presenta la sua Capriglia al Loreto: doverosa sosta nel prestigioso Auditorium della Biblioteca
di Montevergine
(di Armando Saveriano)
Fortunata pubblicazione questa del saggio storico di Agostina Spagnuolo, “Capriglia Irpina-Appunti di Storia di Vita
Quotidiana-dalle origini ai giorni nostri”, stampato per i tipi di Per Versi (Grottaminarda AV) e debitamente
presentato nel paese oggetto dell’indagine e luogo natìo dell’autrice il 7 dicembre scorso, presso la Chiesa Madre
San Nicola di Bari.
Nel novero dell’iniziativa letterario-divulgativa “Librazioni 2015-Piccola rassegna autoriale III ciclo”, organizzata da
Logopea, il volume è stato proposto presso la Biblioteca Statale di Montevergine, a Mercogliano, giovedi 29
gennaio 2015, al cospetto del longanime e generoso Padre Andrea Davide Cardin, che ha manifestato consenso e
palese apprezzamento. Armando Saveriano ha moderato con l’abituale scioltezza, introducendo i chiarissimi
relatori: il D.S. prof. Virgilio Iandiorio e il prof. Fausto Baldassarre. Sono peraltro intervenuti per un commento
personale il D.S. prof. Roberto Barbato e il critico Alessandro Di Napoli, che hanno lodato l’analisi minuziosa della
genesi e dello sviluppo dei fatti attraverso i cambiamenti secolari; rispettosissima della documentazione la
procedura alla quale si è attenuta con scrupolo la professoressa Spagnuolo, che ha consultato e studiato
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pergamene preziosissime e delicate sull’evoluzione e sui mutamenti di usi, costumi, norme giuridiche, atti e
passaggi notarili, aspetti peculiari sui rapporti economici, sociali e familiari. Nel libro, macro e micro-storia
convergono, si intersecano, raccontano con asciuttezza e senza enfasi le difficoltà, i problemi, gli ostacoli, i conflitti
e le esigenze di popolo e governo. La ricerca ha ricaduta etica per il metodo d’indagine che non ha deviato da
percorsi attenti e rigorosi, e costituisce valido esempio per i giovani cultori della documentaristica e della
biblioteconomia; il target non è solo di nicchia, è anzi genericamente rivolto a quei lettori comuni che vogliano
conoscere le proprie radici, tutelare il proprio passato, che mai va consegnato all’oblio, ma costituisce un
patrimonio personale e collettivo di notevole spessore. “Il pensiero è rivolto anche agli anziani di Capriglia” –
aggiunge l’autrice – “che incarnano la memoria storica del paese, e che si ritroveranno citati, con i loro antenati,
quando essi, gravati dalle gabelle, emigrarono in cerca di un futuro migliore, per tornare forti del ricavato di un duro
lavoro all’estero e investire in casa propria, onde intrudere e travasare maggiore energia e speranza al territorio.”
Ogni libro ha un suo destino, un precipuo cammino, svolge un compito educativo, di diffusione e di informazione;
rimarchevole è quando insegna senza tediare, quando approfondisce senza gravami. E questa è stata l’abilità
della Spagnuolo, che si è avvalsa anche dell’esperienza collaterale, parallela, di scrittrice e poeta; sicché
l’antropologia socio-culturale si è assestata in una dimensione attendibile ma non inaccessibile ai profani.
D’altra parte il lettore, aprendo un volume, intraprende un viaggio cognitivo, utile e interessante, che lo investe del
compito attivo nella logosfera del testo; una lettura che gli permette di incontrare non solo la personalità e l’intimità
dello scrittore, ma anche le vicende epocali e i rapporti intensi e costruttivi di un’intera comunità; sicché la
solitudine della lettura e la concentrazione dello studio si ampliano in inedita socievolezza, diventano il confronto di
una vera e propria relazione etica.
Il 20 febbraio p.v. il volume verrà presentato presso l’Archivio di Stato di Avellino, teatro di meticolosa ricerca da
parte dell’autrice, come l’analoga istituzione culturale di Napoli e l’illustre e fornitissima Biblioteca del Loreto.
Postato da: Amministratore sito | 13/02/2015 | Una finestra sulla Biblioteca [7]
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n-mostra
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