“Dare tempo al tempo”: nel nuovo libro di Marchini e Gattinoni un

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“Dare tempo al tempo”: nel nuovo libro di Marchini e Gattinoni un
“Dare tempo al tempo”: nel nuovo libro di Marchini e Gattinoni
un’indagine poetica sul tempo
di Arianna Minonzio
LECCO - Dare tempo al tempo è l’ultimo libro di Alma Gattinoni e Giorgio Marchini, due noti bibliofili
lecchesi che, dopo Il libro Dipinto e Piccola storia del corpo, si sono dedicati a un’indagine poetica sul
tempo. L’antologia, presentata sabato pomeriggio presso la Galleria Melesi di via Mascari, raccoglie
130 poesie di altrettanti poeti, “minori” e “laureati”, vissuti nel corso del Novecento.
«L’idea di una raccolta
poetica – spiega Alma Gattinoni – è nata nel 2012, durante l’ormai consolidata kermesse letteraria
lecchese Leggermente, il cui tema era proprio quello del tempo. Da quel momento abbiamo cominciato
a raggranellare poesie, finché la quantità del materiale raccolto non ci ha spinti a cercare una sintesi,
sotto forma di libro, della passione che ci accompagna da sempre». Così si è fatto largo un percorso che,
attraverso il tema del tempo, destinatario per eccellenza di riflessione e razionalità, esaltasse la forza
conoscitiva, ragionativa e intellettuale del componimento poetico.
Ma lo sforzo di dar luce all’antologia, fra le estenuanti richieste di diritti e una scelta difficile sulle
poesie da inserire, è stato soprattutto un omaggio a un amico scomparso, Alessandro, che Raboni
definirebbe “sfrattato dal tempo”, anche se, come viene timidamente suggerito da una delle possibili
combinazioni del quadrato magico di Boetti, probabilmente la parola adatta sarebbe permeato.
Si potrebbe obiettare che 130 poesie siano un numero elevato per un unico tema, ma il metodo della
trasversalità, già scelto per i libri precedenti, ha dimostrato come sia possibile cercare ricorrenze,
costanti e collegamenti interni anche negli scarti minimi fra emozione ed emozione, fra «chi – come si
legge nel volume – vede la ripetizione come memoria e chi come conforto, chi gioca col tempo, il
contro-tempo e il contrattempo, chi prova l’emozione del dejà-vu, chi ha nostalgia degli oggetti che il
tempo ha reso obsoleti e chi cerca un tic invisibile della presenza di Dio»; e come, in questa scelta,
risieda la vera forza del libro, ovvero la sua evidente originalità.
Sarebbe opportuno chiedersi, persino, se la soluzione dell’ordinare le poesie secondo il criterio
alfabetico sia una scelta efficace, per un libro sul Tempo. Ma questa si rivela, invece, un’altra
concessione di libertà al lettore, che, come con il quadrato di Boetti, può partire da una lettera qualsiasi e
perdersi nel caos di identità degli autori, cercare fra le poesie gli “accoppiamenti giudiziosi” che si
creano grazie alla casuale contiguità e, infine, riconoscersi in uno dei triangoli della copertina che, pur
attingendo da diverse culture, confluiscono in un unico cerchio, inafferrabile ed enorme, del Tempo.
È un libro che smonta una dopo l’altra ogni critica degli avventori distratti dei libri, che si aspettano un
saggio sulla poesia novecentesca, perché Dare tempo al tempo garantisce delle sorprese e non rivela che
lo sforzo ultimo, e appassionante, di carpire le combinazioni, le emozioni, l’enigma del tempo, è
interamente riservato al lettore.