Gioco d`azzardo, ICT e Homo Oeconomicus: fondamenti per - In-Cnr
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Gioco d`azzardo, ICT e Homo Oeconomicus: fondamenti per - In-Cnr
Gioco d’azzardo, ICT e Homo Oeconomicus: fondamenti per un’agenda di ricerca transdisciplinare Nicola Matteucci DiSES, Università Politecnica delle Marche, Ancona Struttura n Homo Oeconomicus e mainstream economics (marginalismo) q n Behavioural Economics and “Happiness and Economics”: il ritorno dell’ibridazione transdisciplinare q n n Esperimenti e falsificazione degli assiomi Relazionalità umana, gioco e gioco d’azzardo q n Teoria della scelta razionale-ottima “The devil lies into the details” Implicazioni di regolamentazione e di politica economica Verso un’agenda di ricerca transdisciplinare Homo oeconomics non si nasce… Il riduzionismo analitico dell’HO n n Capacità di razionalità “eroica” dell’HO Processi di decisione come MAX/MIN di una funzione obiettivo q n n n n n n Dati i vincoli di risorse e le proprie stabili preferenze, viene massimizzata l’utilità attesa Le relazioni strategiche interpersonali e l’albero delle mosse nella Game Theory: summa del paradigma dell’HO. Un set limitato di domini di azione: produzione, scambio, consumo (almeno fino agli anni 1960-70). “Domain-reductionism”) Un set limitato di metriche: utilità (attesa), profitti, costi, etc. Un disinteresse per i fenomeni umani “soft”, non quantificabili in scala di utilità o valore di scambio. Ad es.: emozioni (paure), desideri, vissuti relazionali Quelli che in larga parte non sono sussumibili nella sfera razionale (cosciente) delle attività mentali Homo oeconomicusVS‘psicologicus’ n n n n Ma all’inizio, non era cosi. La “legge dell’aggiustamento” di Francis Edgeworth basa il meccanismo di utilità decrescente del consumo su un’acquisizione della psicologia dell’epoca: l’esperienza di consumo precedente riduce l’utilità di quella corrente Finchè si ha una vera e propria frattura con la psicologia e le neuroscienze dell’epoca con Vilfredo Pareto (ingegnere, 1812-1882), che espunge esplicitamente “ogni analisi psicologica” dalla teoria marginalista. L’economia marginalista post-Paretiana si consolida quindi come scienza dell’ “azione logica” (Bruni e Sugden, 2007, EJ) Occorrerà aspettare lo psicologo Herbert Simon (“primo” behavioural economist, Nobel 1978) per porsi il problema di formulare un’organica agenda di ricerca coerente con la letteratura psicologica (cognitiva). Concetto di “razionalità limitata”. Homo oeconomicusVS‘psicologicus’ n n n n n 1979: “Prospect Theory”, degli psicologi Daniel Kahneman e Amos Tversky (Nobel 2002): i processi decisionali negli esperimenti infrangono sistematicamente i principi cardine di razionalità assunti dalla teoria marginalista. L’HO esiste solo nella mente degli economisti! Finanza comportamentale e le crisi finanziarie “da panico” Attualmente, l’ambito più accreditato per la teoria di scelta mainstream (ipotesi di “discovered preference”-learning) è quello di contesti decisionali ripetuti, in cui gli agenti vengono di fatto orientati dal contesto sperimentale (querelle su creazione/induzione di preferenze). Quindi, un ambito piuttosto ristretto delle decisioni umane. E tutto il resto? Prospect theory Il riduzionismo (cont): Gary Becker n q Anche quando temi “soft” come la vita di relazione o le scelte famigliari vengono considerati (a partire dagli anni 1970), la trattazione viene ricondotta a processi di massimizzazione vincolata: basati sulla MAX utilità. “I beni prodotti dalla famiglia sono numerosi e includono la qualità dei cibi, la qualità e la quantità dei figli, il prestigio, la compagnia gradevole, l’amore, lo stato di salute. Di conseguenza, queste (merci, NDT) non possono essere identificate con il consumo o con gli output come sono tradizionalmente misurati: queste merci coprono una gamma molto più vasta delle attività e degli scopi umani. Noi assumiamo, però, che tutte le merci possono essere combinate in un singolo aggregato, denotato da Z». Becker, G. (1973); p. 816; “A Theory of Marriage: Part I”, JPE. Premio NOBEL 1992! Il modello della “dipendenza razionale” n n n n Gary Becker arriva a formulare perfino un modello di “dipendenza razionale” (rational addiction) (seppure intesa in senso economico e non fisiologico, come in medicina), dimostrandola come comportamento razionale e orientato alla MAX utilità. Ovviamente, non senza “feroci” critiche da parte di altri economisti. Rational addiction: esempio di teorie super-razionali “ad hoc” che perdono aderenza con la realtà. Tra l’altro, queste teorie sono fatte in modo tale da generare evidenze econometriche non probanti, ammesso che un test empirico sia talora possibile. Happiness and economics n n n n n n n Complesso di contributi molto variegato, tipicamente eterodosso ed altamente interdisciplinare. Alta enfasi sul test empirico (analisi econometriche su ampi datatset longitudinali) Contributo pionieristico di Richard Easterlin (1974) “Paradosso di Easterlin”: “nella corso della vita delle persone, le variazioni di reddito e ricchezza spiegano (statisticamente) poco la loro felicità”. A livello empirico, ad esempio, si verifica che, nei confronti internazionali, i paesi con più elevati livelli di reddito pro-capite non sono necessariamente quelli più felici. Vi sono quindi delle determinanti più forti e statisticamente robuste della felicità/benessere individuale. Paradosso di Easterlin: spiegazioni n Vari autori (inclusi Easterlin e Kahneman) si concentrano su: n “hedonic treadmill”, per la "teoria dell'adattamento", è una dinamica per cui il nostro benessere soggettivo (o felicità) da consumo, dopo un iniziale aumento, ritorna velocemente al punto di partenza. n “satisfaction treadmill”: all’aumentare del reddito, aumentano le nostre aspirazioni. E’ quindi richiesto un maggiore miglioramento del livello di utilità o soddisfazione, rispetto a livelli di reddito precedenti. n il positional treadmill: vi è una componente di soddisfazione da consumo che dipende solo dal suo livello relativo rispetto ai “nostri pari”: se muta contemporaneamente anche quello, siamo di nuovo al punto di partenza Happiness and economics n n n n n n Generale concordanza di evidenze a favore dell’importanza, spesso sottovalutata dal maistream, dei fattori “soft” della felicità: Beni relazionali (Gui, Nussbaum, 1996, 1997): amicizia, rapporti famigliari ed affettivi Lavoro e contesti di lavoro appaganti Figli, seppur con complesse relazioni causali (Stanca, 2010) Determinanti gender-specific della felicità (Matteucci e Vieira Lima, 2015) Eros e agape (Bruni, 2007) H&E e GIOCO D’AZZARDO n n n n n Questi risultati della letteratura H&E sono molto importanti per definire cosa è un gioco relazionamente appagante e socialmente sano (coesivo), e cosa è un gioco relazionalmente (anche perchè mediato da tecnologie ICT) e socialmente deprivante Da un punto di vista di “human flourishing” (A. Sen, M. Nussbaum), il gioco d’azzardo soddisfa molti dei requisiti per essere considerato un’attività relazionalmente e socialmente disgregativa e potenzialmente (con probabilità p) deviante. Per non parlare dei riflessi (esternalità) negative che esso impone sulla società civile. GAP, in primis. Ma anche: fenomeni di disgregazione sociale, criminalità organizzata (usura, clan della malavita gestori di reti di slot) e perdite di reddito nazionale (paradisi fiscali) RETE SLOT MOB NAZIONALE n A voler essere economisti mainstream, si dovrebbe imporre imporre una forte tassa pigouviana sul GA, molto più alta di quella attuale Per questo, vari accademici del filone H&E (eterodossi) si sono fatti promotori di campagne sociali e fiscali di proposta alternativa per gestori di esercizi pubblici n RETE n La società civile si mobilità per far emergere una sensibilità e cultura alternativa a quella implicitamente sottesa alle politiche economiche e fiscali statali italiane di forte incentivo al GA (e indirettamente al GAP) Ormai circa un centinaio di eventi SLOT MOB in tutta Italia. Molta strada ancora da fare! n n n SLOT MOB NAZIONALE: CONCLUSIONI n n n n n n Prima di poter fronteggiare emergenze sociali come quelle del GA e GAP, occorre dotarsi di una nuova visione antropologica e cultura economica. Le attuali politiche pubbliche riflettono un bias mainstream da HO. Le lobbying sembrano avere catturato il livello di policy-making nazionale A livello locale si può fare molto, con una proattiva collaborazione tra pubblico e privato, tra istituzioni e società civile. Al tempo stesso, una agenda di ricerca transdisciplinare sul GA e GAP è necessaria Il filone H&E sembra avere la base teorica ed empirica più matura per collaborare con le altre scienze umane e sociali verso un nuovo paradigma di gioco e relazionalità. Nessunosceglierebbedivivere senzaamici,anchesefosse provvistoinabbondanzaditu8 glialtribeni. (Aristotele,E-caNicomachea,8) Verso una agenda transdisciplinare fruttuosa e "a misura d’uomo”