di nuovo assieme… per sempre

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di nuovo assieme… per sempre
FANFICTION su INUYAHSA
DI NUOVO ASSIEME… PER SEMPRE
Capitolo unico (concluso)
Note: NC-18 - Lemon
Autrice: Manu_Hikari
ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico adulto. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 18 anni.
- I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. –
Ciao a tutti!Questa è una delle mie prime ff , spero che vi piaccia e soprattutto che mi mandiate dei commenti! ^___<
Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei chiarire delle cose senza le quali non potreste capirci una virgola nella mia ff. Allora: Tutti i
personaggi sono dell’eccelsa, grandissima, supermegagalattica e chi più ne ha più ne metta, Rumino Takahashi, tranne Aiko.
Ma chi è questa Aiko, vi starete chiedendo. Ebbene, Aiko l’ho inventata io. E’ la sorella minore di Inu ed è stata sigillata anche lei
da un incantesimo (di un monaco) al buon fine di rimanere sempre con suo fratello, e (RULLO DI TAMBURI) è innamorata di
Miroku (e ce credo! O_o).
Fans della coppia Sango/Miroku, non temete: sono una di voi! E’ solo che questa ff mi è venuta in mente quando Sango non c’era
ancora e mi è sembrato un peccato non finirla quando poi è sopraggiunta la sterminatrice.
Dunque vi lascio alla lettura e ricordatevi….COMMENTI PLEASE!!!!!!!!!!!
Quando il sole sorse, illuminandole il cuscino, Aiko si destò dal suo sogno e si trovò, come accadeva ormai
da qualche tempo, sola; era come sentire freddo stare lì, senza nessuno al proprio fianco, come sentirsi
vulnerabile ora che lui non vegliava più sulle sue notti.
Guardò alla sua destra e lo vide; era ancora profondamente addormentato, il volto esprimeva una profonda
calma.
Sembrava passata un’eternità da quando, qualche mese prima, gli aveva confessato i suoi dubbi sui suoi
sentimenti, Aiko era stata anche con il nonno di Miroku, prima che morisse, e ora, in cuor suo aveva timore
che il monaco le riportasse alla mente il dolce ricordo del suo primo amore e che lei amasse solo questo:
vivere un bel ricordo.
Ricordava ancora perfettamente quella conversazione. Era stato al sorgere del sole, una mattina proprio
come quella.
«Mi dispiace, Miroku, »Gli aveva detto « ma io voglio chiarire ciò che provo prima di tutto con me stessa.
Più stiamo insieme, più soffriremo se un giorno, accorgendoci di un eventuale errore, ci lasceremo. E io non
voglio soffrire, » mormorò poi «non di nuovo…»
«E per questo, per chiarire ciò che senti, ciò che provi nei miei confronti, tu credi che la cosa migliore sia
stare lontana da me? »Disse lui alzando la voce che cominciava ad assumere un tono irato.
«Si, la penso così! »Disse Aiko alzando la voce a sua volta e cominciando a piangere. «E scusami tanto se
non me la sento di farti soffrire! »
«Non vuoi farmi soffrire!? »Inveì lui alzando ulteriormente la voce. «Aiko, tu mi stai uccidendo! »
«Lo so...!E mi dispiace tanto…. »Cercò di calmarsi, tirò un gran sospiro e si asciugò le lacrime. «E so anche
che tutto quello che ti sto dicendo fa parte di un discorso molto egoistico e che, quanto ti sto proponendo,
gioverà improbabilmente unicamente a me…quindi, »Tirò un gran sospiro «sei libero di mandarmi al
diavolo e andartene via se vuoi. »
«No! »La interruppe bruscamente lui. «Per quante donne ci saranno per me, qui, »E si batté il petto. «Ci sarà
posto unicamente per te; perciò attenderò che il tuo cuore comprenda…. ».
«Ma potrebbe volerci anche molto tempo! » Obbiettò lei.
«Non importa. »Miroku le accarezzò i capelli, poi il volto. « Io ti aspetterò anche per tutta la vita se sarà
necessario. »
«Grazie! »Mormorò lei fra le lacrime che cominciavano di nuovo a caderle sul viso. «Grazie…» Ripeté
nascondendo il volto fra le mani mentre Miroku la stringeva a se.
Da quel giorno, però, non si erano più parlati. In un certo senso, pensò Aiko, era meglio così; sarebbe stato
troppo doloroso per entrambi parlare ancora.
E mentre pensava così, si era fatto mattino inoltrato e anche gli altri si erano svegliati e si preparavano a
riprendere il viaggio.
Era ormai sera quando giunsero nei pressi di una sorgente d’acqua calda, tutti erano concordi nel fermarsi lì.
Sango, Kagome e Aiko si privarono subito dei loro abiti per concedersi un bagno rilassante mentre Miroku e
Inu Yasha preparavano il fuoco per la notte.
Kagome e Sango si erano accorte che c’era qualcosa che non andava in Aiko; da qualche tempo era troppo
silenziosa e triste e vollero approfittare della pausa per provare a parlarle.
«Aiko »Le disse Kagome. « E’ successo qualcosa negli ultimi tempi per caso? ».
La ragazzina si limitò a scuotere la testa.
«Andiamo! » Ribatté Sango facendola sobbalzare. «Si vede benissimo! »
«Davvero? »Chiese Aiko sempre più triste.
«Te lo si legge in faccia. Ed è anche chiaro che c’entra il maestro; in questi giorni sei triste, non parli mai….
» Kagome si fermò ma Sango terminò per lei:
«…e cosa molto rilevante, non dormi più con il maestro.
Aiko si voltò bruscamente. «E voi come …? » Balbettò un tantino imbarazzata.
«Scusa, ma di notte scomparivate sempre entrambi… »Disse Kagome un po’ imbarazzata anche lei.
«Si, però, »Si affrettò a giustificare. «vi giuro, noi…noi due non…mai! »Balbettò in modo confuso.
«Lo so che il maestro non ti ha mai toccato. E’ strano per lui, certo, ma io penso che sia perché è molto
innamorato di te, veramente voglio dire. »Qualcosa si torse nelle viscere di Aiko, lei lo sapeva già. «Ma ora
dicci cosa è successo. »Concluse Sango.
E così, prendendo coraggio, Aiko prese a raccontare.
«Uhm…. E’ un po’ difficile dare un giudizio alla situazione… »Commentò Kagome alla fine del racconto.
«Io ti capisco; »Disse Sango. «Hai perso una persona che amavi tanto e non vuoi soffrire di nuovo; inoltre,
ora che lo ritrovi nel maestro, temi di non amarlo per quello che è in realtà, ma solo per quello che
rappresenta per te. E’ perfettamente comprensibile.
«Tu dici? »Obiettò Aiko perplessa.
«Spero solo che tu riesca a capire in fretta quello che provi. Anche il maestro ha sofferto tanto e ora che ha
trovato te si merita di essere finalmente felice; come ti ho già detto, penso che lui sia realmente innamorato
di te, e spera di poter sempre contare su di te per trovare un appoggio durante le avversità che ancora la vita
ha in serbo per lui. »
« E’ vero, sai »Intervenne Kagome. «probabilmente lui sta male da morire.Non pensare che dicendoti questo
vogliamo farti sentire in colpa, non lo faremmo mai!Solo, penso che, in fin dei conti, Miroku è la persona
più insospettabilmente sensibile e buona che io conosca…
«Queste cose purtroppo le so. »Disse Aiko intristendosi sempre di più. « Lo so quello che prova per me, so
quanto sta soffrendo, perché anch’io mi sento proprio come lui…solo che ho una gran confusione in
testa…»
«Cerca di stare calma e vedrai che la risposta salterà fuori. »La rassicurò Sango. «Forza ora, andiamo a
dormire. »
«Si! »Rispose Aiko accennando un sorriso.
Era una notte tiepida e serena e le stelle erano luminosissime; il crepitio del fuoco conciliava il sonno. Ma il
sonno di Aiko era disturbato da terribili incubi; l’ennesima volta che si svegliò, si alzò a sedere, troppo
turbata per provare a riaddormentarsi. All’improvviso l’aria cambiò; era impregnata di un’aura maligna. Il
fuoco si spense, come a causa di un qualche vento impercettibile.
«Inu Yasha…»Sussurrò al fratello prendendo il suo bastone.
«Lo so! »Rispose lui spalancando gli occhi.
« Al mio tre, Inu Yasha, prendi Kagome e Shippo e poi scappa, »Ordinò Miroku al mezzo spettro «lo stesso
voi due. »Disse poi rivolto ad Aiko e Sango, che si era svegliata. «Uno…due…
Al tre tutti scattarono in diverse direzioni, Inu Yasha nascose Kagome in una radura al sicuro, e tornò a
combattere al fianco di Miroku su cui era piombata un’enorme mantide religiosa che aveva sulla fronte un
frammento della sfera degli shikon.
Il demone non era particolarmente forte, inoltre la sua stazza gli impediva di muoversi agilmente; non fu
difficile per Inu Yasha e Miroku sconfiggerlo e impossessarsi del frammento.
Kagome uscì dalla radura insieme a Sango che l’aveva appena raggiunta.
«ce l’avete fatta! »Esclamarono.
«Già…»Rispose Miroku. «Ma è stato troppo facile, c’è qualcosa che non va; i demoni di questo livello non
attaccano gli uomini se non istigati…inoltre aveva un frammento…
«Pensi sia plausibile che sapesse dei nostri frammenti e volesse impossessarsene? »chiese Kagome.
«Si, potrebbe anche essere questo….ma ti ripeto che è troppo strano...Un momento! »Esclamò il monaco.
«…Dov’è Aiko?
«Oh, mio Dio!E se fosse stato tutto un trucco per allontanarla da noi? »disse Sango.
«Ma a quale scopo? »Ribatté Kagome.
«Non è il momento di pensarci! »Inveì Inu Yasha. «Dobbiamo trovarla!
Si separarono e andarono alla ricerca della ragazza addentrandosi nella foresta dalla quale non proveniva
alcun rumore, tranne che il fruscio delle piante. Miroku pensò che fosse tutto fin troppo calmo. Qualche
metro dopo, nascosto da una fitta boscaglia c’era uno spettacolo orribile; un’altra mantide religiosa e, ai suoi
piedi, la sua Aiko, sporca di sangue e ricoperta di ferite, svenuta.
«Maledetto! »Gridò in preda alla rabbia. «Lasciala stare, non toccarla! »Gridò nuovamente mentre si
avventava sul demone sigillandolo con un amuleto per impedirgli di muoversi. «Dimmi chi ti manda,
perché? »
Il demone fu spaventato dalla feroce rabbia che percorreva il volto del monaco; decise quindi di raccontargli
la verità. «Quel maledetto…quel Naraku…mi ha solo detto di eliminarla perché in questo modo suo fratello
e un monaco sarebbero crepati di dolore…»
Miroku, che al nome di Naraku aveva avuto un sussulto, sfogò la sua rabbia sul demone, risucchiandolo nel
foro del vento. La mantide religiosa gridò disperata.
Miroku si avvicinò al corpo di Aiko e scuotendola lievemente la chiamò mormorando il suo nome. La
ragazza non si mosse. Il monaco, allora la stinse a se e cominciando a piangere gridò il nome di Aiko con
quanto fiato aveva in corpo.
Le grida di Miroku avevano attirato l’attenzione degli altri che erano accorsi immediatamente. Inu Yasha
era come paralizzato, Aiko sembrava morta. Miroku caricò Aiko su Kirara e tutti insieme partirono per il
villaggio. Quando arrivarono, pregarono la vecchia Kaede di curarla.
«La prego venerabile Kaede, salvi la mia Aiko…io, io non so cosa farei se lei…»Implorò il monaco.
«Non si preoccupi maestro. Farò il possibile! »Detto questo la vecchia entrò nella capanna e vi rimase per
molto tempo proibendo l’ingresso a tutti.
Miroku stava male, voleva gridare il suo dolore, voleva togliersi quel peso enorme, ma aveva un nodo alla
gola, faceva così male…lasci
«Tutto bene, Miroku? »Chiese Kagome preoccupata.
« E’ stata tutta colpa mia…» Rispose lui guardando nel vuoto.
«Ma...Cosa dici?Tu non potevi saperlo... »
« No. Ma se non l’avessi lasciata sola avrei potuto salvarla…E poi, sai cos’ha detto quel demone?Che
Naraku ha colpito lei per colpire me e Inu Yasha…»
Kagome lo guardò. Aveva uno sguardo triste e abbattuto. L’idea di perdere Aiko per lui era terribile.
Dopo un bel po’ di tempo, che a Miroku sembrò un’eternità, la vecchia Kaede uscì dalla capanna e tutti le
corsero incontro desiderosi di sapere.
«Aveva delle ferite profondissime. »Disse la vecchia. «Ho fatto quello che ho potuto ma…
«Ma? »Le fecero eco Kagome e Sango che erano le uniche due le cui gole non fossero strette in un nodo.
«Ma non so se ce la farà… credo che ci vorrà comunque molto tempo prima che si svegli, non so quanto. In
ogni caso, penso sia meglio che non entriate tutti. Miroku lei, però, deve entrare…Aiko lo vorrebbe!
Il monaco annuì e lentamente entrò nella capanna. Tutto era avvolto in un mistico silenzio rotto solo dai
lievi respiri di Aiko. La vide così indifesa, debole, avrebbe voluto poterla stringere fra le braccia. Si
avvicinò silenziosamente, come se non avesse voluto svegliarla e si sedette accanto a lei. Una lacrima gli
rigò il viso non riuscì a dire nulla, così le diede un lieve bacio sulle labbra e, presa la sua mano, la strinse fra
le sue. Restò così per un tempo infinito; stava lì a guardarla e non avrebbe voluto fare altro. Poi prese una
decisione; doveva partire doveva tornare dal monaco con cui era cresciuto, dal maestro Mushin, lui avrebbe
di certo saputo dare una risposta ai mille dubbi che gli attanagliavano il cuore. Così uscì di corsa dalla
capanna e, salutati gli altri se n’andò. Doveva assolutamente capire se amava davvero Aiko, non poteva
soffrire così tanto e non saperlo neppure!Solo ora capiva come si sentiva Aiko, e lui l’aveva trattata in quel
modo orribile!Sostenere il peso di quel dubbio era impossibile.
Passarono alcuni giorni; Kagome e Sango vegliavano su Aiko che, da qualche giorno, aveva anche la febbre
alta e delirava nel sonno, ma non dava segno di volersi svegliare. Le ferite si erano quasi cicatrizzate del
tutto, ma erano ancora ben lontane dalla guarigione completa.
Un giorno, mentre Sango e Kagome erano fuori della capanna a chiacchierare, si sentirono chiamare da Inu
Yasha con grand’eccitazione: Aiko si era mossa.
Accorsero. In effetti, dopo qualche minuto la ragazza aprì gli occhi. Kagome stava per piangere.
«Come stai? »Le chiese Sango.
Dopo qualche attimo di silenzio Aiko cominciò a guardarsi intorno; poi finalmente rispose.
«Mi sento un po’ strana. »Disse. «Ma…Miroku dov’è?Cosa mi è successo?
Inu yasha la aiutò a tirarsi su, poi le raccontò tutto quello che era accaduto, della partenza di Miroku e,
infine, le disse che per qualche giorno non si sarebbe dovuta muovere dal letto per nessun motivo. Aiko
utilizzò quel tempo per mettere in ordine i suoi pensieri.
Aveva capito che fra lei e Miroku c’era qualcosa di speciale, e lei non lo vedeva come un semplice sostituto
di suo nonno, e anche ora che era lontano, lo sentiva accanto a lei, non la abbandonava mai. Forse lo amava,
ma lo avrebbe capito solo rincontrandolo, solo guardandolo negli occhi. Ma i giorni passavano e lui non
tornava. Aiko non sapeva cosa pensare, forse ci aveva ripensato, forse non la amava più….Ma voleva
vederlo, doveva o non avrebbe mai capito cosa provava per davvero. Era forse destinata a convivere con
quei suoi dubbi per sempre?
Timorosa di questo,un giorno si confidò con Kagome e Sango.
«No,penso che il maestro non sia tipo del genere. «Disse Sango. »Penso che presto ritornerà. Proprio come
te,anche lui aveva bisogno di mettere ordine fra i suoi pensieri.
«Già! » Le fece eco Kagome. «E quando tornerà,vi basterà un solo sguardo per capire che vi amate con tutta
l’anima…Perché io ne sono convita,Aiko. Se due persone si pongono di queste domande,vuol dire che sono
già innamorate. »
I giorni passavano e Aiko stava sempre meglio, le cure della vecchia Kaede facevano effetto, anche se le
capitava spesso di dormire giorni interi.
Quel giorno Aiko si svegliò quando il sole era già basso sull’orizzonte.
«Sei sveglia dormigliona? »Le chiese Kagome entrando. «Ho una bella notizia da darti. Indovina chi è
tornato da poche ore…?
«Miroku! »Esclamò lei mettendosi a sedere.
«Già!Se fossi in te correrei da lui,è al fiume per le abluzioni,corri! »Le disse facendole l’occhiolino.
Aiko non se lo fece dire due volte. Corse fuori così com’era, senza vestirsi, con indosso solo il suo yukata
bianco. Voleva vederlo, doveva rivelargli i suoi sentimenti. Ora aveva capito che lo amava. Nulla le avrebbe
fatto cambiare idea.
Corse a lungo, a perdifiato, era quasi sfinita, il suo fisico era ancora molto provato. Quando si fermò per
riprendere fiato, si appoggiò ad un albero nei pressi di un fiume. Alzò lo sguardo e lo vide immerso nella
sua meditazione, era estraniato dal mondo. Lo chiamò avvicinandosi. Lui pensò per un attimo di aver
sognato, poi, incredulo, alzò gli occhi. Aiko era alle sponde del fiume e una lacrima le solcava il volto. Lui
saltò in piedi d’impulso, le sue labbra si mossero ma non ne uscì alcun suono. Gli tremavano le gambe.
Aiko allungò le braccia verso Miroku. Il monaco, le corse incontro e abbracciandola la sollevò in aria. Era
davvero meraviglioso poterla stringere.
Quando le fece ritoccare terra la guardò negli occhi, le accarezzò i capelli, le sorrise. Sembrava scoprirla per
la prima volta.
«Aiko… Aiko io, io ti amo!So che non dovrei dirtelo ma come faccio a tenere tutto dentro,
come?Perdonami ma non ce la faccio… ».
Aiko gli posò un dito sulle labbra.
«Non dire più nulla, ti prego. »Lui avrebbe voluto ribattere ma lei lo precedette. «Io ho capito i miei
sentimenti…ti amo anch’io, mio dolce Miroku! »
Il monaco credeva di aver sognato, che quella che stringeva fra le braccia fosse solo un miraggio.
Istintivamente la baciò. Fu un bacio lungo e appassionato che fece ricordare ad entrambi il loro primo bacio,
molto più imbarazzato e, sicuramente, meno profondo di questo.
Aiko lo prese per mano sorridendo e insieme cominciarono a passeggiare lungo il fiume. Dopo un po’ si
fermarono sotto un grandissimo ciliegio, nei pressi del fiume. Si sedettero l’uno accanto all’altra. Sembrava
che nulla potesse turbare quella quiete.
«Dove sei stato in questi giorni, cosa hai fatto? »Chiese Aiko.
«Sono tornato dal maestro Mushin. E ho cercato di chiarire alcuni dubbi. Gli ho parlato della nostra
situazione, di quello che ti era successo, di quanto mi sentivo confuso…sai cosa mi ha detto?»
« No. Cosa?
Miroku la guardò con una tenerezza infinita.
«Mi ha detto che tu eri la mia forza, la mia certezza, il mio appoggio. Allora è bastato solo pensare di averti
perso, solo immaginare come sarebbe stata la mia vita senza di te, per sentirmi debole, per veder crollare
tutte le mie certezze. Così ho capito che dovevo tornare da te. L’ho fatto, e tutto quello che mi ha detto il
maestro si è rivelato vero, mi è bastato vederti sulla sponda del fiume, guardati negli occhi, perché tutti i
miei dubbi sparissero….
« E’ stato lo stesso anche per me, sai? » Disse Aiko guardando il sole abbassarsi sempre più sull’orizzonte.
« Quando mio fratello mi ha raccontato cosa mi era successo, io stessa mi sono stupita di aver avuto paura
di aver corso il rischio di non vederti mai più. E’ stato il mio primo pensiero…Poi ne ho parlato con le
ragazze e mi hanno detto che secondo loro, persone che si pongono domande come le nostre, si amano
già…così ho capito….
Non finì la frase; Miroku le tappò la bocca con un bacio. Sembrava che in quel momento la desiderasse solo
per se, non voleva lasciarla andare. Il monaco cominciò a baciarla sul collo e ad accarezzarla. Ad Aiko
piaceva quel contatto, Miroku la toccava con una dolcezza infinita, ma aveva paura lo stesso.
« Mi…Miroku…. » Il ragazzo sollevò lo sguardo e incrociò quello di Aiko; entrambi erano molto
imbarazzati. « Miroku, non è che tu…» Lo sguardo di Miroku si fece serio. « ...non è che tu…vuoi fare
l’amore con me?...E’ così? » Miroku non le rispose ma abbassò lo sguardo. Per Aiko quella era una
confessione;sorrise dolcemente gli sfiorò il volto con una mano, come per invitarlo a guardarla negli occhi e
riprese. « Stanotte è una notte di luna nuova, io potrei….cioè »Arrossì. «…vorrei. Ma c’è un dubbio… una
paura che mi ferma…«Miroku la interrogò con lo sguardo.»Ecco…vedi…tu sai senza dubbio che questa per
me è la prima volta e tu…invece…sei più grande di me…allora potresti rimanere deluso e questo…questo
mi fa male da morire…
«Ascolta, » Le disse Miroku intenerito,ma anche imbarazzato. «la tua paura è infondata perché…vedi, io
non potrei mai essere deluso da te perché ti amo, ti amo più della mia stessa vita, Aiko…e poi, io sono
onorato che tu riponga in me tanta fiducia da donarmi la tua verginità, puoi credermi, Aiko?
La ragazza lo guardò piena di speranza. Sapeva che poteva credergli. Annuì. Il monaco la ringraziò
sfiorandole la fronte con le labbra.
Miroku si alzò e invitò Aiko a fare lo stesso; mano nella mano, sorridendo imbarazzati, i due
s’incamminarono verso un vecchio capanno che si trovava quasi fuori del villaggio. Era molto piccolo e
dotato di una sola, minuscola finestra posta in alto che faceva penetrare all’interno la poca luce che ormai
rimaneva; infatti, lentamente, era iniziata la trasformazione di Aiko.
In un angolo si trovava un mucchio di paglia; Miroku vi poggiò sopra il telo che portava sul kimono, fece
sedere Aiko e si mise poi accanto a lei;la guardò intensamente,come se volesse penetrarle all’interno
dell’anima. I sentimenti che provava in quel momento non si sarebbero potuti esprimere a parole. Capì che
lei lo voleva davvero, non perché lui glielo aveva chiesto, lo faceva per dimostrargli il suo amore. Aiko
colse questi ultimi dubbi sul volto di Miroku, capì che in qualche modo lui aveva ancora paura di ferirla,così
gli accarezzò una guancia, come per fargli coraggio.
«Tu sei sicura…lo vuoi davvero? » Chiese lui quando ormai le loro labbra si sfioravano.
«Si. » Rispose lei in un soffio; e le loro labbra si unirono in un bacio colmo di passione, ma soprattutto di
dolcezza, una dolcezza infinita che in quel momento Miroku trasmise ad Aiko.
Nonostante Aiko fosse già per la maggior parte umana, le sue zanne non erano del tutto scomparse,Miroku
sentiva che queste gli solleticavano la lingua. Era una sensazione molto piacevole. Mentre la baciava,
Miroku accarezzò le gambe di Aiko sfiorandole con i polpastrelli; sentì la pelle della ragazza rabbrividire
sotto il suo tocco. Pian piano le sue carezze diventarono sempre più vigorose e mentre cominciava a baciarle
il collo le slacciò lo yukata e risalì lungo i fianchi, la vita, fino al seno; e come aveva fatto con le gambe, lo
sfiorò con i polpastrelli, poi il suo tocco si fece sempre più intenso.
Respirando sempre più affannosamente, Aiko cominciò a spogliare lentamente Miroku e ad esplorare con le
mani le spalle e la schiena muscolose. Lui le insinuò le mani fra le gambe, e scivolando lentamente trovò
quello che cercava. Emettendo un lieve gemito, Aiko si aggrappò a lui con tutta la sua forza. Miroku
cercava di farla sentire impotente e ora lei lo avrebbe contraccambiato, sarebbe stata lei a condurre il gioco.
Lo staccò da lei facendolo sedere sulla paglia. Subito si mise a cavalcioni sopra di lui. Sapeva che Miroku
era quasi al limite e così si sfilò lo yukata lentamente, per offrire la vista del suo corpo al monaco. La sua
trasformazione era ormai completa e Miroku si perse per un attimo nel blu dei suoi occhi; poi le accarezzò i
capelli che, lisci e neri, le ricadevano sulle spalle fino a toccare il pavimento, una guancia e le labbra e
infine la baciò. Il membro del monaco premeva contro di lei e Aiko avrebbe tanto voluto abbandonarsi a
Miroku, farlo entrare in lei, ma voleva torturarlo ancora un po’. Quando si staccarono, Miroku guardò Aiko
con uno sguardo di sfida lei decise di accoglierla e cominciò a baciargli il collo premendo il seno contro il
suo petto. Miroku cercava di resisterle e affondo il volto nell’incavo fra il collo e la spalla di Aiko e intanto
accarezzava la schiena di Aiko con tocchi sempre più morbidi. Ma quando i baci di Aiko divennero morsi a
fior di pelle, Miroku emise impotente un lieve gemito, allora Aiko seppe di aver vinto e, dopo aver baciato
nuovamente il collo del monaco, si alzò sulle ginocchia, in modo che il viso di Miroku fosse all’altezza del
suo seno, e lo guardò con una punta di soddisfazione nello sguardo. Poi, però, fu presa dalla tenerezza per
quell’uomo che tanto amava e gli accarezzò una guancia e si chinò a baciarlo, mettendogli una mano nei
capelli.
Aiko non aveva mai pensato di poter provare sensazioni del genere fra loro c’era passione allo stato puro,
ma nonostante Miroku desiderasse avere tutto di Aiko, nonostante desiderasse entrare in lei, nonostante
bramasse possederla, da ogni suo gesto traspariva amore, amore e soprattutto rispetto. Il corpo del monaco
sfiorava appena quello della ragazza e le sue mani la toccavano con dolcezza pur lasciando trasparire il
desiderio. Aiko si fidava di lui, per questo gli avrebbe permesso di unirsi a lei.
Mentre le loro lingue continuavano a toccarsi e ad accarezzarsi fra loro, Miroku aveva ripreso ad
accarezzare la schiena della ragazza e poi molto lentamente aveva preso ad accarezzare il fondoschiena, al
lieve tocco Aiko fu scossa da un brivido.
Continuando a baciarlo, Aiko prese con la sua mano rimasta libera, quella di Miroku; guidandola su per
l’interno delle gambe, sfiorò l’inguine, gli fece risalire il ventre e, alla fine, gliela chiuse su un seno. Il
monaco chiamò il nome della sua amante, ma per quanto si fosse sforzato, il suono sembrò più un gemito
strozzato. Il membro gli faceva male da morire, la stava implorando.
Anche Aiko era arrivata al limite, desiderava unirsi a lui. Si stese a terra trascinando Miroku con se. Il
monaco si stese su di lei e le divaricò le gambe e poi, mentre le catturava le labbra in un altro baciò entrò in
lei; la penetrò piano, quasi avesse paura di farle del male, e poi si ritrasse quasi subito.
«Miroku…» Mormorò roca Aiko inarcandosi verso di lui. «…è inevitabile…che io…mi faccia male… »
Miroku le diede un bacio a fior di labbra e le sorrise; poi, la penetrò di nuovo, questa volta un po’ più a
fondo, e cominciò a muoversi in lei. I loro corpi si muovevano ritmicamente l’uno sull’altro, come in una
danza, Aiko emise dei gemiti di dolore, ma era felice. Felice perché aveva donato il suo cuore, il suo amore,
tutta se stessa a Miroku; felice perché Miroku era felice, avvolto dal calore della sua donna, stretto nel suo
abbraccio; era felice perché in quel momento sembrava che esistessero solo loro e il loro amore, solo il loro
desiderio di stare insieme, di essere una cosa sola.
Alla fine, stanchi ma felici, si ritrovarono sdraiati l’uno accanto all’altro.
«Sei ancora sveglia? » Chiese Miroku alla ragazzina, che gli dava le spalle, dopo che ebbero ripreso fiato.
Aiko annuì. Il monaco intuì il suo imbarazzo. «Vieni qui…» Disse in un sussurro con un tono dolce,quasi
commosso.
Aiko si girò e si accostò a Miroku che la abbracciò baciandole la fronte e poi le labbra; un bacio dolce e
innocente, privo della passione e del desiderio di cui i baci di qualche minuto prima erano impregnati.
«Aiko…? »
«Mm…? » mormorò assonnata.
«Lo sai, no, che ti amo da morire…»
«Ti amo anch’io, Miroku…»
E si addormentarono così, stretti in un tenero abbraccio.
Quando Aiko si svegliò era l’alba, era di nuovo un hanyou e i suoi capelli argentati erano tutti sparpagliati
sulla paglia. Alzò gli occhi. Non accadeva ormai da tanto tempo, ma quel mattino non era sola nel suo
giaciglio, non sentiva freddo, non si sentiva vulnerabile. Con lei c’era Miroku, ora.
Con un dito gli disegnò il contorno del viso, aveva un’espressione dolcissima. Poi lui aprì gli occhi e le
sorrise.
«E’ già mattino? » Le chiese il monaco sorridendole.
Aiko annuì e abbassò lo sguardo, era ancora un po’ imbarazzata. «E’ appena l’alba… » mormorò.
Passò qualche minuto avvolto dal silenzio. Poi miroku sentì che il corpo di Aiko era scosso da tremiti.
«Ma tu stai tremando, Aiko » Disse il monaco stringendola a se e strofinandole le spalle con le mani. «Hai
freddo? »
«Un po’…»
«Forse sarebbe meglio vestirci e tornare dagli altri…
«Si, hai ragione…Pensa alla faccia di Inu Yasha se ci sveglia e non ci trova…Che penserà? » Chiese Aiko
mentre si alzavano.
Miroku finse di pensare e poi disse: «…La verità…» Risero entrambi e si rivestirono.
Mentre Aiko finiva di allacciarsi lo yukata, Miroku prese fra le mani il telo sul quale lui e Aiko avevano
passato la notte. La ragazza lo osservò mentre Miroku se lo metteva, c’era una macchia più o meno al
centro, era scura, era…
«…Sangue…» Disse la ragazzina.
«Cosa? »
«Miroku, qui c’è del sangue ed è…mio…» Disse annusandolo.
«Si, cioè…non lo sapevi?Per te era la prima volta…è normale…» Miroku non sapeva che fare, Aiko
sembrava spaventata, forse si era pentita di aver fatto l’amore con lui?...Ma, con sua grande sorpresa, Aiko
tirò un sospiro di sollievo.
«Meno male! Allora è per questo che fa male…Succederà anche la …prossima volta?
«No... no la prossima volta non sentirai nulla…» Fu il turno di Miroku di essere imbarazzato, Aiko voleva
che ci fosse una prossima volta! «Aiko, non ti sei pentita di quello che “abbiamo” fatto, vero? »
«No» Rispose lei assumendo uno sguardo serio. «Non mi pentirò mai di quello che abbiamo fatto…Io ti
amo, Miroku. Ti amerò per sempre… » Disse mettendogli le braccia al collo.
Miroku le cinse la vita con le possenti braccia. «Ti amo anch’io, Aiko…Ti amerò per tutta la vita… e anche
di più! »
E suggellarono quella promessa con un bacio, che mai avrebbe potuto essere più dolce.
FINE
Ecco qua, è finita. Spero che vi sia piaciuta…Mi raccomando. Commenti, commenti…
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