14” 1:7” 2.770

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14” 1:7” 2.770
PROVA canna rigata Cz 805 Bren S1 calibro .223 Remington
Il leone
DELL’EST
La versione civile del fucile d’assalto di nuova generazione made in Cz ha concezione
originale, sistema a presa di gas innovativo che funge da ammortizzatore,
lower polimerico, massima modularità: smontaggio a prova di stupido, precisione
davvero di ottimo livello, malgrado i soli 14 pollici di canna
Testo di Ruggero Pettinelli,
foto di Matteo Galuzzi
F
ino a pochi anni fa, l’offerta di armi tattiche
da parte dei Paesi dell’Est (quelli, per intederci, dell’ex patto di Varsavia) era limitata,
in pratica, a un più o meno superficiale restyling dei fucili d’assalto protagonisti della guerra fredda. Negli ultimi anni, invece, molte aziende
“orientali” hanno intrapreso un notevole lavoro di
sviluppo, volto alla realizzazione di una generazione completamente nuova di fucili d’assalto,
camerata (ovviamente) in 5,56x45 mm. Non poteva fare eccezione a questa regola la Ceska Zbrojovka di Uhersky Brod (Repubblica ceca) che, senza
dimenticare il glorioso Vz 58 calibro 7,62x39 (tuttora offerto in catalogo), gli ha affiancato nel 2009
un’arma decisamente avveniristica, denominata Cz
805 Bren, punto culminante di un lavoro di sviluppo iniziato quattro anni prima. Ovviamente, per la
gioia degli appassionati, ne è stata realizzata una
versione civile (S1), che è finalmente disponibile
in Italia, grazie al distributore Bignami di Ora (Bz).
PAROLA D’ORDINE: MODULARITÀ
L’arma è di concezione originale, quindi non si
ispira a schemi meccanici esistenti, anche se può
evidenziare una parentela concettuale, se non altro
dal punto di vista estetico generale, con altri progetti moderni come l’Fn Scar. La scelta di affrontare una strada completamente nuova è condivisibile, perché gli impianti classici (Ar15 e Ak, tanto
per non fare nomi…), pur ancora meritatamente
sulla breccia, consentono aggiornamenti alle più
moderne tendenze solo, inevitabilmente, fino a un
certo punto (e le tribolazioni per la conversione a
pistone di alcuni Ar ne sono dimostrazione eviden66
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te). La struttura è improntata all’utilizzo di materiali all’avanguardia e, soprattutto, a uno spiccato
concetto di modularità: la carcassa è costituita da
un guscio in lega leggera grosso modo a forma di
“U” rovesciata, con slitta Picatinny superiore a
tutta lunghezza, integrale. Nella parte anteriore di
questa carcassa è innestata la canna, che porta nel
proprio prolungamento posteriore le sedi di chiusura dell’otturatore. Nella parte inferiore, invece,
si inserisce il gruppo impugnatura-pacchetto di
scatto-bocchettone del caricatore (lower receiver,
se vogliamo), realizzato in polimero. A proposito
di modularità, l’impugnatura è dotata di dorsalino
innestato a “T” e, quindi, sostituibile con altri di
differente profilo (questa caratteristica, però, è
stata richiesta espressamente dall’esercito ceco e
i dorsalini di ricambio non risultano forniti nella
versione civile). Anche il bocchettone del caricatore è innestato a “T” sul gruppo di scatto (poi
bloccato da una spina) e, quindi, ne è prevista la
sostituzione con un altro, compatibile con i caricatori M16 (i più diffusi al mondo, c’è poco da
dire), disponibile come optional anche sul mercato civile. Il caricatore originale, invece, ricorda
quello del G36, è polimerico, bifilare a presentazione alternata e traslucido per l’immediata verifica dei colpi residui. Presenta opportune asole che
consentono il gemellaggio con un altro caricatore,
grazie ad apposite clip, ed è agganciato all’arma
per mezzo di una leva a bilanciere posteriore (tipo
Ak, per intenderci). Il bocchettone compatibile
Ar15, invece, presenta pulsanti di sgancio su entrambi i lati, per la massima comodità di azionamento. Gli altri comandi sono costituiti dalla sicura a leva, sopra l’impugnatura (anch’essa sui due
lati), dalla manetta di armamento, che scorre in
una feritoia della parte superiore del castello ed è
Canna
14”
Rigatura
1:7”
2.770
La nuova “creatura” di Cz è
destinata a entrare di prepotenza
nel settore militare e del law
enforcement. Ovviamente, per gli
appassionati è disponibile la
variante civile capace di solo
fuoco semiautomatico.
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PROVA canna rigata Cz 805 Bren S1 calibro .223 Remington
reversibile sul lato opposto a piacere del tiratore,
e dal pulsante per bloccare manualmente in apertura l’otturatore, sul lato sinistro dell’arma. Diversamente dagli Ar15, però, il pulsante non
consente di mandare in chiusura l’otturatore dopo
aver inserito un caricatore rifornito, per fare ciò
bisogna inevitabilmente agire sulla manetta di
armamento. Questa soluzione ricorda tanto la
vecchia Skorpion, e non è un caso visto che la
paternità è la medesima…
La manetta di armamento è innestata direttamente
sul portaotturatore e trattenuta in posizione dall’asta guidamolla. Segue il portaotturatore nel proprio
moto, quindi non c’è necessità alcuna di prevedere forward assist o altre diavolerie. Il lato destro
dell’arma, quindi, è relativamente “pulito”, comprendendo solo la finestra di espulsione rettangolare e un piccolo deflettore polimerico dei bossoli
in espulsione.
La versione militare prevede due lunghezze di canna: 14 pollici (modello A1) e 11 pollici (modello
A2). Per la versione civile (S1) sono state, invece,
previste tre lunghezze: 11, 14 e 16 pollici, fermo
restando che al momento quella importata è solo
la mediana (quindi, conforme all’A1 militare). La
canna è ricavata per rotomartellatura, ha un diametro esterno a valle della presa di gas di 14 millimetri ed è completata da un rompifiamma a tulipano. Il passo di rigatura prescelto è il più corto
tra quelli considerati idonei al .223 Remington,
cioè 1:7” (178 mm), adatto alla stabilizzazione di
palle di 69 grani e oltre.
Per quanto riguarda gli organi di mira, è fornito di
serie un set di mire metalliche amovibili e ripiegabili (metalliche per davvero, non polimeriche come
su alcuni prodotti concorrenti), costituite da mirino a palo protetto da alette, regolabile in elevazione, e diottra a “L” con due riferimenti (uno più
largo per il tiro istintivo, uno più stretto per il tiro
mirato), regolabile in derivazione. La qualità esecutiva è molto buona. Ovviamente, la lunga slitta
Picatinny superiore può essere sfruttata per l’installazione di ottiche di puntamento (per le prove
a fuoco ci siamo avvalsi di una Meopta Zd 1-4x22
1. L’impugnatura ha dorsalino
intercambiabile. In evidenza anche
il pulsante per il blocco
manuale in apertura dell’otturatore,
e la sicura a due posizioni.
2. La sicura è ambidestra.
In evidenza anche la finestra di
espulsione, con apposito deflettore
polimerico, e (sopra di essa)
la scanalatura di scorrimento della
manetta di armamento,
che è reversibile a piacere.
3. Il cilindro di presa gas è
innestato a baionetta, facilmente
smontabile abbassando il relativo
piolo di ritegno (sul lato opposto)
con la punta di una cartuccia
e ruotandolo fino al disimpegno.
4. La presa di gas smontata.
Il pistone ha la peculiarità di essere
tenuto in posizione arretrata
da una molla, fungendo da
ammortizzatore quando l’otturatore
va in chiusura: una intelligente
soluzione per rendere
particolarmente dolce il
funzionamento.
1
2
3
4
L’hold open esterno consente di bloccare manualmente in apertura
l’otturatore, ma non di farlo scattare in chiusura
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Per chi vuole
comprarla
A chi è indirizzata
all’appassionato di armi
tattiche, che desidera
qualcosa di diverso dai
soliti cloni Ar 15
Cosa richiede
il bocchettone
aggiuntivo per
caricatori tipo M16
semplifica non poco
l’approvvigionamento
dei serbatoi
Perché comprarla
prodotto moderno,
razionale, robusto,
preciso
Rd con attacco monolitico Warne). Un’altra slitta
Picatinny è presente nella parte inferiore dell’astina, e sono presenti predisposizioni per il fissaggio
di ulteriori porzioni di slitta sui due lati dell’astina
medesima.
La calciatura è polimerica come il gruppo impugnatura-bocchettone, ed è ripiegabile sul lato destro
grazie a una robusta cerniera. Per ripiegare la calciatura, si agisce su un grosso pulsante sul lato
sinistro. Al di sopra c’è un grosso pulsante circolare che, premuto, consente di far scorrere tutto il
supporto del calcio, rimuovendolo dall’arma. Questo può essere utile sia per una eventuale pulizia
approfondita, sia per sostituire il calcio in dotazione con quello collassabile (con appoggiaguancia)
previsto in alternativa (al momento, non importato).
Per smontare l’arma, invece, si devono sfilare i
classici due spinotti trasversali: prima quello anteriore, che consente la rimozione dell’impugnatura-bocchettone, poi quello posteriore, che consente di rimuovere il supporto del calcio (che
funge anche da tappo posteriore della carcassa) e
quindi di sfilare la molla di recupero con guidamolla, far arrivare a fondo corsa il portaotturatore,
sfilare la manetta di armamento e, infine, rimuovere portaotturatore e otturatore. Esaminando i
dettagli, si nota la cura profusa nella progettazione
dell’arma: la sede per la rimozione-inserimento
della manetta è a “buco della serratura”, il che significa che non si può rimontare la manetta dal
lato sbagliato; analogamente, anche la testa posteriore del guidamolla non può essere reinserita dal
lato sbagliato. Tutta l’arma è a prova di stupido, e
anche di smemorato, visto che sulla sommità del
calciolo sono previsti due fori nei quali alloggiare
le spine di tenuta durante lo smontaggio, per non
perderle.
UNA PRESA GAS INNOVATIVA
Il sistema di funzionamento è a recupero di gas,
ma con un’accortezza decisamente insolita, seppur
non inedita in senso assoluto: i gas di sparo vengono, ovviamente, spillati da un foro nella canna
e convogliati nel cilindro superiore, a spingere
1
Con chi si confronta
con le altre armi tattiche
“non” Ar 15, come Fn
Scar, Bushmaster Acr.
2
3
1. Il portaotturatore con la molla
di recupero, prigioniera del
guidamolla, e il blocco posteriore
polimerico che funge da tappo
del castello e da supporto
per il calcio. La manetta di
armamento (a destra)
è traforata in senso orizzontale.
2. La parte posteriore del
portaotturatore prevede una sicura
automatica, che impedisce
movimenti al percussore finché
il cane non si abbatte.
4
3. La parte posteriore della
carcassa, con l’asta guidamolla
quasi completamente inserita
in sede. L’estremità dell’asta
è conformata in modo da
consentire l’inserimento
nell’arma con un solo
orientamento (quello giusto!).
4. L’otturatore vero e proprio
ha testina rotante
con sei alette di chiusura.
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all’indietro violentemente il pistone, il quale a sua
volta spinge all’indietro il portaotturatore. Quest’ultimo, grazie a un profilo a camme, costringe l’otturatore a ruotare, disimpegnando le sei alette di
chiusura dalle sedi nella culatta, poi lo trascina con
sé estraendo ed espellendo il bossolo. Nella maggior parte delle armi simili, mentre l’otturatore
arretra, una opportuna molla sospinge in avanti il
pistone, facendolo tornare nella sua posizione di
riposo originaria: qui, invece, la molla c’è, ma
spinge esattamente in posizione contraria! In pratica, una volta che il pistone ha spinto all’indietro
il portaotturatore, resta in posizione arretrata. Quando il portaotturatore torna in avanti, spinto dalla
molla di recupero, camerando il colpo successivo,
appoggia infine sulla testa del pistone e lo spinge
in avanti, vincendo la resistenza della molla. In
pratica, il pistone di presa gas funge da ammortizzatore, allo scopo di rendere più dolce e fluido il
movimento di chiusura ed evitare “beccheggi”
durante il tiro a raffica. Ovviamente, il carico della molla è studiato appositamente per non essere
d’intralcio alla cameratura del colpo, anche nelle
condizioni più critiche (arma sporca, gelo eccete-
L’unica versione al momento
importata è quella con canna
di 14 pollici, che è anche la più
equilibrata esteticamente.
UN PROGETTO CHE VIENE DA LONTANO
Le origini del progetto di un’arma d’assalto di piccolo calibro per l’esercito (allora) cecoslovacco risalgono alla seconda metà degli anni Settanta, allorché fu
messo a punto il sistema Lada, ispirato all’Ak 74, che avrebbe dovuto prevedere una carabina ultracompatta, un fucile e un fucile mitragliatore in calibro 5,45x39
mm. La caduta del muro di Berlino e il conseguente collasso delle autorità comuniste dei Paesi dell’Est, misero fine al progetto prima che fosse possibile iniziare
la produzione di massa. Dopo la separazione tra Repubblica ceca e Slovacchia, e con la prospettiva dell’ingresso della Repubblica ceca nella Nato, il progetto fu
rispolverato nei tardi anni Novanta, adattato per il calibro 5,56x45 mm e denominato Cz 2000, ma non ottenne alcuna commessa da parte dell’esercito nazionale.
Solo nel 2005, si decise di abbandonare del tutto il progetto Lada-Cz 2000, partendo da una piattaforma completamente nuova. Inizialmente erano previste due
cellule, la “A” dimensionata per 5,56 mm, 6,8 Spc e 7,62x39, e la “B” per il 7,62 Nato, ciascuna con tre lunghezze di canna. Con l’emanazione dei requisiti per
una commessa da parte dell’esercito, nel 2009, si decise però di concentrarsi sul solo 5,56 mm, in due lunghezze: rifle (A1) e carbine (A2). L’arma fu sottoposta
all’esame delle autorità insieme a 27 altri
concorrenti, ma la sfida finale fu combattuta
contro l’Fn Scar, vedendo (prevedibilmente)
preferito il progetto locale. Rispetto al prototipo
adottato, prima di giungere alla produzione
di serie, l’esercito richiese alcune modifiche:
il calcio, da pieghevole e telescopico fu reso
solo pieghevole; l’otturatore passò da 7 a 6
alette; l’impugnatura fu dotata dei dorsalini
intercambiabili. Le prime consegne sono state
effettuate nel luglio 2011 e, oltre che dall’esercito
ceco, l’arma è stata acquistata in limitati
quantitativi dall’Egitto, dalla polizia federale
messicana e dalla Moldavia.
Un A2 militare con applicato il bocchettone del
caricatore compatibile con i serbatoi M16. Il
dispositivo di sgancio è ambidestro. In evidenza
anche il selettore che, oltre alla raffica libera e al
colpo singolo, prevede raffiche di due colpi.
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1. I caricatori di serie sono tipo
G36, polimerici e trattenuti
da una leva a bilanciere
posteriore (tipo Ak 47). Nella
configurazione originale
hanno una capacità di 30 colpi.
1
2
2. Il gruppo di scatto polimerico
è modulare. In primo piano,
la linea di giunzione con il
bocchettone del caricatore,
che è sostituibile con
un altro compatibile con i
caricatori tipo M16.
3. L’interno della carcassa
in lega leggera, con il
prolungamento di culatta e le
relative sedi di chiusura.
4. Il rompifiamma. La canna ha un
diametro esterno, nella parte oltre
la presa di gas, di 14 millimetri.
4
3
ra): l’arma, tanto per dire, ha superato i test di affidabilità in condizioni estreme previste dai protocolli Nato Ac 225/D14 e Tpvd 637–81.
Lo smontaggio della presa di gas è facile e intuitivo: si preme con la punta di una cartuccia sul
piolo di ritegno laterale del cilindro di presa gas,
si ruota quest’ultimo fino a liberarlo dal proprio
innesto a baionetta e lo si sfila fuori dall’arma. A
quel punto, si rimuove tutto il pistone con la propria
molla di spinta e relativa boccola. Tutte le componenti critiche sono cromate, per prevenire l’erosione da parte dei gas di sparo.
Il gruppo di scatto, a cane interno, è semplice e
razionale, così come il gruppo otturatore-portaotturatore. Quest’ultimo è prismatico e contiene sia
il percussore, sia una sicura automatica che impedisce qualsiasi movimento al percussore medesimo,
finché il cane non ha completato la propria caduta
(quindi, finché non si è deciso di sparare intenzionalmente). In tal modo, è scongiurata qualsiasi
ipotesi di autoaccensione dell’innesco della cartuccia per la semplice inerzia del movimento di
chiusura (cosiddetto slam fire). Alle due estremità
della carcassa sono previste due coppie di asole
per il montaggio della cinghia.
LA NOSTRA PROVA
La prova a fuoco si è svolta all’interno del poligono dell’importatore Bignami di Ora (Bz), alla distanza di 100 metri, in appoggio anteriore. Il primo
Il portaotturatore è dotato di sicura automatica al percussore, che
impedisce qualsiasi movimento a quest’ultimo finché non si abbatte il cane
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approccio con l’arma rivela la piacevole finitura
anticorrosione della carcassa, di un particolare
grigio opaco molto accattivante, che contrasta con
il nero del lower receiver, del calcio e della canna.
Per prima cosa abbiamo smontato l’arma, riscontrando una qualità di lavorazione di livello decisamente elevato, forse più da arma “civile” che da
strumento militare. Il disassemblaggio è del tutto
agevole, le due spine trasversali si rimuovono con
facilità e tutti i sottoinsiemi si lasciano scomporre
senza offrire strane resistenze. L’unica difficoltà
l’abbiamo incontrata nell’azionare il pulsante circolare per la rimozione del calcio dal proprio supporto: la molla offre una resistenza notevole e, per
aiutarsi nel tratto finale di compressione, è meglio
avere a disposizione un bossolo o una cartuccia.
In ogni caso, quello è un comando che non ha
ragione di essere azionato spesso, quindi la sua
“schizzinosità” è del tutto irrilevante nel giudizio complessivo.
Abbiamo deciso di provare l’arma con il bocchettone idoneo ai caricatori originali cechi:
questi ultimi sono molto rigidi, spessi e robusti,
l’alimentazione è del tutto agevole, così come
la verifica dei colpi residui. Malgrado sia molto
semplice, apparentemente, la manetta di armamento è invece ben sfruttabile dal punto di vista
ergonomico: nella parte anteriore ha una fresatura semicircolare sulla quale le dita fanno ottima presa, e la feritoia centrale svolge una efficace funzione antiscivolo. Molto comode anche
le leve laterali della sicura, ben dimensionate e
sporgenti: la rotazione per passare dalla posizione di sicura a quella di fuoco è minima (per lasciare lo spazio alle posizioni di raffica della
versione militare), ma le due posizioni sono
molto nette e non c’è pericolo di “confusioni”.
Per quanto riguarda il giudizio sul dispositivo
di presa gas “ammortizzante”, abbiamo avuto
modo di testare anche gli esemplari in full-auto
in Repubblica ceca, e possiamo confermare che
la stabilità durante il tiro a raffica è eccellente.
Tanto più in semiauto!
Per quanto riguarda la precisione, dopo aver fatto
1 e 2. Il mirino è abbattibile
e amovibile, regolabile in
elevazione e protetto da alette.
3 e 4. La diottra a “L” è regolabile
in derivazione e abbattibile.
Essendo fissata alla slitta
Picatinny superiore, può essere
rimossa a piacimento, se bisogna
far spazio per dispositivi ottici.
1
3
Il sistema ammortizzante del pistone di presa gas ha dimostrato
la propria efficacia
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2
4
SCHEDA TECNICA
Produttore: Ceska
Zbrojovka, www.czub.cz
Distributore: Bignami spa,
via Lahn 1, 39040 Ora (Bz),
tel. 0471.80.30.00,
fax 0471.81.08.99,
www.bignami.it
Modello: 805 Bren S1
Tipo: carabina
semiautomatica
Calibro: .223 Remington
Funzionamento: a recupero
di gas con pistone
a corsa corta
Alimentazione: caricatore
bifilare a presentazione
alternata (disponibile
adattatore per caricatori
Stanag)
Numero colpi: 30 (5 in Italia)
Lunghezza di canna:
14 pollici (355 mm);
prodotta anche con canne
di 11 e 16 pollici
Passo di rigatura: 1:7”
(178 mm)
Lunghezza totale: 667 mm
(calcio piegato), 868 mm
(calcio esteso)
Altezza: 260 mm (con
caricatore, senza mire)
Spessore: 77 mm (calcio
esteso), 112 mm (calcio
piegato)
Scatto: monostadio, peso
di sgancio rilevato 2.800
grammi
Percussione: cane interno
Sicure: manuale a leva
sul fusto, ambidestra;
automatica al percussore
Mire: mirino a palo protetto
da alette, abbattibile,
regolabile in elevazione;
diottra a “L” abbattibile,
regolabile in derivazione;
slitta Picatinny a tutta
lunghezza per l’installazione
di dispositivi ausiliari; slitte
Picatinny sulla parte inferiore
dell’astina; predisposizione
per slitte Picatinny anche sui
lati dell’astina
Materiali: telaio in lega
leggera; impugnatura,
bocchettone del caricatore
e calcio in polimero; canna,
otturatore e meccanismi in
acciaio al carbonio
Finiture: anodizzazione
grigia, parti in acciaio brunite
opache, pistone e cilindro di
presa gas cromati
Peso: 3.440 grammi (senza
caricatore)
Prezzo: 2.770 euro, Iva
inclusa (adattatore per
caricatori Stanag, 100 euro)
TABELLA BALISTICA
Sopra: rosata di cinque colpi in 37 mm (ma quattro in 17 mm) ottenuta
a 100 metri in appoggio anteriore, con cartucce Rws Target
elite 69 grs e ottica Meopta Zd 1-4x22 Rd con attacco monolitico Warne.
A sinistra: la prova a fuoco nel poligono interno della Bignami.
un tentativo con le Ruag Fmj di 55 grani, ottenendo raggruppamenti abbastanza deludenti
(logico, visto il passo di rigatura), abbiamo rivolto la nostra attenzione alle 69 grani, sempre
Fmj, Rws Target elite, e la musica è cambiata
all’istante: il nostro miglior risultato (ma con la
media delle altre rosate siamo lì) è un raggruppamento di quattro colpi in soli 17 millimetri,
con il quinto strappato che porta il totale a 37
millimetri. Il tutto, con una canna di 14 pollici,
un’ottica a soli 4 ingrandimenti e zero affiatamento! Oggettivamente, a nostro avviso si tratta di un risultato decisamente di livello e difficilmente eguagliabile da molti cloni Ar15 con
pari lunghezza di canna. Merito, probabilmente,
anche dello scatto, abbastanza pulito e prevedi-
bile, il cui peso di sgancio è stato rilevato in
2.800 grammi.
CONCLUSIONI
L’arma è concepita in modo razionale e moderno:
massima controllabilità nel tiro a raffica, massima
adattabilità ai più disparati accessori (grazie alle
abbondanti slitte Picatinny), flessibilità (grazie al
bocchettone intercambiabile, al calcio e ai dorsalini sostituibili), affidabilità, robustezza. Le componenti polimeriche, in particolare, hanno mostrato una eccellente resistenza agli urti e ai graffi,
caricatori inclusi. Il progetto 805 Bren, insomma,
ha tutte le carte in regola per imporsi a livello internazionale, e per conquistare il cuore degli appassionati in abiti civili!
2
Il calcio polimerico è ripiegabile, agendo sul comodo pulsante sul lato sinistro.
La cerniera è veramente robusta e, in posizione di tiro, il fissaggio è ben saldo.
Il pulsante superiore consente la rimozione di tutto il blocco calcio-snodo, per ridurre
l’ingombro o per sostituirlo con il tipo collassabile (al momento non importato).
2
Per smontare l’arma bisogna rimuovere
le due classiche spine trasversali. Queste
ultime, durante la pulizia, possono essere
alloggiate sopra il calciolo, per non smarrirle.
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