I sottoprodotti nella produzione di carburante “non”
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I sottoprodotti nella produzione di carburante “non”
I sottoprodotti nella produzione di carburante “non” Il glicerolo, di Sergio Auricchio Dal processo di produzione del biodiesel si ottengono due principali sottoprodotti: un residuo solido del quale abbiamo parlato nel numero precedente di “Green” e il glicerolo. Il glicerolo, più che sottoprodotto, sarebbe opportuno chiamarlo coprodotto poiché il suo impatto nell’economia generale del processo di produzione del biodiesel è rilevante. La produzione di glicerina (soluzione acquosa concentrata di glicerolo) è aumentata negli anni congiuntamente all’aumento di produzione del biodiesel. Fino al 1995 c’è stato un buon bilanciamento tra la domanda e l’offerta, grazie anche alle maggiori richieste dei paesi emergenti, ma dal 1995 in poi si è verificato uno squilibrio che tende ad aumentare. Lo sviluppo dell’oleochimica con la conseguente offerta di glicerina ha così determinato una contrazione del prezzo della glicerina superiore al 50%. Nel grafico vengono riportate le produzioni di glicerolo, divise per tipologia del processo industriale di provenienza nel corso degli anni con le proiezioni per il futuro (da French oilseed grower organization SOFIPROTEOL). Si può osservare come il maggiore incremento di gli- cerina prodotta dipende e dipenderà dalla produzione di biodiesel. Dal momento che la competitività del biodiesel è dovuta anche al valore aggiunto de- rivante del suo coprodotto (la glicerina), l’interesse dei produttori di biodiesel è sempre più rivolto verso lo sviluppo di nuovi utilizzi e applicazioni della glicerina che permettano di riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta in modo da determinarne, se non un aumento, almeno una stabilizzazione del prezzo. Produzione di glicerolo per tipologia di provenienza Summary By-products in biodiesel production. Part Two – Glycerol Production of biodiesel yields two main by-products: a solid residue we discussed about in Green’s previous issue, and glycerol. More than of a by-product one should speak of glycerol as a co-product, as its impact on the overall economy of the biodiesel production chain is pivotal. Glycerine (a concentrated aqueous solution of glycerol) is nowadays no longer an attractive product as its increased availability has caused a dramatic fall in its price. Thus to enhance market competitiveness of biodiesel there is need to find alternative uses for glycerine. Currently, glycerol is produce industrially from glycerides (via saponification and transesterification), propylene (through various synthetic pathways) and sugars (via hydrogenolysis and fermentation). Glycerol founds applications in more than 1500 uses, such as food industry, cosmetics, pharmaceuticals, tobacco and paper industry just to name a few. However, for all these uses the market is full. In principle glycerol could be used directly as a fuel but there are a number of drawbacks. Glycerol must then be derived to yield products with high added value, widespread use and low production costs. At the moment this strategy is relatively successful, as the quantity of glycerol absorbed is very modest. However research is still going on in this direction also thanks to sizeable amount of funds released by the European Union. un derivato 34 ” derivati dal petrolio ma da coltivazione nel campo contenuto in glicerolo sia per colore, odore e presenza di impurezze. La glicerina, già nota nell’antichità, fu riscoperta da Scheele nel 1779 che la estrasse da una miscela di olio di oliva e litargirio (ossido di piombo); Chevreul e Braconnot, nel 1817, scoprirono che faceva parte della composizione degli oli e dei grassi. La formula fu stabilita successivamente da Pelouze, Wurtz e Berthelot che dimostrarono l’esistenza della triplice funzione alcolica. In natura, il glicerolo è presente, sotto forma di trigliceride in tutti i grassi e oli di origine sia animale sia vegetale. I trigliceridi sono esteri degli acidi grassi (acidi organici formati da catene lineari di 6-18 atomi di carbonio con un numero variabile di doppi legami). Fotografia di Ornella Erminio Il glicerolo è un liquido viscoso dal gusto dolce (il nome deriva da una parola greca glucos che significa “dolce”). La sua struttura molecolare è CH2OHCHOHCH2OH e il nome, secondo la nomenclatura IUPAC, è 1,2,3triossi-n-propano. ll termine glicerolo è usato esclusivamente per indicare il composto puro. Glicerina è invece il nome dato al prodotto commerciale purificato che contiene normalmente il 95% di glicerolo. Sono in commercio diversi tipi di glicerina che differiscono tra loro sia per il e v do e Da ien v a s co ve A er s o, r u t fu sa In co à a otr ire p erv s del biodiesel 35 “DOPO IL BIODIESEL” Da dove viene Ecco un pieno di biodiesel: sarà il carburante del futuro? il glicerolo Le materie prime utilizzate nelle tecnologie di produzione industriale del glicerolo sono: i gliceridi, il propilene, gli zuccheri. Il glicerolo dai gliceridi Il glicerolo dai gliceridi si ottiene come sottoprodotto da due principali processi: • Saponificazione dei gliceridi con alcali per la produzione di saponi (il sapone è generalmente un sale di sodio o di potassio di un acido carbossilico alifatico a lunga catena RCOOK) • Transesterificazione dei gliceridi degli oli e dei grassi con metanolo o etanolo per ottenere esteri degli acidi grassi (RCOOCH3) usati come combustibili per motori diesel (“Green” n. 2 p.6). L’alcolisi viene condotta, in un reattore, scaldando un estere con un eccesso di alcool in presenza di un catalizzatore (acido o basico). La metanolisi per la produzione di glicerolo può così essere rappresentata: Nella parte superiore del reattore si separa la frazione oleosa (il biodiesel) mentre nella parte inferiore si raccoglie la frazione più densa contenente il glicerolo. La parte oleosa viene lavata con acqua e le frazioni acquose contenenti glicerolo vengono riunite. La soluzione acquosa con- tenente il 12-18% di glicerolo viene sottoposta ad alcune fasi di lavorazione: • Neutralizzazione (generalmente per aggiunta di acidi fosforici). • Separazione dei solidi per centrifugazione (i solidi essiccati possono essere utilizzati in agricoltura come fertilizzanti). 36 • Ulteriore separazione della fase oleosa residua. • Recupero per distillazione dell’alcool in eccesso. • Concentrazione sino alla percentuale di glicerolo voluta. Dopo concentrazione, si ottiene la “glicerina grezza” contenente l’80-88% di glicerolo più altre impurità costituite sia da composti inorganici sia organici. Questi vengono eliminati con procedimenti di purifi- cazione ad alta temperatura (200°C) a base di resine a scambio ionico e per filtrazioni su carboni attivi. La scoperta che il propilene può essere clorurato, con una buona resa, per dare il cloruro allilico fu alla base del primo processo. Il cloruro allilico, trattato con una soluzione acquosa di HClO, porta ad epicloridrina, che viene idrolizzata a glicerolo. Oppure il cloruro allilico può essere idrolizzato a dare l’alcool corrispondente, dal quale si ottiene il glicerolo. Partendo invece da acroleina, bisogna prima effettuare un’ossidazione e quindi una riduzione con idrogeno seguita dall’idrolisi del glicidolo. Il glicerolo dal propilene La prima sintesi che utilizza derivati del petrolio risale al 1948. Successivamente è stata ottimizzata percorrendo una grande varietà di vie sintetiche, come mostrato nello schema: DEFINIZIONI I nomi delle sostanze chimiche Una stessa sostanza chimica può avere più nomi, spesso ne ha due: uno “volgare”, prevalentemente utilizzato e derivante dalla tradizione storica, e l’altro “scientifico”, meno utilizzato ma universalmente riconosciuto, assegnato utilizzando le regole della nomenclatura IUPAC. I nomi tradizionali sono legati agli albori della chimica; spesso derivano dal nome della fonte naturale da cui questi composti sono stati isolati (per esempio acido formico e acido acetico presenti, rispettivamente, nelle formiche e nell’aceto). I nomi IUPAC hanno l’obiettivo di rendere sistematici i nomi, creando una corrispondenza il più possibile esatta e univoca tra nome e formula chimica del composto (nella nomenclatura IUPAC l’acido fòrmico diventa acido metanoico perché derivante dal metano e l’acido acetico diventa acido etanoico perché derivante dall’etano). IUPAC è l’acronimo di International Union of Pure and Applied Chemistry (in italiano Unione Internazionale di Chimica Pura ed Applicata). La IUPAC è un’organizzazione non governativa internazionale che ha come obiettivo il progresso della chimica. I suoi membri sono le varie società chimiche nazionali. È un’autorità riconosciuta che si riunisce periodicamente per aggiornare le regole riguardanti la nomenclatura chimica degli elementi e dei composti, attraverso il Comitato Interdivisionale per la Nomenclatura e i Simboli. Il primo regolamento per la sintassi e la nomenclatura chimica è stato approvato in un congresso mondiale IUPAC nel 1959. CARATTERISTICHE Le proprietà del glicerolo Il glicerolo è un liquido igroscopico (assorbe acqua per un quarto del suo peso), viscoso, dal gusto dolce e dal colore biancastro. Le proprietà fisiche del glicerolo Temperatura di fusione Temperatura di ebollizione a 101.3 kPa 18,17 °C 290 °C Densità (η d20) 1,47399 Viscosità a 20°C 1,499 cP Punto di infiammabilità (flash point) * 177 °C Temperatura di accensione (fire point)** 204 °C Il glicerolo è totalmente solubile in acqua e negli alcoli in accordo con il carattere fortemente polare conferitogli dai tre gruppi ossidrilici, mentre è totalmente insolubile negli idrocarburi. Si trova difficilmente allo stato cristallino a causa della sua tendenza a sovraraffreddare e alla diminuzione del suo punto di congelamento quando è in miscela con acqua. La miscela glicerolo/acqua (in rapporto 2/1) forma un eutettico con punto di congelamento a -46,5 °C. * Punto di infiammabilità - flash point: temperatura minima alla quale i vapori di un combustibile si accendono in presenza di fiamma. Un basso valore può rivelare la possibile presenza di composti volatili e infiammabili come il metanolo nel biodiesel. Più è alto il punto di infiammabilità e tanto più è sicuro lo stoccaggio, il trasporto e la manipolazione del prodotto. Una sostanza viene considerata pericolosa se ha un “flash point” inferiore a 93 °C. ** Temperatura di accensione - fire point: temperatura minima alla quale un materiale si accende e continua a bruciare per un determinato periodo di tempo dopo l’applicazione sulla sua superficie di una piccola fiamma. Il glicerolo dagli zuccheri Il glicerolo può essere ottenuto dagli zuccheri in due modi principali: per idrogenolisi e per fermentazione. Glicerolo per idrogenolisi Il glicerolo può essere prodotto per idrogenolisi dei carboidrati, come lo zucchero e l’amido, ma la resa della reazione è bassa per la presenza di reazioni concomitanti che portano alla formazione di glicol propilenico e di alcoli con più gruppi ossidrilici a peso molecolare maggiore. Questa tecnologia è più promettente per la sintesi di polioli con 4 o 5 atomi di carbonio. Glicerolo per fermentazione Pasteur, nel 1858, dimostrò che la glicerina si forma come sottoprodotto della fermentazione alcolica e che il 2 o 3% dello zucchero fermentato è normalmente convertito in glicerolo. Durante la seconda guerra mondiale, i tecnici tedeschi ottimizzarono la resa in glicerolo per via fermentativa, portandola al 25% e permettendo alla Germania di arrivare a una produzione di circa 1000 tonnellate al mese. La produzione di glicerolo per via fermentativa non è economicamente competitiva e ha ormai un interesse quasi esclusivamente teorico. Allo stato attuale solo le tecnologie di produzione da trigliceridi e propilene sono attive a livello industriale e, tra queste, la produzione di glicerolo quale sottoprodotto dei saponi sta perdendo sempre più importanza, anche a causa di profonde modificazioni del processo produttivo. Da diverso tempo, per migliorare la qualità del sapone, si preferisce produrre saponi non più per saponificazione diretta dei gliceridi, bensì per neutralizzazione con alcali di acidi grassi distillati. Anche la produzione di glicerolo di sintesi da propilene, identico a quello che si ottiene da fonti rinnovabili, sta perdendo di importanza a causa della disponibilità elevata di glicerolo coprodotto dell’industria oleochimica. In pratica da alcuni anni gli impianti di produzione del glicerolo sintetico vengono utilizzati per tamponare picchi di domanda e per stabilizzare i prezzi quando questi tendono a crescere in modo eccessivo. La purificazione del glicerolo La qualità del prodotto ottenuto con uno qualsiasi dei metodi sopra esposti dipende dal processo di purificazione adottato. In questo settore negli ultimi anni ci sono stati considerevoli progressi e di conseguenza il glicerolo è ottenuto con una purezza maggiore. I metodi principalmente usati per ottenere glicerolo hanno tutti in comune la caratteristica di ottenere un prodotto diluito in soluzione acquosa e ricco di sostanze estranee; alcune sono presenti negli oli e nei grassi di partenza, altre vengono aggiunte durante il processo. Nei processi di purificazione, dapprima si eliminano le sostanze estranee tramite filtrazione e precipitazione; poi si concentra ed infine si effettua una purificazione più spinta fino al grado desiderato per distillazione e candeggiamento. L’uso intensivo del glicerolo e dei suoi derivati nell’industria alimentare aumenta l’importanza di rimuovere il colore e l’odore. Si usano carbone attivo e diatomee ad alte temperature. Un ulteriore trattamento di raffinazione utilizza resine a scambio ionico, ma ciò implica un ulteriore trattamento di deodorizzazione per rimuovere l’odore impartito dalla resina. 37 “DOPO IL BIODIESEL” A cosa serve il glicerolo Gli usi industriali del glicerolo sono estremamente diversificati, tanto che sono stati identificati oltre 1500 impieghi diversi. Nello schema sono raggruppate e riassunte le principali applicazioni Glicerina Attuali applicazioni Nell’industria farmaceutica e para farmaceutica In questi settori l’uso della glicerina è molto diffuso a causa di: - assenza di tossicità e di allergenicità; - azione antisettica (capacità di disidratare i batteri); - proprietà stabilizzanti e conservanti; - igroscopicità; - effetti emollienti e lenitivi (capacità di idratare la pelle). Pertanto, la glicerina viene utilizzata: - come solvente, umidificante e umettante nei prodotti farmaceutici; - in tinture e unguenti; - in sciroppi per la tosse e spray per la gola; - nella produzione di vaccini; - nei medicinali per le infezioni dell’orecchio; - nelle formulazioni di farmaci ad attività lassativa; - negli anestetici come la soluzione glicerolofenolo; - in oculistica per diminuire la pressione intraoculare grazie alla capacità di aumentare la pressione osmotica del sangue; - come vasodilatatori in cardiologia in composti come la nitroglicerina e il gliceril guaiacolato; - nelle soluzioni per la sterilizzazione e per la lubrificazione degli strumenti; - nella formulazione di saponi, creme, gelatine, oli, lozioni, dentifrici, ecc. Nell’industria alimentare Nuove applicazioni 38 La glicerina, a causa del suo elevato potere solvente, viene comunemente usata, come additivo, nella produzione di molti coloranti, essenze e aromi (vaniglia e cedro, essenze di caffè, frutta, varie spezie e aromi sintetici, ecc.). Viene utilizzata per sciroppi e bibite; gli sciroppi di cioccolata con la glicerina acquistano corpo e fluidità. La glicerina si ritrova nella birra con percentuali che vanno dallo 0,09 allo 0,18% in volume, e nel vino fino a un 10% del rispettivo contenuto alcolico. La glicerina può essere naturalmente presente (si forma durante i processi fermentativi) o può essere aggiunta per conferire struttura e dolcezza. L’uso di circa il 5% in peso di glicerina nelle uova che vengono surgelate evita la formazione di grumi. L’aggiunta di glicerina nelle caramelle gommose e nei canditi evita che si secchino e formino dei grani. L’ammontare di glicerina usata può andare dal 5 al 15% del peso di zucchero, a seconda che si desideri un candito più o meno morbido. L’uva passa saturata con glicerolo resta soffice quando viene miscelata con i cereali. Il glicerolo viene aggiunto nei gelati per ritardare la cristallizzazione dello zucchero. Gli esteri della glicerina sono utilizzati nella produzione di margarine. L’aggiunta di piccoli quantitativi di glicerina al burro di arachidi riduce la separazione dell’olio e ne aumenta la consistenza. La glicerina è anche usata nei prodotti da forno, nella preparazione dei dolci (preserva dall’umidità e ritarda l’invecchiamento) e per la conservazione della frutta e degli ortaggi. In altri settori industriali Tabacco: le foglie di tabacco durante la preparazione vengono spruzzate con una miscela di glicerina, zucchero e acqua. Questo impedisce lo sbriciolamento delle foglie e assicura un contenuto d’umidità dal 12 al 14% durante il periodo di lavorazione. Le sigarette finite hanno un contenuto d’umidità compreso tra il 12 e il 16%. Carta e cellophane: il glicerolo è usato come agente ammorbidente per molti prodotti di carta che vanno a contatto con la pelle come tovaglioli, carta igienica e fazzoletti. Anche il cellophane viene trattato nello stesso modo. Il film di cellulosa rigenerata prima viene formato, desolforato, sbiancato e lavato e poi passato in una soluzione di glicerina a elevata purezza. Il cellophane trattiene circa 20% di glicerolo sul peso totale. Questa aggiunta conferisce flessibilità e previene un eccessivo restringimento. Lubrificanti: l’elevata viscosità e la buona fluidità anche a basse temperature del glicerolo lo rendono idoneo a sostituire i tradizionali oli lubrificanti per compressori, pompe e cuscinetti. Il glicerolo non è solubile come altri lubrificanti quando viene a contatto con fluidi idrocarburici e resiste meglio alle ossidazioni. Polimeri, resine e gomme: il glicerolo è utilizzato per la produzione di polieteri per polimeri uretanici. Gli esteri della glicerina con resina prendono il nome di “gomme esteree”. Sono ottenute per esterificazione della glicerina con circa 10 parti di resina a temperature comprese tra i 200 e i 300 °C. In questo modo si ottiene una gomma relativamente naturale che risulta più dura e maggiormente resistente all’acqua della resina originale. La glicerina conferisce lucentezza e potere adesivo agli smalti, alle vernici, alle pitture e agli inchiostri per stampa. Trova anche applicazione nelle formulazioni delle cere, nei prodotti dell’industria tessile e nella manifattura delle gomme da masticare. Esplosivi: la glicerina non è esplosiva, ma lo sono i suoi nitrati. La glicerina trinitrata è conosciuta come nitroglicerina. Agricoltura: la glicerina viene utilizzata come additivo per impiego fitoiatrico e nel settore dell’allevamento animale è utilizzata come integratore alimentare nella dieta del suino (5%). Altro: alcuni vetri di sicurezza utilizzano prodotti a base di glicerina quali resine alchidiche e cementi a base di glicerina-litargirio usati come agenti leganti tra vetro e metallo e per creare delle giunzioni resistenti agli attacchi chimici e all’acqua. La glicerina trova largo uso nel campo delle apparecchiature elettriche, soprattutto come elettrolita nei condensatori elettrolitici in combinazione con acido borico o sodio borato. Altri usi si hanno dopo trasformazione del glicerolo. I derivati del glicerolo includono: acetali, chetali, ammine, esteri ed eteri. Gli esteri sono i composti di gran lunga più interessanti. Tra gli esteri, i più importanti, da un punto di vista commerciale, sono le resine derivanti dall’esterificazione del glicerolo con anidride ftalica. Nonostante un così vasto campo di applicazioni industriali, con l’aumento di produzione del biodiesel e una conseguente maggiore offerta di glicerina, il mercato si è saturato. Pertanto hanno acquistato interesse tutte le ricerche volte all’individuazione di composti e/o applicazioni a base di glicerolo. Anche l’Unione Europea ha finanziato diversi progetti per individuare impieghi innovativi del glicerolo. Ovviamente, non è sufficiente che le applicazioni siano nuove, è indispensabile che almeno tre requisiti siano soddisfatti: un alto valore aggiunto, un basso costo di produzione e un impiego su larga scala. 39 “DOPO IL BIODIESEL” In futuro, a cosa potrà servire il glicerolo? Come combustibile Per un impiego su larga scala si può ipotizzare di usare il glicerolo come combustibile. Per questo scopo si può utilizzare glicerolo grezzo, puro o in miscela con altri combustibili. Tra gli inconvenienti di que- sta alternativa bisogna annoverare: il costo del glicerolo se utilizzato puro, il costo del processo se si utilizza glicerolo grezzo, il modesto potere calorifico e in tutti i casi la necessità di abbattere le sostanze tossiche che si formano durante la combustione (principalmente acroleina). Se il glicerolo come combustile ha dei problemi, questi potrebbero essere risolti utilizzando alcuni suoi derivati. Per usare i derivati come combustibile è indispensabile che il costo della derivatizzazione sia estremamente basso. Nel 2002 l’American Oil Chemist’s Society ha premiato un lavoro che proponeva la preparazione di terbutil etere del glicerolo, da glicerina e isobutene, da utilizzare come additivo per combustibili adatti a motori diesel. Un altro possibile utilizzo, proposto da ricercatori della Mississippi State University, riguarda la produzione di biogas per digestione anaerobica utilizzando microrganismi mesofilici che trasformano il glicerolo in biossido di carbonio e metano. La combustione del metano potrebbe fornire l’energia necessaria per tutto il processo di produzione del biodiesel. Sono anche stati sviluppati processi per la produzione di idrogeno e biossido di carbonio da glicerolo che utilizzano catalizzatori a base di platino in condizioni relativamente moderate (225-300 °C). Come materiale sostitutivo dei polioli Da un punto di vista tecnico il glicerolo è capace di sostituire la maggior parte dei polioli di origine idrocarburica (glicoli etilenici e propilenici) in molte applicazioni: paste dentifrice, umettanti, cosmetici, poliuretani, alchidi ecc. Da un punto di vista economico, questa possibilità dipende dal prezzo del glicerolo e dei polioli. I derivati più interessanti della glicerina sono i propandioli. I propandioli possono essere ottenuti dal glicerolo sia per via chimica (idrogenolisi del glicerolo a glicole propilenico) sia per via fermentativa. La conversione microbiologica del glicerolo nell’1,3- SALUTE ALIMENTAZIONE Il glicerolo nello sport per trattenere i liquidi Il glicerolo nell’enologia: vino rosso fa buon sangue Il glicerolo è molto igroscopico, formando forti legami idrogeno con molecole di acqua. Questa proprietà viene utilizzata nelle attività sportive per aumentare l’idratazione corporea. In particolare viene utilizzato nelle discipline di resistenza per trattenere liquidi e limitare la disidratazione, specialmente quando le condizioni climatiche presentano una temperatura e un tasso di umidità molto elevati. Viene usata anche nel bodybuilding in quanto aumenta l’idratazione sia nel sangue sia nei muscoli, ma non nella cute, pertanto migliora la vascolarizzazione e la definizione delle masse muscolari. Una buona idratazione può incrementare sensibilmente le prestazioni. Il glicerolo, preso con abbondante acqua prima dell’attività agonistica, permette di diminuire l’apporto idrico durante la gara. È opinione diffusa che un bicchiere di vino rosso faccia buon sangue. In effetti, i biochimici hanno rintracciato nel vino oltre 300 sostanze con azione preventivo-terapeutica; tra queste è presente il glicerolo (8-10 g/L). L’elevato tenore di glicerina conferisce al vino una particolare morbidezza del gusto, come raffigura il quadro dell’olandese Johannes Vermeer (1632-1675). 40