Marea nera, le ultime da New Orleans: Global

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Marea nera, le ultime da New Orleans: Global
Marea nera, le ultime da New Orleans: Global Green risponde
Beth Galante (Global Green) in un’intervista descrive la situazione a New Orleans dopo
l’uragano Katrina e l’incidente petrolifero nel Golfo del Messico
La ricostruzione dopo l’uragano Katrina, la marea nera nel Golfo e la risposta sostenibile della
comunità. Per approfondire questi argomenti Mara Bun, presidente esecutivo di Green Cross
Australia, ha intervistato Beth Galante, direttore della sede di Global Green (Green Cross USA)
presente a New Orleans.
Come viene avvertita a terra la marea nera?
È stato un pugno nello stomaco - sconvolgente a livello comunitario e personale.
Katrina non ha risparmiato nessuno ma, dopo pochi mesi, era chiaro dove fossero i danni e tutti
si sono dati da fare. La ricostruzione è cominciata dapprima in aree di discrete dimensioni. Di
certo ci sono stati degli ostacoli negli ultimi cinque anni ma la comunità era veramente
intenzionata a ricostituire questo luogo magico. Ed è venuto anche meglio! Con il cuore, con la
passione. C’erano molte cose da festeggiare. Ma poi è arrivata la fuoriuscita.
Prima di parlare della marea nera potrebbe condividere con noi i successi post-Katrina?
Certo, mi vengono in mente molte cose importanti.
New Orleans sta diventando un modello di città costiera resistente e progettata per adattarsi ai
cambiamenti climatici. La comunità ha abbracciato la sostenibilità a ogni livello e tutti i livelli di
governo incoraggiano l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. C’è una grande
consapevolezza circa la necessità di resistere alle sollecitazioni del vento e dell’acqua.
Un altro risultato concreto si può trovare nel sistema d’istruzione pubblica. New Orleans aveva
un sistema educativo molto povero rispetto ad altre zone degli Stati Uniti o rispetto ad altri Paesi
sviluppati. Prima di Katrina le nostre scuole erano di scarso livello e la tempesta, tra l’altro,
aveva contribuito a distruggerle. Ma la rinascita è stata impressionante. Ora abbiamo un
sistema imprenditoriale di scuole decentrate (alcune private, altre pubbliche, alcune finanziate
dalle università). I punteggi delle prove degli studenti migliorano di anno in anno.
La sostenibilità è tra i fattori più importanti. Global Green ha condotto un progetto per la
realizzazione di infrastrutture scolastiche verdi - finanziato dal Fondo Bush Clinton Katrina - ed
ha consegnato sei nuove scuole accreditate LEED (l’accreditamento LEED è simile a quello
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“Green Star” dell’Australia), una delle quali in Louisiana. Per legge tutte le scuole nuove, ma
anche quelle ristrutturate, a New Orleans devono raggiungere almeno lo standard “LEED
argento”.
Non sorprende e che i punteggi delle prove studentesche siano migliorati perché numerosi studi
a livello mondiale mostrano che gli studenti ottengono risultati migliori se studiano in luoghi
dotati di luce e aria migliori, un basso livello di tossicità e minore impatto sull’ambiente.
Altre buone notizie riguardano il governo. Prima di Katrina, New Orleans e lo Stato nel suo
complesso hanno vissuto un flusso continuo di inchieste per corruzione. Il nostro nuovo
Sindaco ha un mandato più ampio, dai residenti neri, ai bianchi, dai ricchi ai poveri. Siamo in
una nuova era di trasparenza che non si vedeva da generazioni.
Gran parte del merito è anche dei cittadini. New Orleans vanta alcune delle migliori comunità
locali americane. E anche il governo ha finalmente deciso di affidarsi alla loro guida. Ad
esempio, una task force di comunità e gruppi locali ha messo appunto trenta raccomandazioni
per la sostenibilità, molte delle quali sono state messe in pratica.
Ma il miglior motivo per essere felici è stata la vincita dei Saints al Superbowl!
Dopo le buone notizie torniamo alla marea nera. Come risponde la comunità?
Qui si tratta di un altro tipo di catastrofe. Di quelli che non hanno fine. Non puoi di certo
rispondere ricostruendo una casa. C’è una sensazione di impotenza. Cosa fare in quanto
cittadino e come essere umano?
New Orleans non sta vivendo per intero il peso della marea nera ma è collegata alla crisi che
stanno vivendo i quartieri costieri.
L’argomento di discussione si sta spostando verso l’indipendenza dal petrolio. Come possono
le energie rinnovabili e l’efficienza energetica disintossicare l’America dal petrolio? La
conversazione è molto impegnativa anche perché la Louisiana ha limitate alternative a livello
economico. I funzionari eletti sono stati influenzati dall’industria petrolifera, la quale è di certo
ostile alle energie rinnovabili. A livello statale c'è stata un’esplorazione limitata delle soluzioni
alternative. Piovono le critiche a Obama, soprattutto per contestare la moratoria sulle
perforazioni off-shore.
Inoltre, sul terreno dove le famiglie affrontano il petrolio, c'è molta confusione in merito alle
operazioni di pulizia e, in generale, sul futuro. Emergono nuovi leader, come Kindra Arnesen, la
Erin Brockovich del Golfo. Kindra teme che le operazioni in corso per fronteggiare la marea
nera non siano reali. La comunità è preoccupata per la salute degli ecosistemi, per non parlare
dei danni al turismo e alla pesca.
Come sta rispondendo Global Green a tutto questo?
Il 4 luglio 2010, giorno dell’indipendenza, Global Green insieme a 65 imprese, accademie e
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gruppi di comunità locali hanno lanciato una Dichiarazione per l’Indipendenza Energetica.
Argomento centrale la necessità di una transizione degli americani al mix energetico, per
produrre energia pulita come valido modello economico.
Global Green, inoltre, sta lavorando su quattro assi primari insieme a reti di comunità locali:
Fornire aiuti umanitari a terra - utilizzando la raccolta di fondi per finanziare cure dentali per i
residenti della costa e aiutare le famiglie ad acquistare divise scolastiche per i propri figli.
Documentare gli impatti - portando le celebrità di Hollywood a realizzare interviste ai residenti.
Le storie personali - gli impatti sull’uomo e sulla fauna selvatica - vengono condivise sui mezzi
di comunicazione sociale.
Migliorare le risposte della Comunità - compreso il sostegno per l’emanazione delle disposizioni
“Citizen's Advisory Council” dell’OPA (Offshore Petroleum Act). L'OPA è entrato in vigore dopo
la tragedia della Exxon Valdez, quando divenne chiaro che gli organismi comunitari
necessitassero di finanziamenti efficaci per conferire risposte. Global Green sta supportando
una richiesta di finanziamento di 2,5 miliardi di dollari per far sì che gli organismi comunitari del
Golfo rafforzino le risposte alla fuoriuscita.
Concentrarsi sulla distruzione della fauna - le prospettive in materia di biodiversità sono
inquietanti. La situazione delle tartarughe marine, in particolare delle tartarughe di Kemps, è
terribile e queste creature splendide potrebbero scomparire a causa della dipendenza
dell’America dal petrolio. Si conta che salvare, pulire e liberare una tartaruga costi circa 10.000
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dollari.
Global Green sta esplorando la possibilità di una partnership con operatori turistici specializzati
per promuovere uno spostamento valori attraverso la protezione di siti di nidificazione e di
ecosistemi oceanici dove le tartarughe marine possano prosperare.
Beth Galante è una delle principali voci per la sostenibilità della Costa dopo l’uragano
Katrina e la fuoriuscita di petrolio. In qualità di direttore della sede di Global Green a New
Orleans, sovrintende a diversi progetti di ricostruzione (Green Resource Centre, Holy
Cross, Built It Back).
Tutte le informazioni sulla risposta di Global Green alla marea nera
4 AGO 2010 - Fonte: Green Cross International
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