Storia 26 - Demis Roussos

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Storia 26 - Demis Roussos
L’affascinante storia di Demis Roussos e degli Aphrodite’s Child
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a cura di Franco N. Lo Schiavo
periodico pubblicato sul sito: www.demisroussos.org
N. 26 - Anno 2012
Suppongo per scelta ragionata da parte dei discografici di Demis, alcune tra le
più belle canzoni del cantante non erano incluse nell’album dell’anno di riferimento.
Esse hanno trovato posto soltanto in 45 giri o in compilation di anni (a volte decenni)
successivi. È il caso di canzoni come “Le peintre des etoiles” e “Auntie” del 1972,
“Yellow paper” del 1973, “A flower’s all you need”, “With you”, “When forever has
gone” del 1974, tanto per citarne qualcuna. È singolare il fatto che alcune tra queste
canzoni sono state scoperte molti anni dopo da tanti fans che credevano erroneamente
di aver avuto una “completezza d’ascolto” dell’opera demisiana.
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La sigla per il film di Cécile Aubry del 1972 “Le jeune fabre” fu cantata da
Demis Roussos. Trovo molto bella e nostalgica questa canzone, appunto “Le peintre
des etoiles”, con accordi un pò atipici ma rientranti in uno schema armonico
suggestivo. La musica è affidata al solito Stelios Vlavianos, mentre le parole sono di
Boris Bergman (quello di “We shall dance”) e della stessa Cécile Aubry. Bella anche
l’interpretazione di Paul Mauriat.
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A sinistra, la copertina del cofanetto di 4 VHS
pubblicati nel 1996 con il “feuilleton” televisivo
in 13 episodi di 26 minuti ciascuno, trasmessi
da febbraio ad aprile 1973 dall’emittente
francese ORTF. Il film, ambientato nella
Montmartre degli anni ’70, narra la storia
d’amore del sedicenne Jérome Fabre (Mehdi El
Glaoui, nella vita figlio della stessa Cécile) con
la bella Isabelle Caderousse (Véronique
Jeannot) e del rapporto travagliato del ragazzo
col padre, geniale pittore alcolizzato. La Aubry
è nota al grande pubblico in quanto autrice
della fortunata serie del cavallino Poly. A
destra una sua bella foto giovanile autografata.
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Avevo già introdotto col n. 12 di questo racconto il discorso sulle canzoni di
Demis utilizzate per “addolcire” vari film, ed ora vorrei ampliarlo, passando
all’altrettanto bellissima “A flower’s all you need”, sigla iniziale del film di Aldo Lado
“L’ultimo treno della notte” (Night Train Murders), del 1975, con Dalila Di Lazzaro e
Flavio Bucci, tra gli interpreti principali. Film angosciante, violento e, per questo,
particolarmente fuori sintonia con la dolcezza del brano di Demis. Fu proprio questo il
motivo della scelta: creare un insolito contrasto tra l’orrore nell’assistere a scene
sanguinolente e il piacere di ascoltare una voce così struggente, tra gratuito delirio
omicida del film e infinita dolcezza della colonna sonora. Mi viene il sospetto che, se
da una parte la canzone di Demis tende a smorzare la violenza del film, d’altro canto
viene gravemente condizionata da questo e può essere stato uno dei motivi per i quali il
brano non ha avuto il successo che meritava. Non si può tacere il fatto, comunque, che
l’autore del brano è il grande Ennio Morricone, che l’aveva composto l’anno prima ed
utilizzato in maniera magistrale (solo strumentalmente) per il film d’animazione “Il
giro del mondo degli innamorati di Peynet”, con il titolo “Forse basta” e inserendo
qualche
soluzione
armonica diversa ma
altrettanto
efficace,
rispetto alla canzone
poi interpretata da
Demis. Le musiche del
film degli innamoratini
che fanno il giro del
mondo, recano la firma
anche di Alessandro
Alessandroni.
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A sinistra un DVD di edizione inglese del 2004 relativo al film “Night train murders” (“L’ultimo
treno della notte”) e a destra un CD di edizione italiana del 2008 che include, tra gli altri brani, sia
la versione strumentale di Morricone dal titolo “Forse basta” che la versione cantata da Demis di “A
flower’s all you need”.
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Mi riprometto di trattare ancora, in seguito, l’argomento dei film legati in
qualche maniera alla voce di Demis e concludo questa puntata segnalando che, accanto
alle canzoni più o meno note del cantante, regolarmente incise, ci sono brani conosciuti
da noi solo per qualche fortuita registrazione live e mai apparsi su disco. Faccio
l’esempio della stupenda “All is fair in love” che incomincia con il caloroso applauso
del pubblico in una sala che produce una eco particolarissima. Le canzoni escluse dagli
album, dunque, sono spesso perle di rara bellezza.
26 – Continua

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