Definizione degli interventi

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Definizione degli interventi
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SEZIONE B - RISCHIO IDRAULICO
Interventi strutturali di messa in sicurezza
Indice
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Premessa ........................................................................................................ 2
Tipologie di intervento per la riduzione del rischio idraulico............................. 5
2.1 Interventi per la laminazione delle piene..................................................... 5
2.1.1 Gli scolmatori di piena........................................................................... 5
2.1.2 Serbatoi di laminazione......................................................................... 7
2.1.3 Le casse di espansione con sbarramento trasversale .......................... 8
2.1.4 Le casse di espansione laterali........................................................... 11
2.1.5 Ricostituzione di aree di espansione naturale..................................... 14
2.2 Interventi sulla capacità di smaltimento .................................................... 15
2.2.1 Risagomatura delle sezioni................................................................. 16
2.2.2 Arginature ........................................................................................... 17
2.2.3 Briglie, soglie di fondo e traverse ........................................................ 17
2.2.4 Manutenzioni dell’alveo....................................................................... 18
3 Definizione degli interventi per la messa in sicurezza idraulica ..................... 20
3.1 Criteri e obiettivi per la definizione degli interventi .................................... 20
3.2 Problematiche e interventi previsti per il bacino campione ....................... 23
3.2.1 Torrente Callora .................................................................................. 23
3.2.2 Torrente il Rio ..................................................................................... 24
3.2.3 Fiume Biferno ..................................................................................... 25
3.3 Problematiche e interventi previsti nelle altre aree studiate ...................... 26
3.3.1 Fiume Biferno ..................................................................................... 26
3.3.2 Fiume Trigno....................................................................................... 31
3.3.3 Torrente Sinarca ................................................................................. 32
4 Valutazione di massima dei costi degli interventi........................................... 34
4.1 Costo degli interventi nelle aree studiate .................................................. 34
4.2 Costo degli interventi nelle aree non studiate ........................................... 35
4.3 Costo degli interventi di regimazione sul reticolo minore: ......................... 36
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1 Premessa
La definizione degli interventi a lungo e breve termine è stata condotta con un
approccio di massima sull’intero territorio regionale in relazione alla specificità
delle diverse aree dedotta sulla base della documentazione esistente mentre si
procederà ad un approfondimento per quanto riguarda sia le aree oggetto dello
specifico studio idraulico per la perimetrazione delle aree a diversa pericolosità
idraulica (tra le quali è compresa l’area del bacino campione).
Per quanto attiene le aree oggetto di specifico studio idraulico nelle fasi precedenti
sono state definite le aree soggette a diversa probabilità di esondazione e sono
stati identificati gli elementi a rischio.
Come sintesi delle due attività si è pervenuti alla definizione delle aree a rischio
come sovrapposizione tra la carta della probabilità di esondazione (pericolosità) e
la carta degli elementi a rischio (infrastrutture, centri urbani, previsioni edificatorie,
etc.).
A partire da questo quadro conoscitivo sul rischio idraulico possono essere
identificate le strategie di intervento sia di tipo strutturale che non strutturale
(vincoli sulla destinazione d’uso delle aree stesse e/o norme di edificabilità) in
modo da conseguire un’omogenea riduzione del rischio sull’intero territorio
regionale.
Nella presente analisi si farà riferimento nello specifico agli interventi di tipo
strutturale finalizzati alla riduzione del tempo di ritorno delle inondazioni. Saranno
presi in esame sia le possibilità di laminazione delle piene e quindi di riduzione
della portata che i possibili interventi per aumentare la capacità di smaltimento del
corso d’acqua.
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La valutazione della tipologia degli interventi strutturali sarà definita in funzione di
una preliminare valutazione della fattibilità tecnica. In particolare, come accennato
in precedenza, si definiranno, in relazione alle diverse problematiche specifiche,
dove si ritiene applicabile l’una o l’altra linea di intervento.
In relazione agli interventi tesi alla laminazione delle piene sarà importante
valutare le volumetrie in gioco e la possibilità di intervenire in certe aree del bacino
per potenziare le naturali capacità di laminazione del corso d’acqua procedendo a
una valutazione semplificata sull’effetto degli interventi di laminazione.
Per quanto riguarda gli interventi tesi a un aumento della capacità di smaltimento
o quelli tesi al contenimento delle piene (argini) si procederà a una valutazione di
massima dei volumi sottratti alla laminazione e dell’eventuale aumento di portata a
valle.
Le analisi prima brevemente descritte forniranno un quadro che una volta
individuati gli obbiettivi, ovvero le aree soggette a un rischio idraulico non
sostenibile, definirà gli indirizzi e le proposte operative fornendo una valutazione di
massima della efficacia e della fattibilità di ciascun intervento.
Sulla base degli indirizzi progettuali forniti nell’ambito del presente lavoro si potrà
poi procedere alla stesura di progetti di fattibilità e alla redazioni di analisi costi/
benefici finalizzate alla identificazione di un numero limitato di scenari progettuali
da verificare idraulicamente a livello di bacino.
Per ciascun intervento si fornirà una valutazione della priorità facendo riferimento
al tempo di ritorno dell’evento per il quale l’intervento è necessario e una
valutazione dei costi su base parametrica.
La finalità ultima degli interventi è la messa in sicurezza per un tempo di ritorno di
200 anni, la priorità degli interventi è stata definita sulla base dei tempi di ritorno di
30 e 200 anni.
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In generale gli interventi catalogati Tr30 sono quelli che dovrebbero essere
realizzati in una prima fase in quanto finalizzati alla messa in sicurezza con tempo
di ritorno 30 anni in modo analogo quelli catalogati Tr200 sono interventi di
seconda fase e sono finalizzati alla messa in sicurezza con tempo di ritorno 200
anni.
La parametrizzazione dei costi di ciascun intervento è stata condotta sulla base
delle principali dimensioni dell’intervento stesso; ad esempio per le opere di
laminazione di è fatto riferimento al volume invasato mentre le arginature sono
state parametrizzate in funzione della loro altezza e della loro lunghezza.
Per quanto riguarda i tratti fluviali che non è stato oggetto di specifico studio
idraulico si farà riferimento alle informazioni reperite presso la Regione Molise
distinguendo le seguenti problematiche:
-
aree soggette a esondazione;
-
aree a rischio di fenomeni di dissesto con conseguenze dirette sul reticolo
idrografico o comunque tali da indurre possibili situazioni di pericolo.
Per le aree soggette a esondazione si procederà alla definizione del costo degli
interventi in funzione dell’estensione dell’area inondata sulla base delle valutazioni
condotte in analoghe aree oggetto di studio idraulico.
Per le aree a rischio di dissesto con conseguenze dirette sul reticolo idrografico,
trattandosi in larga massima di corsi d’acqua minori a carattere torrentizio si
procederà a una valutazione del costo degli interventi in funzione della lunghezza
del tratto da sistemare.
In sede di analisi di ciascun intervento si procederà a valutazioni di massima sulla
sua compatibilità ambientale.
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2 Tipologie di intervento per la riduzione del rischio idraulico
2.1
Interventi per la laminazione delle piene
Gli interventi per la laminazione delle piene ai fini della riduzione del rischio
idraulico possono fondamentalmente essere distinti in due tipologie:
•
scolmatori di piena che deviano una parte della portata verso altri corpi idrici
(laghi, mare, ecc.);
•
serbatoi di laminazione e casse di espansione.
Nel primo caso le acque scolmate vengono allontanate definitivamente dal corso
d’acqua originario. Nel secondo caso le acque sono trattenute momentaneamente
in invasi o casse di espansione e defluiranno nel corso d’acqua originario con
tempi e modalità diverse a seconda del tipo di intervento.
2.1.1 Gli scolmatori di piena
Gli scolmatori sono costituiti dalle seguenti componenti idrauliche:
•
opera di sfioro;
•
canale scolmatore.
L’opera di sfioro è in genere costituita da una soglia realizzata a livello delle
arginature del corso d’acqua. L’opera di sfioro può essere a soglia fissa oppure
regolata da paratoie il cui funzionamento può essere automatico o manuale.
A titolo di esempio si riporta nella figura 1 la foto dello scolmatore d’Arno in
prossimità di Pontedera. L’opera di sfioro dello scolmatore d’Arno è costituito da 4
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soglie sfioranti della larghezza di 15m regolate da paratoie a ventola ad apertura
automatica in funzione del livello idrometrico a monte. L’opera è dimensionata per
1400mc/s di cui 900mc/s provenienti dall’Arno e 500mc/s provenienti dal canale
dell’Usciana. Lo scopo principale del canale scolmatore è quello di proteggere la
città di Pisa.
Nella foto di figura 1 sulla destra si possono osservare le soglie sfioranti e sulla
sinistra le luci di uscita della botte di attraversamento del canale dell’Usciana.
Figura 1 – Vista dello scolmatore d’Arno a Pontedera
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2.1.2
Serbatoi di laminazione
I serbatoi di laminazione hanno le caratteristiche di vere e proprie dighe di ritenuta.
Generalmente questi sono finalizzati a scopi molteplici in quanto il loro costo di
realizzazione risulta elevato e comporta un notevole impatto ambientale.
L’azione di laminazione viene svolta mantenendo un volume a disposizione
dell’invaso di parte dell’onda di piena in transito. Infatti la naturale capacità di
laminazione dovuta all’innalzamento del livello al disopra delle soglie degli scarichi
di superficie risulta spesso di poca entità a causa della modesta estensione della
superficie del lago.
Figura 2 – Sfioratore della diga di Occhito sul F. Fortore
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L’uso plurimo degli invasi risulta spesso di difficile applicazione in quanto si tratta
di
conciliare
una
esigenza
produttiva
(idroelettrica,
irrigazione,
approvvigionamento idropotabile) che si massimizza quanto più il serbatoio è
pieno con una esigenza di protezione che invece necessariamente impone di
mantenere una certa parte del volume ai fini della laminazione.
In figura 2 a titolo di esempio si riporta la foto dello scarico di superficie della diga
di Occhito sul fiume Fortore che sottende un invaso a scopo plurimo.
2.1.3 Le casse di espansione con sbarramento trasversale
Le casse di espansione con sbarramento trasversale (o in linea) vengono
realizzate con la creazione di un restringimento di sezione (bocca tarata) che
provoca un rigurgito della corrente e l’invaso delle acque di piena.
Tali opere sono costituite dalle seguenti parti fondamentali:
•
opera di restringimento (briglia, traversa);
•
opera trasversale di contenimento.
Le opere di restringimento che provocano il rigurgito della corrente possono
essere realizzate con diverse tipologie. In genere si ricorre a luci verticali a fessura
che interessano tutta l’altezza della struttura o a luci di varie forme poste nella
parte bassa della stessa. Indipendentemente dalla tipologia il funzionamento
prevede il rigurgito della corrente con l’aumento del battente a monte dell’opera
trasversale.
A titolo di esempio nella figura 3 si riporta la foto da monte dello sfioratore e della
luce di fondo di una piccola bocca tarata realizzata su un affluente del fiume
Ombrone Pistoiese. L’opera è costituita da una parte centrale in calcestruzzo con
sfioratore e luce di fondo e da una arginatura trasversale in terra.
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Figura 3 – Bocca tarata con luce di fondo rettangolare
I diversi tipo di opera presentano peraltro diverse efficienze. In generale si può
affermare che la tipologia con luci presenti una efficienza maggiore rispetto alla
tipologia con fessura verticale. L’opera di restringimento può essere realizzata con
vari materiali come calcestruzzo, scogliere, gabbionate, ecc. Le suddette opere in
genere non sono dotate di organi di regolazione il che garantisce in efficienza di
funzionamento anche in condizioni di emergenza.
L’opera trasversale di sbarramento è caratterizzata da altezze non troppo elevate
in quanto in questo caso, a differenza che per gli invasi di laminazione, gli invasi
sottesi presentano generalmente una vasta superficie. L’opera trasversale è in
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genere realizzata in materiali sciolti che comportano un minore impatto
ambientale.
Nella figura 4 si riporta un esempio di laminazione per una cassa in linea regolata
da una luce di fondo. Si osservi che la legge di laminazione segue due leggi
distinte, in una prima fase la luce di fondo funziona a pelo libero (legge di
stramazzo) in una seconda fase la luce funziona in pressione (legge di luce a
battente).
Cassa in linea con luce di fondo
Portata in ingresso e portata laminata
Volume massimo invasato 1300000 mc
250
200
Idrogramma in ingresso
Idrogramma laminato
Po
rta 150
ta
[m
c/s
ec]
100
50
0
0
2.5
5
7.5
10
12.5
Tempo [h]
Figura 4 – Idrogramma laminato con cassa di espansione in linea
Si osservi che nell’esempio specifico il volume massimo a monte della bocca
tarata è di circa 1300000 mc.
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2.1.4 Le casse di espansione laterali
Le casse di espansione laterali (o in derivazione) prevedono invece l’accumulo di
parte del volume di piena in aree poste lateralmente al corso d’acqua. Le aree
laterali al corso d’acqua possono essere distinte in due categorie:
•
aree golenali inondate durante gli eventi di piena;
•
aree esterne alle arginature maestre.
Nel primo caso si tratta di aree golenali che durante gli eventi di piena sono
normalmente invase delle acque. In genere queste non sono protette da
arginature o se lo sono si tratta di arginature in froldo di ridotte dimensioni. In
questo caso la trasformazione da aree golenali a casse di espansione prevede al
realizzazione di un’arginatura lungo il corso d’acqua che impedisca alle stesse
aree di essere allagate durante gli eventi caratterizzati da una portata inferiore a
una certa soglia. Per portate superiori tali aree vengono invase dalle acque che vi
affluiscono attraverso delle soglie sfioranti disposte in senso longitudinale rispetto
al corso d’acqua. La diversa modalità di inondazione di tali aree, prima e dopo al
realizzazione della cassa, comporta un aumento della efficienza di laminazione
delle piene per tali aree dovuto al fatto che la cassa si riempie per portate più
elevate e quindi “taglia” l’onda di piena nella parte alta ove i volumi sono minori.
Nella figura 5 si riporta un esempio di localizzazione di due cassa di espansione in
derivazione così come previste dal Piano di Bacino del Fiume Arno nell’area del
Casentino nei pressi di Poppi.
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Figura 5 – Esempio di collocazione di casse di espansione in derivazione
Nel secondo caso si tratta di aree sottratte alla dinamica d’alveo in quanto protette
da arginature che vengono allagate attraverso la realizzazione di una soglia
sfiorante sulle arginature esistenti. In questo caso il guadagno in termini di
capacità di laminazione è totale. Tali arre in genere sono destinate, prima della
loro trasformazione in casse di espansione, ad uso agricolo o in alcuni casi sono
sede di attività estrattive. Nel secondo caso la trasformazione in cassa di
espansione può essere coniugato con un progetto di recupero ambientale
dell’area stessa destinandola a usi compatibili con la possibilità di inondazione.
Nel caso in cui il perimetro della cassa non costituisca un naturale contenimento
per le acque può risultare necessario procedere alla realizzazione di un argine
esterno di contenimento.
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Tali opere sono pertanto costituite dalle seguenti parti fondamentali:
•
opera di sfioro;
•
arginature lato fiume e ove necessario lato campagna;
•
organo di scarico.
Per quanto attiene agli organi di scarico delle casse di espansione questi sono
realizzati con opere funzionanti a battente in genere regolate da organi di
manovra. I volumi derivati dall’alveo vi ritornano pertanto con tempi che sono più
lunghi di quelli relativi al transito dell’onda di piena.
In alcuni casi alla cassa di espansione laterale si associa anche un opera di
restringimento nell’alveo che ha la funzione di provocare un rigurgito della corrente
e consentire battenti maggiori o comunque più regolari sulla soglia di sfioro
laterale.
Nella figura 6 si riporta un esempio della laminazione di un’onda di piena mediante
una cassa di espansione in derivazione. Si osservi che a differenza del caso
precedente le portate in transito si mantengono inalterate fino al raggiungimento
della soglia di sfioro. Il volume invasato massimo in questo caso risulta di 760000
mc ovvero circa pari alla metà del caso precedente.
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Cassa in derivazione
Portata in ingresso e portata laminata
Volume massimo invasato 760000 mc
250
200
Idrogramma in ingresso
Portata [mc/sec]
Idrogramma laminato
150
100
50
0
0
2.5
5
7.5
10
12.5
Tempo [h]
Figura 6 - Idrogramma laminato con cassa di espansione in derivazione
2.1.5 Ricostituzione di aree di espansione naturale
La ricostituzione di aree di espansione naturale consiste in sostanza con la
rimozione di un tratto di arginatura o il suo eventuale arretramento. In tal modo
porzioni di terreno a suo tempo sottratte alla dinamica d’alveo possono essere
ridefinite come aree di pertinenza fluviale.
Tale tipo di intervento ha una spiccata connotazione naturalistica in quanto si
minimizzano le opere da realizzare e si restituiscono al fiume delle aree di
laminazione che saranno invase dalle acque di piena in modo “naturale” ovvero
senza l’ausilio di soglie sfioranti.
Peraltro un tale tipo di intervento è possibile solo dove la disponibilità di terreno ai
margini del fiume sia tale da non richiedere l’uso di tipologie con una maggiore
efficienza di laminazione.
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Altro intervento che sta al margine tra una cassa di espansione in golena del tipo
illustrato nel paragrafo precedente è quello che prevede la realizzazione di
pennelli trasversali che contribuiscono a diminuire se non ad annullare la velocità
dell’acqua nelle golene in modo da aumentare le capacità di laminazione.
2.2
Interventi sulla capacità di smaltimento
Gli interventi atti ad aumentare la capacità di smaltimento di un corso d’acqua
possono essere cosi suddivisi:
•
interventi sulla sezione utile al deflusso;
•
interventi sulla pendenza del corso d’acqua;
•
interventi sulla scabrezza della sezione.
Tra gli interventi per aumentare la sezione utile al deflusso ricordiamo la
ricalibratura delle sezioni e la realizzazione di arginature.
Gli interventi tesi a modificare la pendenza del corso d’acqua sono in genere
collegati al controllo del trasporto solido e della capacità erosiva del corso d’acqua
nei confronti delle sponde o di particolari infrastrutture (ponti, protezioni di sponda,
ecc.). Pertanto tali interventi più che essere finalizzati ad un aumento della
capacità di smaltimento ne costituiscono in genere una diminuzione anche in
considerazione dei potenziali fenomeni di sovralluvionamento che possono essere
indotti dalla realizzazione dei opere trasversali quali briglie, traverse, soglie di
fondo.
Tra interventi tesi a modificare la scabrezza della sezione si possono ricordare la
normale manutenzione della vegetazione di ripa tesa a controllare la crescita di
alberi e cespugli e gli interventi di rivestimento della sezione del corso d’acqua.
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2.2.1 Risagomatura delle sezioni
La risagomatura delle sezioni consiste nella modifica della forma della sezione
finalizzata ad aumentarne la capacità di smaltimento. La risagomatura comporta di
norma la movimentazione del materiale d’alveo che può essere risistemato o
meno nell’ambito del corso d’acqua stesso.
La risagomatura delle sezioni comporta di fatto la sottrazione alla dinamica del
corso d’acqua di una certa quantità di sedimenti e quindi oltre che da un punto di
vista idraulico tale tipo di intervento deve essere valutato anche in considerazione
degli effetti che si possono indurre a valle.
In particolare l’asportazione di materiale comporta un aumento della pendenza a
monte del punto di asportazione (erosione regressiva) e una diminuzione della
stessa a valle. Il corso d’acqua di fatto tende a compensare e in alcuni casi ad
annullare gli effetti dell’intervento aumentando la sua capacità di trasporto a monte
e riducendola a valle. Questo può comportare una carenza di materiale nelle
sezioni a valle dell’intervento di ricalibratura con effetti ad esempio sulla dinamica
costiera.
Nella parte a monte il fenomeno dell’erosione regressiva può invece portare allo
scalzamento delle opere trasversali e longitudinali costringendo spesso ad ulteriori
interventi tesi a stabilizzare il profilo longitudinale del corso d’acqua.
Pertanto
gli
interventi
di
ricalibratura
dovrebbero
essere
finalizzati
al
raggiungimento di uno stato di regime del corso d’acqua ovvero un assetto
planimetrico e altimetrico che il corso d’acqua sia in grado di mantenere nel tempo
senza necessità di ricorrere periodicamente a interventi correttivi.
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2.2.2 Arginature
Le arginature possono essere realizzate qualora sia necessario proteggere alcune
aree in cui il rischio idraulico non sia compatibile con le attività che vi si svolgono.
La realizzazione di arginature va comunque attentamente valutata poichè tali
interventi possono aumentare il rischio di esondazione a valle in quanto
sottraggono aree alla laminazione delle piene. Lo stesso dicasi per gli
adeguamenti delle sommità arginali.
Tali interventi vanno pertanto valutati nel contesto dell’intero bacino idrografico in
cui vengono realizzati al fine di valutare l’effettiva influenza sulle portate di piena a
valle.
La realizzazione di argini inoltre può comportare difficoltà di scolo per quelle aree
lato campagna che si vengono a trovare a una quota inferiore della sommità
arginale. In questo caso la realizzazione dell’argine richiede contestualmente la
realizzazione di adeguati organi di regolazione per impedire il rigurgito delle acque
nei cavi scolanti esterni all’argine.
2.2.3 Briglie, soglie di fondo e traverse
La realizzazione di briglie, soglie di fondo e traverse comporta di fatto una
diminuzione della pendenza del corso d’acqua.
Per quanto riguarda briglie e soglie di fondo queste sono in genere realizzate per
stabilizzare il fondo dell’alveo e fornire al corso d’acqua un assetto longitudinale
più stabile. In sostanza la diminuzione della pendenza indotta dalla realizzazione
di tali opere comporta una diminuzione della capacità di trasporto del materiale
litoide al fine di compensare fenomeni di erosione del fondo e delle sponde.
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Le traverse sono invece realizzate in genere per scopi industriali, irrigui o
idropotabili. Il loro effetto sul corso d’acqua risulta peraltro simile a quello delle
briglie in quanto anche in questo caso si ha una diminuzione della capacità di
trasporto con conseguente accumulo di materiale a monte della traversa. Inoltre le
traverse indicono a monte dei rigurgiti della corrente che possono non essere
compatibili con i contenimenti del corso d’acqua stesso.
In definitiva questi interventi trasversali sul corso d’acqua provocano una riduzione
della capacità di smaltimento e vanno pertanto utilizzati, ove questo sia
necessario, con la dovuta cautela procedendo comunque allo studio dell’assetto
morfologico dell’alveo legato alla produzione e alla movimentazione del materiale
solido all’interno del bacino.
2.2.4 Manutenzioni dell’alveo
Le manutenzioni dell’alveo dei corsi d’acqua sono in genere finalizzate al controllo
della vegetazione che cresce di norma lungo le sponde e in alcuni casi anche
all’interno dell’alveo stesso.
Il corso d’acqua è infatti in grado di mantenere una certa parte dell’alveo sgombra
dalla vegetazione. Tale parte è quella che viene interessata dalle acque per tempi
di ritorno modesti. La portata che modella il corso d’acqua e ne mantiene attiva,
anche dal punto di vista del trasporto solido, una certa parte è detta “portata
dominante”. La portata dominante in genere può essere assimilata alla portata con
tempo di ritorno due anni.
La parte di alveo che può essere interessata solo dalle piene con tempi di ritorno
maggiori è sede naturale della crescita di vegetazione sia arborea che arbustiva.
Tale vegetazione può comportare due tipi di problemi:
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•
aumento della scabrezza del canale e conseguente aumento dei livelli
idrometrici a parità di portata;
•
alimentazione del volume di materiale flottante che in occasione degli eventi di
piena può andare a ostruire anche parzialmente le luci dei ponti lungo il corso
d’acqua.
Il taglio della vegetazione in alveo e sulle ripe deve pertanto essere finalizzato alla
risoluzione dei due problemi prima esposti ove questi si manifestino. In genere per
quanto riguarda la vegetazione di ripa si procede al cosiddetto “taglio selettivo”
ovvero vengono tagliate solo le piante che possono provocare ostruzione al
deflusso delle acque mentre si mantengono quelle poste nella parte alta della
sponda che possono contribuire alla sua stabilizzazione.
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3 Definizione degli interventi per la messa in sicurezza idraulica
La definizione degli interventi strutturali per la messa in sicurezza nei tratti fluviali
oggetto di studio idraulico è stata condotta in relazione alle specificità del tratto in
esame e delle aree da difendere (argini, riprofilature, opere di laminazione).
I tratti oggetto di studio idraulico sono i seguenti:
•
T. Callora a monte della confluenza con il T. Rio;
•
T. Rio tra la confluenza del T. Callora e la confluenza nel F. Biferno;
•
F. Biferno dalle sorgenti al P.te del Comune;
•
F. Biferno dal P.te del Comune a Covatta;
•
F. Biferno dalla diga di Ponte Liscione alla foce;
•
T. Cigno a monte della confluenza con il F. Biferno
•
F. Trigno da Ponte Trigno alla foce;
•
F. Sinarca da Masseria Saberta alla foce.
Per quanto riguarda le aree che non sono oggetto di studio idraulico sarà valutata
l’estensione soggetta a intervento, distinguendo interventi relativi alle aree
inondabili e interventi relativi alla sistemazione del reticolo potenzialmente
interessato da dissesti di versante.
3.1
Criteri e obiettivi per la definizione degli interventi
Gli interventi per la riduzione del rischio, come già detto nei paragrafi precedenti,
possono avere il duplice obiettivo di:
•
ridurre la portata al colmo e quindi le corrispondenti altezze idriche;
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•
incrementare la capacità di smaltimento e contenimento dell'alveo nei tratti
critici.
L'individuazione degli interventi è stata pertanto orientata da un lato al reperimento
di aree di laminazione per l'abbattimento dei colmi e dei volumi di piena e,
dall'altro, alla riprofilatura dei tratti insufficienti e all’adeguamento delle strutture
arginali in prossimità dei centri abitati.
Si è scelto di programmare gli interventi nel senso di ridurre progressivamente la
pericolosità dei corsi d’acqua, eliminando cioè dapprima le situazioni che originano
un’alta probabilità di inondazione e poi quelle che danno luogo a fenomeni
inondativi di minor frequenza.
Pertanto sono state previste due fasi temporali consecutive di intervento:
•
nella prima vengono realizzate le opere necessarie alla messa in sicurezza da
eventi con tempo di ritorno trentennale (Tr30); gli interventi di questa fase sono
classificati come interventi a breve termine, in quanto di maggior urgenza;
•
nella seconda si eseguono le opere per la messa in sicurezza da eventi con
tempo di ritorno duecentennale (Tr200); detti interventi sono classificati
pertanto come interventi a lungo termine.
Naturalmente gli interventi a breve termine possono apportare benefici anche nei
confronti delle piene ducecentennali; anzi, molti di essi (ad es. gli interventi a
breve termine sui ponti) sono progettati in modo da essere definitivi, cioè
pienamente validi anche nei confronti delle piene duecentennali
Prima di elencare gli interventi per ciascun corso d'acqua occorre premettere le
seguenti considerazioni:
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
•
l'individuazione degli interventi si basa sull'analisi idrologico-idraulica svolta in
precedenza, mediante la quale sono state definite e quantificate le condizioni
critiche;
•
l'analisi risente, ovviamente, della qualità e quantità dei dati disponibili utilizzati
che, per l'intero bacino, non possono che fornire indicazioni correlate alla scala
spazio-temporale caratteristica dei dati stessi;
•
è pertanto possibile che, ad un dettaglio maggiore, le caratteristiche degli
interventi possano differire in maniera più o meno sensibile in funzione del
grado di approssimazione che necessariamente si basa sul livello conoscitivo
di partenza. E' altresì possibile che, sempre per gli stessi motivi, situazioni
critiche non siano state evidenziate nell'indagine qui effettuata.
•
in situazioni di elevato rischio idraulico per i centri urbani, sono stati previsti sia
interventi di riprofilatura dell’alveo che di adeguamento e/o realizzazione dei
rilevati arginali, al fine di garantire la messa in sicurezza idraulica e un limitato
impatto ambientale;
•
tali interventi sono stati quantificati assumendo un franco di sicurezza di
almeno un metro nei confronti della portata con tempo di ritorno 30 anni,
prendendo come livello di piena di riferimento quello relativo allo stato attuale
del corso d’acqua, ed un franco al limite nullo nei confronti della piena
ducentennale.
•
sono stati considerati oggetto di interventi a breve termine gli attraversamenti
per i quali risulta un franco minore di un metro nei confronti della piena
trentennale, e oggetto di interventi a lungo termine quelli che in condizione di
piena duecentennale venivano sormontati o davano luogo ad un eccessivo
rigurgito dei livelli a monte.
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
3.2
Problematiche e interventi previsti per il bacino campione
Di seguito si elencano le principali problematiche distinte per corso d’acqua e per
tempo di ritorno (30 e 200 anni). Per la risoluzione di ogni problematica vengono
indicati gli interventi proposti, intendendosi chiaramente come interventi a breve
termine quelli individuati per problematiche aventi Tr = 30 anni.
3.2.1 Torrente Callora
Tr = 30 anni
1. Franco di soli 70 cm per una lunghezza di circa 100 m a cavallo della sezione
CA0020 in destra e franco assente per una lunghezza di circa 200 m a cavallo
della sezione CA0023 in destra
•
Intervento: contenimento tramite realizzazione di
rilevati arginali di altezza
media 2 m, lunghezza 500 m (AR_CALLORA_1).
Tr = 200 anni
1. Franco di soli 30 cm in sinistra in corrispondenza della sezione di monte della
briglia CA0006
•
Intervento: nessuno
2. Franco di soli 20 cm per una lunghezza di circa 200 m a cavallo della sezione
CA0020 in destra
•
Intervento: nessuno
3. Esondazione in destra con battente di circa 50 cm per una lunghezza di circa
300 m a cavallo della sezione CA0023
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
•
Intervento: laminazione tramite cassa di espansione di volume 200.000 mc
(CS_CALLORA_1).
4. Franco di soli 40 cm per una lunghezza di circa 100 m a cavallo della sezione
CA0032 in sinistra
•
Intervento: nessuno
3.2.2 Torrente il Rio
Tr = 30 anni
1. Esondazione in destra per 200 m a cavallo della sezione RI1007 e franco
ridotto in sinistra di circa 40 cm
•
Intervento: contenimento tramite sopraelevazione rilevati arginali esistenti in
destra di 2 m per una lunghezza di circa 500 m (AR_RIO_1).
Tr = 200 anni
1. Franco di soli 10-40 cm tra le sezioni RI1001 e RI1003, per una lunghezza di
circa 1000 m sia in destra che in sinistra
•
Intervento: nessuno
2. Ponte tubo RI1005 parzialmente sormontato
•
Intervento: adeguamento sezione mediante rialzamento quota tubo di circa 1.5
m (IP_RIO_1).
3. Esondazione diffusa a destra e sinistra tra le sezioni RI1007 e RI1013 per una
lunghezza di circa 1650 m
•
Intervento: contenimento fino alla RI1008 tramite sopraelevazione rilevati
arginali esistenti di 1 m per circa 1100 m in sinistra (AR_RIO_2) e destra
(intervento AR_RIO_1, già previsto a breve termine) e laminazione a valle
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
tramite casse di espansione in sinistra (200.000 mc, CS_RIO_1) e in destra
(600.000 mc, CS_RIO_2).
3.2.3 Fiume Biferno
Tr = 30 anni
1. Esondazione in prossimità della BI4007 per effetto del rigurgito causato dal
ponte BI4010 che ha una sezione sottodimensionata.
•
Intervento: rifacimento del ponte BI4010 (PO_BI4010)
2. Esondazioni tra le sezioni BI4011 e BI4014 per una lunghezza di circa 600 m
•
Intervento: contenimento tramite realizzazione di argini di altezza media 1.5 m
(AR_BIFERNO_1) con tracciato tale da realizzare aree golenali
3. Limite del contenimento o franco nullo tra le sezioni BI1009 e BI1019 per una
lunghezza di circa 600 m a causa del rigurgito del Ponte del Comune.
•
Intervento: rifacimento Ponte del Comune (PO_BI1019).
Tr = 200 anni
1. Esondazioni fra le sezioni BI4007 e BI4010, per effetto del rigurgito del ponte
BI4010..
•
Intervento: adeguamento sezione ponte BI4010 (PO_BI4010) già previsto a
breve termine
2. A valle del ponte suddetto, esondazioni tra le sezioni BI4011 e BI4015 per
circa 1600 m con situazioni al limite del contenimento tra la BI4015 e la BI4017
•
Intervento:
contenimento
tramite
realizzazione
(AR_BIFERNO_1) già prevista a breve termine
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di
rilevati
arginali
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
3. Fra la BI1008 e la BI1009 ai limiti del contenimento, mentre fra la BI1009 e la
BI1019 esondazioni in destra e sinistra causate dal rigurgito del Ponte del
Comune.
•
Intervento: rifacimento ponte BI1019 (PO_BI1019) già previsto a breve
termine.
4. Immediatamente a valle del ponte, per circa 150 m, sezione insufficiente e
esondazione che non appare interessare aree occupate da infrastrutture o
insediamenti.
•
3.3
Intervento: nessuno
Problematiche e interventi previsti nelle altre aree studiate
3.3.1 Fiume Biferno
Tr = 30 anni
1. Sormonto del Ponte dei Tre Archi BI2001
•
Intervento: rifacimento ponte (PO_BI2001)
2. Fra la BI6011 e la BI6016 le quote idrometriche risultano mediamente superiori
di circa 1 m alle quote dei piani golenali in destra previsti dal progetto esecutivo
di sistemazione della frana di Covatta
•
Intervento: nessuno
3. Esondazioni sporadiche sia in destra che sinistra a valle della diga di Ponte
Liscione fino alla sezione BI3040, che comunque non appaiono interessare
aree occupate da infrastrutture o insediamenti.
•
Intervento: nessuno
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
4. Esondazioni diffuse e di notevole ampiezza tra la sezione BI3040 e il Viadotto
Tanassi BI3048, in parte imputabili al rigurgito indotto a monte da quest’ultimo;
risultano interessate le infrastrutture viarie Strada di Scorrimento Veloce n°1
della Valle del Biferno e la S.P. della Diga del Liscione.
•
Intervento: rifacimento del Viadotto Tanassi (PO_BI3048) e sopraelevazione di
3-4 m dei rilevati stradali degli assi viari interessati; nell’occasione si prevede di
realizzare quattro casse d’espansione destinate alla laminazione delle piene
(CS_BIFERNO_5, CS_BIFERNO_6, CS_BIFERNO_7 e CS_BIFERNO_8) per
una complessiva capacità di invaso di circa 6.000.000 mc
5. Possibilità di rigurgito dal varco arginale in corrispondenza della foce del Fosso
di Colle Ruta, nei pressi dello svincolo per Guglionesi, con conseguenti
esondazioni
•
Intervento: chiusura del varco con realizzazione di portella a chiusura
automatica
sull’attraversamento
arginale
del
Fosso
di
Colle
Ruta
(IP_BIFERNO_4).
6. Sormonto del ponte tubo BI3050
•
Intervento: rialzamento del ponte tubo (IP_BIFERNO_11) di 2 m
7. Possibilità di esondazione in sinistra nei pressi di Masseria Cotecchia, ove il
rilevato arginale è assente, con danni ad abitazioni;
•
Intervento: realizzazione di rilevato arginale di altezza 4 m per una lunghezza
di 250 m (AR_BIFERNO_2)
8. Esondazioni per rigurgito a sinistra dal varco arginale esistente poco a valle di
Masseria Cotecchia, dalla foce del Fosso della Boccuccia, da altro varco
presso Masseria Romano e dalla foce del Fosso della Conca.
•
Intervento: chiusura dei varchi in modo da eliminare le soluzioni di continuità
del rilevato arginale sinistro e realizzazione di portelle a chiusura automatica in
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28
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
corrispondenza degli attraversamenti arginali dei fossi (IP_BIFERNO_1,
IP_BIFERNO_2, IP_BIFERNO_5, IP_BIFERNO_6, AR_BIFERNO_3).
9. Esondazioni in destra e sinistra nel tratto meandriforme a monte del ponte
BI3066; in particolare, in sinistra è assente il rilevato arginale tra la sezione
BI3063 e i livelli idrometrici valutati in alveo possono comportare una diffusione
delle acque esondate verso la zona della stazione ferroviaria GuglionesiPortocannone, in cui sono presenti infrastrutture viarie importanti e
insediamenti industriali; in destra le esondazioni interessano solo aree coltivate
a frutteto.
•
Intervento: realizzazione di rilevato arginale in sinistra di altezza 4 m e sviluppo
1000 m (AR_BIFERNO_5).
10. Franco insufficiente per il ponte tubo BI3065b
•
Intervento: rialzamento del ponte tubo (IP_BIFERNO_11) di 2 m
11. Franco insufficiente per il ponte della S.S. 87 individuato dalla sezione BI3066
•
Intervento: rifacimento del ponte (PO_BI3066).
12. Esondazioni in destra e sinistra nel tratto tra il ponte BI3066 e il ponte di
Altopantano BI3071; in particolare, in sinistra è assente il rilevato arginale e i
livelli idrometrici valutati in alveo possono comportare una diffusione delle
acque esondate verso la zona dello Svincolo del Biferno ad Altopantano; in
destra le esondazioni interessano solo aree coltivate.
•
Intervento: realizzazione di rilevato arginale in sinistra di altezza 3 m e sviluppo
1000 m (AR_BIFERNO_5) e realizzazione di portella a chiusura automatica in
corrispondenza della foce del fosso che sbocca in sinistra subito a monte del
ponte di Altopantano (IP_BIFERNO_7).
13. Franco insufficiente per il ponte di Altopantano BI3071.
•
Intervento: rifacimento del ponte (PO_BI3071).
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
14. Possibilità di rigurgito dal varco arginale in corrispondenza della foce del
Canale di Bonifica n°3, con conseguenti inondazioni dirette della zona
industriale di Termoli.
•
Intervento: chiusura del varco con realizzazione di portella a chiusura
automatica sull’attraversamento arginale del fosso (IP_BIFERNO_8).
15. Franco assente in sinistra a cavallo della sezione BI3080 ed esondazioni in
destra tra il ponte BI3071 e il viadotto BI3085; le esondazioni in destra non
interessano aree occupate da insediamenti o infrastrutture
•
Intervento: sopraelevazione di 1 m del rilevato arginale in sinistra per una
lunghezza di 600 m (AR_BIFERNO_6) e realizzazione di portella a chiusura
automatica in corrispondenza della foce del fosso che sbocca in sinistra subito
a monte del ponte di Altopantano (IP_BIFERNO_7).
16. Esondazioni in sinistra nel tratto in corrispondenza del viadotto della
Autostrada A14; queste interessano la zona industriale di Termoli.
•
Intervento: sopraelevazione del rilevato arginale in sinistra di 1.5 m e sviluppo
1300 m (AR_BIFERNO_7).
17. Franco insufficiente per il ponte della S.S. Adriatica BI3090 e per quello della
Ferrovia Pescara-Foggia BI3092.
•
Intervento: rifacimento dei due ponti (PO_BI3090 e PO_BI3092).
18. Possibilità di rigurgito dal varco arginale in corrispondenza della foce del
Canale di Bonifica Acque Interne, con conseguenti inondazioni dirette della
zona residenziale retrostante.
•
Intervento: chiusura del varco con realizzazione di portella a chiusura
automatica sull’attraversamento arginale del fosso (IP_BIFERNO_9).
Tr = 200 anni
1. Sormonto del Ponte dei Tre Archi BI2001
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
•
Intervento: rifacimento ponte (PO_BI2001) già previsto a breve termine
2. Il Ponte Vetecale BI2021 risulta in pressione
•
Intervento: nessuno
3. Fra la BI2005 e la BI2019 le quote idrometriche risultano maggiori dei
contenimenti rilevati con presumibili inondazioni delle aree adiacenti che
apparentemente non risultano interessate da infrastrutture o insediamenti
urbani
•
Intervento: nessuno
4. Fra la BI6011 e la BI6016 le quote idrometriche risultano mediamente superiori
di circa 2.5 m alle quote dei piani golenali in destra previsti dal progetto
esecutivo di sistemazione della frana di Covatta
•
Intervento: nessuno
5. Per il tratto a valle della Diga del Liscione si osserva naturalmente un aumento
diffuso dei livelli idrometrici in alveo con aggravio delle problematiche già
evidenziate per l’evento trentennale, che per brevità non elenchiamo
nuovamente. In generale, molti dei ponti per i quali già per l’evento trentennale
il franco era insufficiente presentano ora un deflusso in pressione e si osserva
un diffuso sormonto arginale sia in destra che in sinistra, con inondazione della
zona della Stazione F.S. di Guglionesi e della Bonifica di Termoli.
•
Interventi: oltre a quelli già previsti a breve termine e che non citiamo per
brevità, si prevede di migliorare l’effetto naturale di laminazione delle piene
realizzando altre casse di espansione in derivazione in aree non interessate da
insediamenti a monte delle zone suddette, per una capacità di invaso di circa
4.000.000
mc
(CS_BIFERNO_1,
CS_BIFERNO_2,
CS_BIFERNO_3,
CS_BIFERNO_4 e CS_BIFERNO_9), e di eseguire limitati interventi di
contenimento (sopraelevazione arginale AR_BIFERNO_8) , mantenendo
comunque le attuali condizioni di esondabilità in quelle aree disabitate ove i
danni sono minimi.
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
3.3.2 Fiume Trigno
Tr = 30 anni
1. Dalla sezione TR0001 di Ponte Trigno alla sezione TR0019 si verificano
sporadiche esondazioni sia in destra che in sinistra con allagamenti di modesta
ampiezza delle aree limitrofe che apparentemente non risultano interessate da
infrastrutture o insediamenti urbani
•
Intervento: nessuno
2. A monte del ponte TR0020 in sx, le quote idrometriche sono tali da causare un
esteso rigurgito del Canale della S.I.V. acque reflue e della Controfossa in
sinistra del F. Trigno, con conseguente inondazione delle aree adiacenti nelle
quali sono presenti alcuni insediamenti agricoli e un impianto di depurazione
acque.
•
Intervento: realizzazione di rilevato arginale per una lunghezza di 60 m e
altezza 4 m, con portelle antirigurgito sui canali intercettati dal rilevato
(AR_TRIGNO_1 e IP_TRIGNO_1)
3. Tra il ponte TR0020 e la sezione TR0021 esondazioni in destra che possono
diffondersi nella piana litoranea tra F. Trigno e T. Mergola.
•
Intervento: contenimento tramite realizzazione di nuovi rilevati arginali e
sopraelevazione di quello esistente, con altezza media di 2 m e per una
lunghezza complessiva di 300 m in destra (AR_TRIGNO_2).
4. Tra il ponte TR0020 e la sezione TR0021 esondazioni in sinistra
•
Intervento: contenimento tramite sopraelevazione del rilevato arginale con
altezza media 2 m, per una lunghezza complessiva di 300 m in sinistra
(AR_TRIGNO_3).
Tr = 200 anni
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
1. Esondazioni diffuse in dx tra la sezione TR0001 e la TR0010, per una
lunghezza di circa 2600 m, che interessano aree non interessate da
insediamenti né da infrastrutture
•
Intervento: nessuno
2. Esondazioni diffuse in sx tra la sezione TR0009 e la TR0016, per una
lunghezza di circa 1800 m, che interessano aree coltivate a frutteto con
insediamenti agricoli ed abitazioni
•
Intervento: laminazione tramite realizzazione di cassa d’espansione di volume
1.400.000 mc (CS_TRIGNO_1).
3. Esondazioni diffuse in dx tra la sezione TR0014 e la TR0022.
Intervento: laminazione tramite realizzazione di cassa d’espansione di volume
250.000 mc (CS_TRIGNO_2).
4. Franco assente e locali esondazioni tra il ponte TR0021 e la foce, sia in destra
e in sinistra.
•
Intervento: sopraelevazione degli argini in destra e sinistra per l’altezza di 1 m
e la lunghezza complessiva di 1750 m (AR_TRIGNO_4).
3.3.3 Torrente Sinarca
Tr = 30 anni
Tra le sezioni SI0001 e SI0010 esondazioni in destra e sinistra interessanti aree di
limitata ampiezza e prive di insediamenti o infrastrutture, causate in parte dal
rigurgito dei ponti SI0005 e SI0010; quest’ultimo, in particolare, presenta un
deflusso in pressione
•
Intervento: rifacimento del ponte SI0010
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Tra le sezioni SI0010 e SI0019 esondazioni in destra e sinistra causate in parte
dal rigurgito del ponte SI0019 che presenta un deflusso in pressione; in
particolare, le esondazioni in sinistra possono minacciare la S.P. Fondovalle
Sinarca e l’Inceneritore di Termoli.
•
Intervento: rifacimento del ponte SI0019 e risagomatura dell’alveo per una
lunghezza di circa 1800 m (RI_SINARCA_1).
Tra le sezioni SI0019 e SI0025 situazione ai limiti del contenimento con sporadici
sormonti arginali in destra e sinistra che possono interessare insediamenti
agricoli e il Mattatoio di Termoli, e possibilità di rigurgito attraverso le foci del
Vallone Cardone e del Fosso Diavolaccio.
•
Intervento: locali sopraelevazioni degli argini sia in destra che in sinistra
mediamente di 1 m per uno sviluppo complessivo di 1400 m (AR_SINARCA_1
e AR_SINARCA_2) nonché realizzazione di portelle a chiusura automatica sui
fossi (IP_SINARCA_1 e IP_SINARCA_2); un aumento del franco può essere
ottenuto laminando la piena tramite una cassa di espansione di circa 600.000
mc da realizzarai con uno sbarramento trasversale a luce tarata a monte del
tratto studiato, in località Bivio Vallone Cupo (CS_SINARCA_1).
Tr = 200 anni
1. Deflusso in pressione nel ponte SI0005
•
Intervento: rifacimento del ponte SI0005
2. Esondazioni diffuse lungo tutto il tratto tra la sezione SI0001 e il ponte SI0025
•
Intervento: oltre a quelli già proposti a breve termine, si prevede la laminazione
della piena con una ulteriore cassa di espansione, di capacità 2.000.000 mc da
realizzarsi tramite uno sbarramento trasversale a luce tarata (CS_SINARCA_2)
in località Madonna del Viandante.
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
4 Valutazione di massima dei costi degli interventi
La valutazione dei costi è stata condotta per ciascuno degli interventi
parametrizzando il costo in funzione delle dimensioni specifiche dell’intervento
stesso.
I costi sono comprensivi di:
•
costo delle opere (comprensivo degli oneri per la sicurezza);
•
oneri di esproprio;
•
spese di esproprio;
•
spese tecniche;
•
Iva sui lavori e sulle spese di esproprio e tecniche.
I costi stimati sono riportati di seguito.
4.1
Costo degli interventi nelle aree studiate
Opere di laminazione: il costo delle opere di laminazione è stato calcolato in
funzione del volume invasabile dall’opera stessa assumendo un valore di
riferimento cautelativo di 10.000 L/mc. Tale valore deriva da una analisi condotta
per opere analoghe.
Adeguamento o realizzazione di strutture arginali: il costo degli argini è stato
calcolato in funzione dell’altezza dell’argine e della sua lunghezza secondo la
seguente formula :
C=aLH
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
dove a = parametro pari a 1.000.000 L/mq, L = lunghezza dell’argine [m], H =
altezza dell’argine o entità della sua sopraelevazione [m].
Riprofilature e adeguamenti di sezione: il costo è stato calcolato in funzione dello
sbancamento necessari con la seguente formula:
C= aLA
dove L = lunghezza del tratto da riprofilare [m]; A = aumento medio della sezione
di deflusso [mq].
Interventi puntuali: sono stati valutati con un prezzo a corpo.
Adeguamento dei ponti: il costo per l’adeguamento del ponti e stato calcolato in
funzione della luce e della larghezza dell’impalcato per un costo di 2.500.000
L/mq.
Il costo degli interventi previsti dal presente studio per le aree studiate (ivi
compreso il bacino campione), suddiviso per tipologie di intervento e distinguendo
quelli da realizzare a breve e lungo termine, è riportato nelle tabelle 1, 2, 3, 4 e 5,
mentre nella tabella 6 sono riportati i totali di riepilogo.
4.2
Costo degli interventi nelle aree non studiate
Per valutare il costo degli interventi di messa in sicurezza delle aree non studiate,
per quali erano disponibili come dato utilizzabile solamente le estensioni, peraltro
sommarie, delle aree inondate storicamente (fonti principali: Regione Molise e
Autorità di Bacino Volturno) si è fatto riferimento ai risultati ottenuti per il bacino
campione.
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Per il bacino campione è stato ottenuto un costo complessivo per la messa in
sicurezza nei confronti di eventi duecentennali pari a £ 15.375.000.000, con una
estensione delle aree inondabili per Tr = 200 anni pari a 4 kmq. Ne è risultato un
costo specifico di circa 4.000.000.000 £/kmq, che è stato utilizzato per la stima dei
costi nelle aree inondate non studiate, con l’ipotesi implicita che dette aree, la cui
estensione è di circa 50 kmq, siano relative ad eventi con Tr = 200 anni.
Non è stata tentata la ripartizione dei costi tra interventi a breve e a lungo termine
in quanto affetta da eccessive incertezze; il costo complessivo è riportato nella
tabella 7.
4.3
Costo degli interventi di regimazione sul reticolo minore:
Il costo degli interventi di regimazione sul reticolo minore è stato valutato
prendendo a base il valore di 700.000.000 £/km ottenuto per interventi analoghi su
aree affette da problematiche simili, e una lunghezza di reticolo risultante dai dati
forniti dalla Regione Molise (tratti soggetti a fenomeni di dissesto di versante) pari
a circa 600 km.
Il costo complessivo, per il quale non è ragionevolmente possibile operare una
distinzione tra costo relativo a interventi a breve e lungo termine, è riportato
anch’esso nella tabella 7.
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_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Codifica
Termine L dx [m] L sx [m]
H media
Costo
[m]
AR_CALLORA_1
Breve
500
2.0
L. 1,000,000,000
AR_RIO_1
Breve
500
2.0
L. 1,000,000,000
AR_RIO_2
Lungo
1100
1.0
L. 1,100,000,000
AR_BIFERNO_1
Breve
500
1.5
L. 1,650,000,000
AR_BIFERNO_2
Breve
250
4.0
L. 1,000,000,000
AR_BIFERNO_3
Breve
30
4.0
L. 120,000,000
AR_BIFERNO_4
Breve
1000
4.0
L. 4,000,000,000
AR_BIFERNO_5
Breve
1000
3.0
L. 3,000,000,000
AR_BIFERNO_6
Breve
600
1.0
L. 600,000,000
AR_BIFERNO_7
Breve
1300
1.5
L. 1,950,000,000
AR_BIFERNO_8
Lungo
2.0
L. 400,000,000
AR_TRIGNO_1
Breve
60
4.0
L. 240,000,000
AR_TRIGNO_2
Breve
300
2.0
L. 600,000,000
AR_TRIGNO_3
Breve
300
2.0
L. 600,000,000
AR_TRIGNO_4
Lungo
800
950
1.0
L. 1,750,000,000
AR_SINARCA_1
Breve
400
400
1.0
L. 800,000,000
AR_SINARCA_2
Breve
300
300
1.0
L. 600,000,000
600
200
TOTALE
L. 20,410,000,000
Tabella 1 – Opere di contenimento arginale nelle aree studiate
Codifica
Termine
Volume [mc]
Costo
CS_CALLORA_1
Lungo
200000
L. 2,000,000,000
CS_RIO_1
Lungo
200000
L. 2,000,000,000
CS_RIO_2
Lungo
600000
L. 6,000,000,000
CS_BIFERNO_1
Lungo
840000
L. 8,400,000,000
CS_BIFERNO_2
Lungo
250000
L. 2,500,000,000
Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis
38
Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
CS_BIFERNO_3
Lungo
680000
L. 6,800,000,000
CS_BIFERNO_4
Lungo
1260000
L. 12,600,000,000
CS_BIFERNO_5
Breve
2375000
L. 23,750,000,000
CS_BIFERNO_6
Breve
1562500
L. 15,625,000,000
CS_BIFERNO_7
Breve
800000
L. 8,000,000,000
CS_BIFERNO_8
Breve
1212500
L. 12,125,000,000
CS_BIFERNO_9
Lungo
900000
L. 9,000,000,000
CS_TRIGNO_1
Lungo
1400000
L. 14,000,000,000
CS_TRIGNO_2
Lungo
250000
L. 2,500,000,000
CS_SINARCA_1
Lungo
2000000
L. 20,000,000,000
CS_SINARCA_2
Breve
600000
L. 6,000,000,000
TOTALE
L. 151,300,000,000
Tabella 2 – Opere di laminazione nelle aree studiate
Sezione
Luce [m] Termine
L [m]
Costo
PO_BI4010
15
Breve
7
L.
262,500,000
PO_BI1019
15
Breve
7
L.
262,500,000
PO_BI2001
70
Breve
7
L.
1,225,000,000
PO_BI3048
200
Breve
10
L.
5,000,000,000
PO_BI3066
200
Breve
10
L.
5,000,000,000
PO_BI3071
200
Breve
10
L.
5,000,000,000
PO_BI3090
130
Breve
10
L.
3,250,000,000
PO_BI3092
130
Breve
7
L.
2,275,000,000
PO_SI0005
30
Lungo
7
L.
525,000,000
PO_SI0010
30
Breve
7
L.
525,000,000
PO_SI0019
80
Breve
7
L.
1,400,000,000
L.
24,725,000,000
TOTALE
Tabella 3 – Adeguamento degli attraversamenti nelle aree studiate
Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis
39
Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Codifica
Termine
Ampliamento
L tratto [m]
Costo
[mq]
RI_SINARCA_1
Breve
10.0
1800
TOTALE
L.
L.
540,000,000
540,000,000
Tabella 4 – Riprofilature nelle aree studiate
Codifica
Termine
Costo
Note
IP_RIO_1
Lungo
L.
100,000,000 rialzamento ponte tubo 1.5 m
IP_TRIGNO_1
Breve
L.
50,000,000 portelle su collettori acque basse
IP_BIFERNO_1
Breve
L.
50,000,000 portella F.so della Boccuccia
IP_BIFERNO_2
Breve
L.
50,000,000 portella F.so della Conca
IP_BIFERNO_3
Breve
L.
50,000,000 portella F.so di Cucina
IP_BIFERNO_4
Breve
L.
20,000,000 portella F.so Colle Ruta
IP_BIFERNO_5
Breve
L.
20,000,000 chiusura varco
IP_BIFERNO_6
Breve
L.
20,000,000 chiusura varco
IP_BIFERNO_7
Breve
L.
50,000,000 portella F.so Ponte Altopantano
IP_BIFERNO_8
Breve
L.
50,000,000 portella C.le Bonifica n°3
IP_BIFERNO_9
Breve
L.
50,000,000 portella
C.le
Bonifica
Acque
Esterne
IP_BIFERNO_10
Breve
L.
100,000,000 rialzamento ponte tubo 2.0 m
IP_BIFERNO_11
Breve
L.
100,000,000 rialzamento ponte tubo 2.0 m
IP_SINARCA_1
Breve
L.
20,000,000 portella Vallone Cardone
IP_SINARCA_2
Breve
L.
20,000,000 Portella F.so Diavolaccio
TOTALE
L.
750,000,000
Tabella 5 – Interventi puntuali di varia natura nelle aree studiate
Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis
40
Regione Molise – Studio del Rischio Idrogeologico nella Regione
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Tipologia intervento
A breve termine
A lungo termine
Totali
Casse in derivazione
e in linea
L. 65,500,000,000
L. 85,800,000,000 L. 151,300,000,000
Arginature
e protezioni di sponda L.
17,160,000,000
L.
3,250,000,000 L.
20,410,000,000
Riprofilature e
adeguamenti sezioni
L.
540,000,000
L.
- L.
540,000,000
Interventi puntuali
L.
650,000,000
L.
100,000,000 L.
750,000,000
L.
24,200,000,000
L.
525,000,000 L.
24,725,000,000
Adeguamento
attraversamenti
TOTALI
COMPLESSIVI
L. 108,050,000,000
L. 89,675,000,000 L. 197,725,000,000
Tabella 6 – Riepilogo costi interventi nelle aree studiate
Tipologia intervento
Totali
Interventi messa in sicurezza
delle aree studiate
L.
197,725,000,000
L.
192,187,500,000
del reticolo minore
L.
420,000,000,000
TOTALE REGIONE MOLISE
L.
809,912,500,000
Interventi messa in sicurezza
delle aree non studiate
Interventi di regimazione
Tabella 7 – Riepilogo costi complessivi degli interventi
Europrogetti & Finanza – Sudgest – Physis