biografia opuscolo numero 2
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biografia opuscolo numero 2
BIOGRAFIA OPUSCOLO NUMERO 2 CAPITOLO QUARTO IL PERIODO PIÙ OSCURO DELLA SUA VITA Il suo matrimonio giugno 1934 Quando avevo all’incirca ventidue anni, incontrai una ragazza che andava alla chiesa luterana tedesca. Il suo nome era Brumback. Non beveva, non fumava, né tanto meno ballava, era una ragazza distinta. Io la frequentai per un certo periodo di tempo. Avevo guadagnato abbastanza soldi per comprarmi una vecchia Ford ed uscivamo insieme. A quel tempo, non c’era una chiesa luterana nelle vicinanze e si erano trasferiti là da Hocard Park. Non feci mai parte di questa chiesa ma, a dire il vero, mi piaceva andarci con lei perché il mio pensiero principale era di “essere con lei”. Era di buona famiglia ed io cominciai a dirmi: “Sai, tu non dovresti far perdere tempo a questa ragazza”. Non c’era possibilità per me di poter mantenere una ragazza come lei, che era stata abituata ad una bella casa con dei tappeti sui pavimenti. Due pensieri mi attraversavano la mente: chiederle di sposarsi con me o andarmene e lasciarla sposarsi con qualcun’altro che sarebbe stato buono con lei, il quale avrebbe potuto farla vivere meglio. Io non guadagnavo che venti centesimi l’ora. Così, non potevo offrirle dei buoni mezzi di assistenza. Siccome papà non stava più tanto bene, dovevo occuparmi di tutta la famiglia, prendermi cura di loro e, così, attraversavo un cattivo momento. Pensai: “Se qualcuno può prenderla e sposarla, crearle un grazioso focolare, anche se io non posso sposarla, saprei che è contenta”. Pensai: “Ma io non posso abbandonarla veramente”. Ero in una situazione orribile e, giorno dopo giorno, pensavo a questo. Così, io ero troppo timido per domandarle di sposarmi. Ogni notte, mi dicevo pensando: “Glielo domanderò”. Avevo un po’ paura di sua madre. Ella era piuttosto brusca. Ma suo padre era un amabile vecchio olandese. Egli era organizzatore della fraternità dei conduttori di treno della ferrovia e guadagnava, a quel tempo, circa cinquecento dollari al mese. Ed io che guadagnavo all’epoca venti centesimi l’ora! Sposare sua figlia! Oh! Sapevo che questo non era possibile. E sua madre era una gentile signora ma altezzosa, un po’ come quella specie di persone dell’alta società, vedete, e così, ad ogni modo, ella non aveva bisogno di me. Ero solamente un campagnolo della pianura dei lauri ed ella pensava che Hope doveva uscire con un ragazzo di una classe migliore. Così pensai: “Bene, ora, non so come. Non posso domandarlo a suo padre e sono sicuro che non andrò a chiederlo a sua madre. Così, devo domandarlo per prima a Hope”. Così, scrissi una lettera. E quel mattino, sulla strada del lavoro, la infilai nella cassetta delle lettere. Andavamo in chiesa il mercoledì sera ed era lunedì mattina. Cercai tutta la domenica di dirle che io desideravo sposarmi e non riuscii veramente ad avere abbastanza coraggio. Al lavoro, quel giorno, mi accadde di pensare: “Che succederà se sua madre s’impadronisce di questa lettera?”. Allora, pensai che sarei stato perduto nel caso in cui ella se ne fosse impossessata poiché non aveva molta considerazione di me. Quel mercoledì sera, quando io andai... Oh! Pensai: “Come andrò laggiù? Se sua madre si è impossessata della mia lettera, mi manderà sicuramente a ‘passeggiare’”. Io l’avevo indirizzata a Hope. E pensai che forse non l’aveva trovata. Così, pensai che era meglio non stare fuori e azionare il clacson per farla uscire... E un ragazzo che non ha abbastanza coraggio per camminare verso la casa, bussare alla porta e domandare la ragazza, non ha in nessun modo più niente da fare con lei. É proprio vero. É idiota. É spregevole. E allora fermai la mia vecchia Ford, vedete, l’avevo molto ben lucidata. Salii e bussai alla porta. Oh! Pietà, fu sua madre che venne alla porta, io riuscii appena a controllare il mio respiro. Dissi: “Come... come...come state, signora Brumback?”. Ella mi disse: “Come stai tu, William?”. Io pensai: “Oh, ‘William’!”. Mi disse allora: “Vuoi entrare?”. Risposi: “Grazie”. Varcai la porta e dissi: “Hope è già pronta?”. Ed allora, proprio in quel momento, Hope arrivò saltellando attraverso la casa, non era che una fanciulla di circa sedici anni. E mi disse: “Ciao Billy!”. Io dissi: “ Buongiorno Hope. Sei pronta per andare in chiesa?”. Mi disse: “Giusto un momento”. E pensai: “Oh! Neanche Hope l’ha trovata, sarà meglio così, poiché me ne avrebbe parlato”. All’uscita della chiesa, mi venne da pensare: “E se l’avesse trovata ugualmente? E se tiene questo in sé e, uscendo da qui, mi rimprovererà per averle domandato questo?”. Non riuscii a seguire quello che il fratello Davis diceva. Non potevo sopportare di abbandonarla, la separazione sicuramente sarebbe avvenuta. Così, dopo la chiesa, scendemmo la strada, camminando insieme per ritornare a casa e, mentre camminavamo verso la vecchia Ford e la luna brillava molto forte, io guardai Hope e pensai: “Oh! Come mi piacerebbe averla, ma credo che è impossibile”. Dissi: “Come ti senti stasera?”. Ella mi disse: “Sto molto bene”. Fermammo la vecchia Ford e salimmo in casa. Io pensai: “Donna, dimmi qualcosa, rimproverami o dimmi quello che pensi”. E dissi: “L’hai letta?”. Mi disse: “Uh,uh”. “L’hai letta per intero?”. “Uh, uh”. Eravamo quasi alla porta ed io restai in attesa. E mi disse: “Billy, mi piacerebbe molto. Io ti amo. Penso che dovremmo dirlo ai nostri genitori. I nostri genitori dovrebbero saperlo, non pensi?”. Io dissi: “Cara, ascolta, procediamo con un accordo a metà e metà. Io lo dirò a tuo padre se tu lo dirai a tua madre”. Lasciandole per prima la parte più cattiva. Disse: “Va bene, se per prima tu lo dici a papà”. “D’accordo, glielo dirò domenica sera”. E la domenica sera arrivò, io la riportai dalla chiesa a casa. Non smetteva di guardarmi. Guardai l’ora ed erano le nove e mezzo di sera; per me, era l’ora di andare via. Charly era seduto alla sua scrivania, che batteva a macchina, e la signora Brumback, seduta in un altro angolo, lavorava all’uncinetto. Hope continuava a guardarmi ed aggrottò le sopracciglia, guardandomi e facendomi segno in direzione di suo padre. Pensai: “Che accadrà se mi dice no?”. Così, mi diressi verso la porta e dissi: “Credo che farei meglio ad andarmene”. Ella era sempre venuta alla porta per dirmi buonasera. Andai verso la porta e mi disse: “Non glielo dici?”. Dissi: “Sto cercando di provare ma io...io...io...io non so come fare”. Ella disse: “Semplicemente io rientrerò e tu lo chiamerai fuori”. Così, entrò e mi lasciò in piedi là. Dissi: “Charly”. Egli si girò e mi disse: “Si, Bill?”. Io dissi: “Potrei parlarvi giusto un minuto?”. Egli disse: “Sicuramente”. Si girò dalla sua scrivania, la signora Brumback lo guardò, guardò Hope e guardò me. Dissi: “Vorreste venire sotto il portico?”. Disse: “Si, arrivo”. E si diresse verso il portico. Io dissi: “É certamente una bella serata, non è vero?”. Egli disse: “Si, in effetti è una bella serata”. Dissi: “Fa molto caldo”. “Si, è vero”, egli mi guardò. Io dissi: “Ho lavorato così duro, vedete, le mie mani hanno perfino dei calli”. Disse: “Puoi prenderla, Bill”. “Volete realmente dire questo? Ascoltate, so che è vostra figlia e che avete del denaro”. Egli si avvicinò a me e mi prese la mano. Mi disse: “Bill, ascolta, il denaro non è tutto quello che c’è nella vita”. Io dissi: “Charly, io guadagno solamente venti centesimi l’ora, ma l’amo ed ella mi ama...E vi prometto che lavorerò fino a quando questi calli si strapperanno dalle mie mani per procurarle di che vivere. Sarò così leale verso di lei quanto posso esserlo”. “Lo credo, Billy”. Ed aggiunse: “Ascolta, Billy, voglio dirti qualcosa. Tu sai, la felicità... Non basta solamente avere del denaro per essere contenti. Sii solamente buono verso di lei e so che tu lo sarai”. Dissi: “Grazie, Charly. Certamente che lo sarò”. Allora, fu il suo turno di dirlo a sua madre e non so come fece, ma ci sposammo. E quando ci sposammo, non avevamo niente per la nostra casa. Penso che avevamo solamente due o tre dollari. Presi in affitto una casa e questa ci costava quattro dollari al mese. Era una vecchia casa di due vani e qualcuno ci aveva dato un vecchio letto pieghevole. Comprai a credito un piccolo tavolo con quattro sedie che non erano neanche pitturate. Andai anche dal signor Weber, un mercante di ferri vecchi e le comprai un fornello per cucinare, che pagai settantacinque centesimi, e pagai circa un dollaro per le griglie all’interno. Non avevamo molte ricchezze di questo mondo. Mi ricordo che, una volta, dissi a mia moglie che avrei dovuto domandare alla chiesa di darmi un’offerta per aiutarci a pagare i nostri debiti. Prima di quella volta, non avevo raccolto un’offerta nella mia chiesa. Quella domenica sera, domandai ad un anziano di prendere il suo cappello e di raccogliere l’offerta. Ma, dopo che ebbi annunciato quello che stavo per fare, vidi la mia vecchia mamma aprire la sua borsa e prendere dei soldi che provenivano dalla sua pensione. Oh! Non ebbi il cuore di accettare i suoi soldi. Allora, ritornai sul pulpito ed annunciai che avevo fatto finta per sapere se essi lo avrebbero fatto veramente. Tempo dopo, un membro della chiesa mi diede una vecchia bicicletta che pitturai e vendetti. Due anni dopo questo, avemmo un bambino. La sua nascita ci legò l’uno all’altra ancora di più. Quando lo intesi piangere, la prima volta all’ospedale, qualche cosa mi disse che era un maschio. Io dichiarai: “Signore, ecco il Tuo fanciullo. Lo chiamerò Billy in ricordo di suo padre e Paolo in onore della Bibbia. Il suo nome sarà Billy Paul” *. Mi ricordo, lavoravamo entrambi. Ella lavorava in una fabbrica di camicie, cercando di aiutare a guadagnare di che vivere ed io predicavo tutte le sere. Tutta la giornata, lavoravo nei fossati e, qualche volta, la sera, quando ritornavo a casa, le mie mani callose erano gelate e spesso sanguinavano. Hope si sedeva e mi bendava le mani prima di andare in chiesa. In seguito, mi disse che voleva che io prendessi delle vacanze. Aveva risparmiato circa dodici dollari e voleva che andassi a fare una piccola gita di pesca. “Molto bene - le dissi - ma non vuoi venire anche tu a pescare?”. “No - rispose - mi pia-cerebbe di più restare qui per la scuola biblica, quest’estate”. Così, salii al lago Pawpaw nel Michigan, proprio al di sopra dell’Indiana, con un vecchio amico ministro. Il mio denaro non durò molto a lungo e dovetti ritornare (1). Primo incontro con i pentecostali Rientrando dal lago, tra Mishawaka e South Bend nell’Indiana, notai che c’erano delle auto con delle scritte dietro: “Gesù solo”. Pensai: “Questo sembra strano”. Ce n’erano dappertutto, sulle biciclette, le Ford, sulle Cadillac e altro: “Gesù solo”. Seguii alcune di esse che arrivarono ad una grande chiesa. Scoprii allora che erano dei pentecostali. ________________ * Nascita di Billy Paul: venerdì 13 Settembre 1935. Avevo inteso parlare dei pentecostali: “ma erano un gruppo di santi commedianti che si rivoltavano per terra schiumando dalla bocca”, ed ogni altra sorta di cosa che mi era stata detta a loro riguardo. Non volevo avere niente a che fare con questo. Entrai, guardai intorno a me e tutti quelli che potevano stare in piedi, ci stavano. Io dovevo guardare al di sopra delle loro teste. Essi gridavano, saltavano, cadevano e si agitavano. Pensai: “Whew, hum, che specie di gente è questa?”. Ma più restavo, meglio mi sentivo. “Questo sembra veramente buono. Ebbene, non c’è niente di male in questa gente. Non sono folli”. Potei parlare a qualcuno di loro, erano delle brave persone. Ascoltai alcuni dei loro insegnanti. Essi insegnavano su Gesù, quanto Egli è grande e quanto sono grandi tutte le Sue cose, e a proposito di un “battesimo dello Spirito Santo”. Pensai: “Di che cosa parlano dunque?”. Seduto a questa riunione, quella sera, mentre essi cantavano i loro cantici, battevano le mani. Cantavano questo piccolo cantico: “Io so che è il Sangue, io so che è il Sangue”. Ed essi correvano sopra e sotto, gridavano e lodavano il Signore. Pensai: “Questo mi sembra molto buono”. Facevano sempre riferimento ad Atti 2:4, Atti 2:38, Atti 10:49. Pensai: “Vedete, è proprio la Scrittura. Solamente, io non L’avevo mai vista così prima d’ora”. Ma, oh, il mio cuore bruciava. E, dopo un momento, qualcuno saltò e cominciò a parlare in lingue. Non avevo mai inteso una tale cosa nella mia vita. Ed ecco una donna venne attraverso l’assemblea, corse tanto velocemente che poteva. Ed allora, tutti loro si alzarono, cominciarono a correre, io pensai: “Ebbene, qui non hanno certamente delle maniere da chiesa”. E questo continuò. Pensai: “Lo sopporterò ancora qualche momento. Se qualche cosa di insensato ha luogo, io potrò uscire dalla porta correndo. So dov’è parcheggiata la mia auto, proprio al-l’angolo”. Cominciai ad ascoltare qualcuno dei loro predicatori, dei dottori e degli studenti. “Ebbene - pensai - è molto buono”. Allora venne l’ora della cena ed essi dissero: “Venite tutti a cenare”. Ma io pensai: “Ho soltanto un dollaro e settantacinque centesimi per ritornare a casa”. Restai per la riunione della sera. Essi dissero: “Tutti i predicatori, senza considerazione di denominazione, salgano sul palco”. Ce n’erano circa duecento tra di noi e anche io ci andai. Dissero: “Ora, non abbiamo il tempo affinché predichiate tutti. Venite e dite semplicemente chi siete e da dove venite”. Poi, venne il mio turno ed io dissi: “William Branhan, battista, Jefferson-ville, Indiana”. Ed andai avanti. Avevo inteso tutti gli altri chiamarsi: “pentecostale, pentecostale, pentecostale, P.A.J.C., P.A.W.”. Pensai: “Ebbene, credo che sono il piccolo brutto anatroccolo in mezzo a loro”. Allora mi sedetti ed attesi. E quel giorno, avevano dei bravi predicatori giovani che predicavano con potenza. In seguito, dissero: “Colui che ci porterà il messaggio questa sera è...”. E credo che lo chiamarono “anziano”. E i loro ministri, al posto di “reverendo”, li chiamavano “anziano”. Fecero venire là un vecchio uomo di colore che aveva uno di quei cappotti da predicatore alla moda antica. Questo brav’uomo aveva giusto una piccola corona di capelli bianchi sulla testa. E mentre gli altri predicatori avevano predicato su Gesù e quanto Egli è grande e così di seguito, questo vecchio uomo prese il suo testo in Giobbe: “Dove eri tu quando io posavo le fondamenta della terra, quando le stelle del mattino cantavano insieme e i figli di Dio gridavano di gioia?”. Questo povero vecchio compagno...Io pensai: “Perché non hanno preso questi giovani ragazzi per predicare?”. La sala era piena di gente intasata e racchiusa. Allora, questo vecchio compagno, al posto di predicare su quello che accadeva sulla terra, cominciò a predicare su quello che accadde nei cieli in ogni tempo. Parlò di Lui, all’inizio dei tempi, e Lo riportò fino alla Sua seconda venuta nell’arcobaleno orizzontale. Non avevo mai inteso una tale predicazione nella mia vita. E in quel momento, lo Spirito lo colpì ed egli saltò, batté i suoi tacchi, gettò le sue spalle indietro e saltò giù dal pulpito e disse: “Voi non avete abbastanza posto per me qui per predicare”. Pensai: “Se Questo può far agire così un vecchio uomo, allora che cosa farà se Questo viene su di me? Forse ho bisogno di un po’ di Questo”. Quando egli era salito sul palco, mi ero sentito in pena per questo vecchio compagno. Ma quando egli ne discese, io mi sentii in pena per me stesso. Andai a dormire in un campo di grano. Comprai tutto un pacchetto di pani arrotolati per cinque soldi. C’era laggiù un idrante da cui presi dell’acqua. E misi là il mio pantalone di traliccio (nome di un tipo di tessuto - n.d.t.), schiacciato tra i due sedili. E quella sera, pregai quasi tutta la notte. Dissi: “Signore, in che cosa mi sono trovato? Nella mia vita non ho mai visto delle persone così religiose. Aiutami a sapere quello che ne è di Questo”. E il mattino seguente, ci invitarono per la colazione. Certamente, non volevo andare a mangiare con loro perché non avevo niente per mettere nelle offerte. Quando ritornai, avevano piazzato un microfono. Non avevo mai visto un microfono prima di allora ed ero spaventato da quella cosa. E dissero: “Ieri sera, c’era qui sul pulpito un giovane predicatore, un battista. Era il più giovane predicatore sul pulpito. Il suo nome era Branham. Qualcuno lo conosce? Ditegli di venire. Desideriamo che egli ci porti il messaggio di stamattina”. Compresi che sarebbe stato difficile per me, un battista, in mezzo a questo gruppo. Così, cercai di sparire sulla mia sedia, poiché avevo il mio pantalone di traliccio e la mia maglietta, e si dovevano portare dei vestiti clericali. Allora mi chiamarono due o tre volte. Ero seduto vicino ad un fratello di colore. La ragione per la quale facevano la loro convenzione nel nord era perché c’era la segregazione nel sud. Così, non potevano farla nel sud. Allora mi domandai che cosa era questo: “Gesù solo”. Pensai: “Fintanto che è Gesù, è molto buono”. Chiamarono ancora due o tre volte e questo fratello di colore mi guardò e disse: “Lo conoscete?”. Il momento della verità era là. Non potevo mentire a quest’uomo, nemmeno lo desideravo. Dissi: “Vedete, fratello, si, io lo conosco”. Disse: “Ebbene, andate a cercarlo”. Io dissi: “Vi dirò fratello, sono io, ma vedete, guardate questi pantaloni di traliccio”. Mi disse: “Andate laggiù”. Dissi: “No, non posso andarci vestito con questi pantaloni”. Egli disse: “Queste persone non fanno attenzione a come siete vestito”. Dissero: “Qualcuno sa dove si trova William Branham?”. Egli disse: “É qui! É qui!”. Mi si disse: “Salite qui, signor Branham, desideriamo che voi portiate il messaggio”. Oh! Davanti a tutti quei predicatori. Mi avvicinai, avanzando, il viso rosso e le orecchie che mi bruciavano. Un predicatore battista che saliva verso il microfono quando non ne aveva mai visto uno prima d’allora. Ero esitante, veramente nervoso. Ed aprii la mia Bibbia intorno a Luca 16 ed incominciai il mio soggetto: “E stando all’inferno, egli levò gli occhi e pianse”. E come cominciai a predicare, mi sentii un po’ meglio. Dissi: “L’uomo ricco era nell’inferno, e piangeva. Non c’erano bambini là nell’inferno, ed egli piangeva”. E dissi: “Non ci sono fiori là. Allora egli piangeva”. Dissi: “Non c’era Dio là. Allora egli piangeva. Non c’era Cristo là. Allora egli piangeva”. Allora io piangevo. Qualcosa s’impossessò di me. Dopo, non so che cosa successe. Quando ritornai in me stesso, mi trovai non so come fuori. Queste persone urlavano, gridavano e piangevano e vivevano un momento impressionante. Quando fui fuori, un individuo, con un enorme cappello da cow-boy e dei grandi stivali, venne verso di me e disse: “Io sono l’anziano tal dei tali”. Un predicatore con dei vestiti e degli stivali da cow-boy. Pensai: “Ebbene, in fondo, i miei pantaloni di traliccio non sono così male come questi”. Egli mi disse: “Vorrei che veniate nel Texas e che teniate delle riunioni di risveglio”. “Uh, hum, lasciatemi annotare questo, signore”. E così, io lo annotai. Ecco che venne un altro individuo con uno di quei piccoli pantaloni da golf, con i quali si gioca abitualmente a golf, sapete, questi pantaloni gonfi. Mi disse: “Sono l’anziano tal dei tali di Miami. Voi mi piacete”. Pensai: “Ebbene, può darsi che l’abbigliamento non abbia molta importanza”. E lo guardai e pensai: “É buono”. Così annotai quelle cose (2). C’era una cosa che io non potevo comprendere e che mi turbava. Era questo parlare in lingue. C’era un uomo seduto là e un altro laggiù, ed erano i conduttori del gruppo. Uno di loro si alzò e parlò in lingue; l’altro, che stava più in là, interpretò e disse delle cose riguardo alla riunione, viceversa uno parlava in lingue e l’altro interpretava. Il resto della chiesa parlava anche, ma non sembrava che l’interpretazione venisse come a questi due uomini. Pensai: “Oh! Devono essere degli angeli!”. Benché fosse qualcosa che io non comprendessi, Questo venne su di me. Ho un mezzo con il quale conoscere le cose, se il Signore vuole farmele conoscere. Vedete? É a questo che serve il dono. Pensai: “Ebbene, mi avvicinerò a loro”. Ed avevo così paura di queste persone, pensai: “Scoprirò ciò che ne è di questi uomini”. E fuori, nel cortile, non smisi di cercarli, dopo che il servizio fu terminato. Cercai dappertutto. Trovai uno di loro. Dissi: “Buongiorno, signore”. Egli rispose: “Buon-giorno. Siete quel predicatore giovane il quale ha predicato questa mattina?”. “Sissignore”. Pensai: “Ebbene, se solo potessi entrare in contatto con il suo spirito, adesso”. Dissi: “Voi, gente di qui, avete Qualcosa che io non ho”. Disse: “Avete ricevuto lo Spirito Santo da che voi avete creduto?”. Dissi: “Bene, io sono battista”. Mi disse: “Ma avete ricevuto lo Spirito Santo da che voi avete creduto?”. Ed io dissi: “Ebbene, fratello, che volete dire? Io non ho Quello che avete tutti; io lo so perché voi avete Qualcosa che sembra essere potente”. Egli disse: “Avete già parlato in lingue?”. “Nossignore”. “Allora vi dirò subito che voi non avete lo Spirito Santo”. Dissi: “Se è questo che ci vuole per avere lo Spirito Santo, allora io non ce L’ho”. Egli aggiunse: “Ebbene, se voi non avete parlato in lingue, allora non Lo avete”. E proseguendo la conversazione in questo modo, dissi: “Ebbene, dove posso riceverLo?”. “Entrate in quella stanza e cominciate a cercare lo Spirito Santo”. Ed io continuai ad osservare, sapete. Egli non sapeva ciò che io facevo, sapevo che aveva un sentimento un po’ strano, poiché i suoi occhi cominciarono a diventare un po’ vitrei mentre mi guardava. Era assolutamente un cristiano al cento per cento. É vero. “Ebbene - pensai - lodato sia Iddio, eccoLo. Bisogna che trovi quell’altro tal dei tali, da qualche parte”. Uscii e guardai tutto intorno, pensai: “Troverò certamente l’altro uomo”. Quando lo trovai e cominciai a parlargli, egli disse: “Dite, a quale chiesa appartenete? Mi hanno detto che siete battista”. “Si”. Egli domandò: “Voi non avete ancora ricevuto lo Spirito Santo, non è vero?”. Dissi: “Ebbene, non so”. Disse: “Avete già parlato in lingue”. Risposi: “Nossignore”. “Allora non L’avete”. Dissi: “Ebbene, so che non ho Quello che voi tutti avete. Io so questo. Ma fratello mio, io Lo desidero realmente”. Egli disse: “Ecco la piscina tutta pronta”. Dissi: “Sono stato battezzato ma non ho ricevuto Quello che voi avete. Avete Qualcosa che io desidero realmente”. E disse: “Ebbene, è molto buono”. Cercai di afferrarlo. Quando finalmente afferrai il suo spirito, se mai ho parlato ad un perfetto ipocrita, egli ne era uno! Sua moglie era una donna dai capelli bruni e viveva con una bionda e aveva avuto da lei due figli. Beveva, giurava, frequentava le taverne e ogni sorta di altra cosa e, nonostante ciò, all’interno egli parlava in lingue e profetizzava. Allora dissi: “Signore, perdonami”. Rientrai a casa. Non potevo comprendere questo. Mi sembrava che era lo Spirito Santo benedetto che cadeva, e proprio su questo ipocrita. Pensai: “Questo non può essere, è tutto”. In seguito, durante questo lungo periodo, studiavo e piangevo. Pensavo che se avessi potuto andare con loro, avrei finito forse con lo scoprire di che si trattava. Ecco un vero cristiano; e l’altro un vero ipocrita. Allora pensai: “Che ne è? Oh!”. Dissi: “Dio, può darsi che c’è qualcosa di falso in me”. E dissi, essendo fondamentalista: “Questo deve trovarsi nella Scrittura. Questo deve esserci” (3). Rientrai a casa. Mia moglie mi venne incontro e mi disse: “Perché sembri così felice, Billy?”. “Oh, ho incontrato il fiore della raccolta. É il migliore che tu abbia mai visto. Questa gente non ha vergogna della loro religione. Guarda, cara, tutto un pacchetto di inviti di questa gente!”. Mi disse: “Non sono dei santi commedianti?”. Io risposi: “Io non so che razza di commedianti siano, ma hanno Qualcosa di cui ho bisogno. Sono certo di questo. Ho visto un vecchio uomo di novant’ anni ridiventare giovane. Non avevo mai inteso una tale predicazione nella mia vita. Non ho mai visto un battista predicare come lui. Essi predicano fino a che perdono il respiro e le loro ginocchia toccano il suolo. Si rialzano, riprendono il loro fiato. Puoi udirli predicare da due isolati più lontano. Uno parla in una lingua sconosciuta ed un altro dice ciò di cui egli parla. Non ho mai inteso niente di simile nella mia vita. Verrai con me?”. Ella disse: “Caro, quando ti ho sposato, mi sono unita a te fino a che la morte non ci separi. Verrò. Adesso lo diremo ai nostri genitori”. Dissi: “Ebbene tu lo dirai a tua madre ed io lo dirò a mia madre”. Mamma disse: “Ebbene, certamente Billy. Qualsiasi cosa il Signore ti chiede di fare, falla”. Mia moglie parlò a sua madre che le rispose che l’avrebbe fatta scendere nella tomba, il cuore spezzato, se Hope fosse venuta con me. Ed allora la signora Brumback mi chiese di andare. Ci andai. Mi disse: “Di cosa parli dunque?”. Dissi: “Oh, signora Brumback, ma voi non avete mai visto simili persone”. Ella mi disse: “Calma! Calma!”. “Si, signora. Scusatemi”. E disse: “Sai che è un gruppo di santi commedianti?”. Io dissi: “No, signora, non lo sapevo. Sono certamente delle persone molto per bene”. Disse: “Che idea! Credi che trascinerai mia figlia in mezzo a gente di questa specie! É ridicolo! Non è che un rifiuto che le altre chiese hanno rigettato. Veramente! Tu non porterai mia figlia in queste cose”. Ed io dissi: “Ma voi sapete, signora Brumback, nel più profondo del mio cuore, sento che il Signore vuole che io vada con queste persone”. Ella disse: “Ritorna nella tua comunità fino a che essi possano darti una chiesa ed agisci come un uomo che ha del buon senso. Non porterai mia figlia laggiù”. “Si, signora”. Mi girai ed uscii. Hope cominciò a piangere. Ella uscì e mi disse: “Billy, poco importa quello che dice mamma, io verrò con te”. Ma decisi che era meglio non andarci. E così, lasciai cadere tutto. Fu il peggiore errore che feci nella mia vita (2). Amici, vorrei che quello che segue serva alla vostra istru-zione. Dei genitori e degli amici mi deviarono dall’accettare quel che sapevo essere la chiamata di Dio. Alcuni trattavano da “persone da niente” le persone che avevano partecipato a questa convenzione. Più tardi, compresi e, lo dico con rispetto che, quelli che erano stati trattati da “rifiuti” erano il fiore della mietitura. Mi fu detto che, un giorno, mia moglie non avrebbe avuto abbastanza da mangiare, che il giorno dopo ella sarebbe stata nella distretta. Altri stimarono che il mio posto era di restare nella città e di occuparmi dell’opera di Jeffersonville. Ed è là che i miei problemi cominciarono. Ascoltai ciò che una donna aveva da dire piuttosto che quello che Dio aveva da dire. In diciotto mesi, persi mio padre, mio fratello, mia cognata, mia moglie, mia figlia e quasi la mia stessa vita. Non dimenticherò mai questo. In quel periodo, lavoravo come guardiacaccia per lo stato dell’ Indiana. I guadagni che provenivano da questo lavoro erano in funzione degli arresti che io facevo. Ma non ho mai fatto degli arresti. Al posto di fare questo, mi sedevo e parlavo con i colpevoli del saper vivere da vero sportivo poiché sentivo che questo produceva maggiori effetti delle multe che avrei potuto imporre. A quel tempo, la nostra figlioletta Sharon Rose venne al mondo. Volevo darle un nome biblico. Non potevo chiamarla Rosa di Sharon dopo di Gesù Cristo, così la chiamai Sharon Rose*. Vivevamo in una piccola vecchia casa. Mi ricordo, rientravo a casa la sera ed ella era seduta fuori nel cortile, come giravo l’angolo suonavo la sirena dell’auto che utilizzavo come guardiacaccia. Sapeva che io arrivavo e diceva: “Goo, goo, goo”. Allora mi tendeva le braccia affinché la prendessi e la accarezzassi. Poco tempo dopo, mia moglie si ammalò di una infezione polmonare. In seguito, mio fratello fu ucciso mentre predica- ________________________ * Nascita di Sharon Rose: 26 ottobre 1936. vo in una piccola chiesa pentecostale per negri. Mi si venne a dire: “Vostro fratello è stato appena ucciso sull’autostrada”. Quando andai a raccorglielo, vidi il suo sangue colare sulla mia camicia. Lo avevo appena seppellito che mio padre, che aveva cinquantadue anni, ebbe una crisi cardiaca e, un’ora più tardi, morì nelle mie braccia. Proprio qualche giorno prima che morisse, egli era in un saloon e qualcuno gli chiese di prendere un bicchiere. Lo prese, ma cominciò a tremare. Posandolo, cominciò a piangere e parlò di suo figlio che predicava. Arrivò a dire che, per tutti quegli anni, aveva camminato sulla strada cattiva e che suo figlio aveva ragione. Aggiunse: “Poiché sono un ubriaco, non lasciate che questo si rifletta sui miei figli. É il mio ultimo bicchiere, non berrò mai più nella mia vita”. Egli prese allora il suo bicchiere e cercò di berne il contenuto, ma lo sputò. Pianse ancora, prese il suo cappello e se ne andò. Quest’ incidente mi fu raccontato da un agente di assicurazioni che in seguito condussi al Signore. Proprio prima di morire, mio padre diede il suo cuore al Signore. Allora mia cognata morì nella sua casa. Tutte le cose sembravano non andar bene anche nella mia chiesa. La via del trasgressore è dura. Ed io continuavo a diminuire. Tutto andava male. Non sapevo più che fare. L’unzione divina che era scesa su di me mi abbandonò e non ritornò veramente fino al giorno in cui l’Angelo mi incontrò nel 1946. La mia chiesa, prospera fino a quel momento, cominciò a declinare, allora cominciò il periodo più nero della mia vita. Tutto questo fu la conseguenza di non aver fatto ciò che sapevo essere la volontà di Dio (1). La grande inondazione dell’Ohio - 1937 L’inverno 1937 fu difficile in tutto il paese. Mentre la neve seppelliva l’ovest, la pioggia, che cadeva da parecchie set-timane, inondò l’est. Jeffersonville, situata sulla riva nord dell’Ohio, si preparò e fortificò le sue dighe, poiché si sapeva bene che la minima breccia nelle sue mura avrebbe avuto delle conseguenze tra le più terribili. Di tutti gli abitanti della città, fu proprio William Branham che si rese conto in modo particolare dell’urgenza della situazione, poiché Dio gli aveva fatto conoscere sei mesi prima, in una visione, l’entità delle devastazioni. Vidi discendere un Uomo dal cielo che aveva un bastone per misurare, affondarlo sulla Spring Street (via principale di Jeffersonville) e dire: “Ventidue piedi” (il piede è una misura lineare inglese che corrisponde a m. 0,3047 - n.d.t.). Quel vecchio fratello Jim Wisehard, Sandy Davis ed altri si presero gioco di me. Essi replicarono: “Oh Billy, nel 1884 non si sono avuti che sei pollici sulla Spring Street. Sei solo un po’ nervoso” (il pollice è una misura lineare inglese che corrisponde a circa cm. 2,5 - n.d.t.). Risposi: “Non sono nervoso, è il COSI’ DICE IL SIGNORE” (5). Le persone dissero: “Tu sei pazzo, hai perduto la testa!”. Quando glielo annunciai laggiù alla compagnia Falls City Transfer, mi dissero: “Ah Billy. Vai a passeggiare da qualche altra parte”. Ma, meno di sei settimane dopo, furono misurati ventidue piedi sopra la Spring Street, esattamente come mi era stato detto (6). Come l’acqua cominciò a riversarsi nelle vie, un annuncio fu fatto ordinando ad ognuno di fuggire. Sembrava che Jeffersonville dovesse essere cancellata dalla carta geografica. Malgrado l’avvertimento, le persone restarono mentre l’acqua continuava a salire e a minacciare la città. Il fratello Branham lavorava con una squadra di soccorso, dapprima per tentare di trattenere la forza delle acque, ma verso mezzanotte quello che si temeva di più arrivò. La famiglia Branham e migliaia di altri furono obbligati a fuggire, per salvare la loro vita. Hope Branham, essendo già seriamente ammalata di una infezione ai bronchi, fu trasportata in un ospedale di soccorso allestito dal governo su un luogo alto. I due bambini furono anche ospedalizzati, colpiti da polmonite a causa del cattivo tempo. Malgrado il fratello Branham avesse desiderato assistere i suoi, fu richiamato d’urgenza dalla sua squadra di soccorso. Lasciamoglielo raccontare. Ero in una pattuglia, a quel tempo, e cercavo di fare del mio meglio per far uscire le persone da questa inondazione che rovesciava le case. E mia moglie stessa si ammalò gravemente di una polmonite. L’ospedale abituale era così pieno che non poterono accettarla. Così, la portammo all’ospedale del governo dove c’era un posto. Ed allora, mi si chiamò da fuori. Avevo sempre vissuto sul fiume, ero quasi un barcaiolo. Mi chiamarono dicendo: “C’è una casa sulla via Chesnut che è sul punto di crollare. C’è là una madre ed un gruppo di bambini. Se voi pensate che con la vostra barca e il vostro motore potete raggiungerli”. Io dissi: “Bene, farò tutto quello che potrò”. Misi a pieno gas e finalmente arrivai vicino al posto in cui si trovava la vecchia diga, da cui l’acqua fuoriusciva. Ed intesi qualcuno gridare e vidi una madre che si teneva sotto il portico di una casa barcollante e delle grandi onde s’infrangevano contro di essa. Allora, avanzai in quella direzione, allontanandomi quanto potei, presi la corrente e ritornai. Fermai la mia barca giusto il tempo di poter attaccarla al pilastro di questo portico. Corsi all’interno e presi la madre e la misi nella barca con due o tre bambini. Presi la strada del ritorno, quasi due chilometri attraverso la città, fino a che potei raggiungere la riva. Ella era svenuta e quando arrivai là, si mise a gridare: “Il mio bambino! Il mio bambino!”. Pensai che volesse dire che aveva lasciato il bambino nella casa. Oh! Ripartii mentre essi cercavano di occuparsi di lei. E quando entrai all’interno della casa, non trovai il bambino. Scoprii più tardi che ella voleva sapere dove si trovasse il suo bambino. Era un piccolo bambino di circa tre anni, invece io avevo pensato che parlasse di un neonato. Il portico fu portato via e la casa crollò, allora corsi molto velocemente per prendere il pezzetto di legno al quale era attaccata la mia barca. Salii nella barca e lo staccai. E questo mi trascinò nella corrente del fiume principale. Allora, era circa l’una del mattino e pioveva e nevicava. Cercai allora di far partire il motore, ma non volle partire; provai di nuovo, mentre continuava ad avanzare nella corrente e le cascate erano proprio un po’ più in basso. Provai con forza e pensai: “Oh! É la mia fine, lo è sicuramente”. Provai con forza e dissi: “Signore, non lasciarmi morire in questo modo, Te ne prego”. Io tiravo e tiravo. Mi tornò in mente: “Che ne è di quel rifiuto in cui tu non volesti andare?”. Posai la mia mano sulla barca e dissi: “Dio, sii misericordioso verso di me. Non farmi lasciare mia moglie e i miei bambini così, essi sono laggiù malati. Ti prego!”. E continuavo a tirare ma non voleva partire. E potevo sentire più avanti il fragore delle cascate. Solamente qualche minuto e ci sarei arrivato. Mi inginocchiai in questa barca, il nevischio mi schiaffeggiava il viso, dissi: “Signore, se Tu vuoi perdonami, io farò tutto ciò che vuoi che io faccia”. Tirai ancora e si mise in moto. Misi tutto il gas che potei e finalmente raggiunsi la riva. E ritornai per trovare il camion della pattuglia. Alcuni fra loro dissero: “L’ospedale del governo è stato portato via”. Mi diressi verso l’ospedale del governo più velocemente che potei, l’acqua raggiungeva dappertutto l’altezza di quattro metri e cinquanta. C’era un maggiore ed io dissi: “Maggiore, che è successo all’ospedale?”. Rispose: “Non siate inquieto; avevate qualcuno là?”. Dissi: “Si, mia moglie malata e i miei due bambini”. Egli disse: “Essi ne sono usciti tutti. Sono in un treno merci diretti verso Charlestown” (venti chilometri a monte di Jeffersonville) (2). Corsi, presi la mia macchina e misi la mia barca dietro. Ahimè! Anche un piccolo torrente aveva straripato, ricoprendo con un’acqua tumultuosa una superficie di otto chilometri, tra noi e Charlestown, che trascinava le fattorie. Sapevo che il treno doveva attraversare questo spazio. Aveva potuto passare o era stato portato via? Non avevo alcun mezzo per saperlo. Per qualche tempo, non seppi nulla di più, poi appresi che il treno aveva potuto passare. Trovai una barca veloce e volli risalire le acque, ma erano troppo forti. Fui portato via e dovetti accostare a Fort Fulton, con qualche amico. Il giorno seguente, attraversai le acque e cominciai le mie ricerche a Charlestown. Nessuno aveva inteso parlare dell’arrivo di un treno né conosceva una famiglia Branham. Mentre scendevo la strada, ben scoraggiato, incontrai un vecchio amico, il signor Hay. Egli mi abbracciò e mi disse: “Billy, li ritroverò ovunque essi siano”. Discesi all’ufficio dei telegrafi, per conoscere l’arrivo e la partenza del treno, ma non potei sapere niente. Questo risaliva a due settimane prima e c’erano stati parecchi sviluppi. Un meccanico che stava là vicino disse: “Oh, io mi ricordo di questo caso, una madre con due piccoli bambini malati. Li abbiamo portati a Colombus. Ma è impossibile recarsi là, poiché le acque hanno tagliato tutte le comunicazioni”. Scesi la strada piangendo, il mio cappello in mano. Improvvisamente, un’auto si fermò accanto a me e una voce amica gridò: “Billy Branham! Sali. So che sei alla ricerca di tua moglie e dei tuoi bambini. Essi sono all’ospedale di Colombus. Tua moglie è morente”. “C’è un mezzo per recarci?” domandai disperato. Egli rispose: “Io ti ci posso condurre, ho trovato un passaggio poco conosciuto attraverso le acque”. Ed arrivammo a Colombus quella notte (4). Io corsi cercando di sapere dove ella fosse, gridando “Hope! Hope! Hope!”. Guardai ed ella sollevò la sua piccola mano ossuta e mi disse: “Billy!”. Io corsi verso di lei e dissi: “Hope, mia cara”. Mi rispose: “Ho una brutta cera, non è vero?”. Dissi: “No, cara, tu hai l’aria molto buona” (2). Le chiesi notizie dei bambini. Tutti e due erano molto malati e si trovavano nella casa di sua madre. Mi inginocchiai vicino al suo letto. Pregai meglio che potei, ma apparentemente senza effetto. Non ci fu alcuna risposta e il suo stato peggiorò. Ritornai a casa e feci del mio meglio per ripulirla dai resti dell’inondazione. Volevo renderla il più confortevole possi-bile. Il dottor Adair mi aveva detto che potevo riportarci mia moglie e i miei bambini. Avevo fatto tutti i miei sforzi per salvarli e chiesi uno specialista di Louisville. Tutto fu inutile, erano troppo malati (4). Per sei mesi circa, facemmo tutto quello che fu possibile per salvarle la vita, ma andava indebolendosi sempre più. Dovevo lavorare. Noi eravamo in debito per centinaia di dollari per spese mediche e non avevamo niente per pagare. Bisognava assolutamente che io lavorassi per questo. La vedevo due o tre volte al giorno e poi ogni notte, quando era in questo stato. Un giorno, che ero in pattuglia e che avevo la mia radio in funzione, credetti di udirli fare un appello alla radio: “William Branham è chiamato con urgenza all’ospedale, sua moglie è morente”. Misi la luce rossa e la sirena in funzione e mi affrettai più che possibile (2). La prima persona che vidi fu il mio giovane amico, il dottor Adair. Noi eravamo come due fratelli ed io compresi, guardandolo, che le notizie erano cattive. Egli disse: “Temo che sia morta”. Si coprì la faccia e passò in una piccola anticamera. Io lottai per mantenere il mio sangue freddo. Invocai: “Vieni con me”. “Non posso rispose - ella era come una sorella per me. Non posso ritornare, Billy”. “Andrò dunque solo”. Egli chiamò un’infermiera per accompagnarmi. Nel vedere Hope compresi veramente che ella se ne stava andando. Il lenzuolo era tirato sul suo viso; non era più che l’ombra di se stessa, così minuta e così pallida. La presi nelle mie braccia e la scossi gridando: “Cara, rispondimi! Oh Dio! Permetti che ella mi parli ancora una volta”. Era sul punto di spirare quando, improvvisamente, si girò verso di me e mi guardò. Aprì i suoi grandi occhi castani così dolci e volle sollevare le sue braccia per ricevermi. Ma era troppo debole, così mi avvicinai io a lei, poiché compresi che voleva parlarmi. Ciò che ella mi disse in quel momento mi resterà impresso fino a che io non la ritrovi. Ecco le sue parole: “Ero quasi a casa, perché mi hai chiamato?”. Le dissi che non ero cosciente di aver interrotto qualcosa. Allora, cominciò a raccontarmi come era il paradiso da cui io l’avevo richiamata...C’erano dei begli alberi, dei fiori, degli uccelli cantavano e nessun dolore nel suo corpo... Per un momento, pensai, che sarebbe stato meglio non averla fatta ritornare. Ma che Dio benedica il suo cuore, in quel momento ella ne gioì dopo così tanto tempo. Non sopravvisse che qualche istante, giusto abbastanza per raccontarmi come gli angeli la stavano portando in cielo, quando aveva inteso il mio richiamo da una grande distanza. Amici miei, c’è un paese al di là del fiume e noi ci recheremo là. Mi descrisse la bellezza del cielo e mi disse: “Mio caro, tu hai predicato su questo e ne hai parlato, ma non puoi sapere quanto è glorioso!”. Desiderava ritornarci. Mi chiese di non restare solo, ma di risposarmi con una buona giovane cristiana, riempita dello Spirito di Dio e che si sarebbe presa cura dei bambini. Non desideravo fare questo, ma alla fine glielo promisi per farle piacere. Mi parlò ancora di diversi piccoli incidenti della nostra vita comune. Mi confidò anche di aver economizzato, soldo dopo soldo, al fine di comprarmi un fucile che io desideravo possedere. C’erano nascosti, al di sopra di un vecchio buffet, un dollaro e settantacinque centesimi, in cinque soldi. Più tardi, comprai il fucile che io custodisco preziosamente in ricordo di lei e che io donerò a mio figlio. Qualche minuto più tardi, disse debolmente: “Vado dall’ altro lato, adesso”. “Non parlare così” supplicai. “Io non temo di partire adesso, dopo che ho visto quanto è meraviglioso lassù”. “Te ne vai realmente lassù?”. Domandai piangendo. Mi guardò negli occhi: “Mi prometti di predicare sempre il meraviglioso Vangelo?”. Glielo promisi. Disse: “Bill, Dio t’impiegherà. Non pensare che io sia fuori di me stessa (4). Billy, ti dirò il nostro errore”. Mi inginocchiai e presi la sua mano. Disse: “Sai dove è stato il nostro errore?”. Ed io dissi: “Si, cara, lo so”. Ella disse: “Noi non avremmo mai dovuto ascoltare mamma. Quelle persone avevano ragione”. Ed io dissi: “Lo so”. Disse: “Promettimi questo, che tu andrai verso quelle persone, perché hanno ragione. Alleva i miei bambini così” (1). Continuò: “Sei stato un buon marito”. Una giovane infermiera stava non lontano da noi. Ella le disse: “Spero che, come me, anche voi avrete un buon marito”. Questo mi spezzava il cuore, ma dovevo contenermi per amor suo. Tentai di sorridere e le dissi: “Se tu te ne vai, noi ti seppelliremo a Walnut Ridge, fino a che Gesù ritorni. E se io muoio prima di questo giorno, sarò probabilmente là, se non da qualche parte sul campo di battaglia”. Mentre i dolci occhi castani diventavano lontani, io continuai: “Quando ti alzerai nella nuova Gerusalemme...guarda al lato destro della porta e chiamami con il mio nome...quando tu vedrai Abramo, Isacco, Giacobbe, Paolo, Ste fano e tutti gli altri venire, io sarò là, cara”. Mi attirò a see mi diede un bacio d’addio, poi se ne andò per essere con Dio. E, da allora, io lotto sempre, lavo-rando e sforzandomi di mantenere questa promessa. Quando se ne andò, io ritornai a casa, vicino ai bambini. Senza fermarmi, cercavo di calmarmi. Andai da mia madre... poi ritornai nella nostra casa. Da nessuna parte potevo trovare riposo. Molti tra voi hanno provato questo. Alla fine, andai a coricarmi, cercando di dormire. Qualcuno bussò alla porta. Mi dissi: “Che c’è adesso?”. Una voce gridò: “Billy, la vostra bambina sta per morire”. Mai dimenticherò quella notte. Avevo appena perso mia moglie e, adesso, era la mia figliuoletta. Il dottor Sam Adair l’aveva esaminata. Egli non poteva fare niente per lei. Era colpita da meningite cerebro-spinale, contratta da sua madre. Mi inginocchiai vicino al suo letto e pregai: “Oh Dio! Non prendermi mia figlia! Riconosco che tutto il mio errore è stato allorquando non mi sono liberato di tutto, per partire ad evangelizzare”. Io credo che il dono era stato molto vicino a manifestarsi, ma avevo mancato nel non partire. Mi gettai a terra; piansi e pregai domandando a Dio di risparmiare questa vita. Ma c’era come un velo scuro tra il Signore e me. Mi alzai per guardare mia figlia e dirle: “Sharon, riconosci papà?”. Credo che veramente ella si rendesse conto che ero là. Cercò di agitare le sue piccole mani. Le sue labbra tremarono come se stesse per piangere. Era tragico; l’agonia era così intensa che i suoi occhi erano diventati storti. Pregai e le imposi le mani, ma gli angeli vennero un po’ più tardi e portarono la piccola cara da sua madre. Ritornai a casa, schiacciato dal dolore. Due giorni più tardi, si seppellì la bambina nelle braccia di sua madre (4). Consolazione Divina Un mattino, poco tempo dopo, presi il piccolo Billy con me. Egli era ancora un piccolo bambino. Dovetti essere allo stesso tempo per lui papà e mamma. La notte, non avevamo i mezzi per avere del fuoco per riscaldare il suo latte, allora mettevo il suo biberon nel mio dorso e il calore del mio corpo manteneva il latte caldo. Mi rivedo, camminando nella città, il biberon sotto il braccio e il piccolo che comincia a piangere. Una sera, camminavo in lungo e in largo dopo la vecchia quercia in fondo al cortile. Ed egli piangeva per sua madre ed io non avevo madre a cui portarlo. Egli disse: “Papà, dov’è mamma? Tu l’hai messa in questa terra?”. Dissi: “No, caro, ella sta molto bene, è in cielo”. Piangeva, era molto tardi quella sera. Io lo portavo sulla mia spalla e lo consolavo. E mi disse: “Papà, per piacere, va a cercare la mamma e riportala qui”. Dissi: “Caro, io non posso andare a cercare mamma. Gesù...”. “Ebbene - disse - dì a Gesù di rimandarmi la mia mamma. Io la voglio”. Dissi: “Ebbene caro, tu ed io la rive-dremo un giorno”. Egli mi interruppe dicendo: “Papà!”. Dissi: “Si?”. Mi disse: “Ho visto mamma lassù in quella nuvola”. Questo fu un tale crepacuore. Quasi svenni. Strinsi il piccolo sul mio cuore ed entrai nella casa. I giorni passavano ed io non potevo dimenticare questo. Cercai di lavorare. Non potevo ritornare a casa, non era più la mia casa. Non avevamo che dei mobili in cattivo stato, ma era qualcosa che io e lei avevamo adoperato insieme. Era il nostro focolare. Mi ricordo di un giorno in cui lavoravo per il servizio pubblico. Dovevo riparare una linea secondaria in cattivo stato. Era mattino molto presto. Scalai questo palo a croce, ero molto in alto e cantavo: “Lassù sulla collina”. E la linea principale arrivava al trasformatore e partiva per la secondaria. Vidi il sole levarsi dietro di me. Le mie mani stese disegnavano sulla collina la forma della croce. Pensai: “Sono i miei peccati che l’hanno condotta là”. Dissi: “Sharon, cara, papà desidera talmente vederti. Quanto mi piacerebbe tenerti nuovamente nelle mie braccia, te, piccola benamata”. Fui fuori di me. Erano trascorse già parecchie settimane. Erano duemilatrecento volts che passavano accanto a me. Tolsi il mio guanto di caucciù. Dissi: “Dio, ho vergogna di fare questo, sono un vigliacco. Ma, Sharon, papà viene a vedere te ed anche la mamma, tra qualche minuto”. Cominciai a togliere questo guanto e successe qualcosa. Quando rinvenni, ero seduto a terra, piangendo, le mani posate sul mio viso. Era la misericordia di Dio, era Lui, che proteggeva il Suo dono, non me. Strinsi i miei arnesi, me ne ritornai e dissi loro: “Me ne torno a casa”. Feci il giro della casa, faceva molto freddo. Presi la posta ed entrai. Avevamo una piccola stanza ed io dormivo là, su un piccolo letto da campo. Guardando la porta, la prima cosa che vidi erano quelle piccole strenne di Natale da ottanta cente-simi: ”Signorina Sharon Rose Branham”. Era di nuovo là. Ero stato guardiacaccia. Mi impossessai della mia pistola e dissi: “Signore, non posso sopportare ancora questo, voglio morire. Sono così tormentato”. Tirai indietro il grilletto della pistola che appoggiai alla mia testa e mi inginocchiai accanto al mio letto, in questa camera oscura. Dissi: “Padre nostro che sei nei cieli! Santificato sia il Tuo nome, che il Tuo regno venga; che la Tua volontà sia fatta” e quando cercai di premere questo grilletto più che potei, dissi: “Sulla terra come in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. E il colpo non volle partire! Ed io pensai: “Oh Dio, vuoi veramente ridurmi a pezzi? Che ho fatto? Tu non mi lasci neanche morire”. E gettai a terra la pistola e il colpo partì lanciando la pallottola attraverso la stanza. Ed io dissi: “Dio, perché non posso morire e finirla? Non posso davvero andare oltre, devi fare qualcosa per me”. Sprofondai sul mio piccolo letto sporco e mi misi a piangere. E dovetti addormentarmi. Non so se dormivo o meno. Mi vidi che camminavo attraverso una prateria, cantando questo cantico: “C’è una ruota del carro che è rotta”. Strada facendo, notavo un vecchio carro coperto e la ruota era rotta. Mentre mi avvicinavo, guardavo e là stava una bellissima ragazza di circa vent’anni. Aveva gli occhi blu, i capelli biondi fluttuanti al vento ed era vestita di bianco. La guardavo e le dicevo: “Buongiorno signorina” e conti-nuavo. Ella diceva: “Ciao papà”. Mi giravo e dicevo: “Papà? Ma signorina, come posso essere vostro padre giacché avete la mia stessa età?”. Diceva: “Papà, semplicemente non sai dove ti trovi”. Io dicevo: “Che volete dire?”. Rispondeva: “Qui è il cielo, sulla terra ero la tua piccola Sharon”. “Ma - dicevo - cara, tu non eri che una piccina”. E diceva: “Papà, i bambini non sono dei bambini qui. Essi sono immortali”. “Ebbene, Sharon, cara, tu sei una bella fanciulla”. Diceva: “Mamma ti aspetta”. Ed io rispondevo: “Dove?”. Rispondeva: “Laggiù nella vostra nuova casa”. “Io non ho mai avuto una casa, cara”. “Ma tu ne hai una qui, papà”. E mi domandava: “Dov’è Billy Paul, mio fratello?”. Ed io dicevo: “Ebbene, l’ho lasciato dalla signora Broy qualche minuto fa”. Mi diceva: “Mamma vuole vederti”. Mi giravo e guardavo e c’erano dei bei grandi palazzi e la gloria di Dio li circondava. Ascoltavo un coro angelico cantare: “My home, sweet home” (“Mia casa, dolce casa” - n.d.t.). Cominciavo a salire una grande scala, correndo tanto velocemente che potevo. E quando arrivavo alla porta, ella era là, in piedi, vestita di un vestito bianco, i suoi lunghi capelli neri che cadevano sulle sue spalle. Le prendevo la mano e dicevo: “Cara, ho visto Sharon laggiù, è diventata una bella fanciulla, non è vero?”. Diceva: “Si, Bill”. Ella metteva le sue braccia attorno alle mie spalle e mi diceva: “Bill, finiscila di preoccuparti per me e Sharon”. Dicevo: “Cara, non posso impedirmelo”. Diceva: “Ora, Sharon ed io stiamo meglio di te. Non preoccuparti più riguardo a noi. Vuoi prometterlo?”. Ed io dicevo: “Hope, mi mancate talmente, tu e Sharon, e Billy piange sempre per te. Non so che fare con lui”. Diceva: “Tutto andrà molto bene, Bill. Promettimi solamente di non preoccuparti più”. Ed ella diceva: “Vuoi sederti?”. Guardavo intorno e c’era una grande sedia (2). Guardavo la poltrona e guardavo Hope. Ella sorrideva e mi diceva: “So a cosa pensi”. Quando ci sposammo, avevamo pochissimi mobili. Avevo sempre desiderato possedere una poltrona Morris per riposarmi dei miei duri lavori. Un giorno, ne comprammo una a rate ma dovemmo in seguito renderla, non avendo la possibilità di pagare le scadenze. Riprendeva: “Questa non ci sarà ripresa. É pagata. Siediti dunque e riposati” (4). Ed aggiungeva: “Adesso, stai per ritornartene Billy, promettimi che non ti preoccuperai più”. Ed io dicevo: “Non posso fare questo, Hope”. Proprio in quel momento, ripresi i miei sensi, era buio nella stanza. Guardai attorno e sentii il suo braccio attorno a me. Dissi: “Hope, sei qui nella stanza?”. Ella cominciò ad accare-zzarmi. Disse: “Mi farai questa promessa, Bill? Promettimi che non ti tormenterai più”. Io dissi: “Te lo prometto”. Mi consolò ancora due o tre volte, poi se ne andò. Saltai ed accesi la luce, guardai dappertutto, ella era andata via. Ma era solamente andata via dalla stanza. Ella è ancora vivente (2). __________________________ 1. Un profeta visita l’Africa, Julius Stradsklev, p. 15-16. 2. Storia della mia vita, Los Angeles, 1959. 3. Come l’Angelo venne a me e il Suo mandato, Chicago, 1955. 4. William Branham, Editions Evangéliques, Peseux/NE. 5. Apocalisse capitolo quattro, Jeffersonville, 1960. 6. Storia della mia vita, 1951. CAPITOLO QUINTO L’ IDDIO DEI MIRACOLI In seconde nozze - 1941 Sapete, ho barato un po’ sul conto di mia moglie al momento della nostra luna di miele. É Dio che mi ha detto di sposarla, nel momento stesso (ella non lo sapeva) in cui cercavo di non sposarla. Non perché non l’amassi, ma perché pensavo di non poterle dare di che vivere e perché ella era brava; io non meritavo questo. Ella si mise a pregare ed aprì la sua Bibbia...Ella pregò: “Signore, io non ho mai fatto questo prima d’ora, ma dammi un passo della Scrittura che mi aiuterà. Se io devo dimenticarlo, lo farò”. Quando aprì la Bibbia, si aprì a Malachia 4: “Ecco Io vi mando Elia, il profeta”. É successo circa venti anni fa, quando ella non sapeva niente del ministerio di questo giorno. Ero coricato laggiù, sulla riva del fiume, quando una notte il Signore mi risvegliò. Io L’intesi là vicino alla porta. Egli disse: “Valla a prendere; il tuo matrimonio avverrà il ventitré ottobre prossimo”. É esattamente ciò che ho fatto. Con i miei risparmi, mi ero proposto di portarla in luna di miele nell’Adirondack, New Hampshire, per fare un po’ di caccia, passando per le cascate del Niagara. Scrissi al signor Denton, un allevatore di bestiame: “Signor Denton, io salgo lassù, voglio cacciare con voi l’orso, quest’autunno”. Noi andammo sul monte Hurricane. Mi rispose: “Okay, Billy, vieni, io sarò lassù per una certa data”. Così, io, mia moglie e Billy arrivammo laggiù un giorno in anticipo e la cabina era chiusa. Quel giorno, mentre stavamo aspettando, la temperatura cominciò ad abbassarsi. Il signor Denton sarebbe dovuto venire l’indomani. Dissi: “Sai, cara, potrei abbattere per noi un bel capriolo. Avremo così la nostra carne per l’inverno, se io caccio un po’, oggi”. Dovevo cercare di risparmiare e c’eravamo proprio appena sposati. Mi rispose: “Va bene, vacci Billy, ma ricordati che io non sono mai venuta in questi boschi, che noi abbiamo fatto all’incirca venticinque miglia nelle montagne e che io non ne conosco niente”. Le dissi: “Ti ricordi, due anni fa, quando ho ucciso quei tre orsi? Era proprio laggiù, dietro la cima della montagna. Ci sono molti caprioli qui. Vado a trovarne uno e sarò di ritorno in poco tempo”. Mi rispose: “D’accordo”. Quando andai, il tempo era piuttosto pesante. Voi sapete quel che significa quando quella nebbia comincia a venire nelle montagne, non sapete più dove siete. Andai dunque discendendo lungo un’apertura, salii su una collinetta e vidi un puma! Nell’ovest lo si chiama piuttosto giaguaro, laggiù lo si chiama leone di montagna; è lo stesso felino. Attraversò la strada, io brandii rapidamente la mia carabina, ma non così rapidamente per poterlo sparare. M’inoltrai, dunque, fino alla cima della collina, inseguendo questo giaguaro. Potevo udirlo ed osservavo le foglie, per vedere dove era passato. In tutto questo tempo, io non vidi calare questa nebbia ed ero sceso in una grande valle, sempre inseguendo il giaguaro. Pensai: “Lo acchiapperò in poco tempo”. Vidi un apposta-mento alto, mi affrettai a salire per andare a guardare se potevo vederlo. Spiai, ascoltai molto attentamente, poi ridiscesi. Esso diventò molto astuto, perché si mise a saltare di albero in albero. Dunque, lo abbandonai. Risalendo il canyon, sentii l’odore di un vecchio orso maschio. Mi dissi: “Molto bene, l’avrò”. Lo sentii di nuovo ed andai un po’ più lontano, sorvegliando ogni specie di segnale e traccia. Non potevo vedere niente. Feci un giro e passai dall’altra parte della montagna e, in quel momento, notai che c’era un po’ di nebbia. Ma ecco che lo sentii di nuovo, era da qualche parte, non molto lontano. Mi dissi: “Il vento soffia da quest’ altra direzione, ritornerò dunque dove l’ho sentito la prima volta”. Poi, ritornando nel canyon, vidi dei cespugli muoversi e qualcos’altro si spostò. Pensai: “É lui. Senza muovermi, caricai la mia arma e, in quel momento, mi accorsi che era un bel capriolo, uno molto grosso. Mi dissi: “In ogni modo, è esattamente quello che volevo”. E lo abbattei. Mentre lo appendevo e lo sistemavo, pensai: “Gloria a Dio, grazie Signore Gesù di avermi dato la mia provvista di carne per quest’inverno”. Dopo essermi lavato le mani e pulito il mio coltello, mi accorsi che una tempesta si preparava. Pensai: “Bisogna che mi sbrighi per ritornare”. Risalii il canyon correndo, cercando il luogo in cui girare. Il vento soffiava già e gli alberi si toccavano insieme. Sapevo di dirigermi direttamente sul monte Hurricane, ma dovetti fermarmi,tutto sudato. Ragionai: “Che mi succede? É più di una mezz’ora che cammino e non ho ancora trovato il posto in cui bisogna girare”. Alzai gli occhi e vidi il mio capriolo sospeso; ero esattamente nello stesso posto. Ripartii di nuovo pensando: “Questa volta, ci arriverò, non ho fatto attenzione”. Dunque, notai il minimo movimento, cercando, cercando, cercando. Quelle nuvole si avvicinavano, sapevo che una tempesta di neve si preparava, la nebbia era bassa. Continuai ad avanzare, camminando senza sosta. Dopo un momento, mi dissi: “É strano, mi sembra che ho già visto questo posto prima”. Alzando gli occhi, ecco che era sospeso il mio capriolo. Sapete che cosa mi succedeva? Gli indiani chiamano questo: “il cammino della morte”. Camminate sempre in tondo. Pensavo di essere un’ottima guida e quindi di non potermi perdere. Non si aveva mai bisogno di spiegarmi i dintorni, sapevo sempre sbrigarmela. Partii di nuovo dicendomi: “Tu non puoi fare questo errore”. E ritornai al medesimo posto. La neve cominciò a cadere dappertutto, faceva quasi buio. Sapevo che Meda sarebbe morta quella sera nei boschi, non sapeva come sbrigarsela. Billy aveva sei anni. Pensai: “Che faranno?”. E continuando, arrivai in una torbiera. Pensai: “Sono su un terreno piatto da qualche parte nella nebbia, non vedo più niente”. Solitamente mi sarei fermato in un posto, mi sarei tagliato un pezzetto di capriolo e sarei restato là fino a che la tempesta non fosse passata e ne sarei uscito un giorno o due dopo. Ma non si può fare questo quando si ha la propria moglie e il proprio bambino che stanno per perire nei boschi. Andai un po’ più lontano e riflettei: “Bene, quando ho attraversato questa prima valle, il vento soffiava in faccia, dunque, devo essere arrivato da questa direzione”. Avevo errato dappertutto, ma non sapevo più dove ero. Cominciai a diventare nervoso. Mi dissi: “Aspetta un minuto, tu non puoi essere perduto, oh, tu ne uscirai certamente”. E continuando sempre, udii una Voce che mi diceva: “Io sono un aiuto sempre presente in un tempo di distretta”. Pensai camminando: “Sto per perdere la ragione. Sento bene una Voce che mi parla, che mi succede? Non posso perdermi, sono un ottimo cacciatore, per potermi perdere. No, io non sono perduto”. Ma, in fondo a me stesso, c’era qualcosa che mi diceva: “Ragazzo mio, tu sei perduto e lo sai molto bene”. Avanzavo sempre, cercando di illudermi: “Tu non sei perduto, tutto andrà bene”. Direttamente, intesi Questa di nuovo: “Io sono un aiuto sempre presente in tempo di distretta”. Pensai: “Che posso fare allora? Signore, io non merito di vivere, ho avuto troppa fiducia in me stesso. Pensavo di essere un cacciatore, ma non lo sono”. Amici miei, ho sempre avuto fede in Lui. Egli mi ha dato da battere dei record mondiali di caccia. Malgrado io sia un povero tiratore, ho sparato dei caprioli a settecento o ottocento verghe. Ho un fucile che ha tirato per trentacinque anni senza mancare un colpo. Ma non sono io, è Lui. Io ho sempre avuto fiducia in Lui. La Voce si avvicinava sempre di più: “Io sono un aiuto sempre presente in un tempo di distretta”. Pensai: “Sarà Dio che mi parla?”. Tolsi il mio cappello e il mio cappotto, posai il mio fucile contro ad un albero e pregai: “Padre Celeste, sto per perdere la ragione e sento una Voce che mi parla. Sei Tu?”. Aggiunsi: “Signore, devo confessare che non sono un cacciatore. Io non posso più ritrovare la mia strada. Bisogna che Tu mi aiuti. Non merito di vivere, ritenendomi troppo bravo per perdermi. Ho bisogno di Te. Mia moglie e il mio piccolo ragazzo sono qui nei boschi e moriranno questa sera. Quando il vento farà scendere la temperatura a dieci gradi sotto zero, essi non sapranno come sopravvivere. Non lasciarli morire, oh Dio! Riportami verso di loro affinché io possa salvarli. Io sono perduto! Io sono perduto, oh Dio! Aiutami per piacere. Perdonami le mie vie egoiste. Non posso fare niente senza di Te, Tu sei la mia Guida. Soccorrimi, Signore. Amen”. Mi rialzai e dissi: “Adesso, mi orienterò nella direzione migliore che io conosca, cercherò di camminare in linea diritta, perché ho girato in tondo. Andrò secondo la via che Tu mi indicherai, Signore Iddio, mia Guida”. Proprio in quel momento, Qualcosa mi toccò rapidamente la spalla, mi sembrava essere come una mano d’uomo; mi girai per vedere, ma non c’era nessuno. Pensai: “Che significa questo?”. Guardai in alto e, proprio dietro di me, questa nebbia si era ritirata formando un tunnel di sei miglia di lunghezza (un miglio equivale a circa un chilometro e mezzo - n.d.t.), proprio perché io potessi vedere la torre che era sulla cima del monte Hurricane. Compresi allora che, proprio nel meglio della mia abilità di cacciatore, stavo per prendere proprio la direzione opposta. Mi girai subito. Tolsi il mio cappello ed alzai le mani dicendo: “Guidami là, oh Dio, Tu sei la mia Guida”. Andai via, dovevo salire ben diritto i pendii scoscesi. Il buio arrivò e i caprioli saltavano davanti a me, ma io non pensai a nient’altro che di tenermi allineato verso l’alto di quella montagna. Quella primavera, avevo aiutato il signor Denton ad installare una linea telefonica che era lunga all’incirca tre miglia e mezzo dalla torre al campo. Così, sapevo che se avessi potuto raggiungere questa torre, c’era un sentiero che portava direttamente al campo. Era buio, il vento soffiava la neve dappertutto, io non potevo vedere niente. La mia sola opportunità era di salire fino alla sommità per sei miglia. C’era questa linea di telefono che noi avevamo fissato di albero in albero fino al campo. Alzai la mia mano pregando: “Oh Dio, lasciami toccare questa linea”. Io camminavo e il mio braccio diventava così stanco che potevo appena tenerlo. Allora, lo cambiavo per il mio fucile. In seguito indietreggiavo di due passi per essere sicuro di non mancarlo e ripartivo. Dopo un po’ di tempo, mentre ero sul punto di abbandonare, la mia mano toccò qualcosa. Oh! Ero salvo! Tolsi il mio cappello, posai la mia arma e dissi: “Oh Dio, che sentimento è quello di ritrovarsi, quando si è perduti. Seguirò questa linea fino in fondo, non la lascerò mai fino a che non sia arrivato laggiù. Mi guiderà esattamente verso mia moglie e il mio bambino”. Così, tenni fermamente questo filo senza mai osare lasciarlo. Lo tenni fino a che mi guidò nel luogo in cui stava tutto ciò che avevo di più prezioso sulla terra. Fu un’esperienza orribile, una grande esperienza per ritrovare il mio cammino. Ma non è che la metà. Un giorno, ero perduto nel peccato e andavo di chiesa in chiesa, cercando di trovare Qualcosa. Ma un giorno, in una piccola rimessa a carbone, avevo alzato le mie mani ed avevo trovato Qualcosa. Dovrei piuttosto dire che Qualcosa mi aveva toccato. Era questo Filo di Vita, la Guida. Non toglierò mai le mie mani da sopra questo Filo, poiché tutto ciò che mi è di più prezioso sulla terra e nel cielo è alla fine di questo Filo. Egli mi ha condotto in sicurezza fino a qui e ho fiducia in Lui per il resto del cammino. Quando lo Spirito Santo verrà, Egli vi guiderà, vi dirigerà in tutta la Luce (1). Gli avvenimenti che seguiranno in questo capitolo non sono cronologici. Notiamo che Dio vegliò gelosamente affinché si rispettasse il Suo servitore. Ed eccone alcune testimonianze. Poco importa chi voi siete, cristiani o non cristiani, dovete tuttavia rispettare Dio e rispettare quello che Egli fa, o sopportarne le conseguenze. Potrei testimoniare per delle ore quello che ho visto nella mia vita e le cose che sono successe qui e negli altri paesi. Eccone solamente qualche caso al fine che possiate capire ciò che io cerco di farvi comprendere. Parecchi anni fa, quando non ero che un giovane predicatore, ero in piedi là, predicando all’angolo della strada. Una donna passò, era cattolica come suo marito, ma non praticante. Avevo circa vent’anni o ventidue; l’avevo conosciuta quando era ragazza, qui in città. Ed ella venne laggiù e disse: “Io non lascerei la mia mucca preferita avere la religione di William Branham”. E, la sera seguente, prima che potessi arrivare da lei, morì in un ospedale e ancora oggi non si conosce la causa della sua morte. Mentre moriva all’ospedale, suo marito venne a cercarmi e disse: “Venite subito a dire una preghiera per mia moglie. Ha cercato di voi per tutta la serata. Ella sta morendo”. Io risposi: “Ci andrò”. Lasciai la riunione e andai all’ospedale con lui. E salendo le scale, incontrai un’infermiera che disse: “É già morta”. Ma il marito disse: “Venite lo stesso a fare una preghiera per lei”. Risposi: “É morta, questo non le farà alcun bene adesso”. Egli disse: “Ebbene, venite a vederla”. Ci andai. Aveva dei capelli castani, era una bellissima donna con qualche macchia di lentiggini sul viso e dei grandi occhi neri. Quell’infermiera mi disse: “Billy, è morta in una tale agonia, gridava il vostro nome tanto forte che poteva, dicendo: ‘Ditegli di perdonarmi’, a tal punto che le sue lentiggini sembravano sul suo viso apparire come delle verruche”. E i suoi grandi occhi uscirono dalle sue palpebre chiuse a metà. Sicuramente, sapete che allorquando una persona muore fa lavorare i reni e gli intestini. E così che un vapore si alzò dal suo corpo. Morì in una tale agonia, non perché mancò di rispetto verso di me, ma perché mancò di rispetto verso il Vangelo che io predico. Dio che agisce con dei segni e dei miracoli (2). Qualche tempo fa, a New Albany, parlavo a un peccatore per condurlo a Cristo, era un grande e alto uomo dalle mani rudi, uno dei miei amici. Suo genero dirigeva il garage proprio accanto. Stavo là, predicando all’ora della cena, mangiai un sandwich e gli parlai di Dio. Durante la giornata, cercavo un posto dove andare all’ora della cena, per guadagnare un’anima a Cristo. Egli disse: “Signor Branham (non ero che un giovane predicatore), mia madre aveva questo genere di religione, questa religione che tocca il cuore”. Le lacrime gli colavano lungo le guance. Gli dissi: “Da quanto tempo è morta?”. “Da anni; ha sempre pregato per me”. Gli dissi: “L’Iddio, che ha inteso le sue preghiere, cerca di risponderci in questo stesso momento”. E quell’altro uomo venne in questo luogo e disse: “Ciao!”. Era ubriaco. Egli disse: “Hei Billy! Ascolta, ogni volta che vuoi venire nel mio garage, tu puoi venire, però non portare questa vecchia religione da esaltato”. Mi voltai verso di lui e gli dissi: “Dovunque Cristo non è il benvenuto, io non ci andrò”. Egli si rigirò e disse: “Oh, torna in te stesso, ragazzo mio”. Intesi semplicemente nel mio cuore una Voce dire: “Tu raccogli di quel che semini e sarebbe meglio per te che si appendesse al tuo collo una macina da mulo e che ti si gettasse in fondo al mare...”. E suo genero, quello stesso pomeriggio, gli passò sopra con un camion Chevrolet carico di due tonnellate e fu schiacciato. Vedete? Dovete rispettare Dio, dovete farlo (2). Mi ricordo di una certa giovane ragazza, una sera che io predicavo in una grande chiesa battista nel Tennessee. Mi ero sentito condurre quella sera a chiamarla per venire a Cristo. Era una delle figlie di un diacono. E stando vicino alla porta, quella sera, ella attese che io uscissi. Quando uscii, disse: “Io voglio che sappiate questo adesso: non mettetemi mai più in imbarazzo in questa maniera”. Le dissi: “Dio ti chiamava”. Ella rispose: “Che assurdità! Io sono giovane, ho molto tempo. Mio padre ha abbastanza religione per noi tutti a casa”. Le dissi: “Non abbastanza per voi, sorella, ciascuno deve avere la propria religione”. Ella replicò: “Quando vorrò che qualcuno mi parli a riguardo, sceglierò qualcuno che ha abbastanza buon senso, ma certamente non qualcuno come voi”. Io le dissi: “Dite quel che volete, questo non mi disturba, ma un giorno, lo rimpiangerete”. Non molto tempo dopo questa conversazione, passai di nuovo nella stessa città. Ed eccola che scendeva la strada, scomposta, con una gonna che pendeva, una sigaretta in mano, e mi offrì da bere del whisky. Ed ecco la sua testimonianza; ella disse: “Vi ricordate della sera in cui mi avete chiamato laggiù? Era la verità. Lo Spirito di Dio cercava di convincermi quella sera a venire a Lui. Da quel momento, avrei potuto vedere l’anima di mia madre friggere nell’inferno come una crèpe e riderne”. Ecco ciò che è successo (2). C’era un predicatore olandese della chiesa riformata che andò verso un altro e gli disse: “É il giorno in cui abbiamo una visita. Tu dovresti andare a sentirlo”. L’altro replicò: “Non è nient’altro che uno spiritualista”. Il primo gli domandò: “Hai già visto uno spirito guarire gli ammalati?”. “No”. Il primo disse: “Andrò a pregare per la tua anima”. Egli uscì nel cortile di dietro, s’inginocchiò sotto un pesco e cominciò a pregare: “Signore, sii misericordioso...”. E mentre pregava, l’Angelo del Signore venne in un turbine. L’Angelo venne e mise la Sua mano sulla sua spalla e gli disse di ritornare verso il suo amico. Quando ritornò, gli raccontò ciò che era successo. Apprendemmo, il giorno seguente, che il secondo ministro era girato e aveva visto sulla camicia del primo l’impronta della mano dell’Angelo. Alleluia! Questo avvenimento era sui titoli dei più grandi giornali dell’Africa del sud. Mi portarono là e presero la mia mano sinistra e la posarono su quest’impronta di mano sinistra e questa combaciava perfettamente. Il primo predicatore era là che aveva una camicia perfettamente normale e l’altro ministro l’aveva vista e, tre minuti dopo, ecco che il primo venne a dire che Qualcosa l’aveva toccato, come del fuoco sul suo dorso, spiegando che era l’Angelo del Signore che era venuto in un turbine. Ecco la prova che egli diceva e testimoniava la verità all’altro (3). Mentre parlava in una riunione tenuta nella strada, una donna, che aveva un braccio storpio, disse al fratello Branham: “So che l’unzione di Dio è su di voi. Quando pregherete, pensate per piacere al mio braccio paralizzato, è in questo stato da molti anni”. Le rispose: “Se voi credete veramente, stendete il vostro braccio, poiché Gesù Cristo vi ha guarita”. Immediatamente, il suo braccio si raddrizzò e la povera donna, piangendo di gioia, s’inginocchiò e ringraziò Dio. Una donna stava lì vicino e disse: “Se la religione di Billy Branham è la vera religione, io non ne voglio sapere niente”. Ma mentre si girava per andarsene, le accadde una strana cosa: urtò ad un’asse e cadde. Il suo braccio si ruppe in quindici punti. E il braccio che si era rotto era lo stesso della donna che era stata guarita (4). Al ritorno da un viaggio in Arizona, che il fratello Branham fece con qualche consigliere della sua chiesa, il fratello Branham racconta l’aneddoto seguente. Nella Sua bontà, Egli ci conduceva là dove c’era della selvaggina, mostrandoci dove si trovava. Era semplicemente meraviglioso essere laggiù, seduto, la sera, attorno al fuoco del campo a chilometri e chilometri dalla circolazione; e di guardare il fuoco del campo che proiettava la sua luce vacillante sulle rocce dei dintorni. Era straordinario. C’era là un fratello che aveva avuto delle difficoltà con sua moglie. Anni prima, in una riunione dove io tenevo un servizio di guarigione, ella aveva alzato la testa quando avevo chiesto alle persone di tenerla abbassata. C’era sulla piattaforma uno spirito cattivo che non voleva lasciare una donna e questa signora nella sala, con una totale mancanza di rispetto, aveva alzato lo stesso la testa. E lo spirito lasciò la donna che era sulla piattaforma per entrare in lei. É successo circa quattordici anni fa, questa signora cadde in un triste stato, anche dal punto di vista mentale, fino a fare delle cose false. Per esempio, lasciò suo marito, se ne andò e sposò un altro uomo, mentre viveva ancora con suo marito. Affermava di non sapere che aveva fatto questo. Cercarono di esaminarla, pensando che poteva essere un’amnesia. Ma non era questo. Era uno spirito. Questa donna era una delle nostre migliori amiche, ma quella sera mi odiava (naturalmente ne vedete la ragione). Ma quando suo marito venne, ci mettemmo in ginocchio nella stanza per pregare, allora lo Spirito Santo discese; era questo. Poi, Egli apparve a suo marito, quella notte, in un sogno. Ritornò per raccontarci questo sogno ed egli pensò fosse un sogno ordinario. Ma scoprimmo che era la risposta riguardo alla guarigione. Quanto lo Spirito Santo ha agito meravigliosamente! (5) Un toro assassino Tutto il mio ministerio è stato basato sull’amore. Se posso amare o essere in comunione con qualsiasi persona che è davanti a me, succede qualcosa. Quando ero guardiacaccia, qualche anno fa, percorrevo i boschi e i campi per il mio lavoro. Non lontano dal luogo in cui io pattugliavo, c’era un amico che era malato e che aveva bisogno di me. Allora posai il mio fucile sul sedile dell’auto, aprii la barriera e cominciai ad attraversare un campo recintato, sapendo che era la strada più breve per andare alla casa del mio amico. Quando ero a circa duecento metri dalla barriera, vidi un grande toro nero rizzarsi davanti a me. Ma da dove veniva? Allora mi ricordai che era un toro assassino, aveva ucciso un uomo. Ma siccome era un buon riproduttore, lo avevano venduto a questa fattoria, io avevo dimenticato che era là. Era ad appena trenta metri da me. Cercai il mio fucile ma non era là, era nell’auto, dove l’avevo lasciato. Oh! Sono contento di averlo lasciato, altrimenti avrei ucciso il toro e poi avrei dovuto pagarlo. Grattò un po’ il suolo e si precipitò verso di me. Sapevo che la barriera era troppo lontana, non c’era vicino a me che un cespuglio dietro il quale si era coricato. Oh! Che potevo fare? Da qualsiasi lato mi fossi girato, mi avrebbe ucciso. Era la morte. Allora pensai al Signore e in fondo al mio cuore dissi: “Affronterò la morte tanto valorosamente quanto lo potrò, grazie alla mia fiducia in Gesù Cristo”. E immediatamente dopo questo slancio del mio cuore (ora, ve ne prego, non considerate questo come una ragazzata), qualcosa successe. É sempre in questi momenti che qualcosa succede. Al posto di odiare questo toro, comunicai con lui, lo amai. Non provavo più paura per questo animale così come non ne provo davanti a voi, fratelli miei, su questo palco. Tutta la paura mi aveva abbandonato. Pensai: “Povera bestia, sono sulla tua proprietà, tu sei un animale, non sai niente. Tu cerchi solamente di difendere i tuoi diritti”. Allora, parlando ad voce alta, dissi queste parole al toro: “Oh creatura di Dio, sono un servitore di Dio e vado a pregare per il mio fratello malato. Mi dispiace di averti disturbato, ma, nel Nome di Gesù, ritorna a dormire”. A queste parole, si fermò di netto. Ero immobile davanti a lui, tanto calmo quanto io lo sono adesso. E questo grande toro assassino fermò la sua carica contro di me a due metri di distanza. Fu così deconcentrato che guardò da un lato e dall’altro, poi si girò e tornò a dormire. Passai a due metri da lui, ma non fece un solo movimento. Oh! Quando l’amore è messo alla prova, esso respinge ogni nemico o ogni prova terrena. L’Iddio che ha chiuso la bocca dei leoni nella fossa è ancora vivente oggi, fratelli miei (6). Un nido di vespe Un pomeriggio molto caldo, tagliavo l’erba dietro la casa. Nessuno poteva vedermi, così tolsi la mia camicia e mi misi a tagliare velocemente l’erba. Avevo dimenticato che, nell’angolo dello steccato, c’era un nido di vespe e passai la falciatrice in questo nido. Oh! Amici miei, Dio mi è testimone, in un istante, fui completamente ricoperto di vespe. Adesso, voi sapete quanto è pericolosa la puntura di una vespa: essa può uccidervi. Ero là, a torso nudo. Allora si produsse qualcosa. L’amore, ecco quello che è. Al posto di odiare queste vespe, pensai: “Povere piccole creature di Dio, non ho niente contro di voi, è il vostro territorio, io vi ho disturbate”. Poi, dissi ad alta voce alle vespe: “Sono talmente dispiaciuto di aver dimenticato che il vostro territorio era lì e io vi ho spaventate, vi ho disturbate. Ve ne prego, perdonatemi”. Questo sembra infantile, ma penso che sia preferibile per noi di essere dei bambini di Dio, piuttosto che comportarci sempre da adulti volendo fare tutto da noi stessi. Ero coperto di vespe, ma non ne avevo paura. Dissi: “Piccole creature, ritornate nel vostro nido, non vi farò alcun male”. E così, come è vero che Dio esiste, queste vespe girarono attorno a me tre o quattro volte e ritornarono direttamente nel loro nido. Era l’amore. Oh! La potenza dell’amore, amici miei (6). La madre opossum Ecco un’altra occasione in cui l’amore si è manifestato a me e mi ha sconvolto. L’estate scorsa, ero seduto sotto il portico con i miei buoni amici Leo e Gene, insegnando loro la Parola di Dio. Avevamo studiato molto seriamente una lezione sul soggetto: L’amore di una madre. E quel mattino, sul giornale, c’era la storia di una bella giovane ragazza nera che aveva dato alla luce un bambino illegittimo e che l’aveva portato sul ponte del fiume Ohio. L’aveva gettato nell’acqua, avvolto nella sua coperta. Un autista di taxi aveva segnalato il fatto alle autorità che fecero un’inchiesta la quale confermò i fatti. Avevamo discusso di questo dramma, dicendo che questa donna non aveva certamente alcun amore. Era una femmina che aveva dato alla luce un bambino, ma ella non era certamente una madre. E allora, vedemmo una madre opossum risalire il mio viale. Era passata davanti ad altri cortili che non avevano recinto ed era venuta verso il mio che era completamente recintato, come se conoscesse la strada. Non cercò di passare sotto il recinto, venne verso il viale che ingaggiò e si diresse direttamente verso il portico. Dissi ai miei amici: “Deve avere la rabbia o qualcosa del genere, poiché gli opossum non si spostano che la notte. Quando è giorno, vedono appena”. Scendemmo lungo il viale, andandole incontro. Raccolsi il rastrello che il fratello Wood aveva lasciato là il giorno prima e glielo posai davanti con cura. Al posto di fare il morto, come avrebbe dovuto fare, cominciò a mordicchiare il rastrello. Questo mi sorprese poiché, al minimo segnale di pericolo, gli opossum fanno sempre il morto, ciò è all’origine di una espressione popolare. La girai sul dorso e scoprii che era gravemente ferita. Aveva una zampa rotta, un lato della sua testa era stato schiacciato ed era piena di sangue coagulato. Le mosche avevano coperto la ferita, dei vermi si erano formati. E si sentiva un odore come di carne putrefatta, poiché era molto infetta. Dopo qualche istante che stava sul dorso, la tasca nella quale portava i suoi piccoli si aprì a causa della sua debolezza. I suoi muscoli erano così affaticati e deboli che non poteva neanche più tenere i suoi piccoli e cercava di proteggerli. Dissi a Leo e a Gene: “Guardate, amici miei, ecco una vera madre. Utilizza il suo ultimo fiato per combattere per i suoi piccoli, mentre quella donna di colore ha buttato il suo nel fiume. Ecco il vero amore di una madre per la sua prole”. Oh! Come fui toccato! Allora, l’opossum cercò di rialzarsi, così io la lasciai. Cominciò a risalire il viale verso la casa. Continuammo ad osservarla, andò direttamente fino ai gradini della mia scalinata e crollò e restò immobile. Ci dirigemmo verso di lei e, in quell’istante, il fratello e la sorella Wood si avvicinarono. La sorella Wood, che è veterinario, disse: “É ferita troppo seriamente per vivere, così fareste meglio a ucciderla, fratello Branham”. “Oh! - feci - Io non posso”. Ella disse: “Ma, morirà e i suoi piccoli moriranno di fame. Prendete i piccoli e uccideteli velocemente”. Ella confermava che era preferibile ucciderli piuttosto che lasciarli soffrire. Ma, oh, io non potevo farlo! Allora mi disse: “Bene, andate a cercare una pistola e uccidete questa povera bestia, fratello Branham”. Io dissi: “No, non credo, sorella Wood. Io non posso assolutamente farlo”. Disse: “Voi siete un cacciatore, non è vero?”. Risposi: “Si, ma non sono un assassino”. “Ebbene - disse - allora andate a cercare mio marito affinché possa farlo lui”. Ma, non credevo che questa fosse la soluzione migliore. Risposi: “Bene, aspettiamo un po’”. E la giornata trascorse. Quella sera, uscii a fare una passeggiata con la mia famiglia e, ritornando, andai a vedere se l’opossum fosse ancora là. Era là, più vicino alla morte che mai. Sapevo che se avesse avuto anche un poco di forza, sarebbe andata via durante la notte, poiché questi animali non si spostano che durante la notte. Ma, giaceva là e i suoi piccoli cercavano ancora di succhiare. Oh! Come avevo pena per questo piccolo animale ferito che giaceva là, morente. E, il mattino dopo, sul presto, mia figlia Rebecca venne da me, erano all’incirca le sei del mattino, e stavo per andare nel mio studio per meditare sul nostro Signore. E mi disse: “Papà, sono ossessionata da questa povera madre opossum”. Risposi: “Anch’io, Becky”. Allora, decidemmo di andare a vederla. E mentre l’osservavamo, sembrava più che mai peggiorare. La sua respirazione era così lenta che era appena percettibile. Becky cominciò a piangere. Così, rientrammo e la mandai a letto. Ritornato nel mio studio, mi sedetti pensando: “Oh Dio, come questa povera madre opossum deve soffrire. Quanto deve amare i suoi piccoli. Spero di non doverla uccidere”. E mentre ero seduto là, Qualcosa mi disse: “Tu hai predicato su di lei ieri, è stata il soggetto della tua predicazione”. Io dissi: “É vero”. “Tu hai detto che era una vera madre”. Io dissi: “É vero”. “Ma Io l’ho inviata alla tua porta e ci è rimasta come una signora ventiquattro ore, aspettando il suo turno affinché si pregasse per lei, e tu non hai mai detto nemmeno una parola”. Dissi: “Ma io... Ma a chi parlo? Parlo a me stesso?”. Mi alzai improvvisamente e pensai: “Oh! Sei Tu, mio Dio?”. Abbassai la testa ed esclamai: “Oh, Dio di clemenza, perdona l’ignoranza del Tuo servitore. Mi dispiace profondamente, Signore, di essere così stupido e di mancare tanto di saggezza. Te ne prego, perdonami, Signore benamato”. E su queste parole, mi precipitai verso la vecchia madre opossum. Mi inginocchiai vicino a lei, alzai la testa verso Dio, pregando per la sua guarigione. Posai le mie mani sul suo corpo quasi inanimato, con fervore. E mentre mi alzavo, la vita cominciò a ritornare nel suo corpo. Si rimise sulle sue zampe e riunì i suoi piccoli. Mi guardò come per dirmi: “Grazie, gentile signore”. Attraversò l’erba, discese il viale, poi girò a destra, andando direttamente verso la strada, seguendo il cammino che aveva fatto per venire; e si immerse nei boschi. Come ero contento e quanto ringraziavo Dio! Egli aveva condotto una povera madre opossum alla mia porta perché io pregassi per lei ed Egli le aveva reso la vita. Un animale che non ha neanche un’anima perché lo Spirito Santo venga ad abitarci; e tuttavia, Dio la condusse con la Sua mano potente. Per quanto io sappia, essa vive sempre ed ha allevato la sua piccola famiglia. Se Dio, per il Suo Santo Spirito, ha potuto condurre una povera opossum muta verso di me affinché io pregassi che la sua vita fosse risparmiata, quanto più preziosi siete voi che un opossum (6). Un infedele diventa credente Fu circa otto o dieci anni fa, proprio prima della mia prima venuta a Phoenix. C’era una donna che era stata curata al sanatorio di Waverly Hills per la tubercolosi. La si portò perché era condannata, i dottori le avevano dato tra i dieci e i quindici giorni di vita. Era madre di cinque bambini piccoli. Andai dunque a pregare per lei e mentre pregavo la vidi che stringeva anni dopo la mano dei suoi bambini. I suoi capelli erano grigi, mentre in quel momento erano neroscuro. Le dissi: “Sorella, COSI’ DICE IL SIGNORE, voi vivrete”. Si mise a piangere e mi disse: “Reverendo Branham, qualche cosa è successa nel mio cuore, sento molto semplicemente che vivrò”. Io dissi: “Sarà così perché è il COSI’ DICE IL SIGNORE!”. Raccontai questo all’assemblea. Avevo un vicino che non credeva in Dio, era un totale e perfetto incredulo. Era uno scienziato che lavorava per il governo. Egli disse: “Chiunque crede in questo è un folle”. Qualcuno aveva sparso la notizia, il giorno seguente, riguardo a ciò che avevo detto a questa donna. Non avevamo avuto riunioni e quindi pattugliavo le montagne, i miei abiti a brandelli. Quando girai l’angolo della strada, andando dal droghiere, sulla mia vecchia bicicletta, ecco che questo incredulo scendeva la strada. Io dissi: “Buongiorno, signore”. “Ciao predicatore” disse. Ed aggiunse: “Voglio parlarvi giusto un minuto. Non avete vergogna di voi stesso?”. “Perché?” domandai. Rispose: “Per aver detto a quella povera madre morente laggiù che vivrebbe, cercando di confortare queste persone con delle simili false speranze”. Io dissi: “Ma, io non conforto mai con delle false speranze”. Disse: “Ella è morente, suo marito che lavora con me al governo mi ha detto che voi siete andato laggiù l’altro ieri e che avete pregato per lei e avete detto che guarirebbe e che vivrebbe fino a diventare anziana”. “É esatto - risposi - io non ho fatto questo, Dio lo ha fatto”. Egli replicò: “É un’assurdità! Vergognatevi! Dovreste essere sufficientemente gentiluomo per non nutrire di speranze le persone con delle tali falsità”. “Non è falso” dissi. Egli disse: “Andate via con queste cose” e se ne andò. All’incirca due o tre giorni dopo, mia moglie mi annunciò che sua moglie, la signora Andrews, era molto malata. Mia moglie la conosceva molto bene perché era una credente molto amabile appartenente a una chiesa cristiana. Mi disse: “Dovresti andare a vederla”. Dissi: “Sicuramente, ma devo andarci dolcemente, poiché suo marito è quell’incredulo. Gli domanderò se posso rendergli qualche servizio e può darsi che mi domanderà di pregare per lei”. Andai dunque a vederlo e gli dissi: “Come va, signor Andrews?”. “Ciao predicatore” disse. Dissi: “Ho inteso dire che vostra moglie è malata”. “Si - disse - ma ho un buon medico che si occupa di lei”. “Bene - dissi - volevo domandarvi, signor Andrews, visto che siamo vicini, se potevo aiutarvi a rientrare del carbone o a fare delle commissioni alla drogheria o qualsiasi cosa posso fare per voi”. “Ah, molte grazie - disse - ma noi abbiamo un buon dottore per lei e tutto andrà bene”. Mi nominò un dottore della città e gli risposi: “É un uomo molto per bene, io l’amo molto”. “Si, la situazione è sotto controllo - disse - Ella ha l’appendicite e la gelerà per toglierla e tutto andrà molto bene”. Dissi: “Grazie, signor Andrews, lo spero anch’io. Se posso esservi utile, sono proprio accanto, chiamatemi”. Il giorno seguente, il medico venne e dichiarò: “Ebbene, bisognerà ospedalizzarla ed operarla, poiché ella si sta gonfiando enormemente”. Quando fecero un’analisi del sangue, si resero conto che non aveva l’appendicite. Così, fecero chiamare uno specialista da Louisville. Quando lo specialista la esaminò, dichiarò: “Non le restano più di quattro o sei ore da vivere. Ha un grumo di sangue proprio vicino al cuore, è la ragione per cui ella si gonfia; non c’è niente da fare, è tutto”. Il mattino seguente, mia moglie mi annunciò: “Billy, la signora Andrews è morente, ho appena appreso che ha un grumo di sangue. Un’amica infermiera mi ha chiamato e mi ha detto che era già incosciente”. Risposi: “Che peccato, Meda, non amo udire delle simili cose. Pregheremo per lei”. Così, pregammo ed andai a lavorare. Scendeva della brina e mentre camminavo attraverso il campo, Qualcosa mi disse: “Torna indietro”. Tornai a casa mia e lo raccontai. Comunque, non potevo lavorare per la semplice ragione che la temperatura era cattiva. Ma, sapevo che il Signore voleva fare qualcosa. Allora, presi il mio vecchio fucile e stavo per smontarlo e pulirlo. Ed ecco che arrivò il signor Andrews, il cappello infossato fino alle orecchie. Bussò alla porta e domandò: “Signora Branham, il predicatore Branham è qui?”. Ella rispose: “Si, signor Andrews, perché non entrate?”. Io dissi: “Ciao, signor Andrews, prendete una sedia”. E continuai a pulire il mio fucile. Egli disse: “Predicatore?”. “Si, signore?”. Disse: “Mia moglie è molto malata, l’avete saputo senza dubbio”. Risposi: “Si, ho appreso che è morente, signor Andrews. É un peccato. Ma, sicuramente, voi avete un buon medico laggiù. Spero solamente che finirà bene”. “Bene, abbiamo fatto venire uno specialista - disse - sapevate questo?”. “Si, lo sapevo, ho inteso dire che era un grumo di sangue vicino al cuore”. Egli disse: “Si, è esatto, è in uno stato terribile”. “Sissignore, è veramente un peccato” risposi. Pensai: “Mi hai fatto patire, adesso è il tuo turno di patire un poco”. Continuai a pulire la mia arma, lasciandolo patire ancora un poco. Guardai attraverso la mia canna, era pulita, ma volevo proprio farlo aspettare. Egli disse: “Predicatore, sapevate una cosa?”. “Che c’è, signor Andrews”. “Mi domando se voi potreste aiutarla un po’”. “Che volete dire?”. “Voi lo sapete” replicò. Dissi: “Volete dire di pregare per lei?”. “Si”. “Pensavo che voi non credevate in queste cose. Pensavo che come mi avevate detto, meno di una settimana fa, all’angolo della strada, che non credevate nemmeno in Dio”. “Bene...”. Pensai: “Ma quando il tempo verrà, crederai in Lui”. Allora dissi: “Voglio domandarvi qualcosa, signor Andrews. Che ne direste di mettervi in ginocchio con me e pregare per lei proprio qui?”. “Bene - disse - ma non so proprio come fare”. Dissi: “Mettete le vostra ginocchia qui e io vi mostrerò. Adesso alzate le mani. La prima cosa che dovete dire dal profondo del vostro cuore è: Dio sii misericordioso verso di me peccatore”. Fu quello che fece e si mise a piangere. Poi, si alzò asciugando i suoi occhi. “Ebbene, predicatore, pensate che sarò aiutato? Verrete a pregare per lei?”. Risposi: “Si, verrò a vederla”. Ed io dissi a Meda: “Mettiti il tuo cappotto”. Quando arrivammo laggiù, ella non ci riconobbe, i suoi occhi erano rivoltati. Mi inginocchiai, le presi la mano e pregai un momento. Mia moglie, che stava là, mi domandò: “Vedi qualcosa?”. “No, cara, non vedo niente”. Uscimmo e andammo alla maternità, guardando e parlando dei bambini. Poi, ritornai nuovamente verso la signora Andrews. E, proprio nel momento in cui varcavo la porta, la vidi. Oh, si! Io dissi: “Cara, lo supererà perché Dio ha ascoltato”. Di ritorno a casa mia, il signor Andrews venne a informarsi: “Che ne pensate, predicatore?”. Dissi: “Vivrà”. Egli cominciò a piangere. Gli dissi: “Non vi preoccupate, Dio ha dato a me la stessa visione che mi ha fatto dire alla signor Reets che sarebbe vissuta, ed ella oggi sta bene. Anche vostra moglie vivrà”. “Oh, sono così contento, predicatore” disse. Qualche momento più tardi, il telefono squillò. Gli fu detto: “Venite immediatamente, vostra moglie sta morendo”. Egli venne ad annunciarmelo. Gli domandai: “Credete quello che vi ho detto?”. Egli rispose: “Voglio crederci predicatore, ma mi hanno detto che sta morendo”. Dissi: “Ciò che essi dicono non fa alcuna differenza. Quando Dio pronuncia qualcosa, deve succedere come Egli lo ha detto. Voi pensate ancora che morirà, è vero?”. Egli disse: “Sono molto nervoso”. Pensai: “É meglio per te, in questo momento, di patire per davvero”. Il telefono suonò di nuovo, lo si chiamò dall’altro lato della strada. Egli ci andò e ritornò per dirci che doveva andare all’ospedale con urgenza. Meda mi domandò: “Che ne pensi?”. “Non impensierirti - le risposi - Dio lo ha detto, è tutto. Se questa donna non mi fa una torta alle mele da qui a tre giorni e io non sono seduto sotto questa veranda per mangiarla, allora sono un falso profeta”. Sapevo che ella poteva farlo veramente. Dissi al signor Andrews e a quelli dell’ospedale: “Se in tre giorni ella non mi ha fatto una torta alle mele e questo non succede, lascerò il ministerio, perché è l’assoluta verità”. In capo a qualche momento, ecco il signor Andrews che ritornò attraverso il campo, saltando come un ragazzino: “Pre-dicatore, predicatore! Indovinate quello che è successo! Mentre andavo a vederla, qualcosa si è rotto e tutta l’acqua è uscita da lei. Era seduta sul bordo del suo letto, dicendo che aveva fame. Ho chiamato l’infermiera e le ha portato un brodo. Ma mia moglie ha replicato: Andatevene via con questo, voglio della salsiccia e dei crauti. Ella stava bene e normale”. Circa una settimana dopo questo, il mio buon amico, che aveva come passatempo di lavorare il cuoio a sbalzo, mi fece questo portafoglio. L’ha fatto con la pelle di un capriolo che io avevo ucciso. Ha disegnato il mio tabernacolo, un pesce e una testa di capriolo. Lo porto con me da dieci anni in ricordo, ha fatto il giro del mondo. É la verità. Dio nel cielo lo sa. Ella è vivente oggi. Perché? Perché Gesù vive anche ella vive (7). ___________________ 1. Una guida, Jeffersonville, 1962. 2. Rispetto al servitore di Dio, Jeffersonville, 1961. 3. Prime esperienze spirituali, 1952. 4. Il profeta del ventesimo secolo, Lee Vayle. 5. La più grande battaglia mai combattuta, Jeffersonville, 1962. 6. Quando l’amore si slancia, Edmonton, 1957. 7. Credete dal fondo del cuore, 1955. CAPlTOLO SESTO UN MINISTERIO PIÙ GRANDE William Branham trascorse così parecchi anni, servendo Dio al meglio delle sue capacità, essendo allo stesso tempo pastore e operaio. Lasciamo raccontare a lui stesso i fatti che gli sono accaduti il 7 maggio 1946, quando era guardiacaccia nello stato dell’Indiana. La visita dell’Angelo Ero venuto per cenare a casa e, allorquando arrivai, c’era un uomo seduto là. Era Prod Wiseman, il fratello del pianista della nostra chiesa. Egli mi chiese se potevo andare a passeggiare con lui a Madison, quel pomeriggio. Risposi che non mi era possibile perché dovevo fare un giro di controllo. Passai accanto alla casa, sotto un grande acero, quando tutto ad un tratto Qualcosa fece: “Whoooosssh!”. Mi sembrò che la cima dell’albero si sradicasse; e Qualcosa, come un grande vento, discese. Quasi venni meno. Guardai e seppi che era di nuovo Quello. Mi sedetti sui gradini e Prod Wiseman saltò fuori dalla sua macchina e corse verso di me dicendo: “Billy, stai per svenire?”. Dissi: “Nossignore”. Egli disse: “Che succede, Billy?”. Ed io dissi: “Non so”. Aggiunsi: “Puoi andartene, fratello, sto molto bene, grazie”. Mia moglie uscì e portò un boccale d’acqua e mi disse: “Caro, che succede?”. Dissi: “Niente, amore mio”. Allora, disse: “Entra, adesso la cena è pronta”. E mise il suo braccio attorno a me, cercando di trascinarmi all’interno. Dissi: “Cara, ti devo dire qualcosa. Chiamali lassù sul posto e dì loro che non andrò a lavorare questo pomeriggio. Meda cara, so che nel mio cuore amo Gesù Cristo. So che sono passato dalla morte alla vita. Ma, non voglio che il diavolo abbia qualsiasi cosa a che fare con me. Non voglio continuare così, io sono prigioniero. Questa Cosa continua a succedere sempre e queste visioni che mi arrivano (allora non sapevo che fossero delle visioni, non le chiamavo così) non so quello che sono. Cara, non voglio giocare con Questo. Mi dicono che è dal diavolo. Ed io amo il Signore Gesù”. “Oh Billy, non dovresti ascoltare quello che le persone ti dicono”. “Ma, cara, guarda gli altri predicatori - dissi - io non voglio fare così” (1). “Sono vent’anni che io non riesco a comprendere questo ministerio, questa sensazione strana, e non riesco a capire me stesso. Non posso continuare così. Bisogna che io conosca la risposta. É Dio? Che cosa vuol dire tutto questo? Bisogna che io sappia. Ti lascerò, te e il bambino. Non ritornerò senza aver conosciuto la risposta. Vado a cercare Dio con la mia Bibbia e la preghiera e avrò la risposta, altrimenti non ritornerò” (2). Dissi: “Chiamali e dì loro che io ritornerò forse domani, forse mai. Se non sono di ritorno nei prossimi cinque giorni, che si metta un altro uomo al mio posto. Meda, non uscirò mai da questi boschi fino a quando Dio non mi abbia promesso di togliere questo da me e che non Lo lascerà mai più riprodursi”. Vedete l’ignoranza nella quale un uomo può essere! E salii lassù quella sera, ritornai a quella vecchia piccola capanna. Il giorno seguente, avevo pregato tutto il pomeriggio e leggevo là nella Bibbia dove è detto: “Lo spirito dei profeti è sottomesso ai profeti”. Non potevo comprendere questo. Allora, si fece troppo buio in questa vecchia capanna per leggere ancora. Attesi là. Arrivò l’una, poi le due, poi le tre del mattino, facevo avanti e indietro sul pavimento. Mi sedetti su una vecchia cassa e pensai: “Oh Dio, perché mi fai questo? Padre, Tu sai che Ti amo! Io non voglio essere posseduto dal diavolo. Non voglio che queste cose mi succedano. Per piacere, Dio, non lasciare che queste cose mi accadano ancora. A cosa servono la mia predicazione e tutti i miei sforzi, se io sono nell’errore? E non vado solamente io all’inferno, ma ne svio delle centinaia di altri. Non voglio che questo mi succeda ancora”. Ad un tratto, vidi una Luce vacillare nella stanza. Pensai che qualcuno fosse arrivato con una lampada tascabile. Ed era là, proprio davanti a me. Una vecchia stufa a tamburo si trovava nell’angolo, la sua sommità era stata tolta e, proprio là, c’era una Luce sul pavimento. Guardai tutt’intorno e questa stessa Luce era sospesa direttamente al di sopra di me. Circolando nella stanza, come del fuoco, con un colore smeraldo, faceva: “Whoossh, whooossh, whoossh!”. Ed io pensai: “Cos’è Questo?”. Questo mi spaventava. Ed intesi Qualcuno venire, camminando a piedi nudi. Era molto buio nella stanza, tranne là dove questa Luce brillava. E vidi entrare proprio il piede di un Uomo, era un Uomo di circa duecento libbre (la libbra è un’antica misura di peso, divisa in dodici once ed equivalente a circa trecentoquaranta grammi; è in uso ancora presso i popoli anglosassoni - n.d.t.) (1). Era di grande statura e vestito di bianco. Il Suo viso era liscio, senza barba, i Suoi capelli scuri fluttuavano sulle Sue spalle, la tinta piuttosto scura, molto piacevole da vedere (3). L’avevo visto in un vortice. L’avevo sentito parlarmi e L’avevo visto sotto la forma di una Luce, ma era la prima volta che vedevo la Sua forma. Egli camminò verso di me, proprio vicino. Pensai che il cuore mi sarebbe mancato. Ero seduto là e Lo guardavo. Egli mi guardò gentilmente e, con una voce molto profonda, mi disse: “Non temere niente, Io sono inviato dalla presenza dell’Iddio onnipotente”. E quando Egli parlò, questa Voce, era la stessa voce che mi parlò quando avevo due anni, e anche in seguito. Capii che era Lui. Adesso, ascoltate la conversazione. La racconterò meglio che posso, per quanto io sappia, parola dopo parola, perché posso appena ricordarmene. Egli disse: “Non temere”. Sempre così con calma, Egli mi disse: “Sono inviato dalla presenza dell’Iddio onnipotente per dirti che la tua nascita particolare e la vita strana che tu hai vissuto avevano lo scopo di indicarti che devi andare attraverso il mondo intero e pregare per i malati. Se porti le persone a crederti e sei sincero quando preghi, niente resisterà davanti alle tue preghiere, neanche il cancro (1). Tu pregherai davanti alle moltitudini e delle migliaia di persone da tutte parti del mondo verranno a te per la preghiera e per dei consigli. Pregherai per dei re, delle autorità e delle potenze. Predicherai nel mondo intero, ti terrai nelle sale gremite, delle persone torneranno indietro senza poter entrare. La tua assemblea di Jeffersonville diventerà un posto centrale in cui le persone del mondo intero verranno a reclamare le tue preghiere per la liberazione” (2). L’Angelo portò anche un avvertimento per le persone: essi avrebbero dovuto confessare i loro peccati prima di venire davanti a quest’uomo di Dio. E il fratello Branham avrebbe anche dovuto dire loro che i loro pensieri parlavano più forte davanti al Trono di Dio che le loro parole. Era un avvertimento a tutta l’umanità. Lasciamo adesso il fratello Branham continuare il suo racconto. Vidi che Egli non era mio nemico, era mio amico. Dissi: “Ebbene, Signore, io sono un povero uomo, sono del popolo. Vivo in una famiglia povera, sono senza istruzione. Non sarò capace, non mi comprenderanno. Non vorranno ascoltarmi”. E l’Angelo disse: “Come furono dati due segni al profeta Mosè per confermare il suo ministerio, così ti saranno dati due doni per confermare il tuo ministerio. Uno sarà che tu prenderai la mano della persona per la quale tu pregherai; con la mano sinistra prenderai la loro mano destra. Ci sarà un effetto fisico che si produrrà sul tuo corpo. Allora tu pregherai. Se questo effetto sparirà, è perché il male è uscito dalla persona. Se la sensazione dimora, chiedi solamente una benedizione e continua il tuo cammino”. “Ebbene - dissi - Signore, ho paura che non mi riceveranno”. Disse: “E la cosa seguente sarà...Se essi non vogliono ascoltare quella, allora ascolteranno questa. Succederà che tu conoscerai i segreti stessi dei loro cuori. Questa l’ascolteranno”. Dissi: “Ebbene, Signore, è per questo che io sono qui stasera. Mi è stato detto dagli ecclesiastici che queste cose che mi sono successe erano cattive”. Egli disse: “Tu sei venuto al mondo per questo scopo” (vedete, i doni e le chiamate sono senza pentimento). Io dissi: “Quel che gli ecclesiastici mi hanno detto è che era lo spirito del male. É per questa ragione che io prego qui”. Mi fermo qui un minuto per tornare indietro. Quello che mi spaventava più di tutto era d’incontrare un dicitore di buonaventura; ogni volta, egli conosceva che qualche cosa mi era successa. E questo mi spaventava orribilmente. Per esempio, un giorno, io e i miei cugini eravamo andati ad una festa di carnevale, eravamo solamente dei ragazzi. Così, c’era là una piccola dicitrice di buonaventura, in una di quelle tende, una giovane donna dall’aspetto gentile era seduta là e noi ci passammo accanto. Ella disse: “Hei voi, venite qua un minuto”. E tutti e tre ci girammo. Aggiunse: “Voi, con il maglione a righe” (ero io). Ed io dissi: “Si, signora?”. Pensai che forse desiderava che io andassi a cercarle una coca-cola o qualcosa del genere. Ed era una giovane donna forse sulla ventina. Ella disse: “Dite, lo sapete che c’è una Luce che vi segue? Siete nato sotto un certo segno”. Replicai: “Che volete dire?”. Disse: “Ebbene, voi siete nato sotto un certo segno. C’è una Luce che vi segue. Voi siete nato per una chiamata divina”. Dissi: “Donna, allontanatevi da qui”. Me ne andai bruscamente perché mia madre mi aveva sempre detto che queste cose erano dal diavolo. Ella aveva ragione. Questo mi spaventò. Mi sembra di essere stato sempre sensibile agli spiriti. Un giorno, quando ero guardiacaccia, salii in un autobus e c’era un marinaio seduto proprio dietro di me. Stavo andando alla foresta di Henryville per pattugliare. Provai continuamente qualcosa di strano. Guardai attorno a me e c’era seduta una donna veramente robusta. Ella disse: “Buongiorno, vorrei parlarvi un minuto”. Dissi: “Si, signora?”. E mi girai. Disse: “Sapete che voi siete nato sotto un segno?”. Pensai: “Ancora un’altra di quelle strane donne”. Così, guardando dritto davanti a me, non dissi una parola. Ella disse: “Potrei parlarvi un minuto? Non comportatevi così”. Continuai a guardare dritto davanti a me. Pensai: “Questo non è molto cortese”. Ella disse: “Mi piacerebbe parlarvi giusto un momento”. Continuai a guardare in avanti e non le volevo prestare attenzione. Allora pensai: “Credo che vedrò se dice la stessa cosa delle altre”. Mi girai. Ella disse: “Forse farei meglio a spiegarmi, io sono un’astrologa”. Dissi: “Pensavo bene che eravate qualcosa di questo genere”. Disse: “Sono in cammino verso Chicago, per vedere mio figlio che è un ministro battista”. “Si, signora”. Mi domandò: “Vi hanno mai detto che siete nato sotto un segno?”. Io risposi: “No, signora”. Ora, le avevo mentito. Vedete, desideravo solamente sapere quel che avrebbe detto. Ed ella disse: “Dei ministri non ve l’hanno mai detto?”. “No, signora”. Disse: “Posso dirvi quando siete nato”. Risposi: “Non lo credo”. Disse: “Voi siete nato il 6 aprile 1909, alle cinque del mattino”. Dissi: “É esatto. Come lo sapete? Dite a questo marinaio quando è nato”. Ella disse: “Non lo posso”. “Perché, come lo sapete?” le domandai. Disse: “Ascoltate, signore”. Allora, cominciò a parlare di questa astronomia: “Vi ricordate, quando la stella del mattino è venuta, quella che condusse i magi verso Gesù Cristo?”. Ed io feci l’ignorante, dissi: “Ebbene, non conosco niente della religione”. Ed ella disse: “Avete inteso parlare dei magi venuti a vedere Gesù?”. “Si”. “Che cosa è un mago?” domandò. “Oh - dissi - erano dei magi, è tutto quello che so”. Disse: “É quel che io sono: un’astrologa, una contemplatrice delle stelle. Sapete, prima che Dio faccia qualunque cosa sulla terra, Egli lo dichiara sempre nei cieli e in seguito sulla terra”. Nominò due o tre stelle come Marte, Giove o Venere. Non erano quelle, ma disse: “Esse hanno incrociato il loro cammino, si sono incontrate. Ci furono tre magi che vennero per incontrare il Signore Gesù e uno era della linea di Cam, uno di Sem e uno di Iafet. Quando s’incontrarono a Betlemme, le tre stelle da dove erano...Ogni persona sulla terra ha qualcosa a che fare con le stelle. Domandate a questo marinaio, se la marea sale quando la luna si alza e i pianeti celesti appaiono”. Io dissi: “Non ho bisogno di chiederglielo, questo lo so”. Disse: “Ebbene, la vostra nascita ha qualcosa a che vedere con le stelle lassù. Gesù disse, durante il suo ministerio, che quando l’Evangelo sarà stato predicato al mondo intero (le persone di Sem, Cam, Iafet) allora Egli sarebbe tornato. Adesso, questi pianeti celesti, quando essi girano... si separano. Da quello che si sa, non sono mai stati al di sopra della terra da allora. Ogni certo numero di centinaia di anni, essi incrociano il loro giro in ricordo del più grande dono che sia mai stato fatto all’umanità, quando Dio diede Suo Figlio. Quando questi pianeti s’incrociano di nuovo, ebbene, Egli invia un altro dono alla terra. Voi siete nato nel momento di questo incrocio. É la ragione per la quale io lo so”. Allora io dissi: “Ebbene, signora, io non credo niente di tutto questo. Non sono religioso, non voglio ascoltare niente di più in merito”. La fermai abbastanza bruscamente e scesi. E, quella sera, domandai all’Angelo: “Perché tutti questi medium e questa gente posseduta dal demonio mi parla sempre di questo e il clero mi dice che è lo spirito del male?”. Ora, ascoltate ciò che l’Angelo mi disse: “Come era allora, così è ancora adesso”. Ed Egli cominciò a riferirmi così: “Allorquando il ministerio del nostro Signore Gesù Cristo cominciava a manifestarsi, i ministri dicevano che era belzebub, il diavolo. Ma, i demoni dicevano che Egli era il Figlio di Dio, il Santo d’Israele. Guarda Paolo e Barnaba, quando predicavano laggiù, i ministri dicevano: questi uomini sconvolgono il mondo. Essi sono cattivi, sono dal diavolo. E la piccola dicitrice di buonaventura, fuori nella strada, riconobbe che Paolo e Barnaba erano degli uomini di Dio e disse: sono degli uomini di Dio che ci insegnano il cammino della vita”. Ma, siamo così ripieni di teologia che non sappiamo più niente dello Spirito. Io spero che voi mi amerete ancora dopo questo. Ma è così. Voglio dire anche la Pentecoste! É vero. Solamente danzare e gridare non significa che voi conoscete qualche cosa dello Spirito Santo. É un contatto personale, faccia a faccia, ciò di cui avete bisogno. Ed Egli fece riferimento a questo. E mi disse come i ministri non avevano compreso. Io dissi: “Ebbene, che ne è di questo, di queste cose che mi succedono?”. Egli disse: “Esse si moltiplicheranno e diventerà sempre più grande”. Egli mi disse come Gesù lo fece: come Egli possedeva una potenza che Lo rendeva capace di conoscere le cose prima e di dire alla donna al pozzo... Egli non pretendeva di essere un guaritore, ma affermava di fare le cose come il Padre Gli mostrava. Io dissi: “Allora, che specie di Spirito sarebbe questo?”. Egli rispose: “É lo Spirito Santo”. Allora successe qualcosa nel mio interiore. Mi resi conto che la stessa cosa alla quale io giravo le spalle era quello per cui Dio mi aveva messo qui. Ed io mi resi conto che, come quei farisei nei giorni passati, anche questi ecclesiastici avevano male interpretato le Scritture a mio riguardo. Così, a partire da quel momento, io presi la mia interpretazione, ciò che lo Spirito Santo mi diceva. Gli dissi: “Andrò”. Mi disse: “Io sarò con te”. E l’Angelo entrò di nuovo nella Luce che cominciò a girare e a girare intorno ai Suoi piedi, Egli salì nella Luce ed uscì dall’abitazione. Io rientrai a casa come una nuova persona. Ritorno a casa Dopo la visita dell’Angelo, il fratello Branham ritornò a casa. La domenica sera, egli parlò nel suo tabernacolo di Jeffersonville. La sua assemblea lo amava e credette a ciò che egli diceva. Ecco la testimonianza di un membro della sua assemblea, tratta dal libro “Un uomo inviato da Dio”(4). Dopo la sua conversione, quando incominciò a predicare qui, noi avevamo costruito per lui una grande tenda e le persone venivano da vicino e da lontano. Alla sua primissima campagna, qualcosa come tremila persone vennero ad udirlo proclamare la storia di Gesù di Nazareth. Comprendemmo in quel momento che Dio gli aveva accordato un fenomeno speciale, ma non sapevamo esattamente quale fosse. Quella domenica sera, dell’anno 1946, ci raccontò del suo incontro con l’Angelo che gli aveva parlato del dono di guarigione, che egli stesso doveva portare a tutti i popoli del mondo. A migliaia sarebbero venuti a lui per essere guariti ed egli stesso sarebbe stato nelle sale gremite, davanti a delle migliaia di persone. Per lo spirito carnale, questo sembrava assolutamente impossibile, poiché questo ragazzo era un umile operaio, un povero paesano senza istruzione. Ma, egli ne parlava con una tale certezza e lo dichiarava così apertamente a tutti che noi eravamo tanto sicuri quanto lui che questo sarebbe successo. L’Angelo aveva detto al fratello Branham che i segni gli sarebbero stati dati affinché le persone credessero in Colui che egli amava, Gesù Cristo, e che le chiese si sarebbero riunite e che non ci sarebbero state più divisioni causate dai credi e dalle denominazioni. Certamente, il fratello Branham, avendo a cuore tutti i fratelli che si erano separati gli uni dagli altri, credeva che Dio avrebbe riunito tutti quelli della Sua chiesa nell’unità dello Spirito ed allora Gesù sarebbe venuto a cercare la Sua chiesa. Quella domenica sera, mentre il fratello Branham parlava, qualcuno entrò e gli diede un telegramma. Lo si chiamava a Saint-Louis (Missouri) per andare a pregare per una ragazzina, Betty Daugherty che era morente. La notizia di ciò che era successo già era nota molto lontano e gli si domandava di rispondere a questo appello. Siccome il fratello Branham non aveva denaro, raccogliemmo un’offerta e fu sufficiente per pagare il treno per l’andata ed il ritorno. Il fratello Branham chiese in prestito il completo di un fratello e il cappotto di un altro e, verso mezzanotte, prese il treno a Louisville, Kentucky. Arrivato alla stazione di Saint-Louis, fu accolto dal padre della bambina, il reverendo Daugherty, pastore della città. La sua figlioletta stava morendo con un male sconosciuto. I migliori medici della città erano stati chiamati e nessuno aveva potuto diagnosticare questo caso. Il padre disse al fratello Branham: “Abbiamo pregato e pregato; altri pastori della città, così come le loro assemblee, hanno digiunato e pregato ma questo non è servito a niente”. Com’era triste vedere questa figlioletta dai capelli a boccoli che non aveva più che la pelle e le ossa e graffiava il suo piccolo viso come un animale. Gridava a squarciagola; la sua voce era tutta rauca, poiché questo durava da tre mesi. Il fratello Branham si inginocchiò con le persone che si trovavano là e pregò con loro, ma apparentemente senza risultato. Chiese di ritirarsi per poter stare davanti al Signore e conoscere la Sua volontà. Egli si rese conto che da se stesso che non poteva fare niente. Si condusse il fratello Branham alla chiesa. Per tre ore il reverendo Daugherty, suo padre e il fratello Branham pregarono. Poi ritornarono a casa; non c’era stato cambiamento per la bambina. Il fratello Branham restò solo in una camera per pregare. Poi, camminò sopra e sotto per la strada e, alla fine, si sedette nell’auto del pastore, parcheggiata vicino. Un momento dopo, ne uscì con lo sguardo deciso. Qualche cosa era successa. Vedendolo, il padre e il nonno della bambina si resero conto subito che sarebbe successo qualcosa. Il fratello Branham domandò loro: “Credete che sono un servitore di Dio?”. “Si” gridò tutta la famiglia. “Allora, fate tutto quello che vi dico senza dubitare”. Poi, disse alla madre: “Datemi una bacinella d’acqua pulita e un panno bianco. La vostra bambina vivrà, poiché Dio ha inviato il Suo Angelo per dirmi che vivrà”. Mentre la madre andava a cercare l’acqua, il fratello Branham domandò al padre e al nonno di inginocchiarsi ai piedi del letto, uno alla destra e l’altro alla sinistra. Quando la madre ritornò, le chiese di stendere il panno umido sul viso, poi sulle mani, in seguito sui piedi della bambina, mentre essi pregavano. “Padre - disse - come Tu mi hai mostrato queste cose, così ho agito, secondo la visione che Tu mi hai dato. Nel nome di Gesù Cristo, Tuo Figlio, io dichiaro questa bambina guarita”. Lo spirito cattivo lasciò la ragazzina immediatamente. Oggi ella è normale e in salute. Le persone della città affluirono verso il fratello Branham ma egli si ritirò, promettendo loro che sarebbe in seguito ritornato; ed è quello che egli fece meno di qualche settimana dopo. Guarigione di Margie Morgan Al ritorno da un viaggio dal Missouri, il fratello Branham racconta quello che segue. Mercoledì sera, portarono là una donna, un’infermiera della clinica Mayo, che stava morendo di cancro, non era che un’ombra. Margie Morgan è adesso a Jeffersonville da alcuni anni. Rabbrividii all’inizio, quando mi portarono questo caso. Le infermiere erano là in piedi, attorno a lei, ed ella era stesa là, il suo viso tutto scavato e i suoi occhi tutti incavati. La guardai ed allora venne una visione. Vidi questa donna che lavorava di nuovo come infermiera, che camminava forte e in buona salute. Dissi: “COSI’ DICE IL SIGNORE tu non morrai, ma vivrai”. Suo marito, un uomo molto alto, piazzato nel mondo degli affari, mi guardò. Io dissi: “Signore, non temete nulla. Vostra moglie vivrà”. Egli mi chiamò fuori, mi menzionò due o tre dottori e disse: “Voi li conoscete?”. “Si”. “Ebbene - disse - ho giocato a golf con lui. Mi ha detto che il cancro avvolge i suoi intestini e che non si può fare neanche più una lavanda”. Io dissi: “Non vi preoccupate di ciò che ella ha. C’è qualche cosa dentro di me, ho avuto una visione! E quell’Uomo, che mi ha parlato, mi ha detto che qualsiasi cosa che io vedo non ho che da dirla e sarà così. Ed egli me lo ha detto ed io lo credo”. Lodato sia Iddio! Qualche giorno più tardi, ella faceva il bucato e badava alle sue mansioni. É in perfetta salute (1). Un uomo guarito sulla strada Mi recavo alla farmacia Mason per incassare un assegno. All’angolo della strada, un uomo era sceso dall’autobus che proveniva da Louisville. Notai allora che egli mi guardava in una strana maniera. Quando uscii dalla farmacia, qualcuno mise la mano sulla mia spalla e mi disse: “Signore”. Girandomi, mi accorsi che era quell’uomo che mi aveva guardato stranamente. Egli disse: “Io vedo che voi siete un incaricato ufficiale”. Io dissi: “Lavoro per il ministero della conservazione dell’Indiana”. Mi disse: “Cerco un individuo, forse voi potreste aiutarmi. Siete ben informato?”. Risposi: “Sissignore, sono abbastanza ben informato. Ho vissuto qui praticamente tutta la mia vita”. “Molto bene - disse - vi racconterò la mia storia. La mia salute si deteriora da circa due anni. Sono di Paducha, Kentucky, circa duecento miglia più in basso sul fiume. Ieri sera, ho avuto uno strano sogno. Ho sognato che un Angelo splendente scendeva dal cielo e mi diceva di venire a Jeffersonville e di domandare a qualcuno dal nome di Branham di pregare per me. Conoscete qualcuno qui, di nome Branham?”. Credevo di svenire. Risposi: “Mia madre ha una casa di pensione proprio all’angolo, il suo nome è Branham”. Disse: “Oh, ella è una Branham, non sarebbe anche il vostro nome?”. Misi il mio braccio attorno a lui e dissi: “Fratello, tre settimane fa, ero nella mia stanza, una grande Luce si mise a brillare e un Angelo mi ha detto di andare a pregare per gli ammalati”. Gli si spezzò il cuore. Ci inginocchiammo sulla strada, tolsi il mio cappello e pregammo: “Padre, non comprendo, ma Tu invii quest’uomo qui per confermare ciò che l’Angelo del Signore mi ha annunziato”. Quando ebbi finito di pregare in ginocchio sulla piazza pubblica, guardai, e le persone si erano fermate e avevano tolto i loro cappelli. E Dio lo guarì gloriosamente in quel momento (5). Prima campagna di guarigione Queste testimonianze sono tratte dall’undicesimo capitolo del libro “Un uomo inviato da Dio”. La prima campagna di guarigione divina ebbe luogo a Saint-Louis, il 1° giugno 1946, sotto la tenda. La prima sera, diciotto persone avanzarono perché si pregasse per loro. Uno tra loro era un uomo infermo da alcuni anni. Dopo che il fratello Branham ebbe pregato nel nome di Gesù, egli si alzò, battendo le mani e camminando da solo. Un uomo cieco fu guarito e le orecchie di parecchi sordi si aprirono. Il mattino seguente, si domandò al fratello Branham di rendere visita a una malata nell’ala psichiatrica dell’ospedale di Saint-Louis. La donna alienata ritrovò la sua ragione e poté ottenere più tardi il suo congedo. Andarono in seguito a Gremite-City, nell’Illinois, e trovarono una donna che soffriva di cancro e che pesava all’incirca ottantatré libbre. Dopo la preghiera, Dio toccò il suo corpo e le si domandò di vestirsi e di ritornare a casa sua. Nella casa seguente che essi visitarono, c’era una donna che era paralizzata dal lato destro da circa un anno. Il fratello Branham pregò per lei e le comandò di alzarsi, nel nome di Gesù Cristo. Ella obbedì e, immediatamente, alzò la sua mano destra sopra la sua testa e stette in piedi da sola. Poi, camminò in lungo e in largo nella camera, battendo le mani. Aveva ritrovato la sua voce e poteva adesso parlare. Quando la squadra ritornò alla tenda, la trovarono piena. Molti stavano in piedi sotto la pioggia e altri si trovavano nelle auto parcheggiate vicinissimo. Di nuovo la riunione fu benedetta con un numero di meravigliose guarigioni. La domenica sera, un pastore nero, totalmente cieco da circa vent’anni e ben conosciuto da parecchi nell’assistenza, si avvicinò affinché si pregasse per lui. Dopo aver pregato, il fratello Branham stese la sua mano e l’uomo di colore esclamò: “Reverendo, vedo la vostra mano”. Poi, alzando la testa e vedendo le luci, disse: “Lodato sia il Signore! Posso contare tutte le luci e posso vedere a cosa sono sospese”. Le persone glorificarono Iddio per questo grande miracolo. Una donna che aveva quella sera rigettato la chiamata dello Spirito Santo, lasciò la riunione, ma non aveva fatto che qualche passo quando fu vittima di un attacco cardiaco e crollò sul marciapiede vicino a una taverna. Il fratello Branham uscì e pregò per lei; dopo di che, ella si alzò e confessò come aveva resistito alla chiamata di Dio nel suo cuore. Le testimonianze di guarigioni cominciarono ad affluire. Le guarigioni non erano state programmate che per qualche giorno, ma parecchi ministri della città vennero a supplicare il fratello Branham di prolungare le riunioni. Dopo essersi messo in ginocchio, egli rispose che, Iddio volendo, avrebbe proseguito. L’interesse di queste riunioni s’ingrandì ancora da una sera all’altra. Nonostante ciò, la polizia sembrò considerare che tutto era in ordine. Una delle prime persone per cui si pregò, fu una vecchietta dell’età di settant’anni. Tutta la squadra aveva notato che ella aveva un cancro sul naso, della grandezza circa di un piccolo uovo. E meno di una settimana più tardi, ella ritornò per testimoniare che era sparito. Parecchie altre testimonianze furono date. Si fu soprattutto impressionati per la guarigione della piccola Betty Daugherty che dimostrò che era, al momento, guarita e in buona salute. Il fratello Branham pregò spesso fino alle due del mattino. Per parecchi mesi, questo divenne praticamente un’abitudine per lui. La sua compassione per gli ammalati era così grande che era difficile per l’evangelista di lasciare le persone. La campagna continuò fino al 25 giugno. Più tardi, il fratello Branham ritornò a Saint-Louis per predicare in una riunione nell’auditorio Kiel. Dodicimila persone vennero ad ascoltarlo. Nello spazio di tre mesi, tante cose di natura fenomenale accaddero, tanto che bisognerebbe riempire parecchi libri per raccontare tutto. É ancora più difficile comprendere come la cosa si era sparsa così lontano. In meno di sei mesi, le persone scrivevano e venivano da oltre frontiera. Racconteremo qualche avvenimento particolare che avvenne durante i mesi che seguirono. Queste testimonianze sono tratte nella maggior parte dal dodicesimo capitolo del libro “Un uomo inviato da Dio”. Resurrezione di un morto Nel corso dell’estate del 1946, il fratello Branham fu inviato a Jonesboro, nell’Arkansas, al Bible Hour Tabernacle, di cui il pastore era “Dad” Hombard, il padre di Rex Hombard. Le persone riunite in quella piccola città erano venute da ventotto stati e dal Messico e fu stimato che all’incirca venticinquemila persone assistettero alle riunioni. Fu detto che per cinquanta miglia intorno non c’erano pensioni disponibili. Si viveva sotto le tende, nelle roulottes e altri dormivano nei camion e nelle automobili. L’ultima sera delle riunioni, nel momento in cui l’evangelista si avvicinò all’altare intorniato da migliaia che si stringevano all’interno e all’esterno del tabernacolo, un autista di autoambulanze che stava sulla destra gridò e fece dei segni per attirare la sua attenzione. Egli disse: “Fratello Branham, la mia paziente è morta, non potreste venire da lei?”. Qualcuno rispose: “Ci sono approssimativamente duemila persone in piedi fra lui e la fila riservata alle autoambulanze. Egli non lo può”. Allora, quattro uomini robusti si alzarono e gli aprirono un cammino. Era una scena commovente di vedere le persone spingere cercando di avvicinarsi a lui. L’evangelista fu condotto nella fila delle ambulanze e all’interno di una di esse vide un vecchio uomo in ginocchio che indossava un soprabito tutto rattoppato e che teneva nelle sue mani un vecchio cappello. Egli disse: “Fratello Branham, mia moglie è morta”. L’uomo di Dio si avvicinò al corpo inanimato e gli prese la mano. Era stesa senza respiro, gli occhi fissi. Mentre il fratello Branham leggeva la sua diagnosi, si girò verso il marito: “Ha il cancro”. L’uomo rispose: “É esatto”; e, inginocchiandosi, si mise a piangere: “Oh Dio, rendimela!”. Poi, nell’ambulanza, tutto diventò tranquillo per qualche momento. Dopo, si poté udire la voce del fratello Branham pregare: “Dio onnipotente, autore della vita eterna, donatore di tutti i doni eccelsi, io Ti supplico nel nome del Tuo benamato Figlio Gesù Cristo, ridai la vita a questa donna”. Improvvisamente, la mano floscia si strinse sulla mano del fratello Branham, la pelle tesa sulla sua fronte cominciò ad aggrottarsi. Poi, con l’aiuto del fratello Branham, si sedette. Il marito, meravigliato per quello che aveva appena visto, la strinse nelle sue braccia e gridò: “Mamma! Grazie, Signore, tu sei di nuovo con me!”. Il fratello Branham scivolò verso la porta dell’ambulanza per ritornarsene sull’altare. Il conduttore dell’ambulanza dichiarò: “Signore, c’è tanta gente che sta contro la porta, tanto che non si può aprirla”. Allora, egli lo fece uscire in un altro modo preoccupandosi di coprire la finestra con il suo cappotto affinché nessuno lo vedesse andare via. La ragazza cieca Quando il fratello Branham arrivò sul posto, questo era gremito di gente in piedi, che aspettava sotto una pioggia fine. Cominciò ad aprirsi un varco attraverso la folla. Nessuno gli prestò attenzione poiché non lo si era mai visto prima. Il giorno, come la notte, il tabernacolo era pieno e pochi lasciavano il loro posto, salvo che per prendere qualche sandwich o per necessità. Tutto ad un tratto, intese un grido patetico che chiamava “Papà, papà!”. Guardando davanti a lui, vide una povera ragazza cieca che urtava la folla. Aveva perduto suo padre e nessuno cercava di aiutarla a trovarlo. Questa scena commovente toccò il cuore dell’evangelista che avanzò verso di lei in modo che ella lo toccasse. “Scusatemi, per piacere - disse la giovane nera rendendosi conto che aveva urtato qualcuno - io sono cieca e ho perduto mio padre e non posso più ritrovare la via che porta verso l’autobus”. “Da dove venite?” domandò il fratello Branham. “Da Menphis”. “Che fate qui?” le domandò. “Sono venuta per vedere il guaritore” replicò ella. “Come avete inteso parlare di lui?”. “Stamani, ascoltavo la radio e ho udito parlare delle persone che erano nate sorde e mute. Ho inteso un uomo che diceva di venire dal Missouri. Egli diceva che per dodici anni aveva percepito una pensione per cieco e che adesso poteva leggere la sua Bibbia. Ebbene, io sono cieca dalla mia infanzia, con delle cataratte. Il medico mi ha detto che questo avvolge tutto il nervo ottico e che se egli cerca di operare diventerò ancora peggio. La mia sola speranza è di attendere il guaritore e allora Dio mi guarirà. Mi è stato detto che è la sua ultima sera qui e che io non posso neanche avvicinarmi all’edificio e adesso ho perduto mio padre nella folla, potete aiutarmi a raggiungere l’autobus signore?”. Allora, per provare la sua fede, il fratello Branham le domandò: “Credete tutte queste cose che avete inteso, specialmente in questi tempi in cui noi possiamo avere dei così buoni medici?”. “Sissignore - rispose - i medici non hanno potuto fare niente per me. Credo che la storia dell’Angelo che ha visitato il fratello Branham è vera. Se voi volete solamente aiutarmi a trovare quest’uomo, allora dopo io sarò capace di trovare mio padre”. Questo era troppo per il fratello Branham. Egli si nascose il viso, mentre le lacrime colavano sulle sue guance, poi alzando la testa le disse: “Signorina, forse sono io quello che voi cercate”. Allora, ella lo afferrò per il bordo della sua giacca: “Siete il guaritore?” disse. Supplicandolo con le lacrime, gridò: “Abbiate pietà di me, non abbandonate me, signore, una donna cieca”. Ma, l’evangelista le rispose: “Non sono il guaritore, sono il fratello Branham; Cristo è il vostro Guaritore”. Poi, dopo averle domandato di abbassare la testa, egli pregò: “Signore, millenovecento anni fa, una vecchia rozza croce era trascinata per le strade di Gerusalemme, lasciando dietro di se le impronte insanguinate del Portatore. Sulla strada del calvario, il Suo corpo esile cedette sotto il peso della croce. Ma, ecco che arrivò Simone Cireneo ed egli L’aiutò a portare la Sua croce. Adesso, Signore, una delle figlie di Simone sta qui che barcolla nel buio, sono sicuro che Tu comprendi...”. In quel momento, la ragazza gridò: “Una volta ero cieca, adesso io vedo”. Un vecchio uomo storpio aveva osservato la scena e gridò: “Fratello Branham, io vi conosco; ecco, sono otto ore che sto sotto questa pioggia, abbiate pietà di me!”. “Credete e mi accettate come un servitore di Dio?” gli fu domandato. “Si” disse. “Allora, nel Nome di Gesù Cristo, Figlio di Dio, voi siete guarito. Potete gettare le vostre stampelle”. Immediatamente la sua gamba storpia tornò normale. Le sue grida attirarono velocemente l’attenzione di tutta la folla che cominciò a spingere per cercare di toccare i vestiti usati dal fratello Branham. Qualche giorno più tardi, il fratello Branham si recò a Camden, nell’Arkansas, per condurre una riunione all’auditorio municipale. Mentre spiegava alla folla la sua chiamata e il suo ministerio, una grande Luce brillante discese nell’edificio e Si posò al di sopra della sua testa. Un fotografo che era là ne prese una foto, ed ecco che la Luce poteva essere vista sulla foto! Alcuni avrebbero potuto supporre che questa fotografia era stata ritoccata, se non fosse stato che parecchie centinaia di persone presenti alla riunione testimoniarono di questo fenomeno insolito. Parecchi furono guariti e condotti a Cristo in questa riunione. Cieco da dieci anni (5) Vi ricordate di quello che vi ho raccontato l’altra sera riguardo a quell’Angelo che venne nella stanza in cui ero a Camden? Il giorno seguente, andai in una piccola chiesa per il servizio della mattina, non per pregare per gli ammalati, ma proprio per predicare. Ero molto stanco, poiché da parecchi giorni non avevo potuto riposarmi se non stendendomi su una sedia o di traverso su un letto. C’erano diversi luoghi in cui io dovevo andare e mi si portava da una casa all’altra, da un posto all’altro. Dunque, mi condussero in una piccola chiesa in cui dovevo parlare. E quando uscii dalla chiesa, c’erano quattro poliziotti che mi scortarono fino alla porta dell’auto. Oh, fratelli, sorelle! Questo spezzerebbe il cuore di un uomo di ferro. Vedevo dei bambini come qui, coricati qua e là. Ho io stesso dei bambini e quando vedo delle persone malate, penso: “Oh Dio, che posso fare?”. Ma, io non posso fare niente altro che quello che Egli mi dice di fare. Sarebbe un fallimento se io ci provassi. Essi cercavano di toccare i miei vestiti, andavo attraverso la folla piangendo. Intesi qualcuno urlare: “Pietà! Pietà!”. In Arkansas hanno una legge chiamata Jim Crow per la quale neri e bianchi non possono stare insieme. Io vengo dal sud, ma non penso che questo sia buono. Così, guardai e là stava un vecchio uomo di colore che non aveva altro che una piccola corona di capelli bianchi, il suo cappello in mano. Sua moglie, stava vicino a lui. Tanto cieco quanto lo si può essere, aveva alzato le mani dicendo: “Pietà! Pietà!”. Le lacrime rotolavano sulle sue guance. Pensai a quel vecchio Bartimeo che stava alle porte di Gerico...Lo Spirito Santo mi disse: “Va verso di lui”. Mi girai e mi diressi verso di lui. Mi dissero: “Non andate là, fratello Branham”. Ma io risposi loro: “Lo Spirito Santo mi ha detto di andare”. Ci andai ed essi fecero un cerchio. Non dimenticherò mai quel che sua moglie gli disse: “Il predicatore e gli altri vengono verso di te”. La sua mano debole tremava ed egli disse: “Siete voi il predicatore Branham?”. Io dissi: “Sissignore”. Egli toccò il mio viso e disse: “Oh, voi siete giovane”. Gli risposi: “Non così giovane, ho trentasei anni”. Toccò il contorno del mio viso e disse: “Predicatore Branham, avete giusto un minuto per ascoltarmi?”. “Sissignore”. Egli disse: “La mia vecchia madre aveva una religione come la vostra. Ella non mi ha mai raccontato una bugia in tutta la sua vita. É morta da parecchi anni. Sono cieco e percepisco una pensione da circa dieci anni. Abito a circa duecento miglia da qui e non ho mai inteso parlare di voi nella mia vita. Ma, questo mattino, verso le tre, io mi sono svegliato nella mia stanza...Sicuramente io non posso vedere, ma proprio davanti a me stava la mia vecchia mamma. Le ho domandato: ‘Mamma, sei tu?’. ‘Si, caro, alzati, metti i tuoi abiti, va a Camden e domanda di qualcuno di nome Branham che prega per gli ammalati e tu ritroverai la vista’. Predicatore Branham, ho messo i miei abiti ed eccomi. Potete aiutarmi?”. Pensai: “Oh Dio, Tu devi confermare o queste pietre grideranno. Qualche cosa deve dirmelo”. Misi le mie mani sui suoi occhi e pregai: “Padre, io non capisco, ma Tu hai inviato qui questo fratello, io Ti chiedo la sua vista”. Tolsi le mie mani. Egli sorrise e si strofinò gli occhi guardando tutto intorno a lui e disse: “Io vedo cara”. Sua moglie replicò: “Tu vedi, caro?”. “Certamente! Vedi quelle persone sedute in quell’auto rossa dietro di te?”. Ella cadde sulle sue ginocchia e gridò con tutte le sue forze. In quel momento, le persone cominciarono a spingere. La cosa seguente di cui mi resi conto è che ero in una macchina. Pensai: “Dio conosce tutte le cose. Egli può parlare alle persone tramite delle visioni, dei sogni e delle rivelazioni. Egli può inviarle”. In un’altra occasione, mentre egli era a Santa Rosa, in California, un uomo entrò e cercando il fratello Branham gli domandò di compitare (dire a sillabe - n.d.t.) il suo nome. Dopo averlo fatto, l’uomo gli stese una carta ingiallita e disse che veniva da una chiesa pentecostale ed affermò che, ventidue anni prima, mentre era in preghiera con sua moglie, lo Spirito Santo parlò attraverso di lui, dicendo: “In futuro, il mio servitore Branham verrà sulla costa ovest portando un dono di guarigione divina”. Credettero che era un profezia che era stata data. E quando essi intesero il nome del fratello Branham, uscirono questa vecchia profezia e questa era scritta là (6). ________________________ 1. Come l’Angelo venne a me e il Suo mandato, Chicago, 1955. 2. Gli atti del profeta, Pearry Green. 3. William Branhan, Editions Evangéliques, Pesuex/NE, p. 50. 4. Un uomo inviato da Dio, Gordon Lindsay, p. 82. 5. Testimonianza, Cleveland, 1950. 6. Un uomo inviato da Dio, Gordon Lindsay, p. 98.