MODELLO VERBALE - Ufficio Atti e Resoconti. - Demetra

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MODELLO VERBALE - Ufficio Atti e Resoconti. - Demetra
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
-1-
Regione Emilia-Romagna
ALLEGATO B
18 SETTEMBRE 2012
99.
ATTI DI SINDACATO ISPETTIVO
E DI INDIRIZZO
Seduta antimeridiana di martedì 18 settembre 2012
Risoluzione oggetto 3136
Mozione oggetto 3153
Interpellanze oggetti 3135 - 3140
Interrogazioni oggetti 3129 - 3130 - 3131 - 3132 - 3133 - 3134 - 3137 - 3138 - 3141 - 3142 3143 - 3144 - 3145 - 3146 - 3147 - 3148 - 3149 - 3150 - 3151 - 3152 - 3154 - 3155 - 3156 3157 - 3158 - 3160 - 3161 - 3163 - 3164 - 3165 - 3166 - 3167 - 3168 - 3169 - 3170
Risoluzione
OGGETTO 3136
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
rilevato che
- al fine di apprezzare le problematiche sottese alla nota vicenda relativa alla realizzazione del
termovalorizzatore di Parma e degli impianti ad esso connessi, si ritiene opportuno illustrare seppur schematicamente - la procedura amministrativa e i procedimenti giudiziari che hanno
caratterizzato la questione in esame;
- in data 27 novembre 2007, la ENIA s.p.a. - attuale IREN s.p.a. (società nata dalla fusione tra
ENIA e IRIDE) - ha presentato alla Provincia di Parma istanza per l’avvio della procedura di
valutazione d’impatto ambientale (VIA), ai sensi dell’art. 13 della L.R. 9/99, e per il rilascio
dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA), ai sensi dell’art. 10 della L.R. 21/04, relativamente
al progetto di realizzazione del "Polo integrato ambientale per la gestione dei rifiuti dell’ATO di
Parma";
- in particolare, il progetto in esame - insistente su un’area di superficie pari a circa 57 ettari,
localizzata nel Comune di Parma - prevede la realizzazione di un termovalorizzatore cogenerativo
per la produzione di energia elettrica e di energia termica, un impianto di trattamento e selezione
di rifiuti speciali non pericolosi e per la raccolta differenziata, un impianto di stoccaggio di rifiuti
speciali pericolosi e non pericolosi e una centrale termica di produzione di calore ad integrazione
dell’energia prodotta dal termovalorizzatore. Il costo complessivo del progetto risulta
particolarmente elevato, pari a circa 315 milioni di euro, ancorché il costo iniziale fosse stato
stimato da ENIA (ora IREN) nell’ordine di circa 190 milioni di euro;
- in data 21 gennaio 2008, la Provincia di Parma ha indetto - ex art. 18 della L.R. 9/99 - una
conferenza di servizi - a cui ha partecipato anche la Regione Emilia-Romagna, Servizio Tecnico
dei Bacini Affluenti del Po - per l’esame concertato degli elaborati progettuali e dello studio
d’impatto ambientale (SIA) nonché per l’acquisizione di tutti gli atti autorizzativi richiesti dal
proponente per la realizzazione del progetto;
- in data 21 luglio 2008, in esito ai propri lavori, la Conferenza di servizi ha disposto
l’approvazione del Rapporto sull’impatto ambientale del progetto, dettando alcune prescrizioni
tecniche da osservare in sede di realizzazione delle relative opere;
- con delibera di Giunta n. 938 del 15 ottobre 2008, la Provincia di Parma ha approvato e fatto
propri lo schema di AIA, la VIA e il Rapporto sull’impatto ambientale del progetto;
- avverso tale provvedimento, l’associazione W.W.F. Italia ha proposto ricorso al Presidente
della Repubblica ex artt. 8 e ss. del D.P.R. 1199/71, deducendo l’illegittimità del procedimento
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amministrativo e del provvedimento finale sotto molteplici profili: a parte le numerose censure
strettamente attinenti alle violazioni procedimentali pretesamente poste in essere
dall’Amministrazione procedente (la Provincia di Parma), nel ricorso si prospetta la palese
violazione del Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell’aria e del Piano
Provinciale per la Gestione dei Rifiuti dato che il progetto - peraltro insistente su un’area ad
elevato rischio quanto all’inquinamento atmosferico - risulterebbe mancante di misure
effettivamente idonee a monitorare e contenere gli effetti negativi conseguenti all’incremento di
emissioni inquinanti;
- a fronte della proposizione del ricorso al Capo dello Stato, la Provincia di Parma, il Comune
di Parma e la ENIA s.p.a. (ora IREN) hanno svolto rituale opposizione al ricorso straordinario, ai
sensi dell’art. 10 del D.P.R. 1199/71, opposizione a seguito della quale l’Associazione ricorrente
(W.W.F. Italia) ha provveduto alla trasposizione della controversia in sede giurisdizionale dinanzi
al giudice amministrativo;
- con la sent. n. 552 del 7 dicembre 2010, il T.A.R. Emilia-Romagna, Sezione di Parma, ha
respinto il ricorso presentato dall’Associazione W.W.F. concludendo per la legittimità della
procedura amministrativa ed astenendosi da valutazioni in ordine all’opportunità localizzativa del
progetto, trattandosi di valutazione amministrativa sottratta al sindacato giurisdizionale;
- nelle more del giudizio, ed in particolare a partire da luglio 2010, la ENIA s.p.a. (ora IREN) ha
iniziato i lavori di realizzazione del progetto in esame;
- con atto prot. gen. n. 117.009-2011.VI/3/2-46 dell’1 luglio 2011, il Comune di Parma ha
ordinato ad IREN la sospensione dei lavori, ordinanza comunale tempestivamente impugnata da
IREN con ricorso (n. 378/11) al T.A.R. Emilia-Romagna, Sezione di Parma, e che risulta
attualmente pendente;
- con successiva ordinanza del 22 agosto 2011 (atto prot. gen. n. 147597 - 2011.VI/3/2.46), il
Comune di Parma ha ordinato - ex art. 4 della L.R. 23/04 - una nuova sospensione dei lavori di
realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, deducendo la mancanza del
permesso di costruire. Tale ordinanza è stata impugnata da IREN con ricorso dinanzi al giudice
amministrativo, deducendone l’illegittimità sotto molteplici profili;
- con sent. n. 41 del 7 dicembre 2011, il T.A.R. Emilia-Romagna, Sezione di Parma, in
accoglimento del ricorso proposto da IREN, ha annullato l’ordinanza di sospensione dei lavori
emanata dal Comune di Parma rilevando - tra l’altro - che "alla luce dell’iter seguito dalle
amministrazioni nell’ambito della Conferenza dei servizi [si tratta della Conferenza indetta in data
21 gennaio 2008, v. sopra], a cui il Comune ha attivamente partecipato, la conclusione positiva
del procedimento con l’approvazione del progetto esecutivo e l’affermazione della sua conformità
rispetto al progetto definitivo comporta non solo l’approvazione del progetto, ma anche il rilascio
dell’autorizzazione alla costruzione dell’impianto.";
- nonostante i giudizi amministrativi incardinati si siano conclusi pronunciando la legittimità
della procedura amministrativa in esame, come risulta da organi di stampa, in data 30 luglio 2012
la Procura di Parma ha richiesto il sequestro preventivo dell’impianto in fase di realizzazione,
iscrivendo nel registro degli indagati diversi dirigenti di Provincia e Comune di Parma nonché
alcuni componenti del Gruppo IREN, ipotizzando i reati di abuso d’ufficio e abuso edilizio;
rilevato, altresì, che
- oltre ai procedimenti giudiziari, la vicenda del termovalorizzatore di Parma è stata oggetto
anche di ulteriori censure promananti, oltre che da cittadini e associazioni, anche da diverse
Istituzioni nazionali e comunitarie che sollevano dubbi di legittimità in ordine alla procedura di
affidamento diretto dei lavori ad IREN;
- in particolare, la Commissione Europea - con nota del 15 marzo 2011 di costituzione in mora
- ha richiesto al Ministero degli Affari esteri chiarimenti in ordine agli affidamenti a favore di IREN
operati dai Comuni di Parma, Piacenza e Reggio Emilia;
- ancora più in particolare, la Commissione Europea - con una seconda nota di costituzione in
mora, trasmessa al medesimo Ministero in data 24 novembre 2011 - censura l’affidamento diretto
ad IREN (da parte del Comune di Parma) dei lavori di realizzazione del termovalorizzatore in
esame: segnatamente, secondo quanto rilevato dalla Commissione, trattandosi di lavori il cui
importo è superiore a 4 milioni e 845 mila euro (come rilevato sopra, l’importo complessivo del
progetto di realizzazione del termovalorizzatore ammonta a circa 315 milioni di euro), avrebbero
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dovuto essere affidati mediante il previo espletamento di una procedura di aggiudicazione
improntata alla concorrenza;
- analogamente, con nota del 15 settembre 2011 (v. bollettino dell’Autorità n. 44/2011),
l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rileva - tra l’altro - che "raggiunta la naturale
scadenza dell’affidamento alla società Iren Emilia S.p.A. (19 dicembre 2011), il nuovo affidamento
del servizio di gestione integrata dei rifiuti in provincia di Parma debba avvenire per il tramite di
procedure competitive ad evidenza pubblica": in altri e più semplici termini, si censura il
sostanziale affidamento diretto ad IREN del servizio di gestione dei rifiuti auspicando specularmente - l’effettuazione di una gara pubblica per l’affidamento del servizio de quo in
conformità ai principi di libera concorrenza;
- inoltre, in data 06 marzo 2012, l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi
e forniture (AVCP) ha inviato alla Provincia di Parma, alla ATO2 e ad IREN s.p.a. la
comunicazione di avvio di un’istruttoria per la verifica della legittimità della procedura di
affidamento dei lavori di costruzione e gestione del termovalorizzatore di Parma;
considerato che
- la realizzazione e la messa a regime del termovalorizzatore di Parma e degli impianti ad esso
connessi pone rilevanti problematiche sotto i profili economico, agroalimentare, dell’impatto
ambientale e della salute dei cittadini, anche in considerazione del fatto che le emissioni
provocate dall’impianto potrebbero aumentare il valore delle polveri (peraltro, nello studio
d’impatto ambientale presentato da ENIA - ora IREN - in seno alla procedura di VIA non si fa
riferimento alcuno al tema dell’emissione delle polveri e dei loro effetti impattanti, ciò nonostante
precise richieste in tal senso da parte della Provincia di Parma in sede di scoping);
- sotto il profilo di un’efficiente gestione del ciclo dei rifiuti, i programmi comunitari, nazionali e
regionali promuovono e valorizzano forme alternative di gestione rispetto all’incenerimento,
soluzioni alternative che privilegiano il recupero, il reimpiego, il riciclaggio dei rifiuti e la raccolta
differenziata (precisando che - ai sensi dell’art. 205, co. 1, lett. c), D.Lgs. 152/06 - in ogni ambito
territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari ad
almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012) proprio nell’ottica di un progressivo superamento della
tecnica di incenerimento dei residui;
visti
- l’art. 7, co. 1, delle norme tecniche di attuazione (n.t.a.) del Piano Provinciale per la Gestione
dei Rifiuti (PPGR) della Provincia di Parma, ove si dispone che il PPGR definisca i fabbisogni
impiantistici e le tipologie di trattamento "idonee a conseguire un sistema integrato di trattamento
e smaltimento dei rifiuti tale da garantire, attraverso il ricorso alle migliori tecnologie disponibili,
elevate prestazioni tecniche ed ambientali";
- il co. 2 del medesimo art. 7, secondo cui "Le opzioni tecnologiche [di trattamento e
smaltimento dei rifiuti], la cui individuazione compete in via esclusiva ai soggetti attuatori del
Piano [ossia i Comuni], dovranno essere caratterizzate da elevata affidabilità e dovrà esserne
dimostrata l’applicabilità sulla base di consolidate esperienze riferite a taglie impiantistiche
confrontabili a quelle necessarie a garantire il soddisfacimento dei fabbisogni di Piano";
- l’art. 12, co. 1, delle n.t.a. del PPGR, in cui si prevede che "Con periodicità semestrale la
Provincia, anche avvalendosi dell’Osservatorio Provinciale Rifiuti, verifica con l’Agenzia di Ambito
lo stato di attuazione del Piano. Dalle verifiche scaturiranno indicazioni per l’eventuale
adeguamento a medio termine degli strumenti gestionali di attuazione del Piano quali il Piano
d’Ambito o le convenzioni tra l’Agenzia e i gestori".
Impegna la Giunta
- a fronte delle comprovate criticità che interessano la realizzazione dell’impianto in esame
sotto molteplici profili, ad attivarsi presso il Comune e la Provincia di Parma affinché siano
considerate, da parte delle stesse Amministrazioni locali interessate, soluzioni alternative alla
realizzazione del termovalorizzatore cogenerativo che privilegino il recupero, il reimpiego e il
riciclaggio dei rifiuti consentendone una gestione ecocompatibile ed autosufficiente, a tal fine
anche valutando l’opportunità di istituire un tavolo concertativo tra i soggetti istituzionali
interessati;
- a garantire l’effettiva attuazione e il raggiungimento, in modo omogeneo su tutto il territorio
regionale, degli obiettivi imposti dal diritto comunitario e dalla normativa nazionale in materia di
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gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, a tal fine anche favorendo il miglioramento qualitativo e
quantitativo della raccolta differenziata e il riciclaggio dei residui;
- a sollecitare l’Osservatorio regionale sui servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani affinché,
nell’ambito delle proprie funzioni e in raccordo con l’omologo Osservatorio della Provincia di
Parma, analizzi il modello di gestione dei rifiuti - ed in particolare la realizzazione del
termovalorizzatore in esame - adottato da Provincia e Comune di Parma, segnalando le eventuali
criticità alle competenti strutture assessoriali.» (Barbati)
Mozione
OGGETTO 3153
«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna
Premesso:
che, sia la Regione Emilia-Romagna, sia soprattutto tutti i Comuni più significativi della
regione, detengono partecipazioni in società, generalmente operanti nei servizi, a scopo di lucro
che ricavano importanti profitti dalla loro gestione;
che le succitate società rappresentano l’esternalizzazione di servizi essenziali per i cittadini,
che precedentemente venivano gestiti direttamente o in forma di municipalizzata senza che si
determinassero utili dall’esercizio;
che in certe realtà vengono costituite delle vere e proprie holding, come nel caso di Ravenna,
che gestiscono le partecipazioni ed i dividendi distribuiti dalle partecipate;
visto
che si tratta di molti milioni di euro (a Ravenna circa 4 milioni) in tutta la regione, che
provengono dai cittadini, i quali pagano secondo il mercato dei servizi che prima erano gestiti a
costi e ricavi;
che questi profitti, trasformati in dividendi, entrano a far parte del bilancio dei Comuni ed
utilizzati per la spesa corrente,
considerato
che la gravissima crisi economica, che ha investito il nostro sistema produttivo, si sta
scaricando in maniera drammatica sulle piccole imprese commerciali ed artigianali, tanto che si è
innescato un vortice di cessazioni di attività che sta impoverendo e desertificando interi settori ed
aree;
che uno dei problemi maggiori avvertiti dal tessuto economico, oltre alla tassazione iperbolica,
è la mancanza di credito, sia per resistere alla tempesta che per pensare a sviluppo futuro.
Impegna la Giunta regionale
a considerare l’opportunità di costituire un fondo, che potrebbe essere denominato "di
garanzia e sviluppo", al fine di intervenire massicciamente a ricapitalizzare i consorzi fidi delle
piccole e medie imprese, presenti in tutti i settori economici;
a coordinare un’azione nei confronti di tutti i Comuni per fare sì che almeno la metà dei
dividendi incassati annualmente possa confluire in questo fondo, in modo da sottrarre queste
risorse dallo spreco della spesa corrente e finalizzarlo ad un’azione di sostegno e rilancio
dell’economia emiliano-romagnola, oggi in grande affanno.» (Bazzoni)
Interpellanze
OGGETTO 3135
«Il sottoscritto Fabio Filippi, consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
Premesso
- Che nell’Appennino reggiano risulta un sovrappopolamento del numero di capi di ungulati
selvatici, soprattutto cinghiali.
Considerato
- Che l’eccedenza del numero di cinghiali sarebbe causata, principalmente, dai seguenti
fattori: reintroduzioni nel territorio di specie autoctone come appunto cinghiali e caprioli,
abbandono delle campagne da parte dell’uomo, limitazioni della pressione venatoria e
foraggiamento artificiale da parte di cacciatori che in tal modo si creano delle pseudo riserve di
caccia.
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Constatato
- Che l’elevata presenza di ungulati è causa di alterazioni nell’ecosistema dell’Appennino, oltre
che motivo di veicolazione di parassiti e batteri;
- Che dalle analisi compiute in ambito veterinario emergerebbe nelle colture foraggere
destinate ad alimentare il bestiame una percentuale elevata di clostridi butirrici, batteri presenti
negli escrementi degli ungulati;
- Che l’elevata presenza di clostridi butirrici nel foraggio, motivata anche dalla diminuzione
delle precipitazioni nell’estate 2012, causa l’alterazione delle componenti del latte bovino, in
particolare emergerebbero problemi nella fase della fermentazione.
Verificato
- Che gli indennizzi per danni causati da ungulati risultano attualmente inadeguati.
Interpella la Giunta per sapere
- Come intenda contrastare la diffusione eccessiva di batteri nelle colture foraggere;
- Se corrisponda al vero che la Provincia di Reggio Emilia nell’anno 2009, in accordo con ATC
Montagna, a difesa del sistema agricolo del territorio, abbia deciso e deliberato per l’abbattimento
selettivo di 300 capi di cinghiali; se l’atto sia stato rispettato o se, come risulta, gli animali abbattuti
furono in realtà solo 2;
- Se la Regione sia intenzionata ad intervenire per ridurre il fenomeno di sovrappopolamento
di cinghiali nell’Appennino reggiano;
- Se intenda attivarsi concretamente attraverso gli organi competenti al fine di ridurre il numero
di capi in eccesso;
- Se ritenga che l’agricoltura di montagna debba essere tutelata e le aziende che subiscono
danni risarcite in modo adeguato;
- Se intenda attivarsi, di concerto con le amministrazioni locali, al fine di rivalutare gli
indennizzi rivolti agli agricoltori e in generale a coloro che subiscono danni causati dagli ungulati.»
(Filippi)
OGGETTO 3140
«Premesso che
- con Deliberazione di Giunta regionale n. 1039 del 23 luglio 2012, la Regione ha consentito,
nell’ambito della stagione venatoria 2012/2013, al fine di prevenire i danni alle coltivazioni
agricole, ai sensi della Direttiva 2009/147/CE, art. 9, comma 1, lett. a), il prelievo in deroga dello
storno nelle province individuate, nelle giornate e negli orari previsti per l’esercizio venatorio e
secondo periodi, luoghi e modalità specificatamente indicati nell’allegato della citata
deliberazione;
- in esecuzione di quanto richiesto dall’art. 9 comma 2 della Direttiva 2009/147/CE, il Servizio
Territorio rurale ed attività faunistico-venatorie della Regione risulta essere l’unica autorità
abilitata a dichiarare che le condizioni stabilite sono soddisfatte sulla base dei mezzi e delle
limitazioni individuate con la sopra citata deliberazione.
Considerato che
- fra il 29 ed il 30 agosto 2012 i Presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini,
l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Forlì-Cesena e l’Assessore all’Agricoltura della
Provincia di Rimini hanno inviato tre comunicazioni dal contenuto pressoché identico ai propri
organi di vigilanza (polizia provinciale), al Corpo Forestale dello Stato, alle Associazioni venatorie
e agli ATC territorialmente competenti nelle quali, in parte riproducono (talvolta erroneamente) il
testo dell’allegato alla deliberazione sopra citata, in parte ne danno una propria interpretazione
estensiva, con ciò modificando di fatto le indicazioni della Regione;
- in particolare, in tutte le tre comunicazioni le amministrazioni provinciali si premurano di
stabilire che per "appezzamenti in cui sono in atto sistemi dissuasivi incruenti a protezione delle
colture e sono presenti le coltivazioni" si devono intendere quelli in cui è presente anche una
singola pianta di tali coltivazioni, sebbene ciò non sia specificato nel testo della deliberazione;
- la Provincia di Rimini, nella sua comunicazione, ha tenuto ad aggiungere che "per frutto
pendente" si intende la presenza sulla pianta "di frutti solidali alla stessa in maniera naturale",
lasciando implicitamente intendere che un qualche soggetto esercitante il prelievo in deroga
potesse sperare di evitare sanzioni applicando "in maniera artificiale" dei frutti pendenti alle piante
o anche, a questo punto, alla singola pianta;
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- la Provincia di Forlì-Cesena, nella sua comunicazione, ne approfitta pure per inserire gli
oliveti fra le colture attorno a cui è possibile il prelievo in deroga dello storno, pur non essendo
tale coltura indicata nel testo della citata deliberazione.
Evidenziato che
- dalla stampa apprendiamo che su questa vicenda è stato inoltrato un esposto alla
Commissione europea, presumiamo per errata applicazione della Direttiva 2009/147/CE.
Si interpella la Giunta regionale e l’Assessore competente al fine di conoscere
- se la Regione sia a conoscenza del contenuto di tali comunicazioni delle amministrazioni
provinciali e se risulti che esse siano state sottoposte ad un parere preventivo dell’ISPRA, visto
che modificano il testo della deliberazione n. 1039/2012;
- se alla Regione risulti che analoghe comunicazioni siano state inviate da altre
amministrazioni provinciali in cui è consentito il prelievo in deroga;
- se la Regione non ritenga che tali comunicazioni siano in contrasto con la norma
comunitaria;
- se la Regione non ritenga che, per evitare eventuali sanzioni comunitarie, sia necessario
ribadire alle amministrazioni provinciali e agli organi di vigilanza che l’unico testo normativo
vigente sia quello della deliberazione n. 1039/2012 e che qualsiasi comunicazione in contrasto
con lo stesso sia illegittima;
- se la Regione ritenga che, in caso di sanzioni comunitarie, gli amministratori sottoscrittori di
dette comunicazioni debbano rispondere del danno erariale causato al proprio ente.» (Meo)
Interrogazioni
OGGETTO 3129
«Mauro Manfredini - Capogruppo Lega Nord Padania
Premesso che:
Con Delibera di Giunta 645/2011 la Regione Emilia-Romagna ha approvato le "Modifiche e
integrazioni alle regole per l’accreditamento degli organismi di formazione professionale";
Tra i nuovi requisiti aggiuntivi per l’ottenimento e il mantenimento dell’accreditamento i centri di
formazione, in particolare dovranno obbligatoriamente: 1) mantenere "un patrimonio netto minimo
secondo soglie rapportate al valore della produzione; la soglia minima di patrimonio netto dovrà
essere pari a 30.000 euro fino a un valore della produzione di 1.500.000 euro"; 2) istituire "un
organo di controllo, collegio sindacale o revisore contabile ai quali verrà richiesto di relazionare
sulla attendibilità di bilancio nonché su aspetti specifici".
Considerato che:
Gli organismi di formazione professionale in Emilia-Romagna sono, in gran parte, enti no
profit, alcuni addirittura senza obbligo di bilancio e non possono quindi realizzare utili da destinare
alla costituzione di un patrimonio netto positivo di così rilevante dimensione;
Viste le diverse nature giuridiche ammesse dalla legge per essere accreditati, la normativa
sopra menzionata evidenzia una chiara disparità di trattamento tra enti no profit ed enti
economici;
Appare quantomeno improprio costringere gli enti di formazione ad acquisire sul mercato
privato quegli utili necessari a ripianare le perdite provocate dai mecanismi di finanziamento
pubblico tutt’ora in vigore;
La Camera di Commercio non può accettare la nomina di revisori di conti che ne certifichino il
bilancio, perché la legge nazionale non lo consente almeno per vari organismi di formazione
professionale;
Aldilà di ogni altra valutazione di merito sulla opportunità e sui contenuti, i requisiti aggiuntivi
previsti nella Delibera 645/2011 sono talmente pesanti che, alla luce anche della crisi economica
imperante, i nostri centri di formazione rischiano gravissime difficoltà.
Interroga la Giunta regionale per sapere:
Se, di fronte alle palesi conraddizioni della normativa in oggetto, i centri di formazione per
ottenere o mantenere l’accreditamento da parte della Regione debbano modificare la propria
ragione sociale in palese contraddizione con la legge vigente e quella nazionale;
Se non intenda rivedere la nuova normativa regionale adottando criteri meno punitivi, evitando
così di aggiungere ulteriori difficoltà con il rischio che gli organismi di formazione professionale
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vengano costretti ad "artifici contabili" per ottenere o mantenere l’accreditamento.» (A risposta
scritta) (Manfredini)
OGGETTO 3130
«Il sottoscritto Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
Considerato che, a seguito dei tagli operati nel settore della scuola dell'infanzia e dei nidi
anche dagli Enti locali, si rende significativamente urgente e rilevante garantire per l'appunto un
adeguato servizio all'utenza con particolare riguardo alle dotazioni di personale e di organico
impegnato in questo delicato settore;
Considerato che rientra nei compiti delle Regioni garantire un idoneo standard qualitativo e
quantitativo con riguardo al settore della scuola dell'infanzia e dei nidi;
Considerato che, a titolo di esempio, altre Regioni hanno attivato dei progetti finalizzati a porre
a disposizione delle istituzioni scolastiche interessate delle risorse utili alla copertura dei costi
necessari affinché detti servizi siano dotati di organici adeguati con le richieste dell'utenza (ad
esempio, il Progetto Pegaso della Regione Toscana);
interroga
la Giunta regionale per sapere,
1. Come la Regione valuti soluzioni come quella citata;
2. Se la Regione Emilia-Romagna si sia dotata di strumenti simili a quelli citati;
3. Come la Regione intenda eventualmente intervenire per affrontare le riduzioni degli organici
e delle risorse decise anche dagli Enti locali nel settore della scuola dell'infanzia e dei nidi.» (A
risposta scritta) (Bignami)
OGGETTO 3131
«Il sottoscritto Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
a) Considerato che dal 2004 risulta operante sulla linea Porretta-Bologna un servizio
ferroviario che opera sul solo segmento Bologna-Marzabotto con una frequenza di circa mezz'ora
l'uno (tanto da meritarsi il soprannome giustappunto di "treni della mezz'ora");
b) Rilevato che detti convogli risultano composti da tre/quattro vagoni, benché in effetti gli
utenti siano nell'ordine di poche decine;
c) Rilevato che al contempo, sempre sulla linea Bologna-Porretta, operano treni che registrano
una frequenza assai inferiore, ma con un utilizzo assai maggiore da parte dell'utenza, tanto da
dover registrare rilevanti proteste da parte dei cittadini costretti ad utilizzare, per varie ragioni,
detto servizio;
interroga
la Giunta regionale per sapere,
1. Se esiste un reale monitoraggio afferente la frequenza in ordine a quanto rilevato sub a),
depurato dai treni che fermano a Marzabotto, ma che proseguono per Porretta Terme;
2. Per quale motivo si sia ritenuto di potenziare la tratta Marzabotto-Bologna;
3. Se non ritenga opportuno rimodulare il servizio ferroviario sulla tratta citata, al fine di
rendere più omogeneo ed efficiente il servizio sulla tratta Porretta-Bologna nella sua interezza,
invece che limitarsi alla sola tratta Marzabotto-Bologna.» (A risposta scritta) (Bignami)
OGGETTO 3132
«Il sottoscritto Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
Considerato che la discarica di Pediano, sita nel Comune di Imola (BO), è stata individuata
dall'accordo infraregionale finalizzato allo smaltimento dei rifiuti provenienti dalla Regione
Campania quale sito destinato allo smaltimento dei medesimi;
interroga
la Giunta regionale per sapere,
1. Se dal 1 settembre 2011 ad oggi presso la discarica citata sono stati recepiti rifiuti
provenienti da Regioni diverse dall'Emilia Romagna e, in caso affermativo, in che quantità e in
ragione di quale atto provvedimentale;
2. Se presso altri siti regionali sono stati recepiti rifiuti provenienti da Regioni diverse
dall'Emilia Romagna e, in caso affermativo, in che quantità e in ragione di quale atto
provvedimentale.» (A risposta scritta) (Bignami)
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OGGETTO 3133
«Il sottoscritto Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
Rilevato che allo scrivente risulta che l'ASL di Bologna stia procedendo a sostituzioni di
numerose protesi all'anca qualificando gli interventi di sostituzione medesima come "usura
artroprotesi di rivestimento ASR con protesi dolorosa";
Rilevato che, così come testimoniato dalle risposte pervenute al sottoscritto consigliere con
interrogazioni oggetto 956 del 26/01/2011 e oggetto 1578 del 7/7/2011, in realtà risulterebbe che
numerosi interventi di sostituzione delle protesi all'anca siano da attribuire alle condizioni difettose
delle protesi medesime, con particolare riguardo agli interventi di sostituzione resisi necessari
dopo un periodo di tempo relativamente breve dall'intervento di impianto;
Rilevato che pertanto la qualificazione medica che accompagna le lettere di dimissioni
ospedaliere conseguenti agli interventi in questione, così come redatte, appaiono più finalizzate a
voler escludere responsabilità civili da parte dell'Azienda in relazione all'impianto della protesi
difettosa, non facendosi alcun riferimento alla difettosità della protesi;
Tutto quanto sopra rilevato
interroga
la Giunta regionale per sapere,
1. Se è a conoscenza di questa situazione suesposta;
2. Come giudichi la medesima;
3. Se non ritenga lesi i diritti dei pazienti i quali rischiano di vedersi limitata l'ampiezza
dell'azione risarcitoria;
4. Se intenda comunque avvalersi nei confronti dell'azienda fornitrice delle protesi per il ristoro
del danno subito sia dalle Aziende sanitarie regionali che dai pazienti.» (A risposta scritta)
(Bignami)
OGGETTO 3134
«Il sottoscritto consigliere Luigi Giuseppe Villani, Presidente del Gruppo assembleare PDL,
considerato che
- in data 10/08/2012 il Comune di Montechiarugolo (PR) ha licenziato il progetto "Immagina
Montechiarugolo: il PAES e oltre il 2020" da presentare all’Amministrazione regionale per una
richiesta di contributo pari a euro 28.184;
- fra i soggetti aderenti al Progetto figurano il Partito Democratico sezione di Montechiarugolo
e fra gli esperti chiamati a collaborare alla realizzazione dello stesso, a titolo oneroso, spiccano i
nomi del Dott. Nicola Dall’Olio, Capogruppo del PD nel Consiglio comunale di Parma, in qualità di
esperto di ambiente e della Prof.ssa Vincenza Pellegrino, ex consigliere comunale del PD nel
Consiglio comunale di Parma, in veste di antropologa ed esperta di percorsi partecipativi;
- appare sconcertante e inopportuno che l’Amministrazione comunale abbia scelto di
annoverare fra i soggetti aderenti al Progetto un partito politico e di inserire fra gli esperti pagati
da coinvolgere due esponenti dello stesso partito, data la natura pubblica del contributo richiesto;
interroga la Giunta regionale per sapere:
- se il progetto in questione è stato presentato all’Amministrazione regionale;
- in caso contrario, data la comune appartenenza politica, se non si ritenga opportuno
intervenire presso il Sindaco di Montechiarugolo al fine di dissuadere l’Amministrazione comunale
dalla presentazione del progetto nella forma licenziata in data 10/08/2012;
- qualora, invece, il progetto summenzionato sia già pervenuto in Regione, se non si ritenga
doveroso intervenire per bloccare l’erogazione del contributo richiesto, in qualsiasi misura
prevista.» (A risposta scritta) (Villani)
OGGETTO 3137
«Il sottoscritto consigliere del Gruppo Popolo della Libertà, Gianguido Bazzoni,
premesso che
La provincia di Ravenna ha pubblicato un bando per la selezione pubblica per titoli ed esami ai
fini della formazione di una graduatoria per le assunzioni a tempo determinato di personale del
profilo professionale tecnico specializzato nell’ambito delle procedure di valutazione di impatto
ambientale;
in suddetto tra i requisiti per l’ammissione alle selezioni vi erano:
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
-9ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
a) cittadinanza italiana, o di uno degli Stati membri dell’Unione Europea, i cittadini di tali Stati
dovranno avere una adeguata conoscenza della lingua italiana;
b) età non inferiore agli anni 18;
c) idoneità fisica all’impiego, l'Amministrazione ha facoltà di sottoporre a visita medica di
controllo i vincitori di selezione, in base alla normativa vigente.
d) titolo di studio:
1) Diploma di laurea DM 509/99 afferente le seguenti classi:
- 8 INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE
- 12 SCIENZE BIOLOGICHE
- 16 SCIENZE DELLA TERRA
- 27 SCIENZE E TECNOLOGIE PER L AMBIENTE E LA NATURA
- 21 SCIENZE E TECNOLOGIE CHIMICHE
oppure
2) Diploma di laurea DM 270/04 afferente le seguenti classi:
- L 34 SCIENZE GEOLOGICHE
- L 07 INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE
- L 32 SCIENZE E TECNOLOGIE PER L AMBIENTE E LA NATURA
- L 13 SCIENZE BIOLOGICHE
- L 27 SCIENZE E TECNOLOGIE CHIMICHE;
oppure
3) Diploma di laurea di cui all’ordinamento previgente il DM 509/1999 (vecchio ordinamento)
in:
Ingegneria chimica o Ingegneria dei materiali o Ingegneria Industriale o Scienze Geologiche o
Ingegneria per l’Ambiente e per il Territorio o Scienze Biologiche o Chimica Industriale o Scienze
Ambientali o equipollenti o lauree specialistiche (DM 509/99) e lauree magistrali (DM 270/04)
equiparate dal Decreto interministeriale 09 luglio 2009.
- nonché esperienza lavorativa almeno biennale presso datori di lavoro pubblici o privati
nell'ambito delle attività di valutazione di impatto ambientale (DLgs 152/2006, L.R. 9/99 e s.m.i.).
e) iscrizione nelle liste elettorali, ovvero, per i cittadini degli Stati membri dell’Unione Europea il
godimento dei diritti civili e politici negli Stati di appartenenza o di provenienza;
f) posizione regolare nei confronti dell’obbligo di leva, per i cittadini soggetti a tale obbligo;
l’ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Ravenna con lettera del 17/07/2012
ha fatto presente che il bando in oggetto appariva lesivo nei confronti della figura professionale
dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, non essendo prevista la partecipazione dei laureati
appartenenti al proprio percorso universitario;
secondo quanto riportato nel bando rimangono quindi esclusi:
i diplomi di laurea DM 509/99 afferenti le seguenti classi:
- 77/S scienze e tecnologie agrarie
- 74/S Scienze e gestione delle risorse rurali e forestali
I diplomi di laurea DM 270/04 afferente le seguenti classi:
- LM - 69 Scienze tecnologie agrarie
- LM - 73 Scienze e tecnologie forestali ed ambientali
Il diploma di laurea di cui all’ordinamento previgente il DM 509/1999 (vecchio ordinamento) in:
Scienze agrarie
Scienze forestali
Scienze forestali e ambientali
I laureati in Scienze agrarie e in Scienze Forestali, e conseguentemente i Dottori Agronomi e
dei Dottori Forestali sia per curriculum studio rum, sia per le espresse competenze del proprio
ordinamento, hanno pari, se non maggiore, preparazione e competenze rispetto alle lauree
inserite nel bando della Provincia di Ravenna;
Proprio in riferimento all’oggetto del bando rientrano nelle competenze dei dottori agronomi le
seguenti attività:
- tutte le operazioni dell’estimo in generale;
- gli studi di assetto del territorio ed i piani zonali, urbanistici e paesaggistici;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 10 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
- la programmazione, per quanto attiene alle componenti agricolo-forestali ed ai rapporti città
campagna; i piani di sviluppo di settore e la redazione nei piani regolatori di specifici studi per la
classificazione del territorio rurale, agricolo, forestale;
- lo studio, la progettazione, la direzione, la sorveglianza, la misura, la stima, la contabilità ed il
collaudo di lavori inerenti alla pianificazione territoriale ed ai piani ecologici per la tutela
dell’ambiente; la valutazione di impatto ambientale ed il successivo monitoraggio per quanto
attiene agli effetti sulla flora e la fauna;
- i piani paesaggistici e ambientali per lo sviluppo degli ambiti naturali, urbani ed extraurbani;
- i piani ecologici e i rilevamenti del patrimonio agricolo e forestale;
la risposta del dirigente del settore appare al quanto risicata, inconsistente e non idonea
rispetto ai puntuali rilievi presentati dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di
Ravenna.
Considerato che
La Valutazione d'impatto ambientale (Via) individua, descrive e valuta gli effetti diretti ed
indiretti di un progetto e delle sue principali alternative, compresa l’alternativa zero, sull’uomo,
sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di superficie e sotterranee, sull’aria, sul clima, sul
paesaggio e sull’interazione fra detti fattori, nonché sui beni materiali e sul patrimonio culturale,
sociale ed ambientale e valuta inoltre le condizioni per la realizzazione e l’esercizio delle opere e
degli impianti. La disciplina si basa sul principio dell'azione preventiva, in base alla quale la
migliore politica consiste nell'evitare fin dall'inizio l'inquinamento e le altre perturbazioni anziché
combatterne successivamente gli effetti;
La Regione Emilia-Romagna, ha dato attuazione alle Direttive 85/337/CEE e 97/11/CE e al
DPR 12 aprile 1996, con la Legge regionale 9/99 "Disciplina della procedura di valutazione
dell´impatto ambientale". Le procedure disciplinate dalla legge regionale 9/99 hanno lo scopo di
prevedere e stimare l'impatto ambientale di impianti, opere o interventi, di identificare e valutare le
possibili alternative, compresa la non realizzazione degli stessi, di indicare le misure per
minimizzare o eliminare gli impatti negativi.
Interroga la Giunta
per conoscere
se non ritenga che l’esclusione dei Dottori Agronomi e Forestali sia fortemente lesiva delle
prerogative degli stessi e penalizzi una categoria che ha le competenze per partecipare alla
selezione oggetto del bando;
se non ritenga opportuno intervenire nei confronti della Provincia di Ravenna affinché vengano
inseriti requisiti equi che tengano conto delle effettive competenze e quindi annullare e riformulare
il bando in oggetto.» (A risposta scritta) (Bazzoni)
OGGETTO 3138
«Il sottoscritto consigliere del Gruppo Popolo della Libertà, Gianguido Bazzoni,
premesso che
L’Azienda sanitaria locale di Rimini - in nome e per conto anche dell'Ausl di Ravenna, facenti
parte dell'«Area Vasta Romagna» - avrebbe affidato, tramite gara, un lotto di servizi assicurativi
(assicurazione aziendale Rct/o primo rischio) alla compagnia City Insurance, come risulterebbe
dalla determinazione n° 353 del 28 marzo scorso della medesima Azienda sanitaria.
In pratica dal 15 maggio scorso a tutto il 2014 l'importante polizza di responsabilità civile per i
danni subiti dai pazienti per «malasanità» sarebbe affidata a questa società assicuratrice.
In data 2 luglio 2012 l’ISVAP ha comunicato che con Provvedimento n. 2988 del 2 luglio 2012,
disponibile sul sito dell’Autorità (www.isvap.it), l’ISVAP ha disposto nei confronti di Societatea de
Asigurare Reasigurare City Insurance S.A. (in breve, City Insurance) il divieto di assunzione di
nuovi affari, sul territorio della Repubblica Italiana, con effetto immediato ai sensi dell’art. 193,
comma 4, del Codice delle assicurazioni.
Considerato che
l’Isvap ha inibito ad operare in territorio italiano l’assicurazione City Insurance;
City Insurance di conseguenza potrebbe non mantenere fede ai contratti stipulati e non
garantire così la copertura dei danni;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 11 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
le AUSL di Ravenna, Rimini e Cesena, nella sopracitata evenienza oltre ad aver pagato i
premi rischiano pertanto di dover pagare anche gli eventuali danni in mancanza della copertura di
City Insurance, investendo così nel peggiore dei modi il denaro pubblico.
Interroga la Giunta
per conoscere:
se dal 3 luglio 2012 le AUSL interessate dal contratto con l’assicurazione City Insurance si
sono rivolte all’ufficio legale della Regione Emilia-Romagna per verificare se esiste il tanto per
dichiarare la nullità del contratto con l’assicurazione oppure per recedere dallo stesso senza
pagare alcuna penale;
se corrisponde a verità che la Regione Emilia-Romagna visti i costi sostenuti dalle Aziende
AUSL per la copertura dei rischi e gli effettivi danni liquidati sia in procinto di sperimentare, a
partire dal 2013, un’autoassicurazione e nel caso se non ritenga ancor più opportuno che le
Aziende AUSL romagnole e la Regione stessa approfondiscano la possibilità di recesso dei
contratti stipulati con City Insurance in ragione dei contenuti del provvedimento ISVAP (allegato),
considerato che il progetto regionale presuppone il superamento dei contratti assicurativi RCT da
parte delle singole aziende.» (Allegato depositato agli atti) (A risposta scritta) (Bazzoni)
OGGETTO 3141
«Il sottoscritto Mauro Manfredini, Capogruppo Assembleare Lega Nord Padania Emilia e
Romagna
Premesso che:
- con propria delibera n. 167 del 20 giugno 2007 la Giunta del Comune di Reggio Emilia ha
avviato il progetto "Tra il campo e la città", finalizzato a "migliorare l’habitat della comunità sinta
anche attraverso il superamento dei campi sosta nella loro concezione originaria": la proposta
sarebbe sostanzialmente di creare "nuove forme abitative (in particolare per le famiglie dell’area
sosta di Via Gramsci 132, per la quale non si prevede alcun intervento di ‘ristrutturazione’),
attraverso l’individuazione e la sistemazione di nuovi spazi destinati a piccoli nuclei familiari", le
cosiddette microaree, la prima delle quali realizzata nel Comune di Reggio Emilia in via Felesino
nella frazione di Cella;
- tutte le aree sosta comunali per nomadi esistenti sul territorio del Comune di Reggio Emilia,
quale poi divenuta anche quella di via Felesino in seguito all’approvazione del nuovo Psc del
Comune di Reggio Emilia, sono normate dagli strumenti urbanistici vigenti dall’art. 43 bis (zone
D), in ottemperanza alle disposizioni dell’art. 4 della Legge regionale 47/88 sulle minoranze
nomadi, la quale recita tra l’altro: "qualora il comune intenda adibire ad aree di sosta aree con
diversa classificazione dovrà approvare apposita motivata variante allo strumento urbanistico
generale";
- l’area di via Felesino era inquadrata urbanisticamente come: zona agricola a valenza
paesaggistica (art. 65 norme Prg - zona E) ed area a vulnerabilità idrogeologica e soggetta ad
allagamenti (art. 68.03 norme Prg), ed inoltre vi insistono anche vincoli sovraordinati del PTCP
provinciale che classifica l’area come zona a particolare interesse paesaggistico-ambientale (art.
13) con vincolo paesistico (Legge Galasso);
- ne discendeva l’assoluta necessità giuridica e politica di adottare una variante al vigente PRV
vigente del Comune di Reggio Emilia, tanto che nel febbraio 2007 il Dirigente al Patrimonio
relazionava come "per nessuna delle aree elencate sussiste compatibilità urbanistica tra l’attuale
destinazione di Prg e gli interventi previsti" ed anche il Presidente della Circoscrizione 2 il 17
maggio 2008 dichiarava alla stampa che l’area di via Felesino "è agricola e necessita di una
modifica nella destinazione d’uso che può avvenire solo passando dal consiglio comunale"
concludendo che le ruspe non avrebbero potuto partire prima del "necessario coinvolgimento
della circoscrizione e dei cittadini";
- il 24 maggio 2008 due legali del Comune rassegnavano il proprio "inquadramento normativo
e procedimentale inerente le tematiche di carattere urbanistico per la realizzazione dell’area di
sosta a particolare destinazione per la popolazione nomade", tale documento venne poi allegato
dal Dirigente alla Pianificazione e Qualità urbana al parere di conformità urbanistica del progetto
esecutivo dell’area di sosta rassegnato il 4 giugno 2008 al Servizio di manutenzione titolare del
procedimento: il parere in oggetto, pur sostenendo che "il percorso procedimentale più lineare per
attingere la conformità urbanistica è senz’altro quello della variante" valuta come "si tratta però di
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 12 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
un percorso che comporta tempi lunghi di attuazione" stimati in un periodo non inferiore ai 9-10
mesi, da qui il suggerimento di tagliare tempi e discussione politico-amministrativa in barba alla
legge regionale, che come ricordato dispone l’obbligatorietà di una zonizzazione specifica (zone
D o F) che non è quella attuale di via Felesino (zona E) e di una conseguente variante motivata,
utilizzando impropriamente l’art. 16 delle Nta del vigente Prg;
- tale percorso consigliato dai legali del Comune consentiva alla Giunta di Reggio Emilia di
intervenire tempestivamente con la realizzazione dell’area sosta recuperando solo eventualmente
e solo in una fase successiva l’ordine cartografico e normativo sulle tavole del vigente Prg,
risultandone lo stravolgimento stesso dei principi pianificatori generali oltre che un pericoloso
precedente in quanto va da sé che la Giunta reggiana avrebbe potuto insediare le altre microaree
occorrenti alla realizzazione del progetto con il medesimo iter procedimentale;
- in merito, rispondendo ad una mia specifica interrogazione a risposta scritta (atto Reg. PG
2008/255981 del 31 ottobre 2008), l’Assessore regionale Anna Maria Dapporto sosteneva a nome
della Giunta che: "la Regione condivide l’operato del Comune di Reggio Emilia che considera la
possibilità di attivare il percorso che prevede la variante al PRG intesa come necessaria
omologazione cartografica; dovrebbe essere sottoposta al Consiglio comunale la presa d’atto di
quanto sinora realizzato realizzando così la opportuna applicazione dell’art. 4 della L.R. 47/1988.
La Regione Emilia-Romagna condurrà comunque un’attenta opera di vigilanza affinché
l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia non standardizzi questo iter accelerato giustificato
dalla necessità di non perdere il finanziamento UNRRA assegnato…".
Considerato che:
- in data 3 settembre 2012 l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia ha presentato alla
nostra Amministrazione una domanda per l’assegnazione di contributi in conto capitale previsti
dalla delibera di Giunta regionale n. 808/2012 recante "programma di interventi per il
miglioramento delle condizioni di vita nei campi nomadi in Emilia-Romagna e disposizioni per
l’assegnazione di contributi in conto capitale ai Comuni (LR n. 47/88 e succ. mod.)";
- in base al comma 2, art. 4 dell’allegato b) alla delibera di cui al punto precedente
(disposizioni tecniche e procedurali per l’assegnazione dei contributi in conto capitale), "le aree
oggetto di intervento devono essere classificate conformemente a quanto previsto dall’art. 4 della
LR n. 47/88";
- le aree individuate dall’Amministrazione comunale nella propria domanda non risulterebbero
avere i requisiti urbanistici richiesti non avendo la necessaria classificazione prevista dall’art. 4
della LR n. 47/88, vale a dire zone omogenee D o F, ma bensì avendo una zonizzazione
omogenea E, così come dichiarato nell’allegato "a 00" (P.S. 2929 del 30/08/2012) alla domanda
ed inoltre gli strumenti urbanistici vigenti, ovvero il pregresso PRG nulla prevedevano in merito,
rendendo quindi necessaria l’adozione di una variante urbanistica.
Rilevato quindi che:
- il Comune di Reggio Emilia, al contrario dell’indirizzo politico della Giunta regionale dichiarato
nel 2008 dall’Assessore Dapporto intende standardizzare il procedimento precedentemente
adottato con la prima area sperimentale di via Felesino eludendo i necessari passaggi deliberativi
di Giunta e Consiglio comunale e con Circoscrizioni e cittadini.
Rilevato infine che
- in data 17 luglio 2012 il Servizio Edilizia del Comune di Reggio Emilia ha avviato un
procedimento con contestuale diffida ai soggetti responsabili di demolizione spontanea delle
opere abusive (trattasi di una baita a due piani) realizzate presso la microarea sperimentale di
sosta nomadi di via Felesino nella frazione di Cella e che quindi al contrario di quanto affermato
dal Comune di Reggio Emilia nella relazione illustrativa (allegato c 03) alla domanda di
finanziamento non è risultata affatto una "esperienza particolarmente positiva".
Interroga la Giunta regionale per sapere:
- se intenda rigettare conseguentemente la domanda presentata dal Comune di Reggio Emilia
per l’assegnazione dei contributi previsti dalla delibera regionale evitando quindi la replica di una
procedura che la stessa Giunta regionale riteneva non dovesse essere standardizzata e che
replicherebbe una esperienza, quella della microarea di via Felesino, completamente
insoddisfacente.» (A risposta scritta) (Manfredini)
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 13 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
OGGETTO 3142
«Il consigliere Andrea Pollastri del Gruppo Popolo della Libertà
Premesso che:
- Negli ultimi quarant’anni il numero dei cacciatori in Emilia-Romagna ha subito una riduzione
del 67,5%, passando da 139.861 nel 1973 a 45.407 nel 2011;
- A Piacenza si è passati da 9.300 nel 1973 alla punta massima di 9.744 nel 1976, per poi
calare progressivamente a 8.315 nel 1980, 5.651 nel 1990, 3.995 nel 2000, sino ai 3.092 della
scorsa Annata Venatoria;
- Analizzando i trend tra il 1977 ed il 1987 vi è stata una perdita del 32%, tra il 1987 ed il 1997
del 36%, tra il 1997 ed il 2007 del 12%, mentre dal 2007 al 2011 del 15%;
- Gli abbandoni, che avevano avuto un rallentamento dopo il 1997, hanno ripreso a crescere
dopo il 2007;
- Le ragioni di questo andamento sono molteplici: i cambiamenti socio-economici, con
l’urbanizzazione della popolazione; l’ostilità mediatica nei confronti della caccia; la mancanza di
una politica informativa rivolta alle scuole, dove quasi sempre si dà della caccia una visione
distorta, se non contraria alla realtà; l’invecchiamento degli appassionati e il difficile ricambio
generazionale; l’asfissiante aumento degli obblighi, dei vincoli e dei costi;
- Riguardo a quest’ultimo punto a Piacenza il rinnovo della licenza costa 820 euro, oltre alle
spese per attrezzatura, armi e munizioni, acquisto e mantenimento dei cani, carburante per gli
spostamenti.
Considerato che:
- Il pregiudizio ideologico esistente nella nostra Regione contro la caccia fa sì che anche se
non viene abolita tramite legge, cosa di per sé non possibile, si mira a scoraggiare chi la pratica
alzando le spese, aumentando i vincoli e riducendo al minimo le giornate di caccia, con la
conseguenza di indurli all’abbandono;
- La caccia ha un’importanza fondamentale nel garantire l’equilibrio faunistico, limitare la
presenza di animali che arrecano danni a persone, cose (incidenti d’auto) e all’agricoltura,
promuovere la conoscenza del territorio e degli animali che vi vivono, finanziare e realizzare la
conservazione dell’ambiente, diffondere valori antichi come l’uomo;
- Il permanere della caccia ha anche un importante risvolto economico non solo per Stato,
Regione e Province che introitano le tasse, ma anche per l’indotto (armerie, allevamenti di cani,
negozi di abbigliamento specializzato, ecc.) oltre a ristoranti e trattorie, che beneficiano,
soprattutto nelle zone disagiate di montagna, della presenza e del passaggio dei cacciatori.
Interroga la Giunta regionale per sapere:
- Se si sia consapevoli del fenomeno del lento declino numerico dei cacciatori e se ne siano
esaminate le cause;
- Se si intenda avviare un percorso, in collaborazione con le Associazioni Venatorie, al fine di
analizzare il problema ed individuarne possibili soluzioni;
- Se si condivida il fatto che, oltre alle questioni socio-culturali, questo fenomeno sia agevolato
dall’inasprirsi di regole e tasse imposte dalla Regione stessa;
- Se si intenda sostenere azioni di marketing, anche con attività presso le scuole, per far
comprendere il reale valore della caccia, al di là dei pregiudizi ideologici.» (A risposta scritta)
(Pollastri)
OGGETTO 3143
«Il sottoscritto Roberto Corradi consigliere regionale Gruppo Lega Nord
Premesso che
1) Con riferimento all’utilizzo ad opera della Regione Emilia-Romagna della quota parte del
fondo di 100 milioni di euro, stanziato a livello nazionale per l’assistenza a favore dei malati di
SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), già oggetto di dibattito e di votazione di una risoluzione da
parte dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna in data 6 luglio 2012; si rileva l’appello di
una delle più importanti Associazioni di familiari e ammalati di SLA che lamenta scelte inadeguate
da parte della Giunta regionale, ed in particolare dell’Assessorato alla Sanità.
2) L’Associazione dei malati di SLA (con comunicazione inviata a tutti i Consiglieri Regionali in
data 10 settembre u.s.), lamenta come in Regione Emilia-Romagna, a differenza di quanto
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 14 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
avvenuto nella Regione Piemonte, non si riesca a distribuire alle famiglie degli ammalati le risorse
destinate loro espressamente e specificatamente dallo Stato (100 milioni di euro).
Interroga la Giunta
per conoscere
1) Se quanto sopra descritto corrisponda al vero.
2) Quali misure sono state assunte per rendere disponibile la quota parte del fondo statale di
100 milioni di euro, agli ammalati di SLA ed alle loro famiglie.» (A risposta scritta) (Corradi)
OGGETTO 3144
«Il consigliere Andrea Pollastri del Gruppo Popolo della Libertà
Premesso che:
- Con la L.R. n. 20/00 venne istituito come strumento urbanistico fondamentale il Piano
Strutturale Comunale (PSC) in sostituzione del Piano Regolatore Generale (PRG);
- Rispetto al precedente il PSC considera non solo gli aspetti meramente funzionali
(destinazione aree per scopi differenti) ma anche quelli inerenti il territorio nel suo complesso
(viabilità, infrastrutture, distribuzione commerciale, servizi, ecc.) in accordo con gli strumenti
pianificatori sovraordinati (PTCP e PSR);
- Alla base del PSC ci sono i concetti di vivibilità, rispetto di criteri estetici, distribuzione equa
dei servizi, recupero dei fabbricati dismessi o in stato di abbandono, contenimento dello
sfruttamento estensivo del territorio, sviluppo equilibrato e sostenibilità ambientale.
Considerato che:
- La complessità del nuovo strumento richiede il concorso di una pluralità di competenze e
l’attivazione di macchinose procedure che implicano alti costi e tempi lunghi.
Interroga la Giunta regionale per sapere:
- Quanti Comuni, sul totale regionale, abbiano provveduto al passaggio da PRG a PSC;
- Quanti siano i PSC redatti a livello sovracomunale;
- Quanto si stimi sia stato speso dai Comuni per adempiere alle nuove disposizioni previste
dalla L.R. n. 20/00;
- Se siano stati erogati dalla Regione contributi per supportare l’operazione e di che tipo.» (A
risposta scritta) (Pollastri)
OGGETTO 3145
«Io sottoscritta Monica Donini, Consigliera regionale del Gruppo Federazione della Sinistra
Premesso che
La crisi provocata dalle dimissioni dei rappresentanti dei soci privati, FER e RATP DEV, nel
Consiglio d’Amministrazione di SETA, nascerebbe dall’indisponibilità degli Enti locali delle realtà
di Modena, Reggio Emilia e Piacenza a praticare le scelte previste dal piano industriale, ovvero
l’innalzamento delle tariffe, la riduzione dei chilometri di corsa ed i conseguenti tagli al personale
e rischi di peggioramento della qualità del servizio.
Chiedo alla Giunta regionale
Se non ritenga necessaria, piuttosto che la persuasione nei confronti degli Enti locali, la
ridiscussione pubblica, trasparente e partecipata del piano industriale di SETA.» (A risposta
scritta) (Donini)
OGGETTO 3146
«Il sottoscritto consigliere regionale del Popolo della Libertà Gianguido Bazzoni,
Premesso che in data 9 agosto scorso il Tribunale civile di Milano ha emesso sentenza nella
causa intentata da HERA SPA per diffamazione contro: Mondadori Editore, Andrea Pamparana,
Rodolfo Ridolfi, Giorgio Clelio Straquadanio; rigettando le pretese della stessa e condannandola
al pagamento delle spese processuali ed onorari agli avvocati della difesa;
che HERA asseriva di essere stata diffamata nella sua immagine imprenditoriale dal libro "Il
capitalismo rosso-Indagine sulle coop, dai valori alle speculazioni", chiedendo un risarcimento di
€ 550.000,00 e la pubblicazione della sentenza;
che le frasi maggiormente avversate da HERA erano: "HERA, Holding Energia Risorse
Ambiente, rappresenta la nuova forma di monopolio pubblico dell’economia, in sistema di
"partecipazioni regionali" strettamente intrecciato con il sistema politico locale dell’Emilia-
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 15 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
Romagna, il che equivale a dire con i Democratici di Sinistra. ……….." la nascita di HERA non
porta a una grande crescita della qualità dei servizi, e anche il livello delle tariffe non si abbassa.
Anzi, i cittadini che vivono nei comuni serviti da HERA vedono crescere il costo dell’acqua e della
raccolta dei rifiuti"……………" determinando quel cortocircuito di mercato preclusivo di ogni forma
di concorrenza. Infatti fornitore ed acquirente dei diversi servizi coincidono, in contrasto con la
normativa europea della libera concorrenza, sui monopoli, sulle gare ad evidenza pubblica
nell’affidamento dei servizi"……………" Con la nascita e lo sviluppo di HERA si è perfezionato un
sistema di potere politico ed economico totalmente chiuso, il cui controllo è di fatto saldamente
nelle mani del principale partito al potere in Emilia-Romagna, i Democratici di Sinistra. Non è
forse un caso straordinario di conflitto di interessi oltre che di violazione delle regole di mercato?"
Visto che tutte queste considerazioni sono state ritenute giuste e giustificate dal Tribunale
Civile di Milano, tanto che da sempre si sprecano le proteste dei consumatori, attraverso le loro
associazioni e con lettere ai giornali; tanto che fa scandalo ogni anno che HERA distribuisca
ingenti dividendi, frutto dei soldi strappati alle famiglie con le bollette carissime per tutti i servizi e
costantemente aumentate; tanto che è ormai insopportabile per i cittadini che HERA sia riempita
di dirigenti e politici dismessi con retribuzioni che sono 4 o 5 volte quelle di un lavoratore medio,
senza che se ne apprezzi il contributo e la prestazione;
interroga la Giunta regionale per sapere
se è a conoscenza di questa sentenza e dei fatti e delle considerazioni che in essa vengono
riportati;
se non ritiene che le troppo elevate tariffe di HERA rappresentino un peso per le famiglie e
questo derivi dalla posizione di monopolio della stessa, in barba a tutte le normative europee;
se non ritiene che la pletora di consigli d’amministrazione e di dirigenti scarichi un costo troppo
elevato sulle tariffe, che già devono tenere conto delle inefficienze organizzative;
se non ritiene che sia possibile un intervento della Regione, anche in chiave propositiva, per
modificare questo stato di cose, nel senso del rispetto della norma che impone la messa a gara
dei servizi (ma non dopo tempi biblici); nel senso di spezzare questa situazione in cui la politica
determina ogni più piccolo movimento; nel senso di modificare la/le compagini sociali per
eliminare il corto circuito affidatario-affidante; nel senso di restituire ai cittadini la possibilità di
incidere democraticamente sulle politiche dei servizi essenziali e di non essere "sudditi" di un
Moloch inarrivabile come ora.» (A risposta scritta) (Bazzoni)
OGGETTO 3147
«Il sottoscritto consigliere del Gruppo Popolo della Libertà, Gianguido Bazzoni,
premesso che
- in data 4 settembre 2012 è stata data notizia a mezzo comunicato stampa dell’avvio del
progetto "MYSALT";
- in data 5 settembre detto progetto è stato presentato in una conferenza stampa alla presenza
di due componenti della Giunta del Comune di Cervia;
- il progetto prevede la possibilità di "adottare" piccoli lotti della Salina di Cervia a mezzo del
pagamento di una somma di danaro prestabilita (25 Euro il pacchetto base – 50 Euro il pacchetto
completo);
- al progetto partecipano Comune di Cervia-Delta2000-Parco del Delta del Po;
- non è dato sapere se siano state richieste le necessarie autorizzazioni all’ente proprietario
delle Saline di Cervia;
- non è dato sapere se il Comune di Cervia possa autonomamente sfruttare l’immagine di un
bene che non è in sua proprietà, ma in concessione all’ente comunale stesso;
- al progetto MYSALT non partecipa la Società Parco della Salina di Cervia la quale è mero
fornitore dell’iniziativa e rispetto alla quale il MYSALT è un cliente;
- non risultano essere stati sottoscritti accordi o convenzioni tra il Comune di Cervia e gli altri
soggetti interessati al progetto MYSALT per stabilirne i contenuti, gli obiettivi e i reciproci impegni;
- sul sito "mysaltitalia.it" è presente il logo del Comune di Cervia ma non risulta da alcun atto
che il relativo patrocinio sia stato conferito dal Comune all’iniziativa;
- non risulterebbero mai state votate Delibere sul progetto MYSALT da parte della Giunta;
- non risulterebbe che il progetto sia stato preventivamente vagliato da parte del Segretario
Generale del Comune di Cervia;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 16 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
- a livello dirigenziale le Saline sono in capo al Direttore Generale del Comune di Cervia.
Considerato che
il Parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna è stato istituito nel 1988 con apposita
Legge regionale (L.R. 27/88) e fa parte del sistema delle aree protette dell'Emilia-Romagna. Il
Parco è articolato in sei "Stazioni" che si sviluppano intorno alla porzione meridionale del Delta
del Po, la parte nord del quale appartiene alla Regione Veneto, lungo la costa ferrarese e
ravennate e nei pressi di Argenta. Nel 1999 la parte nord del territorio è stata inserita nel sito
Unesco come Patrimonio dell'Umanità "Ferrara, città del Rinascimento e il suo Delta del Po". Sino
al 2011 il Parco era gestito da un Consorzio composto dalle due Province di Ferrara e Ravenna e
dai nove Comuni (Comacchio, Argenta, Ostellato, Goro, Mesola, Codigoro, Ravenna, Alfonsine,
Cervia) i cui confini ricadono all'interno del Parco. Dal gennaio 2012, in virtù della Legge regionale
n. 24 del 23/12/2011, il Parco è gestito dall'Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta
del Po.
- Tra le società partecipate de Parco del Delta del Po vi sono le società:
DELTA 2000 - SOCIETA' CONSORTILE A RESPONSABILITA' LIMITATA
Forma giuridica SOCIETA' DI CAPITALI
Sede legale Strada Luigia, 8 - 44020 Ostellato (FE)
Capitale Sociale 120.334,00 Euro
Quota di Capitale Sociale detenuta al 31/12/10 2,15%
Quota di Capitale Sociale acquisita con Del. Assemblea. n. 6 del 30/05/2001
Tipo di partecipazione Mista pubblico-privata
PARCO DELLA SALINA DI CERVIA S.R.L.
Forma giuridica SOCIETA' DI CAPITALI
Sede legale Via Salara n. 6 - 48015 Cervia
Capitale Sociale 47.000,00 Euro
Quota di Capitale Sociale detenuta al 31/12/10 9,00%
Quota di Capitale Sociale acquisita con Atto costitutivo del 20/12/2002 - (Del. Assemblea n. 21
del 27/11/2002)
Tipo di partecipazione Mista pubblico-privata.
Interroga la Giunta
Per conoscere:
- se era a conoscenza del progetto Mysalt;
- se e quale ruolo ha avuto la Regione Emilia-Romagna in tale progetto;
- se ritiene che siano stati espletati tutti gli atti dell’iter burocratico necessario al fine di
realizzare il progetto Mysalt;
- quali sono stati i rapporti tra gli enti locali coinvolti, l’ente parco e le due società partecipate
dal parco del Delta del Po;
- qual è stata la tempistica e le relazioni intercorse tra gli enti coinvolti nella realizzazione del
progetto;
- perché non compare la Provincia di Ravenna nell’operazione;
- a quando risalgono gli atti di definizione del progetto Mysalt;
- se ritenga che l’iter burocratico del Comune di Cervia rispetti tutte le procedure e le
competenze necessarie al fine di realizzare il progetto;
- se ritenga che il progetto sia legittimo anche in considerazione delle convenzioni e degli
accordi relativi alla concessione delle Saline di Cervia;
- perché la Società Parco della Salina non è parte del progetto ma mero fornitore di prodotti;
- se ritenga che la Società Parco della Salina dovesse essere l’eventuale capofila o addirittura
l’unico soggetto promotore dell’iniziativa, visti i compiti ad essa affidati proprio in riferimento al
comparto delle Saline di Cervia e allo sfruttamento e alla promozione commercializzazione del
Sale dolce di Cervia;
- quale giudizio esprime sul progetto Mysalt.» (A risposta scritta) (Bazzoni)
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 17 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
OGGETTO 3148
«Il sottoscritto consigliere del Gruppo Popolo della Libertà, Gianguido Bazzoni,
premesso che
A partire dal 1999 molti Comuni hanno sostituito la Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani con
la Tariffa di Igiene Ambientale, come definito dall’art. 49 del D.lgs. n. 22 del 1997 (il cosiddetto
Decreto Ronchi) e dal DPR n. 158/1999.
Le principali differenze tra TARSU e TIA riguardano:
- il calcolo del contributo che, nel caso della TARSU è effettuato sulla base dei metri quadrati
del proprio immobile (con una riduzione nel caso si viva da soli), nel caso della TIA, invece, la
tariffa è determinata da una quota fissa del servizio, ai quali si aggiunge una componente
variabile legata al numero dei componenti del nucleo familiare, e calcolata, cioè, in base ai rifiuti
effettivamente prodotti, e in effetti così non è stato;
con il passaggio da "tassa" a "tariffa", nei comuni dove è avvenuto, hanno applicato su
quest’ultima l’IVA al 10%;
nonostante la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2009, la maggior parte dei comuni
coinvolti continuano tuttora ad applicare impropriamente l’IVA;
la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 238 del 24 luglio 2009, ha stabilito che la TIA
(Tariffa di Igiene Ambientale) è una "tassa" e non una "tariffa", pertanto, sulla stessa non è
applicabile l’IVA;
si riconosce, così, del tutto illegittima l’IVA al 10% applicata dai comuni interessati sulla TIA,
per la quale, oggi, i cittadini possono chiedere il rimborso;
ad oggi HERA SpA inserisce ancora nella bollette l’IVA al 10%;
ai clienti che hanno chiesto delucidazioni al numero verde è stato risposto che è il Governo
che deve cambiare la normativa.
Considerato che
Hera SpA ritiene che sia diritto di ciascun Cliente presentare istanza di rimborso dell’IVA
pagata, ai sensi della sentenza citata, Hera SpA accetterà ogni richiesta che le sarà presentata
ma non potrà procedere ad alcuna forma di rimborso sino a quando non otterrà a sua volta dallo
Stato la restituzione dell’imposta versata all’Erario. Quando ciò dovesse accadere sarà la stessa
Società a provvedere alla restituzione del dovuto a ciascun Cliente che ne abbia diritto e ciò a
prescindere dalla presentazione o meno di specifica istanza di rimborso. Al fine di avviare tale
processo Hera SpA ha già investito la propria associazione di Categoria affinché attivi presso il
Parlamento ed il Governo le opportune iniziative.
Interroga la Giunta
Per conoscere:
Se ritiene, al di là dei risvolti legati ai rimborsi dell’IVA pregressa, che sia legale e corretto da
parte di HERA SpA continuare ad applicare nelle bollette recapitate agli utenti l’IVA sui servizi resi
vista la pronuncia della Corte Costituzionale e se non intenda attivarsi nei confronti dei Comuni
soci di maggioranza di HERA SpA affinché venga eliminata tale gabella illegittima;
se non ritenga opportuno attivarsi tramite la Conferenza Stato-Regioni affinché il Governo o
chi di competenza regoli la materia ed intimi ad Hera SpA di non applicare più l’IVA sulla Tassa di
Igiene Ambientale sia questa denominata tassa o tariffa;
se non ritenga assai sconveniente e furbesco che l’IVA sia pagata anche sulle tasse di altri
settori come ad esempio sul gas metano.» (A risposta scritta) (Bazzoni)
OGGETTO 3149
«Il sottoscritto Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
Premesso che come appreso dalla stampa locale sembra configurarsi per gli ospedali della
Provincia di Bologna un notevole taglio dei servizi offerti ai cittadini dal Servizio Sanitario
regionale a seguito della spending review operata dal Governo Monti;
Considerato che gli ospedali coinvolti nella riorganizzazione risultano essere quelli di Vergato,
Bazzano, Loiano, Porretta Terme, San Giovanni in Persiceto e Budrio;
Rilevato che il riassetto passerebbe anche per la chiusura di sale operatorie e il taglio drastico
dei posti letto;
Considerato che diversi ospedali ricoprono una notevole importanza per i cittadini che si
troverebbero a non avere un ospedale se non a molti chilometri di distanza.
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 18 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
Interroga
la Giunta regionale per sapere,
1. Se corrisponde al vero quanto su esposto;
2. In che modo si intenda "riorganizzare" il servizio sanitario regionale, con particolare riguardo
alla Provincia di Bologna;
3. Come si intenda sopperire alla chiusura dei reparti di chirurgia e degenza degli ospedali
sopra citati;
4. Se è previsto un potenziamento delle strutture ospedaliere esistenti a Bologna e Provincia
per far fronte all’inevitabile aumento della richiesta di chirurgia e di degenza causate dal nuovo
riassetto;
5. In caso affermativo:
- quali sono le strutture ospedaliere individuate a tale scopo;
- che tipo di potenziamento è previsto per ciascuna struttura individuata in termini di personale
medico e reparti di chirurgia e degenza;
- con quale tempistica e con quale risparmio stimato per il sistema sanitario regionale.» (A
risposta scritta) (Bignami)
OGGETTO 3150
«Premesso che:
- nel Parco Urbano "Franco Agosto" di Forlì da anni vive una colonia di conigli composta da
circa un migliaio di esemplari di razze miste;
- nello scorso mese di agosto si è sviluppata fra questi animali un’epidemia di mixomatosi,
malattia che attacca la vista e l’olfatto, soprattutto negli esemplari giovani, e porta rapidamente
alla morte;
- in considerazione del fatto che, durante l’evolversi dell’epidemia, nel parco urbano sono state
rinvenute e rimosse numerose carcasse di questi animali e per evitare un aggravamento della
situazione igienico-sanitaria, l’Azienda USL di Forlì ha proceduto alla cattura di tutti gli animali e
alla soppressione di quelli contagiati;
Ricordato che:
- negli scorsi anni l’Azienda USL di Forlì effettuava un piano di controllo della popolazione di
conigli del parco urbano che consisteva nella loro cattura e nella loro sterilizzazione e
vaccinazione contro la mixomatosi;
si interroga la Giunta regionale e l’Assessore competente al fine di sapere:
- se i conigli catturati e non soppressi siano stati rilasciati nel parco urbano;
- per quali motivi quest’anno non si sia proceduto con il piano di vaccinazione dei conigli, se
non dopo lo scoppio dell’epidemia di mixomatosi;
- quali interventi si pensi di realizzare per evitare che il prossimo anno si ripeta una ulteriore
epidemia di mixomatosi fra i conigli del parco urbano di Forlì e per contenerne l’incremento
tramite una campagna di sterilizzazione.» (A risposta scritta) (Meo)
OGGETTO 3151
«Premesso che
- Con ordinanze del Commissario Straordinario per il Terremoto, Presidente Vasco Errani, n.
31 del 30 agosto 2012 e n. 33 del 31 agosto 2012 sono stati stabiliti criteri e modalità per
l’assunzione di personale a tempo determinato per le esigenze legate al terremoto;
- il bando riguarda l’assunzione di 211 persone, 161 in capo ai singoli Comuni, 50 alla Regione
Emilia-Romagna;
- le risorse a disposizione sono in tutto 12,7 milioni di euro, dei quali 3,75 per il 2012 e 9 milioni
per il 2013.
Tenuto conto che
- le figure professionali ricercate sono prevalentemente tecnici (geometri, ingegneri, architetti)
e figure amministrative/contabili;
- è stata contemporaneamente avviata da IntercenER la procedura per selezionare l’agenzia
interinale che dovrà mettere a disposizione il personale;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 19 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
- i lavoratori che prestano la loro attività in azienda con contratto di somministrazione sono
esclusi dal computo dei dipendenti ai fini del Computo della quota di persone con disabilità da
assumere (legge 68/99);
- la Regione Emilia-Romagna non ha la copertura totale della quota ad essa spettante di
persone con disabilità (legge 68/99);
- i lavoratori precari assunti tramite le Agenzie interinali non corrispondono ai criteri ed ai
principi rigorosi determinati per la P.A. dalla costituzione, ma in molti casi, arruolati con criteri
clientelari. Spesso vengono assunte persone che gli stessi Amministratori degli enti pubblici
richiedono;
- i Comuni potranno anche fare ricorso alle eventuali graduatorie già presenti, oppure utilizzare
il personale messo a disposizione da altre agenzie di lavoro interinale e con le quali avevano già
un contratto di fornitura.
Considerato che
- è lecito supporre che i Comuni abbiano persone - rispondenti alle caratteristiche richieste bloccate nelle proprie graduatorie;
- alcuni Comuni già si avvalgono di agenzie interinali e hanno facoltà di continuare a servirsi di
queste pur utilizzando il fondo di 12,7 milioni di euro;
- la Regione Emilia-Romagna ha al suo interno personale che potrebbe essere
momentaneamente adibito ad altre funzioni, ed è inoltre in grado di imbastire procedure di
selezione ben più corpose;
- la Regione Emilia-Romagna, con la Legge regionale n. 16 del 2011 "proroga della durata di
validità di graduatorie concorsuali" in un’ottica di buona amministrazione e di contenimento
complessivo delle spese per il personale, ha ritenuto opportuno conservare validità alle
graduatorie di concorso, ancora vigenti alla data del 4.11.2011, oltre il termine di tre anni previsto
dall’art. 16 della l.r. 26 novembre 2001, n. 43, ad oggetto "Testo unico in materia di
organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna" disponendo la validità delle
graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo determinato, relative alla Regione
Emilia-Romagna e agli Enti dipendenti soggetti a limitazioni delle assunzioni, non ancora scadute
alla data di entrata in vigore della presente legge, è prorogata al 31 dicembre 2014.
Interroga la Giunta e l’Assessore competente per sapere
- per quali ragioni sia stata effettuata la scelta di utilizzare un’agenzia interinale per
l’assunzione del personale;
- a quanto ammonti, in relazione alle risorse stanziate, il compenso per il lavoro svolto
dall’agenzia interinale;
- se non ritenga opportuno evitare il reclutamento di personale attraverso il contratto di
somministrazione, considerato che tale forma contrattuale elude la normativa sul collocamento
obbligatorio delle persone con disabilità e non garantisce il rispetto dei rigorosi principi a cui la
Pubblica Amministrazione dovrebbe attenersi nel reclutare il proprio personale;
- di quante graduatorie concorsuali aperte dispone la Regione Emilia-Romagna suddivise per
profili professionali e quante persone sono inserite in tali graduatorie;
- quanto personale la struttura commissariale dovrà complessivamente assumere, visto che
l’ordinanza 31 del Commissario straordinario all’art. 1 comma 2 lett. B) pone un limite solo per i
contratti di lavoro flessibile, nulla dicendo per i rapporti di lavoro scaturenti da distacchi o comandi
da altre Pubbliche Amministrazioni.» (A risposta scritta) (Favia)
OGGETTO 3152
«L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
premesso che
- il combinato disposto degli artt. 32 e 41 Cost. e 2087 c.c. cristallizza l’obbligo di sicurezza nei
luoghi di lavoro, il cui adempimento impone l’adozione di tutte "le misure che, secondo la
particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la
personalità morale dei prestatori di lavoro" (v., significativamente, Cass. civ., Sez. lav., 5 agosto
2010, n. 18278);
- gli artt. 35 e 38 Cost. tutelano il lavoro "in tutte le sue forme e applicazioni", al fine di
perseguire gli obiettivi di progresso sociale, professionale ed economico dell’individuo e della
collettività;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 20 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
- la Regione, con diverse ed eterogenee disposizioni di carattere legislativo e regolamentare,
persegue gli obiettivi di valorizzazione degli interventi finalizzati alla tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro, di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, di
contrasto delle irregolarità delle condizioni di lavoro, di diffusione della cultura della sicurezza;
evidenziato che
- l’art. 21, comma 2, D.Lgs. 19 dicembre 1994, n. 758 (Modificazioni alla disciplina
sanzionatoria in materia di lavoro) dispone che l’organo ispettivo e di vigilanza in materia di
sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro - organo individuato nel personale dedicato delle Aziende
sanitarie locali competenti per territorio (v. ora art. 13, comma 1, D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81,
recante "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro") - ammetta il contravventore che abbia regolarizzato
la criticità contestata al pagamento di una sanzione amministrativa (di ammontare pari al quarto
del massimo dell’ammenda stabilita per la contravvenzione commessa);
- la circolare regionale 21 aprile 1995, n. 18 (Indicazioni operative per l’applicazione del
decreto legislativo 758/94) prevede che le Aziende sanitarie locali introitino direttamente le
somme derivanti dall’applicazione delle sanzioni ex art. 21 cit., contabilizzandole in apposito e
specifico conto (cfr. D.G.R. 13 settembre 2010, n. 1350);
- in base agli artt. 13, comma 6, e 14 del D.Lgs. 81/2008, le dette somme che le Asl
ammettono a pagare a titolo di sanzione amministrativa ex art. 21 cit. nonché gli altri introiti
derivanti dalla comminazione di sanzioni pecuniarie per la violazione della disciplina in materia di
tutela della salute e della sicurezza sul lavoro integrano apposito capitolo del bilancio regionale e
sono destinate al finanziamento di attività e progetti di prevenzione nei luoghi di lavoro (si tratta,
quindi, di fondi vincolati);
- in particolare, ai sensi della cit. delibera di Giunta n. 1350/2010, le dette somme sono ripartite
"tra le Aziende Usl ogni anno, in relazione alle risorse complessivamente disponibili sul capitolo
regionale dedicato, dal competente Servizio regionale Sanità Pubblica della Direzione Generale
Sanità e Politiche Sociali per finanziare progetti aventi tali specifiche finalità di prevenzione inclusi
in un programma di lavoro annuale, che dovrà essere presentato al Servizio Sanità Pubblica, ai
fini della valutazione per l’ammissione a finanziamento, entro il 31 dicembre dell’anno precedente
a quello di attivazione del programma stesso";
visti
- il Piano regionale della prevenzione per il triennio 2010-2012 (approvato con D.G.R. 27
dicembre 2010, n. 2071);
- il Rapporto regionale annuale (2010), curato dall’INAIL, in ordine all’andamento degli infortuni
sul lavoro e delle malattie professionali;
- le linee guida per la sicurezza nei cantieri di edilizia e ingegneria civile;
- il Piano nazionale della prevenzione per il triennio 2010-2012, approvato in sede di Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in
data 29 aprile 2010.
Interroga la Giunta per sapere
- a quanto ammontino, dall’inizio della presente Legislatura, le risorse derivanti dalle sanzioni
comminate dalle Aziende sanitarie locali e introitate dalla Regione, anno per anno;
- quali attività e progetti, finalizzati alla prevenzione e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, siano
stati finanziati (nel corso della presente Legislatura) con le predette risorse, individuando
specificamente le Asl destinatarie;
- quali criteri siano stati utilizzati dal competente Servizio regionale Sanità Pubblica della
Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali in sede di valutazione dei programmi di lavoro
annuale e dei progetti per l’ammissione al finanziamento, indicando le modalità e l’articolazione
del processo valutativo e motivazionale applicate nelle ipotesi di specie;
- se e quali meccanismi siano stati predisposti dalla Regione al fine di costantemente
monitorare l’impiego, da parte dell’Asl finanziata, delle risorse erogate e la loro specifica
destinazione alla realizzazione del progetto finanziato.» (A risposta immediata in Aula) (Barbati)
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 21 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
OGGETTO 3154
«Il sottoscritto consigliere del Gruppo Popolo della Libertà, Gianguido Bazzoni,
premesso che
sembra essere in atto una riorganizzazione dei servizi della Giunta regionale dell’EmiliaRomagna;
vi sarebbe spazio per il taglio nella pianta organica della Giunta regionale o per la non
copertura di alcuni servizi che potrebbero essere facilmente accorpati ad altri vista la loro
contiguità funzionale;
tra le strategie di risparmio indicate dai provvedimenti di messa in sicurezza dei conti dello
Stato vi era la riduzione dei dirigenti e l’accorpamento dei servizi.
Considerato che
è priorità anche di questa Regione contenere i costi e mettere in essere tutte quelle azioni di
spending review necessarie ad un impiego efficace ed efficiente delle risorse pubbliche, a tal fine
sono stati anche tagliati i buoni pasto dei dipendenti regionali.
Ritenuto che
non vi siano spazi per permettere un impiego di risorse che non sia più che giustificato e
necessario.
Interroga la Giunta
per conoscere
quali servizi della Giunta saranno toccati dalla riorganizzazione;
se sono stati accorpati dei servizi e quali;
se si sono ridotte le figure dei dirigenti e responsabili di servizio nell’ultimo anno;
se sono stati incaricati nuovi dirigenti e responsabili di servizio;
se si sono percorse tutte le strade possibili per la riduzione di dirigenti e responsabili di
servizio.» (A risposta scritta) (Bazzoni)
OGGETTO 3155
«Premesso che:
- La Regione in data 30 luglio 2012 con la delibera n. 1147 ha fissato le linee d’indirizzo per
l’elaborazione del Piano regionale Rifiuti. Come evidenziato nella risposta all’interrogazione
numero 2872 l’assessore regionale Sabina Freda assicura che tali linee d’indirizzo rispettano le
recenti deliberazioni del Parlamento Europeo in materia di rifiuti che prevedono "il divieto
d’incenerimento di tutti i materiali riciclabili e compostabili a partire dal 2020".
Considerato che:
- Nel corso di un dibattito presso Festareggio sul futuro della multiutilities Iren, svoltosi in data
11 settembre 2011, tra i sindaci di Reggio nell’Emilia, Parma e Piacenza, il sindaco di Reggio
Emilia, nonché presidente dell’ANCI Graziano Delrio ha affermato testuali parole: "Per quanto
riguarda i rifiuti, l’autosufficienza provinciale dello smaltimento è stata un errore. Non bisognava
costruire 10 inceneritori in 10 province; oggi gli inceneritori sono in sovra offerta (over capacity)
rispetto alle necessità della Regione, cioè ci sono meno rifiuti da bruciare di quelli che potrebbero
essere bruciati negli impianti esistenti. E infatti noi a Reggio Emilia abbiamo spento il forno e
abbiamo puntato sul TMB. L’inceneritore di Parma serve o no? L’inceneritore non è la soluzione
dei problemi come ci raccontano da tempo, non è quella la strada per la gestione dei rifiuti". Per
poi aggiungere "Nella Regione Emilia Romagna sono sufficienti 1 o 2 impianti per bruciare il
residuo selezionato".
- Nel corso dello stesso dibattito il sindaco di Piacenza Paolo Dosi ha confermato quanto
affermato da Delrio dichiarando: "Adesso l’inceneritore di Piacenza non funziona a pieno regime,
riceve meno rifiuti di quelli che potrebbe smaltire, perché aumenta la raccolta differenziata e
diminuiscono gli indifferenziati. Questo è un tema aperto con Iren".
- Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, contrario all’accensione del forno inceneritore Iren di
Parma, sul quale tra l’altro verte una richiesta di sequestro preventivo ed una inchiesta penale da
parte della Procura di Parma con ipotesi di abuso edilizio e abuso d’ufficio, realizzare tale
impianto, in tale sede ha fatto notare ai sindaci di Piacenza e Reggio Emilia a fronte delle loro
dichiarazioni: "Delrio dice che in Regione servono 1 o 2 inceneritori; in Regione Emilia Romagna
ce ne sono già 8. Perché bisogna costruire anche quello di Parma?".
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 22 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
- Lo stesso sindaco di Parma, nel corso di questo pubblico dibattito, ha anticipato che il
Comune di Parma nei prossimi giorni presenterà un bando per una manifestazione d’interesse
aperto alle imprese private per realizzare sul territorio del Comune di Parma un impianto di
Trattamento Meccanico Biologico-Fabbrica dei Materiali come alternativa al forno inceneritore
sotto inchiesta da parte della magistratura.
Sottolineato che:
- Nel territorio di Parma a livello politico tre gruppi espressione della maggioranza di governo
di questa regione, Italia dei Valori, SEL-Verdi, Federazione della Sinistra hanno espresso
contrarietà all’accensione del forno Iren Spa di Uguzzolo, la stessa posizione è stata espressa
recentemente tramite un documento ed una mozione dal gruppo consiliare in Regione di Italia dei
Valori. Questo dibattito in continua evoluzione, dimostra come da un anno a questa è aumentata
la consapevolezza di come l’inceneritore Iren di Parma sia un’opera inutile, diseconomica,
dannosa per l’ambiente realizzata tra l’altro non seguendo tutte le procedure previste dalle leggi
italiane ed europee.
- In questo contesto, la Regione Emilia-Romagna che intende realizzare un "Piano regionale
per la Gestione dei Rifiuti" non può non fare la sua parte per favorire le alternative al forno e
riconvertire il cantiere dal momento che sempre più Comuni stanno intraprendendo vie
alternative.
L’interrogante chiede alla Giunta ed all’assessore competente:
- Cosa intende fare la Regione Emilia-Romagna nel corso dell’elaborazione delle linee
d’indirizzo per un Piano regionale di Gestione dei Rifiuti per far sì che anche l’intero territorio della
provincia di Parma rispetti quanto votato dal Parlamento Europeo e si incammini da subito verso
una gestione dei rifiuti che non preveda l’incenerimento degli stessi, ma rispetti le gerarchie
d’intervento europeo e possa puntare su un sistema integrato con riduzione dei rifiuti, raccolta
differenziata porta a porta, compostaggio, trattamento meccanico biologico, "fabbrica dei
materiali" per il recupero di ogni materiale da avviare a riciclo.
- Quali passi intende avviare la Regione per far sì che vengano spenti al più presto come
auspicato anche dal presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio gran parte
degli inceneritori, arrivando per il momento ad un massimo di 1-2 impianti di termodistruzione sul
territorio regionale, per poi puntare a Rifiuti Zero in massimo un decennio.» (A risposta scritta)
(Defranceschi)
OGGETTO 3156
«Mauro Manfredini - Capogruppo Lega Nord Padania
Premesso che:
Con Delibera di Giunta 1065/2012 è stato approvato il testo dell’accordo di collaborazione tra
la Regione Emilia-Romagna e il Fondo Egiziano per lo sviluppo dell’Educazione della Repubblica
Araba d’Egitto e relative misure applicative;
Tale accordo verrà sottoscritto dall’Assessore alla Scuola e Formazione professionale Prof.
Patrizio Bianchi e sottoposto alla ratifica dell’Assemblea Legislativa entrando in vigore a seguito
della stessa;
Oggetto dell’accordo è la definizione di misure di politica formativa per promuovere la
realizzazione di un sistema di apprendimento continuo e per migliorare la qualità dell’istruzione e
della formazione professionale, in risposta ai fabbisogni territoriali di entrambi i paesi;
Una delle finalità principali consiste nel riconoscere reciprocamente le certificazioni che
verranno rilasciate dall’una e dall’altra parte al termine dei percorsi di istruzione e formazione al
fine di sostenere la mobilità professionale dei cittadini;
L’attività prevede la costituzione di una Commissione Tecnica congiunta con il mandato di
sviluppare le linee guida di supporto alla programmazione dei percorsi di istruzione e formazione
professionale dell’ITEC, finalizzati all’acquisizione delle qualifiche previste dalla Regione EmiliaRomagna per le aree: meccanica, elettrica, elettronica, automazione, manutenzione, formazione
e sviluppo;
La durata dell’accordo è fissata in cinque anni e comporta anche la determinazione delle
misure necessarie per il mutuo riconoscimento delle qualifiche rilasciate al termine dei percorsi di
IeFP e FP, l’identificazione di procedure e standard per sviluppare e distribuire servizi
complementari di cooperazione includendo un sistema di condivisione di persone ed altre risorse,
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 23 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
la predisposizione e condivisione di materiali didattici e strumenti di apprendimento nelle due
lingue (italiano e arabo) riguardanti sia i percorsi di IeFP ed FP sia la formazione formatori;
I termini delle presenti misure sono applicabili alla Scuola Tecnica Secondaria situata in Dimo,
Governatorato di Fayoum, dove sarebbero già al lavoro i referenti dell’ITS di Modena che opera
sulla meccanica per avviare a Fayoum la costituzione di un ITS che, al termine dei due anni di
corso, rilasci il diploma italiano di Tecnico superiore in manutenzione degli impianti industriali in
linea con gli standard nazionali;
La Regione Emilia-Romagna dovrà fornire gli orientamenti tecnici e scientifici per
l’implementazione del sistema regionale delle qualifiche negli ITEC in Egitto al fine di armonizzare
le procedure e rendere il proprio sistema regionale compatibile ed omogeneo all’interno degli
ITEC, conducendo audit semestrali basati sulle verifiche delle procedure implementate negli ITEC
con l’obiettivo di assicurare consistenza e aderenza ai propri standard regionali;
Per ogni missione la Regione Emilia-Romagna riceverà dall’EDF un ordine di servizio
comprensivo di numero di partecipanti, tempi di realizzazione e costi coperti.
Considerato che:
Appare paradossale voler coordinare sistemi di formazione professionale così diversi, visti
anche gli attuali problemi istituzionali e sociali della Repubblica dell’Egitto;
Per il tipo di sistema egiziano le qualifiche professionali emiliano-romagnole rischierebbero di
essere troppo ridondanti, a meno che queste non siano tarate per italiani che devono andare a
lavorare in Egitto, o - prospettiva ancora più inquietante visto che la percentuale di
disoccupazione giovanile nel nostro paese ha raggiunto il 35% - per egiziani che si vorrebbe
importare in Italia come manodopera;
L’eventuale presenza di aziende italiane in Egitto dovrebbe essere finanziata con risorse
private e non con fondi pubblici, come sembra sia accaduto per l’ITS meccanica di Modena.
Interroga la Giunta regionale per sapere:
Quali siano le opportunità e i vantaggi dell’Accordo stipulato dalla Regione Emilia-Romagna
con la Repubblica d’Egitto;
Con quali criteri, vista la tormentata crisi istituzionale che si sta svolgendo al Cairo e le ripetute
manifestazioni di intolleranza contro le minoranze religiose e le donne che contraddistinguono
recentemente quel paese, sia stato individuato l’Egitto quale partner per collaborazioni sulla
formazione professionale da parte della Regione Emilia-Romagna;
Se l’Accordo sia stato firmato per motivi di "immagine", quale prestigio ne ricavi la Regione
Emilia-Romagna data l’attuale situazione di un paese in mano ad un movimento politico
integralista come i Fratelli Musulmani;
Quanti fondi siano previsti e da quali istituzioni arrivino le risorse necessarie per l’attuazione
dell’accordo di collaborazione tra Regione Emilia-Romagna ed Egitto.» (A risposta scritta)
(Manfredini)
OGGETTO 3157
«Il sottoscritto consigliere del Gruppo Popolo della Libertà, Gianguido Bazzoni,
premesso che
la Regione Emilia-Romagna intrattiene rapporti con il Brasile;
Nel 2004 la RER ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la Presidenza della
Repubblica Brasiliana, insieme alle Regioni Toscana, Marche e Umbria, e poi la Regione Liguria.
Obiettivo dell’accordo lo sviluppo economico locale integrato, supporto alle politiche sociali,
economia della cultura e sostegno al rafforzarsi del movimento cooperativo;
I progetti riguardano:
"1. Sostegno al movimento cooperativo ed al rafforzamento di alcuni settori quali
cooperativismo nel settore agroalimentare, cooperativismo sociale e credito alla cooperazione e
cooperativismo di credito;
2. Supporto a reti di economia solidaria. Ancora una volta, in tutte le aree del territorio
brasiliano in cui lavoreremo;
3. Formazione (professionale e scolastica) e professionalizzazione di giovani e donne, e loro
inserimento lavorativo. L’obiettivo prioritario sarà l’elaborazione di un programma integrato che
mette a sistema le diverse esperienze territoriali e istituzionali, promuovendo in particolare
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 24 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
formazione e l’inserimento professionale dei giovani e donne, favorendo anche la nascita ed il
rafforzamento di cooperative;
4. Agricoltura Famigliare. Aree di intervento saranno di preferenza: Stato del Piauì e le
confinanti realtà della Bahia, la zona di Manaus, Paraná. Creazione di opportunità occupazionali
per fasce deboli, sviluppo dell'agricoltura familiare, promozione del settore agro-alimentare e
commercializzazione;"
di questi progetti si occupano tre persone di un servizio della Giunta regionale;
tra i riferimenti regionali vi è un indirizzo postale e telefonico brasiliano associato ad un
indirizzo e-mail della Regione Emilia-Romagna;
considerato che
In base all’Art. 117 Bis della Costituzione: "Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti
materie: a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione
europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione
europea" e "Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e
con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero";
in base all’Art. 13 dello Statuto della Regione Emilia-Romagna: Attività di rilievo internazionale
della Regione
1. La Regione, nell'ambito e nelle materie di propria competenza:
a) provvede direttamente all'esecuzione ed all'attuazione degli accordi internazionali stipulati
dallo Stato, nel rispetto delle norme di procedura previste dalla legge;
b) favorisce la conclusione di accordi con la Repubblica di San Marino, in considerazione del
proprio contesto territoriale e delle peculiarità delle implicazioni di carattere economico e sociale
che ne conseguono.
2. L'Assemblea legislativa, su proposta della Giunta regionale che informa il Consiglio fin dalla
attivazione della procedura, ratifica gli accordi con Stati esteri e le intese con Enti territoriali interni
ad altro Stato, deliberati dalla Giunta e sottoscritti dal Presidente della Regione o dall'Assessore
da lui delegato. Tali accordi e intese hanno efficacia dalla data della ratifica, e vengono stipulati
nei casi e nelle forme disciplinati da leggi dello Stato.
3. Per gli accordi internazionali, così come per i rapporti interregionali internazionali, la legge
regionale determina le modalità d'informazione preventiva e successiva e di partecipazione
dell'Assemblea alla formazione delle intese;
Martedì 27 settembre la Regione organizza a Bologna il ‘Focus Brasile - Paranà’ per parlare
delle opportunità di sviluppo nelle relazioni economiche tra l’Emilia-Romagna e il Brasile.
Interroga la Giunta
Per conoscere
se è attivo un ufficio in Brasile;
se vi sono dipendenti o collaboratori o fornitori di servizi della e per la Regione EmiliaRomagna distaccati in Brasile;
i costi sostenuti dalla Regione Emilia-Romagna per il mantenimento dell’ufficio in Brasile e
costi relativi ad eventuale personale comprensivo di trasferte e trattamento economico
complessivo;
se non vi siano uffici e personale di Ambasciata, Consolato, Istituto di Cultura, Camera di
Commercio Italo-brasiliana già presenti in Brasile sui quali appoggiarsi per una razionalizzazione
e compressione dei costi sostenuti dalla Regione;
quali servizi fornisce in più l’ufficio della Regione Emilia-Romagna in Brasile rispetto all’attività
dell’ICE (Istituto nazionale per il Commercio estero);
se ritiene che i progetti messi in atto dalla Regione Emilia-Romagna in Brasile rientrino tra i
compiti di una Regione italiana e siano confacenti alla situazione di crisi che sta attraversando il
nostro paese e la nostra Regione.» (A risposta scritta) (Bazzoni)
OGGETTO 3158
«Premesso che
- Durante l’estate 2012 il governo nazionale ha varato la "Spending Review".
Valutato che
- Detta legge, tra le altre misure, impone, a partire dal 1 ottobre 2012, che le pubbliche
amministrazioni eroghino buoni pasto del valore massimo di 7 euro.
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 25 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
- Il taglio dei buoni pasto comporterà una riduzione del salario accessorio che oscillerà tra i
62,40 euro e i 163,80 euro mensili.
Valutato inoltre che
- La scelta, da parte della Regione Emilia-Romagna, di erogare un buono pasto di maggior
entità, venne compiuta in un’ottica di una migliore organizzazione del lavoro, legandone il
percepimento alla presenza pomeridiana dei dipendenti dell’ente.
- Il decreto indica una valore "nominale" di 7 euro del singolo buono pasto, ma non indica un
valore giornaliero.
- Per l’ente regione non è presente nessun servizio di mensa aziendale.
Si richiede
- Quali misure intenda adottare la Giunta regionale, al fine di realizzare una adeguata
compensazione, rispetto a questi tagli imposti dal Governo che si configurano come l’ennesima
penalizzazione nei confronti dei lavoratori, riducendone nei fatti le retribuzioni.» (A risposta scritta)
(Sconciaforni)
OGGETTO 3160
«Premesso che
- Il Governo nazionale, attraverso la cosiddetta "spending review", mette seriamente in
discussione il sistema sanitario regionale;
- la spending review si somma ai tagli già previsti dalle finanziarie 2011, producendo nel
triennio 2011-14 la riduzione del fondo nazionale pari a 22 miliardi di euro;
- ad esempio, per quanto l'Ausl di Bologna, i tagli da effettuare entro la fine del 2012 sono pari
a 41 milioni di euro (11 milioni attuali che si sommano ai 30 precedenti). Una situazione davvero
insostenibile in quanto si effettuano tagli pesanti su bilanci evidentemente già negativi.
Considerato che
- Il rischio concreto è che alcuni importanti presidi ospedalieri possano essere chiusi o
fortemente ridimensionati, a scapito in primo luogo della salute dei cittadini e del sistema pubblico
di assistenza sanitaria, nonché dei livelli occupazionali delle comunità in cui risiedono queste
fondamentali strutture.
- Per quanto riguarda la provincia di Bologna le strutture sanitarie a rischio per ora sembrano
essere quelle di Bazzano, Vergato, Loiano, Porretta Terme, San Giovanni in Persiceto e Budrio.
Si chiede alla Giunta
- di fornire un quadro, il più dettagliato e preciso possibile, dei tagli che la Regione sarà
costretta a subire, a causa della "spending review", per quanto riguarda il sistema sanitario.
Anche in riferimento all'eventuale chiusura o ridimensionamento di presidi ospedalieri;
- se esiste già un piano di riordino ospedaliero che coinvolge tutti i territori della nostra regione;
- quali azioni intenda intraprendere per evitare che si possano ridimensionare o addirittura
chiudere completamente importanti presidi ospedalieri.» (A risposta immediata in Aula)
(Sconciaforni - Donini)
OGGETTO 3161
«Il sottoscritto Stefano Cavalli, consigliere del Gruppo Lega Nord Padania Emilia e Romagna
Premesso che:
- dal 1° gennaio 2012 è operativo il nuovo gestore unico del servizio di trasporto pubblico nei
bacini provinciali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Il nuovo soggetto si chiama SETA Spa
(Società Emiliana Trasporti Autofiloviari), ed è nato dalla fusione societaria tra ATCM Spa e
TEMPI Spa. Contestualmente alla fusione tra le aziende di Modena e Piacenza, il nuovo
operatore ha acquisito il ramo societario relativo al trasporto su gomma di ACT (Reggio Emilia),
dando così vita ad un’azienda unitaria operante nel territorio dell’Emilia occidentale;
- Il capitale sociale di SETA Spa ammonta a 12.597.576 euro. La maggioranza azionaria è
detenuta dagli enti pubblici di Modena, Reggio Emilia e Piacenza che possiedono oltre 7,2 milioni
di euro di capitale per una quota complessiva del 57,61%. Il restante 42,39%, pari ad oltre 5,3
milioni di euro, è di proprietà di HERM-Holding Emilia Romagna Mobilità Srl, la holding che ha
come soci RATP Dev, Tper (l’azienda nata dall’unificazione di ACT Bologna e FER-Ferrovie
Emilia-Romagna), Agi-Autoguidovie Italiane, CTT-Consorzio Toscano Trasporti e Nuova Mobilità
Scarl;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 26 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
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- ai sensi dell’art. 14 dello Statuto di SETA l’Amministratore delegato della Società dev’essere
nominato tra i 2 consiglieri in rappresentanza dei soci privati;
- la Regione Emilia-Romagna è socia maggioritaria di TPER S.p.A. la quale, a sua volta è
socia maggioritaria di HERM s.r.l. che a sua volta è socia privata di SETA e le spettano 2
consiglieri del CDA tra i quali l’Amministratore delegato.
Appreso che:
- il processo di fusione di queste società in seno a SETA ha fatto emergere numerose criticità,
provocando diversi disagi, compromettendo la qualità dei servizi e scatenando il caos tra i soci
pubblici e privati della Società incapaci di accordarsi;
- l’instabilità del CDA è culminata qualche giorno fa con le dimissioni dell’Amministratore
delegato, Claudio Ferrari.
Considerato che:
- l’Amministrazione regionale ha promosso attivamente la fusione che ha portato alla
creazione di SETA;
- lunedì 17 settembre 2012 l’Assemblea dei soci eleggerà il nuovo CDA di SETA che
contestualmente nominerà il nuovo Amministratore delegato.
Interroga la Giunta regionale per sapere:
- come intenda attivarsi presso TPER nel contesto dell’elezione dei membri del CDA e della
contestuale nomina dell’AD;
- se si sia sincerata che le criticità emerse all’interno del precedente CDA (che hanno portato
alle dismissioni dell’AD) si siano risolte e con quali modalità;
- se, in vista dell’imminente elezione del nuovo CDA, i soci pubblici abbiano fornito le adeguate
garanzie circa gli impegni assunti in sede di sottoscrizione del Piano Industriale;
- quali siano a parere dell’Esecutivo regionale i principali responsabili e le principali cause
delle succitate criticità;
- quali interventi intenda porre in essere al fine di salvaguardare l’utenza del trasporto pubblico
già ampiamente penalizzata dalle manifeste incapacità del precedente CDA.» (A risposta scritta)
(Cavalli)
OGGETTO 3163
«Io sottoscritta Monica Donini, consigliera regionale del Gruppo Federazione della Sinistra
Premesso che:
Da un’indagine condotta dall’UAAR "sull’Albo dei beneficiari regionali" relativo all’anno 2010,
emerge che, oltre ai costi pubblici per l’assistenza religiosa negli ospedali e per le scuole private
paritarie cattolicamente orientate, la Regione Emilia-Romagna ha erogato a favore di enti a
carattere religioso una cifra di risorse complessive ammontante a 2.333.340,17 euro.
Oltre ai sussidi alle parrocchie per campi estivi e oratori ("attività educative e di aggregazione
a favore di adolescenti e giovani"), previsti dalla legge 14/2008, spicca il finanziamento di oltre
486.000 euro alla "Provincia di Cristo Re e dei Frati Minori" per la "realizzazione di interventi di
edilizia sovvenzionata" e per "organizzazione di convegni", così come il contributo di 50.000 euro
per il Meeting di CL di Rimini.
Appare, inoltre, particolarmente discutibile il fatto che, con la crisi nella quale siamo immersi, la
Regione Emilia-Romagna abbia finanziato enti già ampiamente sussidiati dallo Stato come la
Conferenza Episcopale Italiana (che ha sede a Roma), che ha ricevuto 1.500 euro e le sole
arcidiocesi di Bologna e Modena per 74.884,05 euro.
Interrogo la Giunta per sapere
- Se corrispondono al vero le informazioni divulgate dall’UAAR.
- Se gli stessi soggetti e, in particolare gli organizzatori del Meeting di CL, la Conferenza
Episcopale Italiana, le Diocesi, risultano anche fra i beneficiari del 2011 e del 2012 e per quale
importo complessivo.
- Se non ritenga, anche alla luce della grave ingiustizia determinata dalle favorevoli politiche
tributarie applicate dallo Stato agli enti di carattere religioso, evitare per il futuro di erogare agli
stessi così ingenti quantità di risorse pubbliche.» (A risposta scritta) (Donini)
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 27 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
OGGETTO 3164
«Il sottoscritto Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Gruppo Popolo della Libertà,
Premesso che risulta essere in corso di elaborazione presso l’Ufficio di piano federato del
Circondario Imolese la nuova disciplina urbanistica inerente i Comuni facenti parte del Circondario
stesso;
Rilevato che in data 14 marzo 2012 risultano essere state presentate presso il Comune di
Castel San Pietro Terme (BO) richieste di delucidazioni sulla nuova disciplina urbanistica da parte
di numerosi professionisti ed imprenditori locali;
interroga
la Giunta regionale per sapere,
1. Se è a conoscenza di quanto su esposto;
2. Quali interventi sono stati previsti per consentire il miglioramento della qualità urbanistica,
sia per le unità abitative private che per quelle ad uso produttivo già esistenti nel Circondario
Imolese e con particolare attenzione al Comune di Castel San Pietro Terme;
3. Quali interventi sono stati previsti per incentivare ed incrementare l’efficienza energetica
degli edifici già esistenti;
4. Quali norme si intendono introdurre per ridurre il carico burocratico per le ristrutturazioni con
particolare riguardo a quelle inerenti l’adeguamento sismico;
5. Quali norme si intendono introdurre per consentire la ristrutturazione e la trasformazione del
patrimonio edilizio rurale esistente;
6. Quale disciplina si intende osservare per l’esigenza di istituire gruppi di attività professionali
non specificamente regolati dalla normativa esistente;
7. Si intende adottare il principio della norma escludente, per consentire l’avvio di un’impresa
"composita" necessaria per la ristrutturazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare
esistente, ma non espressamente prevista dalla normativa vigente;
8. In quale modo si intende rendere più efficiente il servizio SUAP (Sportelli Unici delle Attività
Produttive) nelle relazioni con gli altri enti;
9. Se è prevista, all’interno del Circondario Imolese e con particolare attenzione al Comune di
Castel San Pietro Terme, l’istituzione di una figura specifica che racchiuda in sé le competenze di
tecnico urbanistico e di sviluppatore di imprese per accelerare il disbrigo delle pratiche
burocratiche.» (A risposta scritta) (Bignami)
OGGETTO 3165
«Il sottoscritto Andrea Leoni, consigliere regionale,
premesso che
- a Fanano, in provincia di Modena, vi è un forte fermento fra la popolazione residente in
riferimento alla voce, che pare trovare fondamento, riguardo al fatto che il "Punto di Primo
intervento" verrebbe chiuso perché l’Ausl modenese sarebbe intenzionata ad operare tale
improvvida scelta;
considerato
- che detto presidio è una preziosissima risorsa non solo per i cittadini di Fanano ma anche
per i turisti che nel periodo invernale e soprattutto estivo frequentano il comune dell’appennino
modenese;
- che in caso di necessità i turisti ed i cittadini, trovano accoglienza rispetto alle necessità
sanitarie grazie al fatto che il Punto di Primo intervento vede la presenza di un medico di
emergenza, un infermiere di emergenza ed un autista soccorritore;
considerato altresì che
- dette voci di chiusura prevedono la sostituzione del personale medico e paramedico con una
figura del solo infermiere con l’ambulanza, creando ovvi problemi perché l’infermiere non ha titolo
per fare diagnosi e prescrivere terapie;
- ogni qualvolta un cittadino o turista presenti una necessità di primo intervento, l’infermiere
sarebbe costretto ad accompagnare il soggetto presso il più vicino Pronto soccorso, nel Comune
di Pavullo, che richiede oltre 40 minuti di viaggio di strada di montagna;
- anche lo stesso Ospedale di Pavullo è nelle mire del ridimensionamento;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 28 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
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- nel caso fosse confermata la situazione su esposta si giustifica ampiamente l’allarme sociale
della popolazione di Fanano da allargare anche alle popolazioni dei Comuni confinanti di Sestola
e Montecreto;
atteso
che tali eventuali scelte, se confermate, non sarebbero sicuramente nemmeno un risparmio
sotto il profilo economico-finanziario, in quanto il Pronto Soccorso del Comune di Pavullo si
troverebbe nella condizione di garantire accessi impropri con costi ovviamente ben più importanti
a carico del SSR, nonché si creerebbe una condizione di ulteriore abbandono della montagna che
si troverebbe depauperata di tutti i servizi e questo in contrasto con le sempre sbandierate
iniziative a favore della montagna di cui la sinistra si è sempre fatta carico solo a parole;
- che ormai da tempo i servizi per zone dell’appennino della provincia di Modena vengono
continuamente tagliati e che abitare in montagna comporta degli oggettivi svantaggi rispetto ad
altri abitanti della stessa provincia di Modena che vivono in pianura;
interroga
la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna per sapere:
1) se sia a conoscenza della situazione su esposta, ed in caso affermativo quale giudizio si
dia;
2) se sia intenzione dei vertici dell’Ausl modenese di procedere sostanzialmente alla chiusura
del punto di Primo intervento nel Comune di Fanano prevedendo la sostituzione del medico oggi
presente;
3) in caso affermativo quali siano le ragioni per tale scelta che avrà l’effetto di rendere ancora
più complicata la vita dei residenti;
4) se non si convenga che per i Comuni di Fanano, Sestola, Montecreto questi presidi sanitari,
così come ventilato, non sia la effettiva compilazione del "certificato di morte" della montagna;
5) quali urgenti ed indifferibili iniziative si intendano assumere per garantire i servizi sanitari
attualmente in essere nei richiamati Comuni a salvaguardia della salute e della incolumità dei
residenti e dei turisti che frequentano l’appennino modenese.» (A risposta scritta) (Leoni)
OGGETTO 3166
«Manes Bernardini - consigliere regionale Lega Nord Padania
Premesso che:
La nuova sanatoria per gli immigrati varata dal Ministro per la Cooperazione internazionale e
l’integrazione Andrea Riccardi avrà un impatto devastante sul Sistema Sanitario Nazionale (1.000
euro per tutti i lavoratori irregolari, senza tetto di numero né selezione di categoria professionale);
Secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa, citato dal quotidiano "Sole 24 Ore",
l’Emilia-Romagna è la seconda regione in Italia per numero di immigrati stranieri che potranno
regolarizzare la propria posizione grazie alla sanatoria voluta dal Governo Monti;
Sulle 380.000 dichiarazioni di emersione previste dallo studio, si calcola che almeno 53.580
proverranno dall’Emilia-Romagna (il 14,1% del totale), anche se secondo altri calcoli le domande
di regolarizzazione (vista la difficoltà di stimare il reale numero dei clandestini) potrebbero essere
molte di più.
Considerato che:
Con Delibera di Giunta 1177/2012 la Regione Emilia-Romagna ha già stanziato una somma di
2.006.894,23 euro a favore delle nostre Aziende Sanitarie Locali e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli
di Bologna per interventi sanitari a favore di cittadini stranieri.
Con Delibera di Giunta 1229/2012 la Regione Emilia-Romagna ha anche impegnato la spesa
di 226.000 euro per lo "Studio epidemiologico relativo alla stima di patologie infettive neglette
nella popolazione immigrata in 5 regioni italiane e valutazioni delle potenziali ricadute...".
La nostra Regione è stata anche recentemente interessata da diversi casi di malasanità, a
Ferrara (con inchiesta della procura per il decesso di una donna), Carpi e Correggio (legionella in
Ospedale) e Piacenza (probabile tumore scambiato per bronchite), dovuti spesso ai tagli operati
nella sanità pubblica.
La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli di allarme anche in Emilia-Romagna (13,5%
ma con un ulteriore 5,6% di persone che non studiano e non lavorano), quindi risulta difficile
comprendere la necessità di regolarizzare lavoratori immigrati clandestinamente.
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 29 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
Interroga la Giunta regionale per sapere:
Se quanto sopra esposto corrisponda al vero.
Se la Regione Emilia-Romagna abbia calcolato l’impatto, in termini di costi aggiuntivi sul
servizio sanitario regionale, della regolarizzazione di almeno 53.000 immigrati clandestini.
Se il sistema sanitario regionale sia in grado di sopportare questo ulteriore sforzo economico
dovuto all’assistenza degli immigrati irregolari, senza gravare sulle tasche dei cittadini emilianoromagnoli e tenendo conto delle ulteriori spese previste per gli Ospedali delle zone terremotate
danneggiati dal sisma.
Se la Regione Emilia-Romagna non voglia impugnare il provvedimento governativo sulla
sanatoria, invitando il Ministro Riccardi a sospendere la regolarizzazione di decine di migliaia di
stranieri clandestini la cui assistenza rischierebbe di gravare enormemente sul nostro sistema
sanitario.» (A risposta scritta) (Bernardini)
OGGETTO 3167
«Il consigliere Andrea Pollastri del Gruppo Popolo della Libertà
Premesso che:
- Il tratto della S.P. n. 654 R "di Valnure" Bettola - Passo dello Zovallo e quello della S.P. n.
586 R "della Valdaveto" Marsaglia - Boschi da diversi anni necessitano interventi di miglioramento
tesi a renderli più scorrevoli e sicuri;
- Le strade congiungono la Provincia di Piacenza con quelle di Genova e Parma, costituendo
nodi nevralgici di contatto tra la pianura, l’Appennino e il mare, giornalmente percorsi da
tantissime persone per motivi di studio, lavoro o turismo;
- Garantirne una percorribilità rapida ed efficiente è elemento essenziale per favorire lo
sviluppo della montagna ed un incentivo per i residenti a rimanere sul territorio;
- Per conseguire gli obiettivi di cui sopra è necessario modificare i tracciati, allargandoli e
raddrizzandoli in alcuni tratti, nonché provvedere al rifacimento del manto ed alla messa in
sicurezza dei punti pericolosi tramite guardrail e segnali adeguati.
Considerato che:
- La portata economica e la difficoltà tecnico-ambientale della realizzazione degli interventi,
oltre ai necessari studi ingegneristici e geologici preliminari alla progettazione, non sono
sopportabili unicamente da parte degli Enti Locali.
Interroga la Giunta regionale per sapere:
- Se si intenda, in accordo con la Provincia di Piacenza, mappare gli interventi necessari sui
tratti stradali segnalati e fare una stima dei costi;
- Se la Regione intenda sostenere i costi delle suddette azioni, almeno di quelle più urgenti;
- Se si intenda avviare un percorso condiviso con la Regione Liguria e le Province di Piacenza,
Parma e Genova per coordinare le operazioni da svolgere al fine del miglioramento complessivo
dei tracciati.» (A risposta scritta) (Pollastri)
OGGETTO 3168
«I sottoscritti consiglieri regionali
Premesso che
a seguito del terremoto che ha colpito le popolazioni emiliane, la Regione Emilia-Romagna ha
attivato e promosso una raccolta fondi rivolta a quanti - privati ed Enti pubblici - desiderano
versare un contributo per far fronte ai costi del terremoto che ha colpito le province di Modena,
Ferrara, Reggio Emilia e Bologna;
sono state indicate varie modalità di versamento su conto corrente e con SMS;
da quanto risulta pubblicato sul sito web della Regione risulta che:
1) Le donazioni sul conto corrente della Regione hanno raggiunto oltre 7.000.000 di euro;
2) La donazione tramite sms si è conclusa il 10 luglio, con 15.119.424 euro raccolti;
3) Alla somma ricevuta tramite SMS, relativa alla telefonia mobile, andrà aggiunta dopo i
necessari calcoli quella arrivata dalla telefonia fissa;
Considerato che
il ricavato verrà gestito da un comitato composto da tre garanti
che dovranno essere resi trasparenti i progetti individuati in collaborazione con i commissari
delegati per la ricostruzione delle regioni interessate;
IX LEGISLATURA Atti assembleari
99ª SEDUTA (antimeridiana)
- 30 ALLEGATO B
Regione Emilia-Romagna
18 SETTEMBRE 2012
interroga il presidente della Giunta regionale
per conoscere:
1) Se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
2) L’esatto ammontare delle donazioni e degli interessi;
3) Se sia stato nominato il comitato dei garanti e sua composizione o, in caso negativo, quali
requisiti saranno richiesti;
4) Quali progetti siano stati individuati e quali siano i criteri di priorità adottati;
5) Entro quale termine si intenda erogare materialmente le donazioni affinché siano realizzati i
progetti previsti.» (A risposta immediata in Aula) (Manfredini - Bernardini - Corradi - Cavalli)
OGGETTO 3169
«Considerato che:
In vista della fusione/unificazione delle tre Asp bolognesi prevista per inizio 2013 e della
recente commissione bilancio del comune di Bologna in cui è emerso chiaramente un'incertezza
sulla natura fiscale dell'operazione, così come è stata impostata.
Interpella la Giunta per sapere:
Se la Regione Emilia-Romagna, che in materia dovrà deliberare e che di recente ho sollecitato
nel question time del 20 luglio 2012, nel frattempo si è attivata per chiarire gli aspetti fiscali che
ancora oggi sono oggetto di prudente riflessione e conseguente rallentamento dei lavori rispetto
alle date fissate.» (A risposta immediata in Aula) (Noè)
OGGETTO 3170
«Il sottoscritto consigliere
Saputo che
Nei comuni si sta già discutendo il nuovo progetto di Passante Nord
Letto che
Le associazioni ambientaliste chiedono ancora una volta di rigettare anche il nuovo progetto di
Passante Nord, perché nato senza alcuna pianificazione territoriale, ma esclusivamente da
Autostrade, senza la partecipazione del territorio interessato.
Il sindaco di Castel Maggiore, concorda con le associazioni, dichiarando che "la nostra
opinione, condivisa da tutti, è che il nuovo tracciato non è accettabile".
Anche un urbanista come Campos Venuti ha commentato che il nuovo tracciato cambierebbe
del tutto il progetto "nel ruolo e negli effetti rispetto al territorio bolognese".
Il vicepresidente della provincia di Bologna, Giacomo Venturi, condividendo le opinioni di
Campos Venuti, ma difendendo l’importanza dell’infrastruttura, ha parlato di un tavolo di lavoro al
quale sono presenti Regione, Provincia e Comuni, che esamina la proposta e valuterà se con
condizioni e modifiche il progetto possa essere utile al ruolo che gli era stato assegnato in sede di
progettazione.
Tenuto conto che
Già quattro mesi fa il nostro Gruppo ha presentato una interrogazione a risposta immediata
per chiedere il punto di vista della Regione nei confronti del nuovo progetto e mi era stato risposto
che non c’erano ancora informazioni in merito perché la Società Autostrade non aveva trasmesso
formalmente nessun progetto né agli Enti Locali, né alla Regione.
Ancora oggi le associazioni chiedono la possibilità di essere ascoltate sul progetto e
l’Assessore Peri aveva risposto che nel momento in cui Regioni ed Enti Locali fossero entrati in
possesso del nuovo progetto, si sarebbero potute avviare le più opportune forme di
partecipazione in base alla legge 3/2010.
Chiede al Presidente della Giunta e all’Assessore competente
Quando e come la Giunta regionale spiegherà in cosa consiste il nuovo progetto di Passante
Nord e quali sono le differenze rispetto al progetto iniziale, che non ha convinto l’Unione Europea;
Se ci sia già un parere della Comunità Europea su questo nuovo progetto;
In che modo la Giunta regionale si porrà nel tavolo di lavoro per la valutazione delle modifiche
al Passante Nord;
Se la Regione crede che sia il caso di pubblicizzare presso enti locali, associazioni e cittadini,
la possibilità di sviluppare un processo partecipato in base alla legge 3/2010.» (A risposta
immediata in Aula) (Naldi)