Virginia Oldoini - Comune di Senigallia

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Virginia Oldoini - Comune di Senigallia
Comune di Senigallia
Consiglio delle Donne
con la collaborazione del Musinf
e degli allievi
del corso di fotogiornalismo
Palazzo Del Duca, sala del trono
Senigallia
19/3/2011, ore 16
VIRGINIA OLDOINI:
LA DONNA CHE INVENTO’ LA BODY ART
Virginia Oldoini,
Pierre-Louis Pierson, Christian Bérard
La comtesse en buste dans un cadre pleurant dans son mouchoir
( foto realizzata tra il 1863 e il 1866 e conservata al Museo d’Orsay)
Conversazione su vita e opera fotografica
della Contessa di Castiglione.
Laboratorio didattico
di antiche tecniche di stampa
Virginia Oldoini,
Pierre-Louis Pierson, Christian Bérard
Scherzo di Follia
( fotografia datata tra il 1863 e il 1866, conservata al Museo D’Orsay di Parigi)
SALUTO:
Maurizio Mangialardi,
Sindaco di Senigallia
INTERVENGONO:
Sara Tontini
Presidente Consiglio delle donne
Stefano Schiavoni,
Assessore alla Cultura
Paola Curzi,
Assessore Pari opportunità
Maurizio Cesarini,
docente nelle Accademie di Belle Arti
e artista impegnato nel settore della body art
Carlo Emanuele Bugatti,
direttore Museo comunale d’arte moderna e
della fotografia
LABORATORIO:
Il laboratorio didattico di antiche tecniche di
stampa fotografica sarà tenuto da
Massimo Marchini
VIRGINIA OLDOINI:
LA DONNA CHE INVENTO’ LA BODY ART
Virginia Oldoini, figlia del marchese Filippo OlOldoini e di Isabella Lamporecchi, nacque a
Firenze il 22 marzo 1837. Appena quindicenne
era già unanimemente considerata la donna più
bella d'Europa e secondo il parere, certo autorevole, di Massimo d’Azeglio, si segnalava già
anche come una vivace intelligenza. Nel 1854
sposò il conte Filippo Verasis di Castiglione. In
seguito al matrimonio si trasferì a Torino nell'antico Palazzo Lagrange, contiguo al Palazzo
Cavour, di proprietà dei conti Verasis di Costigliole d'Asti.
E’ assai noto il fatto che svolse un ruolo decisivo di sostegno alla politica risorgimentale di suo
cugino, il conte di Cavour, agendo diplomaticamente a Parigi presso la corte di Napoleone III,
di cui riuscì a influenzare direttamente le decisioni. Meno noto è il fatto che il suo protagonismo diplomatico non fu solo il riflesso della sua
bellezza fisica e della strategia cavouriana, ma
anche il risultato del suo personale talento, delle
sue intuizioni e delle sue relazioni, che si estendevano dal campo artistico a quello politico e
finanziario dei Rothschild e di Ignazio Bauer. Il
nonno materno, il giurista, Ranieri Lamporecchi, cui la formazione di Virginia Oldoini era
stata affidata, era stato anche il tutore di Luigi
Bonaparte.
Seppe costruire un mito della propria bellezza
anche attraverso l'utilizzo della fotografia e la
sinergia con grandi fotografi come Pierre Louis
Pierson (nei periodi 1856 e 1896-97), interpretando temi e soggetti letterari, teatrali, ma anche squisitamente estetici. Oggi si può verificare agevolmente come abbia preceduto di oltre
cento anni la body art e autrici, nostre contemporanee, come Yoko Ono. La fotografia dipinta, che era una specialità dello studio fotografico di Mayer e Pierson, fu da lei utilizzata ampiamente. Il procedimento fotografico base, che
prendeva le mosse da una posa in acconciatura
appositamente predisposta o da un tableau
vivent, diveniva così solo la fase di partenza
della dinamica creativa. Abbondantemente
sull’immagine ripresa veniva poi investito
l’intervento di pittori e miniaturisti. Quando necessario c’era l’azione sull’immagine con pastelli e pennelli da parte della stessa contessa,
che desiderava fare di ogni atto della sua vita
un evento e accrescere geometricamente il
desiderio altrui di continuare ad avere il privilegio di vederla.
A Costantino Nigra Virginia Oldoini aveva donato l’album di fotografie, che è conservato al
Museo Nazionale del Risorgimento di Torino. Il
conte Robert de Montesquiou, il dandy che
appare in uno dei più famosi ritratti di Boldini, fu
ammiratore di Virginia Oldoini e ne realizzò una
biografia, che, alla pubblicazione, ebbe la prefazione di Gabriele D’Annunzio. Riuscì a raccogliere i cimeli messi all'asta dopo la morte della
contessa, avvenuta a Parigi nel 1899, insieme a
ad una documentazione, che conta oltre 400
fotografie, in gran parte conservate al Metropolitan Museum di New York. Al Museo Dorsay di
Parigi, si trova un corpus rilevante delle storiche
immagini, scattate da Pierson.
Oltre che nel periodo del Congresso di Parigi
Virginia Oldoini ebbe un ruolo determinante
ancora durante la guerra franco-prussiana,
mettendo in campo le sue vastissime relazioni,
al fine di contenere le pretese prussiane a danno della Francia. Fornì persino, in momenti
difficili, qualche buon consiglio politico a Pio IX,
cui facilitò anche l’accesso ad un finanziamento
di Rotschild. Trascorse nella capitale francese
gli ultimi anni della sua vita, resi amari dal declino della bellezza, dalla malattia psichica e dalla
scomparsa del mondo di cui era stata una protagonista, come regina dei cuori, di Vittorio Emanuele II, di Napoleone III, dei fratelli Costa e
regina della moda, creatrice di toilettes complesse e sfarzose, continuamente riprodotte e
commentate dai giornali dell'epoca.
C.E. Bugatti,
direttore del Museo comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia