Nel film su Wojtyla c`è Margonari attore

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Nel film su Wojtyla c`è Margonari attore
Valli Giudicarie e Rendena
44 giovedì 8 agosto 2013
Autore di guide e grande
viaggiatore a piedi,
interpreta il gestore
del rifugio Ai Caduti
dell’Adamello, Zani:
«Esperienza impegnativa»
CINEMA
Adamello
sul set
TRENTO - Originario di San Lorenzo
in Banale e residente a Trento, è
Gian Paolo Margonari
(accompagnatore di territorio,
grande viaggiatore a piedi e autore
di vari libri) ad interpretare Martino
Zani - il gestore del rifugio “Ai
Caduti dell’Adamello” - nel film su
Giovanni Paolo II, il Papa polacco
che sciò sulle nevi dell’Adamello nel
1984 e nel 1988. Un film girato nei
giorni scorsi al rifugio Graffer e a
Sant’Antonio di Mavignola, alla
capanna Presena, Roma e Temù, e
che prede spunto dal libro «Era
santo, era uomo» scritto da Lino
Zani, che all’epoca gestiva con i
genitori il rifugio e che ebbe il
privilegio di accompagnare il Papa
sugli sci.
Tralasciando le comparse,
Margonari è l’unico trentino nei
panni di attore, al fianco di Katia
Ricciarelli (nel film la moglie di
Zani), del russo Alexsey Guskov
(Papa Wojtyla), di Giuseppe
Cederna (Sandro Pertini), Giorgio
Pasotti e Claudia Pandolfi (Lino Zani
e la fidanzata), Fabio Fulco (Franco
Zani) e con la regia di Andrea
Porporati. «Una bella esperienza racconta Margonari, iscritto alla Sat
da 45 anni e consigliere centrale del
Club Alpino Italiano dal 2006 al 2009
- un lavoro impegnativo nel corso
del quale ho potuto vedere all’opera
la vera industria cinematografica
con i costumisti, gli elettricisti, un
“caos creativo” che l’organizzazione
riesce a trasformare in un filo logico
e pertinente». Margonari, che è
autore di varie guide nate dai grandi
IN BREVE
TERME COMANO
Sgarbi e l’arte
Alle ore 21 di domani nella
sala conferenze del Grand
Hotel Terme Vittorio Sgarbi
terrà una lezione d’arte e
presenterà il suo libro «Nel
nome del figlio»
(Bompiani): un viaggio
nell’arte dei dipinti e
mosaici ispirati alle figure e
scene cristiane. Prima
dell’incontro Sgarbi visiterà
gli otto spazi di NegoziArt.
TIONE
Le opere di Franco Cis
Sarà inaugurata domani
alle 20,30 nelle sale del
Centro studi Judicaria di
Tione la mostra di pittura di
Franco Cis.Visitabile tutti i
giorni fino al 16 agosto
dalle 17,30 alle 21,30.
TIONE
Festa del Ramadan
Questa mattina, dalle 9 alle
10 all’oratorio, Festa del
Ramadan organizzata
dall’Associazione culturale
multietnica. Interverranno
l’assessore comunale
Mirella Girardini, il
rappresentante degli
immigrati della Comunità di
valle, Belfassi Nourreddine,
il sindaco di Pelugo, Pietro
Galli, don Olivo e Vincenzo
Zubani.
BAITONI
Nel film su Wojtyla
c’è Margonari attore
viaggi a piedi (dal «Camino de
Santiago» alla Francigena) ha
scoperto fra l’altro che Cederna
aveva letto i suoi libri.
Com’è nata questa avventura sul set?
«Per puro caso, nei primi giorni di
luglio, alla Biblioteca della Sat di
Trento che talvolta frequento.
L’emerito Riccardo Decarli ha
ricevuto una telefonata e credo
abbia risolto il problema
sottopostogli, osservandomi con
occhio inquisitore, mentre io
perplesso non seguivo il filo del
discorso. Cercavano un uomo 55/60
enne con faccia “montagnina”,
possibile interprete del gestore del
rifugio Ai Caduti dell’Adamello negli
anni ‘80».
Così ha accettato.
Gian Paolo
Margonari
insieme agli
attori del film
su Wojtyla:
con Katia
Ricciarelli, che
interpreta la
moglie di Zani
(a sinistra)
e con Giuseppe
Cederna,
che nel film
sul Papa sciatore
è il presidente
della Repubblica
Sandro Pertini
l'Adige
«Sì, soprattutto perché indotto e
incoraggiato ad accettare da mia
figlia Paola: è per lei che ho portato
a termine questo impegno e a lei,
che nel frattempo è venuta a
mancare, dedico questa mia fatica».
Com’è stata questa esperienza?
«Impegnativa, anche se la mia parte
è secondaria ed essendo Martino un
uomo di poche parole, le mie
battute sono limitate; è stato un
impegno anche ripassare l’inglese,
poiché il copione e le riprese sono
in inglese. Le riprese vengono
rifatte, quando vanno bene, 4 o 5
volte... enne volte quando non
giudicate perfette dal regista».
Il rapporto con gli attori?
«Interessante, ho notato il loro forte
senso dello humour e la puntuale
professionalità: concentrazione
estrema durante le riprese, forte la
memoria, dialoghi in inglese. Nel
film mia moglie è interpretata da
Katia Ricciarelli, un personaggio
cosmopolita e con battute spiritose
in veronese».
Cederna è il presidente Pertini.
«Con Cederna è nata anche
un’amicizia, mi ha detto che aveva
letto i miei libri».
Se glielo chiedessero, ripeterebbe
l’esperienza di attore?
«No, credo proprio di no, anche se
al regista scherzando ho detto: “Per
un ruolo di vecchio e rimbambito
hai visto che sono pronto!”. Lui ha
risposto: “Da vecchio sicuramente
sì, da rimbambito... aspettiamo”».
F. T.
Confidi consegna gli assegni, fugate le tensioni. Bertani rilancia a pieno ritmo la produzione
La Gustosì si porta in pari con gli stipendi
BAITONI - Sospiro di sollievo alla
Gustosì di Baitoni, l’azienda che
produce piatti precotti che fanno a
meno di passare dalla catena del
freddo. Ieri sono arrivati sulle rive del
lago d’Idro i responsabili di Confidi
(l’istituto di garanzia delle industrie), i
quali hanno consegnato gli assegni che
hanno permesso alla società baitonese
di portarsi in pari con l’erogazione degli
stipendi. Sono state fugate così le
tensioni che nei giorni scorsi avevano
visto duramente schierate contro la
proprietà le organizzazioni sindacali, ed
in particolare la Cisl, la quale si rifiutava
di continuare ogni rapporto con
l’azienda, ritenuta incapace di
proseguire l’attività perché indietro di
mesi con il pagamento degli stipendi.
LOMASO
Questo atteggiamento aveva portato
alla spaccatura fra i lavoratori, divisi fra
i fiduciosi nel futuro e gli sfiduciati.
Ora la Gustosì è in liquidazione
volontaria, mentre l’amministratore
delegato Marco Bertani (che è anche il
liquidatore) si è impegnato nella
trattativa con sindacati, Confidi e
Provincia per la stipula di un protocollo
d’intesa in seguito al quale Confidi ha
staccato gli assegni per portare in pari
gli stipendi dei diciotto lavoratori.
L’azienda si impegna a rimborsare il
prestito in 24 mesi, e intanto ha
rilanciato a pieno ritmo la produzione.
«Abbiamo fino a fine anno questa grossa
commessa con la Russia», annuncia
Bertani, che esprime come sempre un
grande entusiasmo per la sua impresa,
«commessa che speriamo continui
anche dopo. Io sono molto fiducioso, e
penso che probabilmente potremmo
assumere ancora un paio di persone.
Vedremo, senza farci illusioni».
Niente illusioni, perché Bertani è
abituato a sentir cantare da possibili
clienti stranieri che arrivano nel suo
capannone le lodi del sistema
produttivo e dei piatti, salvo poi vedere
sfumare le sperate commesse.
«Recentemente è arrivata a Baitoni pure
una delegazione di imprenditori
tedeschi», racconta, «ora speriamo che
si riesca a trovare la quadra».
Spera di trovare la quadra anche con gli
azionisti della Gustosì, Bertani. «Sono
fiducioso che vogliano riprendere la
società quando questa torna in bonis».
L’ad della Gustosì Marco Bertani
Donati per anni è stato parroco del borgo. Si è spento alla Casa del Clero all’età di 85 anni
Dasindo piange la scomparsa di don Albino
TIONE
Defilé in piazza Battisti
Questa sera alle ore 21 in
piazza Battisti «Defilé di
una notte d’estate», sfilata
di moda con nuove proposte
«da capo a piedi»,
acconciature, make up,
abbigliamento, accessori e
composizioni floreali.
L’ex parroco don Albino Donati
LOMASO - Si è spento ieri don Albino
Donati, parroco di Dasindo che da circa
un anno era ricoverato a Trento presso
la Casa del Clero. Dopo esser tornato
nel paese natale come collaboratore
pastorale un lustro fa, il sacerdote, nato
il 2 marzo 1928, nel corso del 2012
aveva cominciato a manifestare ai
parrocchiani qualche sensazione di
debolezza dovuta all’età e all’immenso
impegno profuso nei decenni
precedenti, tanto che i familiari sono
stati costretti a portarlo in cura a
Trento, magari anche contro il volere di
don Albino, profondamente legato a
Dasindo. Nel borgo della Piana del
Lomaso lo ricordano infatti come un
personaggio carismatico, molto
apprezzato e coinvolto in ogni
questione riguardante il suo paese,
come ad esempio la rivendicazione
delle proprietà frazionali che hanno
portato alla rinascita nel 2005 dell’Asuc
di Dasindo.
Fu ordinato sacerdote a Trento
dall’arcivescovo De Ferrari nel 1953.
Svolse quindi l’incarico di vicario
parrocchiale di Cavalese dal 1953 al
1956, per poi spostarsi all’altra
estremità della provincia per diventare
parroco di Castel Condino, paesino
dove rimase dal 1956 al 1960. Ne seguì il
trasferimento a Tenno (dal 1960 al 1968)
e il ritorno in riva all’Avisio (operò a
Moena dal 1968 al 1974). Nel 1974 la
svolta, con la partenza per il Brasile
dove rimase missionario per oltre
vent’anni, lavorando in condizioni
spesso difficili ed a contatto con
situazioni disperate. Questa esperienza
fu molto intensa e fece cambiare modo
di vedere la realtà a don Albino, tanto
che dopo il ritorno nelle sue Giudicarie
Esteriori (è stato parroco di Santa Croce
e Cares dal 1995 al 2002, poi di Quadra
dal 1997 al 2002, poi collaboratore
pastorale presso il decanato del Lomaso
dal 2002 al 2008 e successivamente a
Dasindo) aveva anche avuto qualche
confronto con chi proponeva una
visione delle cose differente da chi,
come lui, aveva vissuto in prima
persona determinate situazioni.
Stasera alle 20 a Dasindo si reciterà il
Santo Rosario in suo ricordo, domani
dalle 17 nella Pieve di Vigo Lomaso il
funerale, cui seguirà la tumulazione nel
cimitero di Dasindo. E c’è da giurarci
che saranno in molti ad affiancarsi ai
fratelli Anna, Albina e Lorenzo
nell’ultimo saluto a un sacerdote
particolarmente legato alla sua gente.
A.Z.